CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Ognina Catania riapre come IperSimply dopo il restyling, puntando su freschi e convenienza

Ci sono due modi di affrontare i periodi difficili: chiudere o rilanciare. Ha scelto il rilancio nel territorio catanese Simply Italia – la catena di supermercati del Groupe Auchan – rinnovando sia nell’assortimento sia nella proposta commerciale lo storico supermercato Simply di via Acicastello 17 con la nuova insegna IperSimply, e tutelando i posti di lavoro dei 50 addetti. Esteso su una superficie di 3.700 metri quadri con un assortimento di circa 9.000 referenze e un parcheggio con 135 posti auto, ha 10 casse tradizionali poste in barriera e 4 casse self-service.

“In questo periodo di profonda crisi, abbiamo deciso di investire in questo storico supermercato, che continua a essere di riferimento per gli acquisti della zona, consolidando la nostra presenza sul territorio e tutelando i nostri collaboratori. Il nuovo IperSimply assicura alla clientela un nuovo risparmio quotidiano che non teme confronti e un servizio capace di trasformare il tempo trascorso all’interno del punto vendita in un’esperienza piacevole e ancor più funzionale” ha spiegato Sebastiano La Tona, Direttore Operativo di Simply Italia.

Il “nuovo corso” è caratterizzato da una spiccata convenienza, garantita da un abbassamento generalizzato dei prezzi di tutti i prodotti e di tutti i reparti, dalla presenza di numerose occasioni d’acquisto e dall’offerta ampia e profonda di prodotti a marchio Simply, che offrono un risparmio continuativo con un prezzo mediamente inferiore del 30%. Fino al 7 giugno, inoltre, ogni 40 euro di spesa il clienti ricevono in omaggio un buono sconto di 10 euro (da utilizzare dall’8 al 14 giugno su una spesa minima di 40 euro).

IperSimply-Ognina_1Altro focus è sui prodotti freschi: frutta e verdura della migliore qualità, carne controllata e garantita, pesce fresco servito al banco, una panetteria con pane sfornato tutti i giorni e pasticceria, un’ampia gastronomia con ricette di piatti pronti e salumi e formaggi di prima scelta, anche regionali. La valorizzazione delle produzioni locali avviene grazie ai progetti di partnership con produttori della zona, per favorire l’economia del territorio. Nel reparto gastronomia il 10% dei prodotti proviene dal territorio del punto vendita. Il nuovo supermercato si contraddistingue anche per un’enoteca rifornita con oltre 1.000 etichette di vini da tavola e da degustazione, provenienti dalle migliori cantine d’Italia, oltre a liquori e a un ampio assortimento di birre, anche speciali, provenienti da tutto il mondo.
Nel nuovo IperSimply è presente anche un’ampia area di prodotti non-alimentari: oltre 2.000 occasioni di risparmio su casalinghi, giardinaggio, telerie, autobrico, abbigliamento, giocattoli, elettrodomestici e tecnologia. La parafarmacia propone circa 500 referenze di farmaci da banco, senza obbligo di ricetta medica e prodotti omeopatici, oltre a circa 2.800 prodotti di erboristeria, dermocosmetici, integratori dietetici, integratori per sportivi e prodotti di veterinaria.

L’avanzata dei delattosati: +11% a volume e +9,2% a valore. Un terzo dei prodotti TreValli è “speciale”

Le intolleranze, lo confermano i dati, sono in aumento, per una serie di cause: da diagnosi più efficaci all’inquinamento, alla presenza di elementi chimici nei prodotti industriali. Una delle intolleranze più diffuse, specie tra la popolazione adulta del mondo Occidentale, è l’intolleranza al lattosio. Non è una sorpresa dunque se, aumentando il numero degli intolleranti, cresce la produzione dei latti ‘personalizzati’ o delattosati.

Un mercato da oltre 200 mln di euro,  che copre il 14,2% del volume e 20,5% del valore complessivo (Progr. aprile 2015), in crescita dell’11% a volume e del +9,2% valore (A.T. aprile 2015).

