CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Babbo Natale quest’anno ci porta prezzi stabili

Prezzi sostanzialmente stabili per il Natale 2016. Lo sostiene il Codacons, che ha monitorato i listini al dettaglio di alcuni beni classici del Natale nelle principali città italiane. Scoprendo che almeno due prodotti tradizionali, il panettone e l’albero, costeranno di meno rispetto all’anno scorso. Per il dolce più consumato nelle festività, il “pan di Toni” per cui anche gli inglesi hanno perso la testa, si spenderà fino al 2,3% in meno rispetto al 2015. Quello di marca passerà da 7,99 a 7,85 euro, quello non di marca da 4,20 a 4,10. In lieve controtendenza l’altro dolce storico, il pandoro, che subirà aumenti infinitesimali, da 7,29 a 7,30 se di marca e da 4,00 a 4,05 se non di marca. L’invasione di alberi sintetici, più ecologici e disponibili in tutte le forme, altezze e tipologie, porta anche in questo settore risparmi (-2,9%), più contenuti per l’albero vero (-2,17%) che però sarà acquistato solo dal 35% delle famiglie. Stabili invece i listini per palline, luci e decorazioni varie.

Malgrado non siano previsti grandi rincari rispetto allo scorso anno, secondo l’associazione per i consumatori i consumi natalizi complessivamente subiranno una flessione fino al -2%. Una contrazione che però non dovrebbe riguardare il cenone: per gli alimentari gli italiani non baderanno al portafogli, e prevedono di spendere oltre 2,8 miliardi.

E lo shopping? Se ne occupa Coldiretti, secondo cui gli italiani destineranno ai regali un budget di 232 euro a famiglia, con un aumento non trascurabile del 6% rispetto al 2015. Per i pacchetti da mettere sotto l’albero si spenderà il 38% dell’intero investimento natalizio, comprensivo anche di viaggi, intrattenimento e cenoni, secondo lo studio Deloitte. Gli italiani sono comunque piuttosto generosi. La loro spesa per i regali quest’anno sarà superiore del 12% rispetto a quella degli europei, che si fermano a 207 euro. I Babbi Natale più generosi saranno quelli danesi, con una spesa di 367 euro per famiglia, seguiti da quelli tedeschi (239). Poi gli italiani. In fondo alla classifica greci (128 euro a famiglia) e polacchi (114).

E se negli Usa i regali natalizi si acquistano spesso nel corso del Black Friday che sta iniziando a fare breccia anche da noi, gli italiani iniziano a preferire fare i regali con largo anticipo per approfittare di qualche offerta e comunque evitare le file e i disagi degli ultimi giorni. La tendenza di quest’anno è fare doni utili ai familiari e oggetti e servizi a cui non si può accedere in altri periodi dell’anno agli amici. Cresce la quota degli italiani che fa acquisti su internet per risparmiare soldi e tempo: ormai siamo su livelli europei (38% la media italiana, 40% quella dell’intero continente), anche se questo genere di shopping sembra limitato a musica, film, informatica, viaggi e abbigliamento. Per altre merci, prima di tutto quelle alimentari, sembra ancora essere importante il contatto diretto con il venditore, che spesso poi è anche il produttore. Infatti luogo privilegiato di acquisto di alimenti natalizi è il mercatino degli agricoltori o l’azienda, qualora preveda la vendita diretta.

A Natale da Lidl Uk il prezzo è nelle mani (social) dei clienti

Si chiama The Lidl Social Price Drop la nuova, e inedita campagna promozionale natalizia di Lidl Uk, che unisce il coinvolgimento degli utenti nei social (in questo caso Twitter) con la spinta dei tradizionali prodotti natalizi. Semplice e ingegnoso il meccanismo, che ricorda il crowdsourcing: ogni settimana, dal 21 novembre al 17 dicembre, viene proposto un diverso prodotto e più questo viene “retwittato” dal profilo Twitter di Lidl, più il prezzo si abbassa. Sono previsti quattro prodotti, uno a settimana. I primi due sono stati aragosta e Jamon Serrano, perfetti per attirare l’attenzione e il desiderio di ottenere prodotti pregiati a un prezzo ribassato. Ma anche per sottolineare quell’immagine che Lidl ormai da tempo (vedi lo spot natalizio di due anni fa) cerca di promuovere, cioè quella di un ex discount che mantiene ottimi prezzi ma dove si possono comprare prodotti di qualità.

Il programma è fisso: si vota lunedì e martedì, mercoledì viene annunciato il prezzo che darà valido per tutto il sabato successivo, fino ad esaurimento scorte.

Un modo per “coccolare” i propri clienti abbassando prezzi “che sono già bassi”, come sottolineano da Lidl.

La campagna è stata concepita dell’agenzia di digital marketing 360i Europe. Per dare un’idea del tenore delle promozioni, la prima settimana l'”aragosta di Natale” che normalmente costa 5,99 sterline è stata venduta il sabato a 2,99 sterline.

“Social Price Drop è una novità assoluta nei supermercati britannici, e siamo elettrizzati dal dare ai nostri clienti il potere di abbassare i prezzi di alcuni tra i nostri migliori prodotti natalizi tramite Twitter” says Georgina Hall, responsabile comunicazione di Lidl UK.

“Il Natale è un periodo dell’anno estremamente caro per i consumatori e come commercianti che sono al cuore delle comunità abbiamo l’ambizione di rimettere il controllo nelle mani dei consumatori e consetire loro di risparmiare anche sotto Natale”.

La liberalizzazione fa bene ai farmaci, in 10 anni frenano i prezzi

Una parafarmacia Conad.

La liberalizzazione ha fatto bene al mercato dei farmaci, ma si potrebbe osare molto di più. È uno dei dati rilevanti dell’indagine svolta da Altroconsumo a dieci anni dalla liberalizzazione del mercato farmaceutico, avvenuta nel 2006. Altroconsumo ha confrontato i prezzi di un campione di 24 farmaci senza obbligo di prescrizione (Sop) e da banco (Otc) pescati tra i 50 più venduti nei tre canali di vendite: farmacia, parafarmacia e corner degli ipermercati. La ricerca, condotta nell’ottobre 2016, è partita dal presupposto che il corner degli ipermercati sia il canale di vendita più conveniente e ha quindi confrontato i prezzi dei farmaci qui venduti con quelli di farmacie e parafarmacie online, senza tenere conto dei costi di spedizione. Sono stati presi in considerazione 21 corner salute di sei città (Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino) appartenenti a 8 marchi di ipermercati (Ipercoop, Conad, Auchan, Iper, Panorama, Carrefour, Bennet e Il Gigante). Per i siti di vendita online sono stati scelti quelli afferenti alle sei città suindicate (ponendo un limite di 14 farmacie e due parafarmacie per ogni città) che vendano almeno dieci farmaci. In totale sono stati analizzati i prezzi di 121 siti.
Ebbene i corner dei supermercati restano più convenienti: in media in un ipermercato un farmaco costa il 10,4% in meno rispetto alla farmacia online e il 5,7% in meno rispetto alla parafarmacia online, la quale a sua volta è più economica del 4,8% rispetto alla farmacia online.

Facendo alcuni esempi l’Aspirina 20 compresse effervescenti costa 7,14 euro nell’ipermercato, 7,80 in parafarmacia e 7,95 in farmacia. L’Enterogermina confezione da 10 flaconi costa rispettivamente 7,00 euro, 7,04 euro e 7,79 euro. Il Moment da 24 compresse costa 7,55 euro, 8,12 euro e 8,93 euro. Il Pursennid da 30 compresse costa 4,95, 5,48 e 5,80, la Tachipirina 20 compresse da 500 mg 3,96, 4,43 e 4,55. In nessun caso, per le 24 confezioni prese in considerazione, il prezzo della farmacia online è più basso di quello dell’ipermercato e nemmeno di quello della parafarmacia mentre in due casi (Fluifort 90 mg sciroppo da 200 ml e Okitask 40 mg da 10 bustine) la parafarmacia online è più conveniente del corner dell’ipermercato. In ogni caso il 43% degli ipermercati applica mediamente dei prezzi che sono inferiori di almeno il 15% rispetto al prezzo medio.

 

Prezzi migliori di dieci anni fa, ma grandi differenze da un pdv e l’altro

Anche i corner degli ipermercati non sono tutti uguali: fatto 100 l’indice di un punto vendita che applichi per ogni farmaco il prezzo medio rilevato in tuti i punti vendita, gli ipermercati più convenienti, con un indice medio dei prezzi arrotondato a 82, sono i Conad di via Levante a Bologna, di corso Francia a Rivoli (TO) e di via Arola a Roma e gli Ipercoop di Afragola (NA), di via Casilina a Roma e di via Pasteur a Bari. Il punto vendita meno conveniente è invece l’Auchan di via Argine a Napoli, con un indice di 112.

Quanto al confronto con il 2006, si può fare solo con 21 farmaci, essendo tre dei 24 non in commercio dieci anni fa. Ebbene nel corner ipermercato i farmaci costano mediamente l’1% in meno rispetto al 2016, nelle perafarmacie online il 4,9 in più e nelle farmacie il 10,9% in più: dati comunque tutti ampiamente inferiori al tasso di inflazione generale dell’ultimo decennio, pari al 16%. Quindi la liberalizzazione ha fatto bene al mercato dei farmaci. Resta però l’ampia variabilità nel prezzo di ogni farmaco, con una forchetta di prezzi che nei corner degli ipermercati è del 44,8%, nelle parafarmacie del 47,4% e nelle farmacie online addirittura dell’82,7%. Un dato poco trasparente, che non contribuisce a orientare correttamente il consumatore nella scelta del punto vendita in cui fare il suo acquisto.

Confimprese, il commercio è accoglienza, ma evitiamo i paletti

Confimprese è un’associazione con 300 marchi che rappresentano altrettante catene, con un punto di vista privilegiato sullo sviluppo del commercio. Il presidente Mario Resca spiega il suo punto di vista sul settore. Se il retail negli ultimi anni è senza dubbio molto cambiato, la cosa non deve andare necessariamente a scapito del punto vendita fisico, che oggi evolve e diventa punto di ritiro per prodotti anche di altri operatori (vedi Amazon in USA), è aperto fino a tardi e pronto ad accogliere il cliente “perché siamo nel settore dell’accoglienza”.

Cambiando le abitudini del cliente e così deve cambiare la mentalità dell’imprenditore del commercio. In questo senso secondo Confimprese è necessario togliere quei paletti che ancora a livello locale limitano la liberalizzazione del commercio. Orari di apertura ma non solo, anche possibilità di fare promozioni, magari coordinando i periodi dei saldi in modo che siano gli stessi in tutta Italia, “perché 50 milioni di turisti vengono ogni anno da noi per comprare moda, design e ora anche enogastronomia”.

L’intervista è state realizzata al Convegno Ki Best 2016 organizzato da Kiki Lab – Ebeltoft Italy a Milano il 23 novembre 2016.

Ki-Best 2016, i casi di punta del retail mondiale

Fabrizio Valente, partner fondatore di KikiLab-Ebeltoft Italy, ci racconta in occasione del Ki-Best 2016 i più recenti casi innovativi nel modo del retail e della risto-retail: Apple Store Dubai, Bentley Westfield Stratford, Vita Mojo Londra, Jamon Experience Barcellona. Nel segno di personalizzazione, esperienzialità, multisingle-tudine e attenzione alla salute.

Una visione positiva dello stato dell’arte del commercio attuale, che in chiusura si apre anche al caso Italia, fatto di punte di eccellenza che svettano su una base fatta di un commercio piuttosto fermo, e che non si sta adeguando al mondo che cambia.

L’intervista è state realizzata al Convegno Ki Best 2016 organizzato da Kiki Lab – Ebeltoft Italy a Milano il 23 novembre 2016.

