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E-commerce cresce più dei negozi fisici con Black Friday da record

Nell’analisi “Lo scenario dell’eCommerce nel Largo Consumo” NielsenIQ evidenzia mensilmente l’andamento a consuntivo dei consumi e delle abitudini di acquisto delle famiglie italiane in relazione agli acquisti online. I dati raccolti da NielsenIQ rilevano che a novembre 2022 il fatturato progressivo – ovvero da gennaio ad oggi – dell’eCommerce è pari a 1,8 miliardi di €, di cui 181 milioni registrati nel solo mese di novembre. L’andamento in valore del canale online è positivo del +10,3% nel progressivo, diversamente raggiunge il 16,2%, se si considera la crescita del solo mese di novembre (vs 2021). I dati rivelano, inoltre, che in Italia l’online si sviluppa più del canale offline sia nel progressivo sia nel singolo mese di novembre.

La quota dell’eCommerce sul Totale Italia Omnichannel del largo consumo è pari al 2,3% nel progressivo, con valori in leggero rialzo (2,6%) se si considera il solo mese di novembre. Per quanto riguarda i volumi, nel progressivo risultano leggermente negativi a totale Omnichannel (-0,2), mentre nel canale online crescono del 5,3%. L’eCommerce inoltre cresce in valore in tutte le Aree NielsenIQ ed addirittura in tutte le 20 regioni d’Italia. Le Aree del centro-sud sono quelle che crescono a ritmi più veloci, con un’Area 4 (Abruzzo, Molise Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) che cresce 2.5 volte più velocemente rispetto all’Area 1 (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) a novembre.

Nel canale online continua la polarizzazione già in atto da tempo che favorisce l’incidenza delle vendite dei prodotti primo prezzo (9,5%) e Superpremium (35,3%), con +0,4 punti percentuali rispetto all’anno scorso registrati in entrambe le fasce prezzo – dati aggiornati al progressivo di settembre.

Cosa comprano online gli italiani
Nel mese di novembre, la crescita dell’eCommerce è guidata principalmente dal comparto Pet (Animali) e dal Cura Persona, settori digitalmente molto più evoluti rispetto ad altri, che continuano a registrare tassi di crescita tra il 20% ed il 30% nel progressivo e tra il 20% ed il 50% nel solo novembre. Tra i comparti che invece frenano leggermente la crescita dell’online le Bevande (in maggioranza alcoliche), in virtù del ritorno al consumo fuori casa da parte degli Italiani, così come anche l’Ortofrutta e l’Ittico.

I risultati del Black Friday 2022
Stando all’analisi di NielsenIQ, durante la settimana del Black Friday di quest’anno, l’eCommerce del Largo Consumo ha registrato il record di vendite più alte per una singola settimana: 55,5 milioni di € generati dal canale online, superando il precedente record di 50,5 milioni di € che apparteneva all’edizione del 2020.

Sempre durante la settimana del Black Friday 2022, l’eCommerce ha raggiunto una quota sul totale Omnichannel del 3,2%. Cura Persona e Pet Care – con una quota eCommerce rispettivamente del 9,7% e del 7,8% sul loro perimetro Omnichannel ed in crescita entrambi di oltre 2 punti percentuali rispetto all’anno scorso – si confermano come categorie trainanti gli acquisti online anche durante la settimana di promozioni. Rimane in sofferenza invece il mondo delle bevande, spinto soprattutto da quelle alcoliche, che si ferma ad una quota del 2,5%, in calo rispetto al 3,1% registrato nel 2021.

Aldi, oggi quattro nuove aperture nel Nord Italia

ALDI, parte del Gruppo ALDI SÜD, realtà multinazionale di riferimento della Grande Distribuzione Organizzata, consolida la presenza al Nord Italia con l’inaugurazione di quattro nuovi punti vendita a Modena, Belluno, Torri di Quartesolo (VI) e Vigevano (PV), pronti ad accogliere i clienti a partire da oggi 22 dicembre 2022. Con 110 punti vendita totali nelle tre regioni, ALDI continua il proprio piano di sviluppo in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia grazie ad un’offerta conveniente e di qualità.

I nuovi negozi offrono un assortimento compatto e completo e sono organizzati in modo efficace e intuitivo per offrire un’esperienza di acquisto sempre più “smart” pensata per rispondere alle esigenze dei consumatori e permettere ai clienti di fare la spesa rapidamente, con semplicità e al giusto prezzo.

Il nuovo punto vendita di Modena verrà inaugurato in Via Canaletto Sud 6 e sarà aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:00 alle 20:30 e la domenica dalle ore 8:30 alle 20:30. Il negozio offre ai propri clienti 60 parcheggi gratuiti.

Il punto vendita di Belluno, invece, sorgerà in Via Valerio da Pos e sarà aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle 20:30 e la domenica dalle ore 9:00 alle 20:00. A disposizione dei clienti 86 parcheggi gratuiti e 1 colonnina per la ricarica elettrica.

Il punto vendita di Torri di Quartesolo, invece, verrà inaugurato in via Pola 17 e sarà aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle 20:30 e la domenica dalle ore 9:00 alle 20:00. Il Parco Commerciale all’interno del quale si trova il negozio offre ai propri clienti un’ampia disponibilità di parcheggio con 300 posti auto. A disposizione dei clienti anche quattro colonnine per la ricarica elettrica.

Il punto vendita di Vigevano, invece, sorgerà in Viale Industria 200 e sarà aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:00 alle 20:30 e la domenica dalle ore 9:00 alle 20:00. Il negozio offre ai propri clienti 74 parcheggi gratuiti.

Alleato delle famiglie italiane, il “PREZZO ALDI” rappresenta una garanzia di qualità Made in Italy all’insegna della convenienza, espressa attraverso una selezione virtuosa di prodotti composta da circa 130 referenze di frutta e verdura e 30 marche. Il tutto, con una forte connotazione tricolore: circa l’80% dei prodotti alimentari in vendita, infatti, nasce dalla collaborazione con realtà agricole italiane di eccellenza. Una promessa di convenienza premiata per il quinto anno consecutivo dall’indagine di Altroconsumo che riconferma ALDI Discount Salvaprezzo in Italia – Prodotti più economici.

In occasione delle nuove aperture in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, ALDI proporrà ai suoi clienti anche speciali offerte in sottocosto in aggiunta alle promozioni settimanali, per invitare i cittadini di Modena, Belluno, Vigevano e Torri di Quartesolo a scoprire la qualità, la freschezza e la convenienza dei propri prodotti.

L’inaugurazione dei nuovi punti vendita consolida il piano di espansione nel Nord Italia, dove ora salgono a 110 i punti vendita ALDI aperti tra Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, sul totale nazionale di 152 aperture e 2.991 persone impiegate. I nuovi negozi forniranno 50 nuove opportunità lavorative, portando a quota 2.318 il numero di collaboratori nelle tre regioni, in linea con l’obiettivo aziendale di offrire un nuovo impulso all’economia e all’occupazione locale. Grazie a queste aperture, ALDI raggiunge e supera il traguardo dei 150 punti vendita sul territorio fin dal suo ingresso nel mercato italiano nel 2018.

Largo consumo in Italia, a novembre inflazione al 15,2%

Ne “Lo stato del Largo Consumo in Italia” NielsenIQ evidenzia mensilmente lo scenario dei consumi e analizza le abitudini di acquisto delle famiglie italiane nella Grande Distribuzione Organizzata. Stando alla ricerca realizzata da NielsenIQ, il mese di novembre 2022 registra un fatturato della distribuzione totale in Italia pari a 6,9 miliardi € con un andamento positivo del +12,2 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

In questo contesto, a novembre 2022 l’inflazione teorica nel Largo Consumo Confezionato (LCC), ovvero il settore di mercato che comprende tutti i beni di consumo primario e i prodotti confezionati dall’industria, si attesta al +15,2%, in risalita rispetto al valore annuale. Dall’altra parte, il mix del carrello della spesa degli italiani ha subito una riduzione pari all’1%, con una variazione reale dei prezzi del 14,2%. Dato ulteriormente in risalita di quasi 2 p.p. rispetto ad ottobre, che già segnalava un +12,5%.

Per il mese di novembre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’indagine mensile di NielsenIQ, evidenzia l’aumento del fatturato di Discount (+15,3%), seguito da Specialisti Casa&Persona (+15%), Superstore (+12,8%), Supermercati (+11,7%), Liberi Servizi (+10%), e Iper>4500mq (+7,3%).

La percentuale delle vendite in promozione (totale Italia) si è attestata su un livello più basso rispetto allo stesso periodo del 2021 (21,6%, -2,8 pp). Infine, il consumo di prodotti a marchio del distributore a novembre 2022 raggiunge la quota del 21,4%, in leggera crescita rispetto al mese scorso pari al 21,3% del LCC nel perimetro Iper, Super e Liberi Servizi (ovvero i supermercati di metratura minore), attestandosi al 30,1% sul totale Italia inclusi i Discount.

Cosa mettono gli italiani nel carrello della spesa
Le aree merceologiche che nel mese di novembre hanno registrato una significativa crescita riguardano soprattutto i prodotti dedicati agli Animali Domestici (+17,7%) e il Cibo Confezionato (+14,6%).

Si conferma il trend positivo per il Fresco nella maggior parte dei canali distributivi, con il Libero Servizio (9,0%) e i Discount (+15,4%) che registrano rispettivamente le tendenze peggiori e migliori. Le categorie più dinamiche sono state Pane & Pasticceria & Pasta (+22,8%) e Formaggi (+19,5%). Il comparto Pescheria invece registra un calo del -1%, ma ci si aspetta una ripresa in vista delle festività. Dall’indagine sugli acquisti natalizi , infatti, è emersa una significativa propensione degli italiani ad acquistare, tra i prodotti premium, soprattutto pesce fresco e frutti di mare (31%).

A livello di prodotto guidano la classifica delle TOP10 di NielsenIQ le categorie dell’Olio di Girasole, Maionese e lo Zucchero, che risultano essere quelle che crescono di più in termini di fatturato, grazie principalmente all’inflazione.

Distretti agroalimentari italiani, export per oltre 12 miliardi di euro

È stato pubblicato il Monitor dei distretti agro-alimentari italiani al primo semestre 2022, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo. Dopo gli ottimi risultati del 2021, le esportazioni dei distretti agro-alimentari continuano a crescere anche nel primo semestre del 2022: i rincari energetici e le tensioni geopolitiche non sembrano avere effetti sulle vendite oltre confine dei prodotti agro-alimentari italiani, sempre più apprezzati all’estero come sinonimo di qualità e sicurezza. Nel complesso, i 51 distretti monitorati hanno totalizzato quasi 12,5 miliardi di export nel primo semestre del 2022, il 15% in più del 2021 e il 32,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. L’evoluzione riflette quella dell’export agro-alimentare italiano nel suo complesso che, dopo il record del 2021 (oltre 50 miliardi di euro di esportazioni), segna nel primo semestre del 2022 una crescita del 18,9%.

Il risultato risente in parte della dinamica inflattiva: l’indice dei prezzi praticati sul mercato estero dall’industria alimentare italiana è cresciuto infatti nel primo semestre del 2022 del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, con punte del 22% per oli e grassi, mentre per le bevande l’incremento è stato più contenuto (+3,9%; +4,1% per i vini). Sulla seconda parte dell’anno pesano le incognite relative all’evoluzione dei costi energetici e dei consumi, e agli effetti dei cambiamenti climatici come siccità ed eventi estremi che stanno interessando molti settori produttivi dell’agricoltura e della trasformazione alimentare.

Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo ha commentato: “Si conferma il successo all’estero dei prodotti agroalimentari italiani, anche in un contesto delicato come quello attuale. In questi mesi stiamo concentrando il lavoro dei professionisti della Direzione Agribusiness nel dialogo attento e continuo con le aziende del comparto agroalimentare proprio per supportarle nel far fronte alla carenza delle materie prime e alle dinamiche inflattive. In parallelo stiamo potenziando anche gli interventi per rendere concrete le transizioni green e digitale cogliendo le opportunità dei bandi del PNRR, così come l’accesso ai mercati esteri grazie ai nostri prodotti finanziari dedicati”.

I distretti della pasta e dolci sono quelli che hanno contribuito maggiormente alla crescita nel primo semestre del 2022, superando 1,9 miliardi di export in valore, (+23,4%), una filiera tra le più energivore che sta risentendo anche degli incrementi di prezzo di molte materie prime agricole (frumento in primis), trasferendo in parte i maggiori costi sostenuti sui listini. Tra i distretti della filiera, si distingue in particolare il comparto pasta dell’Alimentare di Parma, con 119 milioni di euro in più rispetto al primo semestre del 2021 (+27%) con crescite a doppia cifra anche per i Dolci di Alba e Cuneo (+12,7%), i Dolci e pasta veronesi (+16,3%), la Pasta di Fara (+36,5%) e i comparti pasta dell’Alimentare napoletano (+47,4%), dell’Alimentare di Avellino (+23,4%) e dell’Olio e pasta del barese (+40,6%).

Per contributo alla crescita si distinguono i distretti vitivinicoli, che superano i 3,2 miliardi di euro di export in valori correnti, 361 milioni in più rispetto al primo semestre del 2021(+12,6%). Il distretto più importante in termini di valori esportati, con oltre un miliardo nei primi sei mesi del 2022, è quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, che ha registrato un progresso del 5,7% rispetto allo stesso semestre del 2021. Registrano un’ottima evoluzione anche i Vini del veronese (+11,6%) e i Vini dei colli fiorentini e senesi (+15,8%), ma la migliore performance viene dal Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+32,6%).

La filiera dei distretti agricoli cresce complessivamente del 4,3% nel primo semestre del 2022, con il maggior contributo dal distretto dell’Ortofrutta del Barese, che passa dai 126 milioni del primo semestre del 2021 a 262 milioni dello stesso periodo del 2022. Oltre all’Ortofrutta romagnola soffrono anche le Mele del Trentino, la Nocciola e frutta piemontese e il comparto agricolo dell’Ortofrutta e conserve del foggiano.

Crescite diffuse per i distretti delle conserve: le Conserve di Nocera hanno registrato un +18,9%; per le Marmellate e succhi di frutta del Trentino-Alto Adige +30,1% e per i comparti conserve dell’Alimentare napoletano +32,1% con l’Alimentare di Parma +25,8%. Unica eccezione il comparto conserve dell’Ortofrutta e conserve del foggiano che continua a perdere terreno sui mercati esteri (-6,4% nel primo semestre del 2022). Per i distretti delle carni e salumi, alla forte crescita dei Salumi del modenese (+22,8%) si contrappone il calo delle Carni di Verona (-12,1%) con boom di vendite sui mercati esteri per i Salumi di Reggio Emilia (+49,9%).

Anche tra i distretti del lattiero-caseario si registrano performance altalenanti. Il primo distretto per valori esportati, il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale, dopo l’ottimo risultato del 2021 (+15,4%), chiude il primo semestre del 2022 con una crescita del 22,9%. Dinamica simile anche per la Mozzarella di Bufala Campana (+27,1%) e per il Lattiero-caseario Parmense (+16,1%) mentre si registra una contrazione per il Lattiero- caseario di Reggio Emilia (-3%) e per il Lattiero-caseario sardo (-5,5%).

Forte accelerazione per la filiera dell’olio (+33,9%), che si accompagna però a un elevato incremento dei prezzi sui mercati esteri per la produzione di oli e grassi (+22%). Il distretto dell’Olio toscano chiude il primo semestre del 2022 con un +32,3%. Molto positivi i risultati anche dell’Olio umbro (+35,9%) e del comparto olio dell’Olio e pasta del barese (+43,4%).

I due distretti del riso si muovono all’unisono: il Riso di Vercelli registra una crescita del 23,5% con stessa dinamica anche il Riso di Pavia (+39,7%).
Nella filiera del caffè, tutti i distretti proseguono il trend positivo del 2021: il distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+22,2%), il Caffè di Trieste (+28,3%) e il Caffè e confetterie del napoletano (+17,2%).

Recupera i livelli pre-pandemia anche il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+19,1%; +8,4% rispetto al primo semestre del 2019).

Sono in crescita le esportazioni dei distretti agro-alimentari verso tutti i principali mercati di destinazione. Crescono i flussi verso la Germania, primo mercato di sbocco (+7,4% nel primo semestre del 2022), in incremento i flussi verso gli Stati Uniti (+14,7%), buoni risultati anche verso la Francia (+16,7%), riprendono a crescere anche le vendite sul mercato britannico (+15,8%), Continuano a incrementarsi le vendite verso le economie emergenti, che nel complesso raggiungono la soglia del 20% sul totale delle esportazioni distrettuali agro-alimentari.

C’è bisogno di più riso per soddisfare il mercato europeo

I consumi di riso in Italia e nell’Unione Europea sono in aumento: dal 2012 al 2022 sono cresciuti del 34% secondo i dati Ente Risi e continuano a venire soddisfatti con prodotto nazionale, coltivato nelle nostre provincie risicole, salvo un consumo crescente degli ultimi anni di riso Basmati. Nello stesso periodo, secondo dati DG AGRI, il consumo UE è aumentato circa del 20%: le industrie italiane hanno mantenuto i volumi verso l’Europa, ma non hanno potuto avvantaggiarsi dell’aumento dei consumi comunitari.

Oggi l’industria nazionale colloca il 38% della sua produzione nel nostro Paese, il 47% in Europa e il 15% nel resto del mondo. Per soddisfare il mercato unico europeo le industrie italiane hanno bisogno che se ne coltivi di più per evitare di perdere egemonia cedendo quote di mercato a vantaggio del riso d’importazione che arriva nei porti del nord Europa. Senza contare che quest’anno la a produzione interna è diminuita a causa della siccità, che ha reso improduttivi 26 mila ettari concentrati in Lomellina e nel Basso novarese, e di una minor semina (9 mila ettari in meno).

In questo scenario il timore emerso durante il convegno che si è tenuto presso il Centro Ricerche Riso dell’Ente Nazionale Risi, alla presenza in sala di oltre 250 risicoltori, è quello che molti agricoltori, intimoriti dalle prospettive future, possano abbandona il riso per passare ad altre coltivazioni ritenute più interessanti e remunerative, come mais, soia o girasoli.

Per rispondere alla crescente domanda di riso, l’appello lanciato dall’Airi, l’associazione delle industrie risiere e dal suo presidente Mario Francese ai numerosi risicoltori presenti in sala, è quello di passare a 250.000 ettari, raggiunti solo nel 2011, di aree coltivate. “Se i dati parlano di uno spazio di mercato per il riso italiano in progressiva crescita – ha commentato il Presidente AIRI Mario Francesequesto spazio va conquistato garantendo un’adeguata produzione di materia prima e prezzi al consumo che evitino rischi di contrazione. La tendenza positiva dei consumi rischia però di frenare, come in parte sta avvenendo quest’anno, a causa di prezzi al consumo elevati. Dobbiamo stare attenti – ha continuato Francese – a non disabituare il consumatore al riso nazionale e a non metterlo nelle condizioni di scegliere prodotti alternativi”.

La crescita dell’inflazione ha interessato soprattutto i prodotti energetici e alimentari: il riso, secondo i dati ISTAT, ha subito una variazione di prezzo al consumo di +35,3% da novembre 2021 a novembre 2022, distinguendosi tra tutti i prodotti alimentari come quello che ha subito il maggior aumento di costo sul punto vendita. La ricerca, sia pubblica (ENR) che privata (BASF) hanno confermato l’interesse ad investire nel settore, per rispondere alla forte richiesta soprattutto europea di sostenibilità

Dalla platea un segnale di disponibilità a fare gli sforzi richiesti dall’industria, ma per farlo è necessario un maggior coordinamento degli enti preposti alla gestione della risorsa idrica e sono necessari investimenti nel medio periodo in infrastrutture per salvaguardare questo bene che sarà sempre più prezioso nel prossimo futuro. La risicoltura può fare la sua parte con un maggior ricorso alla sommersione delle risaie anche nel periodo invernale in modo da contribuire al caricamento delle falde freatiche, evitando di perdere acqua che altrimenti se ne andrebbe velocemente al mare.

Cantine Riunite & Civ, il bilancio conferma la solidità della cooperativa

L’assemblea generale dei Soci di Cantine Riunite & Civ, svoltasi presso la Cantina Albinea Canali, prestigiosa realtà del Gruppo, ha approvato il bilancio di esercizio chiuso al 31 luglio del 2022. I risultati presentati dal Presidente Corrado Casoli, dal Vicepresidente Claudio Biondi e dal Direttore Generale Gabriele Lechthaler confermano la solidità della cooperativa, che ha conseguito un fatturato pari a 260 milioni di euro, in crescita del 10%, e un utile d’esercizio pari a 7,3 milioni di euro destinato a riserva, che porta il patrimonio netto della cooperativa oltre i 196 milioni di euro. Grazie a questi ottimi risultati, ai soci della cooperativa, che nella vendemmia 2021 hanno conferito quasi 800 mila quintali di uva, è stato corrisposto un prezzo medio di riparto pari a 51,11 euro al quintale.

La cooperativa, il cui capitale sociale è suddiviso tra circa 1.500 soci produttori e conferitori di uve e diverse cantine associate in Emilia-Romagna e Veneto, in questo esercizio ha sostenuto oltre 14 milioni di euro di investimenti in ammodernamento e innovazione nelle proprie cantine, con particolare attenzione all’efficientamento energetico e idrico, sia sul territorio emiliano che presso Cantine Maschio. Tale ammontare, doppio rispetto agli anni passati, testimonia lo sforzo rilevante che Cantine Riunite & Civ ha compiuto per rafforzare la leadership nei vini frizzanti emiliani, quali Lambrusco e Pignoletto, e nel Prosecco, oltre all’impegno per la sostenibilità ambientale, che il Gruppo persegue da anni.

Sul fronte dell’export, la crescita a valore è stata di circa l’11% e ha confermato la vocazione internazionale di Cantine Riunite & Civ nonché la leadership in alcuni mercati internazionali, come Centro America (+13,2%), Regno Unito (+35,7%) e Europa, con particolare riferimento ai Paesi dell’Est. Sul mercato domestico le performance sono state positive, con una crescita del canale fuori casa più sostenuta rispetto a quanto registrato in Grande Distribuzione. In Italia si è continuato ad investire in comunicazione tv, radio e web con lo spot “Maschio. Stappa un sorriso”, durante le serate del festival della canzone italiana, in occasione del Tim Music Awards, oltre agli investimenti sui canali social. Sul mercato nazionale, la comunicazione del brand Riunite 1950 è stata oggetto di un percorso di rinnovamento, a cui si sono affiancate iniziative di comunicazione.

Sempre sul fronte commerciale, dall’inizio del 2023 Cantine Riunite & Civ assumerà il controllo dell’attività di distribuzione e marketing in Italia e all’estero dei prodotti Cavicchioli, fino ad ora affidata a Gruppo Italiano Vini. Cavicchioli rappresenta una realtà fortemente radicata nel territorio modenese ed emiliano fin dal 1928 e ha contribuito a far conoscere e valorizzare il Lambrusco ed i frizzanti emiliani in Italia e nel mondo, puntando sulla qualità e tipicità dei suoi prodotti.

Il Gruppo che fa capo a Cantine Riunite & Civ, anche grazie al contributo di Gruppo Italiano Vini S.p.A., azienda leader nella produzione di vini italiani di qualità, e delle società estere di distribuzione, tra le quali la francese Carniato e la statunitense Frederick Wildman & Sons, si colloca tra le più importanti aziende vitivinicole del mondo con un fatturato consolidato di oltre 650 milioni di euro.

Gruppo La Linea Verde, fatturato 2022 chiuso con 340 milioni

Sta per chiudersi un anno di grande soddisfazione per la crescita del Gruppo La Linea Verde. Coi suoi 340 milioni di fatturato l’azienda bresciana, operativa nel mercato delle insalate pronte e dei piatti pronti freschi, prevede un +6% rispetto al 2021, anno che già era stato di segno positivo dopo la drammatica parentesi dei lockdown.

“Dicembre è tempo di bilanci e previsioni e per noi è un ottimo momento per fare il punto della situazione, verificare i risultati raggiunti e, naturalmente, porci nuovi obiettivi” spiega Andrea Battagliola, Presidente de La Linea Verde. “Raccogliamo oggi quello che abbiamo seminato: qualità e innovazione soprattutto ci hanno consentito di rimanere un punto di riferimento per i consumatori e per il mercato”.

Risultati tanto più positivi se visti in relazione al difficile contesto che stiamo vivendo e alla crisi energetica, con conseguente aumento di tutte le voci di costo, che trasversalmente tocca tutti i settori produttivi. “Anche noi siamo colpiti duramente da quanto sta accadendo, abbiamo scelto però di continuare a investire in innovazione, qualità e sostenibilità, come definito dal nostro piano strutturato di CSR. Siamo certi sia la strada da percorrere”.

In cima al podio dei prodotti che hanno trainato la crescita de La Linea Verde ci sono le Zuppe Fresche, sia in modalità Private Label che a marchio DimmidiSì: a questa categoria, cui l’azienda non smette di dedicare investimenti in Ricerca e Sviluppo, si deve quasi la metà della sua crescita nei primi dieci mesi dell’anno. Seguono i Piatti Unici DimmidiSì, le famose insalatone fresche e già pronte per il consumo. In terza posizione le insalate in busta: qui la Linea Verde fa la parte del leone soprattutto in veste di partner della grande distribuzione operando come co-packer per le più importanti insegne sul territorio.

“Essere leader nel nostro settore è al contempo motivo di orgoglio e di responsabilità perché esprime la storica vocazione della La Linea Verde a innovare adattando l’offerta alle esigenze dei clienti” dichiara Domenico Battagliola, AD de La Linea Verde. “Sottolineo con fierezza il dato che più della metà della crescita totale de La Linea Verde si deve al nostro brand DimmidiSì: questo significa aver scelto il posizionamento corretto, essere stati in grado in pochi anni di costruire un patrimonio di fiducia inestimabile sia da parte dei buyer che dei consumatori che accolgono le nostre novità con entusiasmo e curiosità”.

Il tema dell’innovazione è cruciale da sempre per l’azienda e anche per il 2023 sarà la parola chiave: nel nuovo anno non mancheranno infatti novità, compreso il debutto in una nuova categoria con un progetto cui si sta lavorando da tempo.

“In qualità di Big Player, l’azienda sente la responsabilità di essere il motore di un mercato che sa, oggi più che in passato, dimostrarsi ricettivo di tanti stimoli nuovi. Osserviamo infatti le nuove iniziative di nicchia come quelle dedicate al vertical farming nate recentemente ma che destano in noi più curiosità che interesse e che non fanno parte dei nostri piani di crescita. Noi rimaniamo focalizzati sul fare sempre meglio quello in cui il mercato ci riconosce valore ed eccellenza”.

Coop Alleanza 3.0, piano strategico con finanziamenti da 560 mln

Coop Alleanza 3.0, la più grande cooperativa di consumatori d’Italia, annuncia di aver concluso un accordo con i principali istituti di credito italiani per complessivi 560 milioni di finanziamento articolati in diverse linee e con scadenze a lungo termine.

Il rifinanziamento comprende, infatti, un contratto bilaterale di margin loan con UniCredit SpA con scadenza al 2027, per un controvalore massimo complessivo di 200 milioni di euro, e un mutuo ipotecario, con scadenza al 2028, per un controvalore complessivo di 360 milioni di euro con un pool di finanziatori costituito da Intesa Sanpaolo SpA, UniCredit SpA, BPER Banca SpA e Banco BPM SpA. Intesa Sanpaolo (Divisione IMI CIB) e UniCredit hanno agito in qualità di global coordinator, Intesa Sanpaolo come banca agente.

Le risorse ottenute tramite il finanziamento contribuiranno a sostenere gli obiettivi di lungo periodo previsti nel nuovo Piano strategico di Coop Alleanza 3.0 che, dopo la fase di risanamento iniziata nel 2018, prevede significativi investimenti nella rete dei negozi e nell’offerta ai clienti. Tutte le attività saranno orientate al miglioramento della gestione caratteristica della cooperativa e al supporto ai soci e ai territori colpiti dalla difficile situazione economica e sociale.

Milva Carletti, Direttrice Generale di Coop Alleanza 3.0 ha commentato: «In un contesto generale reso estremamente difficile dalle tensioni sui costi dell’energia, da tassi di inflazione mai visti negli ultimi 40 anni e da aumenti esorbitanti delle materie prime, questo accordo di finanziamento testimonia quanto i principali istituti di credito italiani credano nella solidità patrimoniale della cooperativa e nel suo piano strategico. Si tratta di un segnale importante e, forte di questo, Coop Alleanza 3.0 proseguirà al rilancio delle proprie attività e alla rifocalizzazione verso il core business, mettendo sempre i bisogni dei soci al primo posto. Siamo consapevoli che si tratta di un percorso di lungo periodo, e non privo di difficoltà dato il contesto appena descritto, ma siamo fiduciosi di raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo posti, per il bene della cooperativa e dei suoi soci».

Il Tigre di Avezzano si rinnova all’insegna della sostenibilità

Il punto vendita Tigre di Magazzini Gabrielli, in via Falcone, ad Avezzano, si rinnova. All’interno del negozio, che si estende su una superficie totale di 1500 mq, sono operativi nuovi servizi e sistemi in linea con il programma di sostenibilità di Magazzini Gabrielli.

“Il Tigre di Avezzano – ha detto l’Amministratore Delegato di Magazzini Gabrielli Luca Silvestrelliè un punto vendita storico per la zona e siamo convinti del fatto che il rinnovo, sia sotto il profilo dei servizi che dal punto di vista dell’adeguamento al Progetto Green, rafforzerà il ruolo che il Tigre ha nel territorio”.

L’ introduzione dei nuovi metodi per fare la spesa on Line, Click&Drive , Click&Collect e Click&Homeben si adatta alle nuove necessità delle famiglie moderne: il rinnovo del punto vendita è stato effettuato guardando alla sostenibilità, selezionando materiali, soluzioni ed allestimenti a basso impatto ambientale e facendo scelte energetiche e tecnologiche volte, oltre che a ridurre l’impatto ambientale della struttura, anche a migliorare l’esperienza d’acquisto della clientela. Un esempio su tutti, il nuovo impianto di illuminazione di tipo a led di VI generazione, che rappresenta lo “stato dell’arte” dell’efficienza presente sul mercato.

Rinnovato nei reparti dedicati ai prodotti freschi, il Tigre di Avezzano, in relazione al Progetto Green di Magazzini Gabrielli, prevede anche una climatizzazione green, garantita dalla presenza di pompa di calore ad alta efficienza estiva ed invernale, impianto freddo alimentare a CO2 e impianti ad altissima efficienza senza dispersioni, garanzia assoluta della catena del freddo con miglioramento della qualità dei prodotti commercializzati.

Nel punto vendita, inoltre, sarà operativo il “Building Management System” (Bms) che permette la gestione intelligente ed ecologica di refrigerazione, illuminazione interna, impianti di climatizzazione, impianto fotovoltaico e mobilità elettrica, con notevoli benefici in termini di efficienza energetica e risparmio sui consumi di fonti fossili. Infine, in ottemperanza alle attuali normative anti-Covid, l’impianto di climatizzazione del Tigre di Avezzano sarà senza ricircolo ed utilizzerà aria esterna.

Conad, fatturato a 18,45 miliardi di euro, +8,5% su 2021

Venerdì scorso, 16 dicembre, sono stati presentati i dati di preconsuntivo 2022 di Conad, con l’insegna che si conferma leader nella Grande Distribuzione in Italia, registrando un fatturato complessivo di 18,45 miliardi di euro, in crescita del +8,5% sul 2021.

Le principali evidenze, illustrate dall’Amministratore Delegato Francesco Pugliese e dal Direttore Generale Francesco Avanzini, mostrano come l’insegna abbia consolidato la propria quota di mercato, superando quota 15%, con una crescita delle vendite a parità di rete del +4,4%. In questo scenario, hanno giocato un ruolo fondamentale la crescita dei concept – come Parafarmacia, Ottico, PetStore e distribuzione carburanti – con un +8,6%, il proseguimento della crescita delle grandi superfici Spazio Conad (+4,7%) e il ritorno in positivo dei canali di prossimità dopo il calo del 2021 (+5,5%).

“Questi ultimi anni ci hanno visto correre tanto per crescere e diventare i numeri uno della Grande Distribuzione in Italia. La sfida per il futuro è quella di continuare a migliorarci, passo dopo passo, per generare benefici sempre più consistenti sulle Comunità che serviamo ogni giorno e sulla filiera agroalimentare nazionale” ha commentato Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di Conad. “In quest’ultimo anno, abbiamo assorbito una parte importante degli aumenti dei listini delle aziende fornitrici, andando ad erodere così i nostri margini. Ora non abbiamo più spazio per farlo e per questo, insieme a tutto il mondo della distribuzione, chiediamo una azione di responsabilità all’intera filiera. Dobbiamo difendere il potere di acquisto dei consumatori, delle famiglie, che sono quelle che fanno lavorare tutti noi”.

“Ritengo sia importante che ci si accordi, lungo tutte le filiere, per una proroga dei contratti in corso, mantenendone le condizioni, per i primi tre mesi del 2023” ha proseguito Pugliese. “In questo periodo avremo modo, tutti insieme, di analizzare l’evoluzione dei costi, energia in primis, e delle disponibilità di materie prime. Ad aprile ci risiederemo insieme e vedremo cosa fare, avendo sotto gli occhi una situazione, mi auguro, più leggibile e stabile. Già oggi si vedono segnali che rendono non adeguatamente motivati ulteriori aumenti di listino per alcune categorie di prodotti: non dobbiamo correre il rischio di una frenata dei consumi ad inizio anno”.

In un contesto economico e sociale così delicato, Conad conferma il piano di investimenti nel triennio 2022-2024 di 2,08 miliardi di euro, di cui 701 milioni verranno utilizzati nel 2023, secondo i quattro pilastri strategici dell’insegna: canalizzazione, digitalizzazione, focus su prodotti a marchio Conad e sostenibilità, insita da sempre nel modo di fare business di Conad, e che si concretizza attraverso la strategia di sostenibilità concreta “Sosteniamo il Futuro”.

“Nel 2022 abbiamo raggiunto i livelli di crescita che ci aspettavamo su tutti i principali indicatori economici. Questo è stato possibile grazie al piano di investimenti triennale per il rinnovamento della rete di vendita e con lo sviluppo dell’insegna verso la digitalizzazione – grazie al debutto dell’e-commerce Hey Conad e i servizi aggiuntivi che orbitano attorno alla semplice spesa online -, oltre alla crescita e ampliamento della nostra offerta MDD” ha aggiunto Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad. “La sostenibilità, inoltre, rimane per noi uno dei pilastri fondamentali su cui basiamo il nostro modo di fare business con investimenti maggiori nel dettaglio sull’efficientamento della logistica, sul packaging sostenibile e a sostegno delle Comunità in cui operiamo”.

La digitalizzazione ha rivestito nel 2022 un ruolo cruciale negli investimenti con il debutto dell’ecosistema “Hey Conad”. L’ecosistema digitale pensato come una proposta integrata di prodotti e servizi (come tempo libero, salute e pagamenti) pensati per i clienti – oltre la spesa online – vedrà la sua completa implementazione di servizi al cliente nel 2023. Ulteriori sviluppi si sono registrati all’interno della rete nell’ambito dei concept store, con parafarmacie, negozi di ottica, distributori di carburanti, e pet store che quest’anno hanno registrato un incremento sulla rete nazionale con +38 punti vendita. L’obiettivo rimane quello di fornire risposte puntuali e diversificate alle molteplici esigenze dei clienti, tutte accomunate da qualità dell’offerta, convenienza nella spesa e forte focalizzazione su marca del distributore e prodotti freschi: dalle grandi superfici fino ai punti vendita di quartiere, con una rete attuale di 3.928 punti vendita.

Un altro importante contributo alla crescita nel 2022 è arrivato anche dai prodotti a marchio Conad (MDD), la cui offerta in questo contesto inflattivo sta evolvendo sempre di più verso la convenienza, mantenendo comunque come caposaldo l’innovazione di prodotto. La MDD Conad ha conquistato il 32,4% di quota sul totale del largo consumo confezionato a livello Italia (canale super) con un fatturato pari a 5,4 miliardi, in crescita del +12,6% a valore rispetto al 2021. Si tratta di un risultato raggiunto grazie alle linee strategiche di sviluppo dei prodotti a marchio Conad: convenienza data da un rapporto tra qualità e prezzo che non teme confronti sul mercato, attenzione alla salute e al benessere del cliente, impegno per la sostenibilità ambientale, valorizzazione del servizio e consolidamento dell’offerta premium.

A ciò si affianca il grande impegno di Conad in termini di sostenibilità, con il proseguimento della strategia “Sosteniamo il futuro”, espressione di tante iniziative concrete che caratterizzano l’insegna da sempre e che sono oggetto di continuo miglioramento sul fronte della tutela dell’ambiente e delle sue risorse, del supporto alle persone e alle Comunità e del territorio e delle imprese italiane. Nel mese di settembre, inoltre, l’impegno di Conad per il benessere delle Comunità in cui opera si è arricchito di un ulteriore tassello con la presentazione della Fondazione Conad ETS, ente non profit costituito per valorizzare l’impegno di Cooperative e Soci sul territorio. I primi progetti di sostegno nazionale hanno visto la luce negli ultimi mesi dell’anno con l’avvio della collaborazione con Unisona Live Cinema, per cui Fondazione Conad Ets consentirà agli studenti delle scuole medie e superiori di tutta Italia di accedere gratuitamente a un programma di formazione su temi di grande interesse per i giovani, e il supporto alla Onlus Viva Vittoria a sostegno dei centri che si battono contro la violenza di genere.

Nel 2022 Conad ha confermato inoltre la leadership anche sul fronte della brand awareness. L’insegna ad oggi continua ad essere Top of Mind del settore (21,1%), con una notorietà totale pari al 96,4%. Questi dati sono ulteriormente confermati dal numero di clienti che visitano settimanalmente i punti di vendita Conad, consolidando il risultato del 2021 pari a 11,6 milioni di famiglie.

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