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La customer experience di Adams Fairacre Farms

“Le radici della piccola catena americana Adams Fairacre Farms affondano nei primi anni del ‘900. Accadde, infatti, che, nel 1919, a Poughkeepsie (NY), una piccola, anonima cittadina dello stato di New York affacciata sul grande fiume Hudson, Ralph A. Adams acquistasse 50 acri di terreno agricolo da coltivare a frutta e ortaggi”.

Si apre con queste parole l’articolo che Daniele Tirelli, presidente di Popai dedica sull’ultimo numero di inStore a questa piccola catena  della provincia americana che conta quattro supermercati da 7 mila metri quadrati dove quotidianamente si materializza una customer experience reale ed effettiva fatta di tanti piccoli dettagli e di attenzioni al cliente, fatta di servizi personalizzati e forti legami con il territorio e la comunità locale.

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«Oggi, – prosegue Tirelli – Adams Fairacre Farms è un’azienda com- merciale che occupa 1200 persone, tuttora a conduzione familiare e che gestisce 4 superstore alimentari situati a Poughkeepsie, Kingston, Newburgh, Wappinger. Le aperture si susseguono lentamente dovendo autofinan- ziarsi, ma, pur se in piccolo numero, i suoi store vantano una notorietà superiore all’entità del business.

Un indubbio punto di forza risulta essere, ad esempio, il reparto botanico e vivaistico dedicato al cosiddetto Garden Design.

Del tutto ovvio notare allora che l’insegna, per queste sue origini agricole, ha praticato da sempre un vero km zero. Privilegia dunque i prodotti della zona in cui opera: sia quelli che produce essa stessa o che acquista dai farmers locali di cui documenta l’attività e le qualità”.

Potetee leggere l’articolo integrale, dal titolo Non solo shopping,  nella versione sfogliabile di inStore

Contante addio? Bergamo si candida come prima “Cashless City”

Foto Ingenico

Un accordo tra pubblico, privato e cittadini con un obiettivo chiaro e ben definito: digitalizzare i pagamenti liberandosi del contante, che per il nostro Paese inizia a essere un costo davvero pesante. Partirà il 4 maggio da Bergamo e potrà essere in seguito esteso ad altre città Cashless City, il primo progetto nazionale promosso da CartaSì che, con la cooperazione tra Pubblica Amministrazione e tutti i principali attori del mercato dei pagamenti, vuole ridurre l’uso del contante in un’intera città aumentando l’incidenza dei pagamenti elettronici.

Cashless City vuole dimostrare come, con la collaborazione tra Pubblica Amministrazione, sistema bancario e imprese, è possibile rendere i pagamenti elettronici di uso quotidiano, aumentandone sensibilmente l’incidenza che, in Italia, si attesta al 14,3% contro il 31,8% di Germania, Gran Bretagna, Spagna, Francia, con punte del 46,8% per i “top performers”: Norvegia, Svezia e Finlandia. Un obiettivo che, quando raggiunto, garantirà benefici economici concreti per tutto il Paese, agendo su due direttrici: semplificazione della vita e vantaggi per i cittadini (accessibilità ai servizi, sicurezza, miglior controllo delle spese) e tangibile spinta all’economia (eliminazione dei costi di gestione del contante, trasparenza).

Il coinvolgimento attivo dell’intera città di Bergamo avverrà attraverso gare alimentate dagli acquisti con carte di pagamento: potranno parteciparvi tutti i cittadini titolari di una qualsiasi carta di pagamento e tutti gli esercenti dotati di un POS. Sono previsti sia premi individuali (per cittadini ed esercenti) con meccanismi instant win e con estrazioni settimanali, sia premi collettivi come la realizzazione di opere pubbliche di interesse per tutta la città.

Partecipare è molto semplice: si effettua un acquisto con carta, si fotografa lo scontrino e si carica la foto sulla APP dedicata al progetto (CashLess City). Titolare della carta ed esercente partecipano così all’estrazione dei premi individuali. Alla vincita dei premi collettivi per la città, invece, concorrono tutti i pagamenti effettuati con carte, anche quelli per i quali non si carica la foto dello scontrino sulla app.

