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Pizza Hut trasforma il cartone di pizza in un proiettore

È proprio vero non ci sono limiti alla creatività umana quando si tratta di vendere. Pizza Hut, nota catena di ristorazione fast con locali in tutto il mondo, ha lanciato ad Hong Kong un servizio di consegne davvero originale: la pizza ordinata non solo arriva a casa in una scatola a scelta tra quattro “temi”, ma si trasforma in un proiettore che consente di guardare un film.
Proprio la coppia pizza e film, amata in tutto il mondo evidentemente, è stata la molla che ha fatto scattare l’idea dei creativi dell’agenzia Reed Collins: perché non fornire al cliente entrambi, in una volta sola?

Dentro la scatola c’è una lente per proiettare sulla parete, sistemata nell’apposito slot del cartone, le immagini del film scelto, visualizzate dal proprio smartphone grazie a un QR Code. Il cartone è, ça va sans dire, a tema cinematografico: fantascienza, romantico, horror o avventura. Nel video è svelato il funzionamento del tutto.

Non è la prima volta che Pizza Hut utilizza la tecnologia per migliorare l’esperienza del cliente, intrattenendolo. Come con la pizza costruita e ordinata su un tavolo con schermo touch screen. Si chiama entertainment (o pizza-tainment com è stato chiamato). Buona visione!

 

Rovagnati: nuova operazione di licensing con Dreamworks

Rovagnati, dopo il recente restyling grafico del packaging, torna a investire sulla linea Panatine, Girotondi e Nuggets. Per implementare la nuova strategia, l’azienda ha scelto il nuovo film di animazione dello studio cinematografico americano Dreamworks “Home – A casa”. A partire da metà maggio e per circa quattro mesi, in ogni confezione i bambini troveranno infatti i tattoo dei simpaticissimi personaggi del film di animazione, in 7 diversi soggetti collezionabili. Sull’onda del successo del film, Rovagnati regalerà quindi ai piccoli consumatori i tatuaggi con i protagonisti di Home, per rivivere le fantastiche avventure dell’adolescente Tip e del suo amico alieno Oh.

Per incentivare questo contatto più stretto anche un nuovo mini sito dedicato all’iniziativa , su cui si potranno scoprire tutti i soggetti dei tatuaggi, la storia dei singoli personaggi, curiosità e molto altro sui prodotti Rovagnati.

Non è la prima volta che Rovagnati promuove iniziative per i più piccoli legate ai propri prodotti.

In virtù della loro identità così speciale, le Panatine, nate nel 2001 da un’idea di Paolo Rovagnati, sono anche il primo prodotto ad aver dato vita a dei veri e propri mondi paralleli e alle grandi avventure dei Pirati di Panateen e dei personaggi amanti della musica di Panacity. In passato le due campagne hanno attratto decine di migliaia di giovani consumatori.

 

Fratelli Brazzale riabilita il burro e lancia una referenza d’alta gamma

Sull’onda della presentazione di un nuovo prodotto di alta gamma, il Burro Fratelli Brazzale presentato in occasione di Tuttofood e realizzato con freschissima panna di centrifuga e zangolato entro 24 ore dalla mungitura, la storica azienda veneta (è nata nel 1784 nell’altipiano di Asiago) lancia la campagna per riabilitare il burro come alimento sano e naturale.
brazzale-burrodellealpi-fratelli-burroIl Burro Fratelli Brazzale vanta l’84% di materia grassa, ed è realizzato esclusivamente con il latte di un’unica stalla, situata a circa 20 km dal burrificio Brazzale di Litovel, a Sumvald, in Moravia (Repubblica Ceca). È centrifugato immediatamente dopo la mungitura per esaltarne le caratteristiche organolettiche e ritrovare nel burro tutte le qualità, i profumi e i sapori del latte appena munto. La panna viene lasciata maturare naturalmente per circa 12 ore e subito zangolata, cioè lavorata per poi diventare burro, entro 24 ore dalla mungitura del latte. Un metodo di lavorazione unico, a catena completamente controllata, che consente di ottenere un burro sopraffino.  “Il Burro Fratelli Brazzale è nato per essere il miglior burro sul mercato, senza compromessi – spiega il presidente del Gruppo, Roberto Brazzale – Ogni aspetto è stato studiato con cura puntigliosa, dalla scelta della materia prima, al suo trasporto, alla sua centrifugazione, alla maturazione della crema, alla sua burrificazione e al suo confezionamento per il consumo”. Per il confezionamento è stato scelto, invece, il burrificio di Zanè, a Vicenza, per la grande esperienza e capacità delle maestranze e per la vicinanza al mercato di consumo.

