CLOSE
Home Tags Retail

Tag: Retail

Le calze in lattina e nelle vending machine di 1177 (Calze Ileana)  

 

All’ultima edizione di Ki Best- Retail tour virtuale, organizzato da Kiki Lab, Luca Bondioli, direttore generale Calze Ileana ha presentato il nuovo progetto 1177 dell’azienda produttrice di calze e intimo posizionata nel fashion, che prevede un packaging particolarmente smart e l’ingresso nel canale vending con modalità innovative.

«Per noi era arrivato il momento di cambiare il nostro modello di business- afferma Bondioli – passando dal classico fashion retail al mondo vending, per questo abbiamo deciso di investire in distributori automatici con sistema di pagamento elettronico che simula un e-commerce fisico».

Le calze, di elevata qualità e realizzate con un filato concepito per uso sportivo ad alte prestazioni, sono proposte in lattine: un packaging divertente e innovativo brevettato in tutto il mondo. Entro il 2015 le vending machine installate saranno 8 e, tra i nuovi progetti, anche il copribottiglia termico.

A gennaio con Kiki Lab a New York alla scoperta delle innovazioni nel retail

Prosegue il percorso di Kiki Lab alla scoperta delle innovazioni nel mondo della distribuzione. Come tradizione, il prossimo appuntamento è un tour in una delle capitali della distribuzione innovativa e dove nascono i concept più interessanti, un mix di format, posizionamenti, settori food e non food: New York.

Dal 18 al 20 gennaio infatti, in occasione del Big Show della National Retail Federation, Fabrizio Valente accompagnerà in un tour negli store più interessanti della Grande Mela, dove vedere all’opera e approfondire i concetti chiave del nuovo retail, come la cross-canalità e l’integrazione del digitale nelle attività di vendita. Una prima lista di insegne da visitare c’è già: Whole Foods Market, Uniqlo, Google store, Trader Joe’s, Converse, REI, Warby Parker, BirchBox, Bloomingdale’s, T2 Tea, Macy’s, Duane Reade, Sunglasses Hut, H&M, Le District, Kroger, Cos, ma il programma finale verrà deciso con i partecipanti in base a indicazioni e preferenze. «Il retail tour nei punti vendita di New York consente ai partecipanti di entrare in contatto con catene leader, best performer, concept innovativi, interloquire con i retail manager e confrontarsi tra di loro durante le cene di debriefing», afferma Fabrizio Valente.

Iscrizioni entro il 15 dicembre.

Per maggiori informazioni Elisa Pavignani – 030.22.16.81 – elisa.pavignani@kikilab.it

Omnicanalità e customer experience guideranno la trasformazione digitale nel retail

«Nella trasformazione digitale il retail investe ancora poco e occorrerebbero investienti più consistenti. La buona notizia è che si sta diffondendo una coscienza molto più forte sull fatto che investire in trasformazione digitale è una stretta necessità. Ma i retailer stanno ancora prendendo le misure. La digital transformation è un ripensamento integrale del business model, di che cosa vuol dire vendere e fare retail in un mondo completamente cambiato». Così Umberto Bertelé ha introdotto la presentazione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Dopo sei anni di congiuntura economica negativa, i consumi degli italiani, seppur timidamente, sono tornati a crescere nel 2014. La spesa mensile per le famiglie è aumentata dello 0,7% rispetto al 2013 e il trend positivo dei consumi è confermato anche per il 2015 (+0,8% rispetto al 2014). In termini monetari, però, gli italiani sono tornati al livello di spesa corrente di 11 anni fa. Allo stesso tempo i consumatori italiani sono sempre più connessi e digitali: nel 2015, gli internet user italiani sfiorano quota 38 milioni, in crescita del 3% rispetto al 2014, e i web shopper arrivano a 17,7 milioni, in crescita dell’11% rispetto al 2014.

«Le imprese –  afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano – devono guardare ai profondi cambiamenti avvenuti nei comportamenti degli acquirenti. Investire nella digital transformation è ormai un obbligo per il Retail tradizionale, come per la quasi totalità dei settori dell’economia. Anche se l’interesse nei confronti dell’innovazione non si è ancora tradotto in investimenti adeguati, non mancano interessanti sperimentazioni: un top retailer su due punta all’omnicanalità e uno su tre all’innovazione del punto vendita».

L’Osservatorio ha condotto una survey sui top retailer italiani (primi 300 retailer per fatturato, presenti in Italia con negozi fisici) in cui sono stati indagati sia il livello di adozione di 30 innovazioni digitali nel 2015 (e negli anni precedenti) sia le intenzioni di adozione per il 2016. Le innovazioni digitali sono state classificate in tre categorie: innovazioni nel back-end (processi di interazione retailer-fornitori o processi interni del retailer), innovazioni nella customer experience in punto vendita e innovazioni a supporto dell’omnicanalità.

innovzione digitaleLe innovazioni digitali nel back-end sono quelle su cui si è investito di più e di conseguenza oggi risultano le più consolidate. L’86% del campione ha già digitalizzato almeno una parte dei processi di back-end e completerà il percorso nei prossimi anni. Se concentriamo l’attenzione sul 2015, il 40% dei retailer rispondenti alla survey ha sviluppato un progetto nel back-end. Le innovazioni che hanno catalizzato i maggiori investimenti sono le soluzioni di CRM (18% del campione), i sistemi di business intelligence analytics (21%) per mappare il comportamento dei propri clienti e le soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione (18%).

[Not a valid template]

L’area che più di tutte ha attirato l’attenzione dei retailer è stata quest’anno l’omnicanalità: nel 2015 il 50% dei rispondenti ha investito in innovazioni per interagire con i propri clienti a distanza, e, più nel dettaglio, il 21% ha sviluppato o potenziato il sito informativo, il 22% ha sviluppato o potenziato il sito eCommerce, il 29% ha sviluppato l’App o Mobile site e il 18% ha implementato programmi Social.

Le innovazioni nella customer experience in punto vendita sono state introdotte dal 33% dei rispondenti. Tra quelle più adottate troviamo lo sviluppo o il potenziamento di App o Mobile site con funzionalità in negozio (27%), sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi (18%) e sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita (17%).

«I progetti per il futuro cambiano – afferma Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano – in funzione del comparto merceologico. L’abbigliamento punta soprattutto su soluzioni ‘esperienziali’ all’interno del punto vendita per catturare l’attenzione dei potenziali clienti e fidelizzarli. Oltre il 40% del campione ha dichiarato di voler investire in almeno una delle seguenti innovazioni: digital signage e vetrine intelligenti e interattive, chioschi, totem o touch point, sistemi per l’accettazione di couponing e di loyalty (digitali o Mobile). L’alimentare nel 2015 ha puntato su App o Mobile site informativi da usare a distanza o in negozio e siti eCommerce, mentre nei prossimi anni investirà su sistemi che velocizzeranno il pagamento, come sistemi di cassa evoluti e Mobile POS».

e-Commerce e risposte del retail fisico

L’eCommerce, inteso come la vendita da siti italiani a consumatori italiani e stranieri, nella sola componente di prodotto, ha superato nel 2015 i 7,2 miliardi di euro (in crescita del 28% rispetto al 2014). Tra i comparti di prodotto emergono Abbigliamento (con un peso del 32% sul totale eCommerce) e Informatica ed elettronica di consumo (con il 27%). Nelle vendite eCommerce di prodotto, il peso delle Dot Com è superiore al 70%. I retailer tradizionali, nonostante abbiano nel 61% dei casi sviluppato una propria iniziativa di eCommerce, pesano ancora poco sul valore delle vendite. La convivenza con il canale tradizionale e una scarsa propensione all’innovazione hanno, in passato, rallentato diverse imprese nello sviluppo del canale online. Tuttavia sono diversi i retailer che, in questi ultimi anni, stanno approcciando l’eCommerce in modo più convinto promuovendo non solo un cambiamento tecnologico, ma anche organizzativo e culturale con l’intento di sviluppare una strategia realmente omnicanale.