“Siamo fiduciosi che i meccanismi di incentivazione previsti dal progetto avranno un’efficacia reale e concreta tra i titolari di carte Visa e gli esercenti che le accettano. Visa Europe crede fermamente nella possibilità di sviluppo del nostro mercato, ancora fortemente contante-centrico ma con grandi prospettive di cambiamento, e l’annuncio di oggi ne è la prova tangibile” ha commentato Davide Steffanini, Direttore Generale di Visa Europe in Italia.

Conad: zero emissioni grazie alla turbina oil free

Conad ribadisce la sua impostazione eco-sostenibile, adottando, prima tra le insegne della GDO –  un’innovativa tecnologia a zero emissioni che consente di produrre freddo a temperature controllate con un notevole risparmio energetico rispetto al passato. Il tutto grazie all’impiego di una speciale turbina “oil-free”, brevetto frutto della ricerca aerospaziale americana.

L’innovativa tecnologia servirà a gestire in maniera ottimale la catena del freddo nel centro logistico di PAC 2000A-Conad a Fiano Romano nel Lazio, tra le maggiori piattaforme distributive d’Europa. Il nuovo impianto di trigenerazione farà risparmiare circa 47 euro all’ora rispetto alle tecnologie tradizionali, con un saving totale all’anno, in termini di energia primaria, superiore a 4.000 MWh e 350 Tep. Il che si traduce in oltre 800 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera.

La novità rispetto alle tecnologie tradizionali, è che il sistema riesce a massimizzare l’efficienza energetica complessiva, con punte oltre l’85 per cento per un funzionamento annuo di oltre 8 mila ore, grazie a un brevetto sviluppato dall’azienda americana Capstone leader mondiale nelle turbine a gas con tecnologia oil free, che consente a una turbina, con un principio di funzionamento simile a quello di un jet aeronautico, di operare senza olio e liquidi lubrificanti al suo interno. Grazie a questa caratteristica, i fumi di scarto della turbina, oltre ad avere tenori di NOx e CO molto bassi, sono puliti per la presenza di un alto contenuto di ossigeno. Le temperature dei gas di scarico consentono di ottenere un vettore termico pregiato per l’alimentazione di gruppi di assorbimento ad ammoniaca.

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Nelle specifico, l’impianto trigenerativo è composto da una turbina da 800 kWe che sfrutta l’energia fornita dal gas metano per produrre allo stesso tempo energia elettrica, utilizzata per tutti gli usi necessari del magazzino e, grazie a un sistema di recupero di calore, acqua surriscaldata da utilizzare come fonte di energia per un sistema di assorbimento ad ammoniaca da 360 kW frigoriferi che produce acqua glicolata a -8°C necessaria per refrigerare il magazzino. Inoltre, dagli esausti della turbina, attraverso un modulo di recupero termico, vengono ricavati ulteriori 240 kW di acqua calda a 65 °C per lavaggi, sbrinamenti Uta (Unità trattamento aria) e la climatizzazione degli uffici.

L’energia elettrica prodotta in eccesso e non auto-consumata potrà essere immessa in rete e venduta attraverso il sistema del “ritiro dedicato” del GSE. Il cogeneratore è comunque in grado di adeguare la produzione di energia al carico richiesto dall’impianto grazie alla facilità di modulare la turbina.

L’applicazione è frutto dell’ingegneria di IBT Group, azienda specializzata in soluzioni per il risparmio energetico e partner esclusivo per l’Italia di Capstone, e Zudek, che ha fornito l’innovativo frigorifero ad assorbimento ad ammoniaca, coadiuvate nello specifico progetto dal gruppo di ingegneria All srl e Smpr.

“Abbiamo deciso di investire nell’innovazione della catena del freddo – spiega Danilo Toppetti, direttore generale di PAC 2000A-Conad – perché desideriamo non solo abbattere le emissioni di CO2 e di gas serra, ma soprattutto ridurre sensibilmente i consumi energetici per permetterci di offrire un maggiore sostegno concreto ai nostri soci imprenditori e tradurlo in risparmi concreti per i nostri clienti. L’auspicio è che Conad, a livello nazionale, possa decidere di applicare questa tecnologia anche ad altri centri distributivi ”.

 

Moda uomo o donna? Selfridges lancia lo spazio “neutro”

Dopo decenni di rigide separazioni tra i “piani”, uomo e donna, arriva la moda “gender neutral”, buona per entrambi i sessi: Selfridges, storici magazzini londinesi, hanno aperto nel primo e più famoso store di Oxford Street uno spazio dedicato a moda e accessori neutri, pragmaticamente chiamato Agender. In tempo di ipergenderizzazione degli abiti e degli oggetti, fin dalla culla, Selfridges guarda avanti, alla generazione dei millennials e propone cinque collezioni unisex proprie e una selezione di 40 brand.

