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I morsi della crisi cambiano la spesa degli italiani

Rincari dei prezzi e delle bollette, inflazione in salita e timori per il futuro pesano sull’approccio degli italiani alla spesa domestica e si traducono in nuove strategie di shopping “saving oriented” in termini di scelta dei prodotti e dei canali distributivi. A delineare lo scenario del largo consumo è stato il workshop online “Largo consumo confezionato: evoluzione tra le rivoluzioni”, tenutosi ieri ed organizzato da GS1 Italy in ambito ECR e in collaborazione con IRI.

«Gli eventi degli ultimi due anni e mezzo hanno generato reazioni e conseguenze transitorie» ha spiegato Ilaria Archientini, ECR project manager di GS1 Italy. «Ma hanno anche evidenziato elementi più stabili nel tempo, a partire dalla grande capacità dei consumatori di affrontare le emergenze modificando il mix dei canali visitati, dei prodotti acquistati e l’adesione alle promozioni».

Diversi sono i fenomeni del 2022 rilevati dall’analisi di GS1 Italy e IRI come il calo del potere d’acquisto delle famiglie. L’esplosione dei prezzi delle materie prime, che si riflette sui prezzi finali dei prodotti (+5,8%) e l’aumento dei costi obbligati stanno determinando una forte diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, su cui pesano anche la salita dell’inflazione (+5,7%) e il minor ricorso della GDO alle promozioni (22,5% di quota sulle vendite, il 4,0% in meno rispetto al 2019).

Per risparmiare si cercano quindi canali commerciali più convenienti. L’e-commerce rallenta però la crescita (2,3% di quota, come nel 2021) in tutte le sue declinazioni, e in particolare nel click & collect (+0,5%). Le strategie di saving del consumatore spostano il mix dei consumi sempre più verso i discount (+12,2% il giro d’affari annuo), verso il libero servizio piccolo (+6,0%) e verso gli specialisti del drug – casa e persona (+4,4%). L’aumento generalizzato dei prezzi in tutti i canali commerciali (e in particolare nel discount) e la necessità di far fronte alle maggiori spese per le utenze domestiche incide pesantemente sulla spesa reale delle famiglie determinando un calo generalizzato e significativo dei volumi, soprattutto in ipermercati (-1,8%), supermercati (-1,3%) e superstore (-0,7%).

Il carrello della spesa è diventato più basic. La ricerca di convenienza da parte del consumatore è visibile anche analizzando la spesa per fascia di prezzo o di posizionamento del prodotto sullo scaffale con le vendite dei primi prezzi in crescita annua di +7,6%, quelle del mainstream di +6,7% e quelle dei prodotti premium in calo di -1,7%. L’aumento dei prezzi ha determinato un rallentamento del trading up del carrello della spesa, anche se i consumatori italiani hanno resistito finanziando gran parte dei rincari sino a fine agosto. È cambiata anche la scelta delle marche, perché i consumatori cercano un equilibrio tra prezzo e qualità. Nella GDO avanzano le private label, di cui cresce anche l’offerta a scaffale (17,4% di quota). I brand industriali, che sono tornati anche a fare innovazione e rinnovare la loro offerta, guadagnano spazio nei discount e negli specialisti casa e persona.

Infine emerge anche il dato degli scaffali più vuoti. Si registra una minor efficienza in termini di on-shelf-availability e, quindi, un aumento del tasso di Out-of-Stock in tutti i canali (3,8%) e in tutti i reparti, in particolare nelle bevande (acque minerali in primis) e nel pet care (+0,4% ciascuno). A causa della mancanza di prodotto a scaffale aumentano anche le vendite perse (5,2%), soprattutto nel cura persona.

Vinci La Spesa Con S-Budget!, il nuovo concorso di Despar

Sostenere il potere d’acquisto e fornire un aiuto concreto alle famiglie contro l’aumento dei prezzi che, a causa dei rincari delle materie prime e dei costi dell’energia, colpisce anche il carrello della spesa: è questo l’obiettivo di “Vinci la spesa con S-Budget!”, il concorso promosso da Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia Romagna e la Lombardia, nei punti vendita diretti e affiliati delle regioni in cui è presente.

Fino al 25 settembre nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar aderenti all’iniziativa, i clienti, acquistando i prodotti della linea S-Budget a fronte di una spesa minima di 5 euro, potranno vincere subito oltre 400 Happy Card (Gift Card Despar) da 25, 50 e 100 euro da utilizzare per la spesa quotidiana nei negozi con il marchio dell’abete. Inoltre i clienti avranno la possibilità di partecipare all’estrazione finale: in palio per il primo premio una Happy Card da 5.000 euro di spesa, per il secondo e terzo estratto una Card del valore di 1.000 euro ciascuno, mentre dal 4° al 6° estratto, una Card del valore di 500 euro ciascuno.

Si tratta di un’iniziativa con cui Aspiag Service conferma il proprio impegno al fianco delle persone e delle comunità, in un contesto economico difficile caratterizzato da un’impennata dei prezzi con conseguenze inevitabili anche sui comportamenti e le abitudini d’acquisto delle famiglie.

Offrire la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti, senza rinunciare alla qualità è da sempre una priorità per Aspiag Service che, insieme ai propri fornitori, si impegna per sostenere le comunità e le persone, anche attraverso campagne e promozioni che puntano a incrementare le occasioni di convenienza. Ne è un esempio la linea di prodotti a marchio S-Budget, un paniere completo di 450 prodotti, alimentari e non, come pasta, farina, burro, surgelati, prodotti per l’igiene della casa che, oltre a garantire un risparmio medio del 30% sul carrello, consente di effettuare una spesa completa a meno di 15 euro.

“La situazione economica che stiamo vivendo a causa della forte spinta dell’inflazione e dei rincari delle materie prime e dei costi dell’energia, si riflette anche sulla spesa alimentare, riducendo in modo significativo le capacità di spesa delle famiglie – ha commentato Mauro Muraro, Direttore Marketing di Aspiag Service. Da sempre la GDO ha avuto un ruolo di ammortizzatore sociale e, soprattutto in un contesto difficile come questo, il nostro impegno deve essere ancora più incisivo per ridurre il trasferimento degli aumenti sulle famiglie, dando loro risposte concrete con iniziative commerciali e campagne che hanno l’obiettivo di tutelare il potere d’acquisto dei clienti. E’ quello che anche noi di Aspiag Service facciamo promuovendo iniziative come “Vinci la spesa con S-Budget!” e proponendo quotidianamente prodotti a marchio e a prezzo fisso per offrire ai nostri clienti una proposta fatta di qualità e convenienza. In questo modo vogliamo dare un sostegno concreto per mitigare l’effetto del caro-vita sulle famiglie, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che è il fulcro della nostra strategia di sviluppo in un’ottica di sostenibilità”.

Per tutte le informazioni sul concorso è possibile consultare il sito dedicato all’iniziativa. 

Si svuota il carrello spesa degli italiani

Si svuota il carrello della spesa degli italiani nel 2022 che tagliano del 3 % le quantità di prodotti alimentari acquistate rispetto allo scorso anno per effetto del balzo dei prezzi. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo semestre 2022 che su base annua fanno registrare una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistate per il sesto mese consecutivo.

Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – sono costretti a spendere di più per acquistare meno prodotti per effetto dei prezzi che hanno fatto segnare per gli alimentari un aumento record complessivo del +9,6% tra prodotti freschi e lavorati nel luglio 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’aumento dei prezzi scatenato dal mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici e del taglio dei raccolti a causa del clima costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat.

In cima alla classifica dei rincari a luglio ci sono gli oli di semi, (+66%) soprattutto quello di girasole – sottolinea Coldiretti – che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori e ha dovuto interrompere le spedizioni causa della guerra, mentre al secondo posto c’è il burro (+31,9%) e al terzo la farina (+21,5%) seguita dalla pasta (+21,1%) proprio nel momento in cui nelle campagne si registrano speculazioni sul prezzo del grano con forti e ingiustificati cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori.

Al quinto e sesto posto entrano riso (+18,8%) e margarina (+18,7%). A seguire i gelati che aumentano del +18,2% e il latte (+15,9%) ma rincari a doppia cifra – continua Coldiretti – si registrano pure per la carne di pollo (+15,7%), le uova +13,8% e il pane con +12,5%. Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi e la siccità colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea.