«Tra i modelli omnicanale più interessanti per i retailer tradizionali – sottolinea Valentina Pontiggia – troviamo il Click&collect. La possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio piace non solo ai retailer, ma anche ai consumatori. Per i clienti finali il Click&collect coniuga, infatti, i principali punti di forza dei canali fisico e online: è possibile, da un lato, accedere ai prezzi e alla gamma dell’online e acquistare in qualsiasi momento (7 giorni su 7, 24 ore al giorno) e, dall’altro, vedere e provare la merce prima di finalizzare l’acquisto. Mentre nell’Abbigliamento e nelle Profumerie il Click&collect è tuttora offerto da una minoranza di retailer (circa il 20% dei siti eCommerce), nell’Alimentare e nell’Informatica ed elettronica di consumo è una pratica molto più diffusa (oltre il 70% delle inziative). Chi ha implementato in maniera convinta il Click&collect, registra oltre il 30% del totale ordini eCommerce attraverso questa modalità».

I retailer medio-piccoli

I retailer medio-piccoli utilizzano l’innovazione digitale per migliorare l’esperienza dei propri consumatori in negozio e per rendere più efficienti i processi di back-end, mentre l’omnicanalità non è ancora una priorità. L’88% dei rispondenti dichiara, infatti, di aver investito in almeno un’innovazione digitale per migliorare la customer experience. 8 rispondenti su 10 pubblicizzano la propria attività commerciale tramite almeno un canale innovativo (sistemi di pubblicità via web, email, Sms o Social Network), 6 su 10 hanno attivato sistemi promozionali (via Sms o con coupon digitali), 3 su 10 hanno adottato sistemi di sales force automation o installato sistemi di cassa evoluti e Mobile POS, 2 su 10 hanno attivato sistemi di loyalty (tramite carta dotata di banda magnetica o codice a barre) e meno di 1 su 10 ha installato chioschi, totem o touch point all’interno del negozio per fornire informazioni aggiuntive ai propri consumatori.

Il 60% dei rispondenti ha abilitato innovazioni a supporto dell’omnicanalità, anche se con un approccio molto timido. 6 rispondenti su 10 sono presenti online con un sito informativo, ma solo 2 su 10 permettono di acquistare online (sito eCommerce) o hanno attivato una presenza sul Mobile (con App o Mobile site).

I progetti di Autogrill: prossimamente Bistrot arriva in autostrada

È una sfida importante, quella di Autogrill: portare il formato Bistrot in Autostrada, ad Arda precisamente. A margine del Ki Best 2015 Retail tour virtuale organizzato da Kiki Lab (vedi l’intervista con Fabrizio Valente), ne parliamo in questa vieointervista con Alessandra Di Gaetano, Group Concept Industrialisation Director del Gruppo Autogrill, leader mondiale nella ristorazione nei luoghi di viaggio e di transito. Il Gruppo ha registrato nei primi nove mesi dell’annuo ricavi per 3.173 milioni di euro, +10,6% vs 2.868,6 milioni di euro dei primi nove mesi 2014 (+1,1% a cambi costanti) con un utile netto a 56,2 milioni di euro (+50,1%) e conferma le previsioni di chiusura con ricavi per 4300-4300 milioni di euro.

«Il settore della ristorazione vive oggi  – dice De Gaetano – una stagione di grandi cambiamenti. Autogrill, da leader del settore, affronta le sfide emergenti dell’alimentazione con l’innovazione, trasformando il modo di fare ristorazione nei canali del viaggio attraverso la valorizzazione delle tradizioni gastronomiche del territorio e il recupero delle pratiche di lavorazione artigianale. Bistrot è una best practice emblematica di questo nuovo approccio del Gruppo». Un approccio che prevede di declinare secondo le formule più idonee le evidenze emerse dai flagship store come Mercato del Duomo e l’innovativo Autogrill di Villoresi Est, nei pressi di Milano.