Il  nuovo approccio “genderless” implica un ripensamento degli spazi (on e offline) e dell’ambiente, progettato dalla designer Faye Toogood e sviluppati su tre piani dello store interconnessi. Via i manichini da vetrine e spazi interni, le collezioni sono indossate online da modelli di entrambi i generi. Le collezioni spaziano dallo street wear all’avanguardia all’alta moda, con nomi come Ann Demeulemeester e Comme des Garçons.

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“Con AGENDER non vogliamo seguire un “trend” ma piuttosto approcciare una forma mentale e rispondere a un cambiamento culturale che sta accadendo ora. Esploreremo la relazione tra il genere e il retail nel fisico e nel digitale, e in tutti i nostri punti vendita. Il progetto sarà un test, una sperimentazione sull’idea dei sessi sia per consentire ai nostri clienti di avvicinarsi all’esperienza senza preconcetti sia per noi retailer di spingere aventi l’idea di come si vende e si acquista la moda oggi” spiega Linda Hewson, direttore creativo di Selfridges.

Tecnologie, gli italiani sono pronti all’omnicanalità nel retail

Da una ricerca svolta da Epson su un campione di 5000 consumatori in cinque Paesi (Italia, Regno Unito, Spagna, Francia e Germania) sulle tecnologie in store emergono interessanti considerazioni sul comportamento delle persone e disegna le linee di sviluppo del punto vendita del futuro.

Omnicanalità, supply chain integrata, pagamenti in mobilità, personalizzazione, fidelizzazione e interattività spinta sono i temi chiave che i consumatori individuano per valutare favorevolmente la loro esperienza d’acquisto.

Camillo Radaelli
Camillo Redaelli, Sales Manager Business Systems, Epson Italia

«Le sfide che il retail deve affrontare – annota Camillo Readaelli, Sales manager business systems di Epson – sono la formazione del personale che si relaziona con i clienti, una disponibilità adeguata di tecnologia, garantire un buon grado di autonomia ai clienti nel punto vendita ed eliminare la coda alle casse».

Ognuna di queste aree di lavoro è infatti individuata dagli intervistati come decisive nella loro esperienza d’acquisto. E non prenderle in considerazione mette a rischio il business.

Elemento più critico, da questo punto di vista, è la coda alle casse, poiché è uno dei principali motivi di rinuncia all’acquisto (30% degli italiani), soprattutto se il prodotto costa poco e non è stato dedicato troppo tempo alla sua scelta (il 42% dei consumatori europei e il 28% degli italiani). Più cresce il valore del prodotto e più lungo è stato il processo di acquisto, più si è disposti ad attendere alla cassa (in questo gli italiani sono più pazienti degli europei, il 45% contro il 28%).

slide16Il 56% degli intervistati (il 63% degli italiani) ha indicato velocità dei pagamenti e assenza di lunghe code alle casse come uno tra i principali fattori che hanno un impatto positivo sull’immagine del marchio, preceduto soltanto dalla competenza degli addetti alle vendite (al primo posto, con il 59% di risposte). Seguono, nell’ordine, la presenza in negozio di postazioni self service per ricerche e ordini a pari merito con un’identica qualità di esperienza d’acquisto sia online sia in negozio, la possibilità di pagare gli articoli agli addetti anche lontano dalle casse, la personalizzazione dell’esperienza d’acquisto, la velocità del servizio, la possibilità di effettuare i pagamenti in modalità self service e addetti alle vendite dotati di dispositivi mobili per ricercare la disponibilità a magazzino dei prodotti.

Per il solo campione italiano, ai primi 3 posti vi sono invece nell’ordine: postazioni self service per ricerche e ordini, pagamenti rapidi senza coda alle casse e addetti alle vendite competenti.

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La ricerca mette in luce anche la predisposizione dei consumatori alle tecnologie e rileva che l’esperienza omnichannel ha una grande influenza sul giudizio complessivo sul brand: così infatti si esprime il 66% degli italiani, contro il 45% degli europei. In questa dinamica tra online e punto vendita sta il vero segreto per guadagnarsi il favore del consumatore. Che se ritiene l’esperienza online più divertente (92%), più conveniente (82%) e più comoda (75%), a favore del punto vendita gioca la possibilità di vedere e toccare il prodotto (77%), la sua disponibilità immediata (67%) e in misura inferiore l’abitudine e l’esperienza più personalizzata (37%).

In questo quadro non stupisce che il 66% degli italiani chieda a gran voce di disporre di modalità di pagamento in mobilità presso il negozio, in misura decisamente superiore rispetto per esempio a Germania e UK, dove, rispettivamente, solo il 30% e 32% sembra preoccuparsene. Le motivazioni dei fautori dei mobile payment sono, nell’ordine: maggiore rapidità nel pagare l’acquisto, meno coda, eliminazione dei contanti, maggiore semplicità e comodità. Chi invece non vuole questo tipo di funzionalità, non è interessato principalmente per preoccupazioni relative alla sicurezza (soprattutto i tedeschi).

Anche nei confronti delle promozioni e delle offerte personalizzate il 90% del campione italiano dichiara di apprezzarle; l’89% (rispetto al 72% della media europea) vede con favore promo personalizzati; il 70% (rispetto al 58% medio europeo) valuta positivamente un’esperienza di shopping personalizzata in tutti i suoi aspetti, in particolare il segmento di intervistati under 30 e quello con maggiore potere di spesa.

La maggioranza dei consumatori europei ritiene inoltre molto o abbastanza importante poter ricevere buoni sconto stampati ad hoc quando fa acquisti in un negozio. Al primo posto (65%) sono i coupon dei negozi di alimentari, seguiti da quelli delle grandi catene di beni di consumo (61%), dei negozi di elettrodomestici/gadget elettronici (60%), di ristoranti e bar (53%), di beni di lusso (54%). I coupon sconto personalizzati spingono il 18% del campione europeo (il 25% di quello italiano) a ritornare sicuramente in quel negozio e aumentano la probabilità per un ulteriore 39%.

In definitiva, nei confronti della tecnologia in store vi è una propensione molto pragmatica da parte degli italiani, ancor più che gli europei: ampia disponibilità ma deve essere in grado di semplificare, velocizzare e migliorare l’esperienza d’acquisto. I benefici evidenziati dal campione sono, in particolare: miglioramento del servizio al cliente (57% del campione globale, 56% gli italiani); velocizzazione della procedura di pagamento e meno attesa in coda (57% gli italiani contro il 53% complessivo); maggior comodità e migliore esperienza d’acquisto (38%gli italiani contro 33%). Appena 1 intervistato su 10 mostra una certa diffidenza verso strumenti tecnologici presenti in negozio.


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E anche su punto vendita del futuro gli intervistati hanno le idee chiare.

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Google apre il primo store a Londra

Creare una shopping experience, promuovere i proprio prodotti, smartphone e tablet Android e i portatili Cromebook in primis, ma anche naturalmente il brand: è questo il senso dell’apertura del primo Google store aperto mercoledì scorso a Londra. Per fare questo il negozio di Tottenham Court Road, aperto all’interno di Curry’s PC World catena di elettronica di consumo britannica. “La velocità di innovazione dei dispositivi che usiamo è incredibile ma il modo in cui li compriamo è rimasto lo stesso per anni. Con il Google Shop vogliamo dare alle persone un posto dove possano giocare, sperimentare e conoscere tutto quello che Google ha da offrire” ha detto il direttore marketing UK di Google James Elias. Navigare su Google Earth su schermo gigante, creare il proprio doodle con una bomboletta spray digitale, ma anche partecipare a corsi e dimostrazioni e sperimentare una full immersion nei prodotti Google è ciò che si può fare nello store. Un investimento in immagine e pubblicità essenzialmente perché secondo il Wall Street Journal il gigante di Mountain View non guadagnerà nulla dalle vendite del negozio, che andranno invece al “padrone di casa” Curry’s. Sono previste entro il 2015 altre due negozi simili, a Londra e nell’Essex. Nel video una visita al negozio dell’IBTimes https://youtu.be/yNOagbhYqhU

A Thinking Retail (Parigi 19 marzo) si discute di lusso, fashion, retail nell’era multicanale

La gestione degli assortimenti ‘customer driven’ è al centro di Thinking Retail, evento europeo dedicato al lusso, alla moda e al retail specializzato, che si svolgerà a Parigi il 19 marzo. In particolare a tenere banco è come l’integrazione dei processi di pianificazione, PLM e supply chain aiuti i retailer a rispondere alla domanda del consumatore ‘multicanale’, a definire assortimenti efficaci e a ottimizzare le scorte.

