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Anna Muzio

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Ecco il temporary U2 per la private label d’alta gamma: una prova per il futuro?

Da sempre U2 punta sulle sue private label. Ora ha pensato di creare un format dedicato alla propria marca commerciale di alta gamma, il Viaggator Goloso, che ha aperto come temporary in via Belfiore a Milano fino al 6 gennaio in uno spazio di 170 mq. Dichiaratamente, un test con in vista un’eventuale apertura, in altra location, di un concept simile, permanente. «Volevamo testare se un prodotto di questo tipo reggeva l’attenzione. Puntiamo molto sulla qualità con prezzi aggressivi e sul passa parola. Le referenze sono esattamente le stesse che si trovano nei nostri supermercati – spiega Paolo Paronzini direttore marketing e comunicazione di U2 -. C’è da lavorare molto sulla formazione perché i clienti chiedono molti di più, si informano. I panettoni ad esempio, sono a lenta lievitazione, lavorati e confezionati a mano fatti da Maina su una linea di produzione diversa: se si racconta, il prodotto ha una sua credibilità, il prezzo passa in secondo piano rispetto alla curiosità delle caratteristiche e della provenienza. In uno store dedicato si riesce a lavorare su questo concetto come non sempre si riesce in supermercato».

Il Viaggiator Goloso con circa 350 referenze ha un incidenza dell’8,7% sulle vendite totali. Nato come prodotto che strizza l’occhio all’Italian Style e che fosse quindi anche esportabile (lo è già in Belgio e ci sono contatti per venderlo altrove), si caratterizza con un buon rapporto qualità prezzo pur posizionandosi nella fascia alta.

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Apre a Milano il temporary “natalizio” di U2 con la linea alto di gamma

Aprirà il 5 dicembre in via Belfiore 16 a Milano il primo temporary store di U2, tutto, dedicato a il Viaggiator Goloso, il marchio privato top di gamma che si contraddistingue per la accurata selezione dei prodotti.

In vendita ci saranno infatti oltre 80 referenze di alta qualità firmate il Viaggiator Goloso: il temporary proporrà tutta la linea di panettoni il Viaggiator Goloso, le specialità dedicate alle festività natalizie e una selezione di prodotti come la pasta fresca ripiena in tutte le sue varianti, le linee di pasticceria e una selezione di articoli disponibili tutto l’anno nei punti vendita Unes e U2 Supermercato.
EXCLUSIVENello store, aperto ogni giorno dalle ore 9 alle ore 20 da sabato 5 fino a mercoledì 6 gennaio 2016, sarà possibile acquistare e degustare ciascuna delle cinque referenze che compongono la Linea Panettoni il Viaggiator Goloso: Panettone Classico, Panettone ai Frutti Esotici con morbidi e delicati cubetti di ananas, guava, papaia e jack fruit, Panettone con gocce di Cioccolato, Panettone senza Uvetta e Canditi, Veneziana ricoperta da una croccante glassa alle nocciole.

All’interno dello store sarà possibile richiedere la confezione regalo per tutti i Panettoni ed i vini firmati il Viaggiator Goloso. Inoltre, saranno disponibili le Gift Card Unes in tre differenti tagli.
Il Temporary il Viaggiator Goloso è anche uno  spazio Social: infatti tutti i clienti che si scatteranno una foto all’interno dello store accanto ai prodotti e la posteranno su Facebook con l’hashtag #NataleViaggiatorGoloso, potranno ritirare subito un omaggio.

Tempo di Natale insomma, tempo di temporary e nuove soluzioni, che, come si vuole di questi tempi, puntano sempre più sull’assortimento top di gamma, con prodotti scelti e della tradizione gastronomica italiana (vedi l’apertura oggi del supermercato Coop FiorFiore a Torino).

A Safe and Sustainable Future, DNV studia il Pianeta guardando al 2050 (infografica)

Si chiama “A Safe and Sustainable Future” lo studio di DNV GL, noto ente di certificazione internazionale, per immaginare lo stato dell’arte del Pianeta nel 2050, dal punto di vista dell’economia, la società e, naturalmente, l’ambiente. In coincidenza con l’avvio dei lavori di Cop 21, la conferenza sul clima dell’ONU in corso da oggi a Parigi, DNV GL ha tracciato il profilo del mondo che ci aspetta se non invertiremo velocemente la rotta.

Nel 2050, il 70% della popolazione vivrà in aree urbane e 3 miliardi di persone saranno destinate alla povertà e a vivere nelle baraccopoli. Il 60% dei principali ecosistemi sarà a rischio; i livelli di diossido di zolfo e di diossido di azoto aumenteranno rispettivamente del 90% e del 50%, causando smog, piogge acide e fuliggine, soprattutto nei Paesi emergenti. Il livello dei mari s’innalzerà da 1 a 2 metri, con milioni di persone obbligate a lasciare le aree costiere dove vivono.

DNV GL Planet under pressure Ambiente

DNV GL - Planet under pressure Società

DNV GL - Planet under pressure Economia

La lista di situazioni ad alto rischio che ci troveremo ad affrontare è lunga. Ma secondo lo studio non è troppo tardi per intervenire. Tanto che gli esperti di DNV GL hanno individuato le 36 barriere fondamentali da aggirare; a partire dall’insufficiente consapevolezza dei singoli, passando per la debolezza dei quadri di riferimento istituzionali, sino ad arrivare alle carenze economiche e tecnologiche specifiche.
«Senza un impegno concreto, prevedere quello che ci aspetta di qui a qualche anno non è difficile. Nei prossimi decenni l’umanità si troverà ad affrontare le sfide più grandi mai incontrate. Abbiamo un’opportunità unica per plasmare un futuro prospero, dove le principali minacce per ambiente, economia e società siano state individuate e contenute, ma non possiamo più aspettare. Dobbiamo agire» ha detto Luca Crisciotti, CEO di DNV GL.
Lo studio si conclude illustrando l’insieme di cambiamenti fondamentali da attuarsi nelle sfere dell’economia, dei sistemi di governance e della società. Come riorganizzare sussidi e incentivi, incorporare le valutazioni ESG (Environmental, Social e Governance) nelle valutazioni finanziarie, rivedere l’urbanistica secondo principi di sostenibilità e definire nuove unità di misura per la crescita oltre al PIL, che non è in grado di esprimere il benessere della nazione o le condizioni dell’ambiente.

Per Deloitte italiani questo Natale più fiduciosi ma anche più attenti ed esigenti

Un Natale più fiducioso verso il futuro, come non si vedeva da anni, ma anche caratterizzato da una crescente consapevolezza nel consumo, che si traduce in un’attenzione spasmodica verso sconti e promozioni anche con il filtro delle carte fedeltà, e in un’attenta pianificazione degli acquisti e del budget di spesa. Che non a caso in Italia scende (ma è così in quasi tutta Europa) rispetto all’anno scorso a 421 euro a famiglia (-3%). È quello che emerge dalla diciottesima edizione della Xmas Survey pubblicata da Deloitte, effettuata su 14.065 consumatori in 14 paesi.

Cresce la fiducia: si dimezza la percentuale di consumatori che ritiene il nostro Paese ancora in fase recessiva (il 43% contro l’82% nel 2014), mentre il 26% (rispetto all’8% dello scorso anno) si aspetta un decisivo miglioramento entro il prossimo anno, anche per quanto riguarda il potere di acquisto. «Per la prima volta dopo alcuni anni, i dati che emergono ci permettono di individuare una crescente fiducia nel consumatore Italiano. Tuttavia sembra che questi accenni di positività non siano ancora sufficienti per concretizzarsi in incrementi di spesa a breve termine” commenta Dario Righetti, Partner Deloitte e responsabile per il settore Consumer Business.

Cala il budget dunque in quasi tutti i Paesi ma restano stabili le voci di spesa: più della metà è destinato ai regali, per il cibo si spende circa un terzo, mentre il rimanente budget è speso per le attività ludiche. Il budget riservato ai doni natalizi è infine equamente suddiviso tra regali per bambini, adulti e regali per sé o per il proprio partner.

