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Carrefour premia, alla presenza del top management, i primi 5 fornitori

Carrefour premia i primi 5 fornitori per qualità e innovazione nei loro prodotti. In questo modo l’impegno di cinque aziende che si sono distinte tra oltre 550 fornitori del Gruppo, viene riconosciuto alla presenza del top management Carrefour.

Siamo orgogliosi – ha dichiarato Grègoire Kaufmandirettore commerciale e marketing Carrefour Italia- di vedere nei nostri fornitori la stessa ricerca e impulso innovativo che da sempre contraddistingue l’attività di Carrefour; ne è testimonianza lo sviluppo digitale che ha colto con successo un esigenza di flessibilità da parte degli italiani. Per questo abbiamo voluto riconoscere il grande impegno delle aziende che contribuiscono quotidianamente a dare qualità all’esperienza di spesa dei nostri clienti”

Nello specifico i premi sono stati conferiti a:

HEINEKEN Birre Regionali: l’azienda, attraverso il prodotto “Le Regionali” a marchio Birra Moretti, ha saputo coniugare l’esperienza di un brand internazionale con la qualità di un prodotto del territorio, esaltando l’unicità italiana e facendo conoscere al grande pubblico gusti e particolarità tipiche;

SOLBAT Pulitro, l’azienda fornisce a Carrefour le confezioni e i prodotti per i detersivi alla spina, una modalità di spesa unica dal punto di vista della qualità e della sostenibilità;

FERRERO B-Ready ha saputo conquistare il mercato grazie all’unione di due semplici prodotti facili da consumare, adatti a tutti e non solo a colazione…

Gü – Dessert ha intuito che la pasticceria di alto livello si trova benissimo anche nel mondo della Grande Distribuzione. I suoi prodotti sono un piacere per la vista e il palato;

BORGODORO ha la capacità di conciliare “qualità, passione e competenza” trasformando il suo cioccolato in un prodotto di eccellenza alla portata di tutti.

Retail Visions Popai per progettare un’esperienza d’acquisto memorabile

Retail Visions, l’annuale convegno sul Retail Design organizzato da Popai Italia è in programma Mercoledì 4 Novembre alla Triennale di Milano dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

Questa edizione indagherà come progettare una shopping experience memorabile, “premio” per tutti i clienti all’interno del punto vendita.

Le caratteristiche dell’ambiente (spazio fisico, tecnologie, visual merchandising … ) sono gli elementi della grammatica del racconto rivolto allo shopper: in che modo il retail design può accrescere il ROI, rafforzando l’immagine dell’azienda e generando valore?

Il convegno analizzerà nuovi modelli di store, ambienti emotivamente coinvolgenti considerati dai retailer più innovativi investimenti necessari e della massima importanza.

Questa l’agenda del convegno:

Lara Asero – Manager Developer Lush
Beauty Innovation: concept all’avanguardia per una clientela sempre più esigente

Luca Corrà – Head of Retail Piquadro
L’ascesa del Made in Italy fra artigianalità e hi tech

Laura Donnini – CEO RCS Libri
Tradizione e contemporaneità, ieri e l’oggi: la nuova Libreria Rizzoli

Federica Vacca – Docente Politecnico di Milano
“Emotional & Experience design”, analisi dei trend di settore

Christian Zippi – Market Manager Pimkie
L’evoluzione del fast fashion tra digital e restyling del punto vendita

 

Modera il convegno Emanuele Sacerdote, autore, manager e imprenditore.

 

L’accesso è consentito solo previa registrazione all’indirizzo mail convegni@popai.it

Salone del Franchising: duecento proposte per il futuro del retail

Si spengono oggi i riflettori sul Salone del Franchising, con il convegno dedicato all’internazionaliszzazione con gli ospiti dei Paesi Focus: Cina, Emirati Arabi Uniti, Turchia.

Gli oltre 200 stand delle aziende franchisor (in Italia sono operative in tutto 940 aziende) sono stati visitati nei primi 3 giorni del Salone Franchising (contiguo e sinergico ad Host, la fiera dell’ospitalità) da migliaia di persone che vogliono divenire imprenditori in proprio: giovani, commercianti che vogliono diversificare la propria attività, investitori interessati alla affiliazione di gruppi di negozi, manager espulsi dal mondo del lavoro, e naturalmente molte donne, alle quali è stato dedicato il convegno “Donne e Franchising” organizzato da Federfranchising e Impresa Donne Confesercenti in collaborazione con il portale BeTheBoss.it.

Ma il franchising è un moltiplicatore di idee e per identificarle il futurologo Thomas Bialas di CoMoDo ha curato l’ideazione e la progettazione di uno spazio/installazione sul futuro del retail.

«Nei prossimi cinque anni – afferma Bialas – il 30% dei retailer è destinato a scomparire nel mondo occidentale se non è capace di superare la crisi di identità che sta vivendo per ripesarsi completamente. E la notizia è che per far questo non c’è bisogno di seguire dei trend. Anzi meno trend ci occupano la testa più ci sarà futuro. Occorre tornare ai veri contenuti, che abbiamo sintetizzato nella nostra installazione in otto parole chiave tutte anticipate dal segno più: lungimiranza, magia, giocosità, purezza, rottura, senso, intelligenza, roger (nel senso di Federer, come eponimo di chi gioca d’anticipo)».

Shopping su smartphone è meglio, +94% il traffico mobile nel 2015 nel mondo

Sempre più tramite smartphone: i cellulari generano il 94% dell’aumento del traffico su base annua, il 74% dell’aumento della creazione del carrello e il 47% della crescita dell’ordine; il tablet soffre (-10% traffico e -2% ordini), con il Pc si procede magari all’acquisto (ancora nel 65% dei casi) ma è sempre meno utilizzato per le ricerche finalizzate allo shopping: sono questi i risultati dell’ultimo Shopping Index di Demandwareazienda attiva nelle soluzioni cloud commerce per le imprese, che con Shopping Index misura con cadenza trimestrale i comportanenti di acquisto dei 200 milioni di clienti che navigano nei 1300 siti che si servono della sua piattaforma Cloud. I dati si riferiscono al secondo trimestre 2015 e ad oggi non comprendono l’Italia, visto che la società ha annunciato la sua apertura nel nostro Paese il 15 ottobre scorso. Ma sono confermati dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano (vedi L’eCommerce B2C supera i 16 miliardi di vendite grazie a servizio e convenienza) che vede in Italia il comparto con la più alta penetrazione delle vendite da smartphone sul totale vendite eCommerce essere proprio l’Abbigliamento, con circa il 18% del transato. Oltre alla moda anche per Beauty, Food e Arredamento la ricerca ed acquisto in mobilità è in forte crescita, tanto che una strategia multicanale per i retailer è ormai, lo si dice da tempo ma lo confermano ancora una volta i dati, un must ineludibile: gli ordini che iniziano su un dispositivo e terminano su un’altro sono aumentati del 10%.

Traffico e ordini per dispositivo, media Shopping Index Demandware.
Traffico e ordini per dispositivo, media Shopping Index Demandware.

 

È boom di acquisti in mobilità

L’ubiquità della presenza del telefonino ha fatto sì che la ricerca e l’acquisto di beni avvenga ormai sempre più in mobilità, quando si ha tempo, voglia o necessità, o magari ispirati dalla vista di un cartellone pubblicitario e di una vetrina. Ed è questo un trend mondiale, come confermano i dati Demandware. L‘attraction del cliente (ovvero il volume di visite ai siti monitorati) è aumentata del 18% nel secondo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, e ha guidato l’84% della crescita del commercio digitale. Inoltre, la spesa del cliente, che combina la frequenza della visita del sito, il tasso di conversione e il valore medio dell’ordine (AOV), è cresciuta del 4% e ha portato a un +16% di crescita. La combinazione della spesa del cliente con la shopping attraction ha prodotto un +31% nella Shopping Index di Demandware. La creazione dei carrelli ha registrato un incremento del 26% su base annua, con i cellulari come primi conduttori di questa tendenza, con un +15% di clienti che aggiungono un articolo al carrello via smartphone.

Attività di acquisti online, media globale Shopping Index Demandware.
Attività di acquisti online, media globale Shopping Index Demandware.

 

Ios batte Android ma solo grazie al tablet

Qual è il sistema operativo più utilizzato per gli acquisti mobile? Anche a questo risponde la ricerca Demandware: se prendendo in esame tablet e smartphone, iOS batta Android, osservando i singoli telefoni la differenza si fa più sottile, con iOS che rappresenta il 15% in più in termini di percentuale di ordini e traffico rispetto ad Android. I dispositivi iOS forniscono solo un AOV leggermente superiore ad Android, 107 dollari contro i 96 dollari di Android.

 

 

Nel 2015 il retail cresce con il franchising

Nell’economia post-crisi il format del franchising giocherà un ruolo rilevante, perché favorisce l’apertura di nuovi negozi e dunque la piccola imprenditoria, aiuta i grandi brand a sperimentare nuove idee e nuovi canali e favorisce l’occupazione. Non a caso nel primo semestre del 2015 il franchising ha fatto registrare una crescita dello 0,6% del fatturato, in linea con la ripresa del PIL e dell’economia italiana.

Delle prospettive del comparto si parlerà nella tradizionale fiera di riferimento, il Salone Franchising Milano, giunto alla sua 30° edizione, che si terrà dal 23 al 26 ottobre in Fiera Milano, nel quartiere fieristico di Rho, a fianco di Expo2015 e della fiera Host.

Un’anticipazione sull’andamento del franchising viene presentata dal Centro Studi RDS del Salone Franchising Milano.

La crescita dello 0,6% nel primo semestre 2015 del fatturato (rispetto allo stesso periodo del 2014) è trainata dalla crescita di negozi sempre più specializzati: dal +3% del food (ristoranti vegani, per celiaci, a chilometro zero, birrerie, vendita di soli prodotti fritti, ristoranti a tema) al +2,5% di abbigliamento e accessori (abbigliamento per bambini, camicerie, calze, intimo).

Globalmente il comparto registra un giro d’affari complessivo di 23 miliardi di euro delle 950 aziende franchisor e dei 51.000 franchisee (negozi affiliati), e dà lavoro a 180.000 persone (dati 2014). Il fatturato è passato dai 21,5 miliardi del 2008 ai 23 miliardi del 2014,attraversando un periodo di crescita zero negli anni più bui della crisi economica e iniziando a crescere di nuovo negli ultimi tre anni.

Il fatturato medio di una azienda franchisor è di 24 milioni di euro, mentre l’investimento iniziale degli affiliati (franchisee) è inferiore ai 50mila euro nel 58% dei casi e tra 50 e 150mila euro nel 32% dei casi.

Il franchising è una formula ampiamente sperimentata nel Nord Italia, mentre è in rapida espansione nel Centro e nel Sud. Cresce il numero delle donne che scelgono di aprire un punto vendita in franchising: sono 16.900, cioè il 33,15% del totale dei 51.000 imprenditori in affiliazione, con un aumento del 20% dal 2008 al 2014.

Le merceologie più scelte dagli affiliati nel 2014 sono: abbigliamento (22%), food (20%), servizi ai privati, cioè i servizi a domicilio o in negozio per la cura della persona, (19%) commercio specializzato (17%), articoli per la persona (10%), servizi per le imprese (6%), prodotti per la casa (3%). Le donne imprenditrici preferibilmente scelgono: abbigliamento, accessori moda, cosmetici e profumeria, salute e benessere, food and beverage, articoli per la casa, articoli per bambini.

“Il mondo del retail sta cambiando rapidamente – spiega Antonio Fossati, Ceo di RDS che organizza il Salone insieme a Fiera Milano – basti pensare alle nuove tendenze del click & collect stores (acquisto su Internet e ritiro in negozio), l’omnicanalità (cioè il ricorso a tutti i canali dai dispositivi mobili e il PC al punto vendita, dai chioschi multimediali al direct mail), dello slowpay (nuovo servizio di pagamento in 3 mesi senza interessi), del servizio al cliente sviluppato al massimo come fattore chiave della vendita. Il Franchising è dentro questo trend, per questo abbiamo sviluppato nel Salone una nuova area, chiamata ‘R+++’”.

Il mondo del franchising inoltre si sta sempre più aprendo ai mercati esteri: 160 brand italiani hanno aperto 7.600 punti vendita in affiliazione all’estero, e il 10% dei brand attivi in Italia sono esteri.

Il comparto occupa in Italia 180mila addetti, che potrebbero aumentare sensibilmente se la crescita registrata nella prima metà del 2015 proseguirà nei prossimi anni, proponendo una soluzione di imprenditoria autonoma anche a giovani in cerca di prima occupazione, a commercianti che vogliono seguire nuove strade, a persone espulse dal mondo del lavoro. Dal punto di vista occupazionale è assai interessante il progetto della Regione Lombardia che ha stanziato 500.000 euro a fondo perduto per favorire l’apertura di negozi in franchising nei centri storici delle città lombarde (il piano verrà presentato al Salone Franchising). Un progetto pilota che potrebbe essere seguito anche da altre Regioni.

Unione consumatori: consumo futuro nel segno di personalizzazione, omnicanalità e assistenza personalizzata

Massimiliano Dona, segretario Unione nazionale consumatori

Il futuro dei consumi è già qui, con la personalizzazione dei prodotti, nuove esperienze di consumo e assistenza postvendita personalizzata.

Così scrive nel suo blog pubblicato su Today Massimiliano Dona, segretario nazionale dell’Unione Consumatori, all’indomandi del workshop “Consumo futuro, retail engagement e customer care”, svolto ieri a Roma, in occasione dei sessant’anni dalla fondazione dell’associazione.

«Il mondo dei consumi – osserva Dona – è in una fase di rapido cambiamento spinto dalla digitalizzazione: se negli ultimi anni la diffusione di internet e dei nuovi device come smatphone e tablet aveva cambiato soprattutto le nostre abitudini personali, d’ora in avanti cambierà radicalmente il nostro modo di fare acquisti!»

Alcuni segnali di questo cambiamento si stanno già affacciando al nostro quotidiano.

«Penso alla personalizzazione di beni e servizi: può sembrare paradossale che nella società di massa sia possibile una così accentuata customizzazione eppure -solo per fare un esempio- si può persino costruire il proprio gelato industriale su misura, come proposto da Algida nei suoi Magnum store».

Un’altra tendenza riguarda il desiderio del pubblico dei consumatori di fare shopping in modo esperienzale. «Secondo una recente indagine del Centro studi Unioncamere in collaborazione con Swg – segnala Dona – ciò che ancora convince il 51% di italiani a preferire il “negozio tradizionale” al web è la possibilità di vivere l’esperienza diretta della merce, il contatto umano e la fiducia che ne deriva, la consegna immediata. Ecco perchè ormai il 60% di chi compra sia in negozio, sia online tende a fondere questi due ambiti nel processo di acquisto: ricerca del prodotto in rete, visita nel negozio per provarlo, ricerca dell’offerta migliore sul web e solo poi si decide se acquistarlo in store o online. Magari sullo stesso sito della catena visitata anche fisicamente. A patto che l’offerta sia vantaggiosa».

Vi è poi una terza chiave di lettura per leggere i nuovi trend di consumo, ed è l’aspirazione ad avere il meglio dal servizio di assistenza. «È finita l’epoca di una generica customer satisfaction (perché a pensarci bene la soddisfazione dipende dalle aspettative e queste sono diverse da persona a persona) e lancio di una digital care sempre più ad personam (come ci ha spiegato Vodafone durante il workshop raccontando il progetto Care». Si tratta di un programma partito il 12 ottobre che punta “a consolidare e valorizzare il rapporto di fiducia con i clienti, attraverso una serie di azioni concrete, negli ambiti della connettività, della trasparenza, del riconoscimento della fedeltà del cliente, e della accessibilità ed efficacia del servizio”.

«Insomma il futuro dei consumi – conclude Dona – è adesso: senza dimenticare, ovviamente, di verificare ogni giorno se è il caso di fidarsi di tutta questa attenzione al cliente!».

A margine, un giudizio sul decreto liberalizzazioni da poco varato dal Governo che proprio i consumatori ha deciso di tutelare poco. «Una pessima legge – commenta Dona – dannosa per i consumatori. La concorrenza è solo nelle parole del titolo. Per il resto, non solo non vi è traccia di libero mercato nel provvedimento, ma si fanno addirittura passi indietro, difendendo i privilegi delle lobby esistenti che già controllano il loro rispettivo settore. Speriamo che il Senato la stravolga».

Esselunga: a Rozzano si inaugura il 153° negozio

Esselunga inaugura il nuovo supermercato di Rozzano lungo via Manzoni, angolo via Brodolini.

Sarà la quarta apertura del 2015 dopo quella di via Adriano a Milano, di Casale Monferrato e di Sesto Calende e il 153° negozio della catena.

Il negozio, con 2500 metri quadri di superficie di vendita, è dotato di certificazione energetica di classe A.
Esselunga ha riqualificato la viabilità cittadina con 3 nuove rotatorie, risistemando il tratto adiacente di roggia Pizzabrasa con nuovi argini; ha inoltre attrezzato le aree verdi della città di via Persighetto e del Parco dello Smeraldino.

Interessante il contributo dell’insegna sul fronte occupazionale: all’interno del nuovo negozio, infatti,  saranno impegnati 143 dipendenti, oltre a 12 che lavoreranno nel bar Atlantic. E non basta: anche il territorio ne sarà avvantaggiato, in quanto si prevede che entreranno in Azienda oltre 100 nuove risorse, 65 delle quali residenti proprio a Rozzano.

E proprio a questo proposito, così si espressa  Barbara Agogliati, sindaco di Rozzano:” “Il nuovo punto vendita di Esselunga, che occupa 140 addetti, rappresenta un incremento dei servizi di
qualità offerti alla cittadinanza e un’ulteriore fonte di attrattività sul territorio. Questo è sicuramente un fattore positivo. Credo che il traguardo più importante sia stato raggiunto grazie alla collaborazione che è nata tra l’Amministrazione comunale e Esselunga, che ha portato ad una strategia capace di innalzare il livello occupazionale per i rozzanesi, con un metodo di selezione assolutamente trasparente, in base alla convenzione del lavoro a km 0, con il supporto di Afol Sud Milano. In questo modo infatti, molti dei nostri cittadini hanno potuto trovare un impiego sul territorio o in altri punti vendita limitrofi. Inoltre, 35 rozzanesi già assunti in Esselunga hanno potuto trasferirsi vicino a casa. Ad oggi sono 46 i neoassunti nostri cittadini. La previsione di Esselunga è di arrivare a un totale di 65 nuovi posti di lavoro assegnati a rozzanesi nei prossimi due/tre mesi. Da indicazioni dell’azienda si tratta della quota più alta rispetto alle ultime nuove aperture. È un risultato che siamo certi porterà un po’ di serenità a chi da tempo aspettava un’occasione. Tuttavia non è finita. L’intero comparto si sta infatti vivacizzando e l’Esselunga, come un polo attrattore, sta portando ulteriori opportunità che i rozzanesi dovranno essere messi in grado di sfruttare al meglio. Auguriamo a tutti buon lavoro”.

I reparti
I clienti disporranno di tutti i reparti che hanno contribuito al successo del marchio Esselunga: la frutta e verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 450 prodotti, la pescheria con personale dedicato che offre pesce fresco già pulito, la macelleria, la gastronomia e un vasto assortimento di vini con oltre 500 etichette.
Nel nuovo negozio di Rozzano, inoltre, sarà attivo anche il 112° forno di Esselunga: panettieri specializzati, formati dalla “scuola dei mestieri” interna, offriranno ai clienti 18 varietà di pane fresco sfornato di continuo durante l’intero arco della giornata.

Fiorfood è il nome del nuovo concept di supermercato Coop. Aprirà a Torino il 2 dicembre

Si chiamerà Fiorfood, Cibo ed emozioni il nuovo concept store che Nova Coop inaugurerà a Torino il 2 dicembre in Galleria San Federico.

Un nome e un brand innovativo – si legge in una nota di Coop – che nasce dalla tradizione Coop e ne conferma i valori, che si sposano con le nuove tendenze sull’acquisto e il consumo del cibo.

Il concept store riprende alcuni temi sviluppati dal Supermercato del futuro di Coop in Expo. «Non intendiamo aprire un supermercato come quelli che conosciamo – spiega il presidente di Nova Coop Ernesto Dalle Rive – e che abbiamo modo di frequentare tutti i giorni. La nostra idea, e la nostra sfida, è quella di inaugurare il primo di una serie di negozi, insediati nei centri delle grandi città della nostra regione, che, nel rapporto fra consumatore e consumo, si propongano come centri di innovazione. Un nuovo modello di negozio inteso come luogo da frequentare, da vivere, nel quale far crescere la socialità, la condivisione di temi, assistere a presentazione di libri e conferenze, fare la spesa a prezzi convenienti e poter anche degustare cibi sapientemente preparati».

Un luogo , dove spesa per il cibo si coniughi con innovazione ed emozione, favorendo – prosegue la nota – la conoscenza di cosa c’è dietro al prodotto, di quali siano le tendenze e i nuovi stili di consumo, per cambiare l’approccio al cibo, conoscere la cooperazione e i suoi valori, acquistando cibi di qualità, sicuri, etici e risparmiando e trovando, inoltre occasioni di intrattenimento e socialità cooperativa, in uno spazio in sintonia e nel rispetto del luogo che lo ospita.

«È un atto di amore verso una città che tanto ha dato e dà alla cooperazione. A pochi metri da lì nasceva nel 1854 – sottolinea Dalle Rive – la prima Cooperativa di Consumatori. Nova Coop è ormai una delle principali cooperative del paese e una delle primissime imprese della nostra regione. Siamo diventati grandi, capaci di associare oltre 800.000 piemontesi e di fatturare più di un miliardo di euro realizzando, anche negli anni più difficili della crisi, buone performance di bilancio senza rinunciare a essere coerenti con i nostri valori. Dunque è giusto che questa prima sperimentazione la si realizzi qui, a Torino, la città che vide muovere i suoi primi passi alla cooperazione di consumatori e che oggi assiste alla moderna evoluzione di quel modello a partire da un logo, un nome e un payoff indimenticabili: Fiorfood, Cibo ed emozioni».

Il logo è stato studiato da Expansion Group: il none esplicita il legame con la linea di prodotti fiorfiore Coop, il pay-off Cibo ed emozioni richiama le sensazioni e le esperienze legate al cibo e al suo consumo (desiderio, piacere, attesa, soddisfazione). Il logo Coop è infine inserito in basso a destra con i suoi colori istituzionali, a firma e garanzia del progetto.

Sound Branding identità di marca e shopping experience nell’era della multicanalità

Si parla tanto di shopping experience e marketing emozionale, di come il punto vendita fisico per continuare ad avere successo debba imparare a coinvolgere e attirare il cliente invogliandolo a recarvisi fisicamente invece di acquistare da uno smartphone, nei ritagli di tempo ovunque egli o ella sia. Dunque il layout di un negozio, la scelta dei materiali e dei colori, il servizio, le tecnologie giocano un ruolo. Ma il suono? È uno degli elementi più potenti che influenzano la permanenza in un luogo (“si può decidere di non guardare, ma non di non ascoltare” dice Michele Arnese) ma è spesso trascurato e dato per scontato, come fosse un inevitabile rumore di sottofondo. Eppure influenza la shopping experience, la fruizione dei contenuti e delle aree del negozio ma anche dei prodotti esposti, in modo subliminale spesso ma proprio per questo che difficilmente può essere ignorato.
Anzi il suono (brani musicali noti ma anche pensati ad hoc, e perfino suoni presi dalla quotidianità come la strada o la spiaggia) può essere utilizzato per creare “aree sonore” rivolte a target diversi (divisi per età ad esempio) ma anche prodotti diversi (come può l’enoteca avere la stessa identità sonora della parafarmacia?).

Non solo: in tempi di multicanalità è essenziale che l’identità sonora sia frutto di una strategia complessiva che unifichi in qualche modo tutti i punti di contatto attraverso i quali il consumatore raggiunge il marchio o il retailer: fisico, mobile, pubblicità e social.
Ne abbiamo parlato con Michele Arnese di amp, compagnia basata a Monaco di Baviera che si occupa di Sound Branding, ovvero di identificare per ogni marca o situazione l’identità sonora più incisiva e adatta, e che hatra i suoi clienti Porsche, Triumph, Unicredit ed Erste Bank.
“Il Sound Branding fa parte dell’identità di una marca – spiega Arnese -; ogni marca ha un suono che deriva dalla comunicazione effettuata su tutti i canali, digitali e reali, ma quasi mai è il frutto di una strategia unica e consapevole, quindi varia da canale a canale e non è in linea con quello che sono gli attributi di una marca e con quello che la marca vuole comunicare”.
Come si sceglie il suono di una marca? “Noi lavoriamo con lo stesso processo con cui si lavora per la parte visiva ad esempio per trovare un logo. Facciamo dei workshop con le persone che si occupano di branding e marketing aziendale e lavoriamo sulle caratteristiche della marca e sul suo posizionamento. Abbiamo una metodologia che si basa sugli archetipi umani, quindi cerchiamo di capire come deve parlare il brand dal punto di vista sonoro per raggiungere le persone che vuole raggiungere, dando alla comunicazione l’efficacia emozionale di cui ha bisogno”.

Ma non si tratta solo di questo. Il ritmo della musica ad esempio è bene che cambi a seconda del momento della giornata per seguire il ritmo circadiano degli individui.
“La sound identity è un concetto molto largo, compiliamo le playlist di musica da trasmettere nel comparto retail ma componiamo anche DNA sonori che vengono declinati nei diversi punti di contatto. Ad esempio si crea una melodia principale che diventa un ingrediente delle musiche che sono diverse a seconda del punto di contatto e del contesto”.

 

With YouBeep scanning and checkout is done with an App

Among the many check-out systems sent to the tills, this proposal by a Portuguese start-up, YouBeep, adopted in Portugal by Lidl and Pingo Doce, seems interesting.

Fast check-out has technically been available for many years, and is one of the services most requested by customers today, increasingly less willing to spend time queuing in front of the check-outs. The advantage of YouBeep, which uses a QR code to scan the products purchased, is simplicity. It is activated by downloading the App, registering again via QR code on entering the store, which then allows you to shop and submit the final bill from your smartphone at the checkout, without having to use the store devices, and in a faster way (three times, say the company) compared to an average check-out till. This on the customer side, while on the retailer side it provides much lower costs than an internal system and speed of deployment: no hardware, only a small box to be connected to each standard till.

“Among other things, it has been found that, knowing the amount as you shop, the consumer tends to fill the trolley 8/10% more because, psychologically, he knows exactly how much he will spend, otherwise he tends to buy less out of fear of spending too much” explains David Sobrinho of Xhockware, the company that developed the App, which also obtained an EU contribution.

The app is able to integrate loyalty systems, the store locator, shopping lists, any digital coupons and promotions, and also interactions with social media.

Infographics: Results of the pilot project in Lidl and Pingo Doce in Portugal

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