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Satur apre a Deruta e rafforza la presenza del Gruppo Galileo in Umbria

Si rafforza ancora la presenza di Galileo S.P.A. in Umbria con l’apertura di un nuovo punto vendita Satur all’interno di Della Rena Life & shopping, il parco commerciale situato all’uscita Deruta Nord della E 45, la cui inaugurazione è prevista il 6 marzo, alle ore 17, alla presenza delle autorità cittadine.

In questo modo salgono a 7 punti vendita della catena nella regione: a Terni (2), Spoleto, Foligno, Perugia, Gualdo Tadino, Deruta) su un totale di 50 negozi in tutta Italia.

Il nuovo store Satur prevede 6 nuovi addetti, tutti assunti a livello locale e con una età media di 28 anni, una supeficie di 450 metri quadri  e un assortimento di 3000 referenze.

Ad accogliere il cliente saranno le collezioni Villa d’Este Home Tivoli, marchio di punta dell’azienda per quanto concerne il tableware: coloratissimo e cosmopolita nelle sue tante collezioni, ricche di molteplici riferimenti esotici. Proseguendo il percorso, troviamo una sezione dedicata ai piccoli elettrodomestici a marchio Kooper, mentre a parete è esposto l’allestimento dei materiali da cucina: pentole, padelle, teglie…

L’esposizione comprende naturalmente anche tutto quello che serve a soddisfare le esigenze quotidiane: tessile casa e bagno, complementi d’arredo e pulizia.

MD Spa apre a Salerno, in affiliazione, un secondo punto vendita

MD S.p.A, bissa a Salerno, con l’apertura di un secondo pdv in città.

Il nuovo store MD, di proprietà della Ponte dei Diavoli Srl, si sviluppa su oltre 1000 mq e impiega 11 dipendenti.

 “Salerno è una città che punta sul commercio e noi abbiamo voluto contribuire in modo attivo all’economia di questo bellissimo territorio – afferma il presidente di MD S.p.A Patrizio Podini. Inoltre il turismo qui è continuamente in crescita, in virtù della sua vicinanza alla costiera amalfitana e ad altre importanti località turistiche. L’ubicazione dello store, tra la Strada statale 88 dei Due Principati, la Tangenziale di Salerno e l’Autostrada E45, è stata scelta per soddisfare il vasto bacino di utenza, che attualmente è poco servito da discount, e per offrire a residenti e turisti prodotti di qualità a prezzi concorrenziali”.

Gli spazi

L’MD di via Irno accoglie i clienti in un ambiente luminoso, 3 casse e 6 corsie di vendita. All’ingresso il reparto ortofrutta a libero servizio offre frutta e verdura di stagione anche da agricoltura biologica insieme alle oltre 2000 referenze a marchio privato tra cui linee di prodotti salutistici, per intolleranti, vegani o vegetariani e prodotti DOP e IGP. Troviamo poi i reparti di gastronomia e macelleria assistiti e un laboratorio a vista per il pane in doratura, senza dimenticare l’area dedicata al “no food” con tanti articoli del “bazar”: elettrodomestici, casalinghi e articoli high tech a costi concorrenziali rispetto agli specialisti del settore.

 

 

Lidl apre a Milano il suo format urbano green e sostenibile

Lidl sceglie la via della riqualificazione di un’area dismessa per la realizzazione del nuovo negozio milanese in Lorenteggio: 1400 mq per un format urbano che fa del recupero dello spazio il suo punto di forza. Salgono così a 31 i negozi Lidl nella provincia milanese.

Lo store, infatti, si sviluppa su due livelli: al piano terra si trova un parcheggio con oltre 110 posti auto, mentre al piano superiore, tramite tappeto mobile, si accede all’ampia area vendita, caratterizzata da ambienti chiari e luminosi che prendono luce dall’ampia vetrata dell’ingresso.

 

L’impegno green e quello sociale

Il negozio presegue nell’impegno ambientale tipico dell’insegna: il 100% dell’energia utilizzata dal supermercato, infatti, proviene da fonti rinnovabili. Inoltre, l’impianto di luci a LED consente un risparmio del 50% rispetto alla normale illuminazione. Sul fronte dell’impegno sociale lo store, con il progetto “Oltre il carrello – Lidl contro lo spreco”, aderisce alla raccolta delle eccedenze alimentari per il Banco Alimentare. L’iniziativa attualmente attivato su 60 pdv dell’insegna, entro l’anno dovrebbe essere esteso all’intera rete Lidl.

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Food Court 4.0 nel Centro Commerciale Campo di Fiori di Gavirate

Food Court vista lago con una mission duplice: aumentare il tempo di permanenza medio presso la struttura e attrarre nuovi potenziali clienti alla ricerca di una location suggestiva per pranzare o cenare.

Questi gli obiettivi precipui della ristrutturazione del quinto piano del Centro commerciale Campo dei Fiori a Gavirate (Va) curata dallo studio HIT arcHITects.

La cifra stilistica

Lo spazio di 900 mq con trecento sedute accoglie la clientela senza trasmettere la marcata connotazione di tradizionale “area ristorazione”. Le aree comuni della food court sono infatti state “spogliate” degli elementi tipici (rivestimenti in piastrelle, comunicazione e menù, tavolate e vassoi)  e persino i cestini dei rifiuti sono mascherati e mimetizzati. Tutto è rigorosamente Made in Italy.

HIT arcHITects ha curato la riqualificazione giocando su continui cambi di prospettiva per scoprire la privilegiata vista sul lago. Per ottenere questo effetto lo studio ha implementato la nuova balconata panoramica che affaccia sulla hall del nuovo Multisala Electric, rendendola completamente in vetro e ha studiato l’area esterna per le stagioni estive. Diverse configurazioni di sedute e tavoli offrono la soluzione per ogni occasione e tempistica sia per il cliente solo e frettoloso, sia per gruppi di amici riuniti per la serata. L’utilizzo delle pedane rialzate è stato studiato per favorire punti di vista differenti, sia verso l’esterno sia verso l’interno.

La proposta gastronomica

La nuova court è animata dal ristorante-pizzeria Rossopomodoro, da ’A Puteca, il locale sempre a marchio Rossopomodoro dedicato al cibo da strada partenopeo, da Myke Fish & Burger, il brand milanese che ha fatto dello street-food cucinato in maniera sana la sua filosofia, e da La Piadineria, il marchio della piadina romagnola doc. L’elemento sfidante di questo tipo di progettazione è stato la capacità nell’individuare un equilibrio tra gli elementi di continuità dei diversi ristoranti e la personalizzazione degli spazi, ognuno secondo la propria immagine. HIT arcHITects ha individuato la soluzione per fondere le aree ristorazione in una iconica boiserie di quercia sormontata da un piano in corian color bianco artico che unisce e raccorda tutto lo spazio. Allo stesso tempo però ogni area mantiene la propria immagine e i propri elementi caratteristici: le singolarità di ognuna permettono ai clienti di orientarsi sentendosi dentro a un unico luogo omogeneo e curato e non come in una classica food court.

La scelta cromatica

Oltre alla boiserie di quercia, la progettazione si è focalizzata sull’uso dei colori e di scelte illuminotecniche. La cura nella selezione dei colori ha permesso di generare sfumature diverse nei toni del rosso, giallo e verde petrolio in ogni singolo punto ristoro. Le due aree comuni principali, rialzate e distinte rispetto al flusso di transito centrale, fungono da piazzette interne ricche di tavoli in marmo, sedute in ferro lavorato, panche in maiolica, grandi isole verdi e pareti di muschio che creano un’atmosfera accogliente che invita alla sosta, quasi come in un verdeggiante parco vista lago.

Sostenibilità ambientale

La food court si aggiunge ai punti vendita di un centro commerciale inaugurato nel 2001 e che fin dal principio si è distinto per soluzioni innovative e all’avanguardia. E’ infatti parzialmente alimentato da un impianto fotovoltaico automatizzato, un raffrescamento geotermico ed è uno dei pochi a disporre di un impianto di fluido refrigerato condiviso. La corte interna, inoltre, utilizza l’effetto camino unito al riscaldamento passivo della serra vetrata per controllare la temperatura nelle mezze stagioni. La food court si avvale di queste tecnologie che hanno permesso di contenere gli spazi dedicati agli impianti tecnici massimizzando gli ambienti aperti al pubblico, e di ottimizzare la disposizione delle cucine e degli spazi di sevizio. Le vetrate esposte a sud, realizzate con serramenti utilizzati in edilizia per le facciate continue dei grattacieli, sono state trattate con pellicole anti UV che hanno permesso di controllare l’apporto estivo del sole e quindi l’energia necessaria al raffrescamento.

 

 

App e shopping su mobile: le evidenze del Global Commerce Review

App dipendenti? Decisamente sì. Oggi in fase di acquisto, gli acquirenti sono sempre più mobile e più confidenti nella funzionalità delle applicazioni.

Ergo, è prioritario ri-definire le strategia di marketing commerciale.

Ecco quanto emerge dalla Global Commerce Review, il report di Criteo che analizza le attività, i comportamenti e le preferenze degli acquirenti su tutti i dispositivi e gli ambienti di navigazione.

“Con l’aumento dell’utilizzo degli smartphone, l’adozione di app e la navigazione da mobile hanno portato a modelli di shopping omnicanale interessanti”, ha dichiarato Alberto Torre, Managing Director di Criteo Italia. “Il nostro ultimo report evidenzia il potere delle shopping app nel generare tassi di conversione e vendite significativamente più elevati su dispositivi mobili, e conferma che i clienti omnicanale offrono il più alto valore a lungo termine. I retailer e le aziende possono trarre vantaggio da queste tendenze per ottimizzare i loro investimenti di marketing, connettendosi in modo più efficace con gli acquirenti per ottenere i migliori risultati commerciali.”

I punti chiave della ricerca

La prima evidenza interessante riguarda le performance delle app, in rapporto al mobile web. Emerge infatti che:

  • In Europa, i retailer con una shopping app oggi generano il 50% delle loro vendite su dispositivi mobili, con il 54% di transazioni tramite app.
  • Il tasso di conversione per le shopping app è stato tre volte superiore al tasso di conversione standard del 4% registrato sul mobile web.
  • In Nord America, i retailer con una shopping app generano il 67% di tutte le vendite di eCommerce su dispositivi mobili. La modalità in-app rappresenta il 66% delle transazioni mobili per i retailer che generano vendite sia sul mobile web sia in-app.

Emerge inoltre una progressiva diffusione degli acquisti on the go, con effetti conseguenti sull’utilizzo dei vari dipositivi:

  • Nel quarto trimestre del 2017, in Italia le transazioni con smartphone e tablet (app escluse) sono state il 37%. Su base annua le vendite tramite smartphone sono aumentate del 43,5%, mentre quelle da tablet sono diminuite del 15,7%. L’utilizzo del desktop continua a dominare durante le ore di lavoro, ma ha registrato una flessione anno su anno con un calo delle transazioni dell’1,1%.
  • In Italia, le categorie di vendita al dettaglio con la più alta percentuale di vendite da dispositivi mobili sono salute/bellezza (47%), moda/lusso (40%), articoli sportivi (40%) e casa/giardinaggio (33%).
  • La stagionalità ha ridotto leggermente il numero delle transazioni desktop precedute da un clic su mobile, in quanto i consumatori sono più attivi sui dispositivi mobili durante l’estate. In Italia il 25% degli acquisti è preceduto da un clic su un altro dispositivo e il 15% di quelli su desktop viene preceduto da un clic su un dispositivo mobile.

Le strategie omnicanale aiutano a guidare gli acquirenti e oggi generano il 27% di tutte le vendite, nonostante i clienti omnicanale rappresentino solo il 7% del totale.

A ogni momento il suo shopping

Il passaggio da un device all’altro è strettamente correlato al momento della giornata: prevale il desktop durante le ore d’ufficio, decisamente in ascesa lo smartphone nel tempo libero.

Ne consegue che:

  • In Italia i retailer che desiderano rivolgersi agli utenti nelle ore di lavoro, non possono ignorare il dominio del desktop in questo arco di tempo, specialmente tra le 9:00 e le 12:00.
  • In alternativa, l’ottimizzazione del targeting per smartphone e tablet rimane determinante la sera e per tutto il weekend.

 

 

Pardgroup: nuova partnership con Kubedesign per una comunicazione ecosostenibile

Pardgroup, unico player sul mercato in grado di accompagnare i propri clienti dalla progettazione alla realizzazione del punto vendita ha avviato una nuova partnership con Kubedesign, azienda all’avanguardia nella progettazione e realizzazione di sistemi per la comunicazione visiva ecosostenibile.
Grazie alla creatività del Team di architetti e designer, Pardgroup realizza idee fin dalla fase di progettazione. Poi le produce, le movimenta, le trasporta sul punto vendita e le installa e si occupa anche della promozione, realizzazione di eventi lancio, aziendali e della veicolazione sui canali di comunicazione. Il tutto in prima persona, senza mai passare da intermediari. Il valore aggiunto è, infatti, la multicanalità: un unicum sul mercato. Dal canto suo Kubedesign – capitanata dal Founder Nazzareno Mengoni – è in grado, attraverso materiali non convenzionali,  di reinterpretare ambienti e spazi con soluzioni ad hoc per i clienti.

La sinergia tra le due realtà, consentirà a  Kubedesign di far conoscere ulteriori opportunità di comunicazione visiva ecosostenibili a tutta le realtà che ruotano intorno a Pardgroup nei settori Consumer electronics, Fashion & Luxury, Sportwear, Housewares, Food & Beverage e Retailers.
Mentre  Pardgroup, avvalendosi delle competenze di Kubedesign, potrà ampliare la propria offerta creativa e progettuale con soluzioni ambientalmente compatibili, anche biodegradabili, in alternativa ai sistemi standard e tradizionali, perfettamente in linea con la sua linea ‘Unconvetional’.
Kubedesign è, infatti, in grado di sviluppare display, pannelli, espositori personalizzati di ogni forma, dimensione e design richiesto. “La cultura della ricerca, la forza di sperimentare, l’innovazione, l’attenzione per i dettagli e le tecnologie all’avanguardia sono gli ingredienti da cui nascono i nostri progetti per la comunicazione visiva” dichiara Nazzareno Mengoni.
“Il design è l’elemento propulsore della nostra filosofia che grazie al sapiente uso delle forme, delle linee e dei colori prende vita e diventa il mezzo per reinterpretare ambienti e spazi. Siamo determinati nel dare un’anima ai progetti dei nostri partner, non è solo lavoro, è passione!” specifica Mengoni.
Kubedesign realizzerà fin da subito una serie di corner, isole espositive, pannelli visual e altri elementi ad hoc per Pardgroup. “Con Kubedesign e una co-progettazione ah hoc di elementi in materiali ecosostenibili, le esigenze dei Clienti vengono avvallate, i costi di produzione e trasporto diminuiscono, l’impatto ambientale si riduce e le scelte diventano più ecologiche. Il rispetto per l’ambiente si concretizza oggi con un impegno etico in linea con la nostra mission aziendale” dichiara Luca Negroni, CEO & Co-Founder di Pardgroup.
“Grazie a questa sinergia, Kubedesign diventa la nostra Sharefactory e Pardgroup è sempre più in grado di rispondere alle richieste del mercato con soluzioni su misura e competitive a livello economico oltre che eco-friendly” commenta Francesco Santoni, Co-Founder di Pardgroup.

Retail Innovations 13: le case history più interessanti

Retail Innovations 13, la ricerca internazionale realizzata da Kiki Lab – Ebeltoft Group e curata da Fabrizio Valente porta sotto i riflettori le testimonianze aziendali di manager Retail. L’appuntamento è a Milano il prossimo 3 marzo dalle 9 alle 17,30.

Alcune case history dal mondo: Spagna, Olanda, Francia, Canada, Danimarca, Australia, Germania e Usa

 

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Retail Innovation, torna l’appuntamento con il nuovo volto del Retail

Innovazione, dinamicità, futuro: tre parole chiave per caratterizzare il retail del futuro.

Per approfondire l’argomento l’appuntamento è a Milano il prossimo 13 marzo, con Retail Innovation 13

CONVEGNO RETAIL INNOVATIONS 13

Milano, 13 marzo 2018, ore 9 – 17.30

 

 

Armando Garosci, Gior. Largo Consumo

Introduzione e moderazione

Fabrizio Valente, Founder e Amm. Del. Kiki Lab – Ebeltoft Italy

Presentazione della ricerca internazionale Retail Innovations 13

Tendenze e casi di retail innovativo in diversi settori, posizionamenti e

Format, provenienti da 17 Paesi

Testimonianze aziendali

Marco Pedroni, Pres. Coop Italia

Piero Candela, Head of Bus. Dev. Alipay Italia – Alibaba

Stefano Ghidoni, Dir. Cliente e Innovazione Auchan Retail Italia

Massimo Mercati, Amm. Unico Apoteca Natura – Aboca

Andrea Prosperi, Dir. Ris. Umane Teddy – Terranova

Emanuele Bellandi, Founder MyOverRose

Testimonianze partner

Luciano Roznik, Founder e Dir. Creativo AllWays

Diego Toscani, Dir. Gen. Promotica

Edoardo Arisi, Amm. Del. BloggerItalia

Emanuele Plata, Pres. PLEF

Gianluca Pellegrinelli, Founder Glooke Marketplace

 

Ai partecipanti sarà distribuita una copia della ricerca Retail Innovations 13
Quota di iscrizione 800€ + iva – Inviti disponibili per manager Retail e IdM lettori di Largo Consumo
Per iscrizioni: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81

Partner

AllWays, BloggerItalia, Confcommercio, Inema, Sint Group, Promotica 

Intelligenza artificiale, anche il retail l’ha scoperta (a metà): ecco le sue applicazioni

L’intelligenza artificiale sta avanzando a grandi passi anche nelle imprese. Ed è il retail uno dei settori in cui trova maggiore applicazione. Dopo il banking-finance-insurance e l’automotive, è, assieme all’hi-tech e alle telecomunicazioni, tra i settori maggiormente interessati a introdurre a livello internazionale soluzioni di intelligenza artificiale.

Il dato emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano presentata al convegno “Artificial Intelligence: prospettive dalla ricerca al mercato”, a Milano. La ricerca ha analizzato 721 imprese e 469 casi, riferibili a 337 imprese internazionali ed italiane, di utilizzo di Artificial Intelligence, quel ramo della computer science che studia lo sviluppo di sistemi hardware e software dotati di abilità tipicamente umane, come l’interazione con l’ambiente, l’apprendimento e l’adattamento, il ragionamento e la pianificazione. L’Italia è un po’ più indietro rispetto agli altri Paesi europei: il 56% delle grandi imprese oggetto di indagine ha già avviato progetti di Artificial Intelligence contro circa il 70% di Francia e Germania.

 

Mille soluzioni, dai Big Data agli assistenti vocali, fino al riconoscimento biometrico

I principali ambiti di applicazione riguardano l’Intelligent Data Processing (35%), soluzioni che utilizzano algoritmi di AI per estrarre informazioni e avviare azioni basate sulle informazioni estratte, e i Virtual Assistant o Chatbot (25%), agenti software in grado di interagire con un interlocutore umano per eseguire un’azione o offrire un servizio. Questi trovano particolare applicazione nel sistema della distribuzione, come per l’assistenza al cliente dopo la vendita (87% dei casi), oppure per l’offerta al cliente di servizi che non riguardano direttamente l’ambito in cui opera l’azienda (7%) o per gli assistenti virtuali della tipologia Corporate Knowledge (6%), che hanno il compito di rispondere a domande poste dal personale o da figure esterne. Seguono a distanza le soluzioni di Recommendation (10%), raccomandazioni personalizzate per indirizzare le decisioni del cliente in diversi momenti del percorso d’acquisto basandosi su informazioni fornite dagli utenti stessi, le Image Processing (8%), che analizzano le immagini per il riconoscimento biometrico e l’estrazione di informazioni, le Autonomous Vehicle (7%), mezzi a guida autonoma in grado di percepire l’ambiente esterno e adattare le manovre di conseguenza, e gli Intelligent Object (7%), capaci di eseguire azioni senza intervento umano, interagendo con l’ambiente circostante tramite  sensori e apprendendo dalle azioni delle persone che li usano. Chiudono l’elenco soluzioni marginali come Language Processing (4%), che elaborano il linguaggio per comprendere un testo, tradurlo o produrlo in autonomia a partire da dati e documenti, e Autonomous Robot (4%), in grado di spostarsi e muovere alcune parti, manipolare oggetti ed eseguire azioni in autonomia.

«L’Artificial Intelligence – spiegano Nicola Gatti, Giovanni Miragliotta e Alessandro Piva, direttori dell’Osservatorio Artificial Intelligence – potenzialmente non conosce confini applicativi e inciderà progressivamente sul tessuto economico e sociale di ogni Paese. La velocità di diffusione nei diversi ambiti non sarà omogenea, ma dipenderà da fattori tecnologici e di conoscenza. Le imprese italiane stanno ponendo a questo tema grande attenzione per non perdere occasioni di miglioramento della competitività. Per coglierne a pieno i potenziali benefici, però, devono innanzitutto conoscere a fondo l’offerta di soluzioni disponibili e poi intervenire sui processi organizzativi e sul rafforzamento delle competenze, perché le persone siano effettivamente in grado di valorizzare le abilità delle macchine».

Dalla ricerca emerge come un qualsiasi progetto di Artificial Intelligence nelle fasi iniziali necessiti di un grande investimento da parte dell’impresa, non solo in termini economici. Al momento, le soluzioni pronte all’uso sono limitate e per raggiungere un livello di prestazioni simile o superiore a quello umano spesso richiedono lavoro sia in fase preparatoria, per le infrastrutture, il patrimonio informativo, le competenze e la cultura, che in corso d’opera, per l’apprendimento della macchina e il miglioramento. 

«Siamo solo agli inizi di un percorso di diffusione e di comprensione del potenziale dell’intelligenza artificiale, che porterà a definire meglio i confini applicativi e il grado di intelligenza di una soluzione – dice Gatti -. Dall’autovettura che si guida da sola all’elettrodomestico che impara stile di vita e necessità della famiglia, dall’assistente personale che consiglia le decisioni di spesa fino ai robot assistenziali per disabili e anziani, ogni esperienza del quotidiano può essere ripensata alla luce delle capacità delle macchine. La velocità con cui questo avverrà dipenderà dall’esistenza di soluzioni tecnologiche consolidate, dalla capacità di gestire un delicato cambiamento nelle organizzazioni e dal bilancio tra valore dell’innovazione e costo del rendere intelligenti prodotti e processi».

 

Cosa serve la blockchain nel retail? Traccia prodotti e assicura la supply chain

Non solo nel fintech, la tecnologia blockchain e il trattamento dati sono oggi e saranno in futuro mezzi sempre più determinanti anche nel retail, per assicurare la trasparenza e il controllo dell filiera, dalla fabbrica al negozio, dal campo alla tavola. Per sfruttarne a pieno le potenzialità è nata la partnership tra DNV GL, fornitore di servizi di assurance e uno degli enti di certificazione leader a livello internazionale, e VeChain. pioniera nell’utilizzo della blockchain che controlla la principale piattaforma pubblica di blockchain per prodotti e informazioni. DNV GL adotterà progressivamente la blockchain per aiutare le imprese a rendere più trasparenti e tracciabili i loro prodotti, dalla fabbrica al consumatore finale.

 

Blockchain nel retail: più trasparenza lungo la supply chain

Oggi è cruciale per le aziende gestire complessità e rischi lungo la supply chain e al contempo garantire la conformità agli standard di settore e alle richieste degli stakeholder, in ambiti che vanno dalla qualità del prodotto alla responsabilità d’impresa. Ad esempio, un produttore del settore agroalimentare deve verificare di aver implementato processi in grado di gestire correttamente la sicurezza alimentare in tutte le fasi della filiera o un produttore di automobili deve garantire la sicurezza funzionale dei suoi veicoli.

Combinando il know-how di DNV GL con le principali applicazioni della tecnologia blockchain e utilizzando dispositivi IoT (Internet of Things) come sensori integrati nei prodotti, è possibile conoscere la storia, lo stato e le prestazioni di un prodotto e ottenere informazioni sulle modalità di produzione, su come è stato trasportato, come è stato conservato e lo stato di qualità in qualsiasi momento. Il livello di trasparenza e la quantità di informazioni raccolte lungo tutta la filiera consentiranno alle aziende un maggior controllo e un miglioramento dell’efficienza complessiva lungo tutta la supply chain.

I consumatori, dal canto loro. potranno verificare la sicurezza e la genuinità del prodotto che intendono acquistare. Per il consumatore sarà possibile controllare direttamente che il prodotto provenga da un produttore eticamente responsabile, che il cibo congelato sia stato trasportato in modo sicuro e alla temperatura corretta, che il bene di lusso sia originale e sarà anche possibile tracciare da quale grappolo d’uva proviene il vino.

«I dati stanno diventando un asset sempre più prezioso, e la partnership con VeChain consentirà alle nostre soluzioni digitali di soddisfare le mutevoli esigenze di un’economia fondata sui dati – ha affermato Luca Crisciotti, CEO di DNV GL – Business Assurance -. Sfruttando l’IoT e la tecnologia blockchain stiamo reinventando il processo di assurance. Il nostro concetto di Digital Assurance fornirà alle aziende e ai consumatori finali un grado di informazioni sul prodotto e sui fornitori senza precedenti, in misura e accuratezza mai stati possibili prima».

Queste nuove soluzioni saranno dedicate inizialmente al settore agroalimentare, al retail e alla moda. In un secondo tempo saranno rivolte ad altri settori, come quello automobilistico e aerospaziale.

«La blockchain ha molte applicazioni oltre al settore finanziario e sono lieto che DNV GL abbia riconosciuto l’impatto rivoluzionario che può portare nella gestione della supply chain – ha detto Sunny Lu, CEO di VeChain -. Mettiamo insieme servizi di assurance con la tecnologia blockchain per aiutare i clienti ad accrescere la credibilità dei propri prodotti sotto ogni aspetto: dalla qualità alla sicurezza, agli aspetti legati alle loro prestazioni».

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