Il burro? Un alimento da non demonizzare

Il manifesto per la riscossa del burro dei Fratelli Brazzale si avvantaggia dal fatto che negli ultimi tempi nutrizionisti, studiosi, esperti di cucina e chef stellati stanno decretando una sorta di riscossa del burro, alimento per anni demonizzato in quanto grasso alimentare che favorisce l’accumulo di colesterolo. Alcuni studi sono apparsi negli ultimi mesi sulle più autorevoli testate internazionali, che sembrano decretarne la definitiva riabilitazione.

“Il burro è un’emulsione di acqua e molecole lipidiche. È un alimento naturale il cui carattere nutrizionale lo rende ben tollerato anche da chi soffre di allergie alimentari, ben digeribile, con pochissimo lattosio e ricco di vitamine importanti, (A, E, K). – spiega Pierluigi Rossi, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione – Tra l’altro, è uno dei pochi alimenti a contenere la vitamina D, che agisce sull’integrità delle ossa, e la più innovativa ricerca scientifica ha evidenziato il suo ruolo guida sul sistema immunitario. Gli acidi grassi (tra cui omega 3 e Omega 6) contenuti nel burro miscelati fra loro contribuiscono alla crescita e al rinnovo continuo delle cellule degli organismi viventi. Il burro è quindi un alimento vitale, adatto a un organismo in rapida crescita, come un bambino o un adolescente, oltre a fornire un aiuto indispensabile ai muscoli in chi svolge attività fisica”.

Dal punto di vista nutrizionale, una porzione di 10 grammi di burro fornisce meno calorie rispetto alla stessa dose di olio extra vergine di oliva: 75 calorie il burro, 90 calorie olio. Il motivo? Il burro, essendo un’emulsione, contiene circa il 15% di acqua, mentre nell’olio non c’è acqua, ma solo grassi.

Sofficini: debutta il nuovo spot con Carletto

Sofficini on air con il nuovo spot. Carletto, l’inconfondibile camaleonte testimonial del brand Sofficini Findus, torna infatti in tv, in occasione del lancio della nuova ricetta dei suoi amati Sofficini, extra croccanti anche al forno.

Grazie infatti alla nuova e speciale panatura, i Sofficini risultano ancora più gustosi e sono extra croccanti anche preparati al forno e non solo in padella. Un miglioramento nel gusto che Carletto è impaziente di condividere con tutti.

Nel nuovo spot tv, on air da domenica 26 aprile, ci troviamo nel bel mezzo di un concorso di cucina, i cui giudici sono tre bambini. Tra i vari concorrenti, uno spicca più di tutti: proprio lui, Carletto.

Il camaleonte, fiero di sé, porta davanti ai giudici la sua ricetta. Si tratta ovviamente dei nuovi Sofficini, di cui Carletto racconta i segreti. I giudici apprezzano… anche più di quello che Carletto avrebbe desiderato, visto che in un attimo tutti i Sofficini che aveva preparato vanno a ruba e a lui non resta che rimirare il vassoio ormai vuoto.

Ma poco importa: Carletto ha dimostrato anche questa volta le sue grandi abilità… di chef!

La creatività è firmata da Havas Worldwide Milan: sotto la direzione creativa esecutiva di Giovanni Porro, hanno lavorato i direttori creativi Antonio Campolo (art director) e Luigi Fattore (copy), Massimo Filimberti (art director). La regia è di Dario Piana con Movie Magic, mentre 3D e Post-produzione sono stati curati da Ubik.

La pianificazione è curata da Havas Media.

Millennials, target ignorato dalle aziende food. A ragione?

Sono i consumatori del futuro, eppure raramente compaiono nelle campagne pubblicitarie e nei pensieri delle aziende di food e dei retailer.

Stiamo parlando dei Millennials, la generazione dei 20-30enni che si affaccia (o si è già affacciata da tempo) al mondo degli acquisti, con esigenze e approccio diverso da quello dei fratelli maggiori o dei genitori. Una ricerca dell’agenzia di advertising britannica Haygarth ne delinea le caratteristiche, a partire da un deciso interesse per il cibo, che per il 33,7% degli intervistati risulta essere più importante della moda. Ma solo l’11% pensa che le campagne pubblicitarie a tema food siano soddisfacenti, mentre il 45% ritiene che siano troppo focalizzate sulle famiglie e sulle mamme. Il rischio è appunto che le aziende, troppo rivolte alle famiglie, si lascino sfuggire un cliente interessato (e interessante). Un canale principe della comunicazione dovrebbero essere i social media, dove le giovani generazioni postano un’immagine correlata al cibo in media tre volte a settimana, mentre il 70% dei loro genitori non lo ha mai fatto. E seguono 37 canali social legati al cibo contro 16 canali di Celebrities e 18 di moda. Altro fattore di cui tenere conto è il packaging, capace di influenzare le decisioni di acquisto 3,5 volte in più dei genitori.

I millennials di casa nostra, ancorati alla famiglia

Ma come se la cavano i ventenni “de noantri”? Se alcuni tratti – come l’approccio social – possono essere simili a quelli britannici, diverso sembra l’approccio verso le finanze e l’indipendenza economica. Lo rivela l’indagine “I risparmiatori di domani” dell’istituto di ricerca Demia realizzata per Assogestioni, su un campione rappresentativo di italiani di ambo i sessi tra i 16 e i 35 anni. Una generazione (la prima) iperconnessa: il 93% naviga su Internet da mobile, reperisce informazioni in tempo reale e condivide ogni esperienza sui social network dei quali il 97% possiede almeno un profilo.

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Fonte: Demia

Quali sono gli acquisti che occupano la testa dei Millennials di casa nostra? Qui gioca molto l’età: Il 48% dei 16-17enni risparmierebbe per comprare beni di consumo, il 64% dei 18-24enni per emanciparsi dai genitori e uscire di casa. I 25-34enni, invece, cominciano a pensare alla previdenza: il 59% del campione intervistato, infatti, risparmierebbe per proteggersi dagli imprevisti.

La famiglia resta, per tradizione ma anche per la crisi economica e la piaga della disoccupazione e del precariato giovanile, il riferimento principale attorno al quale ruota il mondo economico e finanziario dei ventenni italiani. Sette giovani su dieci infatti di fronte ad una decisione per scegliere una forma di risparmio e investimento ne parlerebbe in primo luogo con la propria famiglia: il 38% si rivolgerebbe al padre, il 29% alla madre e il 27% al proprio partner. Non solo: il 48% dei soggetti intervistati ritiene indispensabile l’aiuto economico dei genitori per mettere su famiglia, per il 45% risparmiare rappresenta un grande sacrificio, mentre il 40% dichiara che non riuscirà ad avere uno stipendio simile a quello dei propri genitori

Istruzione stratificata, lavoro precario o non più indeterminato, concetto di famiglia più elastico, esigenze quotidiane diverse: dall’identikit dei Millenials emerge la fotografia di un percorso esistenziale sfaccettato e non più lineare come per le generazioni precedenti. Un target non facile forse da avvicinare, quantomeno tramite i canali tradizionali di comunicazione, ma certamente ricco di potenzialità per chi saprà coglierne le specificità: nel food e altrove.

Pedon protagonista negli spot Intesa Sanpaolo per Expo

Il Gruppo Pedon partecipa alla campagna TV e web “Un mondo possibile” di Intesa Sanpaolo, raccontando la sua storia di successo nell’imprenditorialità italiana con l’attore comico Claudio Bisio. Lo spot è on air dal 26 marzo sulle reti Mediaset e dal 28 sulle altre principali emittenti televisive e sul web.

Dal titolo “Storie Impossibili”, lo sketch vede un irriverente Claudio Bisio a fianco di Remo Pedon, AD del Gruppo, chiamato a spiegare come l’azienda e i prodotti Pedon, tra cui le famose lenticchie, esportate in 25 Paesi del mondo, saranno presenti ad EXPO 2015 nello spazio espositivo della banca, che è Global Official Partner di Expo 2015.

Alla campagna “Birra io t’adoro” il Premio Immagini Amiche (della donna)

Birra-io-t-adoro-foam-claimIn Italia le campagne pubblicitarie e l’arena televisiva raramente promuovono un’immagine della donna realistica e moderna. Per questo è significativo il premio Immagini Amiche assegnato alla campagna di AssoBirra “Birra io t’adoro” nella categoria affissioni. Ispirandosi alla risoluzione del Parlamento Europeo del 2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità fra donne e uomini, il premio intende premiare quelle campagne che diamo un’immagine della donna moderna e non schiacciata su stereotipi di genere ledendone la dignità, e vuole valorizzare una comunicazione da parte di pubblicitari e aziende committenti che veicoli messaggi creativi positivi e socialmente responsabili. Il riconoscimento è promosso dall’Unione Donne in Italia (UDI) e dall’Ufficio d’Informazione in Italia del Parlamento Europeo, in partnership con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, il Dipartimento per le Pari Opportunità e l’Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale.

“Siamo molto soddisfatti di aver ricevuto il Premio Immagini Amiche – commenta Filippo Terzaghi, direttore di AssoBirra -. La protagonista di questa campagna, con cui siamo tornati a fare comunicazione dopo tanti anni, è una donna moderna, indipendente, ironica, impegnata, che anche nella vita frenetica di tutti i giorni riesce a ritagliarsi dei momenti di piacere e socialità, in cui il gusto della birra è complemento perfetto. L’obiettivo di questa campagna è fare cultura di prodotto, sfatare alcuni luoghi comuni ma anche spiegare alle giovani adulte che il consumo, sempre e solo prudente e consapevole, di birra può essere compatibile con uno stile di vita moderno, equilibrato e attivo”.

Campagna per tutto il 2015

La campagna è on air da metà febbraio su stampa, outdoor, media online e sulle principali piattaforme social. AssoBirra la porterà avanti per tutto il 2015 integrando l’advertising con attività di PR, tramite un blog e cinque profili social (Facebook, Twitter, YouTube, Pinterest e Instagram) per contribuire a farne conoscere la storia e raccontare la cultura della birra.

La creatività della campagna è dell’agenzia Mensch di Copenhagen. MediaVest è stata coinvolta per la pianificazione e il media buying, mentre il piano PR è seguito dall’Istituto Nazionale per la Comunicazione – INC.

Coca-Cola sceglie l’approccio “tutti per uno” per spingere le versioni light

Coca-Cola cambia approccio di marketing e decide di pubblicizzare le quattro versioni della bevanda (Coca-Cola, Coca-Cola Zero, Coca-Cola light e Coca-Cola Life) insieme anziché separatamente. Per rendere ancora più evidente la strategia “one Brand” (un unico marchio) è anche previsto il restyling dei packaging. Stessa grafica della “rossa”, cambiano solo i colori: verde, argento e nero. Obiettivo: “rendere più facile la scelta al consumatore”. Ma come mai questa decisione?

Coca-Cola è finita spesso nel mirino delle campagne contro l’obesità e i danni provocati dalle bevande zuccherate su piccoli e grandi consumatori. Da qui, l’immissione nel mercato di versioni light della Cola a piene calorie. Ed ecco sorgere un problema: i clienti non percepiscono la reale differenza tra le varie versioni della Coca-Cola, ad esempio uno su due non sa che la zero ha zero calorie ed è priva di zucchero. Eppure la strategia della multinazionale di Atlanta vorrebbe che le versioni low calories coprissero entro il 2020 la metà della quota di mercato del suo brand. La campagna, con restyling del packaging che evidenzierà anche le caratteristiche di ogni variante, partirà a maggio nel Regno Unito e si espanderà presto in altri 11 Paesi europei. Ma non in Italia, dove del resto non è ancora arrivata la versione “verde”, la Coca-Cola life dolcificata con stevia.

“Con il nostro approccio a ‘marchio unico’ stiamo unendo quattro brand diversi sotto l’ombrello Coca‑Cola. Pensiamo che le nostre varianti a basse calorie o senza calorie beneficeranno di una associazione più vicina alla Coca-Cola e che, mostrando tutte le varianti in una stessa pubblicità, sarà più chiara ai consumatori la scelta che offriamo loro” ha detto Jon Woods, General Manager di Coca‑Cola Great Britain & Ireland. Nel 2015 gli investimenti in pubblicità delle versioni a basse calorie raddoppieranno.

In Spagna Coca-Cola seguirà la stessa strategia, ma con una grafica diversa delle lattine. Come chiariscono da Coca-Cola Italia “Ogni attivazione locale rientra in un più ampio piano globale che comporta l’introduzione di due differenti stili di packaging, entrambi immediatamente riconoscibili dai consumatori di tutto il mondo come Coca-Cola ed ognuno espressione della stessa strategia, in modo da misurare l’efficacia dell’iconografia Coca-Cola per tutti i brand della marca. I nuovi design e l’innovativa strategia di marketing sono in fase di lancio in 12 Paesi: 11 di questi adotteranno una versione monocolore, mentre la Spagna ha scelto un aspetto ‘split’, con una suddivisione orizzontale”.

La versione spagnola della nuova campagna “one brand”.

 

Sottocosto sì, ma sexy: ecco il nuovo video di Carrefour

Sottocosto sexy: ecco il protagonista del nuovo spot Tv di Carrefour ed Essense. Parliamo di una campagna ironica, che esagera l’adorazione delle persone per il sottocosto. Nello spot un consumatore è disteso, in posa sensuale e in completa trance da adorazione, su una montagna di prodotti in sottocosto. Le immagini diventano “forti” man mano che il quadro completo viene svelato: in pochi secondi si passa da un primo piano a una figura intera, dove il consumatore è nudo tra i prodotti. La live action si chiude con il claim di campagna “Sottocosto, ti adoro”.

Lo spot è pianificato dall’11 marzo sulle principali emittenti nazionali, sulle reti satellitari e sul web, con un unico taglio da 15”.

 

 

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