Retail, inflazione e crisi stanno cambiando le aspettative delle famiglie

Spinte inflazionistiche, guerra, tensioni geopolitiche globali e cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il settore retail. I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio (marzo 2023) evidenziano un incremento tendenziale a valore (+5,8%) al quale corrisponde un calo in volume del 2,9%, trend che perdura già da qualche mese.

La fotografia che esce da un recente studio di Omnicom PR Group Italia pone il comparto al 2° posto tra gli 8 analizzati, come nel 2021, nella classifica di gradimento degli italiani con il 42,9% dei consensi (al primo posto l’automotive con il 44,7%, e al terzo la tecnologia 42,6%). Gli italiani, per la prima volta, considerano “il maggior valore” di prodotti e servizi la determinante fondamentale nelle proprie scelte (con un gap di -76 punti tra aspettative ed esperienze), mettendo in secondo piano il customer care (-74 punti), seguito dalla “sostenibilità” nella sua accezione più ampia, legata alla cura dell’ambiente (-64 punti) ma anche dei propri dipendenti (-50 punti). Per garantire una offerta di “maggior valore” i retailer stanno mettendo al centro delle proprie strategie le linee a marchio privato, che rappresentano una scelta di acquisto sempre più consapevole per le famiglie italiane, che puntano su qualità e convenienza, tracciabilità lungo la filiera e attenzione all’italianità. Altro dato interessante è che “l’innovazione” è oggi solo al 6° posto delle priorità, era al 5° posto nel 2021. Bene invece il rapporto tra aspettative ed esperienze su “comunicazione frequente ed esaustiva” e “risultati operativi e finanziari”.

Similmente alla moda, per il settore della grande distribuzione si distinguono nettamente per rilevanza e interesse gli Z (15-24enni) che dominano la classifica per età sull’engagement in termini di ricerca e condivisione di informazioni, preferendo – cosa inaspettata – il passaparola ai social network. Le loro aspettative sono altissime verso la cura dell’ambiente. I boomers si concentrano sul “maggior valore” di prodotti e servizi (certificazioni su filiera, manodopera, etc.), sulla cura del cliente e nel maggiore impegno delle aziende nell’intraprendere una giusta direzione, sostenibile da un punto di vista finanziario e di impatto sociale.

“Oggi il consumatore ha aspettative alte in merito all’impegno che una insegna dovrebbe assumersi per il bene delle persone e dell’ambiente” commenta Laura Meroni, Retail Industry Lead e direttore operativo di Omnicom PR Group. “Dal packaging al riciclo, alla tracciabilità e origine dei prodotti, passando per il minor consumo di energia, senza dimenticare l’attenzione alle persone e alle loro necessità, siano essi dipendenti o consumatori. La grande distribuzione, in questo momento di grande incertezza, sta adattando le proprie strategie per venire incontro alle esigenze del consumatore. Una risposta concreta è rappresentata dalle linee a marchio privato che stanno assumendo un ruolo sempre più strategico nell’assortimento delle insegne”.