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Starbucks experiments an express format in New York

The new format devised by Starbucks, the US coffee shop giant, for fast consumption on site or take away, is located in a historic building at 14 Wall Street in New York. The case study is interesting, because it concerns an increasingly widespread mode of consumption that has aroused the interest of distributors and companies (think of Coop&Go in the Expo area but also of the British chains like Pret à Manger), but also and above all because it has a number of original aspects, in a decidedly interesting layout for this type of format and in a very limited space: less than 50 square metres.

The pilot project was designed “for customers on the move looking for the quality products of Starbucks in a beautiful environment, together with efficiency that comes from knowing from the outset what they want and being able to obtain it quickly”. Or, as Bill Sleeth, Vice President Starbucks Store Design said, “This location on Wall Street has been specifically designed to take what is at the heart of our cafés and distil it into a smaller space. It is a perfect example of how to balance great design, attention to detail and efficiency, while maintaining what is unique and makes us who we are: our coffee and the customer relationship”.

Pedon a Expo, impresa sostenibile dal seme allo scaffale

Il Gruppo Pedon si presenta a EXPO Milano 2015 presso il Padiglione The Waterstone di Intesa Sanpaolo, prendendo parte all’iniziativa “Ecco la mia impresa”, lo spazio dedicato alle eccellenze del Made in Italy, per dare loro visibilità sulla scena internazionale dell’Esposizione Universale. Annunciata l’imminente apertura di un nuovo impianto produttivo in Egitto, vera testa di ponte per «aprire nuovi sbocchi commerciali verso i Paesi del bacino mediterraneo e del Medio Oriente», come ha detto l’amministratore delegato del gruppo Remo Pedon.

«Esportiamo in 45 Paesi del mondo, operiamo in 5 continenti con i nostri stabilimenti produttivi – ha proseguito – impegnandoci costantemente per lo sviluppo economico e sociale del territorio, nel pieno rispetto delle risorse naturali e della cultura locale, promuovendo un corretto e sano stile alimentare. Questi sono i principi che ci caratterizzano da più di trent’anni, e che presentiamo all’Expo di Milano: un modello industriale vincente, dal seme allo scaffale».

Pedon si caratterizza infatti per l’integrazione verticale della filiera e per l’attenzione posta a temi fondamentali come la sicurezza alimentare, la promozione di una sana e corretta cultura alimentare e le attività svolte in ambito etico, sociale e ambientale.

All’interno del Padiglione esposte le gamme più rappresentative delle linee I Salvaminuti, Dalla Buona Terra, Biologica Pedon, C’è di Buono, Bioritmi, Italia Tipica e Lenticchia Pedina. Cereali, legumi e semi tradizionali e a rapida cottura, convenzionali e biologici, acquistabili anche presso il Temporary Shop NaturaSì e il supermercato del futuro Coop.

 

 

Cooperativa Etruria (Simply): bilancio 2014 in crescita a 200 milioni di euro

Bilancio 2014 positivo per Cooperativa Etruria, master franchisee di Simply Italia: il fatturato si assesta oltre 200 milioni di euro. I ricavi da vendite e prestazioni consegnano ai soci una gestione economica in salute, con un trend positivo e un fatturato verso soci e clienti che cresce di 8 milioni di euro, grazie all’incremento ottenuto in tutti i settori merceologici, a eccezione del settore carni che continua a subire la particolare crisi dei consumi che si ripete ormai da anni a livello nazionale.

Utili a 1,9 milioni di euro, che l’assemblea dei soci ha deciso di distribuire agli associati sotto forma di ristorni.

Con il 54% delle vendite l’area senese, grossetana e aretina mantiene la prima posizione per ricavi, seguita dal nord della Toscana, con il 29% e dall’area che raggruppa Umbria, Alto Lazio e Abruzzo, con una percentuale del 17%. Il patrimonio netto supera i 33 milioni di euro e copre il 60% del capitale immobilizzato della Cooperativa, che conta su una rete di 294 supermercati a insegna Simply distribuiti su tutta l’Italia centrale su circa 90 mila mq di superfici totali di vendita; più di 3.000 addetti tra rete diretta e punti vendita associati e quasi 500 dipendenti tra Cooperativa Etruria e società del Gruppo.

La cooperativa Etruria opera con quattro insegne: Simply Store, Simply Market, Punto Simply e La Bottega. I negozi a insegna sono 294, di cui 7 Simply Store, 37 Simply Market, 110 Punto Simply e 140 punti vendita La Bottega. La maggior parte dei supermercati si concentra in Toscana (205 punti vendita), seguita da Umbria (57); Lazio (25); Liguria (4), Abruzzo (2) e Emilia Romagna (1). Al centro di distruzione alimentare, che ha sede a Badesse (Siena), fanno riferimento molti altri negozi tradizionali per il rifornimento quotidiano.

Graziano Costantini, direttore generale Cooperativa Etruria
Graziano Costantini, direttore generale Cooperativa Etruria

«Di fronte a uno scenario difficile –  ha commentato Graziano Costantini, direttore generale della Cooperativa Etruria – segnato da una crisi, iniziata ormai sette anni fa, ci siamo adoperati per continuare ad adottare politiche commerciali a sostegno dei nostri soci. Il 2014 è stato l’anno in cui abbiamo proseguito il piano di crescita, rafforzando il nostro volto di azienda sostenibile, attenta all’eccellenza dei territori, alla qualità dei prodotti e orientata verso uno stile di vita sano. Per il futuro il nostro impegno sarà quello di continuare a essere vicini ai territori e di migliorare la qualità della vita delle comunità in cui operiamo».

 

Export alimentare: anche la gdo si muove e Coop comincia dalla Cina

Per decenni si è detto che la Gdo italiana avrebbe dovuto espandersi all’estero, ma che le imprese non avevan o una dimensione tale da fare il grande salto e confrontarsi con i big internazionali. Poi sono arrivati loro in Italia.

Qualcuno se n’è andato, altri stanno medicando le  ferite. Altri arriveranno. Oggi però nel 2015, se rimane la difficoltà di piantare bandiere all’estero, tra le opportunità dell’e-commerce e l’interesse che in quasi tutti i paesi del mondo viene riservato al cibo italiano, le cose sono un po’ cambiate. Lo ha sottolineato recentemente a Fruit Innovation con forza il presidente dell’Ice Riccardo Monti: «Dall’estero vi è una domanda gigantesca per i prodotti della filiera agroalimentare italiana. Noi oggi siamo leader riconosciuti nella qualità, dobbiamo diventarlo nella quantità».

Maurizio Martina (Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con delega ad  Expo Milano 2015), Carlo Calenda (Vice Ministro dello Sviluppo Economico) e Riccardo Monti (Presidente dell’ICE – Istituto per il Commercio Estero).
Maurizio Martina (Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con delega ad Expo Milano 2015), Carlo Calenda (Vice Ministro dello Sviluppo Economico) e Riccardo Monti (Presidente dell’ICE – Istituto per il Commercio Estero).

È l’obiettivo dei 50 miliardi di fatturato all’export per il 2020, dai 33 miliardi attuali,  che si è dato il Governo. «Un obiettivo alla portata – ha  affermato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – che può contare anche su un logo unico dell’agroalimentare made in Italy”, presentato ieri a Expo. Il segno unico è rappresentato da una bandiera italiana con tre onde che richiamano il concetto di crescita e di sviluppo e dalla scritta The Extraordinary Italian Taste. Il piano seleziona tre fasce: i mercati consolidati, gli emergenti e i nuovi. E proprio a giugno partirà la prima campagna rivolta a Stati Uniti e Canada per un investimento di 30 milioni di euro sui 150 milioni complessivamente previsti.

“Da oggi l’agroalimentare italiano – ha spiegato il Ministro Maurizio Martina – sarà più forte e più riconoscibile sui mercati internazionali. Finalmente abbiamo un segno distintivo unico che aiuterà consumatori e operatori a identificare subito le attività di promozione dei nostri prodotti. Partiamo da Expo Milano 2015 per sfruttare questa straordinaria occasione di visibilità e proseguiremo con le azioni previste dal nostro piano di internazionalizzazione sui mercati strategici. Nei prossimi tre anni investiremo oltre 70 milioni di euro per la promozione, imparando a fare squadra e a non disperdere in mille rivoli le risorse. Con il segno unico distintivo vogliamo fare un’operazione di riconoscibilità, creare un filo conduttore che leghi tutte le attività di promozione del vero prodotto italiano sullo scenario internazionale. Il nostro obiettivo è essere al fianco delle imprese che in questi anni hanno messo in campo energie, capacità di fare, passione, aziende che hanno consentito all’Italia di registrare una crescita del 70% dell’export agroalimentare negli ultimi 10 anni. Abbiamo chiuso il 2014 con 34,4 miliardi di euro, nel primo trimestre del 2015 siamo a oltre 8,7 miliardi di euro e il nostro obiettivo è arrivare a 36 miliardi a fine anno. Anche sfruttando bene l’Esposizione Universale di Milano possiamo farcela e puntare all’obiettivo di quota 50 miliardi di export nel 2020”.

Anche la Gdo può fare la sua parte. Infatti qualcosa si sta muovendo, proprio nella direzione di utilizzare le tante ricchezze dei giacimenti agroalimentari italiani per sviluppare business all’estero. Non sono mancati esempi in passato, tanto che Crai è presente in Svizzera e a Malta con 160 punti vendita. Le modalità sono diverse, ma i due maggiori gruppi italiani, Coop e Conad, si sono finalmente mossi.

La Cooperativa di dettaglianti è approdata in Cina a febbraio con una formula mista che prevede per ora cinque punti vendita e una rete di vending machine con un’ampia selezione di prodotti acquistabili anche via internet.

Appena partito è invece il progetto di Coop Italia che ha creato una specifica società – Coop Italian food – per sviluppare contatti con retailer internazionali o distributori di prodotti italiani all’estero,  ai quali proporre i prodotti a marchio e quelli delle piccole aziende fornitrici, come afferma il presidente di Coop nell’intervista.

Il primo episodio di questa nuova avventura è in Cina: è stata costituita, secondo quanto risulta a inStoremag, ItalMenu, società con sede a Hong Kong la cui attività è importare e distribuire i prodotti a marchio Coop di importazione e distribuzione nei canali retail e horeca. Con Ice sono previste tre settimane di iniziative promozionali tra giugno e luglio in 40 punti vendita della catena ParknShop, che fa capo al gruppo Hutchison Whampoa.

In Francia una legge contro lo spreco alimentare nel retail

La grande distribuzione dovrà adoperarsi per evitare lo spreco alimentare (da 20 ai 30 chili all’anno per ciascun cittadino) attraverso donazioni oppure destinando l’invenduto all’alimentazione animale o ad usi agricoli come composto o, ancora, per il recupero di energia. Le medie e grandi superfici a partire dai 400 metri quadrati saranno obbligate a sottoscrivere accordi con una associazione caritatevole allo scopo di facilitare il recupero e la distribuzione di cibo. È quanto stabilisce un voto unanime dell’Assemblea nazionale a tre emendamenti alla legge sulla transizione energetica votata qualche giorno fa.

«Molto bene proibire – ha commentato Michel-Edouard Leclerc, capo dell’omonimo gruppo – ma bisogna organizzare il sistema di raccolta». In particolare Leclerc raccomanda un piano per aiutare le associazioni a dotarsi di frigoriferi e camion per il trasporto e la conservazione del cibo donato. In Italia nulla di tutto ciò, nonostante, secondo alcune stime lo spreco alimentare raggiunga i 76 chili a persona, per un valore di 8 miliardi di euro, secondo Last Minute Market.

«Si tratta di una misura di buon senso – annota il presidente di Qui Foundation Gregorio Fogliani – rispettosa dell’ambiente e dei principi di sussidiarietà, finalmente orientata a combattere alla radice lo spreco. Ad oggi, in Italia, donare l’invenduto è quasi una lodevole eccezione che spaventava non poco gli esercenti e le Onlus per le possibili conseguenze legali. La legge approvata in Francia crea un precedente positivo. Viene finalmente riconosciuto il principio opposto, secondo cui non sprecare è il primo dovere di tutti, e le conseguenze legali saranno semmai nei confronti di chi non lo fa. Questa è una legislazione lungimirante. Qui Foundation, da sola, è riuscita a recuperare 200mila pasti nel 2014, e questi si vanno a sommare ai 500mila recuperati e donati negli scorsi anni. Non possiamo che augurarci di vedere tale norma presto introdotta anche nel nostro Paese».

Il bus blu di Nivea per le strade di Milano nei sei mesi di Expo

Le strade di Milano si tingono di blu per tutta la durata di Expo 2015 con il Nivea Sightseeing Blue Bus, che percorrerà un inedito tragitto denominato Linea Blu, offrendo ai visitatori di ogni nazionalità un tour gratuito alla scoperta della città e un’esclusiva shopping experience on the road.

Il pay-off del progetto coincide, infatti, con quello della campagna Nivea 2015 “Dillo con un gesto”, che in questo caso si traduce in un tour offerto gratuitamente a tutti coloro che visiteranno Milano in occasione dell’esposizione universale, confermando l’attenzione della marca verso i propri consumatori.

Copia di Adverteam_Nivea Blue Bus_Apecar«L’allestimento del bus, completamente brandizzato, sia all’interno che all’esterno, richiama quello dei negozi Nivea con il loro suggestivo bovindo, che abbiamo voluto ricreare nella parte inferiore dedicata allo shopping», spiega Alberto Damiani di Adverteam, l’agenzia che dalla fine degli anni Novanta progetta e ralizza le attività below the line per il brand di Beiersdorf.  «In corrispondenza di ogni fermata abbiamo inoltre previsto il posizionamento di un altro mezzo già icona del brand Nivea: gli Ape Car blu che si trasformeranno in punto di informazione in prossimità dei bus stop».

Lungo  il tragitto è inoltre possibile ascoltare la speciale audioguida, realizzata ad hoc da Adverteam con una selezione di brani ispirati alla città, un racconto di parole e musica per accompagnare i passeggeri alla scoperta della Milano più autentica. I più tecnologici possono infine scaricare l’App gratuita Nivea Milano (per iOS e Android) per conoscere in tempo reale la propria posizione lungo il percorso e gli orari di passaggio del bus alla fermata più vicina.

I 170 anni di eccellenza (e successi internazionali) di Fratelli Branca

Nata a Milano 170 anni fa e ancora oggi la sua sede e il suo stabilimento sono rimasti nella città meneghina. È un anniversario d’eccezione quello di Branca, azienda famigliare, oggi alla quinta generazione, che è presente in 160 Paesi del mondo con i suoi prodotti, primo tra tutti il Fernet-Branca (che in Argentina è davvero un cult). Proprio recentemente ha conquistato il quarto posto assoluto, affermandosi come primo brand italiano, con una crescita del 10%, nella classifica internazionale di Shanken’s Impact Databank dedicata ai Top 100 brand di spirits in tutto il mondo che hanno registrato la crescita più veloce.

Un po’ di storia
È nel 1845 che Bernardino Branca e i suoi tre figli iniziano l’avventura proprio con il Fernet-Branca, frutto della loro inventiva e intraprendenza: un prodotto con erbe e radici provenienti da quattro continenti, la cui formula segreta, tuttora custodita dalla famiglia Branca, ha dato vita a un elisir dalle qualità tanto benefiche da essere stato a lungo venduto (fino al 1950) nelle farmacie. La decisione di investire fin da subito in ricerca, insieme alla scelta di seguire le rotte degli italiani in Europa e oltreoceano, soprattutto negli Stati Uniti e in Sud America, furono le due grandi intuizioni della famiglia Branca, che hanno segnato l’esordio di una storia unica, contraddistinta dall’attenzione all’innovazione nel rispetto delle tradizioni, come ricordato nel leitmotiv aziendale “Novare Serbando” (rinnovare conservando).

Su questo leit motiv si è sviluppata l’azienda che oggi ha un portafoglio di prodotti che annovera anche Brancamenta, Stravecchio Branca, Caffè Borghetti, Grappa Candolini, Grappa Sensèa, Punt e Mes, Carpano Classico e Bianco, Antica Formula, Sambuca Borghetti, il distillato premium Magnamater, la vodka Sernova, i vini Chianti Classici Villa Branca, lo spumante Bellarco e l’ultimo nato, Carpano Dry.

Niccolo Branca
Niccolò Branca, presidente e amministratore delegato Fratelli Branca

«Questo anniversario – commenta il presidente e amministratore delegato  Niccolò Branca – segna un traguardo storico per la nostra azienda, ma anche per il made in Italy: la storia di Branca indica come l’attenzione alla qualità, all’innovazione, insieme alla conservazione delle tradizioni, possono fare grande l’impresa italiana facendole superare i momenti difficili senza perdere le proprie radici e i propri valori. Da sempre in Branca poniamo un’attenzione particolare alla ricerca, alla qualità delle materie prime, all’attenzione alle norme etiche e al rispetto per l’ambiente. E soprattutto l’attenzione alla persona, a tutti i lavoratori, che dell’azienda sono parte fondante e ogni giorno ne determinano il successo”.

In occasione dell’anniversario è stato emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico il francobollo appartenente alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico” dedicato a Branca ed è stato edito da Rizzoli il volume “Sulle ali dell’eccellenza”: un ritratto dell’azienda, dai celebri prodotti ai manifesti storici alle tappe della sua storia, dalla fondazione a Milano all’espansione internazionale che ne ha segnato lo sviluppo fin dall’Ottocento.

 

A Roma l’8 giugno appuntamento con la Social Media Week

La Social Media Week  che si svolge a Roma dall’8 al 12 giugno (in contemporanea con altre 12 città in cinque continenti) è un evento globale che esplora l’impatto sociale, culturale ed economico dei social media, con l’obiettivo di aiutare le persone e le organizzazioni a connettersi attraverso la collaborazione e la condivisione di idee, esperienze e informazioni.

Ogni anno la SMW realizza diverse conferenze mondiali, in diversi momenti dell’anno (febbraio, aprile, giugno e settembre) e in diverse città di tutto il mondo, con migliaia di individui e organizzazioni che lavorano insieme per ospitare presentazioni, dibattiti, workshop ed eventi di networking.

L’edizione della SMW di Roma, con oltre 55 eventi e più di 200 speaker,  è organizzata da Business International-Fiera Milano Media e  si tiene in contemporanea con Los Angeles e Mexico City.

Nel tema di quest’anno (Mobile Connected Class) la Social Media Week esplorerà l’impatto della tecnologia “mobile”, potente strumento in grado di modificare il presente delle persone secondo tre grandi assi: la vita privata (salute, ambiente, cibo educazione, tempo libero, viaggi, relazioni, informazione); il lavoro (flussi, infrastrutture, sostenibilità, ritmi di lavoro, condivisione idee e conoscenze, pagamenti); la creatività (food, entertainment, tv, cinema, arte, cultura sport).

Tra i temi trattati: App Mobile Ecosystem, Over Meet Under, Expo Sprytelling, Food& App, Social Radio, Wine eCommerce, Content Conversation, Social and Music, Social Network & Cinema, Marketing Automation Content Marketing, Native ADV, App Engagement, Mobile Revolution.

La ripresa c’è: anche i panieri anti crisi di Nielsen rallentano

La domanda che gli uomini d’impresa si pongono, alla ricerca di una lettura degli andamenti futuri della propria attività, è se la ripresa ci sia, sia solida, oppure sia ancora in una zona rossa.

L’odierno intervento del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco sulle “Considerazioni finali” conferma che i miglioramenti dell’economia, anche se la crisi greca è sempre pronta a riattizzare tensioni e rischi di contagio. La notizia, sembra questa volta in via definitiva, è che “il 90% circa del bonus fiscale sarebbe stato speso e che, nei primi mesi del 2015, la quota delle famiglie che segnala di arrivare con difficoltà alla fine del mese si sarebbe lievemente ridotta rispetto a un anno prima”. Altro segnale positivo: ”nella media dell’anno scorso la spesa per consumi delle famiglie è aumentata per la prima volta dal 2010, ma rimane inferiore ai livelli del 2007 di circa l’8%”.

Insomma in prospettiva Bankitalia si attende un consolidamento della ripresa.

Più pragmaticamente e da un punto di vista di attenzione alle spese quotidiane, la rilevazione dei sei panieri del largo consumo elaborati da Nielsen, conferma questa evoluzione positiva.

In particolare l’andamento dei panieri che, nei periodi finanziariamente più difficili, salvavano il portafoglio dei consumatori dal collasso, a marzo mostra un significativo rallentament. Si tratta dei panieri Chef a casa, composto da materie prime e semilavorati per la cucina casalinga, e Basici, quest’ultimo composto da Ingredienti per la preparazione di primi piatti e Prodotti per la colazione.panieri nielsen marzo 2015

“Se Chef a casa continua a tenere un segno positivo – afferma Nielsen – sebbene non cresca più ai tassi degli anni passati, il paniere dei Basici risulta più in sofferenza, con un sotto paniere dei Primi piatti ancora in crescita e un sotto paniere Prima Colazione negativo sia a valore che a volume.  In particolare l’andamento del paniere Prima Colazione, e in generale la tendenza di tutti i restanti, ci lascia ben sperare di essere finalmente giunti ad un giro di boa: i numeri del primo trimestre di quest’anno ci dicono che i consumatori si stanno spostando su panieri più a valore aggiunto, che quindi comportano una maggiore spesa e che alcune abitudini si stanno di nuovo modificando, come quella della colazione a casa. Bisognerà sicuramente attendere il consolidarsi di queste tendenze prima di trarre la tanto sperata conclusione, di essere finalmente di fronte a un periodo di crescita e di ripresa dei consumi”.

Per quanto riguarda gli altri panieri considerati da Nielsen, sono tutti in crescita a marzo, tranne i fori pasto/gratificazione (forse non ce n’è più così bisogno?). Significativo l’incremento dei sottopanieri Secondi pronti (+17,7% a volume e +14,5% a valore) e l’area salutistica con +29,7% a volume e +27,2% a valore.

Torna l’Osservatorio Non Food. Appuntamento il 29 giugno

La tredicesima edizione dell’Osservatorio Non Food di Gs1 Italy | Indicod-Ecr viene presentato al Piccolo Teatro Grassi di Milano il 29 giugno. Si ripete quindi un appuntamento che negli anni è diventato un must per la business community poiché, ogni anno, riesce a dare una lettura approfondita dell’evoluzione e delle trasformazioni dei canali distributivi e delle modalità di acquisto per i prodotti non food.

Nella passata edizione l’indagine condotta da Gfk Eurisko  si è concentrata sugli orientamenti e le attese dei consumatori nei confronti del processo di acquisto nei diversi settori che costituiscono il non food.

Un comparto che negli ultimi anni ha subito profondamente i colpi della riduzione degli acquisti da parte dei consumatori e, contemporaneamente, della crescita del canale online, anche se, è stata poi la conclusione della ricerca “se l’acquisto finale avviene ancora prevalentemente nei punti vendita fisici, in realtà digitale e fisico, combinati in diverse soluzioni, permeano l’intero processo d’acquisto del consumatore: uno completa l’altro”.

Quest’anno, oltre alla presentazione dei risultati dell’Osservatorio,  tradizionalmente affidati a Trade Lab, sono previsti interventi di esperti sui trend del settore non food, come Fabrizio Valente di Kiki lab, e case history raccontate da esponenti di aziende leader: Carrefour, Ikea, Leroy Merlin, Kiki-Lab.

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