CLOSE
Home Authors Posts by Carmela Ignaccolo

Carmela Ignaccolo

Carmela Ignaccolo
775 POSTS 0 COMMENTS

Etica d’acquisto: le nuove istanze dei consumatori indirizzano la Distribuzione

Insieme per parlare di etica d’acquisto nella Distribuzione: è successo durante TUTTOFOOD, all’interno del palinsesto di Retail Plaza, che ha ospitato l’incontro “Da consumatore consapevole a cliente etico: il nuovo ruolo del responsabile d’acquisto”. Protagonisti del dibattito sono stati Eleonora Graffione, presidente del consorzio Coralis, Domenico Brisigotti, direttore commerciale food di Coop Italia; Mario Gasbarrino, presidente e amministratore delegato Unes, e Tiziano Tassi, amministratore delegato di Caffeina, agenzia di comunicazione e unico non esponente del sistema retail.

Quesito principe: la nuova consapevolezza del consumatore, sempre più avvisato su temi quali sicurezza alimentare e sostenibilità (a 360 gradi), impatta sulle scelte di acquisto e quindi sul sistema distributivo?

Tutti concordi nel confermare: venire a conoscenza, in tempo reale, di comportamenti sconsiderati da un punto di vista ambientale o umano, anche in parti del mondo molto lontane da noi, come ad esempio l’abbattimento delle foreste o la questione legata all’olio di palma, ha cambiato le abitudini d’acquisto di gran parte dei consumatori.

Questo nuovo scenario, secondo Domenico Brisigotti, impone una maggior velocità di risposta da parte dei retailer, velocità che spesso può portare a una maggior possibilità di errore e a un approccio industriale differente.

Sempre a proposito di etica, Eleonora Graffione ha sottolineato come il capitale umano impiegato nei punti vendita sia un importante ambito di responsabilità da parte degli operatori.

“Il primo valore etico e il primo dovere di un imprenditore è verso i suoi dipendenti: riconoscerne la professionalità e garantire un adeguato trattamento economico sono le basi di una società eticamente corretta e motivante” ha commentato.

Il sistema distributivo deve tendere a offrire ai propri dipendenti una qualità di vita corretta, sollecitando il Governo a intervenire, anche con agevolazioni fiscali. Se, come ha dichiarato Mario Gasbarrino, la reputazione di un’insegna, o di un marchio, è sempre più collegata al sistema di valori trasmessi, due sono le strategie vincenti: fidelizzare i clienti e rimanere fedeli e coerenti con le promesse fatte.

Avalla questa tesi  Tiziano Tassi, per il quale, infatti, la comunicazione non può più essere solo una promessa ma deve essere confermata dalla qualità di prodotti e servizi, perché per i consumatori l’etica è diventata un pillar quasi imprescindibile nelle scelte d’acquisto.

Amazon lancia Counter, nuova rete di punti di ritiro (fisici)

Amazon lancia Counter, una nuova rete di punti di ritiro che permetterà ai clienti di ricevere i propri ordini presso nuovi punti vendita fisici, in Italia e nel Regno Unito. Il servizio Counter è disponibile per milioni di prodotti in vendita su Amazon.it e Amazon.co.uk, sia per le spedizioni standard, sia per quelle con consegna in un giorno. I clienti Prime possono usufruire del servizio senza costi aggiuntivi.

Counter fa parte della gamma di servizi Amazon Hub, che comprende anche gli Amazon Lockers. Amazon ha progettato e realizzato la tecnologia Counter dall’inizio alla fine, ottenendo un servizio più semplice e veloce per i propri clienti. L’introduzione di Counter non modificherà il modo di lavorare dei negozi, ma consentirà a tali esercizi commerciali di consolidare le relazioni con i propri clienti e instaurarne di nuove con i clienti Amazon che sceglieranno questa opzione per il ritiro dei prodotti acquistati online.

