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Anna Muzio

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La nuova promozione Manzotin annulla il mutuo

Anche le promozioni diventano creative, in un interscambio con la pubblicità e il ritorno di immagine: prova ne è l’ultima campagna di Manzotin, che da aprile lancia il concorso “Addio mutuo”, che darà la possibilità al vincitore di estinguere, appunto, il proprio mutuo. Come si legge in una nota dell’azienda “Attraverso quest’iniziativa, Manzotin ha deciso di essere di supporto a chi, in una fase economica congiunturale del tutto particolare come quella che stiamo attraversando, non rinuncia a progetti importanti come l’acquisto di una casa, attraverso l’accensione di un mutuo”.

Fino al 31 dicembre 2015, con l’acquisto di un qualsiasi prodotto della gamma Manzotin, sarà possibile partecipare al concorso. Tra tutti i partecipanti, entro il 28 febbraio 2016, sarà estratto il vincitore che potrà beneficiare dell’estinzione della quota capitale del mutuo totale o parziale, fino a 100mila Euro, che potranno a scelta, essere convertiti in una fornitura di diamanti. Il concorso nei prossimi mesi sarà anche protagonista di una campagna pubblicitaria multimediale dedicata.

Il rinnovo di immagine coinvolge anche il prodotto: l’azienda presenta infatti una rivisitazione della ricetta della sua carne in gelatina senza glutammato, allergeni e glutine.

 

L’ascesa di Poundland e l’evoluzione del discount in Uk

Da noi hanno fatto un tentativo qualche anno fa, i negozio tutto a un euro, ma non hanno avuto grande successo. Tutt’altro corso hanno preso nel Regno Unito, dove l’insegna Poundland, nata 25 anni fa e al momento con 600 pdv che vorrebbe far diventare 1000 (tra Uk e Irlanda), ha superato il traguardo del miliardo di sterline di vendite annue. Tre volte il fatturato registrato nel 2006. E davvero fa impressione vedere questi negozi che vendono di tutto, dalla cancelleria ai prodotti per la casa, l’igiene e la pulizia, a una sterlina, sempre pieni fin dal mattino.
I prodotti best seller sono cotton fioc, cioccolatini e pellicola di alluminio, ma anche pile e carta igienica. Cose utili, per tutti i giorni. Ovvio che la crisi ha giovato molto a un’insegna dove per uscire dal negozio con i sacchetti pieni non bisogna accendere un mutuo. Ma la novità è che ora, con la fiducia dei consumatori in crescita, Poundland non solo continua a crescere, ma pensa anche ad espandersi ulteriormente, magari tramite l’acquisizione della concorrente 99 p, 250 pdv in tutto il regno. Perché ormai questo tipo di negozi, che quando sono nati si rivolgevano alle classi meno abbienti e avevano un’offerta low cost da tutti i punti di vista, oggi sono frequentati da una clientela assai variegata, che va dal povero al ricco in cerca di shopping alternativo e di “bargain hunting”, la caccia all’affare. Tanto che l’insegna starebbe anche pensando di sbarcare nel continente, iniziando dalla Spagna dove la crisi ancora si fa sentire.
Un percorso simile a quello delle catene discount Lidl e Aldi, che ha recentemente superato Waitrose come sesta catena del Regno Unito, che sempre qui (ma anche in Francia) incassano ogni anno aumenti di fatturato ed erosione di quote di mercato verso le big 4 della GDO Tesco, Sainsbury’s, Morrison e Asda. Perché la ricerca dell’offerta va oltre la crisi e a chi sa aggiungere valore aggiunto e lavorare bene sul cliente, come stanno facendo gli ex-discount tedeschi, il futuro sembra sorridere.

Pane di frumento senza glutine novità Giusto Giuliani

“Una nuova generazione di prodotti senza glutine”: così Giuliani presenta “Bontà di Pane”, della linea Giusto Sapori Tradizionali, che è infatti un pane garantito senza glutine, ma ottenuto per la prima volta dalla farina di frumento, in grado quindi di conservare tutte le qualità del pane tradizionale.

La prima farina di frumento senza glutine è stata ottenuta grazie all’utilizzo nella lievitazione di un particolare complesso di fermenti lattici (brevettato dall’azienda) che, mediante il loro sistema enzimatico e un prolungato tempo di riposo, sono in grado di degradare gli oligopeptiti derivati dall’idrolisi preliminare ad opera di proteasi fungine (enzimi) fino ad ottenere la completa rimozione del glutine. La farina viene analizzata e garantita senza glutine prima di essere utilizzata per la produzione del pane finale. Solo una volta superati tutti i test viene trasferita in un’altra parte dello stabilimento (totalmente gluten free), e lavorata insieme ad altri ingredienti per ottenere per la prima volta un pane senza glutine con farina di frumento, che risponde ai requisiti della dieta senza glutine dei pazienti celiaci. Prima della messa in commercio il prodotto finale viene nuovamente analizzato e garantito senza glutine: solo dopo questo ulteriore controllo è pronto per essere trasferito al punto vendita.

Il prodotto finale mantiene intatte tutte le qualità del pane tradizionale: dal punto di vista nutrizionale, con un profilo più completo per fibre, vitamine, sali minerali e amminoacidi propri del frumento; dal punto di vista sensoriale, per sapore, morbidezza, consistenza, profumo e colore della crosta; per digeribilità e conservabilità, in grado cioè di mantenere le sue qualità più a lungo nel tempo.

Caffè Pellini certificato “Sapore dell’Anno”

Una certificazione che utilizza blind test sui consumatori ed è svolta da un organismo indipendente per valutare, sulla sola base di gusto, aspetto, odore e consistenza, la qualità complessiva del prodotto: è “Sapore dell’Anno“, riconoscimento che quest’anno è stato “conquistato” da numerosi i prodotti Pellini: in particolare PELLINI TOP Arabica 100% in tutte le varianti, Moka n.42 TRADIZIONALE, Espresso n.1 VELLUTATO e la linea di capsule espresso PELLINI TOP e PELLINI Luxury Coffee, che ora si fregeranno del bollino “Sapore dell’Anno 2015”.

Del resto da sempre Pellini sottopone il proprio caffè ad una severa selezione della materia prima e del prodotto finale affidandosi ad un panel di esperti che ne testano periodicamente la qualità sulla base dei principi dell’analisi sensoriale. Solo così è possibile assicurare una costanza aromatica e organolettica in grado di fidelizzare anche l’intenditore più esigente.

L’azienda ha raggiunto nel corso del 2014 un ulteriore incremento del parco consumatori (+300.000 famiglie) e l’allargamento della distribuzione. A fronte di un mercato complessivo del caffè in contrazione, Pellini avanza in controtendenza  a totale Italia con una crescita delle vendite del 21% (canale GDO Italia I+S+S).

Un buon successo ha ottenuto anche la gamma di capsule compatibili con macchine Nespresso lanciate sul mercato nel secondo semestre 2014 e presente negli scaffali delle più importanti catene della GDO: anch’essa ha ottenuto il titolo “Sapore dell’Anno 2015”.

eBay alla Milano Design Week “vende” mobili in un truck

eBay, tra le dot com più “antiche” e di successo, non è nuova a iniziative di vendita promozionale “fisica”, che spesso colgono occasioni festive quali il Natale (vdi il temporary di Londra) o eventi speciali. Non poteva quindi mancare l’occasione ghiotta del Fuorisalone durante la Milano design week per presentare un’altra iniziativa che unisce e-commerce e showroom fisico in un contesto ludico e promozionale.
Si chiama GIARDINO MOBILE, e ha l’obiettivo di promuovere prodotti per la casa e per il giardinaggio. Ovvero la seconda Categoria su eBay Italia nel 2014 per volumi di vendita, con un acquisto ogni 7 secondi, mentre la categoria Giardino e Arredamento da esterni registra un oggetto venduto ogni 35 secondi e una crescita pari al 36% nel 2014.

Il gioco di parole Mobile gioca sul doppio senso di complemento d’arredo, Mobile come Salone del Mobile, come mobilità è dispositivo mobile in inglese. Già perché il Giardino mobile è installato dentro un Airstream, icona americana di avventure on the road, e si sposta tra i luoghi del design, da Brera a via Tortona.

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Al suo interno, sono esposte tre diverse situazioni lifestyle abitative esclusivamente dedicate all’ambiente giardino ideate con oggetti acquistati nel marketplace e secondo differenti fasce di prezzo (€400 – €700 – €1.000) per ribadire la versatilità e la dinamicità di eBay.

Non poteva manca l’integrazione digitale: tablet station e video wall connessi in rete, offrono l’opportunità ai visitatori di vivere live l’esperienza eBay, di navigare tra gli oltre 800 milioni di oggetti in vendita in ogni momento e di fare shopping nel bel mezzo della Milan Design Week.

Monoprix innova con beacon e (forse) bitcoin

L'interno di un punto vendita Monoprix.

Colonne iBeacon in 22 punti vendita in Ile-de-France per testare le potenzialità della geolocalizzazione instore, in particolare la comunicazione di promozioni mirate, davanti allo scaffale, tramite notifica-push: è la nuova accelerazione tecnologica dell’insegna francese Monoprix. Una funzione cui il cliente accede tramite smartphone, via bluetooth o App dedicata, solo dopo aver dato il suo consenso.

Monoprix vuole porsi come avanguardia tra gli utilizzatori di tecnologie avanzate nell’ambito GDO: già l’anno scorso aveva guadagnato i titoli dei giornali annunciando che avrebbe potuto accettare pagamenti in bitcoin, la discussa moneta virtuale, entro la fine 2014 o nel corso del 2015, e potrebbe quindi a breve introdurla per l’e-commerce del sito. «Sarebbe un errore non credere al ruolo del bitcoin nelle transazioni anche se è troppo presto per aspettarsi quote significative» disse a suo tempo il direttore dell’e-commerce Patrick Oualid. «Noi comunque ci stiamo già muovendo e posizionando, al contrario degli attori che aspetteranno 3 o 5 anni, quando la moneta sarà già entrata nelle abitudini dei consumatori».

Pioggia di novità COAM a Tuttofood

Specialità naturali e fresche come il salmone aromatizzato all’aneto, il Gravad Lax, la nuova linea dei Marinati, pesce spada e tonno avvolti in un bouquet di aromi tipici della Provenza, e la linea Le Maitre rivista e arricchita in alcune ricette come la zuppa e il ragù di mare: sono solo alcune delle novità che COAM, azienda specializzata in conserve, presenterà a Tuttofood, in FieraMilano dal 3 al 6 maggio 2015.

Punta sui prodotti del territorio e le antiche ricette la nuova linea di verdure “Le Conserve di Morbegno”, una linea di prodotti ispirata ai metodi di lavorazione artigianali tipici della Valtellina nata dalla rigorosa selezione di materie prime disponibili sul territorio locale e nazionale ed impreziosita dalla conservazione in olio di oliva. Come tutti gli altri prodotti a marchio COAM e Scandia, sono realizzate nel pieno rispetto della natura e seguendo scrupolosi metodi di sostenibilità.

Rinnovato e di grande impatto anche lo stand, che quest’anno si presenterà più spazioso, moderno e adatto ad accogliere i visitatori.

È la redditività il punto debole della multicanalità secondo una ricerca Jda

Retailer e produttori di beni di largo consumo stanno investendo ingenti risorse per migliorare le strategie di vendita omni-channel, ma solo il 16% delle aziende afferma di soddisfare la domanda omnicanale in modo redditizio. È ciò che emerge dal report report “La Sfida della Redditività in Ambiente Omnicanale” realizzato da PwC per JDA Software sulla base di oltre 400 interviste a CEO di società retailer e produttrici di beni di largo consumo in tutto il mondo, condotte alla fine del 2014.
È il costo elevato dell’evasione degli ordini ad erodere i margini dei retailer che si occupano di vendita e distribuzione di prodotti attraverso più canali. Il 67% degli intervistati infatti ha affermato di aver riscontrato un incremento di tali costi nel momento in cui si sono focalizzati sulla vendita omnichannel, in particolare per:

• Gestione dei resi per gli ordini effettuati online e nel punto vendita (71%)
• Spedizione diretta al cliente (67%)
• Spedizione al punto vendita per il ritiro da parte del cliente (59%)

I CEO coinvolti sono consapevoli di dover continuare a investire sia nell’attività commerciale per aumentare le performance della vendita omnicanale, sia in ambiti quali logistica e trasporti. Alla richiesta di classificare le principali iniziative per migliorare l’attività operativa, la risposta principale (57%) è stata l’investimento di capitale per la creazione di nuove esperienze per i clienti. In modo analogo, alla domanda di classificare i fattori che favoriranno la crescita strategica per l’anno successivo, la risposta principale (53%) è stata la riduzione/modifica degli spazi occupati dai punti vendita a favore di una maggiore focalizzazione sull’espansione dell’attività e-commerce.

“Per ogni ordine online ricevuto, i retailer hanno a disposizione diverse opzioni per soddisfare la domanda. Possono ritirare il prodotto da un punto vendita locale, inviarlo da un magazzino centrale o farlo spedire direttamente dal fornitore. Il report di JDA dimostra che la maggior parte dei retailer non dispone di informazioni specifiche per prendere questo tipo di decisioni in modo redditizio e che non si focalizza sufficientemente su questa importante lacuna funzionale”, ha commentato Kevin Iaquinto, Chief Marketing Officer di JDA. “La nostra indagine mette in evidenza il bisogno di soluzioni per l’evasione degli ordini e per la logistica che possano rivelare i costi nascosti associati a ogni modalità di consegna. Inoltre, per essere vincenti nel mercato omnicanale, i retailer devono poter contare su strumenti di previsione della domanda iniziale, per avere la certezza che i prodotti siano disponibili in modo tale da supportare una consegna redditizia”.

Lo studio di JDA conferma che i CEO sono consapevoli dell’importanza di adottare metodi profittevoli di evasione ordini nell’ambiente omnicanale per sopravvivere nel mercato. Il 71% degli intervistati afferma che l’evasione ordini omnicanale sia la priorità assoluta o una delle priorità principali. Inoltre i CEO stanno pianificando di investire in media il 29% delle spese in conto capitale totali per il 2015 nel miglioramento dei processi di evasione ordini in ambiente omni-channel. Tra gli ambiti più citati come bisognosi di maggiore attenzione vi sono i trasporti e la logistica, che l’88% dei CEO ha definito prioritari per il futuro, e il miglioramento della disponibilità delle scorte per l’evasione degli ordini, citata dall’85% degli intervistati.

“Siamo di fronte ad una maggiore consapevolezza da parte delle aziende” – commenta Stefano Scandelli, VP sales south Europe – “È evidente ormai che omnichannel non significhi solo processi di front-end – on line o sul punto vendita – e incremento delle vendite. L’attenzione all’efficienza ha altresì valenza strategica e anche in Italia stiamo constatando che il tema della redditività dei processi operativi in ambiente omnichannel sta guadagnando maggiore attenzione. Vediamo – come confermato anche dai risultati globali della ricerca – che gli ambiti più tradizionali della supply chain quali gestione degli stock, ottimizzazione dei trasporti e dei magazzini sono spesso oggetto di revisione, che è guidata da un approccio olistico alle strategie di omnicanalità”.

L’ortofrutta italiana guarda all’export, tra opportunità e difficoltà

Marco Salvi, Presidente Fruitimprese

L’Italia è un grande produttore di ortofrutta, che esporta per 3,9 milioni di tonnellate (2014, +4,4%) e 4,1 milioni di euro (-1,2%), con una quota del 22% tra freschi e trasformati, un punto sopra le bevande. Ma come fare ad incrementare il flusso delle esportazioni (anche per compensare un mercato interno in declino del 5,7% negli ultimi 5 anni) e verso quali Paesi rivolgersi? Se ne è parlato al seminario “L’internazionalizzazione dell’impresa ortofrutticola. Risposte concrete ad esigenze emergenti” organizzato da Fruit Innovation, la nuova fiera dell’ortofrutta che debutterà a Fiera Milano Rho  dal 20 al 22 maggio 2015 con una mission: innovare e internazionalizzare il settore.

Le esportazioni sono molto variegate a seconda del prodotto: siamo leader nell’export delle pere (con 718mila tonnellate specie verso la Germania) stabili sull’uva da tavola che viene esportata per la metà, con il mercato americano e le varietà senza semi in crescita e siamo il secondo maggior produttore mondiali di kiwi (dopo la Cina), che esportiamo all’80% in 100 Paesi, mentre abbiamo ceduto su un prodotto storico come gli agrumi, sul quale la bilancia import/export è negativa.

I punti deboli per l’export sono stati sintetizzati da Marco Salvi, Presidente Fruitimprese:

Le barriere fitosanitarie: se non c’è un accordo bilateriale con il Paese in questione, frutto di un’attività politico-diplomatica, non si può esportare. In Giappone ad esempio possiamo esportare solo arance trasformate; in Cina esportiamo 15mila tonnellate di kiwi.

L’embargo russo: ha colpito duramente l’ortofrutta, perché incideva per il 39% delle esportazioni europee, ed è il maggiore importatore di pere.

I conflitti in Nord Africa e Medio Oriente: che minacciano un mercato estremamente promettente e in crescita.

La mancanza di una politica di espansione commerciale che coinvolga le imprese e concentri gli investimenti promozionali su mercati selezionati.

I costi più alti rispetto agli altri Paesi (anche la Spagna, diretto concorrente) per manodopera, energia e trasporti.

“È necessario fare sistema tra imprese, politica e università e ricerca. Sono già stati stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) 260 milioni di euro per il Made in Italy, che potrebbero permetterci di fare il salto di qualità. Bisogna investire in comunicazione: per le mele Pink Lady ad esempio si investono 10 milioni l’anno. Siamo leader di mercato in tanti prodotti, ma dobbiamo evitare di fare come per le arance, per le quali siamo diventati fanalino di coda dell’export: chi l’avrebbe detto 25 anni fa?” ha ammonito Marco Salvi, Presidente Fruitimprese.

Claudio Scalise, Managing Partner SGMARKETING ha individuato invece le opportunità da cogliere in questo momento, positivo per il cambio euro/dollaro favorevole, il prezzo del petrolio ai minimi storici e l’inizio della ripresa dei consumi. “Tra le tenenze che vedo la frontiera sempre più labile tra fresco e trasformato (vedi la IV gamma) e un export che ragioni in termini di filiera, dal produttore al distributore, al trasformatore”. Altra leva cruciale è l’adattamento della strategia ai diversi mercati, che chiedono cose diverse: consumo critico, servizio ed estetica i mercati maturi, per cui è di cruciale importanza la presentazione del prodotto; standard qualitativi, brand e servizio i mercati emergenti, per i quali l’ortofrutta da importazione è uno status symbol per la classe media; e prezzo per i Paesi “New Frontier” (Africa, India, Tirchia, Medio Oriente), dove l’ortofrutta è commodity.

La vendite retail, e la GDO in primis, coprono il 70%  delle vendite di ortofrutta nei Paesi maturi, e il 10%  in quelli "New Frontier". I drive di posizionamento di alcune catene europee e americane.
La vendite retail, e la GDO in primis, coprono il 70% delle vendite di ortofrutta nei Paesi maturi, e il 10% in quelli “New Frontier”. I drive di posizionamento di alcune catene europee e americane.

I consumatori online richiedono sempre più flessibilità

Quali sono le vie del processo d’acquisto online per il consumatore europeo? Ce lo spiega il secondo UPS Pulse of the Online Shopper Europe condotto da ComScore, società specializzata nelle misurazioni online per UPS, specialista nelle consegne a domicilio. Ne emerge la figura di un acquirente flessibile, che passa in continuazione da un canale all’altro e da un dispositivo all’altro per valutare e acquistare un prodotto.
I consumatori online vogliono location alternative per la consegna e vari tipi di pagamento;
Lo smartphone è un catalizzatore dello shopping online.
La spedizione gratuita è ancora importante insieme alla possibilità di restituire il prodotto.
Lo shopping online è dominato dall’esigenza di convenienza
I consumatori europei si aspettano una esperienza, online e nel punto vendita, coinvolgente, e la flessibilità di scegliere dove e quando ricevere il prodotto acquistato. In tutti i mercati i consumatori online stanno cercando opzioni di spedizione alternative. In Europa il 32% degli intervistati ha dichiarato di preferire che l’articolo ordinato venga consegnato in un luogo diverso dall’indirizzo di casa, una percentuale in aumento rispetto all’anno scorso.

“Man mano che la tecnologia si sviluppa e le aspettative dei consumatori cambiano, questi consumatori flessibili cercano convenienza e informazioni complete quando acquistano online” ha detto Scott Aubuchon, vice president marketing di UPS Europe.

L’importanza di dare informazioni complete
Le informazioni più dettagliate su un prodotto e i contenuti online forse non sostituiranno mai un commesso ben informato, ma possono aiutare il consumatore prima delle visita in negozio. Solo il 59% degli acquirenti sono soddisfatti della quantità di informazioni sul prodotto che dovrebbero aiutarli a decidere se quel prodotto è quello che cercano. Quanto alla spedizione, il 52% degli interpellati preferirebbe trovare indicata la data esatta di arrivo del prodotto piuttosto che il numero di giorni necessari per completare la spedizione.

La completezza di informazioni è fondamentale. ComScore/UBS
La completezza di informazioni è fondamentale. ComScore/UBS

 

La tecnologia cambia la spesa in maniera inaspettata

La possibilità di comparare i prezzi online anche in mobilità da sì che il 35% dei consumatori dichiarano di comparare i prezzi sui loro smartphone mentre sono nel punto vendita. Anche i Social media influenzano gli acquisti online di un europeo su tre, che racconterà la sua esperienza, positiva o negativa che sia, sui social network.

Il ruolo chiave della logistica
È anche importante dare una varie scelte per la spedizione alla conclusione del processo d’acquisto e una restituzione flessibile, e solo il 53% degli acquirenti sono soddisfatti della facilità di effettuare restituzioni o cambi. Un altro fattore importante riguarda i tempi di spedizione, con il 58% degli acquirenti che hanno abbandonato il carrello a causa di tempi di consegna troppo lunghi o non bene segnalati. La spedizione gratuita continua ad influenzare le decisioni di acquisto del 67% degli intervistati che pur di ottenerla sono pronti ad aspettare da uno a tre giorni per la consegna.

 

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