In agricoltura si registrano infatti – conclude la Coldiretti – aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

Il caro prezzi svuota il carrello della spesa

Il caro prezzi taglia la spesa alimentare degli italiani che risulta in calo in quantità del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge dall’ analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio a maggio che su base annua fanno registrare una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistate per il quinto mese consecutivo.

Il risultato positivo in valore è dovuto esclusivamente all’aumento dei prezzi che per i beni alimentari sono aumentati in media dell’8,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat a giugno. Dal +68,6% dell’olio di semi al +13,4% dei gelati, i rincari dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina contagiano i prezzi nel carrello della spesa con aumenti che – sottolinea la Coldiretti – che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori. Se in cima alla classifica dei rincari ci sono gli oli di semi al secondo posto c’è il burro con un +27,7% e al terzo la farina, con i prezzi in salita del 20,5% trainati dagli aumenti del grano che interessano anche la pasta, in salita del 18,3%. Quinta piazza per la margarina (+16,8%) e sesta per la carne di pollo (+15,1%), mentre alla settima c’è il riso, con diecimila ettari seminati in meno quest’anno per la siccità che sta tagliando anche i raccolti. Rincari a doppia cifra – continua Coldiretti – pure per le uova (+13,6%).

L’impatto dell’inflazione è evidente dal fatto che in controtendenza – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,8% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio tradizionale. Il risultato dei discount – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali.

La punta dell’iceberg della situazione di difficoltà in cui si trovano i consumatori sono 2,6 milioni di persone costrette addirittura a chiedere aiuto per mangiare, in aumento nel 2022 a causa della crisi scatenata dalla guerra in Ucraina con l’aumento dell’inflazione, dei prezzi alimentari e i rincari delle bollette energetiche, secondo l’analisi Coldiretti su dati Fead. Il Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead) in Italia aiuta 2.645.064 persone tra cui 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili, secondo l’analisi della Coldiretti.

Se i prezzi per le famiglie corrono, spinte dal caro energia e dalla guerra, l’aumento dei costi colpisce duramente – precisa la Coldiretti – l’intera filiera agroalimentare, con i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono ormai neanche a coprire i costi di produzione. Più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.

Uno tsunami che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole. Nelle campagne – continua la Coldiretti – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea.

“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

Cresce il carrello della spesa sostenibile, lo studio di Osservatorio Immagino

La sostenibilità guida le scelte d’acquisto degli italiani, ma soprattutto permea le politiche delle aziende del largo consumo, che stanno affrontando su più fronti la “transizione ecologica” e lo comunicano sempre più spesso ai consumatori. È quel che emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio Immagino, che ha rilevato ben 35 indicazioni “green” leggibili sulle etichette di oltre 30 mila prodotti venduti in supermercati e ipermercati di tutta Italia. Un paniere significativo e multiforme, che ha superato gli 11,5 miliardi di euro di vendite, mettendo a segno un aumento di +3,2% rispetto ai 12 mesi precedenti e contribuendo per quasi il 30% al sell-out di tutto il paniere rilevato dall’Osservatorio Immagino.

«Questa crescita si deve all’aumento dell’offerta di prodotti dalle caratteristiche sostenibili, che rappresentano ormai il 23,9% delle 125.431 referenze monitorate in questa decima edizione dell’Osservatorio Immagino» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.

Ma come stanno cambiando i prodotti di largo consumo per diventare sempre più sostenibili? Su quali fronti si concentrano gli sforzi delle aziende? E come scelgono di comunicare queste innovazioni sulle etichette dei prodotti? Per rispondere a queste domande, da gennaio 2020, l’Osservatorio Immagino intercetta e individua tutti i claim e le certificazioni relativi allo sfaccettato mondo della sostenibilità, misurandone la presenza numerica a scaffale e l’andamento del sell-out.

«Rispetto alla prima rilevazione abbiamo visto crescere tutti gli indicatori: il numero dei claim presenti sulle etichette e gli aspetti su cui sono focalizzati, la numerica dei prodotti e il loro giro d’affari, e dunque l’incidenza dei prodotti sostenibili sul fronte della produzione, della distribuzione e dei consumi» prosegue Cuppini. «La sensazione, quindi, è quella di un’onda verde che sta modificando in modo rapido e pervasivo il mondo del largo consumo, alimentare e non, e che sta agendo su molti e diversi aspetti della filiera».

Per affrontare un mondo tanto sfaccettato e in rapida evoluzione, l’Osservatorio Immagino ha scelto di suddividere i claim “green” presenti sulle etichette dei prodotti di largo consumo in quattro aree tematiche:

Management sostenibile delle risorse: la più rilevante, con quasi il 10% dei prodotti e con una quota del 15,7% sul giro d’affari totale del paniere rilevato.

Agricoltura e allevamento sostenibili: accomuna il 2,3% dei prodotti che contribuiscono per il 4,0% al sell-out totale.

Responsabilità sociale: coinvolge quasi il 6% delle referenze e incide per quasi il 10% sulle vendite complessive.

Rispetto degli animali: è un valore espresso sul 10,6% dei prodotti rilevati, che rappresentano il 7,5% delle vendite totali.

Se complessivamente, nell’anno finito a giugno 2021, il mondo dei prodotti sostenibili ha registrato un aumento di +3,2% delle vendite, tre dei suoi quattro panieri hanno avuto un andamento sopra media, superiore a +5,5%, e solo quello dei prodotti ottenuti nel rispetto degli animali ha mostrato una crescita più tiepida (+1,4%).

Tra i 35 claim o certificazioni green individuati dall’Osservatorio Immagino in termini di numero di prodotti il più diffuso è Biologico/EU Organic (6,6% delle referenze), seguito dalla certificazione FSC (4,7%) e dalle indicazioni “sostenibilità” (2,6%) e “riciclabile” (2,3%).

In termini di performance, nell’arco dei 12 mesi rilevati, i claim che hanno messo a segno un maggior aumento del sell-out in supermercati e ipermercati sono stati il claim Mater-Bi (+48,0%), la certificazione Ok-Compost (+44,3%) e le indicazioni “compostabile” (+25,6%) e “senza antibiotici” (+17,8%).

Italiani e carrello spesa, il nuovo studio di Osservatorio Immagino

Un capitale informativo esclusivo (quello delle indicazioni presenti sulle etichette dei prodotti di largo consumo registrate da Immagino), una base statistica senza eguali (costituita dai dati di vendita di oltre 125 mila prodotti) e un punto di vista innovativo, che individua i fenomeni trasversali in atto nel carrello della spesa e ne misura i trend, semestre dopo semestre: sono queste le caratteristiche che rendono l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy uno strumento unico per mettere a fuoco i fenomeni di consumo e seguirne l’evoluzione.

La decima edizione dello studio ha ampliato ulteriormente il suo raggio d’analisi, incrociando i dati Nielsen su venduto, consumo e fruizione dei media, con le informazioni, rilevate dal servizio Immagino di GS1 Italy, presenti sulle etichette di 125.431 prodotti, tra alimentari e non alimentari, venduti nei supermercati e ipermercati italiani. Un paniere ampio e diversificato che, nell’anno finito a giugno 2021, ha generato un giro d’affari di poco meno di 39 miliardi di euro, pari all’83% del sell-out totale realizzato da ipermercati e supermercati in Italia.

«L’Osservatorio Immagino ha introdotto un nuovo modo di leggere i fenomeni di consumo e i relativi cambiamenti. Industria e Distribuzione del largo consumo hanno così una chiave di lettura utile per creare nuovi prodotti e calibrare assortimenti che incontrino i gusti di un consumatore sempre più preparato e consapevole» afferma Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy.

I contenuti

L’Osservatorio Immagino monitora i trend che guidano le scelte d’acquisto degli italiani nella distribuzione moderna, seguendo l’evoluzione di 11 panieri che rappresentano altrettanti fenomeni e tendenze di consumo:

Nel food:
• Italianità: in tutte le declinazioni, dal “100% italiano” alle indicazioni geografiche (come Dop e Igp) fino alla presenza di un richiamo alla regione di provenienza.
• Free from: i 17 claim più importanti nel mondo dei prodotti “senza”.
• Rich-in: i 12 claim più rilevanti nel paniere dei prodotti ricchi o arricchiti.
• Intolleranze: la dinamica dei prodotti “senza glutine” o “senza lattosio”, e quella dei claim emergenti, come “senza lievito” o “senza uova”.
• Lifestyle: i claim del cibo identitario, come “vegano”, “vegetariano”, Kosher e Halal.
• Loghi e certificazioni: bollini, indicazioni e claim che forniscono garanzie precise, come il logo EU Organic o le 8 certificazioni del mondo della Corporate social responsibility (come Fairtrade, Friend of the sea, FSC, Sustainable cleaning e UTZ).
• Ingredienti benefici: dall’avena alla canapa, dal matcha all’avocado, dallo zenzero ai semi di sesamo, i 27 sapori più trendy nel mondo dei superfruit, delle spezie, di supercereali/farine, dei dolcificanti, dei semi e dei superfood.
• Metodo di lavorazione: “estratto a freddo” e “lavorato a mano”, “non filtrato” o “a lievitazione naturale”, quando la tecnica produttiva fa la differenza.
• Texture dei prodotti: morbido o ruvido, soffice o croccante, sottile o fragrante? Le 11 consistenze più evidenziate in etichetta.

Nel non food:
• Cura casa green: i sette claim che comunicano la sostenibilità dei prodotti per la pulizia domestica.
• Cura persona: i 30 claim più significativi nell’universo dei prodotti per la cura personale relativi agli universi del free from, del rich-in e della naturalità.

Gli approfondimenti: la sostenibilità in etichetta
Anche in questa edizione dell’Osservatorio Immagino è presente il “Barometro sostenibilità”, che misura e racconta come le aziende comunicano sulle etichette le misure che hanno adottato per migliorare il loro impatto ambientale. A giugno 2021 hanno superato quota 30 mila i prodotti che riportano in etichetta almeno un claim o una certificazione relativi alla sostenibilità. Il loro giro d’affari è arrivato a 11,5 miliardi di euro, in aumento di +3,2% rispetto ai 12 mesi precedenti. Nello stesso periodo è cresciuto anche il numero delle indicazioni “green” rilevate sulle loro confezioni (ben 40 tra claim e certificazioni), suddivise in quattro aree:

• Management sostenibile delle risorse
• Agricoltura e allevamento sostenibili
• Responsabilità sociale
• Rispetto degli animali

Un’analisi approfondita è dedicata alla comunicazione in etichetta della riciclabilità dei packaging: quasi un terzo di tutti i prodotti analizzati fornisce indicazioni che aiutano a conferire correttamente le confezioni e la loro quota è aumentata di +4,1% nei 12 mesi rilevati.

Il dossier speciale: petfood
Il dossier della decima edizione dell’Osservatorio Immagino è dedicato al mondo della nutrizione per cani e gatti. Complessivamente sono stati rilevati 3.461 prodotti che hanno sviluppato 767 milioni di euro di vendite tra supermercati e ipermercati italiani, con una crescita di +1,2% rispetto ai 12 mesi precedenti. Partendo dalla rilevazione di 18 claim, anche questo settore è stato suddiviso in tre panieri, dedicati rispettivamente al free from, al rich-in e all’italianità.

L’approfondimento dedicato al tema della sostenibilità rileva come venga comunicata sui packaging dei prodotti destinati alla nutrizione di cani e gatti. Tre i panieri costruiti dall’Osservatorio Immagino:

• Management sostenibile delle risorse
• Agricoltura e allevamento sostenibili
• Rispetto degli animali

Qui si può la decima edizione dell’Osservatorio Immagino.

Sorpresa, i retailer “fisici” favoriti per la spesa online (e Amazon soffre)

Sorpresa sorpresa: i retailer “fisici” registrano i maggiori incrementi nella spesa online nel mercato americano rispetto ad Amazon, nonostate l’acquisizione di Whole Foods. Lo rivela un’analisi di Bricks Meets Click che sottolinea come i consumatori che ordinano generi alimentari online dalle insegne fisiche tradizionali spendono una media di 200 dollarial mese, molto al di sopra degli acquirenti di Amazon che ordinano meno frequentemente e spendono solo 74 dollari mensilmente per i generi alimentari.

Anche un rapporto di Bloomberg raffigura una Amazon pigliatutto in altri settori, ma che continua a lottare nell’industria alimentare che negli USA vale 840 miliardi di dollari. Secondo il rapporto, i recenti dati dei sondaggi dei consumatori rilasciati dagli analisti di UBS indicano una diminuzione del numero di membri Prime che hanno fatto acquisti presso Whole Foods nel 2018 rispetto al 2017.
Non sembra insomma siano bastate ad Amazon l’acquisizione per 13,7 miliardi di dollari di Whole Foods nel 2017 e nemmeno la consegna in due ore per imporsi nell’ampio ma difficile mercato della spesa di tutti i giorni.

Una possibile spiegazione viene dalla copertura del servizio: nel 2019 saranno nove su dieci le famiglie americane che avranno accesso alla consegna della spesa online, rispetto al 69% nel 2017, grazie ai grandi investimenti da parte delle insegne di tutte le dimensioni. Il che rende i servizi di consegna di generi alimentari di Amazon piuttosto comune, secondo David Bishop, un partner di Brick Meets Click.

Secondo il rapporto di Bloomberg, Walmart, Kroger e Target – che hanno aumentato gli investimenti in tecnologia, nei punti vendita e nella consegna dell’ultimo miglio – hanno tutti un vantaggio su Amazon grazie al fatto di avere più negozi.

Le analisi riguardano il mercato americano: i numeri italiani della spesa online sono molto più piccoli ma sicuramente, proprio perché si tratta di un mercato più avanzato nell’online, danno uno sguardo interessante sul futuro della Gdo anche nei nostri lidi.

Amazon a Natale sbanca e registra il maggior numero di articoli ordinati di sempre nel mondo

Un regalo gigante sotto l’albero se l’è trovato Amazon quest’anno, quando ha battuto tutti i record di vendite natalizie registrando stagione con il maggior numero di articoli ordinati di sempre in tutto il mondo.

Un successo prima di tutto “in casa”: durante questa stagione natalizia, decine di milioni di persone nel mondo hanno iniziato il periodo d’uso gratuito o hanno attivato la loro iscrizione ad Amazon Prime. E sono stati venduti milioni di dispositivi Amazon in più rispetto allo stesso periodo del 2017.

Le piccole e medie imprese che vendono su Amazon hanno vissuto la migliore stagione natalizia, con il numero di articoli venduti in crescita a un ritmo più veloce rispetto ai prodotti venduti direttamente da Amazon: oltre il 50% degli articoli venduti sul sito provenivano infatti da piccole e medie imprese. Si tratta di prodotti appartenenti a tutte le categorie. Tra gli articoli più venduti quest’anno ci sono il nuovo Echo Dot, la serie L.O.L. Surprise! Glam Glitter per i giocattoli, capi Carhartt per gli articoli moda e cuffie senza fili Bose QuietComfort tra i prodotti di elettronica.

Tra i dispositivi Amazon i prodotti più venduti sono stati i nuovi Echo Dot, Fire TV Stick 4K con il nuovissimo Alexa Voice Remote e Amazon Echo.

 

Assistente vocale sempre più indispensabile (tanto che il 25 ha fatto crash)

I clienti hanno utilizzato Alexa per ascoltare centinaia di milioni di ore in più di musica durante le festività da servizi come Amazon Music, Spotify, Tidal e Apple Music, tra gli altri. Hanno chiesto ad Alexa di accendere le luci delle loro vacanze decine di milioni di volte, con la richiesta numero uno: “Alexa, accendi l’albero di Natale”.
Sempre più indispensabile, in questa stagione festiva rispetto alla precedente Alexa ha attivato otto volte più promemoria, ha fissato più di cento milioni di timer e i clienti hanno richiesto quasi 3 volte il numero di ricette e hanno domandato ad Alexa consigli relativi alla cucina due volte in più. Alexa ha contribuito a preparare centinaia di migliaia di cocktail – con lo zabaione e il Moscow Mule come bevande più richieste. La canzone più ascoltata nelle vacanze dai clienti è stata “All I want for Chrismas is you” di Mariah Carey. I clienti di tutto il mondo hanno chiesto ad Alexa quanti giorni o notti mancano fino a Natale durante le festività natalizie – i clienti nel Regno Unito sono stati i più entusiasti, facendo la richiesta il doppio delle volte dei clienti in qualsiasi altro Paese. Mai come prima d’ora i clienti di tutto il mondo hanno utilizzato la propria voce per fare acquisti attraverso Alexa Shopping, con una crescita di 3 volte rispetto all’anno scorso.

Un surplus di lavoro per l’assistente vocale e i server che interpretano le richieste dei milioni di utenti che ha portato a una defaillance in alcune parti d’Europa proprio la mattina di Natale, con clienti indignati che protestavano sui social. Il problema è stato prontamente superato però secondo l’azienda.

 

I prodotti più venduti su Amazon

Date queste premesse, diventa dunque sempre più attendibile il borsino di Amazon dei prodotti più venduti su Amazon.it. Eccolo:

Giocattoli In Italia: L.O.L. Surprise!, Ravensburger Italy Puzzle 3D Eiffel Tower, Taboo di Hasbro Gaming, Monopoly – Classico, Twister di Hasbro Gaming, Cicciobello Mille Baci Bambolotto Parlante di Giochi Preziosi.
Nel mondo: L.O.L. Surprise! Glam Glitter Series con 7 sorprese, Nerf N-Strike Elite Strongarm Blaster, Melissa & Doug Scratch Art Rainbow Mini Notes con penna in legno, Crayola Inspiration Art Case, e il LEGO Creator Mighty Dinosaurs Toy.

Prodotti di elettronica: In Italia esclusi i dispositivi Amazon: Apple AirPods; Xiaomi Mi Band 3 Wristband Activity Tracker Nero OLED, Senza Fili, Huawei P20 Lite Smartphone 5.84″ FHD+ 64GB, Dual SIM, Nero e Huawei Mediapad T3 Tablet WiFi.
Nel mondo: Bose QuietComfort 35 (Series II) Wireless Headphones, il televisore Samsung Flat 65″ 4K UHD 8 Series Smart LED TV, Apple iPad (Wi-Fi, 32GB) in Space Gray, Wemo Mini Smart Plug, Blue Yeti USB Microphone in Blackout, Wyze Cam 1080p HD Indoor Wireless Smart Home Camera, and HP Sprocket Photo Paper.

Amazon Moda Uno dei marchi più popolari venduti su Amazon durante le festività natalizie è stato Carhartt, con oltre un milione di articoli ordinati. Amazon Essentials insieme ad Adidas, Columbia, e Nike sono tra i brand moda maggiormente inseriti nella Lista dei desideri durante le Feste. Lo stile Athleisure è arrivato in cima alla lista dei trend di Natale e i clienti Amazon hanno selezionato i loro regali tra i prodotti dei loro marchi più amati come Alo Yoga, Nike, Adidas e Monrow.

Per Confesercenti SWG 6,3 milioni a caccia di acquisti nell’ultimo weekend prenatalizio

Saranno 6,3 milioni gli italiani a caccia di acquisti nell’ultimo weekend prenatalizio. Obiettivo: acquistare gli ultimi doni e la gastronomia tra oggi, domani e lunedì. Lo stabilisce un’indagine Confesercenti-SWG sui consumi di Natale. Che fa anche i conti in tasca ai connazionali: per la cena della Vigilia e il Pranzo di Natale la spesa sarà di 112 euro a famiglia, in leggera crescita (+0,2%) sullo scorso anno, mentre si spenderanno 285 euro a testa per i doni.

 

A tavola vince la tradizione

Sul fronte cena della Vigilia e il Pranzo di Natale la tradizione  è sacra e gli italiani – nonostante le incertezze – non tagliano il budget: quest’anno, per imbandire la tavola, spenderanno complessivamente 2,8 miliardi di euro, lo 0,2% in più del 2017, per una media di 112 euro a famiglia, il dato più alto dal 2007. E a trainare, per una volta, è il Centro: qui la media è di 119 euro, oltre il 13% in più delle regioni del Nord Est (105 euro), che registra la spesa più bassa.

Dall’indagine, l’aspetto enogastronomico si delinea come la tradizione natalizia più rispettata e forse anche più gradita dagli italiani, che sia a casa, in vacanza o al ristorante. Anche il vecchio adagio “Natale con i tuoi”, infatti, quest’anno sembra essere un po’ più vero: a festeggiare tra le mura domestiche con amici e parenti quest’anno sarà l’80%, contro il 78% dello scorso anno. Stabili gli italiani che celebrano al ristorante al 6%, mentre diminuiscono di poco coloro che passano le feste in vacanza, che dall’11% del 2017 passano al 10% di questo Natale. Di questi, tre su quattro trascorreranno la vigilia e il pranzo in una meta italiana, mentre gli altri taglieranno il panettone all’estero, principalmente in Europa.

Chi rimane a casa e opta per un pranzo cucinato in famiglia, invece, cerca soprattutto la qualità e le specialità enogastronomiche locali nei negozi alimentari specializzati. Due italiani su tre (il 67%) si orienteranno, nella scelta del menu di Natale, verso la tradizione: pesce e crostacei per la Vigilia, carni e primi della tradizione per il pranzo del 25 dicembre, con brodi, fritti e dolci tipici – panettoni e pandori su tutti, meglio ancora se artigianali – come dettano le consuetudini della festa, anche e soprattutto nella dimensione locale. Ma si affermano anche i piatti vegani, che compariranno sul 13% delle tavole, e quelli bio o a km zero, scelti dal 7%.

 

Crisi libri? Non a Natale, sono il regalo più gettonato

Tra i doni, i più gettonati sono i libri (segnalati dal 41% degli intervistati), capi d’abbigliamento (38%), regali gastronomici (33%), vini (20%), accessori moda, giochi o videogiochi e prodotti tecnologici, tutti e tre al 19%. Più distanti nella classifica dei doni più acquistati l’arredamento/cose per la casa (indicati dal 14%), gli elettrodomestici (11%), seguiti da calzature (8%) e viaggi (4%).

Molto diversa, invece, la classifica dei regali che gli italiani vorrebbero trovare sotto il proprio albero. In cima alle preferenze, a grande distanza, ci sono i buoni acquisto, da spendere come e quando si vuole nei negozi di propria scelta e desiderati dal 20% degli intervistati. Seguono i libri (16%), i prodotti tecnologici e i regali enogastronomici (entrambi al 15%), poi capi d’abbigliamento (13%), profumi o cosmetici (8%), smartbox o simili (5%), arredamento/cose per la casa (4%) e infine gioielli e giochi (entrambi al 2% delle preferenze).

Una curiosità: quest’anno gli italiani preferiscono il panettone, scelto in esclusiva dal 36%. Il 33% sceglierà invece il pandoro, mentre il 26% entrambi.

Natale su Instagram, ecco la Top 10 dei cibi

Il Natale 2.0 passa, ça va sans dire, per i social, dove cene e menu vengono coscienziosamente postati, dalla cucina alla tavola allestita: la Top 10 dunque dei cibi più postati ci dà uno sguardo su cosa si mangerà nella Penisola il 25 dicembre di quest’anno. Ha stilato una vera e propria classifica classificando gli hashtag delle più popolari prelibatezze natalizie su Instagram Espresso Communication per Vitavigor, storico marchio dei grissini di Milano.

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Ci sono anche i grandi esclusi dalla Top 10 come il bollito e l’arrosto, che hanno fatto registrare 44.413 e 42.880 hashtag. Anche il capitone, tipico piatto della tradizione natalizia partenopea, sembra essere uscito dalle “grazie digitali” degli italiani, ottenendo “solo” 37.794 post dedicati. A seguire troviamo i mandarini con 28.379 condivisioni, e il cotechino, con 17.816 post. Le seadas, uno dei dolci più caratteristici della Sardegna, si assestano sulle 17.548 condivisioni, mentre gli affettati – forse per considerazioni salutistiche ma anche perché obiettivamente poco fotogenici – fanno registrare un calo di popolarità sulle tavole natalizie con sole 16.364 menzioni. A chiudere la classifica ci pensano i datteri, l’abbacchio e il cappone, rispettivamente con 12.027, 8.328 e 4.765 hashtag.

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