Fratelli Branca Distillerie avvia un programma di Yoga Coaching studiato ad hoc per i suoi dipendenti. Il progetto è stato fortemente voluto da Niccolò Branca, Presidente e Amministratore Delegato dell’azienda, con l’obiettivo di offrire ai propri collaboratori un prezioso strumento per coltivare e sviluppare il proprio livello di auto consapevolezza.
La meditazione, disciplina che Niccolò Branca pratica da 24 anni, è infatti da sempre il filo conduttore della sua vita personale e professionale, come ha raccontato nel libro “Per fare un manager ci vuole un fiore. Come la meditazione ha cambiato me e l’azienda”, edito da Mondadori.
Per Branca, l’applicazione dei principi olistici all’organizzazione dell’impresa è diventato un vero e proprio modello organizzativo in cui l’azienda è concepita come una “rete”, un organismo vivente basato sul concetto di consapevolezza: nella produzione, nel rispetto dell’ambiente, delle persone, delle risorse, del profitto che genera prosperità collettiva.
Branca illustrerà il progetto e la sua visione dell’azienda nell’ambito del convegno “Il benessere dell’anima”, in programma dal 13 al 15 maggio a Rimini. Durante il suo intervento spiegherà perché implementare in azienda l’Economia della Consapevolezza può portare benefici significativi, primo fra tutti un ambiente di lavoro più sano, dove i vari elementi sono in relazione armoniosa tra di loro.
I programmi di Yoga sono stati studiati per Branca da Alessia Tanzi, consulente di strategia aziendale e insegnante di Kundalini Yoga, in modo da permettere ai partecipanti di ottenere benefici rapidi integrando un approccio di Yoga Coaching di gruppo alla pratica individuale, a casa o in ufficio. Sono pensati per uomini e donne d’azienda, vengono trasmessi attraverso un linguaggio a loro familiare e permettono di raggiungere i risultati in poco tempo: 5-10 minuti al giorno sono sufficienti. La disciplina del Kundalini Yoga si presta particolarmente alla pratica nel contesto lavorativo, poiché si differenzia dai tipi più diffusi di Yoga per la velocità della sua efficacia e perché è stato originariamente concepito per chi ha una vita piena di responsabilità e di sfide. Gli esercizi comprendono specifiche combinazioni di respiro, posture e movimenti, mantra e focalizzazione visiva o mentale e portano a forti benefici per lo stress management, l’aumento dell’energia, la motivazione e la realizzazione.
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Fratelli Branca Distillerie avvia un programma di Yoga Coaching per i suoi dipendenti
Da Conad del Tirreno 60mila euro in beneficienza per la fondazione Tommasino Bacciotti

È stato chiamato “l’Uovo di Tommasino” il progetto di Conad del Tirreno a favore di Fondazione Tommasino Bacciotti onlus di Firenze, che nel periodo di Pasqua ha permesso di raccogliere 60mila euro destinati al Progetto Case Accoglienza, grazie al quale le famiglie possono affrontare unite il percorso di cura e di degenza dei propri bambini.
Dopo anni di sostegno alla Fondazione in progetti di solidarietà, quest’anno durante il periodo pasquale, nei punti vendita Conad delle province di Firenze, Arezzo, Lucca, Prato, Pistoia e Siena è stato messo in vendita a 10 euro “l’Uovo di Tommasino”. Il ricavato delle vendite, pari a 60.000 mila euro, è stato interamente devoluto alla Fondazione Tommasino Bacciotti e sarà dedicato al progetto Case Accoglienza della onlus. Un progetto che dal 2015 l’Azienda Ospedaliera Meyer ha riconosciuto ufficialmente, attribuendo alla Fondazione il ruolo di coordinatore della rete di ospitalità dell’Ospedale e nominandola referente esclusiva per le famiglie con bambini lungodegenti che sono accolti in appartamenti.
«Dal 2000, grazie alla nascita della Fondazione Tommasino Bacciotti, abbiamo voluto aiutare le famiglie e l’Ospedale Meyer dando contributi per la ricerca sui tumori cerebrali infantili – ha spiegato il Presidente della Fondazione Paolo Bacciotti -. Nel 2010 è nato il Progetto di Accoglienza che ad oggi conta su 16 appartamenti, tutti ristrutturati a spese della Fondazione, offerti gratuitamente alle famiglie che da tutta Italia vengono al Meyer per curare il proprio figlio malato di tumore, permettendogli così di ricreare quel nucleo familiare importantissimo nel processo di cura del bambino, e di poter restare fino a che il Dottore dice che possono tornare a casa. Non pagano né affitto, né utenze e grazie a questa collaborazione con Conad permettiamo loro di ricevere gratuitamente prodotti alimentari e non».
Anche grazie al contributo di Conad, nel 2016 arriverà il 17esimo appartamento.
«Operazioni di questo genere sottolineano il grande spirito di solidarietà dei clienti, la fiducia riposta nelle insegne Conad e il forte legame con il territorio – ha detto Ugo Baldi, amministratore delegato Conad del Tirreno -: condividiamo un impegno finalizzato ad essere di aiuto agli altri e a sostenere in concreto le necessità delle comunità di cui siamo parte. Periodicamente Conad del Tirreno ed i suoi soci di Firenze forniscono prodotti di largo consumo di prima necessità alle dispense delle varie Case di Accoglienza Tommasino e anche in questa occasione teniamo fede alla nostra missione e allo slogan “Persone oltre le cose”, nell’obiettivo di restituire al territorio parte della fiducia che riceviamo quotidianamente. Con tanto entusiasmo guardiamo al futuro, determinati e fiduciosi nell’intento di poter fare ancora molto per la nostra comunità».
Conad del Tirreno collabora da anni con la Fondazione, nata a Firenze nel 2000 per volontà dei genitori del piccolo Tommaso, prematuramente scomparso per una rara forma di tumore cerebrale, a favore dello studio e le cura dei tumori cerebrali infantili.
Auchan Retail Italia lancia la raccolta fondi Telethon
È partita la “raccolta di primavera” a favore di Telethon che consente di donare fondi alla ricerca scientifica presso gli ipermercati Auchan, i supermercati Simply, IperSimply e PuntoSimply e nei drugstore Lillapois
Le modalità per sostenere il progresso della ricerca sono tante: fino al 29 maggio, sarà possibile donare 1 euro alle casse e ricevere in omaggio una piccola confezione di cuoricini di biscotto in pasta frolla Grondona. Intanto, continua l’iniziativa “Vincono i centesimi”: fino al 30 giugno, per ogni passaggio in cassa della carta fedeltà LaTua!Card, le insegne Auchan, Simply e Lillapois doneranno 1 centesimo alla ricerca Telethon senza oneri aggiuntivi per i clienti. Un’iniziativa che lo scorso anno ha permesso di donare 40 milioni di centesimi di euro (400mila euro) alla ricerca scientifica. Sempre attiva c’è infine la pagina Facebook “Simply per Telethon” e per ogni nuovo “Mi piace” Simply donerà 10 centesimi di euro alla ricerca sulle malattie genetiche.
Oltre al tradizionale impegno nella raccolta fondi, Auchan e Simply sostengono numerosi eventi in programma nelle città, per unire lo sport alla grande gara della solidarietà: dalle corse non competitive organizzate da Simply a livello locale fino al grande evento della 25a Partita del Cuore che si terrà martedì 18 maggio 2016. Quest’anno, per la prima volta, le insegne Auchan e Simply saranno al fianco di Cinema Stars, la squadra dei protagonisti del cinema italiano che scenderanno in campo per sfidare la Nazionale Cantanti allo stadio Olimpico di Roma, tutti all’insegna della solidarietà. Sarà possibile acquistare i biglietti nei punti vendita diretti Auchan e Simply di Roma e provincia al costo di 10 euro.
Spreco zero: l’impegno decennale di Coop Lombardia, 809 tonnellate recuperate nel 2015
Nel 2015 sono state recuperate 809 tonnellate di alimenti (contro le 635 del 2014) per un valore di 3.886.939 donandole a 79 associazioni lombarde: sono solo i numeri più recenti del progetto di Coop Lombardia “Buon fine”, per la lotta allo spreco alimentare. Coop è infatti da oltre 10 anni attiva nel recupero e donazione delle eccedenze alimentari alle ONLUS vicine ai propri punti vendita. Subito dopo l’approvazione della legge 155/2003, detta del Buon Samaritano, che di fatto facilita la donazione di prodotti alimentari sollevando il donatore dal controllo delle derrate anche dopo la consegna, sono state avviate sperimentazioni che consentissero di applicare la legge, pur in assenza di un quadro normativo coerente.
«I prodotti alimentari recuperati sono per circa il 75% freschi e freschissimi (frutta, verdura, latticini, salumi), come banane che si riempiono di puntini e macchie nere, o frutta e verdura fresca preconfezionata, ma con un elemento ammaccato o intaccato: non è possibile aprire la confezione e toglierlo, perché si perderebbe la sua tracciabilità, ma nemmeno venderlo – spiega Valter Molinaro, Responsabile Innovazione e Gestione Servizi di Coop Lombardia -. Quindi nella GDO o si butta tutto, oppure si recupera la parte buona per la donazione. Inoltre vengono recuperati i prodotti confezionati (sono circa il 25% delle donazioni), se risultano ammaccati o prossimi alla scadenza, senza rotture della confezione che possano intaccare e/o contaminare la qualità del prodotto interno. Le merci, ancora buone e non scadute, sono recuperate giornalmente attraverso procedure interne codificate, le ONLUS sottoscrivono un protocollo che le impegna a riutilizzare i prodotti per i loro assistiti, e sottoscrivono le procedure a cui devono attenersi per gestire correttamente i prodotti, rispettando le norme igienico sanitarie».
Il progetto “Buon Fine” esteso a tutta la rete
Il modello di Coop Lombardia è partito dalle amministrazioni locali, che hanno indicato le associazioni presenti nel territorio a cui poter donare i prodotti alimentari. Tutto è partito dal Comune di Sesto San Giovanni, 10 anni fa, attraverso l’Assessorato ai Servizi Sociali, che indicò a Coop due realtà sestesi a cui donare le eccedenze: la Cooperativa Lotta contro l’emarginazione e La Grande Casa; cui nel corso degli anni si è aggiunta l’Onlus Sacumè. Il progetto “Buon fine” è partito proprio dai due negozi di Sesto San Giovanni, e dal 2007 è stato esteso a tutta la rete dei supermercati e ipermercati Coop in Lombardia.
Obiettivo è quello di creare reti di prossimità tra i punti vendita Coop e le associazioni benefiche (Onlus, cooperative sociali, enti ecclesiastici) che operano nel territorio circostante. I prodotti recuperati dai punti vendita giungono agli enti che assistono persone e famiglie in difficoltà e sono poi utilizzati in giornata nelle mense, in comunità alloggio e centri diurni, o distribuiti tramite la preparazione e consegna di pacchi alimentari per indigenti, donne vittime di violenza, immigrati, tossicodipendenti, disabili.


Donazione ed educazione
Coop ha anche avviato percorsi formativi con alcuni istituti alberghieri, in modo da diffondere la tematica presso i più giovani, che saranno gli operatori dell’ospitalità di domani. «Il percorso – continua Molinaro – prevede una lezione teorica sulle tematiche dello spreco alimentare, un approfondimento sulle normative, gli impegni di gestione, la sicurezza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti recuperati, la visita guidata presso un supermercato Coop, per seguire il percorso di selezione, recupero, conservazione e consegna prodotti alle ONLUS. In seguito, la visita nella sede delle ONLUS stesse, con sopralluogo nelle mense, e la preparazione di un pranzo, con i prodotti recuperati, presso la scuola».
Per fare un esempio concreto, nel 2015 il supermercato di via Palmanova a Milano ha donato 18.909 kg di prodotti alimentari a tre Onlus: Suore Francescane Missionarie di Maria; Cooperativa Sociale COMIN e CEAS Centro Ambrosiano di Solidarietà, mentre l’ipercoop Metropoli ha donato 32.927 kg di prodotti alimentari a due Onlus: Associazione Gruppo di Betania e Fondazione Aquilone.

Incentivi per diffondere la pratica
Spesso le leggi non bastano. Oltre alla questione legislativa (è appena passata al vaglio della Camera una legge, a firma Mariachiara Gadda, che ha lo scopo di semplificare l’iter e le procedure della donazione di alimenti e farmaci) sarebbero utili degli incentivi alla donazione: «Da anni siamo impegnati in un dialogo con le istituzioni locali e regionali perché assicurino un riconoscimento per il lavoro di recupero dei prodotti e la loro donazione, ad esempio riducendo la Tassa rifiuti o affermandone il “valore aggiunto sociale”. Buon fine ha infatti un forte impatto ambientale e sociale in quanto i prodotti recuperati riducono significativamente le quantità dei rifiuti prodotti e consentono alle Onlus di ridurre l’impegno quotidiano della spesa per acquistare beni alimentari agli assistiti» conclude Molinaro.
Tali forme di incentivo potrebbero spingere le insegne che ancora non recuperano quotidianamente i prodotti vicini alla scadenza ad attuare progetti e buone pratiche interne.
In Italia ogni anno si sprecano alimenti per un valore di circa 8 miliardi di euro. A questa quota contribuiscono in larga parte le famiglie, per circa il 42%, il settore della ristorazione per il 14%, i produttori per il 39% e la distribuzione per il 5%.
Avvertenze sul pacchetto, dopo le sigarette con Mars arrivano sugli snack ipercalorici
Farà discutere la decisione, per una volta presa dall’alto, è il caso di dirlo, di Mars Food che metterà un avvertimento sulla confezione dei suoi snack ipercalorici per stabilire un consumo massimo, oltre il quale l’assunzione può diventare dannosa. La decisione è parte del programma Global Health and Wellbeing Ambition, che intende informare su stili di vita ed alimentari sani per tutta la famiglia.
La multinazionale basata a Bruxelles ha individuato una serie di prodotti “da consumare occasionalmente”, non più di una volta a settimana, in quanto ad alto contenuto di grassi, zucchero e/o sale.
Come si legge in un comunicato dell’azienda: “Alcuni prodotti Mars contengono livelli di zuccheri, sale e grassi che garantiscono il loro sapore autentico. Per questo stesso motivo però non sono prodotti che possono essere consumati tutti i giorni. Siamo orgogliosi di essere una delle prime aziende alimentari multinazionali che si sono impegnate a fornire linee guida ai consumatori sulla confezione e sui nostri siti internet che stabiliscono quanto spesso questi alimenti “occasionali” possono essere consumati all’interni di una dieta bilanciata. Nel corso dei prossimi cinque anni vedrete delle nuove etichette sui nostri prodotti “occasionali”, che indicheranno quanto spesso possono essere consumati basandosi su quanto impiega l’organismo a riguadagnare l’equilibrio dopo avere mangiato questi alimenti. Si consiglia di non consumare molti di questi più di una volta a settimana”.
Il programma di Mars, Global Health and Wellbeing Ambition, si impagnerà anche a migliorare il contenuto nutrizionale dei prodotti e ad esplorare nuovi formati e opportunità di offrire prodotti in vari canali e a prezzi più convenienti. Cercherà anche di inspirare i consumatori a cucinare pasti più sani e condividerli con gli amici e la famiglia, coinvolgendo anche i dipendenti dell’azienda con cordi di nutrizione possibilità di cucinare e opzioni di cibi più sani.
La strada è lunga, certamente, ma siamo di fronte a una svolta, forse, epocale. Dopo le sigarette, ora potrebbe essere il turno degli alimenti ipercalorici e malsani a finire sotto la lente delle autorità perché è ormai un dato confermato da una miriade di studi scientifici come l’obesità sua la causa di una lunga serie di malattie del benessere, dal tumore alle malattie cardiovascolari. E Mars potrebbe avere semplicemente anticipato una decisione che potrebbe diventare, nei prossimi anni, obbligatoria. A quando l’etichetta “nuove gravemente alla salute” su succhi di frutta e merendine?
Carrefour lancia “Clic solidale” a sostegno di progetti alimentari sul territorio
Unisce solidarietà e attenzione al territorio ma anche logiche social che coinvolgono i clienti il progetto “Clic Solidale” organizzato da Carrefour Italia a favore di 42 Associazioni No profit attive in diverse regioni d’Italia. Fino al 5 Giugno, i punti vendita italiani dell’insegna francese divulgheranno i progetti sull’alimentazione e la nutrizione solidale di associazioni No profit territoriali
Il contributo totale, pari a 200.000 euro, andrà ai 20 progetti più cliccati sul sito clicsolidale.carrefour.it, dove i clienti e i sostenitori delle diverse associazioni partecipanti potranno scegliere e votare il progetto preferito.
I progetti ammessi alla votazione hanno come filo conduttore il tema dell’alimentazione e della nutrizione solidale e ciascuno ha come principale sponsor uno o più tra i 148 punti di vendita di tutti i formati Carrefour presenti sul territorio che si sono mobilitati per la loro candidatura e che li sosteranno durante tutta la fase di votazione.
Al termine dell’iniziativa, il 5 giugno, alle 20 Associazioni no profit che avranno ricevuto più clic, la Fondazione Carrefour devolverà una somma con l’obiettivo di valorizzare e realizzare concretamente i progetti proposti, e ne seguirà avanzamento e realizzazione nei mesi successivi.
Il progetto “Clic Solidale” ha come valore distintivo e peculiare quello di sostenere in maniera concreta e diretta le reali necessità e bisogni di diversi territori, quali le mense per i poveri, i negozi solidali, l’educazione alimentare e gli orti nelle scuole, la produzione agricola in contesti socialmente utili e la forniture di materiali e di tecnologie per l’alimentazione e la raccolta di eccedenze alimentari.
«Siamo felici di annunciare oggi il lancio del progetto “Clic Solidale”, un’iniziativa per noi di Carrefour molto importante. Grazie a questo progetto riusciremo a dare il nostro contributo concreto, e speriamo di poter coinvolgere e sensibilizzare quante più persone in tutta Italia, avvicinandole al mondo delle onlus e ai loro progetti» ha dichiarato Flavia Marè, Coordinatrice CSR Carrefour Italia.
Gruppo Roberto Abate (Selex) si impegna contro lo spreco alimentare
Il Gruppo Roberto Abate di Belpasso (Ct), associato a Selex, combatte lo spreco e dona le eccedenze alimentari a chi ha più bisogno, grazie a un accordo con Banco Alimentare. Con l’iniziativa “Noi e voi per tutti, per dire no allo spreco“, i prodotti, in prevalenza freschi, vengono ritirati nei punti di vendita del Gruppo e distribuiti agli assistiti, attraverso i pasti preparati nelle mense dei poveri e nelle strutture residenziali, o inseriti nei pacchi donati a chi è in difficoltà nella zona in cui avviene la raccolta. Un circolo virtuoso ed efficiente, sostenuto anche dai clienti stessi, che donano parte dei loro acquisti alle associazioni no profit accreditate al Banco Alimentare o alle Caritas locali presenti nei supermercati del Gruppo Abate circa una volta al mese, per destinarli ai meno fortunati delle parrocchie di riferimento.
Per presentare nei dettagli il progetto e coinvolgere ancora di più la clientela, nei supermercati del Gruppo sono stati predisposti volantini e altro materiale informativo e sarà trasmesso periodicamente un bilancio dei risultati raggiunti.
Nel corso del 2015 tramite la rete Roberto Abate sono stati donati al Banco Alimentare circa 30.000 colli pari a 7.000 chili di generi alimentari, prodotti per l’infanzia e materiale didattico. Di questi, 3.000 chili sono stati devoluti direttamente dall’azienda grazie al servizio Siticibo del Banco Alimentare e 4.000 chili dai clienti durante le raccolte alimentari organizzate durante l’anno nei supermercati del Gruppo.
Nel 2016 la Roberto Abate incrementerà ulteriormente il numero dei supermercati coinvolti, estendendo il servizio a 12 punti di vendita tra Famila, Iperfamila e A&O, con l’obiettivo di raggiungere complessivamente 50.000 colli, pari a oltre 15.000 chili di generi alimentari da mettere a disposizione delle famiglie più svantaggiate.
Il Gruppo Roberto Abate presidia il territorio Siciliano nelle province di Catania, Siracusa, Messina ed Enna, con le insegne Famila, A&O e Ard Discount. Associato Selex dal 2007, gestisce 8 Famila, un Famila Superstore, due Iperfamila, 17 Super A&O, due Svelto A&O, oltre 50 discount a marchio Ard fra diretti e affiliati, per un totale di 80.000 mq di vendita, con oltre 1.200 dipendenti.
Nasce Emporio Rimini, il supermercato sociale, tra solidarietà e spreco zero
Ha aperto a Rimini dopo un percorso di crowdfunding partito l’ottobre scorso Emporio Rimini, anzi #EmporioRimini, il supermercato sociale dedicato alle famiglie in difficoltà del territorio. Un vero e proprio supermercato dove però chi fa la spesa non paga perché dispone di un “carnet” mensile di punti da utilizzare, un supermercato solidale insomma.
Il progetto, promosso dal Comune di Rimini insieme ad associazioni e con il sostegno di privati, è nato dall’iniziativa di gruppo di lavoro sul settore sociale che si è posto il compito di sensibilizzare i soggetti privati economici della Provincia di Rimini e di elaborare proposte finalizzate a fronteggiare la grave situazione di impoverimento di molte famiglie residenti nel territorio.
Può accedere ai servizi del “supermercato solidale chi è residente in provincia, ha un reddito ISEE di valore massimo di 7.500 euro ed è iscritto al centro per l’impiego, una sorta di centro di collocamento per chi cerca un lavoro. A domanda accolta, viene consegnata una tessera necessaria per fare la spesa con caricati dei punti che serviranno per acquistare i beni alimentari necessari.
Il progetto prevede anche un protocollo d’intesa volto a “sostenere, facilitare e implementare la raccolta di eccedenze del mercato alimentare e dei prodotti non più commerciabili ma ancora commestibili conferiti gratuitamente dalle industrie alimentari del territorio di Rimini e dell’area vasta al fine di realizzare il progetto Emporio Solidale di Rimini”. Un circolo virtuoso che unisce solidarietà, sostegno alle persone in difficoltà e e lotta allo spreco alimentare.
Quello di Rimini non è il primo “supermercato solidale” d’Italia. Un precedente di questa logica che lega spreco zero, donazioni e solidarietà si trova a Modena ed è l’Emporio Sociale Portobello, un negozio per famiglie e persone a basso troppo che però utilizza un’altra logica: i clienti “pagano” la spesa fornendo il loro tempo libero per partecipare ad attività di volontariato da svolgere nell’emporio stesso o nelle associazioni del territorio.

Nutrici: la banca del latte del Policlinico, realizzata anche grazie ad Esselunga
Nutrici: nasce al Policlinico una Banca del Latte Materno per dare una speranza in più ai bimbi prematuri.
Permetterà, infatti, di ridurre infezioni e altre patologie e affiancherà la Terapia Intensiva Neonatale della Clinica Mangiagalli.
Parliamo di una vera e propria Banca del Latte Umano che raccoglie il latte di altre mamme per nutrire da subito i piccoli prematuri, e dare loro tutti i vantaggi di questo importante alimento.
‘Nutrici’ è stata realizzata grazie al contributo di Esselunga e dei suoi clienti che, attraverso una campagna di sensibilizzazione da ottobre 2014 a ottobre 2015, ha coinvolto tutti i negozi del gruppo e ha permesso a Esselunga di donare 696.440 euro a favore della costruzione della Banca del Latte Umano Donato.
“I bimbi che nascono fortemente pre-termine – spiega Fabio Mosca, direttore della Terapia Intensiva Neonatale e della Neonatologia del Policlinico – sono particolarmente delicati, e i l latte materno donato riduce l’incidenza delle infezioni ma anche di patologie intestinali che possono essere molto gravi. Per questo è molto importante avere una Banca del Latte Umano Donato: alle mamme che vogliono partecipare a questa raccolta forniamo un tiralatte e tutto il materiale necessario, e garantiamo, grazie a Human Milk Link, il ritiro a domicilio e la consegna sicura alla nostra Banca”. Una volta arrivato in Policlinico, il latte materno donato viene pastorizzato, viene analizzato per misurarne le proprietà nutritive (in termini di carboidrati, proteine e lipidi) e viene conservato in speciali freezer, capaci in totale di raccogliere oltre mille litri di latte. Ogni fase è altamente controllata, per garantire sicurezza e qualità, e ogni passaggio è registrato grazie a un sistema di tracciamento. “Una volta pronto – aggiunge Mosca – il latte può essere distribuito, in modo completamente gratuito, ai neonati che ne avessero la necessità”.“È importante sottolineare – conclude – che non c’è nessuna controindicazione alla donazione del latte: la quota che viene donata non viene tolta al proprio bambino ma è latte in più, che andrebbe sprecato e che invece se viene raccolto permette di salvare delle vite. Per questo invitiamo tutte le neo-mamme alla donazione, perché è un atto di altruismo che permetterà”.
Per ulteriori informazioni vai a libretto nutrici
A Milano i Genitori antismog laureano i Negozi amici dell’Aria: meno traffico, più affari
Genitori Antismog, associazione che da anni si occupa di tematiche ambientaliste ma soprattutto dell’inquinamento in città, ha lanciato il progetto Negozi amici dell’aria. Obiettivo: creare un network di negozianti e esercizi commerciali “sensibili al tema dell’inquinamento dell’aria e del traffico e allo stesso tempo consapevoli che lo sviluppo degli affari vada di pari passo con la trasformazione urbana in favore di città a misura di persona”. Al progetto hanno già aderito una trentina di attività commerciali, dai negozi di bici agli alimentari a km 0 (ma c’è anche Eataly), dalle gelaterie e bar ai negozi per la casa e il benessere. Alcuni sorgono all’interno dell’AreaC, l’area a traffico regolamentato, altri in periferia. L’obiettivo dell’associazione è di superare le 100 adesioni entro fine anno.
Va detto che da quando è stata aperta AreaC, e anzi anche prima, i rapporti tra commercianti e ambientalisti nel capoluogo lombardo sono stati piuttosto tesi, con i negozianti che si sono sempre opposti alla regolamentazione del traffico nelle zone centrali, perché avrebbe apportato un danno agli affari. L’idea di Genitori antismog è invece proprio quella di considerare la città come una sorta di “centro commerciale naturale” “anche se negli ultimi decenni le auto hanno preso tutti gli spazi disponibili – ha dichiarato Lucia Robatto, responsabile del progetto — e oggi per avere “spazio libero” bisogna proprio prendere l’auto e uscire dalla città. Anche per contrastare questo abbiamo deciso di riunire i negozianti che con noi vogliono che le città mettano al centro le persone e non le auto”.
L’adesione al progetto prevede la sottoscrizione a un “manifesto” in 5 punti
1. Condividiamo la visione di una città a misura di persona
2. Accogliamo le politiche di moderazione del traffico
3. Ci impegniamo a contenere sprechi ed emissioni
4. Sensibilizziamo i fornitori sull’uso di mezzi a basso impatto ambientale
5. Offriamo ai clienti consegne a impatto zero (con biciclette) e ci facciamo promotori dei valori espressi.
Una vetrofania dedicata identificherà presso il pubblico gli esercizi che sostengono l’iniziativa. Una sorta di “responsabilità sociale d’impresa” dal basso, che coinvolge i retailer, piccoli o grandi che siano, per il bene del territorio in cui operano.
Genitori Antismog chiede anche la detassazione l’occupazione di suolo pubblico per quegli esercizi commerciali che vogliano arricchire lo spazio urbano a proprie spese con elementi di arredo, come panchine, tavoli, rastrelliere per bici, piante ecc. “perché non è tollerabile che secondo le stesse fonti del Comune di Milano ogni giorno 50.000 veicoli sostino abusivamente, e gratuitamente, sui marciapiedi degradando lo spazio urbano mentre un commerciante deve pagare e rispettare rigide regolamentazioni se vuole mettere una panchina o un vaso sull’ampio marciapiede di fronte alla sua attività”.
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