Ma qual è il “borsino” natalizio, ovvero cosa si acquisterà e a cosa si rinuncerà? L’86% degli italiani si dichiara, se necessario, disposto a ridurre gli acquisti non ripetuti, come l’arredamento, il fai-da-te e le decorazioni, l’83% le spese per i prodotti di abbigliamento e accessori e l’82% per le attività di divertimento. Nessuna riduzione invece per le spese per la salute, i beni primari e l’educazione. Nel 2015 i regali più desiderati in Italia sono i libri (43%), i viaggi (43%) e il denaro (41%). Gli uomini guardano anche all’high-tech, soprattutto smartphone e tablet, mentre le donne vorrebbero ricevere abbigliamento e accessori, trattamenti di bellezza, massaggi. I giovani, soprattutto nella fascia 25-34, più concretamente vorrebbero trovare sotto l’albero soprattutto denaro. Le intenzioni di spesa dei consumatori italiani confermano, come lo scorso anno, i libri al primo posto nella classifica dei regali che faranno (42%), anche se in molti opteranno per dolci (25%) e prodotti di cosmetica (22%).

Sostenibilità e innovazione influenzano la scelta: Nella scelta del regalo per i figli quasi la metà degli intervistati (48%) darà importanza agli aspetti educativi, formativi e all’innovatività del regalo, ma anche l’utilità pratica: i bambini infatti riceveranno articoli per l’infanzia (30%), libri (18%) e abbigliamento (17%), mentre i teenager riceveranno libri (24%), videogame (15%) e abbigliamento (11%). La sostenibilità ambientale e l’etica sociale entrano nella scelta dei regali: il 77% dei consumatori afferma di non acquistare prodotti che coinvolgono bambini nella produzione, ma “contano” anche le informazioni sul prodotto (il 75% si dichiara attento alle indicazioni presenti sul packaging) e il suo impatto ambientale (il 71% afferma di non acquistare prodotti a causa delle loro emissioni di carbonio).

Il consumatore è sempre più attento ed esigente, con una crescente consapevolezza nel consumo. Il 96% delle spese degli italiani è in qualche modo influenzato dalle promozioni e dagli sconti, mentre i programmi fedeltà condizionano l’88% delle spese dei consumatori. Il 48% dei consumatori ridurrà gli acquisti di impulso e l’82% di loro pianificherà gli acquisti in anticipo preponendosi un budget. Sempre più persone attuano strategie di confronto prezzi sui diversi canali. Il prezzo insomma rimane il fattore discriminante nella scelta del regalo, ma senza tralasciare la qualità e l’utilità del bene acquistato. «Gli italiani non rinunceranno agli acquisti. È cambiato tuttavia il comportamento del consumatore. Il consumismo sfrenato che ha caratterizzato anni di ricchezza economica è ormai superato e pensare di fare paragoni con il passato non è corretto – afferma Dario Righetti -. Bisogna considerare il consumatore di oggi come una nuova figura, evoluta e più selettiva che vede nel prezzo di un bene un reale sinonimo di valore, sintesi di aspetti come la qualità del prodotto, l’utilità e il rispetto di regole etiche e sociali. Questo comportamento verrà enfatizzato per gli imminenti acquisti e consumi natalizi. Le imprese devono prendere atto di questo nuovo scenario e non sottovalutare la nuova forza di un consumatore che è oggi in grado di informarsi, confrontare e recensire i prodotti che vuole acquistare grazie ai nuovi mezzi a sua disposizione: chi supera la crisi supera se stesso senza essere “superato”».

Xmas Survey comportamenti

 

Omnicanalità ormai un dato di fatto, italiani campioni nel mobile commerce. Cresce il canale online, sia per quanto riguarda la ricerca di prodotti che per il confronto tra possibili scelte. Il budget medio stimato per gli acquisti dei regali online è del 27% sul totale. Nel web si ricercano prodotti high-tech e green-tech, videogiochi e film, e si comparano i prezzi di abbigliamento, prodotti sportivi, accessori per la casa, cura della persona. Il consumatore però predilige ancora il canale tradizionale per l’acquisto di cibo e bevande. Il ruolo dei social network nel processo di acquisto non è da trascurare, soprattutto nella ricerca di informazioni e consigli. Il 76% dei consumatori ricerca informazioni su sconti e promozioni, il 73% richiede raccomandazioni e commenti di altri consumatori e il 71% tenta di trovare ispirazione. Il 65% si rivolge alle pagine delle aziende. Anche quello del Mobile-commerce è un trend ormai consolidato. Il 47% dei consumatori (vs il 43% nel 2014) dichiara di aver già effettuato acquisti tramite il proprio smartphone. Un, in continua crescita negli ultimi anni, addirittura sopra alla media europea (41%).

Nel canale tradizionale i consumatori acquisteranno principalmente negli ipermercati/supermercati (30%), soprattutto cibo e bevande, ma anche cofanetti regalo e accessori per la casa, nelle catene specializzate (23%), soprattutto quando acquistano regali per i quali richiedono supporto professionale, e nei grandi magazzini (23%) per abbigliamento, accessori e prodotti per la cura della persona. Le principali motivazioni per cui i consumatori scelgono i punti di vendita tradizionali sono i servizi post-vendita, il supporto professionale degli addetti e l’esperienza di acquisto in generale. I principali punti di forza per i canali online sono invece la possibilità di conoscere le opinioni degli altri consumatori sui prodotti, la facilità di comparazione dei prezzi e la consegna a domicilio. Per quanto riguarda il mobile commerce, ai consumatori piace l’idea di acquistare dovunque e in qualsiasi momento e pensano che sia comunque semplice trovare quello che desiderano.

Infine, quando inizierà tutto ciò? Per la maggior parte i primi di dicembre, giorni spesso caratterizzati da offerte promozionali, continuando fino alla Vigilia di Natale.

Espansione internazionale per John Lewis: dopo l’Asia debutta in Olanda

Lo store John Lewis nella stazione di St Pancras, Londra.

Apriranno ad Amsterdam, Rotterdam e L’Aja a primavera 2016 i primi store della catena britannica John Lewis, insegna notissima nell’UK per l’assortimento e l’uso sapiente delle tecnologi e dell’e-commerce con piccoli negozi (dai 28 ai 46 mq) all’interno dei grandi magazzini d’alta gamma de Bijenkorf. L’obiettivo è di arrivare a sette pdv entro il 2017, in altrettante città olandesi.

Joh Lewis, che si è fatto conoscere per un assortimento di gamma medio-alta che spazia dall’abbigliamento, alla casa, all’elettronica.

 

La catena, forte nell’e-commerce (consegna in 27 Paesi europei Italia compresa e 6 extraeuropei) ha aperto negli ultimi due anni 14 negozi tra Singapore e le Filippine e sette negozi in Corea del Sud, sempre con la formula dello shop-in-shop. Per certo l’insegna, che assicura di “mantenersi focalizzata sul Regno Unito” sta perseguendo una strategia di internazionalizzazione (magari in un’ottica di click and colect?) tanto che, come ha dichiarato il managing director Andy Street: “nel 2016 speriamo di annunciare altre collaborazioni internazionali”.

La Barbie in crisi sonda nuovi target e mette un bambino nello spot

Il debutto è avvenuto con lo spot della Barbie limited edition “griffata” Moschino: tra le tradizionali bimbe che giocano con vestiti e accessori (l’immancabile smartphone) c’è anche un maschietto. La mossa, che farà cadere dalla sedia i comitati anti-gender di casa nostra (la pubblicità comunque è andata in onda solo negli USA) sembra in realtà dettata dalla volontà di Mattel di attirare nuovi clienti. Ormai da qualche anno infatti la bambola più griffata del mondo registra paurosi cali di vendite, -16% solo nel 2014. Il target “storico”, le ragazzine preadolescenti, oggi snobba la Barbie che ha recentemente raggiunto la ragguardevole età di 56 anni, preferendole giochi elettronici e App per smartphone. Quindi la comunicazione si rivolge a bambine più giovani, a un pubblico multietnico e, ora, anche ai maschi.

È un piccolo passo verso il superamento dell’eccessiva genderizzazione dei giocattoli per bambini, bambole sullo scaffale rosa e armi e costruzioni sullo scaffale azzurro? Vedremo se altre grandi aziende decideranno di allineare la loro comunicazione ai cambiamenti della società.

Digital signage in crescita, anche nella GDO

Non manca in nessun film di fantascienza, Blade Runner in primis, eppure la comunicazione digitale ci ha messo un po’ ad uscire da Times Square ed entrare nel retail. I primi a sbloccare la situazione sono stati i negozi di abbigliamento e le griffe della moda, ma nell’ultimo anno qualcosa si sta muovendo anche nella Gdo, Gruppo Masserdotti ad esempio solo nell’ultimo anno ha aumentato le installazioni del 100%.