 

Ki Best 2015: Fabrizio Valente sulle innovazioni nel retail

In questa intervista Fabrizio Valente, fondatore e partner di KiKi Lab ed Ebeltoft Italy, enuclea dalla ricerca Retail Innovations alcune delle tendenze che possono maggiormente influenzare il retail italiano, tenendo presente che, come recita il sottotitolo della ricerca “l’innovazione batte la crisi”.

Dall’analisi dei più interessanti casi internazionali, visitati personalmente, ci tiene a sottolineare Valente, nel corso di viaggi studio che l’hanno portato dagli Stati Uniti alla Svezia, dalla Francia all’India, emergono alcuni concetti chiave, come il fatto che è necessario per il retail andare a intercettare nuove fasce di consumatori-clienti, come ha fatto Wholefoods che attraverso l’adesione a Instacart, un’app per fare la spesa online e ritirarla in store in appositi lockers, ha registrato vendite incrementali di oltre 50 milioni di dollari.

Soprattutto, afferma Valente verso la fine dell’intervista, il cliente non sta cambiando, è già cambiato e il retailer chei non l’ha capito deve adeguarsi rapidamente. Perché corre seri rischi di non farcela.

BC Partners entra in Cigierre (Old Wild West)

I fondi assistiti da BC Partners, società leader del private equity a livello internazionale con fondi assistiti per oltre 12 miliardi di euro, hanno raggiunto un accordo per acquisire una quota di maggioranza in Cigierre, leader Italiano nella ristorazione casual dining, dal fondatore e Amministratore Delegato Marco Di Giusto, L Capital e Paladin Capital Partners. L’operazione è soggetta all’approvazione delle autorità competenti e il closing è atteso per l’inizio 2016.

Fondata nel 1995 a Udine, Cigierre è leader in Italia nello sviluppo di ristoranti tematici a gestione diretta e in franchising, presente sul territorio nazionale con oltre 180 ristoranti e offre cibi di diverse cucine internazionali a prezzi accessibili attraverso vari formati, inclusi le insegne Old Wild West e Wiener Haus.

Cigierre, caratterizzata da una forte politica di espansione sul territorio che prevede l’apertura di circa 25 punti vendita all’anno, ha registrato negli ultimi quattro anni un’importante crescita, aprendo circa 70 nuovi ristoranti e registrando una crescita dei ricavi ed EBITDA pari al 40% annuo.

Nikos Stathopoulos, Managing Partner di BC Partners, ha dichiarato: «Cigierre rappresenta una delle società Italiane a più alto tasso di crescita ed è una delle catene della ristorazione più innovative nel panorama europeo. Siamo lieti di diventare partner del fondatore e Amministratore Delegato, Marco di Giusto, e di supportare il suo management nell’ulteriore espansione dei formati esistenti, così come nello sviluppo e acquisizione di altri formati in Italia e all’estero».

Marco Di Giusto, fondatore e Amministratore Delegato di Cigierre ha così commentato: «Ringrazio i soci uscenti, ed Andrea Ottaviano, che hanno sostenuto lo sviluppo di Cigierre fino ad oggi e do il benvenuto a BC Partners che, forte di una lunga storia di investimenti in Italia e di un eccellente know-how nei settori retail e della ristorazione, sarà il partner ideale per la prossima fase di crescita di Cigierre».

BC Partners opera in Italia da oltre 30 anni. Di recente ha investito nel value fashion retailer leader in Italia OVS – quotato con successo alla Borsa di Milano all’inizio di quest’anno – e ha una forte esperienza nel settore della ristorazione casual dining avendo acquisito Côte Restaurants, una delle catene a più alto tasso di crescita nel Regno Unito.

Appuntamento il 12 novembre con Ki-Best, il Retail tour virtuale di Kiki Lab. InStore è media partner

“Ogni anno visitiamo varie realtà retail internazionali e siamo lieti di condividere gli stimoli raccolti. Quest’ultimo anno abbiamo visitato negozi a New York, Cannes, Stoccolma, Parigi e New Delhi, e  Barcellona. Piazze più famose e meno note insieme, perché la globalizzazione porta a trovare innovazioni e casi di successo ormai in tutti i mercati.” Così scrive Fabrizio Valente sull’ultimo numero i inStore per presentare l’imminente edizione di Ki-Best 2015 – Retail Toru Virtuale, programmato per il 12 Novembre a Milano, di cui inStore è main media partner.

Fabrizio Valente e il team di Kiki Lab approfondiranno l’analisi delle tendenze emergenti e dei casi più innovativi nel mondo del Retail, attraverso un viaggio virtuale in numerose aree visitate nell’ultimo anno, condividendo con i partecipanti gli spunti strategici e operativi, oltre agli highlights del WRC 2015 di Roma.

Guarda la video intervista con un commento a caldo

Schermata 2015-10-15 alle 21.58.31Tra i casi analizzati vi è  Clas Ohlson, la catena svedese che ha trasformato il concetto di negozio brico mixandolo con quello di prossimità.Negozi di media super cie che si danno l’obiettivo di servire i bisogni del quotidiano nel non alimentare, in modo ampio per comprendere accessori, pezzi di ricambio e prodotti particolari come il kit per il test alcolico. Senza dimenticare accessori sfiziosii e colorati, come il frullatore con borraccia per un trasporto e un consumo immediato. Risultati: crescita costante negli ultimi anni  no ad arrivare a quasi 200 negozi in 5 Paesi, incluso Dubai.

Leggi l’articolo completo

I convegni saranno arricchiti da testimonianze aziendali: già confermati per Milano speech di Autogrill e Decathlon e per Brescia di Calze Ileana, Parliamo di thè e Italmark-Gruppo Odolini.

I convegni sono a pagamento. Per informazioni e iscrizioni: 030.221681 – kiki@kikilab.it.

Per il Barometro mondiale dei furti nel retail, in Italia le differenze inventariali costano 5,37 miliardi di euro

Secondo i dati dell’ultima edizione del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail giunto alla 14esima edizione, realizzato da The Smart Cube (TSC), in collaborazione con Ernie Deyle e finanziato da un fondo indipendente di Checkpoint Systems, il costo delle differenze inventariali nel Retail ha raggiunto 93 miliardi di euro a livello globale, vale a dire l’1,23% delle vendite totali che assommano a 750,68 miliardi di euro. Sulla base delle risposte ottenute dagli intervistati comuni, che hanno partecipato ad entrambi i sondaggi del 2013-2014 e 2014–2015, le differenze inventariali globali sono cresciute da 0,94% nel 2013–2014 a 1,42% nel 2014–2015.

Tra le ragioni principali dell’aumento delle differenze inventariali, tra cui la difficile condizione economica, l’elevato tasso di disoccupazione e la scarsa fiducia da parte dei consumatori, insieme all’aumento dei furti interni e/o degli errori nei processi, oltre alle tattiche, in costante proliferazione, messe in atto per compiere i furti esterni.

Le cose vanno un poco meglio in Italia, dove le differenze inventariali nei punti vendita sono state pari all’1,01% del fatturato, pari a circa 2,95 miliardi di euro, in live diminuzione rispetto all’anno precedente. La spesa in investimenti dei retailer per la prevenzione delle perdite sono di poco superiori – l’1,07% del fatturato – e si concentrano sugli strumenti tecnologici, ed una formazione efficace dei dipendenti allo scopo di mantenerli motivati per ridurre i furti.

Schermata 2015-11-05 alle 23.24.45Tra perdite per differenze inventariali e investimenti per combatterli il costo complessivo per il retail italiano è stato, secondo il Barometro, di 5,37 miliardi di euro, cioè 208 euro a famiglia.

IL BAROMETRO MONDIALE DEI FURTI NEL RETAIL 2014-2015

Tra le cause, al primo posto vi è il taccheggio (45%, in diminuzione rispetto all’anno scorso), seguito dai furti dei dipendenti (23%). Particolarmente significativa la quota del 19% delle perdite dovute a errori amministrativi (a livello globale sono il 16%, ma nel Regno Unito sono la causa principale): in assoluto significano quasi 600 milioni di euro che potrebbero essere agevolmente recuperati con lo scambio elettronico dei dati. A seguire le frodi dei fornitori con il 13%.

Soluzioni di prevenzione delle perdite – ItaliaSebbene gli investimenti maggiori si concentrino sui sistemi di sorveglianza elettronica degli articoli e sul personale di sicurezza, si sta investendo sempre più in business intelligence per ottenere maggiori informazioni sui prodotti oggetto di furti e sono in crescita, in particolare nella gdo alimentare gli investimenti per la protezione alla fonte che non si sovrappongono con le diciture di legge in etichetta, segnatamente gli ingredienti e la data di scadenza.

È quanto sta facendo MD, insegna di Lillo Group, che riprendendo un progetto avviato nel 2012, quest’anno ha protetto alla fonte 208 referenze, con l’obiettivo di arrivare a 240-250 nei prossimi mesi, pari al 10% delle referenze totali. Per l’insegna il 40% delle differenze inventariali si riferisce a 500 articoli. Per questo l’intervento di protezione alla fonte studiato con Checkpoint Systems non mira a proteggere il singolo articolo, ma l’assortimento nel suo insieme. L’intervento di protezione alla fonte effettuato dal produttore non comprime i margini del prodotto perché è il retailer stesso che si fa carico di sopportarne il costo (che è allocato al budget della sicurezza e non a quello dei buyer). Il risultato fino a oggi è confortante: le differenze inventariali sono state ridotte del 47%.

 

Lidl Insegna dell’anno 2015-2016. IperCooop per gli ipermercati

Mesi di attesa in cui migliaia di consumatori hanno espresso le proprie preferenze in merito al luogo d’acquisto prediletto e fornito altresì suggerimenti per renderlo ideale. Un sondaggio che ha sancito lo stesso verdetto degli ultimi due anni, con Lidl che per la terza volta consecutiva si è aggiudicato il Premio assoluto di Insegna dell’Anno, l’edizione italiana del prestigioso riconoscimento internazionale noto con il nome di Retailer of the Year, dal 2008 dedicato alle insegne votate dai consumatori.

L’edizione 2015-2016 ha visto anche l’assegnazione del Premio Negozio Web – per la prima volta sotto questo nome – e l’introduzione del Premio Cross Canalità, un nuovo riconoscimento assoluto non suddiviso nelle singole categorie. Nel primo ha trionfato il colosso Amazon mentre nel secondo Kiabi Italia, specializzato nella vendita online.

Sono state ben 27 le categorie sotto la lente d’ingrandimento con 375 insegne valutate, alcune delle quali in corsa su diverse categorie. Kiabi Italia ha monopolizzato la categoria Abbigliamento Donna aggiudicandosi sia il Premio Insegna dell’Anno che il Negozio Web. Nell’uomo invece, Conbipel è stata eletta Insegna dell’Anno, mentre per il web ha avuto la meglio OVS.

Nell’Intimo e Lingerie l’insegna più votata è stata Tezenis, con Yamamay padrone della rete. Bijou Brigitte e Camomilla hanno vinto rispettivamente come Insegna dell’Anno e Negozio Web nella categoria Bigiotteria e accessori donna. Profumeria & Drugstore ha visto trionfare Yves Rocher, specializzata in trattamenti per viso, corpo, capelli e prodotti per il make-up. Per quanto riguarda la categoria delle librerie, Amazon si aggiudica nuovamente il primo posto per il Negozio Web mentre il premio Insegna va ai Mondadori Store.