 

A Perugia il 21esimo superstore Oasi di Gruppo Gabrielli: sostenibile, solidale, conveniente

Il taglio del nastro: da sx il presidente, Luca Gabrielli, la vicepresidente Laura Gabrielli, la vicepresidente Barbara Gabrielli e l'ad Mauro Carbonetti.

Riduzione, recupero, riuso. Sono le tre R del nuovo punto vendita Oasi aperto giovedì 24 novembre in via Centova a Perugia dal Gruppo Gabrielli, realtà importante della Gdo del Centro Italia, avendo oltre all’insegna Oasi per i superstore anche i supermercati Tigre e Tigre Amico (quest’ultimo per il canale franchising) per un totale di 206 punti vendita. Quello di Perugia in particolare è il ventunesimo a marchio Oasi.

Dicevamo delle tre R. Dal 2010 il Gruppo Gabrielli ha posto in essere in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche il “Gabrielli lab”, la fucina di idee green oriented. I dottorandi, seguiti passo passo da tutor aziendali, progettano e realizzano soluzioni basate per l’appunto sulla riduzione (delle emissioni di CO2 grazie a tecnologie per il risparmio energetico: -5,8% sulla spesa di energia elettrica, +1.590.000 kwh di energia da fonti rinnovabili, recuperati e riciclati 2.847.680 kg di carta, cartone e plastica), sul recupero (dei rifiuti e della plastica: sono state installate postazioni ad hoc per la differenziata, e nel punto vendita si usa materiale plastico di seconda vita) e sul riuso dei materiali (le cassette per l’ortofrutta in plastica lavabili vengono riutilizzate infinite volte e i sacchetti biodegradabili al 100% sono utilizzabili per il compostaggio domestico). Il superstore di Perugia diventa così il quarto punto vendita Oasi interamente in classe A: dalla progettazione all’arredo, il rispetto dell’ambiente è da sempre elemento prioritario. L’impegno si manifesta anche con altre azioni mirate: dal monitoraggio e gestione dei sistemi di illuminazione e raffreddamento all’utilizzo di sistemi di illuminazione a led ad alta efficienza, dalla copertura delle isole dei surgelati con coperchi scorrevoli ai banchi murali completi di sportelli per evitare la dispersione del freddo e abbattere i consumi energetici, fino alla produzione di acqua calda sanitaria e di energia elettrica anche tramite fonti rinnovabili.

Il superstore Oasi di via Centova si estende su una superficie di vendita di 2500 metri quadri. Le referenze sono 14mila (9mila di food e 5mila di no food), e nel superstore lavorano 44 collaboratori. Le casse sono 10, tutte servite, il che rende l’ambiente familiare e rilassante. Relax aumentato dal parcheggio da 90 posti auto al piano e 110 coperti.

Naturalmente grande attenzione è posta, nel nuovo punto vendita perugino, al consumatore. Lo store apre su un reparto promozionale e si allarga sui banchi serviti per il pane, il taglio, la macelleria e la pescheria. In particolare questi ultimi due dispongono anche di un laboratorio a vista. I banchi a libero servizio sono i surgelati e salumi e latticini. Molto ampio l’assortimento delle referenze speciali: in particolare i clienti possono reperire in negozio prodotti bio, vegani, locali, nutraceutici, no glutine, ecosostenibili come i dispenser per il pet food. Ampio spazio viene garantito alle referenze Selezione Qualità e Consilia, la “private label” del consorzio Sun presente sugli scaffali in tutte le declinazioni racchiuse in quattro linee prodotto, tutte di alta qualità ed estremamente convenienti.

Tra i servizi forniti ai clienti la fidelity card Unika, l’iniziativa Carrello Pulito, con la presenza in punto vendita di un dispenser per l’erogazione di salviette igienizzanti per ripulire il carrello, e prodotti take away.

 

Iniziative solidali con Banco Alimentare

Il Gruppo Gabrielli conferma il proprio impegno e vicinanza con il Banco Alimentare: il nuovo superstore si inserisce nel programma di recupero delle eccedenze alimentari a sostegno delle fasce più deboli. Nel 2015, il Gruppo ha donato 31.874 kg coinvolgendo 18 punti vendita. «Il radicamento sul territorio – garantisce Barbara Gabrielli, vicepresidente del Gruppo – è confermato dal sostegno alle tante iniziative di rilevante valore sociale. Con questo spirito ci apprestiamo a vivere questa nuova esperienza con la città di Perugia, confermando attività importanti come il sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari locali e la collaborazione con produttori locali».

Il prossimo appuntamento è per il 26 novembre 2016 con la ventesima edizione della giornata nazionale dedicata alla colletta alimentare. Dal 2010 Gruppo Gabrielli sostiene il Banco Alimentare mettendo a disposizione i suoi punti di vendita per contribuire al recupero dei beni alimentari che saranno risorsa preziosa per coloro che affrontano uno stato di difficoltà economica

Glifosato, la Corte di Giustizia Europea chiede alle aziende di rendere pubblici i test

Rendere pubblici i test di sicurezza sul glifosato. Lo ha chiesto alle aziende chimiche la Corte di giustizia dell’Unione europea, accogliendo ieri la richiesta di Greenpeace e del Pesticide Action Network (PAN) Europe.

Scoperto nel 1950 e messo in produzione dalla Monsanto negli anni Settanta, il glifosato, un erbicida largamente usato in agricoltura, dal 2001 è divenuto di libera produzione essendo scaduto il brevetto della multinazionale americana. Il composto chimico è stato considerato di bassa pericolosità per l’uomo fino al 2012, quando la rivista Food and Chemical Toxicology pubblicò uno studio che evidenziava la sua patogenicità e cancerogenicità nei ratti. Lo studio fu contestato ma nel 2015 l’IARC (International Agency for Research on Cancer) classificò il glifosato come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo.

La questione resta aperta. Per questo la Corte del Lussemburgo ha ravvisato negli studi in materia “informazioni sulle emissioni nell’ambiente”, e quindi di interesse pubblico. «La sentenza – spiega Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia – stabilisce che le autorità devono pubblicare tutti gli studi utilizzati per le valutazioni dei rischi dei pesticidi, e non possono tenerli segreti per proteggere gli interessi commerciali delle aziende. In base alla sentenza odierna, sia le autorità europee che quelle nazionali dovranno d’ora in poi rendere pubblici questi studi in automatico, e non solo a seguito di richieste di accesso ai dati. Nelle valutazioni dei rischi dei pesticidi la trasparenza è di vitale importanza, dato che sono a rischio salute e ambiente».

«Il fatto che i test di valutazione sulla sicurezza delle sostanze analizzate siano effettuati dalle stesse aziende che le producono costituisce di per sé un evidente conflitto di interessi – aggiunge Hans Muilerman di PAN Europe -. La pubblicazione dei risultati integrali servirà a verificare se i dati parziali che le aziende hanno fornito originariamente alle autorità corrispondono a ciò che è effettivamente emerso dagli studi.

Anche se in Italia da agosto è scattato il divieto di utilizzare il glifosato nelle coltivazioni in pre-raccolta e in “parchi, giardini, campi sportivi, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”, e il ritiro dal commercio di 85 prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato, secondo Coldiretti quasi un pacco di pasta Made in Italy su cinque è fatto con grano canadese, che continua ad essere trattato con glifosato. E tutto ciò, nonostante il divieto imposto dal decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto 2016.

Sapori&Dintorni di Conad apre a Santa Maria Novella, e il travel retail diventa gourmet

Completa il poker di aperture nelle principali stazioni italiane con l’apertura di uno store presso il Binario 1A della stazione centrale di Santa Maria Novella, Firenze (dopo Milano, Roma e Napoli), il format Sapori&Dintorni di Conad dedicato alle eccellenze regionali.

Il punto di vendita ha due piani e due ingressi. Da Via Alamanni si accede alla Cremeria Sapori&Dintorni e al bar caffetteria del piano terra; dal Binario 1A, al piano binario, si sviluppa la superficie di vendita con area degustazione. In totale 570 metri quadri di vendita al piano binario di prodotti italiani, legati a tanti territori e alle eccellenze di cui ogni regione d’Italia è ricca, e oltre 140 metri quadri di area di somministrazione fra piano terra e piano binario.

img_5305
Lo spazio interno è suddiviso tra i reparti gastronomia e panetteria, ortofrutta, carne a libero servizio e selezione di drogheria alimentare e bevande, ognuno caratterizzato da un’ambientazione specifica. È presente tutta la gamma dei prodotti regionali italiani a marchio Sapori&Dintorni, affiancata delle linee biologiche e funzionali Conad il biologico, AC Conad e la nuova Verso Natura Conad.

img_5301
All’interno dello store è stata ricavata un’area dedicata alla degustazione dei prodotti in vendita da consumare sul posto o portare a casa nelle comode confezioni take away in vendita al banco gastronomia.

img_5307

Con la nuova apertura diventano 23 i punti di vendita Conad a Firenze (quattro dei quali con l’insegna Sapori&Dintorni) e quasi 500 le persone occupate. Oggi i fratelli Leonardo e Claudia Betti, entrambi soci di Conad del Tirreno, – la loro famiglia da quarant’anni gestiva il negozio Margherita Conad di via Alamanni che ora ospita la nuova Cremeria Sapori&Dintorni e il bar – si misurano con la nuova sfida dello store all’interno della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Uno store specializzato nel cibo di qualità, che valorizza la territorialità e offre la possibilità di degustare al proprio interno una gamma di piatti.

img_5290

«Lo store Sapori&Dintorni di Firenze Santa Maria Novella è una bella vetrina per valorizzare l’eccellenza dei prodotti regionali e italiani – sottolinea l’Ad di Conad del Tirreno Ugo Baldi –, ma anche un’opportunità di acquisto che dà risposte al flusso turistico, ai pendolari e ai fiorentini. Siamo per la valorizzazione del localismo, per dare risposte al territorio attraverso i nostri soci, che operano in tante comunità locali. Questo nuovo store ha le carte in regola per rafforzare il servizio e confermare l’insegna quale punto di riferimento sia per i turisti che transitano nella stazione ferroviaria sia per i cittadini che vivono e lavorano in zona. Diamo valore ai prodotti di qualità, espressione della tradizione regionale; prodotti che i fiorentini hanno piacere di portare in tavola e i turisti di assaporare e acquistare come una piacevole scoperta».

img_5296
Una novità piacevole, che valorizza la location e punta a un travel retail rinnovato che, oltre al prodotto, offre servizio, è il box clienti che assicura il servizio di accoglienza e info point sui principali eventi culturali e manifestazioni che si svolgono in città.

Per Conad del Tirreno, che ha chiuso il 2015 con un giro di affari complessivo della rete associata di 2,35 miliardi di euro, i prodotti regionali in Toscana valgono il 30% del fatturato. Un dato che sottolinea l’attenzione della cooperativa alla tradizione enogastronomica locale e la capacità di valorizzare i prodotti regionali di qualità nei centri storici delle città d’arte o in luoghi di transito dei turisti, come sono Firenze, Siena, Sassari e la Stazione Termini di Roma.

img_5300

Lo store Sapori&Dintorni nasce per dare risposta a esigenze di consumo sia per chi la città la vive quotidianamente (vedi l'”isola” del biologico) sia per i turisti in visita, interessati all’agroalimentare regionale italiano. L’offerta enogastronomica territoriale è in effetti sempre più una motivazione di vacanza che integra quella culturale e ambientale.

Il Viaggiator Goloso diventa punto vendita, e il viaggio inizia da via Belisario, Milano

Il Viaggiator Goloso, il brand alto di Gamma di Unes e U2 Supermercato, ha un negozio tutto suo: è stato inaugurato a Milano il primo punto vendita in Viale Belisario, zona vecchia Fiera.

«Ci siamo accorti che il Viaggiator Goloso era diventato a tutti gli effetti una marca,  e che potevamo fare un negozio impostato sul Viaggiator Goloso. Oggi il cliente vuole essere gratificato e rassicurato, e il Viaggiator Goloso rappresenta proprio questo. Abbiamo quindi abbiamo creato un posto adatto e adeguato- spiega Mario Gasbarrino, Ad di Unes, il primo giorno di apertura -. In realtà siamo al 40% rispetto al prototipo che ho in testa, non tanto come scatola ma come contenuto, perché qui lo spazio è limitato, sono 650 mq, ce ne vorrebbero il doppio. L’abbiamo volutamente creato in un punto vendita preesistente, una Unes, non per masochismo ma per avere un riscontro diretto sui conti e capire se la formula funziona». Questo è solo il punto di partenza, da domani inizia il grande viaggio. Nei prossimi mesi metteremo a punto sempre ancora di più gli assortimenti. Prima di pensare a nuove aperture vediamo se funziona, poi valuteremo altre location. Ma penso, dalla prima impressione, che siamo sulla strada giusta».

[Not a valid template]

Viaggiator Goloso ha una quota media del 9% del grocery, mentre i prodotti a marchio hanno superato il 40%. Ci sono punti vendita che fanno anche il 15/16%. È una quota che va rivalutata tenendo conto che i dati sono sul grocery che comprende anche il non food, dove Unes non ha referenze private label. «Ci sono ancora grandi prospettive di crescita. Se cinque anni fa il Viaggiator Goloso fatturava 5 milioni, oggi ne fa fattura 52/53 milioni. Non poco per un’azienda da 920 milioni” dice Gasbarrino. Sono circa 500 le referenze del brand topo di gamma “e lavoreremo per aumentarne il numero”.

L’anno scorso la marca Viaggiator Goloso era già “scesa su strada” in un temporary dedicato nel periodo natalizio (vedi qui la fotogallery: Ecco il temporary U2 per la private label d’alta gamma: una prova per il futuro?) che sarà replicato quest’anno da venerdì 25 davanti all’Iper Portello.

Adesso, si alza l’asticella e il supermrcato si fa gourmet, tutto l’anno, 16 ore al giorno.

Penny Market promuove la nuova raccolta punti TVS con la blogger Chiara Maci

Per promuovere la nuova raccolta di bollini rivolta a foodie e aspiranti chef casalinghi Penny Market coinvolge la nota food blogger Chiara Maci come testimonial. Partita il 17 novembre, continuerà fino al 28 febbraio. La raccolta è finalizzata alla collezione di padelle e tegami “Gran Sapore”, prodotti Made in Italy a marchio TVS realizzati in esclusiva per Penny Market; Chiara Maci svelerà attraverso delle esclusive videoricette i trucchi e gli accorgimenti per dei piatti gustosi e originali.

La campagna, veicolata tramite locandine, allestimenti nei punti vendita, radio Penny FM e affissioni, prevede contenuti inediti pubblicati sulla pagina Facebook di Penny Market Italia con l’hashtag #gransaporepenny per scoprire i segreti della food blogger e il gusto autentico dei cibi che, grazie alle pentole della linea “Gran Sapore”, viene celebrato al meglio, e ogni ingrediente preserva tutte le sue proprietà nutrizionali.

La raccolta prevede la consegna di un bollino per ogni 15 euro di spesa con Penny Card e permette di ricevere, gratis senza contributo, una pentola della nuova serie “Gran Sapore” che comprende una casseruola con coperchio, un tegame con coperchio e tre padelle di diverse dimensioni (20,24,28 cm).

Le videoricette di Chiara Maci sono visibili qui.

Penny Market Italia è l’insegna discount alimentare del gruppo tedesco REWE. L’insegna nasce nel 1994 e segna un momento di cambiamento nel mondo del discount italiano, dando inizio al rinnovo del settore grazie alla nuova formula “assortimento di qualità, marca e prezzi bassi”. Oggi è presente sul territorio italiano con oltre 340 punti vendita distribuiti nelle principali regioni d’Italia ed è attualmente in forte crescita, con fatturato per metro quadro superiore alla media di categoria. A livello internazionale, è presente in Austria, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare