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Lo store percorre la via della Digital Innovation, in cerca di nuove soluzioni

“Il punto vendita, svuotato del suo significato originario (non rappresentando più l’unica possibilità di accesso fisico al prodotto), è in cerca di nuovi significati e funzionalità, in ottica anche relazionale.” Parola di Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Ne discende che – continua Perego – “I principali retailer internazionali stanno comprendendo sempre più l’importanza della tecnologia per affrontare questo momento e stanno focalizzando i loro sforzi nella sperimentazione di tecnologie di frontiera: durante il 2018 sono state infatti identificate oltre 200 progettualità in ambito Retail nel mondo, con particolare focus su Internet of Things (52% dei casi), Intelligenza Artificiale (32%) e Realtà Aumentata e Virtuale (16%)”.

Se questo è lo scenario a livello globale, cosa succede in Italia?

Ce lo raccontano le evidenze dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e giunto alla sua quinta edizione, che ha condotto un’analisi sui primi 300 retailer per fatturato presenti in Italia con negozi fisici, e – in collaborazione con Confesercenti – su un campione di circa 300 piccole e medie imprese del commercio al dettaglio italiane.

Anche nel nostro Paese, emerge dall’Osservatorio, le cose si stanno muovendo velocemente: lo dimostra il fatto che  la diffusione del digitale cresce sia nel back-end, sia nel front-end. A dispetto di questo fermento, però, la spesa complessiva in digitale dei top retailer è ancora bassa: supera di poco un punto percentuale del fatturato e passa dal 20% del totale degli investimenti annuali nel 2017 al 21% nel 2018. Inoltre  tra i due ambiti si registra ancora una differenza importante: le innovazioni nel back-end rhanno un livello di diffusione e profondità decisamente maggiore, mentre  le  tecnologie più innovative di front-end – come chioschi, totem e touch point, sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita e sistemi di self check-out – sono state sperimentate su un numero limitato di punti vendita (parliamo del 41% dei pdv) e  senza un’estensione dell’adozione sull’intera rete.

Il focus degli investimenti

Nel 2018 ci si è concentarti  su sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi (33% del campione) soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione (27%), soluzioni di CRM e sistemi di cassa evoluti e mobile POS (24%). Seguono con il 22% sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita e soluzioni di Wifi in store, sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty con il 21%, sistemi di monitoraggio dei clienti in store e sistemi di business intelligence analytics (19%) e digital signage e vetrine intelligenti e interattive con il 16%.

Merceologia che vai, soluzione che trovi

Nei diversi comparti merceologici, si notano delle differenze nell’adozione delle innovazioni digitali. Nell’Abbigliamento il focus è sullo store: soprattutto nel lusso la boutique rimane il punto privilegiato per un’esperienza multisensoriale di scoperta del prodotto. Nel settore si introduce innovazione per ridurre attività meno piacevoli (come il pagamento), grazie a sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi (44%) e sistemi di cassa evoluti e mobile POS (39%), e per personalizzare il percorso di acquisto, grazie a sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita (39%). L’Alimentare ha concentrato principalmente gli sforzi sulle innovazioni di front-end che creano efficienza, come sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi (47% del campione) e sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty (35%), e accesso alle informazioni, come sistemi basati su cartellini interattivi e scaffalature intelligenti (29%). Infine, nell’Arredamento il 67% del campione ha investito in soluzioni basate sulla realtà aumentata e virtuale e su sistemi di monitoraggio dei clienti in store, mentre nella Profumeria e Cosmetica il 50% dei player ha adottato chioschi, totem e touch point, specchi smart e soluzioni per incrementare le performance di magazzino.

Progetti per il futuro

Per il futuro l’85% dei retailer vuole potenziare l’investimento in innovazioni digitali in negozio. In particolar modo il 36% del campione è interessato a chioschi, totem e touch point e a sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi, il 34% a sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita e sistemi di cassa evoluti e mobile POS, il 33% a sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty e il 31% a sistemi di indoor positioning. Il 70% dei retailer dichiara invece di voler concentrare gli investimenti futuri in soluzioni volte al miglioramento dei propri processi interni. Nello specifico il 34% del campione mostra interesse verso soluzioni di CRM, il 27% verso sistemi di tracciamento dei prodotti tramite RFId e sistemi ERP e il 25% verso sistemi di monitoraggio dei clienti in store e soluzioni di business intelligence analytics.

L’approccio omnicanale dei top retailer italiani

La quasi totalità dei primi 300 retailer tradizionali operanti in Italia utilizza i canali digitali per supportare le fasi di pre o post-vendita o per abilitare la vendita. Più precisamente, il 96% dei retailer (era il 95% nel 2017) è presente sia online sia su mobile, mentre il 3% è presente solo online (era il 4% nel 2017).

Per quanto riguarda l’utilizzo dei canali digitali per vendere, il 75% (era il 68% nel 2017) ha un sito eCommerce e il 72% (era il 64% nel 2017) ha un’iniziativa di Mobile Commerce, attraverso App o sito ottimizzato. Le differenze tra comparti merceologici sono significative: mentre nell’Editoria, nell’Informatica ed elettronica e nell’Abbigliamento oltre l’85% delle iniziative utilizza i canali digitali per vendere, nell’Alimentare solo il 46% dei top retailer è attivo con un sito eCommerce.

Tra i servizi omnicanale che stanno avendo più successo, c’è il Click&collect, abilitato dal 70% dei top retailer con eCommerce (era il 54% nel 2017). Molto bene anche la verifica online della disponibilità dei prodotti in negozio, sviluppato dal 28% degli operatori (era il 17% nel 2017), e il reso in store degli acquisti effettuati online, attivo per il 26% (era il 22% nel 2017). Per concludere, l’online selling in store, molto amato dai principali retailer internazionali, sta iniziando a diffondersi anche in Italia (lo sta sperimentando il 9% dei top retailer), con una maggiore presenza nell’Abbigliamento e nell’Alimentare.

La nuova Retail experience

L’adozione delle nuove tecnologie si carica di un significato funzionale all’evoluzione del retail quando agisce in sinergia con una nuova esperenzialità.

“La Ricerca 2018 sull’innovazione dell’«experience in the store≫ ha evidenziato infatti  Emilio Bellini, – dimostra come, a livello internazionale, i casi più rilevanti siano offerti dai retailer capaci di coniugare l’adozione di nuove soluzioni digitali e la proposta di nuovi significati del servizio Retail. In particolare, sono emersi tre scenari di innovazioni di significato, sui quali i retailer internazionali e alcuni retailer italiani si stanno muovendo per innovare l’esperienza in the store:

  • da ‘Visitare’ a ‘Stare’;
  • da ‘Consumare tempo’ a ‘Valorizzare tempo’;
  • da ‘Fiction’ a ‘non Fiction’.

In tutti e tre gli scenari le tecnologie digitali possono giocare un ruolo decisivo”.

Le persone amano trascorrere un tempo sempre più ricco e più denso all’interno dei negozi, un tempo arricchito dalla possibilità di vivere “momenti significativi” in termini di relazioni, possibilità di imparare cose nuove, lavorare ai propri progetti professionali e personali. In questo caso le tecnologie digitali abilitano esperienze sempre più immersive e fluide, in cui l’accesso al prodotto è solo un pretesto per stare in negozio.

Le persone amano vivere all’interno degli store esperienze che appartengono al mondo reale, al contesto di vita in cui utilizzeranno i prodotti in vendita. In questo caso le tecnologie digitali non servono a creare atmosfere “artificiali”, ma a rinforzare l’ambientazione “reale” ed estendere i confini fisici del negozio. 

 

 

 

Euronics in Lombardia: Nova Spa affitta i 10 punti vendita dal ramo d’azienda Castoldi

Euronics, Gruppo leader nella distribuzione di tecnologia, elettronica di consumo ed elettrodomestici, apre il nuovo anno positivamente: Nova spa, socio romano del Gruppo, ufficializza l’affitto del ramo d’azienda da Castoldi, socio storico dell’insegna. I dieci punti vendita lombardi – punto di riferimento per gli acquisti di tecnologia a Milano e in Brianza – sono adesso gestiti attraverso la nuova azienda fondata da Stefano Caporicci, Binova Spa.
L’operazione permetterà il rilancio dei dieci negozi e la salvaguardia dei relativi livelli occupazionali – pari a circa 140 posti di lavoro – e testimonia la coesione e la forza di un Gruppo di cui fanno parte nove imprenditori costantemente focalizzati a sviluppare sinergie organizzative, commerciali e di marketing sotto un’unica insegna.
La decisione di Nova Spa persegue due principali obiettivi: continuare ad assicurare la presenza dell’insegna Euronics in una delle aree più importanti a livello nazionale e a incrementare lo sviluppo della società presieduta da Stefano Caporicci al di fuori della Capitale e del Lazio, dove oggi detiene una posizione di leadership e un numero di punti vendita molto elevato.
Stefano Caporicci, Presidente di Nova Spa, ha commentato: “ll know how sviluppato su una metropoli come Roma ci fa guardare con grande fiducia all’opportunità di approdare a Milano e al suo grande hinterland”. Caporicci ha poi concluso: “Questo passo potrà portare valore aggiunto alla nostra società e all’intero Gruppo Euronics, confermandone la rilevanza nel panorama del retail di elettronica di consumo e elettrodomestici”.
Il fatturato a regime dei dieci nuovi negozi è stimato per circa 70 milioni di euro che poteranno quindi il perimetro delle società controllate dal socio Euronics Nova Spa ad avvicinarsi a un giro d’affari complessivo di circa 300 milioni di euro, confermando la rilevanza del gruppo d’acquisto anche in un momento di concentrazione del canale dei technical goods.

Maialumeria: per chi gli appassionati di salumi, prosciutti & Co.

A Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, nasce Maialumeria, un nuovo spazio pensato per tutti i cultori di prosciutti e dintorni. Frutto di un’idea di Simone Schettino e della lunga esperienza – dal 1905 – della sua famiglia nel campo dei salumi e in un territorio che da sempre è vocato alla lavorazione artigianale delle carni. Il locale, di cinquecento metri quadrati, nasce infatti proprio dove c’era il primo stabilimento produttivo della famiglia Schettino e in qualche modo ne prosegue storia e tradizione: è concepito come un unico open space dal design contemporaneo, con cucine a vista, un lungo bancone salumeria, un’ampia zona dedicata allo shopping gastronomico, una sala di affinamento, cantina, ristorante e salame bar. Maialumeria è dunque boutique gastronomica, salumeria d’eccellenza, ristorante e tasting experience. È spazio dove fare la spesa, dove sedersi per un aperitivo. È luogo di incontri gastronomici e occasione per approfondire la conoscenza dei salumi e affinare il palato. È esperienza, viaggio, sapori.

L’area market presenta una selezione di prodotti ricercati ed eccellenze del territorio campano e non solo: sugli scaffali trovano posto marmellate, confetture di agrumi e miele artigianale, una vasta selezione di olii extravergine di oliva e aceti di pregio, conserve di legumi e pomodori – dal San Marzano al Corbarino – e un ampio ventaglio di formati di pasta provenienti dai migliori pastifici italiani. Al lungo banco salumeria e formaggi si può scegliere tra diverse tipologie di salame, prosciutti di alta qualità nazionali ed esteri, i ciccioli artigianali, i caciocavalli d’Irpinia ed altri formaggi stagionati, i latticini freschi della Campania e forme di Parmigiano di diverse stagionature. Alla pasta fresca fatta a mano ogni giorno, tradizione del territorio, è dedicato un altro banco che mette in mostra ravioli con diverse farciture ed altre formati di pasta.

Il Ristorante di Maialumeria offre cento coperti e un menu dove i salumi sono sempre presenti in ricette di tradizione e più creative rivisitazioni. La cucina si avvale della consulenza dello chef Raffaele Vitale, già Stella Michelin, cuoco e scout di prodotti d’eccellenza, cultore della memoria culinaria campana e pioniere di nuovi format gastronomici. Il percorso proposto in carta parte dai taglieri di prosciutteria finissima composti con le migliori specialità della casa, affettati sul momento per preservarne il sapore e la morbidezza. I primi piatti raccontano la grande tradizione italiana tra zuppe e paste come i tagliolini con mortadella igp, caciocavallo, pepe e pistacchi di Bronte; la carbonara realizzata con guanciale nero casertano; i tortelli ripieni di tartufo irpino e ricotta di bufala e tante altre specialità realizzate con l’impiego di salumi e formaggi locali. Nei secondi prevale la buona carne nazionale, in primis il Maiale nero casertano, e alcuni tagli esteri come la “Pluma di maiale iberico bellota”.

La Sala di affinamento a vista è spazio nello spazio: una stanza dai profumi intensi dove Prosciutti e Culatello Dop sono lasciati stagionare tra pareti di mattoncini di pietra. Una parete di cristallo con porte scorrevoli dà accesso ai palati più curiosi e a chi voglia intraprendere un’esperienza di gusto speciale: un tavolo di legno massello, al centro della sala, può ospitare da due a sei persone. La tasting experience consiste nella scelta tra due menu pensati in esclusiva per questo spazio e per scoprire il meglio della salumeria nazionale.

Il Salame Bar è uno spazio con fornita enoteca a vista e lungo tavolo con comodi sgabelli, il luogo ideale per chi vuole mettere al centro dell’esperienza i salumi italiani a marchio DOP e IGP proposti in varie declinazioni: salumi crudi, cotti, stagionati, affumicati, e speziati da degustare al banco come aperitivo in abbinamento ad una birra artigianale, un buon calice di vino o champagne. Con soli 8 euro i clienti possono infatti degustare un tagliere misto – a base di mortadella di Bologna IGP, culatello, salame Napoli e prosciutto crudo di Parma – e un finger food dello chef accompagnati da un buon rosso o una bollicina rosè. La formula aperitivo comprende anche sfiziosi bocconcini fritti, polpette di maiale e crocchette di patate e prosciutto, oltre a paninetti farciti con pregiato Jamon Iberico Bellota, pane cafone caldo accompagnato da i Ciccioli napoletani con confettura di limone o con la pancetta arrotolata. La carta dei vini dell’enoteca conta circa 100 etichette nazionali e una discreta selezione di Champagne.