Organizzato da TXT Retail, leader nelle soluzioni di pianificazione end-to-end, il simposio annovera tra i relatori della giornata, retailer del calibro di Adidas, Miroglio, Pandora e Sephora, leader nei settori degli articoli sportivi, del fast fashion, della gioielleria e della cosmetica.

L’evento è realizzato in collaborazione con Microsoft, partner di lungo corso di TXT, e con le società di consulenza Viseo e PricewaterhouseCoopers. Tra i relatori, George Lawrie, Vice President e Principal Analyst di Forrester terrà il discorso di apertura, nel quale analizzerà le attuali tendenze nella pianificazione degli assortimenti. Supportato da casi reali e ricerche di mercato, l’analista fornirà al pubblico in sala i modelli e i parametri di riferimento per valutare il grado di maturità della propria organizzazione e le azioni da intraprendere per ottimizzare la pianificazione multicanale.

«La pianificazione multicanale ha generato nuove sfide per i retailer e richiede nuovi modelli di business, nuove regole, nuove tecnologie di supporto», afferma Peter Charness, Chief Marketing Officer di TXT Retail. «Discuteremo come l’integrazione end-to-end della pianificazione, del merchandising, del design e degli acquisti consenta ai retailer una migliore comprensione della domanda su tutti i canali, insieme alla capacità di trasferire questa conoscenza a monte, ad ogni funzione aziendale. Che si tratti di innovazione, di assortimenti o di gestione del magazzino, il risultato sono decisioni più rapide ed efficaci».

Esselunga apre il suo 150° superstore

Esselunga tocca quota 150 con l’inaugurazione del nuovo superstore di via Adriano a Milano: il negozio, con 4400 metri quadrati di superficie di vendita, è dotato di un ampio parcheggio coperto in grado di ospitare oltre 760 autoveicoli e altri 260 all’aperto su spazi pubblici.

Nella realizzazione del superstore, Esselunga ha mantenuto e ristrutturato il rifugio antiaereo che venne utilizzato, nella seconda guerra mondiale, dai dipendenti della Magneti Marelli.

All’interno del nuovo negozio sono impegnati oltre 150 dipendenti, di cui 45 neoassunti avviati al lavoro attraverso il programma di selezione e formazione interno.

L’Esselunga di via Adriano, prima novità del 2015, è il 29° punto vendita nella città di Milano. Dopo le aperture, nel 2014, di Calco (Lc), Aprilia (Lt), Milano Porta Vittoria, Novara, Prato, Parma, Saronno (Va), Firenze Galluzzo e Marlia (Lu), prosegue il piano di sviluppo previsto per il biennio 2014-2015.

I clienti disporranno di tutti i reparti che hanno contribuito al successo del marchio Esselunga: la frutta e verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 450 prodotti, la pescheria con personale dedicato che offre pesce fresco già pulito, la macelleria, la gastronomia e un’enoteca con una selezione di oltre 700 etichette. In via Adriano apre anche il 109° forno di Esselunga: panettieri specializzati, formati dalla “scuola dei mestieri” interna, offriranno ai clienti 18 varietà di pane fresco sfornato di continuo durante l’intero arco della giornata.

Oggi si inaugura in via Adriano anche il bar Atlantic, una realtà consolidata nel campo della ristorazione presente in 72 negozi Esselunga.

Alle casse la tecnologia applicata da Esselunga per snellire e gestire in autonomia la spesa prevede moderne casse self-scanning e self-payment con utilizzo di lettore.

 

La cassa è mobile e approda sull’i-Pad

Sarà questo l’anno dei pagamenti da smartphone? Di certo all’ultimo Mobile World Congress di Barcellona il mobile payment è stato l’argomento più dibattuto, con nuove soluzioni presentate dai maggiori player. Nell’ultimo anno anche in Italia – complice la legge che obbliga esercenti e professionisti dal luglio 2014 ad accettare pagamenti digitali sopra i 30 euro – c’è stata un’esplosione di mobile POS: oltre 45mila in sei mesi. Ma a cosa servono queste casse mobili, che possono anche essere installate su smartphone o tablet? A saltare le code nei momenti di punta (ad esempio al sabato in un negozio di elettronica), o a consentire al commesso (tipicamente nei negozi di abbigliamento) di mostrare nuovi prodotti o informazioni aggiuntive sul tablet stesso, e concludere l’acquisto in un’unica sessione. Sembra anche la soluzione ideale per i temporary store, e consente di “sganciare” la vendita da un luogo preciso, portandola fuori dal punto vendita in occasione di eventi particolari.

Il video mostra la soluzione cloud-based Vend utilizzata lo scorso Natale dal temporary store londinese di Etsy.com, aggregatore di retailer online.

A Edeka e Kiabi il Retail Technology Award Europe grazie a soluzioni Wincor Nixdorf

EHI Retail Institute assegna i premi Retail Technology Awards Europe alle soluzioni It più innovative nel retail in quattro categorie: Best Instore Solution, Best Enterprise Solution, Best Customer Experience e, per la prima volta dal 2015, Best Multichannel Solution.

Quest’anno i premi sono stati assegnati nel corso di EuroCis che si è svolta a Düsseldorf a fine febbraio.

Il premio Best Multichannel Solution è stato assegnato alla catena di abbigliamento francese Kiabi, che conta oltre 450 negozi in Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Marocco e Russia. Kiabi è un’organizzazione multicanale che offre ai clienti un’esperienza di acquisto perfettamente integrata su tutti i canali di vendita. Ad esempio, i clienti possono recarsi in un negozio per ritirare, cambiare o restituire articoli ordinati sul sito web di Kiabi, oppure possono ordinare gli articoli all’interno del negozio attraverso uno dei totem installati nei punti vendita. L’esperienza di acquisto viene garantita in parte anche dalle apparecchiature fornite agli addetti di Kiabi per accedere ai pagamenti dei clienti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Wincor Nixdorf è stata scelta da Kiabi come partner IT per l’implementazione di questo progetto multicanale. Il software TP.net 4.5 è stato installato su circa 3.200 postazioni cassa di Kiabi, integrando i canali online e offline della catena di abbigliamento, soddisfacendo tutti i requisiti del cliente in termini di funzionalità, architettura e internazionalizzazione dell’attività di vendita multicanale. In particolare, TP.net assicura un flusso di dati costante fra le vendite e il merchandising, offrendo ad esempio la possibilità di coordinare i processi di ordine e la disponibilità degli articoli su tutti i canali. Inoltre, le postazioni di cassa fisse nei negozi Kiabi sono collegate a diversi applicativi mobili su dispositivi iOS e Android e, inoltre, è stata realizzata l’integrazione di periferiche POS nei processi mobili.

La categoria Best Enterprise Solution premia i progetti che hanno contribuito a un miglioramento significativo dell’efficienza di un’azienda attraverso l’implementazione di tecnologie e sistemi innovativi. Il vincitore di quest’anno è stato Edeka Group. La consociata IT di Edeka, Lunar GmbH, è stata incaricata di ottimizzare i processi operativi del gruppo a livello di commercio al dettaglio, commercio all’ingrosso e sede centrale; uno degli obiettivi era garantire l’efficienza dei processi alla cassa. Come partner IT di Lunar, Wincor Nixdorf ha lavorato a stretto contatto con l’azienda per sviluppare uno strumento di simulazione della cassa che sfrutta i dati reali del POS per ricostruire, sReimulare e analizzare i processi di cassi su un computer. Nella simulazione confluiscono tutte le variabili rilevanti, dalla composizione della clientela ai volumi di merce acquistata, dai processi di scannerizzazione alla gestione del contante. La simulazione consente di prevedere il tasso di utilizzo delle casse, la loro capacità produttiva e persino i tempi di attesa per i clienti. Confrontando quindi i diversi sistemi di gestione delle casse (casse presidiate da personale, casse self-service, casse mobili e scanner a tunnel) è possibile stabilire quali infrastrutture e tecnologie offrono la maggiore efficacia e meglio supportano la strategia del retailer. Il Gruppo Edeka sfrutta questo strumento di simulazione per prendere decisioni sui sistemi di pagamento fondate su dati concreti e sulla situazione specifica di ciascun mercato.

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