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Sound Branding identità di marca e shopping experience nell’era della multicanalità

Si parla tanto di shopping experience e marketing emozionale, di come il punto vendita fisico per continuare ad avere successo debba imparare a coinvolgere e attirare il cliente invogliandolo a recarvisi fisicamente invece di acquistare da uno smartphone, nei ritagli di tempo ovunque egli o ella sia. Dunque il layout di un negozio, la scelta dei materiali e dei colori, il servizio, le tecnologie giocano un ruolo. Ma il suono? È uno degli elementi più potenti che influenzano la permanenza in un luogo (“si può decidere di non guardare, ma non di non ascoltare” dice Michele Arnese) ma è spesso trascurato e dato per scontato, come fosse un inevitabile rumore di sottofondo. Eppure influenza la shopping experience, la fruizione dei contenuti e delle aree del negozio ma anche dei prodotti esposti, in modo subliminale spesso ma proprio per questo che difficilmente può essere ignorato.
Anzi il suono (brani musicali noti ma anche pensati ad hoc, e perfino suoni presi dalla quotidianità come la strada o la spiaggia) può essere utilizzato per creare “aree sonore” rivolte a target diversi (divisi per età ad esempio) ma anche prodotti diversi (come può l’enoteca avere la stessa identità sonora della parafarmacia?).

Non solo: in tempi di multicanalità è essenziale che l’identità sonora sia frutto di una strategia complessiva che unifichi in qualche modo tutti i punti di contatto attraverso i quali il consumatore raggiunge il marchio o il retailer: fisico, mobile, pubblicità e social.
Ne abbiamo parlato con Michele Arnese di amp, compagnia basata a Monaco di Baviera che si occupa di Sound Branding, ovvero di identificare per ogni marca o situazione l’identità sonora più incisiva e adatta, e che hatra i suoi clienti Porsche, Triumph, Unicredit ed Erste Bank.
“Il Sound Branding fa parte dell’identità di una marca – spiega Arnese -; ogni marca ha un suono che deriva dalla comunicazione effettuata su tutti i canali, digitali e reali, ma quasi mai è il frutto di una strategia unica e consapevole, quindi varia da canale a canale e non è in linea con quello che sono gli attributi di una marca e con quello che la marca vuole comunicare”.
Come si sceglie il suono di una marca? “Noi lavoriamo con lo stesso processo con cui si lavora per la parte visiva ad esempio per trovare un logo. Facciamo dei workshop con le persone che si occupano di branding e marketing aziendale e lavoriamo sulle caratteristiche della marca e sul suo posizionamento. Abbiamo una metodologia che si basa sugli archetipi umani, quindi cerchiamo di capire come deve parlare il brand dal punto di vista sonoro per raggiungere le persone che vuole raggiungere, dando alla comunicazione l’efficacia emozionale di cui ha bisogno”.

Ma non si tratta solo di questo. Il ritmo della musica ad esempio è bene che cambi a seconda del momento della giornata per seguire il ritmo circadiano degli individui.
“La sound identity è un concetto molto largo, compiliamo le playlist di musica da trasmettere nel comparto retail ma componiamo anche DNA sonori che vengono declinati nei diversi punti di contatto. Ad esempio si crea una melodia principale che diventa un ingrediente delle musiche che sono diverse a seconda del punto di contatto e del contesto”.

 

With YouBeep scanning and checkout is done with an App

Among the many check-out systems sent to the tills, this proposal by a Portuguese start-up, YouBeep, adopted in Portugal by Lidl and Pingo Doce, seems interesting.

Fast check-out has technically been available for many years, and is one of the services most requested by customers today, increasingly less willing to spend time queuing in front of the check-outs. The advantage of YouBeep, which uses a QR code to scan the products purchased, is simplicity. It is activated by downloading the App, registering again via QR code on entering the store, which then allows you to shop and submit the final bill from your smartphone at the checkout, without having to use the store devices, and in a faster way (three times, say the company) compared to an average check-out till. This on the customer side, while on the retailer side it provides much lower costs than an internal system and speed of deployment: no hardware, only a small box to be connected to each standard till.

“Among other things, it has been found that, knowing the amount as you shop, the consumer tends to fill the trolley 8/10% more because, psychologically, he knows exactly how much he will spend, otherwise he tends to buy less out of fear of spending too much” explains David Sobrinho of Xhockware, the company that developed the App, which also obtained an EU contribution.

The app is able to integrate loyalty systems, the store locator, shopping lists, any digital coupons and promotions, and also interactions with social media.

Infographics: Results of the pilot project in Lidl and Pingo Doce in Portugal

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Carrefour Italia: apre a Genova un nuovo Market Gourmet

Carrefour Italia ha inaugurato  la nuova formula del Market Gourmet in via XX Settembre a Genova,  dando, in questo modo, la possibilità di fare la spesa di giorno e di notte, per tutta la settimana.

Il punto vendita Carrefour Market Gourmet, storico riferimento per la spesa dei genovesi in via XX Settembre, si arricchisce di prodotti liguri a Km zero come l’ortofrutta, e una grande varietà di pesce fresco, i pregiati olii della Regione e una cantina ricca di vini, tra i migliori selezionati da tutta Italia, oltre alle immancabili etichette liguri. La focaccia sempre fresca e le olive taggiasche fanno da corredo alla possibilità di acquistare i migliori tagli di carne italiana, dalla Fassona piemontese alla Chianina toscana, oltre a poter scegliere l’acquisto tra più di 200 qualità di formaggi. Lo store offre anche un ricco banco del pane dove si trovano le tipiche focacce liguri, fatte secondo tradizione. Molti dei prodotti gourmet in vendita possono già essere gustati nel moderno ed elegante bistrot che accoglie i clienti all’ingresso del Market.

Per rendere più completa l’offerta di acquisto ai propri clienti, il Carrefour Market Gourmet di via XX Settembre offre inoltre i servizi che contraddistinguono gran parte dei punti vendita Market del Gruppo: la lavanderia, la possibilità di ricevere la spesa a domicilio, agevolazioni sul parcheggio (requisito importante considerata la zona centrale e storica dove ha sede il Market) e anche la vendita dei ticket AMT per i mezzi pubblici di Genova.

Stéphane Coum, Direttore Supermercati Carrefour Italia, ha dichiarato: “Oggi è per noi una giornata importante perché il punto vendita di via XX Settembre a Genova rappresenta un esempio di come il nostro Gruppo ha avuto la capacità di creare fiducia in una città come il capoluogo ligure, così legata alla tradizione. Con un format così rinnovato cerchiamo di andare ulteriormente incontro ai nostri clienti, intercettare le loro rinnovate esigenze e fornire servizi e prodotti di eccellenza”.

Garanzia 3, l’investimento post vendita per clienti e distributori

Garanzia3, l’estensione del servizio tecnico per i prodotti elettrodomestici proposto da Business Company rinnova il suo sito web, proponendo una grafica colorata e accattivante e con informazioni chiare dedicate ad ogni tipologia di clienti: giovani e meno giovani, internauti provetti o meno. Con Garanzia3 tutti scopriranno i vantaggi dei servizi offerti dalla garanzia del produttore per 3 anni in più, su tutti i prodotti di elettronica di consumo.

garanzia 3 logo

Garanzia3  rappresenta un’importante risorsa per Produttori e Distributori che vogliono arricchire la propria proposta commerciale ed aumentare il proprio margine. Investire in post-vendita , significa fidelizzazione, quindi, accompagnare il Consumatore in ogni fase che segue l’acquisto del prodotto; fidelizzare è il sistema migliore per instaurare una relazione tra insegna e Cliente improntata alla fiducia. Infine,  l’utilizzo di tali servizi genera un consistente margine aggiuntivo.

Il rinnovamento del sito web testimonia anche un ulteriore passo in avanti per Garanzia3; otto anni di attività ed impegno al servizio del consumatore e della distribuzione; otto anni intensi e veloci, ricchi di attività innovative e di traguardi raggiunti, ma ancora con tante sfide aperte per il futuro.

L’azienda ha così deciso di rinnovare il look del suo sito web, lanciando una nuova versione che è on line da questa settimana: www.garanzia.it

Ognuno dei clienti Garanzia3 o dei consumatori interessati ad acquistare un certificato di estensione del servizio tecnico per i propri apparecchi, potrà trovare agevolmente spazi di approfondimento su Cosa è Garanzia3, Come Funziona, Come si Attiva e come mettersi in contatto con la squadra di assistenza clienti. Accedendo nella home page di www.Garanzia3.it in primo piano viene infatti dato spazio alle quattro aree principali e rappresentative le funzioni del sito.

Il restyling del sito, divenuto più funzionale e moderno, ha mantenuto una grafica lineare e pulita, coerente con il percorso evolutivo di Garanzia3 e con i suoi valori. A differenza delle precedenti versioni, però, il nuovo sito Garanzia3 è oggi visionabile al meglio da tutti i principali dispositivi (PC, tablet, smartphone ecc.) ed i suoi contenuti sono più facilmente fruibili e condivisibili – anche sui social network – dagli utenti.

Infine, per una risoluzione rapida a qualsiasi richiesta è sempre possibile inoltrare una richiesta all’ufficio tecnico, via web, così come Garanzia3 offre sempre la possibilità di attivare online in tempo reale l’estensione del servizio tecnico acquistata.

 

Pam punta ai Big Data reclutando talenti all’Università di Padova, con un game

Migliaia di dati passano dalle casse di un supermercato ogni giorno, ma analizzare e tradurre questi “Big Data” in strategie commerciali è una delle grandi sfide per la GDO. Gruppo Pam si sta muovendo in questo senso, e cerca laureati e laureandi dell’Università di Padova da inserire con contratto a tempo indeterminato nel nuovo team che si occuperà di analisi e modellizzazione dei comportamenti di acquisto del consumatore. E lo fa con un metodi innovativo, il “Data Scientist Recruiting Game”, un’iniziativa ideata in collaborazione con PwC e con il Career Service dell’Università di Padova.

«Stiamo costruendo una nuova squadra per aiutare il business a indirizzare la politica commerciale sulla base di informazioni preziose che derivano da milioni di dati che si generano alle nostre casse – afferma Lara Facchinetti, Responsabile Sviluppo Risorse Umane e Organizzazione -. Cerchiamo giovani laureati e laureandi appassionati dell’analisi dati, con una solida base di conoscenze statistiche, spinti da curiosità e voglia di risultati e abbiamo scelto un modo nuovo di dialogare con i candidati: un gioco, che darà loro modo di cimentarsi con dati reali e di elaborare una risposta concreta per il business. E lo faremo all’interno dell’Università, grazie alla collaborazione del Professor Paolo Gubitta e del team del Career Service dell’Università di Padova che, insieme al Dipartimento di Scienze Statistiche, ha accolto con grande entusiasmo la nostra iniziativa».

Possono partecipare laureati e laureandi in Economia, Statistica, Ingegneria Informatica, Matematica e Fisica. Per il Career Service dell’Università di Padova questo evento si inserisce in una più ampia strategia di collaborazione con le aziende del territorio. «Il nostro obiettivo – sottolinea Paolo Gubitta, delegato al Placement – è diventare veri partner delle direzioni del personale delle imprese: organizzare un game invece del tradizionale invio dei curricula è un esempio da manuale di innovazione dei processi di reclutamento e selezione».
PwC, presente all’incontro con consulenti esperti in ambito digitale, fornirà ai partecipanti informazioni utili e suggerimenti per il più corretto svolgimento del Game secondo le metodologie più in uso nel mercato Retail, alimentare e non.

L’appuntamento è per Giovedì 1 ottobre 2015, dalle ore 13.30 alle ore 18.30 presso il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova (Aula ASID60). È necessario iscriversi entro il 26 settembre 2015 sul sito dedicato www.unipd.it/pam.

Oggi contactless, domani via smartphone, tempo e convenienza spingono il cliente verso i pagamenti digitali

Un futuro di pagamenti digitali, che vedrà lo smartphone sempre più protagonista. Lo prevede Carlos J Menendez, Presidente Enterprise and Growth Partnership di MasterCard. Se mobile shopping, trasporti e ristoranti sembrano all’avanguardia della nuova onda di pagamenti facili e veloci, i supermercati sono lungi dall’essere esclusi. Si paga contactless già quotidianamente in Australia, Canada e Polonia. Perché la “nuova” spesa è più frequente e il carrello più piccolo, e il cliente in debito di tempo vuole che sia anche veloce. Da qui, superate ormai le preoccupazioni per la sicurezza, la richiesta di soluzioni che facciano risparmiare tempo. E le nuove generazioni sono le prime a richiederle.

Anche in Italia, che da sempre vanta una densità di cellulari e smartphone molto alta a fronte di un utilizzo dei pagamenti digitali ai minimi in Europa, il consumatore sembra pronto. Dalla ricerca Mastercard sull’analisi delle interazioni social gli italiani dimostrano di apprezzare in particolar modo i pagamenti digitali quando l’esperienza di acquisto riguarda la tecnologia consumer (99%), i viaggi (98%) e la moda (97%). Il tema più discusso è la comodità dei pagamenti digitali (34%), seguito dalla possibilità di ottenere benefit e servizi aggiuntivi (29%) e dal servizio clienti (14%). Secondo Fabrizio Burlando, Head of Europe Mastercard “bisogna far capire al consumatore quali sono i vantaggi di usare la carta. Oggi ci sono 250mila carte contactless sul mercato ma di fatto rispetto agli altri Paesi europei abbiamo saltato una generazione in quanto a uso dei pagamenti digitali. Un ritardo che potrebbe essere colmato proprio grazie all’uso dei pagamenti mobile, vista la grande affezione nazionale verso smartphone e affini”.

Confidando su ciò e per spingere ulteriormente l’utilizzo specie da parte dei piccoli esercizi Mastercard ha scelto l’Italia per lanciare un nuovo servizio, Local Market Intelligence. Presentato al World Retail Forum 2015, consente un’analisi dei dati e dei competitor geolocalizzata “perché i vantaggi dei pagamenti digitali lato retailer possono non essere immediatamente evidenti ma ci sono, ad esempio in termini di analisi dei dati della clientela, utili a riposizionare l’offerta ove necessario e seguire meglio il mercato” spiega Burlando. Local Market Intelligence è una piattaforma che consente una migliore comprensione delle proprie performance di business tramite l’analisi dei dati, processati in forma anonima e aggregata, che permette la trasformazione dei Big Data in informazioni utili alle imprese. Gli analytics utilizzati dalla piattaforma analizzano le transazioni effettuate con le carte di credito in aree cittadine che rappresentano un benchmark temporale, geografico e per categoria merceologica, fornendo alle PMI informazioni fondamentali per comprendere al meglio il mercato e migliorare le loro strategie di business.

La strategia di Google: aiutare il retailer a cogliere l’attimo (di vendita)

C’era una volta un motore di ricerca, che nel giro di pochi anni sbaragliò la concorrenza (qualcuno si ricorda Netscape?) grazie alla grande efficenza garantita dagli ormai mitici algoritmi.

Oggi Google, forte di un fatturato di 15,5 miliardi di USD derivato solo dalla pubblicità nel primo trimestre 2015 (+11% dallo stesso periodo 2014), guarda al retail. Obiettivo: far trovare al consumatore il punto vendita più vicino, ed economico, in tempo reale, per l’acquisto di qualsiasi cosa. Che sia online o fisico, poco importa. L’importante è che il cliente ottenga ciò che vuole, nel minor tempo possibile (e senza tanti ripensamenti).
In questa direzione vanno i nuovi prodotti del colosso di Mountain View, come ha spiegato Jonathan Alferness, Global VP of Product Management and Shopping di Google al World Retail Congress settimana scorsa a Roma.

Jonathan Alferness
Jonathan Alferness di Google.

«È in atto una rivoluzione nel retail, e non siamo ancora all’apice perché ancora metà della popolazione mondiale deve connettersi. Al centro di tutto c’è il dispositivo mobile. Già in dieci Paesi la ricerca in mobilità ha superato quella da desktop, dunque i retailer hanno infinite opportunità di raggiungere i consumatori sul mobile». L’importante, secondo Alferness, è cogliere il momento, anzi il micromomento giusto. «Ci sono tantissime occasioni nell’arco della giornata nelle quali una persona ha bisogno di un contatto con la marca, mentre in molti altri momenti non vuole essere disturbata. I consumatori stanno interagendo con i retailer per brevissimi momenti di tempo, quando fanno ricerche in mobilità. Il 76% ricerca su smartphone o tablet prima di andare nel punto vendita, e una ricerca su tre genera una visita. Il futuro del retail sta proprio nella capacità di cogliere, di essere visibili in questi micromomenti».
Qualcuno in realtà lo sta già facendo: Darty ha un “bottone di emergenza” schiacciando il quale si viene richiamati entro 60 secondi, Argos riceve già il 25% di ordini via mobile, Amazon sperimenta con i droni, la britannica Jinn a Londra acquista e consegna qualsiasi cosa (dal pranzo al caffè al caricatore per il cellulare) da qualsiasi negozio in un’ora, Target ha aperto a San Francisco un nuovo tipo di store, chiamato Open House, in cui si invita chi entra a sperimentare le nuove tecnologie nel campo della domotica. Ma solo il 2% dei retailer sarebbe pronto a “cogliere l’attimo”.

Gallery: i tre errori dei retailer secondo Google

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«Noi ci consideriamo dei connettori, degli assistenti allo shopping finali, costruiamo una struttura». Con Google shopping innanzitutto, che risponde alla domanda implicita nella ricerca “dove trovo un frullatore?” con una serie di opzioni, online ma anche fisiche, un’opportunità per i piccoli negozi “smart” oltre che per le catene, considerato che le ricerche geolocalizzate sono aumentate di 34 volte dal 2011. Ma anche tramite YouTube: «pensate alle opportunità di vendita date dai video tutorial di YouTube, per il make-up ad esempio, visti da milioni di persone, se con un click si può comprare un prodotto descritto». Una sorta di “acquisto di impulso digitale” se vogliamo: è questo il “micromomento dello shopping”.

Patrick Dodd (Nielsen): «La personalizzazione è il futuro del retail»

In occasione del World Retail Congress abbiamo intervistato Patrick Dodd, Global President Retailer Vertica di Nielsen. In questo ruolo Dodd ha una visione ampia sulle trasformazioni in atto nel retail a livello globale.

Per Dodd la trasformazione del retail (il tema del WRC) passa dal consumatore e dal potere che è nelle mani di ciascuno shopper, mai così forte, grazie alla connettività. «Lo shopper è al centro della trasformazione ed è la chiave per il successo di ciascun retailer, indipendentemente dal canale».

Nel dibattito sull’omnicanalità, Dodd punta l’attenzione proprio sulla tecnologia e sulla sua semplificazione e si aiuta con l’esempio dei punti vendita di prossimità, che stanno riscuotendo un buon successo dovunque. «Il prossimo passo della prossimità – dice – è lo smartphone che tutti abbiamo in tasca. Credo che le aziende dovrebbero dedicare un po’ più di tempo a pensare come trasformare la retail experience sulle piattaforme mobili in un modo che sia il più semplice possibile per il consumatore».

Secondo Dodd vi sono due temi in cima alle preoccupazioni dei retailer: come gestire l’omnicanalità in maniera profittevole e, contemporaneamente, come rendere profittevoli le promozioni attraverso la fidelizzazione dei clienti.

Ma anche i produttori sono coinvolti nella retail transformation: «L’industria ha una grande opportunità e deve al più presto attivarsi per avere un ruolo multicanale. Avere offerte specifiche per i differenti canali e le diverse modalità nel percorso di acquisto degli individui sarà la chiave vincente per governare la crescita. Ciò significa però avere anche la capacità di cambiare i processi di business con modelli flessibili. I giorni del modello valido per tutti sono finiti. Il futuro è nella personalizzazione».

 

Che cosa avete perso al World Retail Congress 2015? In sette minuti lo racconta Fabrizio Valente (Kiki Lab)

Che cosa c’entrano eBay e Google con il retail? L’omnicanalita è d’obbligo. Ma quanto è redditizia?

Il World Retail Congress ci ha abituati ad affrontare con un pensiero laterale i grandi temi che attengono al mondo del retail con interventi che a una prima lettura possono sembrare poco congruenti per chi si trova tutti i giorni in prima linea a cercare di rendere soddisfatti i suoi clienti, a recuperarne o mantenere la fiducia. Ma in realtà nella tre giorni del congresso, che ha richiamato a Roma un migliaio di delegati da 60 Paesi, sono stati affrontati temi che influenzeranno il retail prima di quanto si immagini. Anzi, li stano già influenzando.

A Fabrizio Valente, fondatore e anima di Kiki Lab, partner di Ebeltoft Group, abbiamo chiesto un commento sui risultati dell’edizione appena conclusa del World Retail Congress.

Alibaba miglior retailer dell’anno al WRC2015: ecco tutti i vincitori

È il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba il retailer of the year 2015. Il prestigioso premio è stato assegnato ieri sera in chiusura del World Retail Congress 2015 tenutosi a Roma.

Ecco l’elenco dei vincitori per ogni categoria:

“Retailer of the Year”: Alibaba
“Outstanding Leadership Award”: Paul Marchant di Primark
“Retail Transformation and Reinvention”: Primark
“Advertising campaign of the year”: For Every Milestone di Marks & Spencer
“Young Retail Entrepreneur”: Nitin Passi, fondatore di Missguided.com
“E-Commerce Retailer of the Year”: JD.com

“Store Design of the Year”: Hamleys Moscow

Alibaba ha cambiato e modellato il comportamento dei consumatori in Cina, riuscendo al contempo ad espandere la sua presenza a livello globale. Secondo i giudici è stata proprio grazie a questa costante innovazione, dalla catena di distribuzione al sistema per i pagamenti e i servizi finanziari, che Alibaba ha saputo creare nuovi modi di servire i suoi clienti.
Anche due dei più importanti nomi inglesi del retail, Primark e Marks&Spencer, hanno fatto incetta di premi.
Primark, che ha appena aperto il suo primo punto vendita americano a Boston, e il cui debutto in Italia è atteso per la prossima primavera (vd nostro articolo) ha incassato ben due premi. Il Direttore Generale di Primark Paul Marchant è stato insignito del premio alla leadership, e l’insegna ha sbaragliato la concorrenza nella categoria “Retail Transformation and Reinvention”. Questo grazie al notevole successo del suo business, alla sua espansione internazionale e alla capacità di superare le sfide in qualsiasi mercato in cui siano mai entrati.
Il premio per la migliore campagna pubblicitaria è andato al connazionale Marks & Spencer’s con la sua “For every milestone”, grazie al suo target mirato, la sua capacità di emozionare e divertire e al tempo stesso di esaltare i prodotti sponsorizzati.
Nitim Passi, che con un piccolo capitale ha fondato Missguided.com, ha vinto il premio di giovane imprenditore dell’anno. I giudici sono rimasti particolarmente impressionati dal suo approccio visionario e dalla sua capacità di creare una compagnia internazionale, estremamente competitiva sul mercato, senza alcuna forma di rifinanziamento.
JD.com, l’e-commerce retailer dell’anno, è stato invece premiato per essere un retailer di lunga tradizione. Nonostante debba affrontare un considerevole rivale sul mercato, ha sempre dimostrato di avere una grande agilità e di saper rispondere ai bisogni del consumatore, consegnando loro prodotti autentici.
Hamleys, l’iconico negozio di giocattoli di Londra, ha vinto il premio di Store design dell’anno per il suo nuovo negozio di Mosca. Grazie alla sua atmosfera unica e coinvolgente, lo shop russo ha saputo andare oltre l’essere un semplice luogo d’acquisto a prezzi convenienti, e diventare invece una meta dello shopping per tutta la famiglia.
Ian McGarrigle, presidente del World Retail Congress, ha dichiarato: “Questo è stato un nuovo incredibile anno, ogni categoria ha visto competere finalisti di alto livello. Siamo fieri dell’alto numero di iscrizioni raggiunte e i vincitori sono tutti begli esempi della natura variegata ed in costante cambiamento del retail.”

REUTPALA-Alessi_Lifetime_Achievement_Award_by_Professor_Gregory_Polletta_&_iGNITIATE_for_World_Retail_CongressI nuovi trofei, disegnati dal Professore Gregory Polletta, sono stati consegnati ieri sera presso il Cavalieri Waldorf Astoria di Roma. Realizzati da una stampante 3D, sono il frutto di 300 giorni di ricerca con più di 10 partner e produttori internazionali che hanno collaborato con tre laboratori universitari in tre Paesi e con il team di iGNITIATE.

La Gran Giuria quest’anno era composta da:
Ms Yu Wang, Wangfujing Dept Stores , Vice Presidente Concetta Lanciaux, Luxadvisory , Direttore Generale Terry Duddy. Home Retail Group, Precedente AD
Rick Darling, Li & Fung USA, Presidente
Richard Simonin, Groupe Vivarte, Presidente
Paul Charron, Campbell’s Soup, Presidente
Matt Rubel, Hudson’s Bay Company, Roark Capital Special Advisor, Direttore Esecutivo Sir Ian Cheshire, Kingfisher, Precedente AD
Gordon Campbell, Spar International, AD
Bijou Kurien, L Capital, Partner
Bernie Brookes, Edcon Holdings, AD designato
Andrew Jennings, Hema, Presidente

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