Dai delattosati agli arricchiti, la domanda dei consumatori si fa sempre più articolata. Secondo i dati IRI, il segmento dei latti ad alta digeribilità rappresenta il motore del settore, unico in crescita con un mercato da oltre 200 mln di euro e un trend positivo che ha segnato ad aprile 2015 un +11% in volume e +9,2% in valore rispetto allo stesso periodo 2014. In espansione anche la quota di mercato che, nel mese di aprile 2015, ha raggiunto il 14,2% delle vendite per volume (contro il 12,3% del 2014) e il 20,5% per valore (18% nel 2014). Tra delattosati, arricchiti, di capra e per l’infanzia siamo quindi arrivati a guadagnare un quarto del mercato di riferimento, con i delattosati al 19%.
Tanto che “In futuro il mercato del latte sarà trainato da prodotti speciali e a elevato contenuto salutistico, che già oggi rappresentano un peso importante sul nostro fatturato. Per rispondere alla crisi dei consumi, le aziende devono quindi investire in ricerca e innovazione” come ha dichiarato Michele Falzetta, direttore generale di TreValli, terza realtà italiana del comparto lattiero caseario e cooperativa con oltre mille conferitori, in occasione della Festa del Latte di Expo.

latti tre valli“Il mercato del latte sta vivendo una fase di grande trasformazione – ha dichiarato Federico Camiciottoli, direttore Pianificazione Strategica e Business Innovation di Trevalli – ed è continuamente sollecitato da parte dei consumatori che chiedono alle aziende latti sempre più personalizzati e attenti alle loro esigenze. Per questa ragione abbiamo realizzato diverse linee di prodotto, a partire dalla soia, ogm-free e totalmente made in Italy, al latte senza lattosio (ViviDigeribile) a quello con più proteine e lo 0,1% di grassi (ViviLeggero), per finire con quello arricchito con pappa reale e vitamine del gruppo B, C e E (ViviSano)”. Diversificare quindi, per garantire soluzioni pronte e sempre più attente alla salute, mantenendo e arricchendo le proprietà nutritive della bevanda che accompagna la crescita e rappresenta uno degli alimenti più completi e nutrienti.

TreValli, che nel primo quadrimestre ha fatto segnare un +13,4% sui delattosati, è composta da 11 cooperative di base e riunisce circa 1000 produttori agricoli. Realizza quasi 200 mln di litri di latte bovino, 7 mln di ovino e 5,5 mln di litri di panna all’anno, con un fatturato da 232 mln di euro nel 2014, un terzo del quale realizzato dai prodotti speciali.

Amazon punta sulla sua private label “Elements”. A breve in Italia con Fresh?

Latte, pappe e omogeneizzati, caffè, zuppe, acqua, prodotti per la pulizia della casa e cibo per cani: potrebbero essere questi i primi prodotti (dopo il lancio in sordina per pannolini e salviettine a dicembre) della linea a marchio commerciale di Amazon, “Elements”. Sarebbero venti categorie per le quali Amazon avrebbe, secondo indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, registrato il marchio Elements. La numero uno delle dot com cercherebbe in questo modo di aumentare i profitti, puntando sul fatto che le private label hanno in genere margini più alti sia per il produttore sia per il distributore, e sono ormai in grado di fildelizzare il cliente, anche medio-alto spedente. Amazon l’hanno scorso ha perso 241 milioni di dollari di vendite su un totale di 89 miliardi di dollari, e starebbe puntando ad allargare la sua offerta di alimentari.

Tramite App e QR Code si ottengono informazioni su prodotto e produttore, foto Amazon.

Per certificare la qualità e provenienza delle referenze private label (questione cruciale: dei primi due prodotti, salviette e pannolini, della linea Elements i pannolini sono già stati ritirati per “imperfezioni nel design”) ci sarà un codice QR che, una volta scansito tramite App apposita, rilascia tutte le informazioni sulla fabbrica e il luogo di produzione, ma anche sull’origine del singolo ingrediente nel caso di prodotti alimentari, e in generale sulla “storia del prodotto” (perché “Ogni pacco ha una storia”).

La notizia non è totalmente “aliena”, visto che è di pochi giorni fa il “leak” di MIlano Finanza ripreso dal Corsera che vede l’Italia come primo Paese di ingresso europeo di Amazon Fresh, l’e-commerce per i freschi di Amazon (ne avevamo parlato tempo fa in Amazon un caso da studiare). Proprio quello attraverso il quale, secondo il Wall Street Journal, sarà “molto probabilmente” commercializzata la linea Elements.

Naturalmente, come è suo costume, Amzon non conferma. Ma nemmeno smentisce.

Tesco, Pam e le altre: le private label puntano sul vegetariano

La più creativa al momento è la linea di Tesco pubblicizzata come “alternativa alla pasta”, per chi voglia ridurre la presenza di carboidrati nella dieta. Spaghetti di carote, cous cous di cavolfiore e tagliatelle di zucchine sono le referenze. Che promettono poche calorie, niente glutine strizzano anche l’occhio agli chef casalinghi alla ricerca di novità per stupire gli amici a cena, perché come ha dichiarato la buyer del fresco di Tesco Emma Bonny: I sostituti vegetali dei carboidrati come patate, pasta, riso sono sempre più popolari, e non solo tra chi è a dieta”.

Ma quella di Tesco non è certo l’unica private label che ha deciso di andare incontro alle esigenze dei vegetariani, una categoria sempre più consistente (vd Gfk Eurisko-Tre Valli: il 9% degli italiani scelgono la dieta vegan e vegetariana).  Pam Panorama ha appena lanciato “Veg&Veg”, una serie di referenze che si aggiungono alla linea Pam Panorama Bio, e comprendono diverse specialità contenenti solo proteine di tipo vegetale: tofu e seitan al naturale ma anche prodotti già ricettati come polpettine vegetariane, bocconcini di cuore d’avena, burger di seitan, crocchette, wurstel di farro e soia, burger a base di quinoa e lupino, pensate per chi ha deciso di abbracciare uno stile di vita Veg. Lo stesso passo era stati intrapreso ad esempio da Viviverde di Coop e dalla linea Carrefour Bio.

Secondo Eurispes, nel 2014 quasi 6 milioni in Italiani si sono avvicinate ad una dieta di tipi vegetale e 3,5 milioni di famiglie hanno deciso di seguire un regime alimentare di tipo vegetariano, il 13% in più rispetto al 2013. Venire incontro alle esigenze, vecchie e nuove, dei consumatori è la strada intrapresa dalle catene per promuovere i propri marchi commerciali.

 

 

Nielsen e Assobio, cresce il biologico: 3,2 mln i clienti abituali, +14,8%

Non si arresta la crescita degli acquisti di prodotti biologici, che continuano ad avanzare incuranti della contrazione dei consumi: sono ormai ben 18,4 milioni le famiglie italiane che acquistano prodotti bio. Di queste, 3,2 milioni (+14,8% sul 2013) sono clienti abituali e acquistano bio tutte le settimane; 3,2 milioni (+8,4%) acquistano bio una volta al mese e 12 milioni acquistano bio ogni tre mesi. Stiamo parlando di un settore che vale 2,5 miliardi con una crescita del fatturato del 16% nei primi 4 mesi del 2015 e del 12% nel 2014. Una crescita che non ha lasciato indietro il Sud Italia, che anzi incassa un incremento del 30%, contro il +16% del Centro, il +15% del Nord Est e il +13% del Nord Ovest.

È quanto emerge dalla ricerca Nielsen “L’alimentare e il biologico in Italia” commissionata da Assobio, l’associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici parte di FederBio, e presentata oggi al Parco della Biodiversità, l’area tematica in EXPO realizzata da BolognaFiere e dedicata all’agricoltura biologica e all’agrobiodiversità.
Tracciata anche la fotografia della consumatrice tipo: donna, è nella fascia di età tra i 25 e i 44 anni e fra i 55 e i 64 anni. Le cinque categorie più gettonate per fatturato sono invece uova, confetture e spalmabili a base di frutta, panetti croccanti, bevande di riso, mandorla e riso, pasta di semola integrale/farro/kamut.
“La ricerca Nielsen dimostra come sempre più italiani esprimono fiducia nel bio – sottolinea Roberto Zanoni, Presidente di Assobio – La qualità degli alimenti è un fattore chiave che porta il 20% delle famiglie italiane a scegliere prodotti biologici sia nella grande distribuzione che nei negozi e nei supermercati specializzati. Molte famiglie ricercano sicurezza alimentare, molti consumatori richiedono il bio perché guidati da esperti o per una questione di intolleranze e allergie alimentari, molti altri compiono una scelta consapevole anche per tutelare l’ambiente, la biodiversità, il lavoro degli agricoltori”.

Insieme alla ricerca è stato presentato il libro bilingue “Biologico, la parola alla scienza/What science says about organics” curato da Roberto Pinton. Una selezione di oltre 70 ricerche pubblicate da una trentina delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, da Science al British Medical Journal, da Pediatrics a Environmental Health Perspectives, sugli aspetti nutrizionali, sull’impatto dei pesticidi sulla salute, su microtossine e contaminanti organici, su biodiversità e ambiente.

Gruppo 3 A (Simply) chiude il 2014 con oltre 320 mln di giro d’affari

Giorgio Guasco e Santo Cannella
Giorgio Guasco e Santo Cannella.

Il Gruppo 3 A, storico Master Franchisee di Simply Italia (Groupe Auchan), ha chiuso il 2014 con oltre 320 milioni di giro d’affari alle casse.
I numeri del bilancio 2014 sono stati esposti a fine maggio in assemblea dal Presidente della Cooperativa 3 A Giorgio Guasco e dal Presidente del Centro 3 A Spa Santo Cannella. Il Gruppo 3 A ha raggiunto nel 2014 i 200 milioni di euro di fatturato; mentre il risultato economico consolidato ante imposte si attesta a oltre 2 milioni 800 mila euro, registrando una continua crescita rispetto agli esercizi precedenti.
Il Gruppo 3 A, che ha sede nella provincia di Asti e nasce dall’unione di alcuni imprenditori della zona, ha ampliato nel corso di 40 anni dalla creazione la sua presenza sul territorio, sino a coprire Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e di recente anche parte del territorio lombardo. La rete di vendita odierna conta oltre 220 punti vendita a insegna SIMPLY, PUNTO SIMPLY e LA BOTTEGA SIMPLY, che occupano oltre 1.500 addetti.

Un ulteriore riscontro di positività è dimostrato dalla partecipazione dei dipendenti/azionisti e dei soci all’aumento di capitale sociale di un milione di euro, deliberato in assemblea straordinaria del Centro 3 A Spa.

In un contesto di mercato molto difficile, il risultato che emerge leggendo il bilancio 2014 del Gruppo 3 A è la capacità di produrre utili, creare occupazione e generare risorse, nel massimo rispetto dell’etica professionale e commerciale, con l’unico obiettivo di tutelare i propri imprenditori e clienti, attraverso il contenimento dei prezzi e l’ampliamento dei servizi.

Laimon Fresh, arriva dalla Russia il mojito analcolico e naturale

Si chiama Laimon Fresh ed è una bibita rinfrescante leggermente gassata a base di lime, limone e menta, prodotta con il 100% di ingredienti naturali, senza additivi, coloranti o conservanti. Lanciata in Russia nel 2010, è oggi la terza bibita gassata più venduta nel Paese dopo le due cole più diffuse al mondo.

È prodotta dall’azienda GreenMe, fondata da un gruppo di imprenditori russi del settore beverage che hanno costituito in Svizzera una società di marketing commerciale per la creazione di drink innovativi; una delle sedi produttive è in Italia. Dopo essere approdata al mercato inglese e spagnolo arriva ora nel Belpaese.

Disponibile nella lattina da 33 cl e a breve anche nella bottiglia VAP formato horeca da 25 cl, può essere bevuta ghiacciata così com’è oppure venire miscelata con rum, cachaça e vodka per creare un cocktail alcolico.

Laimon Fresh è importato e distribuito da D&C, marchio storico della distribuzione italiana, recentemente acquisito dal Gruppo Eurofood.

Zappalà lancia due nuovi marchi, “Latterie Siciliane” e “Le Latterie”

Zappalà, storica azienda casearia siciliana presente nelle principali catene distributive del sud Italia, ma attiva anche a livello nazionale, lancia due nuovi marchi: Latterie Siciliane e Le Latterie, che saranno presentati con una campagna pubblicitaria la cui pianificazione avrà inizio a giugno su stampa, radio, affissioni e web, sul territorio siciliano e calabrese..

Il marchio Latterie siciliane identifica i prodotti realizzati in Sicilia con materie prime locali, a ricordare il legame con il territorio d’origine, che diviene parte integrante del nome del brand, per essere sempre riconoscibile al consumatore. Un nome in cui è evidenziata anche l’importanza della materia prima: il latte, che si fonde, nell’aggettivo “siciliane”, con il suo territorio di appartenenza, per raccogliere la sfida del mercato e portare la tradizione casearia siciliana in Italia e nel mondo.

Con il marchio “Le Latterie” si indicheranno invece tutti i prodotti self-service freschi e quelli di servizio. Un marchio espressione di freschezza, garantito dall’esperienza di una grande azienda siciliana, da sempre vicina alle famiglie.

La campagna di comunicazione avrà una valenza informativa, per far conoscere al pubblico il marchio Latterie Siciliane. La creatività prevede tre visual, relativi ad altrettanti prodotti di riferimento dell’azienda: una mozzarella, una ricotta e un bicchiere di latte, sui quali si nota il marchio Latterie Siciliane, rappresentato da una bandierina.

Nielsen: con il mobile, gli italiani si avvicinano all’e-commerce anche per la spesa

PIano piano ma alla fine, lentamente e buoni ultimi, ci stiamo arrivando anche noi italiani all’e-commerce per la spesa, quotidiana o settimanale che sia. E la punta di ariete che sta convincendo ad utilizzare le vendite online anche i diffidenti nostri connazionali sarebbe proprio lo smartphone, ormai nelle mani di oltre un italiano su due che lo usa a profusione, non potendo più farne a meno. La conferma viene da Nielsen, che sottolinea come, dei 21,7 milioni di italiani connessi al web in media per 1 ora e 55 minuti al giorno, il 39% utilizza esclusivamente lo smartphone (Fonte: Audiweb powered by Nielsen). Ed è un mezzo che viene utilizzato durante tutto il processo di acquisto: il 60% naviga prima di acquistare in negozio, il 46% si fa consigliare da recensioni online e 1 italiano su 4 utilizza lo smartphone in store per cercare sconti e promozioni. Poi c’è l’e-commerce, in crescita e sempre più ricco se lo scontrino medio di chi acquista online utilizzando tutti i devices è 2,3 volte più alto di chi acquista solo da Pc (Fonte: Nielsen Global Survey, 2014).

Il mondo digital in Italia

 

 

GDO, avanti piano ma qualcosa si muove

 

Evoluzione dell’e-groceryIl confronto con gli altri Paesi è impietoso, e in effetti il grocery copre solo l’1% delle vendite online in Italia, contro il 30% e oltre di Francia e Uk. Ma cresce a doppia cifra. A fine 2014 valeva 375 milioni di euro (+18% sul dicembre 2013) con una penetrazione del 16,9% nelle famiglie italiane (+12%). Soprattutto, è un canale interessante, che vanta un’elevata spesa media per atto (35 euro vs. 16 euro a totale Italia) e una fedeltà al canale del 4% (Fonte: Nielsen Homescan, Dicembre 2014). Inoltre, è un settore in cui la frequenza d’acquisto potenziale è molto elevata rispetto al resto degli acquisti di e-commerce (pensiamo all’elettronica da consumo), per cui suscita vivo interesse anche da parte dei players operanti in altri settori.

Su alcune categorie poi si concentra l’interesse: è il caso del caffè dove spicca il successo di Nespresso, o del mondo del fresco che viene acquistato online da quasi il 5% degli italiani, grazie anche a fenomeni quali Cortilia, che consegna a casa i prodotti delle aziende agricole della zona. Infine risulta molto dinamico il mercato delle bevande, che rispetto all’anno precedente cresce del 18% a valore.

Anche le insegne “classiche” però si stanno finalmente muovendo. Unes/U2 pensa al click and collect per fine anno, Carrefour ha appena installato un negozio virtuale per l’e-commerce nella stazione Loreto della metropolitana milanese, MD sta per partire con il click and collect del non-food.

 

Dal pesce ai succhi, l’HPP li conserva più naturali e più a lungo

HPP ovvero High Pressure Processing è una tecnologia di conservazione a freddo e ad alte pressioni. Un metodo innovativo, tanto da essere presente nel supermercato del futuro di Coop a EXPO con i prodotti ittici. In Italia la prima realtà imprenditoriale ad offrire il servizio di trattamento degli alimenti con la tecnologia delle alte pressioni in modo dedicato è la start up parmense HPP Italia, che opera grazie alla partnership tecnologica esclusiva con la statunitense Avure, leader mondiale nel settore. Tra i vantaggi della tecnica ci sono la sicurezza alimentare totale garantita al consumatore, con benefici in termini di brand protection per l’industria alimentare e il mondo GDO, la shelf life allungata, per competere con successo su mercati sempre più lontani, e il mantenimento delle proprietà nutrizionali della materia prima. Sotto il profilo della sicurezza alimentare, la tecnologia HPP assicura l’eliminazione dai prodotti alimentari di forme microbiche pericolose per la salute umana. «Gli alimenti che subiscono il trattamento HPP – continua Gherri – hanno quindi un grande appeal sia per il consumatore finale, che sempre più richiede cibi di qualità, sani e sicuri, sia per l’industria alimentare e il mondo GDO, perché neutralizzare potenziali minacce come l’Escherichia coli, la Salmonella e la Listeria monocytogenes è importante in termini di brand protection». Sul fronte della shelf life, nel caso del pesce, il prodotto ittico trattato, rispetto a quello fresco, ha una vita commerciale da due a 5-6 volte maggiore. Ma a quali alimenti si presta di più la tecnologia di conservazione a freddo? «Il pesce innanzitutto. Non solo la tecnologia ne preserva le caratteristiche di healthy food, ma lo rende anche più facile da utilizzare in cucina, permettendo di sviluppare prodotti Ready-to-Eat o pronti da cuocere, senza che il consumatore debba impegnarsi in operazioni di pulizia e preparazione, che richiedono un minimo di perizia» spiega il CEO di HPP Italia Giulio Gherri. Altri prodotti trattati con la tecnologia delle alte pressioni sono marmellate, paste, sughi, piatti precucinati a base di carne, salumi stagionati e ingredienti come spezie e basi per i gelati artigianali. Il metodo HPP si applica sia ad alimenti solidi che liquidi. Come i succhi di frutta, ultimo prodotti presentato da HPP Italia. «Rispetto ad un analogo prodotto pastorizzato tradizionalmente, il succo di frutta trattato con le alte pressioni conserva sia il contenuto di vitamine e minerali che le proprietà nutritive e organolettiche della frutta fresca: il “segreto” di questo risultato sta nel fatto che l’HPP è un processo a freddo – dice Gherri -. Inoltre la tecnologia HPP aiuta a contrastare il fenomeno dell’ossidazione della frutta, con vantaggi in termini di gusto, e garantisce l’assenza di batteri pericolosi per la salute umana».

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare