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L’incertezza economica frena le operazioni di M&A

Dopo un inizio d’anno segnato da un cauto ottimismo, le aspettative di ripresa delle operazioni di M&A nel settore Consumer – ovvero i settori Moda e Lusso, Food & Beverages, Beauty & Personal Care, Retail, Hospitality & Leisure, Packaging – si sono progressivamente raffreddate secondo la Global & Italian M&A Trends Consumer Markets di PwC. Il contesto macroeconomico, caratterizzato da pressioni inflazionistiche, tassi d’interesse e incertezza sui dazi, ha indebolito la fiducia degli investitori e il sentiment dei consumatori, rallentando le dinamiche di crescita del mercato.
Nei primi cinque mesi del 2025, i volumi delle operazioni di M&A nel Consumer Markets sono diminuiti del 9% a livello mondiale, rispetto allo stesso periodo del 2024, segnando però una flessione più contenuta rispetto al -11% registrato nei volumi del mercato complessivo. In controtendenza, i controvalori delle operazioni sono aumentati del 32%, sostenuti da sette operazioni superiori a 5 miliardi di dollari annunciate nella prima metà del 2025. Il mercato italiano riflette la dinamica mondiale: nei primi 5 mesi del 2025 sono state annunciate 158 operazioni nel Consumer Markets, in calo del 7% rispetto ai 170 deal rilevati nello stesso periodo del 2024.
Il decremento principale è legato alle operazioni annunciate da investitori finanziari, in flessione del 17%. La loro incidenza sul totale delle operazioni è scesa al 40% nella prima metà del 2025, rispetto al 45% raggiunto nel 2024, confermando maggiore cautela degli investitori su settori come Food&Beverage e Moda. I tempi di gestazione delle operazioni si sono allungati, nel segno di una maggiore prudenza sia da parte degli operatori strategici, che stanno conducendo revisioni del portafoglio e rivedendo le proprie strategie, sia da parte dei fondi di private equity.

LE ACQUISIZIONI NEL FOOD & BEVERAGES
Il Food & Beverages soffre di una contrazione marcata dell’attività di M&A, con 33 deals in Italia nei primi cinque mesi dell’anno, in calo del 27% rispetto ai 45 dello stesso periodo del 2024. In particolare, si riducono le operazioni dei fondi di Private Equity (-38%), ancora più selettivi a causa delle dinamiche inflazionistiche e dell’aumento dei prezzi alimentari (+6% su base annua), che influiscono sugli acquisti dei consumatori, e dei rischi associati ai dazi.
Secondo la Voice of the Consumer Survey di PwC, il 33% dei consumatori è più incline ad acquistare alimenti salutisti. Una tendenza che si riflette anche sulle attività di M&A, stimolando operazioni in segmenti quali i formaggi freschi (Gioiella / I Freschi), salumi magri (Bresaole Pini / Vismara, Biolab / Brendolan), alimenti ad alto valore proteico e nutrizionale (Eurovo / Anna Alla Ltd e Waffelman) o “free from” (Di Marco / Galati), e conferma l’importanza strategica di presidiare la filiera animale (Eurovo / Granja Panilla). Operazioni come quella di Chequers / Gourmet Italian Food rispecchiano l’interesse crescente verso i prodotti semi-lavorati e i piatti pronti da parte dei consumatori.
La contrazione nella domanda di bevande alcoliche e zuccherate spinge i principali operatori a rivedere i propri portafogli, con deal mirati a colmare gap strategici, come nel caso di Alfin / Acqua Filette. Nel mondo del vino le operazioni si focalizzano sul segmento biologico (Tenuta Ulisse / Cirelli La Collina Biologica), mentre proseguono le dismissioni di asset non core, come la cessione di Cinzano e Frattina da Campari al Gruppo Caffo annunciata a giugno 2025.

VIVACE IL SEGMENTO BAKERY
Il Bakery & Confectionary si conferma il segmento più attivo per le operazioni di M&A, specialmente sui produttori di alimenti confezionati frozen o ambient e con un posizionamento a scaffale di convenienza (Valeo Foods / Freddi Dolciaria, Melegatti), apprezzati per l’elevato value for money e il prezzo unitario contenuto. Tra le principali operazioni si segnalano Vandemoortele / Lizzi, IDAK Food Group AG / Sorrento Sapori e Tradizioni, Vergani / Scarpato. Emblematico l’investimento di Terlos in Casa Optima, iconico produttore italiano di ingredienti per gelato (annunciata a giugno 2025), e l’Opa di Ferrero sui cereali di WK Kellogg, che risponde alle esigenze di crescita nel segmento salutistico e di espansione ulteriore negli Stati Uniti, anche come risposta ai dazi.
Nella ristorazione, il mercato M&A si concentra sul fast dining senza seduta, favorito da limitati investimenti iniziali e maggiori opportunità di riconversione, sul segmento lusso, trainato da investitori strategici e family office, e su turnaround di catene in difficoltà. Tra le operazioni della prima meta del 2025, si segnalano: l’ingresso di Quattro R in Cigierre, la cessione di Temakinho a Black Arrow, gli investimenti di LMDV Hospitality Group (con l’acquisizione del Twiga e le aperture a marchio Vesta), le aperture annunciate di Langosteria (in cui ha investito Remo Ruffini tramite Archive) e l’acquisizione dello storico ristorante Il Caminetto di Milano Marittima da parte di PLT Holding, uno dei maggiori gruppi italiani indipendenti attivi nel settore dell’energia rinnovabile.

RETAIL, OCCHI PUNTATI SU CARREFOUR
Il mercato M&A nel settore Retail, in particolare nel grocery, continua a essere guidato da dinamiche di consolidamento, con molta vivacità per le operazioni di piccole dimensioni. L’attenzione del mercato è attualmente catalizzata da possibili riposizionamenti strategici di alcuni grandi operatori internazionali, tra cui Carrefour, al centro di rumors sempre più insistenti riguardo a una possibile uscita da mercati come Italia, Polonia e Belgio. Un evento di tale portata potrebbe innescare un significativo riassetto competitivo nei paesi coinvolti e nelle regioni chiave in cui e più presente Carrefour (Lombardia, Piemonte e Lazio), aprendo la strada a operazioni di acquisizione e ristrutturazione su larga scala, con impatti potenzialmente rilevanti sulla distribuzione delle quote di mercato e sulle strategie di posizionamento degli attori attivi nel food retail. In parallelo, PwC prospetta ulteriore dinamismo sulle catene del retail specializzato nei segmenti personal care e farmacie.

LE PROSPETTIVE PER LA SECONDA METÀ DELL’ANNO
Emanuela Pettenò, Partner e Markets Deals Leader PwC Italia, riassume così le aspettative per la seconda metà dell’anno: “Le aziende del Consumer Markets sono attualmente penalizzate da valutazioni depresse di cui beneficeranno gli investitori capaci di affrontare situazioni di turnaround operativo e finanziario. I fondi di Private Equity saranno sempre più selettivi e focalizzati su Food e Beauty, settori più resilienti. Sul fronte acquisizioni, i fondi potrebbero aumentare le operazioni di “take-private” e add-on di portafoglio, mentre saranno posticipate le cessioni di asset con performance inferiori ai budget e più impattati dai dazi. Gli operatori strategici nel Retail e nel Food punteranno sulla filiera e su asset tecnologici, investendo sulla customer experience, con piattaforme di marketing, e-commerce, sistemi di pagamento, e soluzioni gestionali per l’inventario. Nella moda prevediamo operazioni di turnaround e l’ingresso di partner in brand ancora controllati dalle famiglie”.

Calo M&A in Italia: food resta in testa seguito da fashion e prodotti casa e persona

Il mercato italiano dell’M&A nel primo semestre del 2024 si è chiuso con un calo del 18,6% in termini di operazioni annunciate in ambito consumer rispetto al primo semestre del 2023. Il food resta alla guida con 46 operazioni completate su un totale di 179. Resta anche stabile la quota di operazioni sponsorizzate da fondi (c. 43%), che non includono le acquisizioni di piattaforma e gli add-on (classificate tra le operazioni di investitori industriali “corporate”). Le operazioni domestiche (Italia su Italia) rappresentano il 66% del totale in linea con quanto registrato nell’1H23.

Food & beverages
Il settore ha visto 46 operazioni annunciate nel primo semestre 2024, nel mese di febbraio è stata annunciata l’operazione di consolidamento Forno d’Asolo/Sammontana, sotto la regia di Investindustrial (autorizzata dall’Antitrust lo scorso 28 luglio), e l’acquisizione di Dolciaria Acquaviva da parte del gruppo belga Van De Morteele). Il comparto food & beverages all’interno del consumer markets rappresenta il segmento più difensivo, per cui in una situazione di incertezza si prevede un crescente volume di attività M&A sia per le piattaforme sponsorizzate dai fondi di private equity, che per le aziende del comparto italiane ed estere e per i player della Gdo alla ricerca di produttori di private label da integrare. Le operazioni chiuse nel primo semestre, unitamente a quelle in corso e in prospettiva lasciano ipotizzare che sarà un settore molto dinamico. I settori da monitorare con maggiore attenzione saranno ingredienti, ancora nutraceutica, bakery e frozen food.

Fashion
Il primo semestre 2024 ha visto 35 operazioni annunciate, tra cui il delisting di Tod’s ad opera del fondo L Catterton, l’acquisizione del brand di alta gioielleria Vhernier da parte di Richemont, del brand di sneakers Autry da parte di Style Capital, di una quota di Elisabetta Franchi da parte della holding di Marco Bizzarri, di Trussardi da parte di Miroglio, di De Laurentiis da parte di Made in Italy Fund e numerose operazioni di filiera (Florence, Holding Moda ma anche da parte di Capri Holding, OTB, Stefano Ricci). Tuttavia, la situazione di incertezza a livello europeo ha frenato le aspettative di crescita dei brand (solo l’upper luxury si è salvato) e suggerito il rinvio della quotazione ad un player come Golden Goose.

A livello mondiale il settore sta vivendo un momento di difficoltà anche maggiore, con un serio ripensamento del modello di business in funzione dei mutati stili di consumo. Le transazioni non sono mancate, ma in alcuni casi si tratta di operazioni con un taglio di ristrutturazione (tentativo di delisting Macy’s, Nordstrom negli Stati Uniti, acquisizione di Neiman Markus da parte di Sacks Fifth avenue con supporto di Amazon, delisting di Farfetch acquisito da Coupang, Matches in amministrazione controllata dopo pochi mesi dalla sua acquisizione da parte di Fraser Group). Lato aziende, si osserva un crescente interesse dei brand di lusso verso settori diversi, ad esempio immobiliare (acquisizione da parte di Kering di un immobile di pregio in via Montenapoleone e del Castello di Urio da parte di Belmond, controllata di LVMH), hospitality (partnership di Dolce & Gabbana, Bulgari, Etro, Paul & Shark, Alberta Ferretti con vari beach club e hotel in località turistiche), e ristorazione (partnership di Golden Goose con Da Vittorio, Alajmo e Oldani, apertura di un ristorante di LVMH gestito dalla fam. Cerea a Milano), questi ultimi con l’obiettivo di fidelizzare e attrarre clienti attraverso la componente esperienziale e di immagine prima che di prodotto. Per il prossimo semestre PwC si attende un aumento di operazioni di ristrutturazione finanziaria sia per razionalizzare la presenza dei punti vendita fisici, che per ottimizzare ed efficientare il canale online ed ulteriori operazioni su brand. I fondi restano interessati ai brand, ma puntano a quelli più alti e iconici oppure alla supply chain, vista la percezione di maggiore rischiosità complessiva del settore.

Household and personal products
Il settore è stato particolarmente attivo in Italia nei primi mesi del 2024 con un ridotto numero di operazioni, 14, ma di dimensione significativa: Beautynova (cessione a PAI), Dr. Vranjes (ceduta a L’Occitane), Veralab (cessione minoranza a Peninsula), Kiko (investimento di maggioranza di L Catterton), Acqua & Sapone (acquisizione da parte di TDR Capital, che affiancherà il fondo HIG nel piano di crescita della società). Sempre HIG ha annunciato a luglio l’acquisizione di Naturalia Tantum (nutraceutica). Il beauty ha visto inoltre importanti IPO a livello internazionale, tra cui quella di Puig in Spagna, Douglas in Germania, Galderma in Svizzera, così come delisting (L’Occitane da Hong Kong) In questo settore ci aspettiamo in Italia ulteriori volumi di attività, soprattutto nel comparto dei contract manufacturer e ulteriori aggregazioni di catene nel Personal care products.

Pet & vet
Le operazioni più significative del settore sono state la cessione di Arcaplanet a Fressnapf (annunciata a luglio 24), leader europeo del petfood, con contestuale reinvestimento di Cinven in Fressnapf, operazione che permetterà di creare un player da €5 miliardi di fatturato, l’investimento da parte di Charme nella catena di cliniche veterinarie Animalia, e di Mandarin in Camon (entrambe annunciate a luglio). Il settore è ancora potenzialmente molto attivo con altre catene (sia petfood che pet care) a breve sul mercato.

Hospitality and leisure
Nel primo semestre 2024 sono state annunciate 36 operazioni in totale di cui 22 in ambito Hotellerie, soprattutto hotel e camping in location turistiche, 6 nella ristorazione e 4 in ambito sportivo, soprattutto calcistico. Il 2024 si è aperto con la cessione di Piadineria da Permira a CVC, che ha stimolato un certo interesse sul settore, pesantemente frenato dalla pandemia. Tra le operazioni annunciate in seguito, abbiamo l’acquisizione di Fra Diavolo da parte di Alto Partners, di Temakinho da parte di Mutares e dell’Harry’s Bar da Villa D’Este. L’andamento dei consumi del primo semestre 2024 (in calo) sta tuttavia rallentando l’orizzonte di alcune operazioni e le preferenze tendono a focalizzarsi su modelli “fast dining”. In ambito hospitality l’operazione più rilevante è quella relativa alla catena di camping Club del Sole (investimento di The Equity Club), seguita nel mese di luglio da quella di Clessidra sul competitor Human Company.

Packaging
Nonostante le incertezze dovute alla continua evoluzione del framework normativo Europeo (e.g. PPWR), il “deal flow” nel settore del packaging rimane dinamico con tante operazioni sia in Italia che all’estero. L’Italia si conferma tra i mercati più rilevanti a livello europeo con eccellenze ad ogni step della catena del valore, dalla produzione dei macchinari e delle materie prime passando dal design ed infine arrivando al packaging primario, secondario e terziario. Una delle operazioni più rilevanti nel 2024 è stata l’acquisizione di Bormioli Pharma da parte del gruppo tedesco Gerresheimer per c. 800 milioni di euro, che va ed evidenziare un crescente consolidamento del settore anche a livello pan-Europeo. Rimangono estremamente attive diverse piattaforme italiane che hanno come focus il consolidamento del mercato italiano – come ad esempio Mosaiq Group, Isem e Pusterla – e internazionale come Fedrigoni ed IMA. Nonostante le tante operazioni di M&A a tutti i livelli della catena del valore degli ultimi anni, il mercato italiano del packaging rimane estremamente attrattivo sia per gli investitori istituzionali che strategici e presenta ancora tante opportunità di consolidamento. Tra gli ambiti dove vediamo spazio per ulteriori aggregazioni, il comparto delle “closures” che ha già visto negli anni scorsi operazioni rilevanti su Guala, Crealis e Tapì.

“Lo scenario è moderatamente positivo, ma con velocità diverse nei vari segmenti e una maggiore attenzione sulla preparazione delle aziende per potenziali operazioni nell’ultima parte dell’anno o nel 2025. Ci attendiamo un crescente interesse sull’Europa da parte di operatori del Middle East, India e Giappone, come riflesso del sempre maggiore peso sui consumatori della classe media in questi paesi e di aziende floride interessate ad investire all’estero” commenta Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia, Consumer Markets & Markets Deals Leader.

AI nell’industria alimentare: il mercato varrà quasi 45 miliardi nel 2028

Nel 2028 il mercato dell’Intelligenza Artificiale nel settore alimentare varrà $43,4 miliardi. A guidare il mercato globale sarà il Nord America, seguito da Europa e APAC. Il segmento della filiera in cui l’AI varrà di più sarà la logistica mentre il controllo qualità quello in cui l’AI crescerà maggiormente, raggiungendo $6,2 miliardi nel 2028. Sono alcune evidenze emerse dalla ricerca realizzata da PwC Italia sugli usi e le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale Generativa nell’industria alimentare.

Il crescente ricorso all’AI nell’industria alimentare è sostenuto da tre fattori:

1. Normative – Regolamentazioni come GDPR, OECD, CCPA e AI ACT contribuiscono a promuovere l’uso responsabile dell’AI, proteggendo i dati dei consumatori e incentivando le aziende a sviluppare soluzioni che aumentino l’efficienza operativa.

2. Competenze – È prevista una crescita di forza lavoro qualificata e specialisti AI del +36% entro il 20311, che si traduce in nuove competenze per ottimizzare la produzione, la distribuzione e la sicurezza alimentare.

3. Automazione dei processi – L’AI migliora l’efficienza operativa automatizzando i processi, riducendo gli sprechi e aumentando la produttività sostenibile.

La leadership di mercato del Nord America è legata all’intensificazione dei controlli sulla sicurezza alimentare, all’introduzione di standard di qualità più elevati e all’adozione di nuovi modelli di business per l’automazione dei processi, soprattutto nella logistica. L’Europa, con una quota del 27% e un rendimento di $2,2 miliardi, si posiziona al 2° posto del mercato globale, grazie alle performance di Germania e Francia, seguite da Italia, Spagna, Paesi Bassi e Svizzera. Il mercato dell’AI nel settore è trainato dalle normative europee per l’introduzione di nuovi modelli di business per la sicurezza e il controllo qualità alimentare e da nuove applicazioni di analisi predittiva per gestire la catena di approvvigionamento. L’APAC è il 3° mercato nel 2023, con una quota del 21% pari a $1,7 miliardi ma, secondo le proiezioni di PwC, sarà la regione in cui l’uso dell’AI nella filiera alimentare crescerà di più nei prossimi anni con un CAGR del 40% (2023-2028), grazie alle iniziative governative per il finanziamento delle industrie, il sostegno all’agricoltura e alla ricerca per la sicurezza alimentare e lo sviluppo di una forza lavoro qualificata attraverso programmi come AI TEACH per l’ASEAN.

Guardando ai segmenti della filiera agroalimentare, la logistica rappresenta il 34,5% del mercato dell’AI, grazie all’uso di sistemi avanzati per l’automazione che potenziano l’efficienza e la reattività dei magazzini. L’AI, impiegata per il miglioramento degli imballaggi, e l’adozione di sistemi di ispezione visiva automatizzati garantiscono consegne tempestive e preservano l’integrità dei prodotti lungo tutta la catena di fornitura.

Nei prossimi anni il controllo qualità sarà il segmento trainante per l’innovazione dell’AI nel settore e raggiungerà, secondo le stime di PwC, un valore di mercato di $6,2 miliardi nel 2028, con un CAGR medio del 40,6% (2023-2028). L’innovazione nel controllo qualità è legata, da un lato, alle normative più stringenti sugli standard di sicurezza e trasparenza alimentare e, dall’altro, alle richieste dei consumatori sulla provenienza dei prodotti e sulla sostenibilità dei processi. Algoritmi avanzati per il monitoraggio in tempo reale della catena di fornitura, l’applicazione di tecnologie predittive per la manutenzione preventiva e l’integrazione di sistemi di tracciabilità intelligenti sono gli strumenti che agevoleranno la transizione.

L’AI nel panorama di startup Food Tech in Italia
In linea con le tendenze globali, in Italia l’Intelligenza Artificiale è la tecnologia più adottata fra le 341 startup del settore Food Tech prese in analisi da PwC (42,8%), seguita dal Machine Learning (37%), biotecnologie (32%), Internet of Things (28,6%), blockchain (10,5%) e robotica (9,5%).

Social sentiment analysis: l’alimentazione e i consumi sui social media
Il Team Innovation PwC ha analizzato oltre 100.000 conversazioni sui social e sul web riguardanti i temi di alimentazione sostenibile e salutare. L’analisi, condotta su un target di utenti Millenials (61%), Gen Z (30,4%) e Gen X (8,7%), ha evidenziato un sentiment positivo per il 60% delle conversazioni. L’identikit del consumatore medio di cibi salutari è una donna millennial, tra i 25-34 anni, appassionata di cucina salutare che dedica parte del suo tempo a sperimentare ricette vegetariane e vegane, integrando la passione per il cibo con uno stile di vita sostenibile.

Secondo la ricerca PwC, i valori nutrizionali influenzano le decisioni di acquisto alimentare del 45% degli utenti online, seguito dal rapporto qualità-prezzo, decisivo nella scelta di prodotti per il 20% dell’audience. Guardando alla sostenibilità, il 43% dei consumatori è disposto a spendere di più per packaging sostenibili e pratiche aziendali responsabili. Per gli acquisti offline invece, il 20% dei consumatori si rivolge a negozi specializzati.

Beauty & Personal Care: USA, Cina, India ed Emirati trainano la crescita

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

Beauty & personal care: un settore che oggi vale oltre €430 miliardi ma che potrebbe raggiungere circa i 550 miliardi nel 2022. Leader di mercato in termini di quota sono gli USA, che anche nei prossimi mesi si confermeranno leader e accelererranno la loro crescita. Ma anche India, Emirati e Cina registrano tassi di crescita di tutto rispetto tanto da venire annoverati insieme agli States come i Mercati del Futuro. Ecco alcune delle evidenze emerse in occasione del 3° Pambianco Beauty Summit dove Erika Andreetta, Consumer Markets Consulting Leader di PwC Italia, ha presentato l’analisi dei trend specifici per il settore beauty.
Nel corso dell’evento, sono stati inoltre presentati i risultati dalla 10° “Global Consumer Insight Survey” condotta da PwC su oltre 21.000 consumatori in 27 Paesi nel mondo che monitora i driver dei comportamenti d’acquisto dei consumatori e le nuove sfide che questi pongono ai player del Consumer Goods e del Retail.

I mercati del futuro
Gli Stati Uniti rappresentano il mercato più importante per valore assoluto, da €80 miliardi nel 2018 (di cui €36 miliardi il mercato premium), che si stima raggiungeranno circa €92 miliardi entro il 2022, rimanendo di fatto il principale mercato mondiale.
In Cina ed India, si registra un tasso annuo di crescita composto rispettivamente dell’8% nel mercato cinese che raggiungerà i €70,3 miliardi (€52 miliardi nel 2018), e dell’11% nel mercato indiano che toccherà i €20 miliardi (€13,2 miliardi nel 2018).
Gli Emirati Arabi saranno un mercato cruciale più che per crescita, si stima che raggiungano €2,2 miliardi nel 2022 (oggi €1,9 miliardi), per le tendenze che detteranno in ambito beauty. Le donne del Medio Oriente infatti tendono a sperimentare con i loro prodotti di bellezza molto di più di quanto non succeda altrove; a Dubai è un imperativo essere “glam” a qualsiasi ora del giorno.

Il Beauty visto dai Millennial
I Millennial sono,  insieme alla Gen Z, i principali interlocutori del settore beauty. Diventa quindi prioritario per le aziende comprendere e assecondare le  loro richieste.

Vediamo allora  quali sono i trend dominati per questo target:

  1. Sostenibilità:  un approccio “natural”, “green” e “clean” è per loro un’esigenza e non una semplice moda. Complessivamente si registra una maggiore attenzione del mercato alla sostenibilità dei prodotti beauty: il 37% dei consumatori ricerca prodotti con packaging eco-friendly, il 41% evita il più possibile l’uso della plastica, il 42% pagherebbe un premium price per prodotti ecosostenibili, il 44% è attento all’origine e vuole sapere se il bene è stato prodotto eticamente.
  2. Premiumization del prodotto: il segmento premium registra una crescita più rapida rispetto a quello mass (6,8% nel 2018 vs 5,3% del 2017). Millennial e Gen Z spendono molto più delle generazioni precedenti in make-up e skincare, privilegiando la qualità. Di conseguenza, aumenta il volume del mercato di prodotti premium: negli Emirati Arabi rappresenta oltre il 63% (€1,2 miliardi); in Cina il settore vale oltre il 31% del comparto e registra crescite superiori al mercato, con tassi superiori al 20% negli ultimi due anni.
  3. Digital Disruption: il digital ha avuto un effetto dirompente nel settore. È in rapido aumento l’utilizzo della diagnostica intelligente, ovvero servizi e device tech che guidano gli acquisti: in un futuro non troppo lontano realtà aumentata e intelligenza artificiale consentiranno assistenti personali nella scelta di skincare e makeup.
    Le iniziative di personalizzazione verranno implementate, le app e le piattaforme online consiglieranno i consumatori sia tramite affidabili algoritmi computerizzati che tramite comunità virtuali, blogger e vlogger.

Shopping online
Il panorama distributivo globale sta cambiando: sebbene, infatti, gli store rimangano un canale vitale per la bellezza (rappresentano l’80% del mercato), è pure vero che quasi il 60% dei consumatori nel mondo ha acquistato online prodotti di health & beauty almeno una volta negli ultimi 12 mesi.
In particolare, le vendite online sono quasi raddoppiate in valore assoluto dal 2013 al 2017 (da €17 miliardi a €33 miliardi) e presentano un tasso di crescita superiore alla crescita delle vendite in store. Dalla survey, su 22.000 consumatori emerge inoltre come gli Amazon o Alibaba shopper nel mondo siano circa il 65% del campione, con picchi del 95% in Cina per le piattaforme JD/Tmall. Inoltre, l’e-commerce si svilupperà ulteriormente con la diffusione di piattaforme social “ibride” come come nuovi canali di vendita.
La digital disruption ha influito anche sulla concezione del business stesso, infatti il panorama dei brand beauty online è completamente diverso rispetto al mondo off line. Nel mondo beauty online esistono nuovi modelli di business che semplicemente non esistono offline, ad esempio in USA i top 20 brand di cosmetica che catturano il 90% del mercato off line, valgono solo il 14% del mercato online.

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