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Anna Muzio

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Gennaio 2017, Seattle: parte Amazon Go, il primo supermercato Amazon, senza casse

Come sarà il supermercato di Amazon? Perché che un supermercato Amazon lo facesse, dopo che già con il suo (ex) core business, le librerie, aveva iniziato ad aprire negozi in USA, ce lo si poteva aspettare. Ora però è arrivato l’annuncio: il primo Amazon Go (così si chiamerà) è in fase di sperimentazione (con i dipendenti a fare da “cavia”) nella casa madre di Seattle.

Grazie alla tecnologia sarà un supermercato totalmente hassle-free, in cui l’esperienza di fare la spesa è totalmente fluida e libera anche dalal minima seccatura: senza casse e senza scansioni per registrare gli articoli acquistati. Grazie a sensori piazzati sugli scaffali e telecamere che registrano quali prodotti vengono presi dai clienti e messi in borsa. I sensori sono anche in grado di registrare se un prodotto viene preso e poi rimesso a posto, come si vede dal video. Una volta finita la spesa, il conto arriva direttamente sull’app e viene pagato dalla carta di credito collegata all’account.

Il supermercato aprirà al pubblico a gennaio 2017, e non solo rivoluziona completamente la filosofia dell’acquisto per il cliente, ma anche per il venditore: Amazon così sarà in grado di conoscere perfettamente le preferenze d’acquisto, anche offline (come già fa online).

Nocera Bros entra in Végé, ora il gruppo è più forte in Campania

Il Gruppo VéGé cresce e si rafforza in Campania. Il primo gruppo della Gdo nato in Italia annuncia di aver firmato un accordo per l’ingresso tra le imprese socie della Nocera Bros Srl, azienda solidamente radicata a Napoli e provincia, dove opera con una grande struttura polifunzionale dedicata al Cash & Carry che funge anche da CE.DI. e che conta una rete distributiva articolata su 53 punti vendita (6 supermercati e 1 superstore di proprietà a insegna enneSÌ e 46 supermercati e superette affiliati a insegne enneSÌ ed ennemarket).
L’ingresso di Nocera Bros, fondata nel 1966 alla periferia di Napoli come spin-off della storica Ditta Nocera Pietro esistente già dal 1936, rappresenta un bel colpo per il Gruppo VéGé in Campania, regione chiave per la distribuzione nel Centro-Sud Italia, in cui il Gruppo è già presente con le imprese Moderna Spa, Multicedi Srl, Gambardella Srl Caramico Gaetano & C. Spa, Colonial Sud Spa, Gargiulo & Maiello SpA, ICL Food Srl e Bava Srl.

Nocera Bros ha il proprio “core business” nel canale Cash&Carry, che a tutt’oggi rappresenta la voce che più incide sul fatturato totale. Nel tempo, tuttavia, l’azienda ha sviluppato anche un’ampia rete di vendita al dettaglio tra punti vendita di proprietà ubicati nel capoluogo campano (in particolare nel centralissimo quartiere di Chiaia e nell’elegante Vomero) e punti vendita affiliati localizzati prevalentemente nella provincia partenopea.

L’obiettivo a medio termine di Nocera Bros è continuare nel programma di nuove aperture di punti vendita di proprietà a Napoli centro, mirato a equilibrare maggiormente i fatturati globali di Gruppo. “Abbiamo scelto di aderire al progetto commerciale di Gruppo VéGé – dicehiara Pasquale Nocera, amministratore delegato dell’azienda – nella piena convinzione che questa collaborazione ci consentirà di dedicare ancora più energie alla qualità al servizio reso ai nostri clienti all’ingrosso e al dettaglio e, allo steso tempo, di conseguire gli obiettivi di espansione, rinnovamento e potenziamento della rete di vendita che abbiamo programmato”.

Molto soddisfatto anche Nicola Mastromartino, Presidente di Gruppo VéGé: «Accogliamo con grande soddisfazione l’ingresso di Nocera Bros tra le imprese socie. È per noi un onore iniziare un percorso comune di sviluppo con un’impresa che, grazie all’esperienza e all’intraprendenza della famiglia Nocera, gode di una collocazione di primo piano in un contesto territoriale complesso e fortemente competitivo come quello dell’area metropolitana di Napoli».

Freedhome dopo il primo store di economia carceraria a Torino lancia l’e-commerce

Il carcere sotto l’albero è trendy, grazie al progetto Freedhome, messo a punto da un gruppo di dinamiche imprese cooperative che lavorano dentro gli istituti di pena italiani, che sono spesso insospettabili luoghi creativi di eccellenze del made in Italy: qui infatti si producono generi alimentari e artigianali di assoluta qualità. Che possono finire tra i regali natalizi grazie al negozio Freedhome, che lo scorso 27 ottobre ha aperto i battenti in pieno centro a Torino (via Milano 2/c) e ora sbarca in Rete grazie al negozio online che si può trovare nella sezione dedicata all’e-commerce del sito.

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In vendita molte delizie alimentari perfette per i cenoni festivi, molte patrocinate da Slow Food: i torcetti “Brutti e Buoni” prodotti nella casa circondariale di Aosta Brissogne, i panettoni e il cioccolato di alta pasticceria “Dolci Libertà” della casa circondariale di Busto Arsizio (Va), le mandorle e i torroni siciliani delle case circondariali di Ragusa (“Sprigioniamo sapori”) e Siracusa (“Dolci Evasioni”), i taralli pugliesi “campo dei Miracoli” del carcere di Trani, il “Caffè Lazzarelle” che arriva naturalmente dalla Campania, ovvero da Pozzuoli (Na), i frollini della “Banda Biscotti” di Verbania. E poi la linea cosmetica con erbe officinali coltivate nell’orto della Giudecca di Venezia “Rio Terà dei Pensieri”, le soluzioni artigianali, come canovacci e mug dalle grafiche accattivanti, stampate a Torino da “Extraliberi”. E poi i prodotti “O’ Press” della casa circondariale di Marassi a Genova, quelli di “Carta Manolibera” di Forlì, il “Cibo Agricolo Libero” prodotto a Rebibbia, a Roma. Il tutto presentato in eleganti e colorati box di Natale, disponibili in due formati e ideali per accompagnare il momento più emozionante dell’anno.

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Regali belli, che fanno felici chi li riceve, rendono consapevole chi li dona e danno una mano a chi li produce. Dietro a Freedhome infatti, come intuibile, non c’è solo un progetto commerciale, bensì la volontà di accendere i riflettori su una realtà come quella del carcere, perché portare lavoro nelle strutture detentive è fondamentale per ripensare e rifondare il sistema penitenziario in Italia puntando come spesso non si è stati in grado di fare sulla riabilitazione del detenuto, sulla sua dignità e soprattutto sulla chance di trovare lavoro una volta fuori da quel portone e oltre quelle mura. I numeri e l’esperienza dimostrano che svolgere un’attività professionale in carcere significa ricostruire l’autostima delle persone, riscrivere il futuro in termini di comportamenti virtuosi e abbassare notevolmente il rischio di recidiva, per la sicurezza di tutti.

Il supermercato del futuro di Coop da Expo approda a Milano Bicocca

L’avevamo visto, e apprezzato, a Expo Milano. Ora il supermercato del futuro di Coop da progetto futuribile scende in strada e diventa punto vendita vero e tangibile, in una zona “di frontiera” di Milano per lo più, quella Bicocca (è all’interno del Bicocca Village) un po’ popolare un po’ studentesca (l’università), tra vecchie fabbriche dismesse (siamo a due passi da Sesto San Giovanni, l’ex “Stalingrado d’Italia”), musei che espongono arte contemporanea e non lontano dalla Maggiolina, storico villaggio dei giornalisti. Il tutto all’interno di un centro che offre intrattenimento e spazi commerciali e di ristorazione.

Da Expo il nuovo punto vendita Coop di circa 900 metri quadri trae non solo tante soluzioni tecnologiche – i touch screen e i banchi interattivi – ma anche alcuni concetti chiave. L’apertura e la visibilità, con gli scaffali ad altezza d’uomo che donano un colpo d’occhio su tutto il punto vendita. L’attenzione alla salute e alla provenienza dei prodotti, con la possibilità di visualizzare gli aspetti nutrizionali di tutte le referenze esposte. E il legame con il food inteso come ristorazione, grazie al ristorante Fior fiore e al bar interni (a Expo erano sulla piazza antistante).

