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10 anni di Dedicato, il progetto di filiera Granoro

Nato nel 2012 come sfida al mercato e al territorio italiano, il progetto di filiera “Granoro Dedicato” festeggia il suo 10° Anniversario. Un percorso che ha premiato la volontà del pastificio pugliese, presente con i suoi prodotti in 180 Paesi al mondo, di avviare, primo del settore in Italia, un percorso di aggregazione che per primo ha coinvolto il settore primario (le aziende cerealicole pugliesi), portandolo a produrre grano duro di alta qualità per la produzione della propria pasta.

Un progetto basato sulla stretta collaborazione di più soggetti della filiera (agricoltori, prima trasformazione e seconda trasformazione) con lo scopo principale e condiviso, di realizzare una produzione alimentare sostenibile, di alta qualità, tracciata dal campo alla tavola. I risultati di questi anni l’hanno premiata.

A distanza di 10 anni, l’accordo di filiera vanta l’aggregazione di oltre 340 aziende agricole, una produzione di grano duro di alta qualità totalmente ottenuto in Puglia pari a 20.000 tonnellate che hanno permesso di consegnare al mercato circa 12.000 tonnellate di pasta “Granoro Dedicato” prodotta con grano 100% Puglia, distribuita in tutta Italia e in diversi paesi del mondo.

Un progetto che ha intercettato le istanze di politiche agronomiche sostenibili cogliendo la nuova sensibilità per queste tematiche. «Siamo consapevoli che stiamo vivendo un’economia di guerra – spiega Marina Mastromauro, Amministratore Delegato di Granoro. Gli effetti della pandemia prima e della guerra fra Ucraina e Russia dello scorso febbraio 2022 hanno interrotto molte catene di approvvigionamento, dalle materie da imballaggio fino all’energia, ma riteniamo che proprio nei contesti economici più difficili sia essenziale dare ancora più sostegno al territorio, forza allo sviluppo e alle nostre produzioni di qualità attraverso gli accordi con gli agricoltori».

Il sogno che con Dedicato è diventato realtà era produrre una pasta che avesse delle caratteristiche non riproducibili in altri areali d’Italia e del mondo, e portare la Puglia e l’Italia nel mondo. Ed è in quest’ottica che Granoro ha investito anche sulla produzione del Pomodoro e dell’Olio evo DOP e dei Legumi.

UNA NUOVA VARIETA’ DI GRANO IN ONORE DEL FONDATORE ATTILIO MASTROMAURO
Granoro, in collaborazione con il CREA – CI di Foggia e a coronamento dei primi dieci anni del progetto di filiera, ha deciso di costituire ed iscrivere nel registro nazionale una nuova varietà di grano duro che sarà denominata “Don Attilio” in omaggio ad Attilio Mastromauro, fondatore del Pastificio Granoro che insieme a sua moglie Chiara diede vita, nel 1967, a quella che oggi è una tra le più importanti realtà produttive italiane nel settore pastario. “Don Attilio” sarà una varietà medio-precoce, di taglia media, adatta agli ambienti tipici della cerealicoltura pugliese e dalle eccellenti performance qualitative. Lo sviluppo e la diffusione avverrà a partire dalla campagna granaria 2023/2024 e vedrà coinvolte le aziende agricole che partecipano al progetto.

UN PREMIO AGLI AGRICOLTORI
Il 10° anniversario del Progetto “Dedicato” Granoro lo festeggia con i protagonisti della filiera, gli agricoltori dalla cui sapienza si ottiene la materia prima d’eccellenza della pasta: il grano duro. Il Premio “Grano d’Oro” è un omaggio a coloro che si sono particolarmente distinti nella produzione del grano duro con cui l’azienda produce la propria pasta. Grazie alla loro maestria, alla loro passione, alla loro fedeltà Granoro può oggi garantire ai consumatori la migliore qualità possibile.

In occasione del 10° Anniversario Granoro ha premiato:

Guidone Antonio
Premio fedeltà

Sorrentino Giancarlo
Premio miglior contenuto proteico unitario

De Lucretiis Luca
Premio maggior produzione proteica per ettaro

Mascia Luigi Giuseppe Rosario
Premio miglior produzione proteica media triennale

Chieffo Donato (classe ’79)
Premio agricoltore più giovane

Panettone, una ricerca sull’evoluzione dei consumi e margini di crescita

CSM Ingredients, attore globale nella ricerca, innovazione e produzione di ingredienti alimentari, ha presentato l’ultima rilevazione dei dati a disposizione della ricerca “L’evoluzione dei consumi del panettone in Italia” commissionata a Nielsen IQ, nata con l’obiettivo di identificare e monitorare le dimensioni e le peculiarità del mercato dei panettoni, individuare ulteriori opportunità di crescita del settore e intercettare i fabbisogni delle famiglie acquirenti.

CSM Ingredients, oltre ad essere primario fornitore di ingredienti alla base di ricette industriali e artigianali, è in grado di fornire ai propri clienti anche dati, ricerche ed insights offrendo così una panoramica completa sul mercato del panettone, dolce iconico italiano per eccellenza che sta godendo di un momento di grande sviluppo ed internazionalizzazione, attraverso l’unico Osservatorio in Italia che indaga sia il comparto Industriale che quello Artigianale.

I principali risultati del quarto Osservatorio del Panettone

Crescita del mercato in valore e in volumi, per entrambi i comparti Artigianale e Industriale
I dati di quest’ultima ricerca sono riferiti al 2021, primo Natale post Covid, e restituiscono cifre mai toccate prima per un mercato con ampie prospettive di crescita: secondo la ricerca, infatti, il valore economico complessivo si attesta a 251,6 milioni di euro, di cui il 53% generato dal segmento Artigianale e il restante 47% dall’Industriale, con una crescita a doppia cifra per entrambi i comparti.

Importante crescita anche per quanto riguarda i volumi, pari a 29,5 mila tonnellate di panettone, dato che supera anche le quantità vendute nella campagna pre – pandemia. Il comparto Artigianale, pari al 21% dei volumi totali, continua a registrare un aumento organico e progressivo; parallelamente quello Industriale, che costituisce il restante 79%, recupera volumi, riassestandosi alle quote del 2018, trainato principalmente dai prodotti farciti oltre che dai brand premium, questi ultimi spesso acquistati insieme a un prodotto di fascia mainstream o in alternativa a un prodotto artigianale.

Il panettone continua a essere uno dei dolci natalizi preferiti sulla tavola degli italiani: il numero delle famiglie acquirenti è infatti aumentato di 400 mila unità rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra totale di 11,3 milioni famiglie acquirenti. Di queste, ben 3,4 milioni arrivano a scegliere la qualità artigianale (+17.2% rispetto all’anno precedente). In significativa crescita anche la quota di consumatori che affiancano al prodotto artigianale uno della categoria industriale, pari a 3 milioni (+629 mila rispetto all’anno precedente).

L’allargarsi del parco acquirenti non è l’unico fattore a trainare la crescita del comparto Artigianale: si registra infatti anche un rilevante aumento del prezzo medio al kilo, che ammonta a 21,50 euro (1,40 euro in più rispetto all’anno precedente). Nonostante una leggera riduzione della frequenza di acquisto del panettone artigianale, che si registra a 1,51 atti d’acquisto, aumentano progressivamente le quantità comprate, pari a 1,28 pezzi per atto.

“I dati che emergono dall’Osservatorio ci indicano un settore in salute ed in crescita, che ha superato i livelli pre – pandemia e che incoraggia gli operatori ad investire su nuove ricette, nuovi formati e nuovi canali di vendita” – ha dichiarato Aldo Uva, CEO di CSM Ingredients, che ha poi aggiunto – CSM Ingredients vuole rappresentare un punto di riferimento per i nostri clienti, in grado non solo di soddisfare la richiesta di ingredienti performanti e di alta qualità, ma anche in grado di trasferire competenze e know-how, fornendo insights, approfondimenti e analisi e anticipando trends in grado di supportarli nelle loro scelte imprenditoriali future”.

Il panettone sinonimo di Natale, di casa e di condivisione: le occasioni d’uso e d’acquisto
Nonostante i risultati della ricerca confermino il profondo legame tra il panettone ed il periodo delle festività, cresce notevolmente il numero di consumatori che acquisterebbero il panettone lungo tutto l’arco dell’anno, raggiungendo ormai più del 38% del totale.

Un dato interessante da sottolineare riguarda l’aumento dell’acquisto del panettone artigianale da parte di più di metà degli acquirenti, pari a 1,8 milioni di famiglie; un incremento significativo che arriva a toccare quota 25% per 1,3 milioni di queste. Panettone non significa solo Natale, ma anche condivisione in famiglia o con gli amici. A dimostrarlo sono i dati relativi al consumo in casa di questo dolce, un trend che riguarda soprattutto la categoria Industriale. Tra coloro che acquistano panettoni per un consumo casalingo, il 56% lo sceglie come conclusione di un pasto in famiglia, il 41% con gli amici, il 55% come ghiotta colazione e il 36% come una merenda gustosa durante una pausa. Tra gli acquirenti che consumano il panettone a colazione, due su tre lo considerano un’alternativa di qualità ad altri prodotti e un ottimo modo per finire gli avanzi delle vacanze natalizie.

Un trend che si sta consolidando – confermato dall’ultima rilevazione – è il panettone come dono di Natale. Tre consumatori su quattro, infatti, lo ritengono un’ottima idea regalo, tendenza particolarmente rilevante per il settore Artigianale, nel quale quasi un acquirente su due lo compra per fare un regalo riconoscendo in questa tipologia un prodotto di alta qualità. Infatti, a due famiglie su tre viene donato un panettone, un dato in aumento e suddiviso in egual misura tra quelle che ricevono solo un panettone industriale (44%) oppure solo un prodotto artigianale (40%).

I giovani e l’area del Nord Ovest sono i veri motori della crescita del comparto Artigianale
Un altro aspetto indagato dall’Osservatorio è la differenziazione dei gusti dei consumatori in base alla fascia di età e all’area geografica di riferimento. Se per il 75% degli acquirenti il prodotto industriale resta la prima scelta, la ricerca evidenzia nei consumatori situati nel Nord Ovest una crescita del panettone artigianale. A guidare questo trend è anche la fascia di età compresa tra i 35 e 44 anni, la cosiddetta Gen X.

Per quanto riguarda le preferenze nel segmento Artigianale, la ricetta tradizionale rimane la più apprezzata da un target più adulto (45 anni in su) e nell’area del Nord Ovest, mentre le nuove generazioni (25-34 anni) e i consumatori al Sud prediligono i panettoni farciti.

I Canali di vendita: primeggia la GDO e aumenta l’Online
I risultati dell’ultima campagna evidenziano un ritorno alla GDO per il comparto Industriale: il 93% degli acquirenti, guidati principalmente dal rapporto qualità-prezzo, dalla promozionalità e dall’assortimento dei prodotti, utilizza questo canale, di cui il 69% come canale esclusivo d’acquisto, valori entrambi in aumento. In crescita anche il numero di consumatori che acquistano il panettone presso le In-Store Bakery o i Corner pasticceria posizionati all’interno dei punti di vendita della grande distribuzione, spesso in alternativa all’opzione artigianale, soprattutto in regioni quali Lombardia, Piemonte e Campania.

I canali d’acquisto del comparto Artigianale sono, invece, sempre più differenziati tra pasticcerie e caffè o negozi tradizionali e specializzati. A differenza del comparto Industriale, il canale d’acquisto in questo caso rappresenta uno strumento per fidelizzare gli acquirenti: circa un terzo dei consumatori acquista infatti il panettone presso la propria pasticceria di fiducia.

Va sottolineato, infine, come le piattaforme di distribuzione online siano in costante crescita, diventando un canale privilegiato di acquisto anche per questa categoria merceologica. Ma laddove il prodotto industriale trova uno canale distributivo privilegiato in Amazon (qui si concentra la metà delle vendite online), il segmento Artigianale gode di molteplici canali, a partire dei siti delle stesse Pasticcerie che li producono (canale online più utilizzato), i siti generalisti dedicati alla spesa a domicilio, le app food delivery o i siti specializzati multimarca.

Fabbri sostiene AIL Bologna nella ricerca contro la leucemia

Nelle Leucemie Acute Mieloidi, la mutazione del gene TP53, attraverso modificazioni nel metabolismo della cellula leucemica, induce alterazioni metaboliche nelle cellule del sistema immunitario che si traducono con la creazione di un microambiente immunologico permissivo e tollerante. Questo risultato della Ricerca AIL Bologna, sostenuta da Fabbri 1905, si rivela di fondamentale importanza per la comprensione dei meccanismi che portano alla deregolazione del sistema immunitario e alla resistenza alle terapie in questi pazienti.

“Nonostante l’acquisizione di alterazioni genetiche da parte della cellula leucemica sia un evento fondamentale nell’insorgenza della malattia – spiega la dottoressa Valentina Salvestrini, biologa dell’Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” – è ormai dimostrato che le varie componenti cellulari presenti del midollo osseo in cui risiedono le cellule leucemiche possano contribuire allo sviluppo della malattia”.

L’obiettivo finale dello studio è di identificare alterazioni metaboliche responsabili della resistenza alle terapie che potranno essere utilizzate in futuro per lo sviluppo di terapie combinate che abbiano come target non solo le cellule leucemiche, ma anche il microambiente immunologico di questi pazienti. Identificare nuovi biomarcatori predittivi della risposta alle nuove terapie sarà fondamentale per implementare i sistemi di classificazione dei pazienti alla diagnosi e per la scelta di una terapia sempre più personalizzata e disegnata sul paziente.

“Grazie a Fabbri 1905 – dice la Ricercatrice – che da anni accompagna e sostiene il nostro lavoro di Ricerca scientifica e che, anche quest’anno, contribuisce a finanziare numerose ore di lavoro nel nostro laboratorio, ore fondamentali per raggiungere i risultati concreti e positivi che ci aspettiamo da questo studio”.

“Per noi la collaborazione con AIL Bologna – ribadisce Fabbri 1905è fra le più importanti perché, grazie all’impegno comune, vogliamo dare un contributo fattivo alla sconfitta delle patologie onco-ematologiche”.

Fabbri 1905 è al fianco di AIL Bologna anche nei momenti più ludici, importanti per sostenere il morale dei malati. Come avvenuto in occasione della Festa d’Autunno di AIL Bologna quando si è brindato con i cocktail “sponsorizzati” Amarena Fabbri.

È targato Fabbri 1905 anche il Panettone all’Amarena Fabbri che, come ormai tradizione natalizia, addolcisce le tavole di chi lo sceglie online e dona una speranza ai pazienti oncologici seguiti da AIL Bologna. E, a riprova che il bene fatto si moltiplica, AIL Bologna trasforma 1 euro raccolto in oltre 3 euro di Valore Sociale.

I videoauguri natalizi di PENNY

Il 2022 è l’anno in cui l’azienda ha cambiato logo in “PENNY, punto”: il brand si evolve nella sua migliore espressione di chiarezza verso i propri clienti, responsabilità verso le persone e l’ambiente, senza mai tradire le sue connotazioni più importanti di qualità e convenienza, in grado di dare valore alla spesa di ogni giorno rispettando e valorizzando i fornitori e le produzioni, soprattutto italiane che oggi contano per il 75% dei prodotti.

Non si tratta solo di un rinnovo di facciata, ma una profonda promessa verso territorio e persone, soprattutto quelle di PENNY che ancora una volta sono protagoniste del nuovo video auguri per questo Natale 2022.

Uno story semplice e genuino in cui clienti e personale costruiscono insieme il nuovo PENNY proprio utilizzando la magia del Natale e i prodotti dell’azienda, per dar vita ad un’identità unica e responsabile. Inclusiva, innovativa ma legata ai valori della tradizione, l’allargata famiglia PENNY a Natale è sempre vicina per farsi e fare gli auguri, riscoprendo le relazioni, con chiarezza: il Natale è PENNY, punto!

“Con questo video di Natale abbiamo voluto giocare con il nostro nuovo logo, attraverso un’insolita composizione della spesa dall’effetto sorpresa – dice Bruno Bianchini, Strategic Market Director di PENNY. Un modo divertente per celebrare, con i nostri clienti e collaboratori, il re-branding della nostra rete vendita che sta procedendo a ritmo serrato per offrire una rinnovata e moderna shopping experience”.

La geografia dei consumi in Italia, l’indagine di GS1

La composizione del carrello della spesa? Dipende anche (e molto più di quello che si pensi) dal territorio in cui vive il consumatore. Ma non tanto in termini di regione o zona geografica, quanto di struttura socio-economica: a rivelarlo è il Nuovo Codice Consumi, realizzato da GS1 Italy in collaborazione con Ipsos e McKinsey & Company, in cui si propone un modo nuovo, più attuale ed efficace, di leggere i comportamenti d’acquisto degli italiani nel largo consumo. E così, analizzate con questa chiave di lettura innovativa, le scelte di spesa fatte in zone d’Italia distanti tra di loro si sono rivelate sorprendentemente simili, ad esempio tra le aree urbane di Milano e Roma, tra la Riviera Romagnola e la Versilia, tra le Alpi Piemontesi o gli Appennini calabresi, o tra le aree residenziali di Verona o Lecce.

«Il nuovo modo di leggere i territori italiani, messo a punto dal Nuovo Codice Consumi, ha evidenziato che la classificazione tradizionale, in base alle aree geografiche, non basta più per cogliere le profonde differenze esistenti anche tra territori molto vicini tra loro, all’interno della stessa provincia o regione» spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Invece, la suddivisione dell’Italia nelle quattro tipologie di territori, che abbiamo individuato in base al loro profilo economico, ha rivelato profonde analogie nei fattori attitudinali che guidano le motivazioni di spesa e la scelta dei canali di acquisto lungo tutto il territorio nazionale».

Per arrivare a questa nuova mappatura dell’Italia, il team di ricerca del Nuovo Codice Consumi ha prima suddiviso la popolazione in nove “comunità di sentire”, accomunate da esigenze, affinità, attitudini e passioni simili, e ha poi classificato i Comuni italiani in quattro aree basate sull’indicatore di prevalenza economica:

• Agricola.
• Manifatturiera.
• Turistica.
• Grandi città e zone residenziali.

Infine, ha analizzato come le nove “comunità di sentire” sono distribuite in queste quattro tipologie di territori.

Aree a prevalenza agricola: 61% del territorio, 18% della popolazione
La vocazione agricola diventa spesso anche identità culturale condivisa, con un’alta sensibilità alla custodia del territorio e delle tradizioni, e ai prodotti locali, di cui si conoscono provenienza e lavorazione. A questo si contrappone il disinteresse verso la cucina, probabilmente come ribellione e come ispirazione a uno stile di vita urbano. C’è una maggiore attenzione al prodotto e alle sue qualità rispetto ai brand. Le attitudini di acquisto per i prodotti dal maggior coinvolgimento emotivo si dividono tra quelli per cui si amano le novità dettate dalle mode urbane (come frutta esotica e pane fresco con mix di farine) e quelli legati al passato (come carni, pesce e salumi). Per questi prodotti si preferiscono i canali specializzati (meno frequentati rispetto agli altri tre territori), ma il punto vendita di riferimento resta il supermercato, mentre ipermercati e discount sono associati alla spesa veloce e conveniente.

Aree a prevalenza industriale: 22% del territorio, 37% della popolazione
Piccole città o sobborghi di grandi città, dove prevalgono le PMI familiari, e dove gli stili di vita e di consumo sono in equilibrio tra il pragmatismo (inteso come attenzione alla moderazione nei consumi in nome della forma fisica e alla convenienza) e l’aspirazione allo stile di vita metropolitano (interesse per il delivery e i nuovi gusti). Questi consumatori si approcciano ai prodotti a elevato coinvolgimento emotivo muovendosi tra l’imitazione dei trend urbani (ad esempio nell’interesse per il vino, anche come indicatore di status) e la ricerca di tradizioni provenienti da un passato conosciuto e confortevole (ad esempio nel cibo per animali). La vasta presenza della GDO ne fa il canale preferito e assimila i diversi format. Per ortofrutta, carni, pesce e salumi c’è interesse a fare acquisti nei canali specializzati, con una frequentazione allineata alla media nazionale (inferiore per i mercati).

Aree a prevalenza turistica: 14% del territorio, 25% della popolazione
Gli stili alimentari sono improntati all’efficienza e alla velocità, benché la cucina resti prevalentemente mediterranea o tradizionale. Emerge un’alta attenzione alla forma fisica, che porta al consumo regolare di piatti più salutari e alla saltuarietà degli sfizi. La sperimentazione viene, invece, associata all’evoluzione della cucina tradizionale, nell’ottica di una filiera corta e affidabile. In questo territorio l’acquisto tende alla ricerca di un equilibrio interiore ed esteriore, in chiave quasi etica. Pane fresco, pesce fresco e prodotti per la persona diventano così fondamentali in quanto fonte di benessere e vengono contrapposti all’area dei prodotti tradizionali (ortofrutta, salumi e carni). Il supermercato viene frequentato in modo costante e si fanno tappe nei negozi specializzati, in linea con la media nazionale. Ipermercati e discount vengono preferiti per quei pochi prodotti su cui investire il meno tempo possibile.

Grandi città e aree residenziali: 3% del territorio, 20% della popolazione
In queste aree, ad alta densità abitativa e con una popolazione mediamente più scolarizzata e agiata, gli stili alimentari ambiscono a una maggiore raffinatezza, con un’elevata incidenza di regimi alimentari alternativi, spesso sostenuti dall’effetto moda, e una forte attenzione alla sostenibilità ambientale. Gli acquisti tendono a essere frutto di un consumo consapevole e impegnato, in particolare per il pesce, il pane, gli alimenti per neonati e il petfood. Ortofrutta, carni e salumi restano invece legati alla nostalgia, forse anche per le zone d’origine di questi cittadini. A livello di canali frequentati, c‘è un minor ricorso a discount e ipermercati e una forte predilezione per il mercato. Il ricorso al canale online risulta leggermente superiore agli altri territori, soprattutto per chi ne fa un uso settimanale.

Bontà Proteiche, presentata a FICO la nuova linea di Euroverde

È stata lanciata due giorni fa a Bologna, presso FICO, la nuova linea di piatti pronti Bontà Proteiche dell’Azienda Agricola Euroverde. I prodotti uniscono l’alto contenuto di proteine – 100% vegetali – alla bontà delle verdure fresche di stagione – da agricoltura sostenibile – attentamente selezionate e cucinate dagli chef dell’Azienda Agricola.

Euroverde è un’azienda bresciana, nata nel 1954 da una famiglia di agricoltori, che racconta una storia di natura e bontà. Oltre a coltivare le verdure, infatti, produce anche piatti pronti – a marchio Bontà di Stagione – completando così il ciclo che dai campi arriva fino alla nostra tavola. Euroverde lavora seguendo la giusta combinazione tra tradizioni agricole – per esempio l’attenzione alla stagionalità delle verdure – e tecnologie innovative, in un progetto che unisce la ricerca della massima bontà alla sostenibilità dei processi produttivi.

Sono cinque le proposte gastronomiche della linea Bontà Proteiche – ad alto contenuto di proteine vegetali: Vellutata di zucca e carote, Riso al curry e pepite vegetali, Zuppa di legumi e verdure, Vellutata di piselli con zucchine ed edamame, Polenta integrale proteica. Una proposta innovativa, che risponde alla richiesta di un target di consumatori che ricerca sempre più l’abbinamento tra proteine e piatti 100% vegetali.

Il posizionamento e il lancio della nuova linea è stato curato da RBA Design, che ha seguito l’azienda fin dalle prime fasi del nuovo progetto, evidenziando in tutti gli aspetti di comunicazione il valore distintivo del brand: dalla terra alla tavola. Un copy accattivante, ‘Scopri la forza che viene dalla natura’ esalta fin da subito il valore del prodotto e la storia che accompagna da sempre l’azienda. A questo si unisce una grafica vivace, colorata, che evidenzia piatti e ingredienti, e porta il consumatore nel mondo e nella cucina di Euroverde.

L’attività di comunicazione prevede lo sviluppo dei canali social, una campagna pubblicitaria veicolata sulle principali riviste BtoB, la presenza ad eventi sportivi e fiere, con l’obiettivo di comunicare al meglio un progetto innovativo ed esclusivo.

laEsse di Esselunga, nuova apertura in via Calzecchi a Milano

Due giorni fa ha aperto a Milano, in via Temistocle Calzecchi 17, il nuovo negozio laEsse, il format di vicinato di Esselunga, nato per soddisfare le esigenze di una spesa quotidiana. Si tratta dell’undicesima apertura di questo format, nove si trovano nel capoluogo lombardo e due a Roma.

Il market, di oltre 420 metri quadri di superficie, occupa un immobile originariamente sede di un’azienda di bricolage e caratterizzato dalla presenza di murales realizzati tra il 1977 e il 1979 da un collettivo di giovani, il Gruppo Aerostatico.

Le opere sono state oggetto di un intervento di tipo conservativo sostenuto da Esselunga in accordo con il Comune di Milano. Il restauro è stato eseguito dal professore Davide Riggiardi, docente di Restauro di dipinti murali contemporanei presso l’Accademia di Brera di Milano, affiancato da un gruppo di restauratori professionisti: Laura Menegotto, Mattia Morlotti, Veronica Ruppen, Alessia Traversi.
I murales, uno dei primi esempi di street art milanese e memoria del fermento culturale dell’epoca, sono stati così restituiti al quartiere e alla città.

Le opere raffigurano un capo indiano, emblema degli Indiani Metropolitani, un’ala del Movimento di contestazione del 1977; un cormorano, imbrattato di petrolio, simbolo di denuncia dei disastri ecologici causati dallo sversamento di carburante delle petroliere in mare; la riproduzione della copertina dell’album Atom Heart Mother dei Pink Floyd; un ritratto di Jimi Hendrix e il simbolo del sole che ride “Energia nucleare? No grazie” a sostegno dell’attivismo antinucleare.

Nel market i clienti troveranno un assortimento di frutta, verdura, pane fresco, carne, pesce, sushi, la linea di alta pasticceria Elisenda, oltre a più di 4000 prodotti confezionati: una selezione della migliore offerta Esselunga con la consueta attenzione per la convenienza. La Gastronomia, con un banco assistito, propone tutte le specialità della Cucina Esselunga che spaziano dalle ricette della tradizione italiana a proposte locali e internazionali, preparati con ingredienti di alta qualità, oltre a formaggi e salumi affettati al banco.

A rendere l’esperienza di acquisto più rapida e comoda apposite casse veloci e il “Presto Spesa”, disponibile anche su app per essere usato dal proprio smartphone. Completa il servizio l’opportunità di farsi recapitare a casa gli acquisti effettuati in negozio grazie alla consegna a domicilio.

I nuovi clienti avranno la possibilità di aderire al programma di fidelizzazione “Fìdaty” facendo la card digitale tramite un QR code. Il negozio sarà aperto tutti i giorni con i seguenti orari: dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 21, la domenica dalle 8 alle 20.

Aspiag Service debutta in Lombardia, apre Interspar a Mariano Comense

È stato inaugurato da poche ore il primo punto vendita a gestione diretta di Aspiag Service in Lombardia: si tratta del nuovo Interspar che apre i battenti a Mariano Comense, in provincia di Como, in Via Pietro Mascagni, 58. Un punto vendita con il quale Aspiag Service, la concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, la Lombardia e l’Emilia-Romagna, fa il suo ingresso in Lombardia con un progetto di sviluppo importante che prevede l’apertura di 60 punti vendita (fra diretti e affiliati) nel quadriennio 2022-2026 sul territorio lombardo per un investimento complessivo quantificabile in oltre 300 milioni di euro e la creazione stimata di 1.600 nuovi posti di lavoro.

Sviluppato su una superficie di vendita di 2.500 mq, il nuovo Interspar di Mariano Comense si presenta al pubblico con un layout completamente nuovo che punta al miglioramento dell’esperienza d’acquisto del cliente e a un’attenzione crescente alla sostenibilità. Il negozio è stato pensato per valorizzare al meglio le diverse aree merceologiche, inserendo in ciascuna le rispettive aree promozionali con l’obiettivo di rendere sempre più funzionale e accessibile la spesa per il cliente. Ogni reparto inoltre è caratterizzato da una nuova grafica di identificazione, con l’inserimento di monitor per offerte commerciali e una comunicazione interattiva a favore dei clienti.

Segno distintivo del nuovo negozio è l’attenzione all’offerta e alla qualità del servizio per il cliente, puntando sulla scelta del banco servito per i reparti macelleria, pescheria e gastronomia, quest’ultimo dotato anche di una cucina per un’ampia rivendita di prodotti caldi. A questo si aggiungono i reparti ortofrutta, pane self-service e panetteria servita, oltre all’area dedicata ai prodotti freschi e freschissimi dove Aspiag Service vuole continuare a inserire nuove referenze per fidelizzare il cliente con un assortimento sempre più ampio.

Novità del punto vendita è l’inserimento del corner pizzeria, dove ogni giorno vengono sfornate pizze e focacce con oltre 45 scelte di gusti e abbinamenti possibili. Inoltre, è presente un’area di esposizione dove sono state create delle vere e proprie cantinette con tre corner dedicati al mondo vini, birre e liquori che richiamano delle piccole enoteche in cui il cliente potrà scegliere anche tra molti prodotti provenienti dal territorio lombardo.

Nell’ideazione del layout del negozio un’enfasi importante è stata data anche alle aree non food, che rappresentano circa la metà della quasi 32.000 referenze totali del punto vendita, per offrire al cliente una proposta a 360° con giocattoli, libri e giornali, articoli tessili, oltre all’area bazar che comprende prodotti non food, accessori per la casa, utensileria e altre categorie minori.

In linea con la filosofia che caratterizza Aspiag Service e il suo legame con i territori, il nuovo Interspar punta a valorizzare le produzioni tipiche locali, attraverso la creazione di spazi ad hoc dedicati al marchio “Sapori del Nostro Territorio” con cui Aspiag Service intende promuovere le filiere locali e far conoscere i molti produttori dell’area lombarda Sono oltre 300 i prodotti del territorio che troveranno spazio nel nuovo Interspar, tra cui Birrificio Rurale, Cantina Nino Negri, Cantina Castel Faglia, Carozzi Formaggi, Fumagalli Salumi, l’Oleificio di Moniga, La latteria Sociale di Chiuro e Pastai in Brianza.

Nella progettazione del punto vendita, grande attenzione è stata riservata anche alla sostenibilità: gli spazi sono stati realizzati utilizzando soluzioni a basso impatto ambientale con tecnologie e impianti di ultima generazione quali banchi frigo senza emissione di sostanze inquinanti e con chiusura a porta per ridurre lo spreco energetico, l’utilizzo di illuminazione con led a basso consumo, un impianto fotovoltaico in grado di coprire gran parte del fabbisogno energetico del negozio, oltre a un sistema di recupero del calore prodotto dall’impianto frigo alimentare per la produzione dell’acqua sanitaria.

Nel nuovo negozio saranno impiegati 76 collaboratori e collaboratrici, di cui oltre il 40% residenti a Mariano Comense o comuni limitrofi. Molti di questi sono stati scelti grazie alle candidature presentate durante la campagna di selezione del personale che Aspiag Service ha promosso nei mesi di aprile e maggio di quest’anno, attraverso uno speciale truck posizionato a Mariano Comense che ha permesso al marchio dell’abete di farsi conoscere e ricevere le candidature dei futuri collaboratori.

“L’inaugurazione del nostro primo negozio a gestione diretta in Lombardia rappresenta un traguardo, ma anche un nuovo punto di partenza – ha commentato Francesco Montalvo, Amministratore Delegato di Aspiag Service –. Questa regione rappresenta per noi un’area strategica di sviluppo, dove nei prossimi quattro anni abbiamo in programma un importante piano di investimenti di circa 300 milioni di euro attraverso il quale puntiamo a far crescere la nostra rete vendita e a creare nuova occupazione. Siamo molto orgogliosi di iniziare il nostro sviluppo in questa regione proprio dalla provincia di Como dove, oltre a Mariano Comense, siamo già presenti con un punto vendita in affiliazione con insegna Despar nel capoluogo comasco. In questa regione vogliamo entrare consolidando la nostra presenza in primis nei centri medi e piccoli, puntando sul servizio di prossimità e facendo conoscere il nostro modello di business fatto di vicinanza al territorio, qualità, convenienza, attenzione alle persone e alle comunità in cui ci inseriamo, anche attraverso la valorizzazione dei prodotti e delle eccellenze locali, in un’ottica di sviluppo sostenibile e in linea con il DNA che caratterizza il nostro marchio dell’abete”.

“Il negozio inaugurato da poche ore è il 41° punto vendita a insegna Interspar di Aspiag Service e il primo negozio a gestione diretta in Lombardia – ha aggiunto Diego Piazzardi, Direttore vendite canale Interspar di Aspiag Service –. Questa regione avrà per noi un ruolo importante nel prossimo futuro e per questo stiamo lavorando con grande impegno per analizzare il mercato sia dal punto di vista dell’assortimento che commerciale, con l’obiettivo di fornire ai nostri clienti la migliore offerta possibile. Questo punto vendita si caratterizza per un layout nuovo che mira a incentivare maggiormente il rapporto con la clientela e rendere ancora più piacevole, intuitiva e veloce l’esperienza d’acquisto, grazie anche a un servizio di qualità in cui a fare la differenza saranno i nostri 76 colleghi che saranno impiegati in questo negozio. Con la loro professionalità e il loro impegno saranno gli ambasciatori dei nostri valori e dei nostri prodotti e saranno fondamentali nel costruire e consolidare un importante legame con i clienti che ci sceglieranno”.

 

 

Penny, oggi nuove aperture in Abruzzo e Toscana

Oggi, 1 dicembre, aprono due nuovi punti vendita PENNY, rispettivamente a Luco dei Marsi e Venturina Terme.

L’apertura di Luco dei Marsi, 4° store nella regione, segna il ritorno di PENNY in Abruzzo dopo 7 anni. Il punto vendita vanta 800 mq di area vendita e un parcheggio per i clienti. Tra i fiori all’occhiello del nuovo store il reparto macelleria e l’angolo bake off per sfornare pane caldo tutto il giorno. Il format dello store prevede un’offerta alimentare e di non-food in linea con la qualità e la convenienza del brand, con una particolare attenzione ai prodotti regionali e alle produzioni locali. Il nuovo PENNY prevede l’assunzione di 6 nuovi collaboratori che entreranno a far parte della grande famiglia PENNY.

Anche per questo store, PENNY punta sulla sostenibilità: l’immobile è infatti stato realizzato nell’ottica di riuso e riqualificazione del territorio, limitandone il consumo a tutela dell’ambiente. Recuperando infatti la volumetria dell’immobile in disuso è stato possibile ampliare il locale esistente, dando vita al nuovo punto PENNY.

Il punto vendita osserverà il seguente orario di apertura al pubblico: dal lunedì al sabato 08:00-20:00; domenica: 09:00-13:00.

Situato nella zona delle Terme, lo store di Venturina Terme, 83esimo punto vendita della regione, che si affianca al negozio già presente a Venturina, ha una superficie di vendita di circa 900 mq e ampi parcheggi per la clientela. Nel nuovo store l’esperienza d’acquisto dei clienti è resa più confortevole e semplice anche grazie alla macelleria e gastronomia servite, oltre al tradizionale bake-off che sforna pane caldo tutti i giorni. Sarà inoltre presente una vasta scelta di prodotti di pasticceria fresca ed uno spazio dedicato al pesce fresco confezionato. Il punto vendita, che vanta un’offerta alimentare e di non-food in linea con la qualità e la convenienza del brand, conta circa 2000 referenze e punta principalmente sui freschi e super freschi, valorizzando i produttori locali e le eccellenze tipiche del territorio.

All’interno del punto vendita, sarà presente anche un eco-compattatore Coripet per la raccolta delle bottiglie in pet. Il consumatore avrà la possibilità di inserire le bottiglie negli eco-compattatori e, tramite l’utilizzo dell’app Coripet, riceverà in cambio dei punti-bottiglia corrispondenti. Ogni bottiglia conferita vale un punto e al raggiungimento di duecento punti si otterrà un buono sconto di tre euro sulla spesa PENNY. L’apertura del nuovo negozio PENNY prevede 10 collaboratori, tra nuovi assunti sul territorio e crescite interne, con la previsione di un incremento durante il periodo estivo.

Il punto vendita osserverà il seguente orario di apertura al pubblico: dal lunedì alla domenica 08:00-20:00.

E-commerce abbigliamento, cosa preferiscono gli utenti?

Quando bisogna acquistare un capo di abbigliamento online, a cosa prestano maggiore attenzione gli e-consumer? Certo, per saperlo bisognerebbe entrare nella testa del cliente. Ed è proprio questo che ha cercato di fare Unguess, piattaforma crowdsourcing di testing, che ha deciso di far analizzare alla propria community sette e-commerce inglesi di abbigliamento . Pur essendo dati inglesi, possono essere un utile spunto di riflessione anche per i brand di abbigliamento italiani e, più in generale, per qualsiasi piattaforma di e-commerce.

Come è stata realizzata la ricerca?
Unguess ha chiesto ai tester della sua community Tryber, formata da oltre 40 mila utenti reali, di cercare e acquistare uno o più capi di abbigliamento, rispettando un budget ben definito “L’inverno sta arrivando e devi rinnovare il tuo guardaroba! Visita questo sito web e acquista quanti più maglioni possibile con un budget compreso tra £80 e £100” .

I primi risultati ottenuti
“Confrontando le classifiche per le diverse metriche di usabilità, abbiamo notato che i posizionamenti estremi, quindi negativi e positivi, vedevano coinvolti gli stessi retailers – spiega Laura Morabito, UX Designer & Researcher di Unguess – mostrando una distribuzione omogenea in termini efficacia, efficienza e soddisfazione percepita. Valutazioni estremamente positive o estremamente negative in termini di efficienza sembrano aver influenzato il percepito generale nei confronti del prodotto testato”.

Ma cosa hanno apprezzato in particolar modo gli utenti sui sette e-commerce?
Un design riconoscibile e lineare e l’uso di immagini dai colori vivaci, soprattutto quando le foto rappresentano il posizionamento del brand attraverso la selezione di prodotti, si sono dimostrati elementi particolarmente rilevanti per l’acquirente. Molto positiva è stata anche la risposta degli utenti alla presentazione della selezione di prodotti stagionali per l’inverno, che affianca la barra di ricerca offrendo una scorciatoia diretta al prodotto.

“L’anticipazione degli user needs e la prioritizzazione dei contenuti sono un fattore decisivo in termini di efficienza e soddisfazione percepite dall’utente, che riesce a raggiungere il suo obiettivo in modo facile e veloce, con un carico cognitivo ridotto”
prosegue Laura Morabito.

Gli utenti quasi non utilizzano la barra di ricerca, ma guardano direttamente alle categorie di riferimento
Risulta interessante osservare che tutti i partecipanti coinvolti nel test hanno mostrato lo stesso approccio di ricerca: indipendentemente dall’interfaccia utente dei singoli siti web, quasi tutti gli users hanno iniziato la propria ricerca dalle categorie, passando alla barra di ricerca solo in un secondo momento, quando non hanno trovato nulla che catturasse il loro interesse. Lo scoglio maggiore per l’utente, in questa fase, ha riguardato la navigazione all’interno delle categorie e la complessità della tassonomia sottostante: troppe categorie di primo livello, infatti, creano confusione rallentando di conseguenza la navigazione.

Si alle foto di vestiti indossati e no a prodotti esauriti mal comunicati
Nella fase di consultazione dei prodotti, gli acquirenti hanno apprezzato le foto dei vestiti indossati, in particolare quelli che rappresentano diversi modelli: ciò è dato dal fatto che il riconoscersi dell’utente in chi indossa il capo di abbigliamento influenza positivamente la propensione all’acquisto. Fondamentale in questa fase è la gestione dell’esaurito: molti utenti hanno espresso frustrazione consultando la pagina di un prodotto e scoprendo – solo in un secondo momento – che questo era esaurito, seppur ancora presente in catalogo.

A proposito del carrello: cosa non piace affatto agli utenti?
Sono stati rilevati altri due elementi causa di disaccordo negli utenti: essere reindirizzati al carrello dopo aver selezionato un articolo, senza poter continuare direttamente con gli acquisti, e non poter di cancellare rapidamente un prodotto dal carrello stesso. Infine, a task ultimato, è stata riportata – talvolta – l’impossibilità di concludere l’acquisto senza doversi necessariamente registrare al sito.

“La facilità di navigazione e di fruizione del sito, l’identificazione e la riduzione delle frizioni incontrate dall’utente e la componente grafica sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono alla User Experience nella sua totalità. Dunque, queste riflessioni – seppur basate su uno studio di realtà inglesi – possono essere prese in considerazione anche per il contesto italiano e più in generale da tutti coloro che vogliamo implementare la capacità di vendita del proprio e-commerce” conclude Laura Morabito.

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