Grande successo per Ipercoop che, superando l’agguerrita concorrenza di Auchan, Bennet, Carrefour e Ipersimply, si è aggiudicata l’Insegna dell’Anno relativa agli ipermercati. Lidl invece, oltre a confermarsi come vincitore assoluto della manifestazione, ha prevalso su Coop, Esselunga, Eurospin e Tuodì nella categoria Supermercati. Old Wild West ha guadagnato il primato nella ristorazione servita, mentre Burger King ha prevalso su Autogrill, Eataly, McDonald’s e Spizzico in quella veloce.

L’iniziativa di Q&A Research & Consultancy, organizzata in collaborazione con SEIC – Studio Orlandini.

Con le isole Almaverde Bio, Canova testa con Conad un nuovo format di vendita per l’ortofrutta biologica

È partito da qualche settimana con un test in due reparti ortofrutta ad insegna Conad Ipermercato, nei Centri Commerciali Punta di Ferro di Forli’ e Le Befane di Rimini, un progetto innovativo di grande rilevanza per lo sviluppo dei consumi del biologico.

Si tratta di isole dedicate interamente all’ortofrutta biologica, a marchio Almaverde Bio, con vendita assistita e totalmente gestite dalla Società Canova del Gruppo Apofruit, licenziataria esclusiva del marchio Almaverde Bio per l’ortofrutta fresca.

Le isole Almaverde Bio sono aree espositive di circa 20 metri quadri a vendita assistita dei prodotti venduti sfusi in cui si può trovare: l’accoglienza del negozio specializzato, la velocità di acquisto del supermercato e soprattutto i consigli e le promozioni con assaggio dei prodotti di stagione.

isolabella«Siamo molto soddisfatti dei primi risultati – dichiara Ernesto Fornari, Direttore di Canova – le vendite sono in continuo incremento e quello che più sorprende è l’apprezzamento dei clienti per l’ampia scelta di prodotti. Le isole Almaverde Bio presentano, infatti, la più vasta gamma di offerta di ortofrutta biologica esistente sul mercato con oltre 100 referenze che vanno dai prodotti esotici, al Km 0, dalla zucca, allo zenzero, dalla prima alla quarta gamma, alla frutta secca ai legumi e cereali secchi . La scelta del prodotto sfuso inoltre – sottolinea Fornari – asseconda la crescente esigenza dei clienti di evitare gli sprechi ed eliminare, il più possibile, l’immissione di rifiuti nell’ambiente con un effetto positivo sul contenimento dei prezzi di vendita».

Una caratteristica molto apprezzata delle isole Almaverde Bio è la profondità di gamma: l’ampia scelta di prodotti e la declinazione dell’offerta in una gamma completa rendono l’atto di acquisto un piacevole viaggio di conoscenza alla scoperta di novità poco note, di curiosità, di prodotti di nicchia di non facile reperibilità.

«Oggi – conclude Fornari – il consumatore di biologico è sempre più consapevole nella scelta di prodotti che oltre al gusto gli garantiscono contenuti salutistici ed è per questo che abbiamo concentrato il nostro impegno nella offerta di una gamma che possa soddisfare appieno queste esigenze. Nelle isole Almaverde Bio è possibile trovare l’introvabile, con una attenzione speciale per il benessere e la salute dei nostri client».

Il progetto test partito, al momento in due punti vendita in Romagna si trova in sinergia con la scelta di guidare il cliente evoluto e con esigenze alimentari speciali nell’acquisto di prodotti dedicati. È il caso del Conad Ipermercato di Rimini in cui, oltre all’isola Almaverde Bio sono presenti aree ben evidenziate dedicate alla scelta bio, vegetariana, vegan, gluten free in un’ottica di attenzione ai nuovi stili di vita.

Il test, nel breve periodo, potrà ampliarsi sull’intero territorio nazionale offrendo ai consumatori la più vasta scelta di biologico a marchio presente oggi sul mercato, ad un prezzo contenuto.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare