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La sfida digitale della distribuzione Horeca

Dal B2B al B2C, passando dall’e-commerce. Le nuove tecnologie aprono alla distribuzione Horeca spazi impensabili fino a solo qualche anno fa, ampliando le opportunità di contatto con la clientela e persino il ventaglio di target raggiungibili. Non più solo operatori professionali del fuori casa – intesi come gestori di bar, ristoranti e pubblici esercizi – ma anche il consumatore finale. Merito del canale online, già sfruttato in un’ottica B2C da qualche distributore Horeca, affiancando questo approccio a quello classicamente impostato sul B2B.

Un’evoluzione del mercato di cui si parlerà nell’evento “Pensare digitale: la tecnologia al servizio della Distribuzione Horeca”, realizzato dalla rivista GBI in occasione dell’International Horeca Meeting che si svolge a Rimini, durante Beeer&Food Attraction. L’appuntamento è per lunedì 20 febbraio alle 15.30 presso l’Horeca Arena, Padiglione C3 della Fiera di Rimini. Ad aprire il dibattito sarà l’intervento di Damiano Possenti, Partner Progettica, dedicato alla digitalizzazione nel B2B in ambito Horeca e alle case history estere di successo.

A seguire una tavola rotonda che vedrà protagonisti Pieter Billiau, Commercial Manager e Responsabile Digitale Partesa; Luca De Siero, Direttore Generale Doreca; Camillo Bernabei, Bernabei Distribuzione; Raffaele Cerchiaro, Partner Jakala; Roberto Baldassari, Direttore Comitato Scientifico ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, Direttore Generale Lab 21.01 e Docente presso l’Università degli Studi RomaTre. Un incontro per riflettere sull’evoluzione del mestiere di distributore, con un focus finale dedicato a quello che si prospetta come il futuro del marketing (e del business) digitale: il metaverso.

Un appuntamento da non perdere: Lunedì 20 febbraio, ore 15.30, Horeca Arena/Padiglione C3 – Fiera di Rimini

Protocollo d’intesa tra nutrizionisti e Consorzio Cipolla Rossa di Tropea

Solo 26 calorie per 100 grammi di prodotto, ricca di acqua, eccezionale nel gusto, declinabile in mille sfumature, dall’antipasto al dessert, per la sua dolcezza e croccantezza, è una delle pochissime cipolle al mondo che si apprezza anche da cruda. Elisir di lunga vita ed alleata della salute. Sono, questi, i punti di contatto tra il Consorzio di tutela della Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp e l’Associazione Italiana Nutrizionisti in cucina che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per promuovere il consumo della Rossa di Tropea, come ingrediente salutare e gustoso.

È quanto fa sapere il presidente del Consorzio Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP, Giuseppe Laria, cogliendo l’occasione per ringraziare il presidente AINC Domenicantonio Galatà per la sensibilità e la disponibilità dimostrata per questo progetto condiviso che guarda alla sana alimentazione, alla lotta agli sprechi e alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari.

L’obiettivo è sensibilizzare il consumatore sull’importanza di una dieta equilibrata e di far conoscere le proprietà nutrizionali della Cipolla Rossa di Tropea, ricca di antiossidanti e importanti minerali. Il protocollo prevede la realizzazione di eventi e iniziative di informazione e sensibilizzazione sul binomio nutrizione-gastronomia, dimostrando come sia possibile coniugare il gusto con la salute.

“L’aspetto nutrizionale – sottolinea Daniele Cipollina, direttore marketing del Consorzio –rappresenta un autentico valore aggiunto per questo ingrediente principe della dieta Mediterranea. Ha giocato un ruolo importante nel format teorico-pratico itinerante quality food, portato dal Consorzio nelle scuole di tutta la Calabria. Il tour ha approfondito il tema sia sul piano didattico, con le peculiarità fisico/chimiche, nutraceutiche, funzionali e di mercato del prodotto, sia sulla parte prettamente gastronomica, proponendo dei piatti d’autore di alta cucina gourmet, fatti preparare direttamente dagli studenti con la supervisione di esperti chef messi a disposizione dal Consorzio di Tutela. Il protocollo d’intesa con l’Associazione Italiana Nutrizionisti in cucina è un tassello che si aggiunge a questo impegno”.

Le Farine Magiche, alleate ideali per le fritture di carnevale

Chiacchiere, sfrappole bolognesi, cenci al vino rosso, castagnole classiche o ripiene, struffoli napoletani, che diventano pignolata in Sicilia e cicerchiata nel Centro Italia o bugie: sono tante le ricette che caratterizzano il carnevale italiano ma tutte hanno un fattore comune: sono perfette grazie all’aiuto di Decorì e Le Farine Magiche.

Per realizzare una frittura eccellente, il brand Le Farine Magiche ha sviluppato la linea Fritture Perfette ideale per infarinare o pastellare qualsiasi tipo di ingrediente, ma anche per realizzare preparazioni dolci mantenendo una panatura asciutta e sempre croccante. Le formulazioni della linea sono studiate per donare alle pietanze croccantezza esterna, lasciando l’interno morbido e succoso, non trattenendo l’olio della cottura e regalando un colore dorato tipico della frittura.

Una linea di prodotti che sposa la tradizione artigiana offrendo un prodotto naturale, adatto alle esigenze di un’alimentazione equilibrata. L’ampia gamma di referenze è ideata per garantire sempre il miglior risultato, dai dolci fritti, alla tempura, passando poi alle panature croccanti fino ad arrivare a fritture dorate e saporite come da tradizione.

Ecco le due farine perfette per il carnevale 2023:

Farina Fritture: il prodotto studiato per la cottura in olio bollente che grazie alla sua formulazione rilascia meno odori, mantenendo il fritto croccante e asciutto. La presenza della pasta madre e del germe di grano conferisce alle pietanze un profumo e un sapore naturale.

Dolci Fritture: farina poco raffinata ideale per un fritto dolce, leggero e ben lievitato, grazie alla presenza di pasta madre rinfrescata con agrumi di Sicilia.
Non di sola frittura vive il carnevale. Per realizzare tutti i dolci tipici di questa festa.

Il brand Le Farine Magiche mette a disposizione anche due super farine pensate per venire incontro a tutte le necessità, aiutando anche i meno esperti a creare buonissimi dolci, classici o originali:

Milleusi: una farina tostata, da grani accuratamente selezionati, con aggiunta di farina madre per donare ad ogni impasto sapori e profumi autentici. Questa farina assorbe il 10% in più di liquidi previsti dalle ricette e garantisce una perfetta lievitazione a tutte le preparazioni che richiedono lievitazioni istantanee brevi.

Dolci Soffici: questa farina è realizzata con i migliori grani selezionati e si distingue per il profilo aromatico, il gusto, il sapore e il colore. Ideale per: pan di spagna, pasta margherita, pasta frolla e dolci a pasta soffice e morbida.

Decorì, da sempre partner affidabile per la decorazione delle torte, per Carnevale propone soluzioni smart per lievitati profumati e soffici, frutto dell’attenta ricerca e selezione delle materie prime. Con circa 250 referenze, il mondo di Decorì è quello degli ingredienti, aromi, decorazioni e degli accessori per dolci e salati, tutto caratterizzato da una fusione tra tradizione e innovazione che si palesa in moderne tecniche di ricerca che permettono di creare alimenti da inserire in nuovi stili di vita e comportamenti alimentari equilibrati. Per preziosi dolci di carnevale, profumati e soffici, ecco i segreti di Decorì:

Lievito Milleusi: il primo lievito Bio lanciato sul mercato. Il mille usi è un lievito naturale, estratto da uve perfetto sia per le preparazioni dolci che per quelle salate. Un prodotto semplice da utilizzare, da unire direttamente all’impasto prima di infornarlo. Aggiunto come ultimo ingrediente, il lievito si attiva con le alte temperature del forno tradizionale ma anche con quelle del forno a microonde, dando come risultato finale un impasto morbido, soffice e leggero.

Bio Lieviti Il Vanigliato: l’unico biolievito vanigliato istantaneo con pregiata vaniglia naturale Bourbon del Madagascar che conferisce ad ogni creazione un delicato aroma di vaniglia. Ideale per dolci a pasta morbida e soffice come pan di spagna, pasta margherita e pastafrolla.

Gli Aromi Vaniglia: Un aroma impreziosito con vaniglia naturale Bourbon del Madagascar, dona ad ogni creazione raffinatezza.

Infine, re di tutte le preparazioni carnevalesche e vera prova di gradimento… lo Zucchero a Velo, che ci aiuta a distinguere i golosi che rubano dalla cucina e i più entusiasti cultori dei dolci:

Zucchero a Velo: è una delle preparazioni dolciarie più utilizzate in pasticceria, si tratta infatti di un prodotto molto versatile. Quello firmato da Decorì è il perfetto alleato nella decorazione e nella dolcificazione delle tue creazioni.

MediaWorld, fatturato a 2,7 miliardi di euro (+2,4%)

MediaWorld prosegue la crescita sul mercato italiano. Nel 2022 l’azienda ha registrato un fatturato pari a 2,7 miliardi di euro (+2,4% rispetto all’anno precedente), uno dei più alti nella storia trentennale dell’azienda e il migliore degli ultimi dieci anni. L’Ebit si attesta a 26,6 milioni di euro, in aumento di 3,2 milioni (+13,7%) rispetto all’anno fiscale 2019 (ultimo pre-pandemico).

“Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti nel 2022, che dimostrano come l’insegna sia capace di reagire e rispondere a scenari macroeconomici complessi come quello con cui ci siamo confrontati nel corso del 2022. Un risultato che conferma l’efficacia delle nostre strategie, che ci stimola a sostenere una continua evoluzione per garantire un supporto sempre più personalizzato ai nostri clienti e guidare la crescita del mercato” ha dichiarato Guido Monferrini, Amministratore Delegato di MediaWorld.

L’esercizio 2022 dell’insegna si inserisce all’interno di un quadro macroeconomico fortemente condizionato da diversi fattori congiunturali che hanno avuto impatto sul business: dall’intensità della guerra in Ucraina all’incremento del tasso di inflazione (+8,9% su base annua a settembre 2022) conseguente all’aumento del costo dell’energia. Inoltre il mercato dell’elettronica di consumo ha registrato una lieve contrazione (-1,9% a settembre 2022). Nonostante il contesto mutevole e complesso, MediaWorld ha registrato un aumento delle vendite sia sui negozi fisici (+1,5% rispetto all’anno precedente) sia sull’online (+0,9% anno su anno), a conferma dell’efficacia della strategia omnicanale adottata dall’azienda.

Tra i fattori chiave che hanno inciso sui valori dell’Ebit, così come sulle performance positive delle vendite, nel 2022 ha significativamente contribuito l’implementazione di un ingente piano di investimenti volto al all’upgrade delle infrastrutture tecnologiche e al rafforzamento dei punti vendita, con nuove aperture e ristrutturazioni dei negozi già presenti sul territorio. In particolare, nel 2022 MediaWorld ha destinato 40,2 milioni di euro agli investimenti, il 140% in più rispetto all’anno precedente; di questi 28,5 milioni di euro sono stati investiti per la completa ristrutturazione di 22 punti vendita, l’apertura di 3 nuovi negozi e del secondo Tech Village a Roma. Circa 11,7 milioni di euro sono stati destinati al miglioramento dell’infrastruttura IT tra cui l’implementazione del nuovo sito web mediaworld.it lanciato a luglio 2022, la creazione di un nuovo sito dedicato ai prodotti ricondizionati, l’ottimizzazione e il rinnovamento dei processi gestionali e la centralizzazione dei call center nell’ottica di migliorare i servizi e l’esperienza del cliente, che resta sempre al centro delle scelte di business.

“Nell’esercizio 2022 abbiamo proseguito l’implementazione della strategia omnicanale scegliendo di investire e migliorarci per mantenere alta la nostra competitività su tutti i fronti più strategici. Il bilancio positivo di quest’anno dimostra che siamo andati nella direzione giusta, nonostante l’incertezza del contesto in cui abbiamo operato. Nel corso del 2023 continueremo ad investire nel Paese puntando sulla crescita e sulla modernizzazione della rete fisica. Abbiamo, infatti, una decina di nuove aperture previste per questo nuovo anno, che andranno ad incrementare la presenza dell’insegna sul territorio nazionale” ha dichiarato Emanuele Cosimelli, Chief Financial Officer MediaWorld.

Gli investimenti dell’azienda sono stati effettuati perseguendo una strategia di sviluppo sostenibile, che si è declinata mediante numerose azioni, tra cui l’efficientamento energetico degli impianti di condizionamento/riscaldamento nei negozi e l’adeguamento degli impianti di illuminazione con nuove tecnologie a ridotti consumi (per esempio tutti i nuovi punti vendita sono stati realizzati con illuminazione al 100% led ad energia consumata 100% proveniente da fonti rinnovabili). In ambito circular economy è stata implementata la vendita di prodotti ricondizionati grazie all’introduzione di apposite aree espositive all’interno di alcuni negozi e al nuovo sito web dedicato, dando nuova vita complessivamente a circa 30.500 prodotti nel corso del 2022.

Inclusione lavorativa, fattore di successo per l’organizzazione aziendale

Si è svolto ieri a Milano l’evento “Inclusione lavorativa: sfide e opportunità nella distribuzione moderna organizzata”, durante il quale è stata presentata la ricerca che Federdistribuzione ha commissionato ad Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per analizzare lo “stato dell’arte” dell’inclusione nel settore della distribuzione moderna con l’obiettivo di sondare la percezione da parte degli stakeholder esterni e valutare iniziative a sostegno dell’inclusione nel mondo del lavoro delle aziende retail.

Condotta tra marzo e novembre 2022, l’indagine ha visto il coinvolgimento di nove direttori del personale di altrettante aziende del settore, 2.010 dipendenti e 1.679 clienti. Ne è emerso che per le imprese della distribuzione moderna l’impegno verso l’inclusione lavorativa offre diverse opportunità: l’assunzione di un ruolo a beneficio della collettività e il miglioramento continuo della qualità della vita lavorativa e dell’efficacia delle organizzazioni aziendali, con la conseguente fidelizzazione dei clienti che genera a sua volta effetti positivi in termini reputazionali.

In particolare, per le persone che frequentano i punti vendita della distribuzione moderna, la ricerca evidenzia come l’inclusione non significhi semplicemente annoverare all’interno delle organizzazioni collaboratori con differenti caratteristiche, quanto invece dedicare attenzione affinché tutti si sentano parte attiva del proprio contesto lavorativo. Infatti, per oltre il 94% dei clienti l’inclusione coincide con iniziative volte a coinvolgere le persone nel lavoro, indipendentemente dal genere e dall’etnia. Per quasi il 72% dei clienti l’inclusione lavorativa è una tematica molto importante, tanto da essere un fattore di lealtà e advocacy: quanto più un brand insegna viene percepito come inclusivo, tanto più il cliente sarà disposto ad acquistare, recandosi nel punto vendita, e a diventarne ambassador, consigliandone l’esperienza per gli acquisti.

Dal punto di vista della gestione interna del personale, le interviste ai direttori delle risorse umane fanno emergere una relazione positiva tra la promozione di un clima aziendale inclusivo e lo sviluppo, tra i dipendenti, di comportamenti di cittadinanza organizzativa. Atteggiamenti discrezionali positivi che vanno al di là dello svolgimento delle mansioni previste dal contratto di lavoro e che permettono una migliore gestione dell’azienda nel suo complesso. Analizzando il punto di vista di chi lavora nel settore, quasi il 63% dei dipendenti si dichiara d’accordo o molto d’accordo nel definire la propria azienda un luogo dove si respira un clima inclusivo. Anche rispetto alla leadership inclusiva, i dipendenti del settore si dichiarano per il 75% d’accordo sulla possibilità di proporre nuove idee al proprio responsabile. Percentuali simili mostrano la disponibilità del management della grande distribuzione al confronto in caso di problemi, l’apertura a discutere gli obiettivi prefissati ed eventuali nuove opportunità per migliorare i processi.

Oltre ai benefici, dal report emergono anche le due principali sfide per le aziende della distribuzione moderna. Una sul fronte dell’organizzazione aziendale: occorre non solo adottare una molteplicità di iniziative di inclusione ma anche dar vita a una struttura organizzativa dedicata alla gestione e al monitoraggio di tali attività per renderle sempre più efficaci. L’altra sfida riguarda la comunicazione, sia interna che esterna: serve un ulteriore sforzo per comprendere come valorizzare i progetti avviati per favorire una maggiore consapevolezza dell’impegno aziendale sul tema, sia verso i propri collaboratori, sia verso la clientela, per la quale il tema dell’inclusione è un fattore determinante nelle proprie scelte e consigli d’acquisto.

“Oggi l’impresa non è solo un semplice attore economico che si adatta passivamente ai cambiamenti del mercato, ma si configura sempre di più come un attore sociale che contribuisce al benessere collettivo. Le nostre associate si impegnano costantemente a promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro che sia dignitoso per tutti”, ha dichiarato Francesco Quattrone, Direttore Lavoro e Affari Generali di Federdistribuzione. “Il tema dell’inclusività è da sempre un valore per le nostre associate che hanno compreso da tempo l’importanza delle persone, attivando iniziative volte a favorire le pari opportunità”.

Probios porta i suoi prodotti al Biofach di Norimberga

Si alza il sipario sulla 34ma edizione di Biofach, salone leader per il comparto biologico che si tiene a Norimberga, nel cuore della Germania. Un appuntamento di rilevanza internazionale dove Probios porta i prodotti più innovativi che caratterizzano la sua ampia offerta.

Le novità free from e rich in scandiranno gli spazi espositivi dello stand di Probios (Pad. 7, Stand 7-175): 70 metri quadrati suddivisi in 4 sezioni, dedicate ognuna alle linee più performanti prodotte con ricette di alto profilo nutrizionale disegnate sulle esigenze di benessere e salute dei consumatori. Si parte dalle ultime referenze della linea senza zuccheri aggiunti con la linea di biscotti, le composte a base di sola frutta, i cornflakes e le nuove Granole bio, ultima novità a base di eritritolo biologico, dolcificante naturale ricavato dal mais fermentato con 0 calorie. Una linea di prodotti dedicati in particolar modo alla colazione, destinata a crescere progressivamente nei prossimi anni.

“Ci siamo specializzati nei nuovi claim free from come il “senza glutine”, il “senza zuccheri aggiunti”, e il “lactose free”, facendo sempre convivere gusto e aspetto salutistico, spiega Renato Calabrese, direttore generale Probios. “Una scelta strategica che rende la nostra offerta esclusiva e che vogliamo condividere con i mercati internazionali, dove prevediamo di estendere la nostra presenza passando dal 25% al 40% entro il 2025. La nostra expertise, negli anni ci ha permesso di sviluppare un grado di innovazione molto alto grazie al quale ci differenziamo dagli altri brand del settore, partendo dal nostro vantaggio competitivo di base, il made in Italy: da oltre 40 anni portiamo sulla tavola dei consumatori prodotti di alta qualità, prediligendo materie prime italiane”.

Nello stand saranno presenti anche due aziende partner di Probios con le loro novità plant-based: il Nutrimento, realtà toscana specializzata nella produzione di prodotti biologici certificati ispirati alle migliori ricette mediterranee per produrre sughi, salse, pesti e patè vegetali, e Vegeatal, partner locale specializzato nella produzione di alimenti vegani e senza glutine, ottime alternative alla tradizione casearia e salumiera.

Tra le proposte gluten free, la linea Bis-free, ricetta declinata in 6 referenze differenti, a base di farina integrale italiana, di avena e grano saraceno. Parliamo di biscotti vegan, senza lattosio, proteine del latte, senza uova e mutuabili dal Sistema Sanitario Nazionale. Sempre gluten free sono l’Aperi-stick sfizioso appetizer salato dedicato al rito dell’aperitivo e i nuovi Crackers di avena, snack sfizioso e croccante da gustare in qualsiasi momento della giornata o come sostituti del pane duranti i pasti.

Al centro dell’offerta anche i prodotti biologici frutto dell’eccellenza made in Italy, riuniti nella sezione Gusto italiano, come gli innovativi prodotti conservieri certificati nickel free: la Passata di pomodoro rosso e giallo, i Datterini interi rossi e gialli al naturale e i Pomodorini interi in passata, tutti realizzati con pomodoro biologico 100% italiano coltivato in campo, frutto di una severissima selezione alla base. Prodotti come questo e altre specialità della tradizione mediterranea si potranno assaggiare allo stand grazie alle occasioni di tasting organizzate allo stand durante i giorni della manifestazione.

La quarta sezione è dedicata al mondo protein e rich in ed è caratterizzata da prodotti healthy ad alto contenuto salutistico, come il primo Keto bread biologico, pane con il 65% in meno di carboidrati rispetto alla media dei pani morbidi a fette, disponibile con semi o nella versione alla barbabietola. Adatto sia a chi ha deciso di intraprendere una dieta chetogenica, sia a chi non vuole rinunciare alla bontà del pane controllando calorie e salute, è prodotto con farina di tapioca e disponibile nella confezione “apri e gusta” e, oltre a essere low carb, il nuovo pane confezionato è anche senza glutine.

Retail, ecco i cinque trend più importanti per il 2023

Il mercato del lavoro italiano sembra essersi ripreso dal biennio pandemico ma la situazione risulta essere ancora piuttosto fragile e discontinua. In diversi settori insistono ancora gap come quello tecnologico che rallentano il progresso infrastrutturale delle aziende, e al tempo stesso le aspettative dei consumatori in termini di convenienza e innovazione sono più elevate che mai. I retailer devono trovare quindi un modo per soddisfare nuove esigenze dei consumatori in un momento storico in cui la digital transformation è in ritardo.

Innumerevoli aziende stanno cercando sia di accrescere che di mantenere la loro forza lavoro, e sta diventando cruciale determinare come responsabilizzare e come far lavorare meglio i dipendenti attuali e rendere i processi più semplici ed efficienti. Secondo Maurizio Costa, Key Account Manager Retail di Scandit Italia, per avere successo nel 2023 i retailer devono riconoscere e adattarsi ai trend più attuali, tra cui:

1. Investimenti tecnologici oculati
Sebbene i retailer abbiano appena concluso la stagione degli acquisti natalizi, la situazione economica globale e l’impatto della guerra russo-ucraina sulla supply chain mondiale hanno già influenzato in modo significativo gli investimenti aziendali e le decisioni di spesa dei consumatori nel settore, e continueranno a farlo nel 2023. Di conseguenza, qualsiasi investimento tecnologico è sottoposto a un controllo ferreo e deve dare ottimi risultati per avere una possibilità di essere commissionato: un elevato ROI è un dato di fatto.

2. Strategie omnichannel vitali per il customer engagement
Gli acquisti omnichannel sono aumentati dopo la pandemia, e nel 2023 i consumatori continueranno ad acquistare sia attraverso l’e-commerce che lo store fisico. L’e-commerce ha beneficiato della pandemia, e le vendite online in Italia sono in continuo aumento. Però, è da notare come i consumatori abbiano riscoperto lo shopping di persona. Allo stesso tempo, essi non vogliono rinunciare alla comodità dell’online alla quale si sono abituati facendo shopping durante la pandemia.

Per supportare e trovare un equilibrio tra i due bisogni e quindi aumentare la redditività, nel 2023 i retailer dovranno rivedere e migliorare alcuni aspetti come la gestione dello stock e il miglioramento del servizio al cliente e la sua esperienza in negozio. Alcuni brand stanno ottimizzando le operazioni e potenziando i propri dipendenti con soluzioni di smart data capture, che consentono ai lavoratori di ottenere informazioni sui prodotti, controllare la disponibilità in stock e molto altro, in tempo reale direttamente da un dispositivo smart.

3. Nuove forme di retail
Oltre allo shopping ibrido, i consumatori continueranno a esplorare nuovi modi di fare acquisti. Dagli experience store, al self-scanning fino alle local delivery, passando per i supermercati senza casse. La consegna a domicilio in giornata, in particolare, sta fiorendo e non scomparirà tanto presto. Qualunque sia l’esperienza richiesta, i retailer che vogliono affermarsi devono innovare per poter stare al passo coi tempi.

4. Esigenze generazionali
La Gen Z è tra le generazioni che più richiede insight sui prodotti all’interno di uno store. Dalle informazioni sulla sostenibilità del brand, come le emissioni e la non-fast fashion, fino all’origine dei prodotti e ai valori nutrizionali, passando dall’intero background di un brand, questi consumatori vogliono trasparenza in ciò che acquistano. E i retailer devono essere pronti a fornire queste informazioni in una modalità fruibile ed ingaggiante contribuendo a migliorare la customer experience anche in negozio.

5. Verifica dei documenti d’identità
Dopo gli USA da dove è partita come esigenza, in diverse nazioni in Europa quest’anno potremo assistere a un aumento delle verifiche dei documenti d’identità al momento della consegna di un prodotto acquistato online, dato che vengono venduti sempre più prodotti soggetti ai limiti di età. Ad esempio, le vendite di alcolici hanno registrato un’impennata negli ultimi anni, sia in-store che online, con il mercato italiano delle bevande alcoliche che nel 2021 valeva già oltre 24 miliardi di euro.

Il boom dell’e-commerce comporta un rischio per aziende, dipendenti degli store e i corrieri dell’ultimo miglio, i quali possono essere soggetti a gravi sanzioni qualora dovessero vendere o consegnare prodotti soggetti a limiti di età, a dei minorenni. I retailer che otterranno un vantaggio competitivo saranno quelli che adotteranno tecnologie e soluzioni come la smart data capture, che alleggeriscono il carico di lavoro dei dipendenti e permettono al personale di svolgere al meglio diverse task. Allo stesso tempo, i retailer possono godere di dati importanti da sfruttare per le strategie di vendite sia in-store che in modalità omnichannel. In questo modo, le aziende offriranno ai dipendenti dei punti vendita più tempo e risorse da dedicare ad attività necessarie e a valore aggiunto come il customer service e il retail esperienziale.

Un plafond da 50 mln di euro per le imprese agroalimentari italiane

Intesa Sanpaolo e l’Associazione Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo hanno siglato un accordo col quale la banca ha stanziato un plafond da 50 milioni di euro e definito specifiche misure sotto il profilo del credito per sostenere le imprese associate dell’agroalimentare italiano. Aziende impegnate nella definizione dei progetti di distretto del cibo, come previsto dal decreto del MIFAAF di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, per accedere a importanti agevolazioni statali.

L’accordo nasce dalla comune volontà di sostenere le piccole e medie imprese del territorio legate ai distretti alimentari italiani al fine di superare le attuali difficoltà e accrescere gli sbocchi nei mercati anche internazionali favorendo nel contempo il supporto finanziario agli imprenditori agricoli che intendono realizzare nuovi investimenti e che hanno interesse a ricevere consulenza su temi come il ricambio generazionale, l’aggregazione e l’innovazione.

In tal senso Intesa Sanpaolo metterà a disposizione delle aziende aderenti ai Distretti del Cibo i propri prodotti e servizi tra cui i finanziamenti destinati alla valorizzazione delle filiere produttive italiane, anche attraverso gli accordi di filiera e/o delle reti di imprese, interventi destinati alla digitalizzazione e alla sostenibilità, come lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e dei parchi solari. Interventi che rientrano nelle iniziative che la banca ha messo in atto in coerenza e a supporto degli investimenti legati al PNRR.

“Essere a fianco della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo con un plafond da 50 milioni di euro testimonia la volontà di Intesa Sanpaolo di rappresentare il punto di riferimento per il settore agroalimentare italiano – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. Stiamo lavorando per valorizzare l’eccellenza della produzione alimentare dei distretti italiani e per supportare le aziende nel superare anche questo delicato periodo affiancando le molteplici realtà produttive nelle transizioni green e digitale e sui mercati esteri grazie ai nostri prodotti finanziari e alla consolidata esperienza dei nostri professionisti, riuscendo ad accompagnare oltre 1700 imprese nell’aggiudicarsi i bandi del PNRR per il settore agroalimentare”.

“Desidero esprimere apprezzamento per la celerità della Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo nel definire questo accordo che favorirà gli investimenti privati delle aziende agricole nei contratti dei distretti del cibo che hanno partecipato all’Avviso n. 10898 del 20.02.2020, finanziati con la scorsa legge di bilancio, e che in questi giorni si stanno sottoscrivendo al MASAF avviando la prima azione sistemica di sviluppo sostenibile e coesione territoriale nel nostro Paese – ha aggiunto il presidente della Consulta, Angelo Barone. I progetti sono finalizzati a rendere più competitive le nostre imprese, rafforzare le filiere produttive, promuovere la produzione agroalimentare di qualità IGP e DOP e il turismo relazionale integrato, fare economia circolare, salvaguardare il territorio e la biodiversità, rendere vivo il paesaggio rurale e sono coerenti con il PSN-PAC e il PNRR nella transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili”.

Meno luce, più sogni, è partita la nuova campagna di Pan Di Stelle

È partito domenica scorsa 12 febbraio il nuovo progetto Pan di Stelle “Meno luce, più sogni”, nato dalla collaborazione tra il marketing e digital team Pan di Stelle e il team strategico e creativo del Gruppo Armando Testa. Amato in Italia da 10 milioni di famiglie, Pan di Stelle ha da sempre una missione: nutrire ogni giorno la capacità di sognare, incoraggiando tutti, e in particolare i bambini, a credere e a seguire i propri sogni.

“Meno luce, più Sogni nasce per unire il racconto del sogno ad un tema concreto, estremamente attuale, come l’attenzione all’ambiente e al risparmio energetico, per diffondere la cultura di scelte etiche e rilevanti in termini di sostenibilità” spiega Chiara Pisano, Marketing Director Pan di Stelle.

In un momento in cui sempre più spesso si sente parlare di risparmio energetico, il progetto nasce da un’intuizione: “Abbassare o spegnere la luce anche solo per 10 minuti ogni sera – commenta il team Armando Testa – agisce non solo in un’ottica di risparmio energetico che fa bene a noi e al pianeta, ma soprattutto è un piccolo gesto che accende l’energia più potente che abbiamo: quella dei sogni e della fantasia. Per scoprire che abbassando la luce i sensi si amplificano, che è più facile sentirsi vicini, che l’ascolto di una fiaba diventa ancora più magico, che aumentano la capacità di immaginare, la memoria e la concentrazione. E naturalmente che si torna a riscoprire la meraviglia del cielo stellato”.

Undici bambini – undici come le stelle del biscotto Pan di Stelle – lanceranno il progetto “Meno luce, più Sogni” con un film di 30” girato con la regia di Matteo Sironi e la produzione di BRW e pianificato su digital e social. Così abituati a tenere acceso tutto, le luci di casa ma anche i device luminosi che abbiamo sempre con noi, non solo ci stiamo perdendo il cielo, ma stiamo perdendo la potenza immaginativa e la forza dei sogni che la penombra regala. E le parole dei bambini, che si passeranno la stella Pan di Stelle come in un’ideale staffetta, serviranno a ricordarcelo.

Parallelamente al film, una serie di post digital e social e una landing page dedicata approfondiranno i temi e i benefici, in particolare emotivi e relazionali, di un uso minore e più consapevole dell’illuminazione domestica. Un piano editoriale destinato a evolvere nel corso dei prossimi mesi con molteplici contenuti, come il lancio del Pigiama Party Pan di Stelle, anch’esso in modalità “Meno Luce Più Sogni”. Simbolo grafico del progetto la grande stella-luna che caratterizza l’ultima campagna Pan di Stelle “Sogna, è buonissimo” e che qui si trasforma in un simbolico interruttore dimmer, che ruotando abbassa l’intensità luminosa.

I social influenzano sempre di più le scelte d’acquisto del cibo

Dopo il periodo della pandemia, i contenuti alimentari sui social media hanno rafforzato la loro influenza sulla popolazione orientando le scelte d’acquisto, in modo particolare della generazione Z. Le ricerche sul fenomeno hanno evidenziato come l’82% degli zoomers abbia infatti interagito con i post dedicati al food anche dopo il 2020, mentre il 70% si è lasciato ispirare per provare un nuovo snack; il 47% ha seguito i trend promossi sui social e il 45% si è incuriosito al cibo sensoriale.
 
Solo in Italia, nel 2020 si sono registrati oltre 1,59 milioni di post a tema food (+ 57.4 % rispetto al 2019): un fenomeno certamente indotto dalla permanenza forzata in casa, ma che vede tutt’oggi un importante cambiamento nel comportamento alimentare della popolazione, dato che il 54% degli italiani segue i food influencer per ricevere consigli culinari. Un trend in crescita, quello dei social, anche Europa: un sondaggio del 2022 in ha evidenziato che il 56% delle persone intervistate, dai 13 ai 39 anni ha voluto seguire le tendenze in voga sui social media per preparare i pasti; il 47% ha continuato a postare foto sul cibo e un terzo delle persone si è rivolto ai social per scoprire nuove ricette.

Tra le categorie di contenuto più popolari il cibo sensoriale, l’organizzazione della dispensa e il mukbang, trend coreano con rappresentazioni divertenti. Ma anche consigli nutrizionali, ricette “casalinghe” da poter riprodurre facilmente a casa; consigli per evitare gli sprechi e riutilizzare in modo creativo gli scarti degli alimenti; proposte per cimentarsi in cucina con la famiglia; ricette fantasiose per le intolleranze, allergie o orientamenti alimentari particolari.

Il canale maggiormente utilizzato per la condivisione dei contenuti è Instagram (75,64% del totale), seguito da Facebook e Twitter. Incisivo anche il ruolo di  Youtube per l’esperienza di acquisto: il canale sta infatti rivoluzionando il modo in cui gli acquirenti scoprono i nuovi prodotti disponibili sul mercato. Il 75% concorda sul fatto che l’esperienza personalizzata di Youtube migliori il classico percorso di acquisto offrendo spunti inaspettati: durante il video le persone stanno già pensando alla possibilità di scoprire nuovi prodotti.

Non solo social ma anche pubblicità, media e l’offerta di film on demand risultano preponderanti nell’orientamento delle tendenze alimentati in Italia. Anche il Belpaese infatti aderisce all’immaginario correlato al cibo made in USA: dal 2020 impazza sul web l’american food, spesso connesso alle mode del momento e alla cultura popolare. Assaggiare quello che gli italiano vedono nei film è una vera e propria esperienza per i clienti, così come per collezionare le confezioni colorate degli snack made in USA.

Un esempio è rappresentato da Affamati USA che, nata nel novembre 2019 ha registrato immediatamente un’impennata delle vendite e ha segnato una crescita del 116% nel 2021 e del 5,7% nel 2022. Segue a ruota il tema del food ecommerce, trend in rapida crescita in Italia così come in tutta Europa:  si stima che nel 2022 il settore food nel mondo del commercio online abbia registrato una crescita del 17% e ad oggi il 44% dei grandi brand del comparto food siano presenti online. 

“Grazie alla vasta scelta di prodotti, la consegna a domicilio sembra essere il trend del futuro e il food rientra in un panorama competitivo che richiede le giuste piattaforme di commercio e strategie di marketing accuratamente progettate – dichiara Valentino Bergamo, CEO di Calicantus – l’eCommerce rappresenta oggi un vero e proprio ecosistema e si configura sempre più come volano indispensabile per lo sviluppo dell’economia italiana”.

Siamo quindi di fronte a un momento storico decisivo per la trasformazione dei modelli di business delle aziende, che devono rispondere con prontezza alle esigenze dei consumatori italiani, sempre più digitali, che chiedono un’esperienza di acquisto sempre più su misura. 

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