Ma che cosa può dare il digitale signage a un supermercato? Ad esempio, interagire in tempo reale con il cliente, implementare il servizio e promuovere prodotti e offerte migliorando la shopping experience. In una parola, ottimizzare la comunicazione instore, oggi più che mai chiave per vincere la sfida della concorrenza.
Non a caso cresce il numero di aziende e catene che anche in Italia stanno investendo nel Digital Signage, installando nel punto vendita totem, display e videowall collegati in rete per fornire ai clienti informazioni e contenuti a valore aggiunto grazie al controllo da remoto.
Ikea, Coin, Oxo, Liu Jo, Conbipel e Canali sono solo alcuni dei grandi gruppi che hanno già implementato nei propri store progetti personalizzati e di grande impatto visivo, tutti firmati dal Gruppo Masserdotti.
«Se fino a qualche anno fa l’Italia era fanalino di coda in questa tecnologia, ora stiamo decisamente recuperando il tempo perduto – spiega Alberto Masserdotti, CEO del Gruppo, che si appresta a chiudere il 2015 segnando un nuovo record -. Entro la fine dell’anno Palinsesto, il nostro software proprietario per la gestione, la programmazione e il controllo diretto di contenuti via Internet per singoli monitor o gruppi di dispositivi, raggiungerà quota 700 installazioni, con un incremento che supera il 100% rispetto al 2014». Un dato che, secondo Masserdotti, crea interessanti scenari per il mondo del retail. «Il Digital Signage offre opportunità senza precedenti rispetto alle formule più tradizionali di comunicazione instore, poiché consente di sviluppare soluzioni ad hoc in grado non solo di migliorare l’esperienza d’acquisto del cliente finale, ma anche di integrarsi nelle strategie di marketing amplificandone i risultati». E qualcosa si inizia a vedere anche nei supermercati, anche con schermi su strada che rivolgono ai passanti non solo comunicazioni commerciali ma anche di servizio, come il meteo (visto da Pam nella periferia ovest milanese ad esempio). Il 2016 insomma potrebbe essere l’anno del boom anche nella grande distribuzione, trasformando di fatto il paesaggio tra gli scaffali (e oltre).

Debutta a Milano il Simply City per il centro città tra alta gamma e dettagli “smart”

Apre oggi a Milano in via Vincenzo Monti angolo Piazza Virgilio, a 350 metri da piazzale Cadorna, un nuovo punto vendita Simply City che declina il format che ha debuttato un anno fa sempre a Milano, in zona periferica (Bovisa, vd nostra visita), per l’utenza di zona, che cerca una spesa sotto casa con prodotti alto di gamma e un’ampia scelta di freschi.

Oltre ai prodotti freschi, posti all’ingresso del negozio, l’assortimento è ritagliato sul cliente di questo tipo di superficie che, nella maggior parte dei casi, ha più di cinquant’anni, è single oppure appartiene ad un nucleo familiare di due persone.
Elevata la densità di assortimento, circa 6.000 referenze in 260 metri quadri di area vendita, ottenuta grazie all’utilizzo di scaffalature più alte e alla riduzione del numero di facing per referenza. Anche il supermercato di via Monti infine si identifica come un negozio sotto casa con prezzi competitivi tutti i giorni, attraverso la convenienza continuativa declinata su tutti i reparti e una politica promozionale che premia la fedeltà grazie i prodotti a marchio Simply e il programma di loyalty LaTua!Card.

Il nuovo negozio di via Monti si presenta insomma come il capostipite dei Simply City di centro città: un supermercato caratterizzato da un alto contenuto di servizio e da una ricca selezione di prodotti premium. È il 62° supermercato milanese della catena, ha una squadra di 11 collaboratori, di cui 7 donne, compresa la direttrice.

