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Amazon in vetta al Most Valuable Global Retail Brand. Ma Alibaba lo tallona

E parliamo di Most Valuable Global Retail Brand: a chi va quest’anno l’ambito titolo?

Ce lo dicono il ranking ed il report dello studio BrandZ Top 75 Most Valuable Global Retail Brands, che analizzano i brand di distribuzione con focus moda, lusso e fast-food, brand che raggiungono un valore di 1.400 miliardi di dollari, con una crescita di 339 miliardi (+24%).

In pole position (e non sorprende) svetta Amazon (315.5 miliardi di dollari), che  rappresenta circa un quarto (23%) del valore totale dei Top 75 Global Retail Brands. Occhio però: il gigante cinese dell’e-commerce, Alibaba, lo tallona al secondo posto, offrendo più elementi innovativi di Amazon. Un esempio? L’attivazione di partnership con Starbucks (n.7 nel ranking) che gli permette di averlo appunto in tutte le properties Alibaba, innovando in modo dirompente il modello logistico per offrire consegne super-veloci. Il valore del suo brand è cresciuto del 48% raggiungendo i 131.2 miliardi di dollari, permettendogli di superare McDonald’s (terzo in classifica). Il colosso dei fast food, nonostante il sorpasso, è ancora il retailer food di maggior valore a livello globale. E’ riuscito a rispondere con successo alla domanda crescente di cibo più salutare e packaging più sostenibile per il pianeta. Migliorando la consegna inoltre, con una partnership con Uber Eats, ha sostenuto la crescita di quest’ultimo (+18%) e gli ha permesso di raggiungere un valore di brand pari a 130.4 miliardi di dollari.

Se guardiamo all’abbigliamento, vediamo che Nike è il primo retailer nel comparto (n.5 nel ranking retailer globale) con un valore di 47.4 miliardi di dollari, mentre Adidas (n.20) è cresciuto comunque del 13% ed ha raggiunto i 13.4 miliardi di dollari. Levi’s – che ha rifocalizzato negli ultimi anni il proprio posizionamento sulle donne, con una decisa crescita in mercati, come Italia e Cina – entra nel ranking alla 74^ posizione, con un valore di 2.4 miliardi di dollari.

Interessanti anche la performance del discount ALDI (n.19 ranking), che sta modificando il format distributivo altamente standardizzato dei propri punti vendita verso proposte, come l’offerta di cibo pronto a consumatori in mobilità, nei loro viaggi giornalieri da e per il luogo di lavoro, proposte innovative per il proprio modello di business che offrono maggior flessibilità per i clienti e miglior servizio nella soddisfazione della shopping trip mission.

La brand equity condiziona in positivo il posizionamento di IKEA (n.15) che vede una crescita del proprio brand value nel 2019, pur con una proposizione di basso prezzo, attraverso la costruzione di brand forti e l’offerta di un’esperienza d’acquisto positiva e coinvolgente. Mentre la consapevolezza del consumatore sui costi ambientali del fast fashion inizia ad avere impatto sui retailer – Zara (-10% oggi a 22.6 miliardi di dollari) ed H&M (-39% a 6.4 miliardi di dollari) stanno accusando il colpo della crescita recente della preoccupazione dell’opinione pubblica sui temi ambientali, come il costo di produzione, trasporto e vendita dei prodotti usa e getta.

Metodologia

Ranking BrandZ™ Top 75 Most Valuable Retail Brands è lo studio(report e ranking) commissionato da WPP, che Kantar effettua a livello mondiale ormai da 3 anni grazie alla competenza specialistica degli esperti in brand equity.

Si tratta di uno studio sulla Brand Equity e la valutazione del Brand volto ad evidenziare la forza dell’asset intangibile “marca” nel produrre crescita e valore finanziario. La metodologia, unica nel suo genere, rispecchia quella usata per calcolare il ranking annuale BrandZ Top 100 Most Valuable Global Brands

Saldi, tra le ricerche vince Zara ma poi si cerca il lusso

A volte si attendono anche mesi e quante volte ci si dice:  costa troppo, torno a luglio: ma quali sono i brand più ricercati in questi saldi estivi? Una risposta viene da unaricerca di SEMrush, piattaforma di online marketing che ha deciso di analizzare quali sono i marchi in offerta più cercati su Google e quali prodotti e sconti appaiono negli annunci online più spesso.

Secondo lo studio è Zara leader per la ricerca a tema saldi, e stacca di non pco le altre due marche sul podio, Gucci e H&M. Nel settore sportivo il primo brand di cui le persone vogliono comprare i prodotti in saldo è Nike, seguito da Adidas, mentre New Balance conclude la top-20. In generale ci sono più brand di lusso che quelli di mass-market: nella top-20 si trovano Swarovski, Max Mara, Moncler, Louis Vuitton, Burberry, Furla, Prada e Tod’s.

Le persone non cercano solo le offerte dei brand, ma anche gli sconti degli e-commerce di moda: qui Zalando è numero uno per le richieste degli utenti, ma anche Asos è cercato spesso per le sue offerte. 

Nella ricerca sono stati analizzati i dati relativi agli sconti che applicano i fashion brand nella pubblicità online. Lo sconto del 50% è l’incentivo più inserito negli annunci. Altre opzioni che gli e-commerce usano spesso sono gli sconti del 30% e del 40%. Per quanto riguarda i prodotti, borse e scarpe compaiono negli annunci più spesso che altri articoli di abbigliamento. 

I marchi di moda che fanno il maggior numero degli annunci su Google per promuovere i prodotti in saldo ci sono Desigual, Swarovski, Tommy Hilfiger, Max Mara, Furla e anche la società di moda di lusso online Yoox.

Abbigliamento, online nel 2017 Zalando Adidas e Zara conquistano il consumatore

È Zalando il brand del settore abbigliamento e accessori che ha mostrato la migliore performance sul web nel 2017 secondo la classifica stilata da BEM Research, confermandosi in testa dopo essersi aggiudicato la vetta anche lo scorso anno e nonostante la flessione dell’8,4% dell’indice BEM Rank.

Zalando eccelle per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand o perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Tra i brand più visibili online rientrano anche Spartoo, Asos e Rolex. Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, conquista la posizione più alta BonPrix, seguita da Deichmann e Scarpa.

Adidas e Zara si confermano al secondo e al terzo posto, mentre Nike scala tre posizioni e conquista la quarta. BonPrix, pur evidenziano una flessione dell’indice BEM Rank, riesce a mantenere la quinta posizione, seguito da Spartoo che invece ne guadagna tre rispetto alla classifica dell’anno 2016.

Brillanti le performance di Lesara e Scarpe&Scarpe: il primo brand è riuscito a fare un balzo in avanti di ben 22 posizioni, il secondo di 20. Molto positiva anche la prestazione sul web di Sarenza, che rispetto al 2016 guadagna tre posizioni attestandosi al nono posto. Chiude infine la classifica Top10 H&M che rispetto al 2016 vede diminuire il suo indice BEM Rank del 16% e perdere quattro posizioni nella graduatoria.

Nel complesso, la media del BEM Rank nel 2017 per i circa 60 brand del settore abbigliamento e accessori considerati è pari a 29,5 punti, contro i 34 punti registrati nel 2016 (variazione del -13%). Tra i brand con le migliori performance sul web entrati in classifica nel 2017 si segnalano Stylight, Freitag, Pittarello e Puma.

 

Nel settore sempre più forte l’online

L’acquisto online di capi di abbigliamento, calzature e accessori continua a crescere e si prevede che entro il 2020 la percentuale sul totale degli acquisti di questi prodotti supererà il 40%. Complici di questa tendenza la forte competizione del settore moda che ha determinato un abbassamento dei prezzi, l’utilizzo quotidiano di smartphone e tablet e il conseguente aumento di applicazioni mobile e-commerce espressamente dedicate all’acquisto, facile, veloce e sicuro di capi di abbigliamento, accessori e scarpe.

 

 

Gruppo Inditex, tre nuove aperture a Milano e Roma nel mese di dicembre

Sono ben tre (a distanza ravvicinata) le nuove aperture del Gruppo Inditex (noto per i marchi Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterqüe). Di queste, due a Milano ( Massimo Dutti a Milano, in Galleria Vittorio Emanuele e la Riapertura dello store Zara riservato alla moda Uomo, a Milano, in Corso Vittorio Emanuele 11)  e una nella Capitale (lo store Bershka a Roma, in Via del Corso, all’interno della Galleria Alberto Sordi) prevista per il 20 Dicembre.

Il contributo occupazionale

Si tratta di tre aperture molto importanti, che confermano la crescita di Inditex in Italia, la volontà di rilanciare la presenza a Milano e anche a Roma, in centro città, il ruolo a sostegno dell’occupazione. In relazione all’apertura dei due negozi a Milano, infatti, Zara ha assunto 24 nuove persone e Massimo Dutti 35. L’età media di tutti i dipendenti di Zara in Vittorio Emanuele reparto uomo è 27 anni. L’età media di tutti i dipendenti di Massimo Dutti in Galleria Vittorio Emanuele è 27,9 anni. Bershka ha 48 assunzioni confermate ad oggi per lo store di Roma.

Zara di Corso Vittorio Emanuele

Il flagship store, che si sviluppa su tre piani, si caratterizza per  un design elegante e discreto, dove predominano i toni chiari e dove le texture e la loro interazione con le luci colorano gli spazi. La disposizione ordinata e lineare ha lo scopo di migliorare l’esperienza del cliente, che può visionare il prodotto in tranquillità e goderne a pieno.

L’obiettivo è stato quello di generare un nuovo ordine unitario e coerente, in grado di dialogare con la struttura originaria dell’edificio.

Il risultato è uno spazio diafano e libero, dove l’area centrale costituisce l’anima dell’edificio e il piano terra rappresenta il luogo di connessione con la città. I piani superiori, invece, sono scanditi da pilastri metallici, disposti a griglia, conferendo ordine e simmetria all’intero spazio. Circa la scelta dei materiali, per intervenire sull’edificio esistente sono state utilizzate pietra e graniglia insieme all’ottone invecchiato, mentre per il restauro degli interni del negozio si è optato per alluminio e ottone naturale.

Il negozio si distingue per i quattro concetti che dominano la filosofia architettonica di Zara – chiarezza, funzionalità, bellezza e sostenibilità -. A tal riguardo, lo store rispetta i più severi standard di eco-sostenibilità previsti per gli edifici, applicati sia alla sua struttura, sia all’operatività quotidiana. In questo modo si garantisce, rispetto a un negozio tradizionale, un risparmio medio di elettricità del 30%, con conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, e una riduzione del consumo di acqua fino al 40%. Questi standard elevati caratterizzano ormai oltre il 70% degli store Inditex nel mondo.

Massimo Dutti

Un negozio la cui architettura si integra alle esigenze estetiche della galleria e, allo stesso tempo, ha adattato la sua immagine abituale senza perdere personalità.

Il design degli interni, sviluppato interamente da Massimo Dutti, si basa sull’uso di nuovi materiali, finiture e illuminazione. In questo nuovo negozio tutti i dettagli sono allineati per consolidare l’identità e il lifestyle del marchio.

Il nuovo negozio, oltre a rispondere al concetto più avanzato di negozio eco-efficiente del Gruppo Inditex, conta su una serie di elementi innovativi che uniscono moda e tecnologia, obiettivo del marchio per proporre costantemente nuove shopping experience ai clienti.

Ecco alcune delle implementazioni:

Sostenibilità: tra le misure di eco-efficienza si evidenzia l’illuminazione, con sistemi per l’ottimizzazione dell’illuminazione dei mobili e l’uso esclusivo di Led (Light-Emitting Diode).

Per l’aria condizionata e la ventilazione, si è lavorato sull’isolamento termico dell’involucro dei locali e sul controllo del livello di ventilazione basato sull’occupazione dello spazio mediante sonde di CO2.

Per completare, viene fatto un uso efficiente dell’acqua e vengono proposti spazi interni per la promozione del riciclaggio dei materiali.

Tecnologia: Massimo Dutti continua con lo scopo preciso di offrire nuove esperienze di acquisto, basate sull’innovazione.

Queste sono alcune delle più importanti proposte tecnologiche del nuovo negozio:

Camerini interattivi: nel momento in cui il cliente arriva in camerino, i capi vengono scansionati e appaiono automaticamente sullo schermo posizionato all’interno. Tramite i touch screen posizionati nei camerini, il cliente può consultare i dati sui capi scelti o richiedere un cambio di taglia. Gli schermi hanno anche un sistema di Visual Search Technology che propone articoli complementari e sostitutivi a quelli scelti.

Wallet: Inserito nella nuova app del negozio online Massimo Dutti, include il servizio di pagamento mobile (Wallet) per dispositivi IOS, che consente all’utente di acquistare direttamente dal proprio smartphone con qualsiasi carta precedentemente registrata nell’app.

Scansiona e acquista: il cliente potrà individuare i prodotti che desidera in negozio e, dall’APP del marchio, scansionarli, ottenere tutte le informazioni relative allo stesso e, direttamente, aggiungerli al carrello della spesa online con consegna dove si preferisce.

Click & Collect: i clienti di Massimo Dutti hanno la possibilità di prenotare articoli dalla APP del marchio e ritirarli presso il negozio della Galleria Vittorio Emanuele.

 

 

 

 

Moda online, Zalando e Zara al top, scarse perfomance online per il Made in Italy

Perde terreno la moda italiana quanto meno in termini di fast fashion, a partire dal web, con l’e-commerce verso il settore che pure secondo gli ultimi dati sta crescendo a due cifre (+27% secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano): lo rivela l’ultima classifica di BEM Research sulle perfomance dei siti di fashion a ottobre 2016, che vedono svettare ai primi posti tutti brand stranieri, la tedesca Zalando e la spagnola Zara in cima alla classifica.

Zalando conferma il risultato ottenuto già lo scorso mese. La classifica stilata da BEM Research vede poi in seconda posizione Zara, brand di moda spagnolo che dispone di una rete di vendita globale. Sul podio si piazza anche Asos, società inglese che rispetto a settembre scala diverse posizioni della classifica. Tra i top-five si posiziona un altro brand tedesco, Adidas, che perde alcune posizioni rispetto al mese precedente. Il quinto gradino è della francese Spartoo (ottava a settembre).

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Soffrono i brand italiani

Mentre escono dalla Top 5 brand per la performance online H&M e Deichmann, soffrono in particolare i marchi italiani: l’unico a rientrare nei primi 10 è Liu Jo, azienda emiliana specializzata nel prêt-à-porter donna, uomo e bambino, mentre nei tra i 35 entrati nel BEM Rank troviamo (solo?) il calzaturificio S.C.A.R.P.A., l’azienda specializzata nell’intimo donna e uomo Intimissimi e Benetton.

Nel complesso l’indice del settore moda ha registrato una flessione dell’1,3% rispetto al mese precedente. In aumento del 4% rispetto a un anno fa sono invece le ricerche su Google di termini connessi all’abbigliamento.

«I produttori di abbigliamento italiani continuano a vivere un momento difficile – spiega Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research – Secondo le statistiche dell’Istat la produzione industriale nel settore è diminuita nei primi 8 mesi dell’anno di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Se confrontata con il periodo pre-crisi, la perdita di produzione in uno dei settori chiave dell’economia italiana è pari a circa il 24%. I problemi del comparto moda sono comunque più profondi e la crisi li ha soltanto esacerbati».

Già nella prima parte degli anni 2000 infatti il settore dell’abbigliamento aveva lasciato sul terreno il 15% della produzione industriale. Secondo Marsella «Uno dei problemi chiave del settore è legato proprio alla scarsa confidenza delle imprese con il web. Nel 2013 appena il 5% delle aziende italiane ha effettuato vendite utilizzando il canale e-commerce, secondo l’ultima indagine sull’utilizzo di tecnologie dell’informazione e telecomunicazione (ICT) condotta dall’Istat. Anche considerando solo le grandi aziende tale quota non supera il 35%. Per rilanciare il made in Italy nel mondo è cruciale che le aziende italiane prestino molta più attenzione al digitale».

Sempre sul fronte web va però detto che i dati vedono una performance di vendite online nettamente migliore all’estero. Quasi la metà delle vendite del settore (42% per la precisione) sono infatti effettuate oltre confine. “La forza e la notorietà dei brand, le competenze digitali sviluppate nel corso degli anni da alcune Dot Com italiane e da alcune boutique multibrand, unitamente alla carenza di offerta sui canali tradizionali all’estero, sono le ragioni del successo dell’Abbigliamento fuori dai confini nazionali” spiegano all’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano.

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