Maxi Zoo, inaugura un altro punto di vendita a Roma

Maxi Zoo, parte del gruppo tedesco Fressnapf, la più importante catena retail europea dedicata ad alimenti e accessori per animali, allarga la propria rete di punti vendita e inaugura un nuovo store a Roma dal 10 al 13 gennaio.
Maxi Zoo porta a Roma una nuova concezione di pet store: competenza del personale, completezza dell’assortimento (per tipologia e fasce di prezzo) e la qualità dell’offerta di prodotti fanno degli store Maxi Zoo il punto di riferimento per ogni famiglia che ama prendersi cura del proprio pet o che si prepara ad accogliere un nuovo cucciolo.
Il nuovo punto vendita di Roma si sviluppa su una superficie di 390 mq e sin dall’apertura, offrirà più di 7.000 articoli, di cui 4.500 a marchio esclusivo, per tutte
le tasche e le esigenze. Inoltre, al fine di migliorare e facilitare il rapporto tra pet e
proprietario, saranno presenti specifici corner dedicati agli accessori, alla cura e al
benessere dell’animale. In questa occasione speciale, per tutta la durata dei tre giorni
di festa inaugurale, verrà applicato un extra sconto del -20% su tutti i prodotti in assortimento, compresi quelli già i promozione.
Nel punto vendita prenderà servizio uno staff di 6 persone, tutti professionisti appositamente assunti e provenienti dalla zona di riferimento, che hanno in comune
la passione per gli animali e una solida formazione fornita dal programma di training
della Maxi Zoo Academy per i nuovi dipendenti. Grazie a questa formazione specifica, lo staff saprà consigliare i clienti su tutte le diverse situazioni di vita quotidiana con il proprio animale. La formazione, che nasce da programmi formativi messi a punto per tutti i dipendenti dei 1.500 punti vendita Maxi Zoo in Europa, coinvolge un veterinario e uno psicologo e prevede, oltre all’affiancamento con colleghi esperti, programmi di e-learning e 15 giornate all’anno di sessioni in aula.
Forte di questo programma di formazione che non ha eguali, il personale Maxi Zoo è
in grado di consigliare i clienti al meglio e nel pieno interesse dell’animale.
Il nuovo store Maxi Zoo di Roma è provvisto di un ampio parcheggio riservato ai clienti di fronte al punto vendita e, come in tutti i negozi della catena, è possibile trovare servizi dedicati agli amici a quattro zampe come l’area picnic con acqua fresca e cibo di ottima qualità e la bilancia per cani per controllare in modo facile e veloce il peso del proprio pet. Tutti gli store inoltre offrono il servizio di incisione medagliette. Infine è presente una donation box, in cui è possibile lasciare alimenti di prima necessità che saranno devoluti alle ONLUS locali del settore.

Un supermercato robotizzato Carrefour aprirà a breve alla stazione di Bruxelles

Un supermercato automatizzato, in cui fare la spesa cliccando su grandi schermi, pagando e aspettando che dei robot la preparino e a imbustino in totale autonomia, senza l’intervento umano: aprirà tra pochi giorni, e comunque all’inizio del 2019, a due passi dalla Gare Centrale, la stazione di Bruxelles. In questo punto vendita che è un Carrefour Express sarà anche possibile ritirare la spesa ordinata precedentemente online, e funzionerà quindi da punto di raccolta per gli ordini online conservati in locker appositi.

Sempre secondo l’articolo pubblicato il negozio non eliminerà però il personale che sarà lo stesso di un supermercato simile, ma sarà impegnato in altre funzioni come ricaricare la merce e coprire il turno esteso che sarà 24 ore al giorno sette giorni su sette. Il negozio non prevede invece cassiere. Non si tratterebbe di una superette ma di un assortimento ampio che spazia dal secco ai freschi ai surgelati.

Un pilota, più che un test, a cui l’insegna francese crede e che potrebbe aprire in varie location “adatte” come ha spiegato un portavoce di Carrefouril, Baptiste van Outryve, al quotidiano DeTijd: “Ci sono tante persone che lavorano come in un classico Carrefour Express, ma lavorano tutto il giorno e la notte. Ad esempio, cuociono il pane e riempiono le scorte. Pensiamo di poter aprire questo tipo di negozi in luoghi con molto potenziale, ma poco spazio. Come i quartieri affollati in una città o in una stazione”.

Come ricorda il quotidiano le piccole superfici stanno aprendo anche con altre insegne in Belgio: dall’altra parte della stazione centrale di Bruxelles, la concorrente Delhaize ha aperto un nuovo tipo di negozio di quartiere a ottobre con un assotimento limitato e dove vengono preparati pasti preconfezionati. Il negozio è anche un punto di raccolta per l’e-commerce di Delhaize.

 

Agrintesa: nei 17 punti vendita a filiera corta le vendite crescono del 6%

Da spacci aziendali a boutique con allestimenti ricercati, da ex magazzini a luoghi dedicati dove la Cooperativa incontra la sua comunità di riferimento e consente al cliente di vivere esperienze di acquisto uniche.

Eccoli i 17 punti vendita Agrintesa (16 diretti più il negozio “Qui da noi” di Cervia gestito con altre cooperative), “una vera e propria azienda nell’azienda – come spiega il direttore Cristian Moretti – che continua a registrare trend di crescita, dato che il 2018 si chiude con un aumento delle vendite superiore al 6% rispetto all’anno scorso”. Scendendo nel dettaglio, si parla di oltre 6.700 tonnellate di ortofrutta e 14.000 ettolitri di vino venduti nei negozi presenti in maniera capillare nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Modena, per un fatturato complessivo che quest’anno raggiunge gli 11 milioni di euro.