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Una bella sfida, che aspetta di essere raccolta dal consumatore: sarà ponto a utilizzare tutte le funzionalità proposte dal supermercato del futuro? Una prima risposta campeggerà nel megaschermo a tutta parete dello store, nel quale compariranno, insieme a tante altre informazioni, anche i dati delle vendite in tempo reale.

Accenture ha lavorato con Coop nel ridisegnare completamente l’architettura delle informazioni del supermercato. Collaborando con Avanade, una joint venture tra Accenture e Microsoft, Accenture ha aiutato Coop a implementare l’infrastruttura IT e ad analizzare e sviluppare i touchpoint del punto vendita. Il risultato è una soluzione modulare e flessibile basata su una piattaforma cloud Microsoft Azure, facilmente scalabile e replicabile in un ampio numero di negozi.

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Tra i servizi offerti nel nuovo punto vendita ci sono il “Coop Drive”, che dà la possibilità di ordinare la spesa on line e ritirarla dopo due ore in negozio nell’area dedicata al parcheggio senza scendere dalla propria auto e, come in tutti gli altri negozi di Coop Lombardia, il click and collect in negozio con ordine della spesa online e ritiro e pagamento in supermercato.

«Per Coop Lombardia questo è il 56esimo punto vendita ma è chiaro che per noi è una sfida che raccogliamo, forti del successo di Expo 2015 – dice Daniele Ferrè Presidente Coop Lombardia- Traghettiamo un protototipo nato in un contesto eccezionale in un supermercato che dovrà soddisfare esigenze quotidiane».

«Con il Supermercato del Futuro di Coop, realizziamo quella convergenza tra fisico e digitale che permette di creare un’esperienza di acquisto realmente coinvolgente e immersiva – ha dichiarato Alberto Pozzi, Managing Director della Retail Practice di Accenture in Italia -. Coop dà così forma al supermercato di domani, combinando in un’unica esperienza: personalizzazione dei servizi, accesso ad informazioni approfondite sui prodotti e utilizzo di dispositivi connessi, che accompagnano il consumatore nell’acquisto. Confidiamo di poter proseguire in questa collaborazione e di continuare a portare i benefici dell’innovazione ai clienti Coop».

 

Per un confronto guarda: Visita al Future Food District di Coop, prove di futuro nel supermercato di Expo

Natale, tanti auguri senza contanti. Il regalo ormai si paga contactless

Contanti auguri addio. Ormai lo shopping di Natale si fa con carta contactless e con altre e più innovative forme di pagamento, non solo online. E le tecnologie di pagamento trainano anche le nuove abitudini di acquisto nella corsa al regalo. Lo dice il Digital Payment Study 2016 di Visa reso noto nei giorni scorsi, secondo cui sono oltre 165 milioni le carte contactless in circolazione in Europa, a cui vanno aggiunti 3,4 milioni di terminali abilitati al pagamento mediante tecnologia NFC. Secondo lo studio, il loro utilizzo per i pagamenti è passato dal 36% del 2015 al 52% del 2016. Si tratta di un trend osservabile non solo tra i più giovani consumatori, più esperti nell’approccio alle nuove tecnologie. Il contactless, infatti, è in crescita presso tutte le fasce di età e registra l’aumento più sostenuto nella fascia dei 55-64enni, generalmente considerati più diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie, che ha invece assistito a una crescita del 64% dal 2015. E l’adozione di metodi di pagamento innovativi traina anche gli altri aspetti della digitalizzazione dello shopping. I titolari di carte contactless sono più predisposti all’utilizzo di dispositivi mobili di pagamento sia nei negozi (52% dei titolari di contactless contro il 32% degli altri) sia con le app dell’esercente (49% contro 31%).

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Il diffondersi di strumenti di pagamento digitale peraltro non annulla il piacere dell’esperienza fisica dello shopping. Il Digital Payments Study di Visa rivela come i consumatori amino combinare i canali fisici e quelli online al momento dell’acquisto, soprattutto quando si tratta di prodotti e servizi di particolare valore. Questo ha fatto nascere alcune figure tipiche dell’acquirente digitalizzato. Sette europei su dieci sono “showroomer”, ovvero preferiscono vedere di persona un prodotto nel punto vendita prima di procedere all’acquisto online. Il 66% apprezza il “webroom”, ovvero cerca il miglior prezzo online prima di acquistare il prodotto nel punto vendita fisico. Nonostante la crescita delle vendite di regali di Natale online, i punti vendita fisici continuano ad essere parte importante dei comportamenti di acquisto medi. Il 60% dei consumatori apprezza ancora la possibilità di interagire con commessi e personale di vendita e quella di poter vedere il regalo di persona.

«La crescente familiarità dei consumatori europei con i pagamenti con carta contactless – spiega Davide Steffanini, generale manager di Visa Italia – sta portando a una normalizzazione di tutte le forme di pagamento digitale. Questo Natale vedrà una serie di metodi di pagamento diversi, utilizzati per un’ampia varietà di acquisti: dai regali da mettere sotto l’albero agli aperitivi di auguri con gli amici, fino al cenone di Vigilia o al pranzo di Natale. Quest’ampia scelta permette di pagare anche presso il punto vendita in modo veloce e sicuro. Il successo nelle vendite, per questo Natale, risiederà quindi anche nell’abilità degli esercenti di fornire ai consumatori accesso ai loro metodi di pagamento preferiti».

Iper Arese, più che un punto vendita, un luogo dove fare un’esperienza

Esperienzialità, lavorazione e processi a vista che sono quasi dei laboratori, e la possibilità di acquistare e fermarsi a mangiare i prodotti venduti in ogni reparto; c’è però anche l’insalata che più fresca non si può, coltivata a 50 metri dalla cassa centrale, e i laboratori dove si mostra come sono fabbricati i prodotti che più amiamo, dalla birra alla mozzarella: l’iper di Arese è davvero un luogo ricco di innovazioni. Perché “il nostro mondo va rivisto” come spiega a margine del Francesco Ioppi, direttore immobiliare di Finiper e Dir. C.C. Il Centro di Arese, a margine del convegno Ki Best 2016 organizzato da Kiki Lab – Ebeltoft Italy.

«Il Centro» di Arese, è stato premiato come “miglior nuovo centro commerciale” con il Mapic Award 2016. Abbiamo chiesto a Ioppi se e quando sarà replicato. “È un centro commerciale difficilmente replicabile per location”. Ma non temete la concorrenza, intorno a Milano si stanno muovendo molte iniziative, c’è Scalo Milano e nel 2019 aprirà Westfield. “Non avremmo fatto tutto il percorso dell’azienda senza gli stimoli da parte di competitor importanti. Come non temo l’online e penso possa essere un ottimo alleato, ritengo che i concorrenti più che danneggiarmi possano stimolarmi”.

Carrefour celebra la sua moda bella da svestire

Capi cool e al contempo accessibili a tutti. Belli da svestire. Sono quelli proposti da Carrefour, marchio non sempre facilmente associato al mondo della moda. Per rilanciare la sua vocazione fashion la catena francese, primo distributore in Europa e secondo al mondo, celebra il suo stile attraverso una campagna advertising realizzata con l’agenzia H48 ed esaltata dagli scatti del celebre fotografo Maki Galimberti dal titolo “Belli da Svestire”.

“Impossibile resistersi con un look così”, è il claim che accompagna le fotografie della campagna e che cattura l’attenzione del pubblico attraverso i capi Carrefour, che però non sono indossati dai modelli, ma anzi presumibilmente appena tolti. Così, con immagini sexy e coinvolgenti, “Belli da Svestire” trasmette desiderabilità e al contempo un mondo fashion alla portata di tutte le tasche e di tutte le età. Già, perché le tre immagini che compongono la campagna ritraggono tre incontri, tre diverse generazioni, che con sensualità trasmettono il piacere di “non resistere” alle tentazioni che nascono anche grazie alle scelte di stile di ognuno di noi. Gli abiti, non indossati, sono i protagonisti di una situazione nata grazie a loro. E il loro prezzo assolutamente concorrenziale è in primo piano non meno dei capi e dei modelli, pur senza togliere sensualità alla scena.

«Una campagna innovativa, di cui siamo molto orgogliosi – commenta Sebastien Jan, Direttore Tessile Carrefour Italia -. I capi di abbigliamento sono dei protagonisti insoliti rispetto alle campagne fatte in passato. Sono meno visibili, ma parlano con il cliente finale, suggerendogli che “l’unico modo per resistere ad una tentazione è cedervi”». La campagna prosegue un percorso di posizionamento iniziato con il camerino virtuale e il digital mirror del punto vendita di Carugate, alle porte di Milano, con la campagna total look, e la sfilata mare in punto vendita.

La nuova linea Carrefour viene raccontata a Milano dal 26 novembre al 14 dicembre, grazie a “Belli da Svestire”, con affissioni sulla linea della metropolitana con tre soggetti a rotazione su 250 pannelli, in Corso Garibaldi grazie all’innovativo pannello digitale sempre con tre soggetti a rotazione e con un’ampia affissone in corso XXII Marzo angolo con via Mancini 1.

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Carrefour opera in Italia con 1.065 punti vendita: 57 ipermercati Carrefour, 410 supermercati Carrefour Market, 585 punti vendita di prossimità Carrefour Express e 13 Cash and Carry Docks Market e GrossIper. Carrefour, che opera in 18 regioni e vanta 20mila collaboratori, conta anche su 30 sportelli di Carrefour Banca e 24 stazioni di carburante.

La marca del distributore cresce a 9,7 miliardi, Emilia-Romagna prima regione

La marca del distributore cresce e fa risparmiare. I consumi dei prodotti confezionati commercializzati all’interno della Gdo con il brand dell’insegna hanno toccato nel periodo agosto 2015-luglio 2016 (dati Iri) i 9,7 miliardi di euro, generando un risparmio per i consumatori calcolato in 1,7 miliardi. Tra i motivi del successo di questi prodotti, alternativa economica ai prodotti di marca ma con la stessa qualità, c’è la capacità delle insegne di trasformare questi prodotti in veri e propri brand, puntando anche sui nuovi trend, che trainano le vendite. Ad esempio quello dei prodotti che accontentano coloro che hanno sviluppato abitudini alimentari orientate a principi di benessere e salutistici e verso i prodotti a più alto valore (bio; cibi di soia; prodotti integrali; latti soia; riso, mandorle; latte senza lattosio, gluten free).

 

Emilia-Romagna, Toscana e Liguria le regioni che la usano di più

Il successo delle marche del distributore non è però omogeneo. La regione dove coprono la maggiore fetta di mercato è l’Emilia-Romagna, con il 23,7%, seguita da Toscana (23,1%) e Liguria (23,0%). Molto distanziate le altre regioni: Friuli-Venezia Giulia con il 21,0%, Umbria con il 19,8%, Piemonte con il 18,9%, Marche con il 18,6%, Lombardia con il 17,9%, Trentino-Alto Adige con il 17,4%, Abruzzo e Molise con il 16,5%, Lazio con il 16,4%, Sardegna con il 14,3%, Valle d’Aosta e Veneto con il 14,0%. Fanalini di coda le regioni dell’estremo Sud: la Puglia con il 13,3%, la Sicilia con il 12,9%, la Campania con il 12,7%, Basilicata e Calabria con il 10,0%. i dati si riferiscono al periodo che va da novembre 2015 all’ottobre 2016.

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A Bologna il 18 e 19 gennaio prossimi, nell’ambito di “Marca 2017”, il Salone internazionale sulla Marca del Distributore organizzato da BolognaFiere in collaborazione con ADM (Associazione della Distribuzione Moderna), sarà presentato l’Osservatorio Marca/BolognaFiere.

Dall’Osservatorio emerge il quadro di una marca del distributore con un posizionamento sempre più forte sul mercato, e perfettamente allineata con i nuovi bisogni dei consumatori, sempre più consapevoli nei loro acquisti.

Food&Grocery online a 575 milioni di euro, l’offerta avanza (e la domanda seguirà)

Tutti ne parlano, nel settore entrano continuamente nuovi attori (Amazon su tutti), le insegne si attrezzano, pullulano le strat-up, e gli acquisti alimentari via web in tutte le loro forme (dal food&grocery ovvero la spesa al supermercato ai prodotti enogastronomici e il vino, alla ristorazione) raggiungono nel 2016 i 519 milioni di euro, in crescita del 30% sul 2015: lo rivela  l’Osservatorio eCommerce B2C promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano. Crescono a doppia cifra il Grocery Alimentare (+40%), l’Enogastronomia (+17%) e la Ristorazione (+29%).

Numeri ancora piccoli certo, specie se comparati con altri mercati europei: il Food&Grocery in valore assoluto incide ancora marginalmente (3%) sul totale mercato eCommerce B2c italiano, pari a quasi 20 miliardi di euro.
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«L’incidenza degli acquisti online sul totale acquisti Retail è pari allo 0,35% nel 2016 -dice Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -, una penetrazione significativamente inferiore sia rispetto a quella osservata in altri comparti merceologici più sviluppati – Abbigliamento (5%), Turismo (29%) – che rispetto ai valori registrati (tra il 2 e l’8%) nello stesso settore in altri mercati internazionali come Francia, UK, USA. Negli ultimi anni però si è assistito a una proliferazione di iniziative online, sia da parte dei retailer tradizionali sia da parte di Dot Com pure player (anche startup): l’aumento dell’offerta si è osservato indistintamente in tutti gli ambiti, dai prodotti da supermercato ai prodotti gastronomici, dal vino al cibo pronto e possiamo ritenere che siano state finalmente gettate le basi per uno sviluppo strutturato del settore».

 

Gdo online a 188 milioni

Gli acquisti di Grocery Alimentare valgono nel 2016 188 milioni di euro, in crescita del 40% rispetto al 2015. 

«Nel settore, contrariamente a quanto avviene mediamente nell’eCommerce B2c italiano, sono gli operatori tradizionali (retailer e produttori) a ricoprire un ruolo dominante, con il 67% del valore delle vendite nel 2016 – spiega Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano -. Tuttavia le Dot Com crescono a un tasso superiore e il loro peso passa dal 25% nel 2015 al 33% nel 2016. Visto lo stato embrionale di molte di queste iniziative, è lecito aspettarsi che le Dot Com incrementino il loro peso anche nei prossimi anni. Prendendo in esame la concentrazione di mercato, emerge che i primi 5 operatori del Food&Grocery generano il 68% delle vendite online, in linea con il 2015».

Nel Food&Grocery la componente principale – in termini di valore degli acquisti – è rappresentata dall’Alimentare, pari al 90% del comparto, per un valore di 519 milioni di euro, in crescita del 27% rispetto al 2015. La componente Health&Care pesa per il restante 10%. L’Alimentare è a sua volta composto per oltre il 90% dall’acquisto di prodotti Food e per meno del 10% dal Wine. In particolare, nel Food il 60% della domanda si riferisce all’acquisto di prodotti “secchi” (confezionati, incluso il caffè), il 31% ai “freschi” (prodotti a temperatura controllata, incluso il cibo pronto), il 7% alle “bevande” e il restante 2% ai “surgelati”.

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L’offerta avanza, la domanda arriverà, ma serve una customer experience migliore

Gli operatori presenti al convegno “Food online: l’appetito viene mangiando” (aziende di packaging e delivery, esperti di marketing e logistica) ne sono certi: la domanda langue perché finora non c’è stata un’offerta adeguata. Ma le cose stanno cambiando.

Sicuramente aumenta il nuemro di operatori sul mercato, però l’esprienza degli acquisti online pe quanto riguatda il Food&Grocerty va senz’altro migliorata: i clienti interpellati (in Italia sono 1,5 milioni) hanno giudicato mediocre o appena sufficiente l’espreienza in titte le sue fasi.

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Insomma c’è ancora da lavorare, anche se molto si sta facendo in termini di innovazione, come ha spiegato Samuele Fraternali, Ricercatore Senior dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. «In tutti e 3 i settori possiamo notare una decisa tendenza all’innovazione sulla customer experience. Dal Click&Collect come alternativa alla consegna a domicilio, all’aumento di iniziative focalizzate sulla vendita di prodotti tipici di alta qualità, del fresco con consegna rapida e di ingredienti/box per la preparazione di ricette. La ristorazione controbatte con una maggiore attenzione all’elenco degli ingredienti contenuti all’interno del piatto – al fine di poter rispondere ad esigenze specifiche come diete, intolleranze e allergie – e alla garanzia di consegna dell’ordine in tempi brevi al fine di soddisfare l’urgenza del cliente”.

Apre rinnovata la Coop di Castel San Pietro Terme (Bo)

La Coop di via Roma 18/b a Castel San Pietro Terme. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

Dopo un completo restyling, ha riaperto oggi a Castel San Pietro Terme (Bo) la Coop in via Roma 18/b. Il nuovo punto vendita di 1.500 metri quadrati e con circa 50 lavoratori, offre un assortimento ancora più vasto e pensato sia per le esigenze della spesa quotidiana sia per gli acquisti “di scorta”. Tra le novità, gli scaffali dei prodotti salutistici, con articoli parafarmaceutici, integratori alimentari, alimenti confezionati, tra cui quelli per i bambini, quelli pensati appositamente per le intolleranze, quelli “funzionali” e quelli free-from.  Al book-crossing è dedicato l’angolo di Seminar libri: la piccola biblioteca in cui soci e clienti hanno la possibilità di scambiare testi, gratuitamente e senza alcun obbligo di registrazione.

Castel San Pietro Terme (Bologna), 1/12/2016. Inaugurazione supermercato Coop di via Roma 18/b. Fausto Tinti sindaco del Comune di Castel San Pietro Terme; Adriano Turrini presidente di Coop Alleanza 3.0; Christian Fossi presidente del Consiglio di zona di Coop Alleanza 3.0. Con la partecipazione dell’attrice comica Maria Pia Timo. Benedice la struttura don Silvano Cattani parrocchia di Castel San Pietro Terme. ARCHIVIO COOP ALLEANZA 3.0 – foto Paolo Righi/Meridiana Immagini
Tutte le foto: ARCHIVIO COOP ALLEANZA 3.0 – foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

Ampio spazio anche ai prodotti per la cura della persona e quelli appositi per il pet care. Tutti nuovi i banchi dei reparti pescheria e gastronomia, serviti da addetti, ma che presentano anche i prodotti in formati take-away. Il nuovo store sui reparti dei freschi e freschissimi: in particolare l’ortofrutta, che valorizza i prodotti di stagione legati al territorio. Spazio, inoltre, a tutte le referenze delle linee di punta del marchio Coop, dalla gamma Fior Fiore a quella Vivi Verde. Il supermercato propone inoltre la cantina dei vini, che valorizza le produzioni enologiche locali e le birre artigianali. A completare l’offerta, il banco del pane e pasticceria – anche con il servizio self – con le produzioni interne. Grazie ai lavori di ristrutturazione, il negozio è dotato di accorgimenti ambientali, come i banchi refrigerati e ad alto risparmio energetico e il sistema di illuminazione a led.

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I clienti dispongono di sei casse tradizionali, quattro fai-da-te o due “Salvatempo”.

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Al momento inaugurale hanno partecipato il sindaco Fausto Tinti, il presidente di Coop Alleanza 3.0 Adriano Turrini e, in rappresentanza dei soci, il presidente del Consiglio di Zona Christian Fossi.

Castel San Pietro Terme (Bologna), 1/12/2016. Inaugurazione supermercato Coop di via Roma 18/b. ARCHIVIO COOP ALLEANZA 3.0 – foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

Da oggi fino al 31 dicembre, chi vorrà diventare socio di Coop Alleanza 3.0 nel supermercato di via Roma riceverà un buono del valore di 15 euro da utilizzare fino al 31 gennaio 2017 nello stesso punto vendita ristrutturato.

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