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Tesco combatte lo spreco in tutti i pdv con il cloud, dalla fattoria alla tavola

È realmente “from farm to fork”, dalla produzione all’utente finale, il progetto, ambizioso, di Tesco, una delle Bìg Four, le maggiori catene della Gdo britannica, per combattere lo spreco lungo tutta la filiera. Il mezzo è il cloud, una piattaforma integrata che si chiama FareShare FoodCloud e che promette di realizzare milioni di pasti con le eccedenze dei supermercati della catena e il tramite delle associazioni benefiche. Tesco pensa di mettere in rete tutti i suoi punti vendita entro la fine del 2017.

Community Food Connection with FareShare FoodCloud funziona così: alla fine della giornata i responsabili di ogni punto vendita contattano l’associazione di riferimento che conferma se e quanto cibo verrà a ritirare, per poi trasformarlo in pasti per chi ha più bisogno. Ma la novità, oltre alla copertura nazionale, è anche il fatto che con lo stesso sistema, un’app, anche il consumatore finale può abbracciare il progetto donando le proprie eccedenze (che valgono oltre la metà del cibo sprecato).

La legge anti-spreco arriva alla Camera. Obiettivo: ridurre le eccedenze in tutta la filiera

Dopo la Francia, l’Italia. Anzi prima, secondo alcuni. La proposta di legge infatti che approda oggi alla Camera ha un obiettivo: ridurre gli sprechi nella produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari o di altri prodotti, e in particolare favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, in via prioritaria ai fini dell’utilizzo umano. Ma non è la prima che ha favorito il recupero perché in questo almeno una volta il Bel Paese è stato pionieristico:  è di 12 anni fa infatti la legge 155-2003 detta “del Buon Samaritano” che facilita la donazione rendendo i donatori responsabili solo nei confronti dello stato degli alimenti consegnati all’organizzazione non profit cui vengono donati gli alimenti, sollevandoli da ogni responsabilità legale rispetto a ciò che succede (trasporto, conservazione) dopo aver affidato l’alimento per il riutilizzo. Semplice, ma efficace. Un primo passo.

Ora si cerca di andare oltre. Lo scopo del nuovo progetto di legge è quello di incentivare il recupero di quei prodotti alimentari adatti al consumo ma invenduti o non idonei alla commercializzazione per vari motivi (dalla confezione danneggiata alle “imperfezioni estetiche” nel caso di frutta e verdura, alla vicinanza della data di scadenza) semplificando le procedure burocratiche e rendendo non solo più semplice, ma in qualche modo più conveniente donare piuttosto che gettare via.

Secondo Banco Alimentare, la principale organizzazione che in Italia si occupa di recuperare e destinare agli indigenti le eccedenze alimentari (dall’inizio de 2016 ne ha “salvate” oltre 16mila tonnellate), ogni anno finiscono nella spazzatura 5,1 milioni di tonnellate di cibo (per un valore di quasi 13 miliardi di euro), e più della metà (il 53%) è ancora adatto al consumo umano. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, in Italia il 58,1% degli sprechi alimentari va imputato agli attori economici della filiera contro il 41,9% che è dovuto ai consumatori. Escluso il consumo domestico, la distribuzione è responsabile per il 22,3% dell’eccedenza contro il 66,5% della produzione, il 6% della ristorazione e il 5,2% della trasformazione.

Con la proposta di legge “Puntiamo a far crescere – ha commentato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina – la consapevolezza nei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, e a semplificare le donazioni per le aziende e per la prima volta anche per l’agricoltura si disegna un ruolo da protagonista, attraverso le donazioni dirette agli indigenti. Sotto questo versante l’Italia rappresenta già una buona pratica a livello internazionale: ogni anno recuperiamo 550mila tonnellate di eccedenza in tutta la filiera. Nel 2016 vogliamo arrivare a 1 milione”.

La proposta di legge prende in considerazione anche i prodotti farmaceutici ed altri articoli, proponendo meccanismi che ne favoriscano il recupero a fini di solidarietà sociale.

Scalpore aveva fatto l’anno scorso l’approvazione della legge anti-spreco francese, che obbliga i supermercati di oltre 400 metri quadrati a recuperare le eccedenze attraverso donazioni, destinando l’invenduto all’alimentazione animale o ad usi agricoli come compost o per il recupero di energia.

Secondo Una buona Occasione le cause principali dello spreco nella Gdo sono le imperfezioni estetiche dei prodotti agroalimentari, gli accordi di ritiro presi dall’industria alimentare dei prodotti rimasti invenduti nei supermercati, la pratica di mantenere scaffali traboccanti di merci fino a fine giornata, i packaging “scaduti” (perché riportano concorsi o promozioni terminate), e il ritiro dagli scaffali della merce in anticipo rispetto alla scadenza (i consumatori tendono ad evitarne l’acquisto).

Per quanto riguarda le iniziative “spontanee” delle catene della Gdo invece leggi Lotta allo spreco e Gdo: cosa stanno facendo le insegne in Europa.

Illy premiata World’s Most Ethical Company da Ethisphere Institute

Per il quarto anno consecutivo Illy ha ottenuto il riconoscimento tra le 2016 World’s Most Ethical Company da Ethisphere Institute. La società è una delle quattro aziende premiate nella categoria Alimenti, Bevande e Agricoltura per il 2016, ed è la sola azienda italiana della prestigiosa “lista”.

Il riconoscimento conferito da Ethisphere, giunto alla decima edizione, ha come scopo di redigere la lista delle aziende più etiche al mondo, inserendovi le società che trasformano i propri principi in azioni, in cui la fiducia è parte integrante del DNA aziendale, favorendo la creazione di nuovi standard di settore, introducendo oggi le best practices di domani.

“Essere nominata da Ethisphere come World’s Most Ethical Company per il quarto anno consecutivo è un onore, ed è il riconoscimento formale dell’impegno costante di illy verso i suoi stakeholder lungo tutta la catena del valore, dai coltivatori ai clienti – afferma Andrea Illy, Presidente e CEO di illycaffè – . Il perseguimento dei più alti standard etici è al centro dei nostri valori e del nostro modello operativo e ha dato avvio ad un circolo virtuoso essenziale per realizzare il nostro sogno di offrire il caffè migliore al mondo.”
Dalla fine degli anni Ottanta illycaffè ha messo a punto un sistema di relazioni dirette con i propri fornitori basato su tre pilastri:

• Selezionare e lavorare direttamente con i migliori produttori di caffè Arabica, sviluppando con loro un rapporto diretto, duraturo e reciprocamente proficuo
• trasferire a questi coltivatori, attraverso l’Università del Caffè e il lavoro quotidiano sul campo di agronomi specializzati, tutte quelle conoscenze maturate in ottant’anni di storia d’impresa e di ricerca necessarie per raggiungere i picchi d’eccellenza richiesti dagli standard illy;
• acquistare le produzioni migliori dai coltivatori, pagando loro prezzi superiori a quelli di mercato per premiare la qualità prodotta e stimolare il miglioramento continuo.

“Le società si affidano a Ethisphere per misurare e accrescere i propri standard di comportamento. Le aziende che si dimostrano leader in aree quali la cittadinanza d’impresa, l’integrità e la trasparenza creano maggior valore per gli investitori, le comunità, i clienti e i dipendenti, consolidando un vantaggio commerciale sostenibile” spiega Timothy Erblich, Chief Executive Officer di Ethisphere.
La valutazione di World’s Best Ethical Company si basa sul Quoziente Etico dell’Istituto, che offre un approccio quantitativo alla valutazione della performance delle società in modo oggettivo, coerente e standardizzato. Le informazioni raccolte offrono un campionario completo di criteri che definiscono le competenze di base, piuttosto che tutti gli aspetti di gestione aziendale, rischio, sostenibilità, conformità ed etica. I punteggi sono elaborati in cinque categorie principali: programma di etica e conformità (35%), cittadinanza d’impresa e responsabilità sociale (20%), cultura dell’etica (20%), governance (15%) e leadership, innovazione e reputazione (10%), e sono forniti a tutte le aziende che partecipano a questo processo.

Fairtrade: superati i 100 milioni di euro di premi per i produttori

Per la prima volta è stata superata la “soglia psicologica” (ma in realtà molto concreta e reale) dei 100 milioni di euro di premio aggiuntivo per i produttori agricoli
Fairtrade. Lo rivela la settima edizione del report annuale “Monitoring the scope and the benefits of Fairtrade”, la fotografia più ampia e dettagliata a disposizione sull’impatto per i produttori agricoli del circuito del commercio equo certificato, relativa all’anno 2014, frutto dell’attività di monitoraggio e valutazione interna a Fairtrade International.

Sono 1,65 milioni gli agricoltori, lavoratori e produttori parte del sistema Fairtrade (+9% di nuovi produttori rispetto all’anno precedente, in prevalenza in Africa e Medio Oriente) che insieme generano un fatturato annuale di oltre 900 milioni di euro (+1%). Il Fairtrade Premium, che è il margine di guadagno aggiuntivo da investire in progetti di sviluppo sociale ed economico, ha superato per la prima volta i 100 milioni di euro, che sono stati impiegati dagli stessi produttori in programmi di educazione, assistenza sanitaria e miglioramenti tecnici e infrastrutturali. A dimostrazione che non solo crescono i “numeri” del commercio equo e solidale (nel 2014 sono stati spesi in prodotti certificati 5,9 miliardi di euro nel mondo con un incremento del 10% sull’anno precedente), ma anche l’impatto sulle comunità locali.

“Il report fornisce un quadro globale dettagliato di cosa è oggi Fairtrade e dimostra chiaramente come il nostro lavoro – e quello di molti altri operatori del commercio equo – debba crescere ulteriormente e intensificarsi, al fine di generare un impatto sempre maggiore in futuro” dice Marike de Peña, presidente di Fairtrade International.

A livello mondiale il fatturato 2014 dei prodotti del commercio equo si è chiuso con un + 1% rispetto al 2013 – con il comparto delle banane che ha ottenuto risultati migliori – registrando una crescita dei ricavi pari al 18%. L’80 per cento degli agricoltori Fairtrade lavora su terreni agricoli grandi 1,4 ettari.

“Il merito di questo report è quello di mostrarci dove stiamo ottenendo buoni risultati e quali sono le sfide da individuare e superare” spiega Arisbe Mendoza, Monitoring Evaluation and Learning manager di Fairtrade.

 

Donne e violenza: l’impegno di Conad perché l’8 marzo non sia solo una data

Donne e violenza: un binomio che troppo spesso assurge agli “onori” della cronaca.  Sono infatti 6 milioni e 788 mila le donne che hanno subito nel corso della loro vita qualche forma di violenza fisica o sessuale.

Secondo l’Istat, infatti, una donna su tre con un’età compresa tra i 16 e i 70 anni continua a subire violenze e una su dieci le subisce prima dei 16 anni. Il 20,2 per cento è stato vittima di violenza fisica, il 21 per cento di violenza sessuale, il 5,4 per cento di forme più gravi di abusi come stupri (652 mila casi) e tentati stupri (746 mila). Poi ci sono le molestie, di cui in tre casi su quattro i responsabili rimangono sconosciuti.

La scelta di Conad
Da anni Conad è impegnato a fare sì che la ricorrenza dell’8 marzo non si limiti alla sterile celebrazione di una data. Perciò dà continuità al sostegno delle donne vittima di violenza e lancia una nuova campagna per contribuire a sostenere in modo concreto l’associazione D.i.Re – Donne in rete contro la violenza e gli oltre 70 centri antiviolenza presenti su tutto il territorio nazionale.
Lo scorso anno, con la vendita dei braccialetti confezionati nelle carceri femminili, Conad ha devoluto alla stessa associazione 90 mila euro per la formazione di nuove operatrici e volontarie, oltre che per azioni di sensibilizzazione e prevenzione della violenza contro le donne.

Locandina_FESTAdellaDonna_BASSA

Dal 3 marzo, in tutti i punti di vendita Conad sono in vendita, al prezzo di 2 euro, 350 mila braccialetti realizzati in esclusiva dall’azienda orafa Unoaerre in corda e con un ciondolo in quattro forme: hashtag, margherita, cuore e figura femminile. La lunghezza del cordone consente di indossarlo anche come collana. Parte del ricavato sarà devoluto all’associazione D.i.Re per la lotta e la prevenzione di ogni forma di violenza.

«È un impegno solidale alle donne che hanno subito violenza e che traduce in azioni concrete lo stretto rapporto e il dialogo che abbiamo con le comunità in seno alle quali operiamo», sottolinea l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «Il nostro otto marzo non è fatto solo di mimosa, ma anche di una forte sensibilità alla condizione femminile e, soprattutto, alla condizione di quelle donne che faticano ad uscire dal silenzio e dalla rassegnazione. Sosteniamo l’associazione D.i.Re, avendo la certezza che saremo seguiti da tanti clienti sensibili a questo delicato tema e sempre disposti a seguirci nelle iniziative che hanno un forte impatto sociale. La violenza maschile sulle donne è ormai radicata nella nostra società, ma non per questo dobbiamo considerarla impossibile da contrastare».

L’associazione

D.i.Re – Donne in rete contro la violenza è stata costituita nel 2008, ed è la prima associazione italiana di centri antiviolenza non istituzionali e gestiti da associazioni di donne che affronta il tema della violenza maschile sulle donne secondo l’ottica della differenza di genere, collocando le radici di tale violenza nella ancora attuale disparità di potere tra uomini e donne nei diversi ambiti sociali. D.i.Re aiuta le donne che hanno subito violenza a superare il loro dramma personale grazie all’accoglienza telefonica, ai colloqui personali, all’ospitalità in case rifugio e a numerosi altri servizi messi a loro disposizione.
«La rete nazionale dei Centri Antiviolenza D.i.Re ogni giorno accoglie e sostiene le donne che vogliono sottrarsi alla violenza maschile e ricostruire la loro vita, spesso insieme alle figlie e ai figli», afferma la presidente dell’Associazione D.i.Re – Donne in rete contro la violenza Titti Carrano. «I proventi della campagna di Conad anche quest’anno saranno investiti in formazione e in sostegno ai Centri Antiviolenza. Siamo orgogliose della collaborazione con Conad, perché rappresenta un’occasione preziosa di reciproca visibilità e di sensibilizzazione di un vasto pubblico su questo tema. Insieme possiamo dare forza a tutte le donne e contribuire alla loro libertà».

Aeria UP Open: isole refrigerate d’impatto per stimolare il processo d’acquisto

Aeria UP Open: nasce un’inedita soluzione che arricchisce la RevUP Family di banchi semiverticali positivi aperti, ideali per enfatizzare l’esposizione dei prodotti sia di alta gamma che in promozione. Aeria UP, by Costan,  disponibile in versione Open e Closed, si inserisce – grazie alla RevUP Technology –  all’interno di qualsiasi contesto espositivo, dagli ipermercati ai convenience store.

Uno dei plus di Aeria UP è quello di creare isole refrigerate d’impatto all’ingresso del punto vendita o nelle corsie centrali e di stimolare così i processi d’acquisto. Un vantaggio importante per i retailer messi, così, nelle condizioni di focalizzare l’attenzione dei consumatori sulle nuove referenze e gli articoli in promozione e di aumentare i volumi delle vendite.

Versatile, elegante, essenziale e green (da sottolineare l’abbattimento dei consumi energetici fino al 65% rispetto ad un mobile semiverticale aperto tradizionale), Aeria UP è disponibile in tre modelli: Compact, Narrow, Large.

Da ricordare, infine, la grande cura dei dettagli e l’illuminazone ottenuta con soluzioni LED Advance e LED Value, integrabili alla cornice, ai montanti, alla vasca ed ai ripiani del banco, per una distribuzione più uniforme della luce, che minimizza le zone d’ombra sulle referenze.

 

William Pagani, Group Marketing Director di Epta commenta: “Costan grazie ad Aeria UP Open della RevUP Family è in grado di rendere ancor più efficace la relazione consumatore-referenza-punto vendita, considerata dagli studiosi del settore una risorsa strategica per garantire il successo dei Retailer. Valorizzare il layout del reparto food, con arredi refrigerati dall’elevata valenza estetica, è infatti un elemento di fondamentale importanza per migliorare la comunicazione con i Clienti, stimolare i processi di acquisto e fidelizzare il loro rapporto con l’Insegna.”

Ecco la nuova shopper eco e chic di U2 Supermercato

È arrivata nei supermercati Unes dell’insegna U2 Supermercato la nuova eco shopper in tessuto non tessuto che per questa stagione sfoggerà un brillante Rosso Fiesta, un mix tra il fragola e il rosso. Firmata ECO U!, la nuova edizione della borsa in tessuto non tessuto, che si rinnova al variare di ogni stagione, sarà in vendita a partire da oggi 16 febbraio 2016 in tutti i punti vendita U2 Supermercato riportando il messaggio: “Be Eco – Be Cool!”.
Sul retro della borsa la parola U!nique ha una duplice valenza: è un messaggio per sottolineare l’unicità sia delle borse TNT di U2 Supermercato, sempre diverse e divertenti, che di chi le sceglie, dimostrando la sua Eco-logicità.
La borsa, riutilizzabile, è in vendita al prezzo di 0,50 euro.
La creazione di una linea di borse in tessuto non tessuto, con tre edizioni annuali, rientra nel progetto di U2 Supermercato volto a stimolare costantemente la clientela ad adottare comportamenti ECO-attenti, a renderli dunque partecipi alla filosofia dell’insegna, nell’ambito della quale l’attenzione all’ambiente ricopre un ruolo di fondamentale importanz

Top Employers Italia 2016: anche Heineken tra le aziende virtuose

Top Employers Italia 2016: anche Heineken Italia conquista la certificazione perché ha dimostrato il proprio impegno nel campo delle Risorse Umane e specificatamente nella crescita e sviluppo delle proprie persone.

HEINEKEN ha ottenuto anche la prestigiosa Certificazione Top Employers Europe 2016 in quanto certificata in diverse nazioni in Europa.

Il fulcro della procedura Top Employers è la partecipazione a un severo e approfondito processo di ricerca e il raggiungimento degli alti standard richiesti per ottenere la Certificazione. Solo le aziende che vengono certificate in almeno 5 nazioni in Europa possono ottenere la Certificazione Top Employers Europe 2016. La ricerca indipendente di Top Employers Institute ha verificato l’eccellenza delle condizioni di lavoro attuate da HEINEKEN in tutte le nazioni in cui è stata certificata.

Top Employers Institute ha esaminato le condizioni di lavoro di HEINEKEN Italia secondo i seguenti criteri:
 Talent Strategy
 Workforce Planning
 On-boarding
 Learning & Development
 Performance Management
 Leadership Development
 Career & Succession Management
 Compensation & Benefits
 Culture

Coca-Cola HBC Italia ottiene la certficazione Top Employers

Coca-Cola HBC Italia ha ottenuto la certificazione Top Employers Italia, un riconoscimento conferito alle aziende che si distinguono per le eccellenti condizioni di lavoro riservate ai dipendenti e che sviluppano avanzate politiche di welfare aziendale. 4 le categorie in  cui l’azienda si è distinta: “Strategia dei Talenti”, “Pianificazione Forza-Lavoro”, “Gestione delle Carriere/Successioni” e “Cultura aziendale”.

I numeri
Coca-Cola HBC Italia impiega oltre 2.000 persone ed è presente in maniera capillare sul territorio
italiano con la Forza Vendita che ogni giorno serve oltre 160.000 clienti e tra tramite la sede
centrale di Sesto San Giovanni (MI), gli stabilimenti per la produzione di bevande analcoliche di
Nogara (VR), Oricola (AQ) e Marcianise (CE) e l’impianto di imbottigliamento di acque minerali di
Rionero in Vulture (PZ). L’azienda investe costantemente nel benessere e nello sviluppo delle
proprie persone, come dimostrano, ad esempio, le oltre 70.600 ore di formazione erogate o le
campagne di prevenzione sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, il cui successo è
confermato dal calo degli infortuni di quasi il 19% in meno nel corso del 2014 rispetto all’anno
precedente.
“La certificazione Top Employers Italia rappresenta per noi un importante riconoscimento che
testimonia l’impegno dell’azienda nel garantire alle proprie persone le migliori condizioni di lavoro”
commenta Emiliano Maria Cappuccitti, Direttore Risorse Umane Coca-Cola HBC Italia
“L’azienda è in prima linea in questo ambito, ad esempio attraverso la definizione ogni anno di un
piano di sviluppo individuale calibrato sulle passioni e aspirazioni personali o con l’introduzione
della possibilità di lavorare da casa in remote working: solo nel 2015 sono state oltre 2.500 le ore
svolte in questa modalità”.

Tetra Pak conferma il successo di Tetra Rex: più di 100 mila consegne nel 2016

Tetra Pak prevede di consegnare più di 100 milioni di confezioni Tetra Rex® Bio-based​ ai propri clienti durante il 2016, rispondendo alla forte domanda per questo contenitore da quando è stato lanciato nel Gennaio 2015. La prima confezione al mondo interamente realizzata con materiali di origine vegetale ha guadagnato popolarità tra i consumatori di Finlandia, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi, con marchi come Valio​, Arla Foods, Vermlands Mejeri​ ​e TINE.

Bjørn Malm, Head of Corporate Responsibility di TINE, uno dei clienti Tetra Pak che ha adottato il pacchetto, ha commentato: “Crediamo che il nostro modello di business sostenibile non sia solo un bene per l’ambiente, ma migliori anche la nostra competitività e contribuisca a differenziare il prodotto. Grazie a Tetra Rex Bio-based siamo stati in grado di fare un passo importante verso i nostri obiettivi ambientali e ci impegniamo a far si che a partire dal prossimo anno tutti i nostri cartoni per il latte siano rinnovabili”.

L’eccezionale profilo ambientale del pacchetto è stato riconosciuto lo scorso anno con sette premi, tra cui il primo posto nella categoria innovazione sostenibile alla cerimonia degli Ethical Corporation Responsible Business Awards.

“Il successo di Tetra Rex Bio-based nel suo primo anno è molto incoraggiante”, ha dichiarato Charles Brand, Executive Vice President Product Management & Commercial Operations di Tetra Pak. “Siamo orgogliosi di essere la prima azienda a fornire un pacchetto interamente realizzato con materiali di origine vegetale. Ogni confezione è rintracciabile alla sua origine, contribuisce a migliorare il posizionamento del marchio dei nostri Clienti e a comunicare con i consumatori. Si tratta di una pietra miliare per l’ambizione a lungo termine di Tetra Pak di fornire confezioni 100% rinnovabili.”

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