“I nostri punti vendita rappresentano la filiera corta che valorizza le produzioni dei soci e dei territori in cui opera la Cooperativa – continua Moretti – offrendo ai consumatori frutta e verdura di stagione, con una qualità molto elevata e a prezzi competitivi. In questi anni Agrintesa ha sviluppato una divisione aziendale specializzata proprio per la gestione dei negozi, dove lavorano 90 persone altamente qualificate e formate per svolgere questo servizio. Sono soprattutto donne, impegnate ogni giorno ad accompagnare il cliente in un’esperienza di acquisto completa, fornendo consigli e suggerimenti su stagionalità dei prodotti, ricette, tracciabilità, origine e qualità. Per noi è finito il tempo degli spacci aziendali poco attraenti per il pubblico, da anni investiamo su botteghe di alta qualità capaci di fidelizzare il cliente e rappresentare il biglietto da visita della Cooperativa nei confronti del territorio”.

I numeri di Agrintesa

Tornando ai numeri, il 2018 per i punti vendita Agrintesa si chiude con 1,2 milioni di presenze, una media di 23.000 scontrini staccati a settimana con punte di oltre 600 al giorno nei negozi più frequentati. L’80% delle vendite riguarda frutta e verdura, a partire dai prodotti di punta della Cooperativa: fragole, ciliegie, nettarine, albicocche, pere, mele, kiwi, susine, lattughe e ortaggi vari. Il restante 20% è dato dal vino, venduto sia sfuso che in bottiglia, proveniente dalle cantine di Agrintesa, oltre che da prodotti minori come olio, miele e trasformati.

L’organizzazione logistica dei punti vendita ha la sua base a Gambettola (FC), dove si trova la moderna piattaforma di 1500 metri quadri da cui partono le spedizioni per tutti i 17 negozi. “La maggioranza dei prodotti – dichiara Vittorio Berardi, direttore dei punti vendita Agrintesa – è coltivata dai nostri soci; ogni giorno selezioniamo le migliori produzioni nei vari territori in cui opera la Cooperativa e componiamo l’assortimento completo da destinare ai singoli negozi. I clienti possono indirizzare le proprie scelte anche sui prodotti dei nostri marchi come Valfrutta Fresco, Alegra, Opera, Mela Più, Alce Nero e altri ancora. Ci sono poi i nostri vini I poderi delle rose e I Calanchi, senza dimenticare i prodotti di Conserve Italia, il nostro Consorzio cooperativo di riferimento per la trasformazione alimentare che produce succhi di frutta, conserve rosse, legumi e vegetali con i marchi Valfrutta, Cirio, Yoga e Derby Blue”.

Nell’ottica di favorire l’incontro tra la Cooperativa e il territorio (con particolare attenzione ai Millenials), Agrintesa ha avviato iniziative di comunicazione e marketing legate ai punti vendita. Si va dagli eventi organizzati a livello locale con degustazioni, presentazioni e dimostrazioni di utilizzo dei prodotti in cucina, fino a una campagna social partita di recente con l’avvio di una pagina Facebook esclusivamente dedicata ai negozi e che in pochi mesi ha triplicato seguaci e traffico con il racconto dei prodotti, i consigli sulle ricette, le informazioni relative alle offerte della settimana e le continue interazioni con i consumatori. I negozi diventano poi un punto di incontro privilegiato tra Agrintesa e i consumatori anche grazie alle azioni messe in campo sul web, dove per ognuno dei 17 punti vendita è stato sviluppato un apposito profilo Google My Business costantemente aggiornato, così da favorirne l’indicizzazione sui motori di ricerca.

“Lo spirito con cui Agrintesa gestisce e promuove questi negozi – conclude il direttore Moretti – è quello di valorizzare le produzioni dei soci e fare conoscere la Cooperativa anche fuori dal suo tradizionale ambito d’azione. Per il futuro non ci precludiamo la possibilità di nuove aperture, dove le condizioni dovessero verificarsi favorevoli”.

Carrefour inaugura a Portogruaro un nuovo format di iper bio e del territorio

La transizione alimentare entra nel format ipermercato: succede a Portogruaro (Ve), dove l’iper di Carrefour Italia riapre le porte ai suoi clienti con una rinnovata esperienza di spesa e il primo Pasta Corner Barilla all’interno di un ipermercato in Italia.

Parte della strategia di clusterizzazione e focalizzato sui pillar della Transizione Alimentare, il nuovo format semplifica l’esperienza di acquisto e risponde alle esigenze dei consumatori con una proposta incentrata su valori come il territorio, le filiere qualità, il biologico e la ristorazione.

 

Ipermercati diversificati in cluster

Il remodelling rientra nella più ampia strategia di Carrefour Italia che mira a creare una nuova generazione di Ipermercati suddivisa in differenti cluster. Il modello applicato a Portogruaro, infatti, prevede un innovativo percorso cliente pensato in uno stile funzionale per rendere l’esperienza d’acquisto più semplice e veloce. Aprendo nuovamente le porte ai clienti con oltre 20.000 referenze assortimentali, nuovi servizi e speciali corner dedicati, il punto vendita si estende su una superficie di oltre 5.000 metri quadri.

Tra le novità assolute, un’intera area dedicata ai prodotti della Transizione Alimentare, asse strategico del piano Carrefour 2022: un cambiamento epocale e necessario che vede Carrefour protagonista indiscusso di questa trasformazione, impegnato nel guidare i propri consumatori, attraverso la proposta di azioni concrete e attività di sensibilizzazione, a un consumo consapevole, responsabile e sostenibile.

Cuore del punto vendita, la zona freschi con oltre 2.400 referenze, che riesce ad esplodere al meglio i valori e le caratteristiche intrinseche di questo piano di trasformazione. Inoltre, forte rilevanza viene data anche ai prodotti biologici, a km 0 e quelli a marca propria, punta di diamante della qualità alimentare accessibile.

Con l’obiettivo di valorizzare la forte vicinanza con il territorio e il legame ai suoi piccoli e medi produttori, propone anche una selezione dei prodotti di oltre 100 fornitori locali, riservando loro spazi dedicati ove poter proporre quotidiane degustazioni delle proprie produzioni.

 

Nella zona ristoro debutta il corner Barilla

Importante elemento distintivo, una nuova zona ristoro in cui è presente anche un Pasta Corner Barilla, primo esempio di un innovativo concept ristorativo basato sul piatto più amato dagli italiani all’interno di un ipermercato: il progetto di somministrazione “Eat-In” sulla pasta è stato sviluppato in collaborazione con Barilla attraverso l’implementazione di propri prodotti, menu e tecnologie studiati per la ristorazione. I clienti hanno la possibilità di scegliere per il proprio pranzo anche proposte di ricette di pasta e pasta al forno che variano ogni giorno, da consumare direttamente in loco e preparate al momento dagli addetti.

Anche la ristorazione rappresenta un ruolo fondamentale all’interno del neo Ipermercato, con produzione propria di pizze e degustazioni varie e un’offerta creativa di tramezzini (classiche specialità molto diffuse su tutto il territorio).

Per dar maggior risalto all’impegno sostenibile e all’attenzione all’ambiente, altra collaborazione è stata stretta con i fornitori di caffè Moak: un progetto esclusivo ed innovativo grazie al quale è stata installata una macchina del caffè che eroga caffè, cappuccino, ginseng e cioccolata, Flat White e Milk Shakes tutto rigorosamente Biologico e proveniente dal commercio equosolidale.

L’offerta assortimentale si rivela altresì vantaggiosa per i clienti, poiché sono stati ribassati oltre 4.000 prezzi di altrettanti prodotti.

 

Obiettivo: democratizzare il cibo buono e giusto

Questi e molti altri i principi fondamentali di Act for Food, implementati nel nuovo modello di Portogruaro, secondo la nuova strategia di azioni concrete, visibilmente comunicata anche all’interno di tutta l’aria di vendita, a testimonianza dell’impegno dell’azienda nel democratizzare i consumi e innalzare la qualità del cibo, rendendolo accessibile a tutti e rispondendo così alle sfide dell’alimentazione e alle nuove aspettative dei consumatori.

Oltre ai tradizionali reparti, il punto vendita offre servizi quali una nuova zona dedicata al sushi, la parafarmacia, l’ottico ed un servizio lavanderia – unico all’interno di tutto il centro commerciale.

Appositi monitor esposti in punto vendita (digital signage) accompagneranno i clienti durante tutta la spesa, indicando prodotti e reparti, comunicando promozioni, eventi e messaggi focalizzati sempre sul tema della transizione alimentare.

“Il nuovo concept inaugurato oggi a Portogruaro, che rientra all’interno dei quattro modelli di Ipermercati di Carrefour Italia, offre alla nostra clientela un’ampia scelta di prodotti di qualità a un prezzo attrattivo e competitivo, inseriti all’interno di un contesto comunicativo incentrato su valori come l’attenzione alla filiera produttiva, la sostenibilità e la sana e corretta alimentazione – ha detto Felice Passariello, Direttore Regionale Centro Est Carrefour Italia –. Siamo orgogliosi di valorizzare anche l’offerta territoriale, grazie alla preziosa collaborazione dei molti produttori locali e di partner d’eccezione come Barilla. Questo punto vendita rappresenta l’esempio concreto del nostro impegno di portare avanti le nostre attività di sensibilizzazione legati alla transizione alimentare”.  

“Siamo molto orgogliosi di partecipare con i nostri prodotti dedicati alla ristorazione ad inaugurare una nuova formula di somministrazione di ricette di pasta preparata al momento direttamente all’interno degli ipermercati Carrefour, seguendo un trend innovativo ma di sicuro sviluppo futuro nella grande distribuzione – affermano da Barilla -. I valori della dieta mediterranea sono alla base dei menu, che sono stati studiati anche in base alla rotazione stagionale delle ricette: l’offerta prevede ogni giorno una selezione di proposte di piatti di pasta e sughi semplici e della tradizione, insieme a paste ripiene e gratinate, per offrire varietà e gusto anche ai clienti più fedeli del punto vendita, che lo sceglieranno per la loro pausa pranzo quotidiana.”

Rita apre un nuovo ristorante nel polo universitario della Sapienza

CIRFOOD apre un nuovo RITA presso l’edificio Marco Polo, nuova struttura della Sapienza Università di Roma che sorge nel quartiere San Lorenzo.

Il locale (il primo contraddistinto dalla nuova immagine RITA nel Lazio), si configura come SNACK BAR, PIZZA, RISTORANTE SELF SERVICE, e offre agli studenti del polo didattico (che ospita aule, laboratori e biblioteche), ai professori e a dipendenti della struttura prodotti di caffetteria e  una pausa pranzo di qualità. Le proposte gastronomiche vedono in particolare la presenza di caffè caratterizzato da miscele e aroma d’eccellenza, nonché estratti di frutta fresca, panini, focacce, insalatone, pizza e un menù self ricco di primi piatti, secondi piatti, piatti freddi, contorni e un corner dedicato interamente agli hamburger. RITA è in grado di ospitare 144 posti a sedere, si estende su una superficie totale di 475 mq di cui 320 mq per il pubblico, e prevede anche sedute esterne per consentire agli studenti di consumare il pasto all’aperto durante il periodo primaverile-estivo.

La nuova immagine di RITA

Il locale è caratterizzato da allestimenti interni che riprendono le diverse componenti della cucina, le icone del cibo italiano e le “parole” che più rappresentano questo format (cibo, persone, tradizione, passione) in chiave umoristica e moderna. Non solo, data l’ubicazione, è stata posta anche particolare attenzione alla cultura delle lingue straniere. Per agevolare gli studenti del Polo Didattico, infatti, molte informazioni sono state tradotte in inglese e sulla parete di ingresso al self sono stati riportati i valori di RITA tradotti in tutte le principali lingue del mondo.

“Con questa nuova apertura RITA si conferma un format estremamente flessibile, in grado di adattarsi a spazi diversi e di rispondere alle esigenze di una clientela eterogenea. L’università rappresenta un contesto in cui RITA può esprimere al meglio le proprie caratteristiche grazie ad un’offerta flessibile, variegata, adatta a studenti e dipendenti in ogni momento della giornata” sottolinea Emilio Fiorani, Retail Food Service Executive Director di CIRFOOD. “La nuova immagine del locale, che fa il suo debutto nel Lazio, rafforza i valori di RITA, che si fondano su un giusto mix tra qualità, tradizione e innovazione nella ristorazione”.

L’automazione in store: responsabili di negozio, retailer e consumatori a confronto

Un tablet potrebbe essere di grande aiuto nelle vendite. Almeno così la pensa il 66% degli assistenti alle vendite. A dirlo è l’11° edizione annuale del “Global Shopper Study”, realizzato da  Zebra Technologies Corporation.

Ma c’è dell’altro: il 55% degli assistenti alle vendite afferma che la propria azienda è a corto di personale nei propri punti vendita e quasi uno su due – 49% – dice di essere troppo sovraccaricato. Gli addetti alle vendite citano stress e frustrazione rispetto all’incapacità sistematica di non assistere in modo appropriato il cliente ed il 42% sente di avere troppo poco tempo a disposizione per aiutare il cliente avendo molti altri compiti da compiere. Un altro 28% sostiene che sia molto difficile acquisire le informazioni corrette per supportare la clientela. La maggior parte dei decision-maker in ambito retail (83%) e dei responsabili di negozio (74%) sono d’accordo sul fatto che i consumatori potrebbero godere di una migliore esperienza di acquisto se gli addetti alle vendite fossero equipaggiati con la necessaria tecnologia.

E sull’altro versante, qual è l’opinione dei consumatori?

Solo il 13% di loro dice di fidarsi ciecamente dei negozianti per quanto riguarda la protezione dei propri dati personali, il livello di fiducia più basso comparato ad altri 10 differenti settori. Il 73% di coloro che hanno risposto preferisce maggior flessibilità nel controllare come le proprie informazioni personali siano utilizzate.

“Il nostro studio rivela che le aspettative dei clienti stanno crescendo,” ha commentato Jeff Schmitz, Senior Vice President e Chief Marketing Officer di Zebra Technologies. “Mentre i retailer stanno affrontando le sfidanti aspettative dei clienti, dovrebbero anche preoccuparsi di fornire una esperienza di acquisto più fidata e personalizzata, che possa dare al cliente ciò che vuole, quando, dove e come lo vuole.”

Lo studio evidenzia anche un tema di aspettative divergenti tra retailer e responsabili di negozio sull’impatto dell’automazione. Quasi l’80% dei retailer ritiene che lo staff responsabile dei punti cassa in negozio stia diventando sempre meno necessario a causa delle nuove tecnologie per il checkout automatico. Mentre tra i responsabili di negozio, quelli che condividono questa opinione scendono al 49%. Inoltre, più della metà dei retailer – 52 % – stanno già convergendo sullo spazio point-of-sale (POS) per i check-out automatici ed il 62% lo stanno trasformando per consentire una rapida evasione degli ordini eseguiti online.

Più della metà dei consumatori intervistati (51%) sostiene di essere connesso in modo più efficiente rispetto agli addetti alle vendite. I retailer stanno investendo in tecnologia che possa concedere loro un vantaggio competitivo sufficiente per colmare questo gap. Circa il 60% dei retailer sta pianificando una crescita della spesa di oltre il 6% per computer palmari, e più di un retailer su cinque (21%) ha in progetto di destinare il 10% di tale spesa in tablet robusti nei prossimi tre anni.

 

Panoramica internazionale

 Asia-Pacifico

  • Il 62% dei responsabili di negozio considera il proprio datore di lavoro in modo più positivo se dotato di un dispositivo mobile per le attività lavorative.
  • Quasi un responsabile di negozio su due (circa il 49%) sostiene che un dispositivo per il point-of-sale mobile (mPOS) consenta loro di svolgere un lavoro migliore.

Europa e Medio Oriente

  • Il 74% dei decision-maker nel retail afferma che la crescita dell’e-commerce stia generando maggiore interesse in soluzioni che aiutino a soddisfare le crescenti aspettative del cliente e una focalizzazione negli investimenti in soluzioni logistiche più avanzate.
  • Più dei tre quarti (76%) dei retailer si dice d’accordo sul fatto che la gestione dei resi degli ordini online sia una sfida molto impegnativa.

America Latina

  • Sia i consumatori (59%) sia i responsabili di negozio (67%) credono che i primi abbiano un accesso alle informazioni migliore dei secondi.
  • Il 99% degli IT decision-maker in ambito retail si dicono convinti dell’urgenza di adottare migliori soluzioni per la gestione degli inventari che possano assicurare più accuratezza.

Nord America

  • L’11% dei consumatori si fida ciecamente dei retailer per quanto riguarda la protezione dei propri dati personali, il dato più basso se comparato agli altri comparti inclusi in tale analisi, comprese la sanità, le istituzioni finanziarie e le aziende tecnologiche.
  • Quasi 7 su 10 responsabili di negozio (68%) ha dichiarato che delle etichette elettroniche per gli scaffali avrebbero un impatto positivo sulla customer experience ed il 54% dei clienti intervistati si dice più propenso a leggerle.

 

Nota metodologica

L’11° edizione annuale del “Global Shopper Study” di Zebra ha coinvolto approssimativamente 4,725 consumatori, 1,225 responsabili di negozio e 430 decision-maker. Lo studio è stato condotto in Nord America, America Latina, Asia-Pacifico, Europa e Medio Oriente ed è stato effettuato da Qualtrics nei mesi di Ottobre e Novembre 2018.

Ovs punta su digital e multicanalità con due nuovi servizi: Id e Mysize

Due nuovi servizi che rendono il dialogo con il cliente continuo e l’esperienza di acquisto efficace, integrando on e offline: li ha introdotti OVS, marchio italiano di fashion retail, che punta ancora di più sulla multicanalità anche grazie alla dotazione del wi-fi gratuito in negozio.

Ma procediamo con ordine. OVS ID è un servizio rivolto a tutti i clienti e disponibile in tutti i negozi e online in grado di rendere sempre più efficace il dialogo con i clienti stessi. Smaterializza la vecchia card fisica e consente al cliente di essere riconosciuto su tutti i touch point fisici e virtuali – App, sito web, punti cassa dotati di tablet, schermi e totem in-store -, anche solo avvicinando il proprio smartphone in cassa o fornendo il proprio nominativo agli assistenti di vendita.

Inoltre, da settembre in oltre 50 store OVS in tutta Italia sono presenti le colonnine MYSIZE che consentono al cliente, con poche azioni semplici, veloci e immediate, di individuare autonomamente la presenza in negozio del capo scelto nella propria taglia e, nel caso mancasse, richiederne la consegna gratuita a domicilio o il ritiro in negozio.

Gli stessi negozi sono inoltre stati dotati di Wi-fi gratuito per i clienti e, a partire da gennaio, attraverso i Vodafone Analytics, dati aggregati di terza parte, sarà sempre più efficace l’offerta al cliente.

“La trasformazione digitale è al centro delle strategie di OVS e coinvolge tutti gli ambiti del nostro business: dall’e-commerce, ai servizi omnichannel, alla relazione con il cliente, alle operations – afferma Anna Matteo, Direttore Digital Transformation & Information Technology OVS S.p.A -. My Size e OVS ID rappresentano due importanti servizi che vanno nella direzione di una completa integrazione dell’e-commerce (online) con i negozi fisici (offline), creando un’esperienza unica per il nostro cliente.  Grazie alla OVS ID e al Wi-fi in store vogliamo creare sempre maggiori opportunità di dialogo con i nostri clienti, mettendoli al centro di una esperienza personalizzata. Entro gennaio 2019 rilasceremo nuove App sui tablet distribuiti in tutti i negozi OVS, attraverso cui i nostri assistenti potranno offrire un’esperienza di acquisto multi canale sempre più fluida”.

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