 

C’è anche un caffè per il consumo in loco

Piazza freschi MI MontiGrande attenzione insomma viene posta alla selezione dei prodotti, soprattutto nei reparti freschi, con un assortimento ampio e profondo di elaborati della macelleria e di ricettati ready to eat. Che, seguendo anche qui un trend emergente che è quello del consumo veloce e sul posto, il cliente può consumare anche nel punto vendita, grazie al Simply Café, uno spazio con sgabelli dotato di microonde, macchina del caffè e postazione per la ricarica di cellulari e tablet.
Attraverso la presenza di numerose referenze di nicchia della gastronomia, inoltre, il negozio di via Monti compie un ulteriore passo nel presidio dei nuovi trend di consumo: salutistico, biologico e vegetariano/vegano. Anche le categorie del Grocery, Drogheria e Profumeria sono rivisitate in maniera eccellente, per offrire al cliente di centro città una ricca selezione di prodotti e servizi alto di gamma come, ad esempio, la cantinetta per il vino in temperatura.

 

Mobilità (e consegne) eco

Siamo all’interno dell’area a mobilità controllata, dunque anche a questo si è pensato: non solo presto sarà installata una rastrelliera del servizio di bici a noleggio BikeMi all’esterno del pdv ma le consegne della spesa a domicilio, parte integrante del concept dedicato anche ai clienti “over”, utilizza i “risciò Simply”, biciclette a pedalata assistita ed emissione zero, quindi totalmente eco-compatibili. Per ospitare e dissetare gli amici a quattro zampe poi, all’esterno del nuovo Simply City è presente un’area di sosta con ciotola d’acqua. Grazie alla carta 65+, infine, anche il supermercato di via Monti permette agli ultrasessantacinquenni di usufruire ogni martedì di uno sconto del 10% su tutta la spesa (esclusi superalcolici).

Per agevolare il cliente nella scelta dei prodotti i percorsi d’acquisto sono stati evidenziati con appositi cartellini: Verdenatura Bio raggruppa prodotti biologici per le nuove tendenze di consumo consapevole; Senza glutine, Senza lattosio e Controllo del colesterolo segnalano articoli per particolari necessità salutistiche; Fonte di fibre e Leggerezza più evidenziano particolari ricettazioni per sentirsi in forma; Sapori dal mondo mostra gusti e sapori di altre culture. All’interno del reparto ortofrutta, inoltre, è stata introdotta una comunicazione chiara sulla provenienza autoctona del prodotto attraverso il percorso Prodotto locale, che oltre al risparmio per i clienti garantisce un concreto sostegno alle piccole medie imprese locali: frutta, verdura, gastronomia e formaggi di prima scelta, anche regionali.
L’area di pagamento è dotata di tre casse a muro per ottimizzare l’uso dello spazio ed è stata modernizzata con l’inserimento del servizio di ricariche telefoniche, di carte prepagate e del digitale terrestre.

L’apertura del nuovo Simply City di via Monti è supportata da un’intensa attività di comunicazione, declinata sia attraverso una campagna stampa sulle free press locali e un volantino personalizzato “Qualità e Passione sotto casa”, sia con allestimenti esterni, volantinaggio e affissioni statiche e dinamiche (Tribike e ragazze sandwich).

Natale online, per eBay spesa da 195 euro; le regole per l’e-commerce natalizio di Akamai

Un’indagine di TNS International per eBay sulle prossime feste prevede un Natale 2015 sui livelli di spesa dell’anno scorso, ma con alcune differenze: pochi regali più “importanti”, destinati ai famigliari stretti (figli in primis) e la volontà di acquistare il più possibile in un luogo solo, online ma anche nei negozi reali (finalmente una buona notizia per i centri commerciali). Il totale di spesa mediamente dovrebbe dunque aggirarsi sui 195 Euro, per una media di 9 regali acquistati.
nataleebay«Come sempre i figli sono al primo posto. Anche quest’anno è a loro che si riservano le attenzioni maggiori con una spesa media di 133 Euro. Interessante è soffermarsi sul rilevante incremento che è stato registrato da un anno all’altro non solo per i bambini, ma anche per i partner – commenta Iryna Pavlova, responsabile comunicazione di eBay in Italia – Per i figli, gli Italiani hanno in programma di spendere il 21% in più rispetto al 2014; ai partner, invece, saranno destinati mediamente 110 Euro, ben il 26% in più rispetto all’anno scorso».
Ancora una volta saranno le donne in maggioranza ad effettuare gli acquisti con una media di 10 doni contro i 7 degli uomini e che dichiarano di occuparsi in prima persona della maggior parte dello shopping dei regali (ben il 70% contro solo il 35% degli uomini).
In quanto ad area regionale, i liguri sono i più generosi e si dichiarano disposti a spendere il 20% in più rispetto alla media nazionale, i più morigerati sono i siciliani che investiranno nello shopping natalizio il 28% in meno. In Campania invece i genitori pensano di spendere il doppio per i regali ai figli rispetto alla media nazionale.
Nonostante in cima ai regali più desiderati ci siano, come nel 2014, i viaggi (25%), piacciono anche i regali nella categoria Abbigliamento, Scarpe & Accessori e Gadget tecnologici.

Customer experience determinante per l’e-commerce natalizio
I dati dell’Osservatorio eCommerce B2C parlano chiaro sul successo ottenuto dall’e-commerce in Italia, ormai in quasi tutti i settori. È quindi ragionevole pensare che quest’anno una buona fetta di acquisti natalizi sarà fatta online. E molti retailer hanno pensato all’e-commerce come leva per incrementare le vendite nella stagione tradizionalmente più redditizia.
Un’esperienza utente di alto livello su tutti i canali è fondamentale, ricordando che il motivo per cui molti consumatori decidono di cercare i prodotti e acquistarli online anziché in un punto vendita sono essenzialmente la comodità e la semplicità. Se un sito viene giudicato non semplice, basta un click per andarsene da un’altra parte.
Ma quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per assicurare un’esperienza online soddisfacente? Ce li elenca Jason Miller, Chief Strategist, e-Commerce di Akamai, società che offre servizi di Content Delivery Network e provider di servizi cloud.

Prestazioni al top: Secondo un’indagine Akamai oltre il 50% dei consumatori si aspetta che una pagina venga caricata in meno di tre secondi. Portare contenuti più vicini all’utente e caricare questi nella cache per evitare lunghi percorsi di andata e ritorno verso i server di origine contribuirà a migliorare le performance.
Focus sulla sicurezza: Akamai ha rilevato che gli attacchi DDoS (negazione del servizio che rende inaccessibile un sito) sono aumentati nel 2015 del 132%. Devono essere presenti procedure che aiutino a creare un senso di sicurezza nell’utente e a proteggere i retailer dai cyber attacchi.
Dispositivi multipli, esperienza unica: I consumatori ormai si aspettano di vivere un’esperienza uguale su tutte le piattaforme e con tutti i dispositivi.
Mobile sopra tutti: Ormai per i consumatori il dispositivo d’elezione per cercare prodotti e servizi è diventato il mobile. I retailer che più di tutti si focalizzeranno sulle piattaforme mobili sono quelli che ricaveranno i maggiori benefici.
Interazione con il punto vendita: Le performance del sito sono determinanti per generare vendite nei negozi fisici. Secondo una ricerca Deloitte, nel 2015 il canale digitale influenzerà il 64% delle vendite in negozio. Si possono creare nuove modalità di interazione tra retailer e consumatore, migliorando la customer experience prima e durante la visita al punto vendita.
Personalizzazione, un must: In un recente studio di My Buys, il 39% dei consumatori dichiara insoddisfazione nei confronti dei retailer che non personalizzano la loro esperienza. Quando il cliente entra in un sito progettato in modo specifico per le sue esigenze, l’esperienza è molto più gradevole e aumentano le probabilità che la visita si concluda con un acquisto.
Checkout semplificato: dopo avere navigato tra i prodotti e scelto cosa acquistare, i consumatori vorrebbero poter cliccare su “acquista” e passare oltre. I retailer devono perciò creare un sistema che renda più semplice per l’utente l’inserimento della forma di pagamento preferita e il checkout, anziché dover passare attraverso una lunga serie di domande, cliccare per aprire nuove pagine, approdare su una pagina di conferma, ecc. La semplificazione va a tutto vantaggio del venditore.
Scalabilità ovvero gestire i flussi aumentati: Con l’aumento di traffico del periodo prenatalizio, i retailer devono essere in grado di gestire la maggiore mole di lavoro. Se il sito non è attrezzato va in crash e si rischia di perdere clienti e denaro. È possibile effettuare dei test di carico per accertare come il sito risponde ai picchi di traffico con diversi tipi di dispositivi e in diverse condizioni di rete. È anche opportuno verificare che i fornitori terzi siano in grado di gestire il carico di lavoro aggiuntivo e che abbiano sistemi dotati della scalabilità necessaria per affrontare la domanda e trattenere sul sito il maggior numero possibile di visitatori.

Torna l’olio toscano Evo Igp con un raccolto piccolo ma di qualità

Un momento della presentazione per la stampa della campagna 2015 al Priceless di Milano.

“Bentornato all’olio toscano Igp”: con queste parole il Consorzio dell’olio extravergine Toscano IGP ha lanciato la campagna nazionale 2015 a Milano. Un ritorno che segue un raccolto 2014 è stato rovinoso e per tutto il 2015 la filiera ha portato, e porterà anche in futuro, i segni di una campagna difficile. La nuova e attesissima campagna rimanda dati economici decisamente confortanti.

Deborah Corsi, dei Jeunes Restaurateurs d’Europe.

Il buon andamento climatico nel corso dei mesi, anche se eccessivamente caldo ha portato a una stima di produzione intorno a 140-150.000 quintali, con una flessione di circa il 20% rispetto alla media regionale. Conseguentemente anche la produzione di olio certificato Toscano IGP, si attesterà fra 30-35.000 quintali.
A fronte di ciò, si prevede però una qualità ottima, grazie ad una quasi totale assenza di attacchi significativi della temuta Mosca dell’olivo, nefasta protagonista della scorsa campagna. «È una bella annata – spiega il Presidente del Consorzio Fabrizio Filippi – che la nostra olivicoltura attendeva con paura, ansia e grandi aspettative. Certamente la strada è ancora in salita perché saltare un raccolto si traduce palesemente in gravi perdite economiche nel bilancio, ma siamo fortemente positivi su una ripresa ancora più vigorosa di uno dei prodotti iconici della Toscana. Quanto successo l’anno passato deve rappresentare il punto zero, ossia l’inizio di un nuovo approccio all’olivicoltura, ancora non sempre diffuso nella nostra Regione. Un cambiamento radicale nella gestione dell’oliveto attraverso un costante e corretto monitoraggio, accompagnato da mirate pratiche colturali per il mantenimento di un buono stato di vigoria. Un po’ come noi del resto, se siamo forti ci ammaliamo meno».

 

Produzione di qualità esportata per il 60%

La Toscana produce il 3% dell’olio nazionale ma certifica il 50%, “una proporzione straordinaria che costituisce l’eccellenza nel settore della denominazione, importante per il nostro territorio anche per tutto ciò che evoca il messaggio ‘toscano’. Per noi come per tutto l’agroalimentare italiano, la scommessa di Expo avrà avuto successo solo se riusciremo a mantenere alta la visibilità che l’evento ha dato ai nostri prodotti d’eccellenza. Purché siano quelli veri”. Da qui la scelta di Milano come spiega Christian Sbardella, direttore marketing del Consorzio «È allo studio la costruzione di un progetto promozionale che vedrà proprio la città milanese quale fulcro di una serie di attività per rafforzare il ruolo del nostro marchio ed avvicinare sempre più il consumatore».

La produzione dell’olio Toscano IGP è in media di 30.000-33.000 quintali per oltre 4 milioni di bottiglie e un valore al consumo di circa 55 milioni di euro. Il valore al consumo degli oli DOP/IGP in Italia è di 60 milioni di euro, di cui l’olio Toscano IGP, che rappresenta il 35%, vale quasi 20 milioni di euro.
Il 65% dell’IGP toscano viene esportato, il 75% in USA, il 10% in Canada e il 15% in altri Paesi (Taiwan Giappone Messico Australia e, in UE, Germania, UK, Finlandia, Svizzera, Polonia, Islanda. L’ente di tutela e promozione del marchio Toscano conta oltre 11mila soci, 300 frantoi (l’80% in regione), 600 imbottigliatori.

Notizie positive proprio il giorno in cui scoppia la polemica sull’olio venduto nella GDO come extravergine e rivelatosi semplice olio d’oliva dalle analisi della procura di Torino, e che coinvolge sette grandi marchi, alcuni recentemente acquisiti da gruppi stranieri. Sul registro degli indagati per frode in commercio sarebbero finiti i responsabili legali di Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.

Secondo Coldiretti l’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna, con circa 250 milioni di piante e un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro, con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative.

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