Dopo aver completato l’ordine, i clienti procederanno al pagamento e selezioneranno il punto di ritiro Counter più comodo in base alle loro esigenze. Una volta giunti in negozio, i clienti mostreranno il codice a barre ricevuto al personale del punto vendita che lo scansionerà e provvederà alla consegna del pacco.

La rete Counter sarà progressivamente estesa a tutti i punti vendita partner nel corso del 2019, compresi i negozi NEXT nel Regno Unito e punti vendita Giunti, Fermopoint e SisalPay in Italia. 

Per Counter abbiamo impiegato una tecnologia che migliora e modifica radicalmente il servizio click& collect”, spiega infatti Patrick Supanc, Direttore del servizio Lockers e Punti di ritiro. “Siamo lieti che i nostri clienti possano finalmente usufruire di questo servizio presso le migliaia di punti vendita disponibili, ma non abbiamo intenzione di fermarci qui. Stiamo infatti già cercando di coinvolgere nuovi partner e vogliamo estendere questa opportunità anche i piccoli negozi di quartiere e alle catene affinché le attività commerciali di tutte le dimensioni possano beneficiare dell’espansione della rete di punti di ritiro Counter”.

 

Conad firma l’accordo per acquisire la quasi totalità di Auchan Retail

Conad ha chiuso  un accordo con Auchan Retail per l’acquisizione della quasi totalità delle attività di Auchan Retail Italia.

Entra in Conad una parte importante dei circa 1.600 punti vendita di Auchan Retail Italia: ipermercati, supermercati, negozi di prossimità con i marchi Auchan e Simply, disposti sul territorio italiano in modo complementare alla rete Conad.

Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di Conad, ha dichiarato “Siamo soddisfatti di aver acquisito e riportato nelle mani di imprenditori italiani una rete di distribuzione di grande valore, che sta attraversando un periodo di difficoltà ma che ha grandi potenzialità ed è complementare a quella di Conad. Oggi nasce una grande impresa italiana, che porterà valore alle aziende e ai consumatori italiani.

L’acquisizione sarà perfezionata solo in seguito all’approvazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in Italia.

Non sono compresi in questo accordo i supermercati gestiti da Auchan Retail in Sicilia e i drugstore Lillapois. L’accordo prevede anche che i centri commerciali in cui sono situati i punti vendita di Auchan Retail Italia continueranno ad essere gestiti dalla società Ceetrus, che prosegue la propria attività in Italia.

L’acquisizione sarà condotta da Conad con il supporto di WRM Group, società specializzata nel real estate commerciale.

Gli acquirenti sono stati assistiti da PwC TLS Avvocati e Commercialisti in tutti gli aspetti di natura legale e fiscale e da PwC Advisory nella valutazione e definizione delle tematiche financial.

Acquisti online: i dati dell’Unified Commerce Index 2019

Foto di StockSnap da Pixabay

Shopping online: usi e costumi dei consumatori. A indagarli il recente studio Unified Commerce Index 2019 di Adyen che ha offerto uno spaccato inedito delle ultime tendenze del commercio internazionale e dei vantaggi per i retailer nell’adottare un approccio sempre più omnicanale.

La prima evidenza è che una propensione più marcata all’acquisto è appannaggio degli omnichannel shopper; specialmente se confrontati con i consumatori “tradizionali”, infatti, gli omnichannel rivelano livelli di spesa superiori del 30% ed effettuano acquisti presso lo stesso rivenditore con una media di 4 volte all’anno, il doppio di quella fatta registrare da un consumatore classico. Segno che l’esperienza di acquisto su più canali è apprezzata e diventa sempre più fattore di preferenza per il consumatore.

Gli acquisti su mobile vanno forte, specialmente per somme fino a € 60, contro una spesa media di € 120 da tablet e € 126 da PC.

Se si passa poi a misurare le perfomance dei digital wallets i dati sono sorprendenti: si assiste infatti ad una vera e propria impennata pari al +400% negli acquisti in store. Una crescita trainata dal lancio di Apple Pay e Google Pay in molti paesi nel corso del 2018 e dall’utilizzo sempre più frequente di WeChat Pay e Alipay da parte dei viaggiatori cinesi. In questo caso parliamo infatti di un valore  dell’acquisto medio intorno ai 416 euro, ben 4 volte superiore rispetto alla media degli altri pagamenti registrati da Adyen sulla propria piattaforma.“Si tratta di un risultato davvero importante, frutto della tendenza, sempre più diffusa fra i turisti cinesi, di acquistare beni di lusso durante i viaggi all’estero in occasione delle festività nazionali”ha commentato Philippe de Passorio, Country Manager Italia di Adyen. “E’ un’opportunità cruciale in ambito retail, in particolare per i brand del Made in Italy che riscuotono un grande successo fra i viaggiatori cinesi. Oggi offrire un’esperienza d’acquisto sempre più fluida e più comoda per il turista internazionale è un’urgenza non più procrastinabile, in particolare nel segmento lusso”.   

 

 

Sweet Years inaugura a Tokyo il monomarca SY32 e punta sul menswear

Sweet Years inaugura a Tokyo, sbarcando per la prima volta nel famoso quartiere di Shibuya, il nuovo monomarca SY32 by Sweet Years, marchio prevalentemente menswear venduto eslusivamente sul mercato nipponico.

Un traguardo importante, che sigilla il successo del piano di sviluppo internazionale biennale iniziato nel 2017 con l’obiettivo di raggiungere una distribuzione retail di più ampio respiro grazie alle aperture di diversi monomarca SY32  e un piano di temporary shop.

Il nuovo store si sviluppa su due piani, su una superficie totale di  oltre 110 mq,  puntando sulla dicromia di nero e bianco, dove l’active e luxury sports della collezione sono i protagonisti assoluti. I capi della linea SY32 by Sweet Years sono caratterizzati dall’uso di materiali tecnici e termosaldati per garantire la massima tenuta contro pioggia e vento. L’universo è senza dubbio quello fashion che utilizza tessuti performati e strutturati come il Coolmax, che permette un’asciugatura rapida, e il Thermotron che converte la luce solare in energia termica. Una collezione caratterizzata dalla cura e dall’attenzione alle tecniche di realizzazione e al fit. Anche la grafica si evolve e si fa più pulita e decisa e disegna un uomo che è sportivo ma ricercato, consapevole di se stesso, moderno e contemporaneo.

Alla nuova apertura Sweet Years accosta un nuovo corso produttivo e distributivo con un piano di sviluppo a tre anni grazie al rinnovo della licenza di SY32 by Sweet Years con l’azienda Long Yong Japan. La società di Tokyo, forte del suo know how ultra ventennale nella produzione in conto terzi di private label tecniche (per importanti Department Store e diversi marchi internazionali), si occuperà di tutte le fasi, dalla programmazione delle collezioni alla vendita finale del marchio in Giappone sotto la supervisione della casa madre italiana.

L’obiettivo è consolidarsi nel mercato nipponico e crescere in quello internazionale, come ha spiegato, il direttore licenze Fabio Renzetti, durante la serata inaugurale:  “Il nuovo opening è una tappa cruciale di un percorso iniziato due anni fa per affermare il nostro brand in Giappone. Oggi siamo presenti sul territorio con 4 monomarca “SY32 by Sweet Years” due a Tokyo, uno a Fukuoka e uno a Osaka. Il nostro goal per i prossimi anni è consolidare la nostra presenza qui e conquistare altri mercati.”  

Conferma  Mauro Russo, fondatore del brand: “La nuova apertura non solo è una prova del nostro successo internazionale ma è anche il trampolino di lancio per un ulteriore incremento della quota export del nostro marchio. Dopo il Giappone puntiamo alla Corea”.

Innovare nella filiera: opinioni a confronto sul Palco di Retail Plaza

Innovare è imprescindibile. Come farlo all’interno della filiera?

Se ne è parlato  nel corso della Tavola Rotonda “Realizzare l’innovazione nella filiera agroalimentare: esperienze a confronto” organizzata da Retail Plaza in collaborazione con LIUC, e moderata da Giuseppe Toscano, Direttore Master Food, Università LIUC Castellanza.

Presenti sul palco tre attori del food: Osvaldo Bosetti, Group Industrial Director Europe Packaging, di Goglio; Paolo Mombelloni, R&D Manager, di Roncadin e Remo Pedon, Presidente dell’omonima azienda.

“Per prodotti come i nostri – spiega Pedon – è fondamentale innovare per rendere appealing l’offerta, puntando su confezioni sempre più accattivanti e fruibili. Per questo ci siamo impegnati su packaging e tempi di cottura”.

Per Mombelloni “l’innovazione non deve limitarsi solo al processo, ma coinvolgere ambiente, territorio e consumatori, uscendo quindi dai confini dell’azienda”.

Innovare, restando in linea con la mision aziendale, ecco il must di Bosetti. “Elevando sempre più la componente di servizio e la qualità dei prodotti”.

Uno dei driver principali?

La sostenibilità, of course: la risposta è unanime.

“E’ un aspetto sempre più sentito a livello generalizzato – spiega infatti Pedon-. Oggi non c’è catena distributiva che non chieda soluzioni sostenibili sia a livello di processo e di packaging che in ambito sociale”.

“Si guarda molto alla compostabilità dei packaging” – conferma Mombelloni. Per questo Roncadin sta lavorando attivamente sulla riduzione del film plastico, impegnadosi all’eliminazione degli accoppiati plastici per dirottare le proprie forniture verso cartoni in fibra vergine o riciclati”.

Anche per un’azienda come Goglio, storicamente impegnata nella realizzazione di packging, la direttiva europea che impone entro il 2025 l’adozione massiva di imballaggi  riutilizzabili o riciclabili, richiede un cambio di passo significativo.

“L’obiettivo – sintetizza Bosetti – è quello di andare verso materiali biodegradabili. Oggi crediamo anche sulle potenzialità della stampa digitale, in grado di contribuire concretamente alla tracciabilità dei prodotti”.

Innovazione sì, dunque. Senza se e senza ma. Ma si può parlare anche di Open Innovation?

“Senz’altro –  concorda Pedon, che da tempo si avvale fornitori definiti  strategici, che “in cambio di una relazione collaborativa  fanno lavorazioni in esclusiva”.

Anche per Roncadin “è indispensabile attivare una forte sinergia con i clienti nella formulazione  delle varie ricettazioni.”

“Tutto il nostro lavoro parte dall’interazione tra fornitori e clienti – chiosa Bosetti – e orienta la nostra produzione”.

 

EsserBella Profumeria lancia un contest dedicato alle mamme

EsserBella Profumerie ha lanciato in occasione della Festa della Mamma, il nuovo contest online #BeautifulMOMents.

Il concorso, attivo fino all’11 maggio, vedrà la pubblicazione giornaliera di Instagram Stories da parte di diverse beauty influencer sul profilo di EsserBella, attraverso cui verranno proposte delle domande su ricordi, abitudini ed emozioni legati allo speciale rapporto mamma e figlia nel mondo del beauty, alle quali la community del brand sarà invitata a rispondere in modo del tutto personale.

Le interazioni finora ottenute sono numerose, il dialogo tra brand e community sui ricordi madre-figlia in vista di un giorno così speciale si fa sempre più ricco e l’interesse è scaturito anche dai numerosi premi in palio, tra cui tanti prodotti di make up, fragranze e skincare di grandi marchi come Shiseido, BareMinerals, Elie Saab, Narciso Rodriguez e Zadig & Voltaire e tanti altri ancora.

Numerosi anche i risultati riscontrati in relazione alle preferenze degli utenti registrati.

In particolare, è emerso come per il 50% dei partecipanti fosse quasi una magia osservare la mamma mettere il mascara, mentre per il 48% il rossetto rosso sia in assoluto il colore preferito delle proprie madri.

 

 

Made in Italy e denominazioni: ne parliamo con Mauro Rosati

Quando Mauro Rosati, nella sua introduzione al XVI Rapporto Ismea-Qualivita sulle In­dicazioni Geografiche, parla di consolidamento della #DopEconomy lo fa a ragione veduta. In qualità di direttore generale della fondazione Qualivita, infatti, gode di un osservatorio privilegiato sul comparto e – negli anni – ha potuto costatarne l’evoluzione. Oggi, spiega dunque, le IG – oltre che volàno dei principali di­stretti agroalimentari italiani (valgono alla produzione 15,2 miliardi e pesano per il 18% sul valore totale agroalimentare) – svolgono pure un ruolo culturale, come megafono del nostro “gastronazionalismo” e come punto di sintesi nei vari distretti sia in termini di promozione, sia in termini di esperienze di viaggio.

A lui abbiamo chiesto quali siano le denominazioni con le migliori prospettive di crescita.

“Diciamo che sono tante le “promesse” nel settore delle IG. Tra le produzioni con le prospettive migliori mi piace ricordare la pasta di Gragnano che attraverso l’IGP ha avuto un rilancio dei volumi. Bene anche l’aceto balsamico, che cresce su tutti i mercati e ha conquistato l’estero, divenendo un prodotto globale. E ottimi risultati pure per il cioccolato di Modica, il primo certificato in Italia e in Europa. Restando in tema dolci, infine, è giusto evidenziare la crescita di prodotti secchi come Cantucci, Panforte e Ricciarelli.

Sempre più apprezzati sono prodotti di nicchia come la burrata di Andria IGP o la Piadina romagnola, prodotto ricercatissimo, quasi iconico, ma con una struttura produttiva ancora fragile e un brand ancora non pienamente utilizzato. Se poi guardiamo all’ortofrutta vediamo un consolidamento delle mele (Valtellina e Val di Non) e delle Arance di Ribera.”

Fonte: Rapporto 2018 Ismea-Qualivita

Cosa può dire delle IG nei trasformati?

E’ un settore ampio, che sta muovendo adesso i primi passi decisivi e che potrebbe dare ancora tantissimo. Penso, per esempio, al segmento delle creme spalmabili, che oggi vede in competizioni tre grandi attori. Se solo si utilizzasse materia prima certificata (e penso alle nocciole), si potrebbe aprire un ulteriore importante sbocco per questa denominazione che fa già registrare una crescita al consumo del 29%. Un po’ come è successo per il pistacchio di Bronte che continua a crescere da anni e che nel 2017 ha segnato +11% sull’anno precedente.

Sempre a proposito di trasformati, voglio ricordare come nuovi lanci nel settore dei minestroni surgelati con cipolla di Tropea IGP, abbiano aperto nuove vie alle denominazioni. Un po’ come è successo con il Radicchio di Treviso in IV gamma: in questo caso l’elevato contenuto di servizio ha contribuito a portare al successo il prodotto.

Quali, invece, i prodotti in crisi?

Tra questi (e purtroppo è storia recente) ricordiamo il Pecorino Romano, consumato prevalentemente in America e utilizzato per il 90% nella trasformazione.

In calo anche il pane tradizionale certificato, penalizzato dalla richiesta sempre maggiore di pane con farine speciali e grani antichi come il Senatore Cappelli. Ed infine l’Olio Extra Vergine di Oliva ad Indicazione Geografica che nonostante un consumatore sempre di più alla ricerca di prodotto italiano non riesce a crescere e trovare un proprio spazio di mercato.

Quali le IG che vanno più forte in horeca?

In primis tutte quelle che possono essere ingredienti per la pizza, oggi piatto sempre più gourmet. Penso per esempio ai Pomodoro del Piennolo del Vesuvio DOP, al Parma o al San Daniele DOP, ma anche allo Speck Alto Adige IGP e alla Mozzarella di Bufala Campana DOP.

E poi, ovviamente, gli hamburgher con chianina IGP, che per i giovani sono un po’ come la fiorentina al ristorante. E sempre in horeca vanno alla grande affettati e salumi e aceti balsamici come condimento: tanto appeal e forte leva di marketing.

Quindi il cibo di qualità ha vinto?

Diciamo che è sulla buona strada: i presupposti perché arrivi nel piatto del consumatore ci sono, anche se è indispensabile rafforzare e rendere costante il connubio tra produzione e distribuzione. Un’alleanza tra industria e ristorazione potrebbe dare ancora tanto di più all’alimentare di qualità.

Tecnologia di consumo: calo dello 0,6% ma continua a crescere l’online

Foto di Gianni Crestani da Pixabay

Tecnologia di Consumo: dopo aver chiuso il 2018 con una crescita del 3%, il primo trimestre del 2019 fa invece  registrare un decremento del fatturato del -0,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un fatturato complessivo di 3,3 miliardi di euro.

Ecco quanto emerge dalle rilevazioni GfK realizzate con metodologia Retail Panel.

Scendendo più nello specifico, vediamo peò che, mentre le vendite nei punti vendita tradizionali sono diminuite del -2,2%, continua invece a performare con successo l’online (+9,2%), che arriva a rappresentare nel primo trimestre del 2019 il 15,7% delle vendite a valore nonostante la bassa stagionalità del periodo.

Il comparto Telecom,  pur confermandosi il settore più importante con una quota del 39,2% sul  valore complessivo dei Technical Consumer Goods., sta però rallentando  attestandosi su un modesto  +0,3%.

Molto bene, invece, il  Piccolo Elettrodomestico (+9,6%) e il Grande Elettrodomestico (+1,7%) che arrivano a rappresentare rispettivamente il 9,8% e il 14% del totale Tecnologia di Consumo.

Nubi nere, invece per gli altri settori:

  • Il settore IT/Apparecchiature per l’ufficio che flette del -0,8% (anche se si conferma il secondo per importanza);
  • L’Elettronica di Consumo (Audio/Video) (-7,2% vs rispetto al 2018)  e il comparto della Fotografia (-23,3%).

 

Metodologia

Attraverso la metodologia del Retail Panel, GfK Italia rileva in maniera continuativa (su base mensile o settimanale) gli acquisti effettuati nel nostro Paese – sia online che offline – del comparto dei beni durevoli di consumo.

I dati riportati sono riferiti al periodo compreso tra gennaio e marzo 2019. Tutti i trend sono a valore e il confronto è con l’andamento del mercato nel primo trimestre 2018.

CIRFOOD DISTRICT: spazio all’open innovation del food

Credits Iotti + Pavarani, LSA

CIRFOOD annuncia l’avvio del progetto CIRFOOD DISTRICT, il centro dedicato alla ricerca e alla sperimentazione per l’innovazione in ambito nutrizionale e food service. La costruzione del distretto, con sede a Reggio Emilia, sarà finalizzata nel 2020.

Il CIRFOOD DISTRICT sarà un luogo dove l’impresa svolgerà le proprie attività di ricerca e sviluppo, in termini di prodotto, processo e servizio e dove si concretizzerà la collaborazione tra il sistema pubblico e il settore privato, con l’obiettivo di favorire la contaminazione tra istituzioni, aziende, start-up, enti di ricerca, università, terzo settore e produttori coinvolti a vario titolo nello sviluppo di soluzioni innovative per le sfide locali e globali sul futuro del cibo e della nutrizione.

CIRFOOD DISTRICT è il primo tassello di un progetto di ampio respiro: la Nutrition Valley, un’area pernsata per accogliere e sostenere progetti, opportunità di confronto e sperimentazione.

“CIRFOOD DISTRICT è l’espressione più contemporanea della nostra cultura d’impresa che si basa sui tre valori: Cibo, Cultura, Persone”, afferma Chiara Nasi, Presidente di CIRFOOD. “Questo progetto ci consentirà non solo di arricchire la nostra organizzazione cooperativa di una prospettiva concreta per l’innovazione condivisa, ma di contribuire allo sviluppo di nuove idee e progetti in grado di migliorare lo stile di vita e il benessere delle persone”.

CIRFOOD DISTRICT è l’esito della capacità di CIRFOOD di cogliere i cambiamenti e sintonizzarsi con un contesto in forte e rapido movimento, mettendo le persone e le loro idee al centro di un processo evolutivo fondamentale per lo sviluppo del food service”, prosegue Giordano Curti, Direttore Generale di CIRFOOD.

La struttura del progetto

CIRFOOD DISTRICT, progettato dallo Studio di Architettura Iotti + Pavarani Architetti e da Lauro Sacchetti Associati, sarà primo edificio a Reggio Emilia con livello GOLD di certificazione secondo il protocollo internazionale di sostenibilità LEED.

L’edificio è dotato di un involucro altamente performante (con vetrate acustiche, con vetri selettivi e basso-emissivi dotati di schermature esterne), di una copertura verde (a migliorare l’isolamento termico e ridurre l’effetto isola di calore), di un impianto integrato fotovoltaico, di tecnologie impiantistiche per la produzione di fluidi caldi e freddi con pompe di calore ad alta efficienza.

Credits Iotti + Pavarani, LSA

Il progetto prevede inoltre una piena integrazione tra l’edificio e il paesaggio circostante, caratterizzato da una “foresta edibile” – Food Forest – cui alberi da frutto e da legno vengono “lasciati crescere” assieme a erbe medicinali, ortaggi e piante alimentari in modo del tutto autonomo, in un ecosistema in equilibrio in cui conoscere e riconoscere l’origine – e la bellezza – di quello che si mangia.

GLI INTERNI

L’area interna si svilupperà intorno al fulcro concettuale costituito dall’Agorà: un open space a doppia altezza sul quale affacciano i vari ambienti dell’edificio e intorno al quale ruotano i percorsi e i sistemi di risalita e dove saranno ospitate le attività comuni, quali incontri, conferenze, eventi, showcooking. Esso costituisce poi lo spazio di ingresso e accoglienza, in cui un’installazione sospesa – il cloud – crea una scenografia in movimento capace di restituire al visitatore un’anteprima dei contenuti e delle attività ospitati nel CIRFOOD DISTRICT.

Interno@Credits Giò Forma Studio Associato

Sullo sfondo dell’Agorà ecco poi una cucina sperimentale: spazio modulabile, con attrezzature su ruote completamente alimentate ad elettricità a consentire la massima trasformabilità dell’ambiente, dedicato alla sperimentazione di prodotti, di ricette, di processi di cottura e conservazione.

Alla cucina è connesso un Laboratorio sensoriale, dedicato all’analisi sensoriale (gusto, olfatto, vista…) di prodotti e preparazioni.

Contiguo all’Agorà anche uno spazio destinato a “ristorante sperimentale” per analizzare i feedback di utenze specifiche rispetto alla verifica di particolari menu, ricette, modalità di servizio, format distributivi.

Mezzanino e primo piano

Tramite la gradonata-auditorium dell’Agorà, il percorso di attraversamento del CFD costituisce poi una mediateca diffusa, incentrata sulla cultura del cibo, che si articola prima sul piano mezzanino – in affaccio sul giardino degli orti – e poi al primo livello, dove trovano sede gli spazi di ufficio e di workshop, anch’essi trattati ad open space.

Al piano primo, infine, è previsto uno spazio modulabile e aperto, come piattaforma per start up del settore food, che vogliano concretizzare le proprie idee. Per questo, in modalità open innovation, CIRFOOD mette a disposizione big data.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare