Cruciali donne e bambini per lottare contro la fame nel mondo: il latte “sociale” di Granarolo

Foto Stefano Pesarelli/Gramarolo, Njombe Milk Factory.

Un convegno organizzato a Expo su uno dei suoi temi di fondo più rilevanti e urgenti: quello della fame nel mondo, on particolare riguardi ai 200 milioni di bambini che ne soffrono nei Paesi in via di sviluppo. “Esperienze, sfide e strategie per l’alimentazione infantile nel mondo” si è tenuto sabato scorso presso l’Auditorium di Palazzo Italia organizzato da Granarolo con la presenza di relatori provenienti da diversi Paesi e organizzazioni internazionali.
Innazitutti i numeri: sono 795 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo, di cui il 98% vive nei Paesi in via di sviluppo: 511,7 milioni in Asia; 232,5 milioni in Africa; 34,3 milioni in America Latina e Caraibi e 14,7 milioni nei Paesi sviluppati. Di questi, 200 milioni sono i bambini malnutriti, che già nascono svantaggiati se a soffrire la fame sono le madri stesse: 17 milioni nascono già sottopeso. Le mamme sono il primo produttore di cibo al mondo, ma tradizioni culturali e strutture sociali fanno sì che spesso siano più colpite dalla fame e dalla povertà rispetto agli uomini.
La fame non significa solamente mancanza reale di cibo, ma anche di micronutrienti, che espone le persone a contrarre più facilmente le malattie infettive, impedisce un adeguato sviluppo fisico e mentale, riduce la produttività nel lavoro e aumenta il rischio di morte prematura. Circa il 50 per cento delle donne incinte nei Paesi in via di sviluppo ad esempio soffre di mancanza di ferro, e a causa di ciò 315.000 donne muoiono ogni anno per emorragie durante il parto.

«Abbiamo scelto di organizzare questo momento di confronto e riflessione perché crediamo che un’alimentazione sicura e accessibile, in un mondo sempre più globalizzato, sia una delle maggiori sfide globali del nostro tempo – ha spiegato Gianpiero Calzolari, Presidente Granarolo S.p.A. -. Per vincerla, noi vediamo solo una strada: organizzazioni internazionali e soggetti privati devono trovare forme di collaborazione e modalità congiunte di divulgazione delle informazioni rilevanti. Nessuno oggi può far finta di non sapere».
Granarolo ha diverse iniziative che sostengono la diffusione di un’alimentazione sicura e accessibile, tra le quali dal 2004 crede e sostiene attivamente questo progetto Africa Milk Project, e Allattami. «In Africa abbiamo sostenuto un progetto che replica il modello cooperativo sul quale Granarolo stessa si fonda, in una delle zone più povere della Tanzania», dice ancora Calzolari. «Oggi la latteria-caseificio di Njombe cammina con le proprie gambe Siamo convinti che si potrà esportare questo modello per dare concrete opportunità lavorative ad altri allevatori e casari e una produzione di latte pastorizzato e quindi sicuro a tanti bambini nel mondo. Stiamo già ragionando con Cefa Onlus su un sostegno alle comunità locali in Mozambico, aggregando il mondo cooperativo che ruota intorno ad ACI (Alleanza Cooperative Italiane)».
Convinti poi che il latte materno sia alimento insostituibile per i neonati, con il Policlinico Sant’Orsola di Bologna Granarolo ha dato vita ad “Allattami”, unica banca del latte materno mai promossa da un’azienda in Europa che consente di nutrire neonati critici e/o prematuri, con latte materno prelevato da madri che ne hanno in eccesso. «Un progetto italiano per l’Italia che ci auguriamo possa essere replicato in molti altri contesti per dare latte di mamma sicuro a tanti bimbi».