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Take Off lancia il suo stile sul web

Take Off, catena italiana di fashion boutique a prezzi outlet, porta sul web il suo stile unico partendo da una prima selezione di brand e prodotti del suo portfolio. Sullo shop online Take Off è già disponibile una vasta offerta di capi d’abbigliamento e accessori dei migliori brand internazionali, e dei sei marchi distribuiti in esclusiva dall’azienda, a prezzi d’occasione.

Il punto di forza di Take Off è un modello di business innovativo che unisce le migliori caratteristiche di un outlet, vasta scelta di grandi marchi a prezzi scontati, a quelle tipiche di una fashion boutique, massima cura nell’allestimento degli store, assistenza tailor made al cliente e collezioni in esclusiva. Lo store online replica questa shopping experience unica, grazie all’assistenza personalizzata dei suoi esperti di immagine e tendenza, alla cura nell’allestimento della vetrina virtuale e alla grande varietà di capi in vendita.  Organizzato in modo semplice e lineare, il portale accompagna i clienti nella scelta del capo più adatto alle loro esigenze, che sia un abito da cerimonia o un outfit sportivo. Nello shop online Take Off si possono trovare le collezioni dei sei brand distribuiti in esclusiva italiana dall’azienda: Gaia Galli, Stella Berg e Yuko Hayate per la moda al femminile, Henry Smith, Andrea Maggi e One Two One per la moda uomo. Non solo, è disponibile anche una selezione di capi di abbigliamento, calzature e accessori dei migliori marchi della moda internazionale (come Gucci, Salvatore Ferragamo, Burberry, Miu Miu, Valentino e molti altri).

L’apertura del canale di vendita online è una nuova importante tappa nel percorso di espansione dell’azienda, che in pochi anni è cresciuta fino ad avere 30 punti vendita, e ora grazie all’e-commerce potrà raggiungere i clienti in tutta Italia. “Siamo orgogliosi di presentare anche sul web i prodotti del nostro catalogo – spiega Aldo Piccarreta, Fondatore e AD di Take Off –. Nelle fashion boutique Take Off offriamo un’esperienza d’acquisto piacevole, semplice e coinvolgente, una filosofia che vogliamo portare anche nello shop online in modo da arricchire la nostra proposta”.

Alcolici: i giovani preferiscono gli acquisti online. L’indagine idealo

L’interesse online nei confronti degli alcolici è più che raddoppiato nello scorso anno in Italia (+110,2%) e a crescere maggiormente sono i giovani nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni (+209,2%)[1] secondo quanto emerso dall’ultima ricerca di idealo.

Ad acquistare alcolici online sono soprattutto gli uomini, la cui percentuale è salita del +100,6% nel 2020, rispetto alle donne, la cui percentuale è comunque cresciuta del +65,3% nello stesso periodo.

Dopo quella dei giovani la fascia d’età più interessata agli alcolici online è quella degli adulti tra i 35 e i 44 anni (+91,2%) e tra i 25 e 34 anni (+88,8%). Da segnalare, inoltre, la crescita di interesse nella fascia degli over 65, +27,0%, inferiore rispetto quella delle altre fasce d’età ma tre volte superiore rispetto la crescita di interesse verso l’e-commerce in generale, che nel 2020 è aumentata del +9,0% tra gli adulti oltre sessantacinquenni.  

Le ricerche di alcolici online sono effettuate soprattutto la domenica sera, tra le ore 21 e le 22 e da mobile (+125,1% rispetto al 2019).

A livello territoriale le tre regioni in cui l’interesse online verso gli alcolici è cresciuto maggiormente sono il Molise (oltre +200,0%), il Friuli Venezia Giulia (+196,2%) e la Basilicata (+191,1%); quelle cresciute di meno sono, invece, l’Umbria (+76,1%), la Liguria (+41,0%) e, per ultima, la Valle d’Aosta (+39,6%)[2].

Ma quali alcolici hanno cercato di più online gli Italiani nel 2020? Secondo i dati dell’ultima ricerca di idealo[3], nell’ultimo anno si è assistito ad un vero e proprio boom di interesse online da parte degli Italiani nei confronti dei Vini (+446,0%), seguiti da Cognac e Brandy (+247,6%) e Vodka (+242,7%)[4].

Italia vs Europa

Se in Italia nel 2020 l’interesse online nei confronti degli alcolici è più che raddoppiato (+110,2% rispetto al 2019), Inglesi e Spagnoli hanno fatto registrare un aumento di interesse quasi triplicato, con una crescita del +194,8% nel Regno Unito e +171,1% nella Penisola Iberica.

La crescita dell’interesse online nel 2020 nei confronti degli alcolici è stata meno marcata, invece, per i Tedeschi (+47,7%), per gli Austriaci (+33,4%) e per i Francesi (+29,6%).

Italiani e Austriaci hanno cercato soprattutto Spumanti, Prosecco e Champagne mentre negli altri paesi le ricerche hanno riguardato, in particolare, i Whisky.

Opportunità di risparmio

Complice la pandemia e i lunghi mesi di lockdown e chiusura dei negozi, nel 2020 sono mancate le degustazioni e i tour per le cantine e enoteche alla ricerca di etichette pregiate e liquori particolari ma acquistare alcolici online, oggi, è diventato più che mai facile e interessante per la vasta scelta di enoteche digitali, dalle piattaforme mastodontiche ai piccoli e medi e-commerce dalle selezioni più personalizzate.

In particolare, i mesi con il maggiore interesse online sono stati agosto e dicembre. Nel primo caso, l’attenzione degli utenti si è concentrata su Gin e Vodka. A fine anno, invece, le intenzioni di acquisto sono state soprattutto per Spumante, prosecco & champagne, Cognac & Brandy, Liquori, Rum, Superalcolici & Acquaviti, Vini e Whisky.

Inoltre, il confronto dei prezzi mensili online permette grandi possibilità di risparmio nell’arco di un anno. Se si sfrutta a proprio vantaggio la fluttuazione dei prezzi e si acquista nel mese più conveniente, è infatti possibile risparmiare in media il -10,9% considerando insieme tutte le categorie oggetto di studio. In alcuni casi, il risparmio massimo medio può anche superare il -20%, vale a dire per Rum e Cognac & Brandy[5].

Infine, l’analisi della funzione “prezzo ideale” sul portale italiano di idealo ha permesso di stimare il risparmio desiderato dagli utenti per la categoria degli Alcolici, vale a dire una spesa del -24,8% rispetto al prezzo che avevano i prodotti nel momento dell’attivazione di questa speciale funzione che consente di monitorare costantemente i prezzi e di ricevere un alert via e-mail o tramite l’App di idealo[6].

A ciscuno il suo Spritz

Birra o Vino, Spumante o Champagne: il mondo del bere si è da sempre diviso a seconda dei gusti e delle culture. Così, anche per un classico dell’aperitivo nostrano, lo Spritz, le preferenze degli italiani si dividono tra chi opta per quello a base di prosecco, Aperol e seltz (o acqua frizzante) e chi, invece, al posto dell’Aperol sceglie il Campari.

Gli italiani online nel corso degli ultimi dodici mesi hanno mostrato un interesse pressoché simile per entrambe le versioni con 10 regioni che hanno cercato di più l’Aperol e 9 che hanno cercato di più il Campari sul portale italiano di idealo[7]

“L’anno 2020 è stato senza dubbio un anno caratterizzato da crescita e successo straordinaria per tutto l’e-commerce. Non fanno eccezione il vino e gli alcolici, con un interesse online più che raddoppiato – ha dichiarato Filippo Dattola, Country Manager di idealo per l’Italia – Senza mai dimenticare l’importanza di un consumo, moderato e consapevole, quindi responsabile, di vino e alcolici, l’aumento delle intenzioni di acquisto online ha spiegazioni anche nella nascita e crescita, nell’ultimo anno, di molte nuove enoteche digitali con interessanti selezioni e offerte oltre che nella digitalizzazione delle vendite da parte di cantine e aziende vinicole che hanno dovuto far fronte ai cali nelle vendite offline a causa della pandemia”.

 

Note

[1] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020 vs 2019. Distribuzione dell’interesse online nel 2020: 18-24 (15,2%), 25-34 (28,2%), 35-44 (23,7%), 45-54 (13,7%), 55-64 (9,6%), 65+ (6,4%); donne (29,3%), uomini (67,6%); mobile (83,7%), desktop (13,1%), tablet (2,2%). Crescita dell’interesse online nel 2020 rispetto al 2019: 18-24 (+209,2%), 25-34 (+88,8%), 35-44 (+91,2%), 45-54 (+52,6%), 55-64 (+49,6%), 65+ (+27,0%); donne (+65,3%), uomini (+100,6%); mobile (+125,1%), desktop (+69,7%), tablet (+0,1%).

[2] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020 vs 2019. Distribuzione dell’interesse online ogni 100mila abitanti (score da 0 a 100): Lazio (100,0), Lombardia (95,8), Campania (69,5), Toscana (56,8), Puglia (55,4), Emilia-Romagna (52,3), Sicilia (45,8), Veneto (44,7), Piemonte (44,0), Abruzzo (41,9), Trentino-Alto Adige (40,8), Liguria (37,9), Calabria (34,9), Marche (34,1), Friuli-Venezia Giulia (32,9), Sardegna (31,0), Umbria (26,9), Molise (22,6), Basilicata (18,5), Valle d’Aosta (10,0). Crescita dell’interesse online nel 2020 rispetto al 2019: Molise (oltre +200,0%), Friuli-Venezia Giulia (+196,2%), Basilicata (+191,1%), Trentino-Alto Adige (+184,4%), Abruzzo (+154,5%), Sardegna (+152,2%), Veneto (+148,4%), Emilia-Romagna (+147,3%), Toscana (+146,8%), Sicilia (+138,0%), Calabria (+126,5%), Lazio (+105,9%), Puglia (+100,7%), Marche (+100,0%), Lombardia (+99,9%), Piemonte (+96,5%), Campania (+87,7%), Umbria (+76,1%), Liguria (+41,0%), Valle d’Aosta (+39,6%).

[3] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto per la categoria degli Alcolici sul proprio portale italiano. Periodo: 2020 vs 2019. Prosecco = Spumante, prosecco & champagne. Superalcolici = Superalcolici & Acquaviti.

[4] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020 vs 2019. Distribuzione dell’interesse online nel 2020 (score da 0 a 100): Spumante, prosecco & champagne (100,0), Whisky (25,1), Rum (17,7), Liquori (16,9), Gin (13,8), Vini (12,9), Superalcolici & Acquaviti (8,7), Vodka (4,1), Cognac & Brandy (3,8). Crescita dell’interesse online nel 2020 rispetto al 2019: Vini (+446,0%), Cognac & Brandy (+247,6%), Vodka (+242,7%), Whisky (+237,2%), Spumante, prosecco & champagne (+229,6%), Gin (+210,0%), Liquori (+178,2%), Rum (+144,8%), Superalcolici & Acquaviti (+124,9%).

[5] idealo ha analizzato i prezzi medi mensili sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020. Risparmio massimo medio per ogni categoria se si acquista nel mese più conveniente (rispetto a quello più caro): Cognac & Brandy (-37,9%), Rum (-28,4%), Vini (-17,3%), Whisky (-16,4%), Superalcolici & Acquaviti (-15,2%), Vodka (-13,3%), Liquori (-10,2%), Spumante, prosecco & champagne (-8,1%), Gin (-7,9%).

[6] idealo ha analizzato le attivazioni della funzione “prezzo ideale” sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020. Risparmio desiderato medio per ogni categoria: Vodka (-36,0%), Vini (-32,7%), Superalcolici & Acquaviti (-28,8%), Gin (-24,9%), Liquori (-24,8%), Whisky (-21,0%), Spumante, prosecco & champagne (-20,7%), Rum (-19,9%), Cognac & Brandy (-14,5%).

[7] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020. Regioni con un maggiore interesse online per le bottiglie di Campari (in ordine alfabetico): Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia, Marche, Molise, Sicilia, Umbria, Veneto. Regioni con un maggiore interesse online per le bottiglie di Aperol (in ordine alfabetico): Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Toscana. La Valle d’Aosta non è stata oggetto di studio in quanto i dati per questa regione non erano disponibili.

In’s Mercato: le novità del 2021

L’insegna discount italiana In’s Mercato inaugura un 2021 che sarà contraddistinto da un consolidamento dell’identità di marca e una penetrazione sul mercato ancora più importante. L’azienda, infatti, ha in programma 30 nuove aperture e 90 restyling con il reparto In’s FORNO, dislocate sull’asse Nordest-Nordovest e Centro Italia: una presenza capillare che fa della vicinanza e della prossimità ai consumatori un asset fondante della propria proposta valoriale.

Sul fronte dei nuovi format, l’insegna lancia nel 2021 In’s Pescheria che proporrà una selezione di specialità confezionate di mare che comprendono pesce, crostacei e piatti pronti.

«Questa novità – commenta Moreno Fincato, Direttore Generale di In’s Mercato – si inserisce nel programma di ampliamento dell’offerta della nostra insegna, che già nel 2020 aveva introdotto il reparto forno e l’ortofrutta sfusa. Vogliamo offrire sempre nuovi prodotti al nostro cliente, conservando molto alta l’attenzione alla filiera e alla qualità dei prodotti che da sempre contraddistinguono l’assortimento di In’s.»

Altri due importanti focus saranno la sostenibilità e l’inclusività. In’s, infatti, porterà avanti azioni mirate ed efficaci per ridurre l’impatto sull’ambiente: in arrivo la nuova collezione di shopper in plastica riciclata all’80% con le originali illustrazioni di Diego Cusano, Food Artist di fama internazionale. I pack dei prodotti saranno sempre più green, il volantino continuerà ad essere certificato PEFC, cioè realizzato con materia prima da foreste gestite in modo sostenibile e da fonti controllate. Il numero di copie stampate, infatti, è in decrescita costante negli ultimi 4 anni, proprio per una maggior attenzione alla sostenibilità: In’s ha ridotto del 35% le copie cartacee, a favore del volantino digitale, veicolato tramite i nuovi canali media.

Per quanto riguarda la comunicazione e il marketing, In’s Mercato rinnova anche per il 2021 la collaborazione con Discovery all’interno del programma Cortesie per gli ospiti, in onda, a partire da lunedì 18 gennaio, dal lunedì al venerdì alle 20.20 su Real Time (canale 31) oltre all’attività di sponsorizzazione e premio ai vincitori, a livello media saranno on air due spot, il primo con lo Chef Valbuzzi come protagonista, il secondo istituzionale, con la presentazione della linea Le meraviglie di Adelia. Lato social media, continuerà la collaborazione con lo chef Roberto Valbuzzi e saranno introdotti nuove testimonial che amplificheranno i valori e le campagne di In’s nei canali social.
Importanti anche le iniziative in ambito di inclusività e Corporate Social Responsibility. Nella prima parte dell’anno, infatti, prenderà il via un progetto che vuole promuovere e sostenere l’imprenditoria femminile e durante il 2021 partirà un’iniziativa educational dedicata alla sana alimentazione dei bambini. Continuerà, anche nel 2021, l’impegno di In’s nei confronti delle comunità e del territorio nell’ottica di un “giving back” attraverso iniziative a sostegno di realtà imprenditoriali e sociali, come è stato fatto nel 2020, quando l’insegna discount è stata da subito sensibile all’emergenza sanitaria e ha supportato la Cantina di Vo’ introducendo in assortimento il Prosecco BIO e il Merlot Doc dei Colli Euganei.

PepsiCo raddoppia l’obiettivo sul clima

PepsiCo ha reso noti i suoi piani per raddoppiare l’obiettivo climatico basato sulla scienza, mirando ad una assoluta riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) attraverso la sua catena del valore, di oltre il 40% entro il 2030. In aggiunta, la società si impegna a raggiungere entro il 2040 zero emissioni nette, un decennio prima di quanto richiesto nell’accordo di Parigi.

In particolare, PepsiCo prevede di ridurre le emissioni di gas serra nelle sue operazioni dirette (ambito 1 e 2) del 75% e in quelle indirette (ambito 3) del 40% entro il 2030 (riferimento 2015). Questa azione dovrebbe prevedere la riduzione di oltre 26 milioni di tonnellate di emissioni di gas a effetto serra, l’equivalente di eliminare dalla strada più di cinque milioni di automobili per un anno intero.

“I gravi impatti del cambiamento climatico stanno peggiorando e dobbiamo accelerare i cambiamenti sistemici urgenti necessari per affrontarlo”, ha dichiarato Ramon Laguarta, Presidente e CEO di PepsiCo. “L’azione per il clima è fondamentale all’interno della nostra attività nel settore alimentare e delle bevande in cui operiamo come leader globali e spinge il nostro percorso “PepsiCo Positive” a fornire risultati positivi per il pianeta e per le persone. Il nostro ambizioso obiettivo climatico ci guiderà sulla ripida ma fondamentale strada da percorrere – semplicemente non c’è altra soluzione che un’azione immediata ed energica.”

Il piano d’azione di PepsiCo è incentrato sia sulla riduzione, come quella delle emissioni di gas a effetto serra per de-carbonizzare le proprie attività e la filiera, sia sulla resilienza, riducendo le vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici, continuando ad inserire il rischio climatico nei piani di continuità aziendale. In Europa, PepsiCo ha già ridotto le sue emissioni totali del 6% dal 2015, in linea con le riduzioni globali, e il nuovo piano globale di riduzione delle emissioni si concentrerà su aree prioritarie come l’agricoltura, gli imballaggi, la distribuzione e le operazioni. 

“Non esiste un vaccino per il cambiamento climatico.  Ma il nostro pianeta è in un momento di crisi”, ha dichiarato Silviu Popovici, Amministratore Delegato di PepsiCo Europa.  “L’obiettivo climatico PepsiCo raddoppia i nostri sforzi sulla riduzione delle emissioni. Questo ha impatto sia nel nostro business, ma che per i nostri fornitori e imbottigliatori. In poche parole, tutti dobbiamo fare di più.”

Consumi e pandemia: l’Osservatorio Confimprese-EY

In piena pandemia, uno sguardo all’andamento del commercio. Ecco la panoramica fornita dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato nel mese di dicembre. Ne emerge una situazione ancora fortemente negativa in tutta Italia, con previsioni che decisamente poco rosee.

Il mese di dicembre, registra, infatti, un trend del -46,6%: ancora negativo, sia pure in ripresa rispetto a novembre (-67,1%).

L’anno 2020 si chiude a -38,9% vs 2019 con la ristorazione in maggiore sofferenza a -46,8%, seguita dall’abbigliamento a -38,3% e altro non food a -26,9%.

Centri commerciali e outlet crollano per effetto del protrarsi delle restrizioni che li obbligano alla chiusura nel weekend, con simmetrico aumento di traffico e assembramenti nei centri città. Effetto negativo che si ripercuote sull’aggregato di dicembre fermo a -54,7% e -41,1% su base annua.

Quanto alle categorie merceologiche nel mese di dicembre, la ristorazione paga il prezzo più alto dovuto all’effetto boomerang delle chiusure nel weekend. L’andamento disastroso a -66,8% la relega a maglia nera dell’intero comparto retail, mentre l’abbigliamento si ferma a -45%, migliori le performance -29,3% di altro non food, che continua a godere dell’onda lunga delle minori restrizioni dal primo lockdown in poi.

A guadagnare dalla chiusura dei centri commerciali in dicembre sono le high street che, in controtendenza rispetto ai mesi precedenti, registrano un calo del -32,2% rispetto ad altre località -37,3%. Si assiste, in buona sostanza, a un mutato atteggiamento de consumatore che, privato dei luoghi di aggregazione abituali, si è rivolto ai centri città per trovare i negozi che di solito frequenta nei centri commerciali e outlet. Sempre in grande sofferenza il travel con -67,2%. Su base annua chiude a -59,7%.

Le aree geografiche riflettono la situazione di lieve miglioramento riscontrata per i settori merceologici e chiudono a -46,6%. Rispetto alle rilevazioni dei mesi precedenti, si osserva una maggiore omogeneità dei trend in tutte le aree. La flessione più marcata si registra nell’area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) con -52,5%, seguita dall’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) con -47,1%, dall’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) con -45,9% per finire con l’area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) che chiude il mese a -43,7%.

«Con un mese di dicembre a -46,6% – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Retail di Confimprese – si chiude l’anno più difficile per il retail non food e ristorazione. Il totale anno a -38,9%, con punte -46,8% per la ristorazione e -59,7% per il canale travel, preannuncia pesantissimi effetti sui bilanci delle aziende del settore con conseguenti presumibili ricadute su occupazione e investimenti. Le prime indicazioni sui primi 10 giorni di gennaio, con un calo di traffico nei centri commerciali intorno al -50%, non danno segnali di miglioramento nel breve periodo. Sono sempre più necessari e urgenti interventi di supporto al settore con particolare riferimento alla tematica degli affitti che, con cali di fatturato di tale entità, non possono e non devono rimanere un costo fisso che rischia di travolgere anche aziende sane e con opportunità di crescita e occupazione nel medio periodo».

L’e-commerce, dopo l’exploit di novembre (+92,6%) rimane invece stabile come numeri assoluti rispetto a novembre, ma cresce pur sempre del +54,9% rispetto a dicembre di un anno fa. Le iniziative come il cashback sembrano aver funzionato per riportare i consumatori ad acquistare nei negozi fisici.

«Facciamo il bilancio di un anno molto difficile – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, Med business consulting leader di EY –. Tuttavia, si registra uno scenario diverso rispetto al fisiologico +40% raggiunto usualmente nel mese di dicembre su novembre. Quest’anno le vendite nei negozi fisici sono più che raddoppiate (+110%), mentre le vendite online in valore assoluto sono rimaste simili (+2% vs novembre 2020). Da ciò possiamo ritenere che il consumatore tornerà ad acquistare nei negozi fisici, non appena le restrizioni si allenteranno, e che iniziative come il cashback hanno un effetto tangibile nel promuovere le vendite. Notiamo inoltre una ripresa per i negozi in centro città, che hanno rappresentato un’alternativa ai centri commerciali chiusi, per fare shopping nei grandi marchi del retail».

Analisi per regioni

A livello regionale i trend riflettono l’andamento delle aree geografiche. Cinque regioni lasciano sul terreno perdite superiori al 50% e sono Friuli-Venezia Giulia e Veneto -55,5%, seguite a breve distanza da Toscana -53,6%, Campania -51,5%, Emilia-Romagna -50,4%.

Tutte le altre subiscono perdite sotto il 50% ma pur sempre significative. A cominciare dall’area Sud con Abruzzo -48,6%, Umbria -47,6%, Puglia -47,2% Molise -47%, Basilicata -46%. Per proseguire con Centro e Nord: Lazio -45,6%, Lombardia -45,2%, Trentino-Alto Adige -43,7%, Liguria -43,2%, Valle d’Aosta -42,8%, Sardegna -42,3%, Sicilia -41,8%, Marche -41,3%. A sorpresa le regioni maggiormente agli antipodi dello Stivale, Piemonte e Calabria, se la cavano meglio delle altre, entrambe a -40,2%.

Analisi per città

Venezia, icona dell’arte nel mondo, collassa a dicembre a -62,4% e -46,9% su base annua. Ma a breve distanza c’è sempre Firenze -59,6%. Seguono Reggio Emilia -57,1%, Genova -55,6%, Verona -55,5% Parma -53,6%, Bologna -53%. Con perdite inferiori al 50% troviamo Roma -45,8%, Palermo -45,6%, Milano -40,3%, Napoli -38,3%, Torino -38,2%.

Analisi per province

Il trend delle province mostra la concentrazione dell’andamento peggiore a Caserta -63,4%, sede di importanti centri commerciali, meglio le province di Napoli -47,2% e Salerno -45,5%. Tuttavia, subito dopo ricompaiono le città simbolo dell’arte e del turismo italiano. In Toscana la provincia di Firenze chiude dicembre a -61,6%, Livorno -47,8%, Lucca -41,8%. In Veneto la provincia di Venezia è a -61,1%, Verona -55,2%, Vicenza -52,7%, Treviso -52%, Padova -51,5%. Male anche la provincia di Udine -59,1%. La situazione delle province lombarde riflette l’andamento su base annua: Como -57%, Pavia -54,2%, Brescia -53,1% Milano -46,4%, Monza Brianza -44,4%, Bergamo -38,6%.

Delle province liguri la peggiore è quella di Genova con -52,5%, molto staccate Savona -29,1% e Imperia -23%. Delle province emiliane la provincia di Reggio Emilia è la peggiore -59,1%, seguita da ForlìCesena -52,7%, Bologna -52,3%, Parma -49,2%, Modena -46,5%, Rimini -38,1%. Per le province piemontesi la peggiore è Biella -45,7% seguita da Alessandria -42,5%, Torino -41,6%, Novara -41,4%, Cuneo -30%. Tra le province siciliane la peggiore è Catania che lascia sul terreno una perdita secca del -50,7%, seguita da Palermo -43,6%, Ragusa -43%, Agrigento -41%. Staccate Trapani -30,5%, Messina -28,9% e Siracusa -24%. Nelle province laziali si distingue per performance negative Frosinone che con -46,4% precede Roma -45,8% e Latina -40,9%.

Economia circolare: la strada giusta

L’economia circolare del cibo può essere la chiave per risolvere due problemi fondamentali della contemporaneità: da un lato, ridurre il nostro impatto sull’ambiente, dall’altro, contribuire alla lotta contro la malnutrizione. Infatti, stando ai dati della Fondazione Ellen MacArthur, una migliore gestione del food waste (ovvero gli scarti) potrebbe far diminuire le emissioni industriali globali di CO2 del 40%, vale a dire un valore assoluto di 3,7 miliardi di tonnellate, entro il 2050. E ridistribuendo il surplus di produzione del cibo, sempre entro 2050, potremmo sfamare 1 miliardo di persone in più nel mondo. (“Cities and Circular Economy of Food”, Ellen MacArthur Foundation).

Il modo in cui il cibo che mangiamo viene prodotto, commercializzato e consumato, ha un impatto enorme sulla vita del pianeta e su quella dei suoi abitanti. Se si dovesse tradurre economicamente l’impatto della sola produzione del cibo sulla società, a livello globale, in termini di salute e ambiente, si stima che la cifra si aggirerebbe intorno ai 5.7 trilioni di dollari ogni anno! Spostandoci in Italia, Ispra calcola che nel 2018 abbiamo prodotto 14,5 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari o derivanti dal packaging degli alimenti. Numeri monstre che testimoniano quanto il mercato del cibo, in tutte le sue sfaccettature, sia una questione di primaria importanza, i cui risvolti vanno ben oltre le nostre tavole.

Si tratta di un mercato che ha il suo fulcro nelle città. Il tema della catena di produzione e smaltimento del cibo, infatti, è legato a doppio filo agli spazi urbani: entro il 2050, l’80% di tutto il cibo prodotto a livello globale sarà consumato nelle città. Non a caso, le città sembrano essere i luoghi in cui le strategie di economia circolare applicate al cibo possono agire in modo più efficace.

Un esempio emblematico è il caso di Milano: è la più grande città in Europa ad utilizzare il sistema di raccolta porta a porta. Stando sempre ai dati Ispra, in termini di percentuale di raccolta differenziata, il Comune di Milano si colloca al primo posto delle città al di sopra del milione di abitanti con il 58,8% e al secondo posto tra le città sopra ai 200 mila abitanti (la prima è Venezia con 59,5%), leggermente al di sopra della media nazionale (58,1%) e al di sotto della media del Nord Italia (67,7%). In termini di produzione di rifiuti urbani pro capite (502,1 kg/ab/anno), il Comune di Milano è al di sotto dei valori delle altre grandi città (solo Genova e Messina hanno valori più bassi), al di sotto della media del Nord Italia (516,8 kg/ab/anno) e al di sopra della media nazionale (499,8 kg/ab/anno).

Questi dati dimostrano che un modello cittadino di economia circolare del cibo è possibile, e non solo a livello di piccole città. Tuttavia, per realizzarlo, non basta l’azione “dall’alto” dei comuni. Serve creare una rete, coinvolgere più attori, in poche parole: fare sistema.

Circolarità significa fare sistema

La gestione dei rifiuti urbani in Italia ha conosciuto una forte evoluzione a partire dagli anni ’90, quando è iniziato “un processo legislativo europeo e poi nazionale più strutturato che mirava direttamente a proteggere la qualità dell’ambiente, la salute umana e le risorse” – come si legge nel report “Economia circolare del cibo a Milano”, realizzato a settembre dal Comune di Milano con la Fondazione Cariplo e Novamont.

Per fare tutto questo è stato necessario creare una rete di consorzi specificamente dedicati al miglioramento della raccolta, selezione e riciclo dei flussi di rifiuti differenziati. Da qui si è sviluppato un sistema industriale le cui dimensioni economiche sono cresciute negli anni: la gestione dei rifiuti urbani oggi ha dimensioni tecnologiche, quantitative e occupazionali “tali da configurarlo come un vero e proprio ambito industriale. … Una realtà profondamente diversa da quella ben più piccola, scollegata tra i suoi attori e frammentata in piccole entità che è esistita fino a 25 anni fa.”

La stessa città di Milano ha sviluppato la sua Food Policy nel corso degli anni e grazie alla collaborazione di più parti: dal 2014 ha avviato un’agenda sul tema del cibo, insieme alla Fondazione Cariplo, coinvolgendo tutti gli attori interessati, dai cittadini, agli altri Enti pubblici, alle associazioni, alle imprese, alle Università. Oggi, le iniziative strutturali coinvolgono in modo organico i diversi Assessorati dell’Amministrazione, e in questo circuito sono via via state incluse società partecipate, attori sociali e settore privato. Un progetto a cui ha preso parte la stessa Cariplo Factory, con l’iniziativa Food Policy Hot Pot, volta a sviluppare l’innovazione all’interno del sistema alimentare della città. Perché parte integrante, imprescindibile, di questo sistema è la sua continua ottimizzazione grazie all’innovazione dei processi.

Cariplo Factory partecipa anche al progetto Food Trails, partenariato europeo coordinato dal Comune di Milano che include 19 partner di cui undici città oltre Milano (Copenaghen, Varsavia, Birmingham, Bordeaux, Bergamo, Funchal, Groningen, Grenoble, Salonicco e Tirana), tre università (Università di Cardiff, Wageningen e Roskilde) e cinque player del sistema alimentare e di innovazione. Obiettivo di Food Trails è evidenziare, a favore dei policy maker, azioni concrete da poter mettere in campo, co-progettate e verificate, per supportare lo sviluppo e il consolidamento di politiche alimentari utili e praticabili.

Un sistema che funziona è un sistema che innova

La complessità della filiera del riciclo impone il ricorso all’open innovation: perché il riciclo sia un successo è cruciale che gli scarti possano essere riutilizzati anche da realtà che oggi neppure immaginano di poterlo fare.

L’open innovation abilita l’accesso alle idee esterne, in particolare quelle sviluppate da startup innovative. E sono moltissime le startup che oggi possono dare un contributo importante per migliorare la filiera del cibo in Italia e le cui soluzioni possono essere integrate nel sistema dello smaltimento dei rifiuti alimentare delle città. Infatti, per quanto si siano fatti enormi passi avanti, molti degli “ingranaggi” dell’economia circolare possono essere ancora perfezionati. Per esempio: attraverso soluzioni che abilitino il controllo della qualità del cibo, o che ne migliorino la tracciabilità lungo l’intera catena del valore, o ancora che aiutino o migliorano il recupero delle eccedenze alimentari o che abilitano la sostenibilità della catena dei fornitori.

È proprio in quest’ottica che nel 2018 Cariplo Factory ha attivato, insieme a Intesa Sanpaolo Innovation Center, il Circular Economy Lab (CE Lab), primo laboratorio per la circular economy in Italia che collega le imprese con le startup innovative. A proposito di rifiuti: qualche settimana fa, grazie al supporto del CE Lab, il Gruppo Greenthesis, uno dei principali operatori italiani con esperienza globale nei servizi ambientali, ha iniziato un percorso di collaborazione con cinque startup selezionate attraverso un percorso di open innovation: Clariter, Captive Systems, Carborem, Iride Acque, HBI.

La sfida di oggi per domani: ambiente, società ma anche economia

Tornando alla filiera alimentare, oggi, la priorità è ridurre lo spreco, recuperare gli scarti e minimizzare l’impatto ambientale dell’intera industria: specialmente in questo momento che la pandemia ha definitivamente messo a nudo la fragilità del nostro modello di sviluppo economico, rendendo evidente la necessità di ripensarlo in una logica di maggiore attenzione alla sostenibilità. Una risposta che può arrivare proprio dall’economia circolare come modello di produzione, consumo di beni e servizi e – soprattutto – gestione dei relativi scarti, orientato al principio di conservazione del valore socioeconomico dei prodotti.

Abbiamo l’occasione di ripensare l’intero ecosistema produttivo, rivalutando l’economia circolare e la bioeconomia, nella sua natura fortemente connessa al territorio e per la sua capacità di creare filiere multidisciplinari integrate nelle aree locali. Caratteristiche che la rendono uno dei pilastri del Green New Deal, il programma lanciato dall’Unione Europea per raggiungere la neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050 (i primi dati resi di noti da Bruxelles hanno stimato una disponibilità di fondi per l’Italia di oltre 360 milioni di euro). Da questo punto di vista la strada è ancora lunga. Solo nel 2018, in Italia, sono state immesse al consumo 2.292.000 tonnellate di imballaggi in plastica: come se ogni abitante ne consumasse 38,2 kg all’anno (tanto per avere un’idea: il consumo annuo di pasta è di 23 kg!). A preoccupare, però, è l’incremento rispetto al 1995, quando i kg di plastica pro-capite erano 33.

A cura di Riccardo Porro, 
Chief Operations Officer di Cariplo Factory

Multicedi: l’obiettivo è ottimizzare i pdv

Migliorare i punti vendita già attivi e proseguire il programma di sviluppo in nuovi territori: questo il duplice obiettivo che si prefigge per il 2021 Multicedi, azienda di Pastorano (CE) con una storia pluriennale nel mondo della GDO.

A dispetto di un 2020 estremamente difficile per il mondo dell’imprenditoria, Multicedi ha chiuso l’anno solare appena trascorso con 29 nuove aperture in 4 diverse regioni, a dimostrazione di una precisa volontà aziendale di non modificare i piani di sviluppo stabiliti prima dello scoppio della pandemia. Anche per il 2021, è previsto un numero pari di aperture. L’azienda, infatti, punta a ripetere la felice esperienza di sviluppo dell’anno passato, da un lato rafforzando la propria presenza in territori dove storicamente già opera con successo con varie insegne (Campania e Lazio in testa), dall’altro affacciandosi a una regione rimasta ancora poco esplorata: la Puglia.

“Questo processo di sviluppo è la naturale prosecuzione di quel trend che ci ha portato dalla seconda metà degli anni 2000 ad oggi a distinguerci come leader del settore GDO in Area 4” commenta Angelo Merola, Responsabile Marketing del Gruppo. “Va da sé che affacciarsi a nuovi mercati – peraltro, con un portafoglio di brand decisamente composito e corposo – ci metta dinanzi a interrogativi e sfide totalmente nuovi: approcciando nuovi territori, incontriamo un cliente abituato a modalità d’acquisto e fruizione di servizi piuttosto diverse da quelle che conosciamo. Allo stesso tempo” prosegue Merola, “non dobbiamo dimenticare che, in un mercato così fluido, siamo chiamati a migliorarci ogni giorno per offrire alla clientela servizi e soluzioni in linea con le esigenze dei tempi.”

Con la fuoriuscita di due soci e l’innesto di nuovi attori, attualmente il gruppo vanta oltre 420 punti vendita. Per quelli a gestione diretta, l’azienda ha stanziato già dal secondo semestre del 2020 la cifra di 10 milioni di euro per procedere a migliorie strutturali. Il duplice obiettivo è valorizzare la centralità delle tradizionali e, al contempo, strizzare l’occhio alla digitalizzazione; ciò sarà possibile grazie all’implementazione di vari servizi, tra cui la segnaletica digitale e la spesa on-line, volti a garantire al cliente un’esperienza di spesa omnicanale. Un simile piano è in fase di studio anche per il resto della rete.

Inoltre, nel 2021 con l’apertura della sede milanese di Decò Italia si consolida la partnership con il Gruppo Arena, al momento il team sta lavorando al lancio di altri 1.200 prodotti a marchio e a marchio esclusivo. Si conferma anche la storica collaborazione con la centrale d’acquisto VéGé.

Mionetto presenta la nuova Prestige Collection

Eleganza, contemporaneità e distintività: per la sua Prestige Collection Mionetto ha voluto reinterpretare le forme della bottiglia che storicamente rappresenta il Prosecco, le cui linee morbide vengono ora snellite da un leggero tocco di altezza, regalandole un carattere moderno. Il corpo è avvolto in una veste elegante che si caratterizza nell’uso di materiali microtexturizzati e di lamine lucenti.

Il nuovo stile di Prestige Collection si avvale dei due segni distintivi di Mionetto: l’obliquità intesa come spontaneità, dinamismo e contemporaneità e il colore “Orange Mionetto” a rappresentare la passione e la vivacità.

Fiore all’occhiello della Collezione è il Prosecco DOC Treviso Brut, il prodotto da sempre ambasciatore dello stile Mionetto nel mondo. Apprezzato da un ampio pubblico per il perfetto equilibrio tra acidità e zuccheri residui, presenta un perlage sottile e un gusto fresco, fruttato, con sentori di mela golden. Esprime tutta la tipicità del Prosecco grazie a uno stile enologico rispettoso delle doti naturali del vitigno Glera.  É ottenuto con uve maturate nei vigneti dell’area DOC di Treviso, una sottozona della più estesa area DOC, che si distingue per la lunga tradizione enologica e per la qualità delle uve che ne derivano. Una menzione speciale quella di “Treviso” che, potendo essere riportata in etichetta solo se la vinificazione e l’imbottigliamento avvengono completamente all’interno di questa provincia, costituisce un’ulteriore testimonianza di qualità per il consumatore.

Completano Prestige Collection di Mionetto il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry; il Prosecco DOC BIO Extra Dry; il Prosecco DOC Treviso Extra Dry; il Valdobbiadene Prosecco DOCG Spago e il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Rive di Santo Stefano Millesimato Brut.

 

 

LifeLab Everyday, la piattaforma P&G che parla di novità

Procter & Gamble torna per il terzo anno al Consumer Electronics Show e alza il sipario su P&G LifeLab Everyday , la sua nuovissima piattaforma immersiva, che unisce l’esplorazione digitale alla realtà virtuale, per mostrare come le innovazioni e le tecnologie ispirate dalla profonda comprensione dei consumatori possano influire sulla vita quotidiana di 5 miliardi di persone in tutto il mondo.

«In un’era di sconvolgimenti di massa, i consumatori sono sempre più alla ricerca di prodotti affidabili e dalle prestazioni superiori per supportare la loro vita quotidiana – ha affermato Marc Pritchard, Chief Brand Officer di P&G. Il nostro P&G LifeLab Everyday virtuale dimostra come ci siano ricerca e tecnologia dietro i nostri prodotti innovativi e come stiamo anticipando questa trasformazione, creando marchi che ogni giorno rendono la vita un po’ più facile e il futuro un po’ più luminoso».

I visitatori del P&G LifeLab Everyday potranno creare un proprio avatar per accedere ed esplorare la piattaforma virtuale, interagendo con una gamma di tecnologie e innovazioni e scoprendo, tramite video e presentazioni, il futuro dell’innovazione ispirata dai consumatori.

Nel nuovo LifeLab Everyday sarà quindi possibile scoprire le ultime novità dei prodotti per la salute, per l’igiene personale e per la cura della casa e dei tessuti, nonché le innovazioni che sfruttano la tecnologia per migliorare sostenibilità e impatto ambientale, a partire dalla nostra casa:

  • The 50-Liter Home Coalition, il progetto, avviato di recente e guidato da P&G, ha l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili, basate sulla tecnologia e sulla cooperazione tra tutti i soggetti delle catene del valore, per reinventare il modo in cui l’acqua viene utilizzata in casa, con l’obiettivo di affrontare il rischio di scarsità idrica, che entro il 2025 minaccerà già i 2/3 della popolazione mondiale.
  • EC30: la rivoluzionaria gamma di prodotti per la pulizia personale e della casa che, rimuovendo l’acqua dal prodotto, ha reinventato il concetto stesso di pulito per renderlo più sostenibile. Una linea di prodotti mono dose, senz’acqua, che concentrandosi solo sugli ingredienti essenziali, riduce drasticamente gli imballaggi in plastica e le emissioni. EC30 a contatto con l’acqua si attiva in pochi secondi, trasformandosi in una potente schiuma per offrire la migliore esperienza possibile.
  • Febreze Fade Defy Plug Air Freshener, il primo plug-in di massa con tecnologia microchip incorporata che controlla digitalmente la quantità di profumo rilasciata sulla base di ricerche approfondite sui consumatori in grado di determinare il rilascio e l’intensità ottimali del profumo. Il risultato? Freschezza come il primo giorno per 50 giorni interi![1] Una luce LED, inoltre, si accende quando è il momento di ricaricare.
  • Microban 24, la rivoluzione nell’igienizzazione della casa che mantiene le superfici protette dalla diffusione e dalla crescita di batteri per 24 ore (se usato come indicato, anche dopo più tocchi[2]).

Oral-B iO, lo spazzolino elettrico di ultima generazione che, grazie ad una tecnologia unica e rivoluzionaria, è capace di regalare un’igiene profonda e un’esperienza sensoriale mai provata attraverso un rivoluzionario sistema di azionamento magnetico, nuove micro-vibrazioni, sensore di pressione, connettività avanzata, intelligenza artificiale.

All’interno del P&G LifeLab Everyday anche il Connect with P&G Bar, dove partner e imprenditori sono invitati a condividere le loro ultime idee e ispirazioni con gli esperti di tecnologia e innovazione di P&G. Mentre al Work with Us Bar le potenziali reclute interessate a lavorare in P&G possono esplorare le opportunità in azienda parlando con i rappresentanti della Talent Supply Organization della multinazionale.

Non solo: nell’anfiteatro del P&G LifeLab Everyday, P&G ospiterà la sua terza sfida annuale per l’innovazione in cui selezionati imprenditori in erba presenteranno le loro ultime soluzioni innovative per avere l’opportunità di collaborare con P&G Ventures e avviare lo sviluppo del loro prodotto. L’anfiteatro ospiterà anche le dimostrazioni con gli esperti P&G dei brand di Oral Care e Home Care, nonché la proiezione esclusiva di “Come mantenere una casa sana” presentata da Bounty, che racconta la facilità con cui i batteri possono diffondersi in una cucina e fornirà le raccomandazioni del microbiologo Dr. Charles Gerba per mantenere una casa pulita.

Al termine del CES, il P&G LifeLab rimarrà aperto su www.pglifelab.com. «Vediamo un futuro entusiasmante per P&G LifeLab dopo il CES – ha commentato Phil Duncan, Chief Design Officer di P&G. Stiamo investendo in questa rivoluzionaria piattaforma virtuale perché crediamo che il modo migliore per continuare ad interagire con consumatori, partner e media in tutto il mondo sia invitarli a unirsi a noi dietro le quinte, indipendentemente da quando o dove si trovino».

Lo shopping on line nel 2020: il bilancio di Idealo

L’inizio del nuovo anno è tempo di bilanci.

Nell’annuale report di idealo l’anno 2020 viene esaminato dal punto di vista dello shopping online, per comprendere come la pandemia abbia influenzato gli acquisti degli italiani.

e-Commerce a livelli record

Il 2020 è stato un anno speciale per l’e-commerce con un incremento in termini di ricerche e interesse per gli acquisti online pari al +98,7%[1] dovuto alle nuove esigenze dettate dalle disposizioni per far fronte alla pandemia di COVID-19 e alla maggiore offerta da parte di piccole e medie realtà che si sono attrezzate per la vendita via web, spinte dal drastico calo dei numeri delle vendite offline nel 2020[2].

Gli effetti più interessanti sull’e-commerce si sono registrati, tuttavia, rispetto ai comportamenti d’acquisto online: se fino ad oggi[3] le categorie regine delle vendite online sono state l’Elettronica e l’Abbigliamento, rappresentando quasi il 50% del totale delle intenzioni d’acquisto (34,1% per Elettronica e 15,3% per Moda e Accessori), nel 2020 si è assistito ad un boom nella domanda di prodotti e generi assunti a “notorietà” per le vicende legate alla pandemia e alle restrizioni e limitazioni agli spostamenti durante i mesi di lockdown.

Così, nella classifica dei 5 prodotti più cercati nel 2020[4], oltre all’iPhone 11, alla Sony PlayStation 4 e agli AirPods2, troviamo l’Amuchina Gel e l’Alcool denaturato.

Home Sweet Home

Le lunghe giornate trascorse a casa durante i periodi del lockdown hanno fatto riscoprire la passione degli italiani per l’arredamento, il fai da te, la cura delle piante e la sistemazione dei propri giardini e balconi.

Nel 2020[5] infatti le categorie di prodotti che sono cresciute di più sono state quelle legate all’Arredamento e al Giardinaggio (+190.5%).

Chi ha la fortuna di poter disporre di uno spazio esterno e non sapendo se sarebbe stato consentito andare in vacanza quest’anno, ha approfittato delle offerte online nel 2020 per arredarlo e curarlo acquistando soprattutto Tende da Sole, Sedie da Giardino, Piscine da esterno e Barbecue.

Molti si sono dedicati all’abbellimento dei propri spazi casalinghi, acquistando Tappeti, Tende per interni e nuovi Letti, o all’equipaggiamento della propria cucina, comprando Mini forni, e Robot da cucina. I più “intraprendenti” hanno approfittato delle giornate di lockdown per cimentarsi in lavori di ristrutturazione attrezzandosi con Motoseghe e Seghe circolari.

Più tempo per noi: i prodotti più amati nel 2020 per la cura di sé e l’home fitness

Con il lockdown totale iniziato in Italia lunedì 9 Marzo, gli italiani si sono trovati a dover passare in casa tutta la giornata, con la sola eccezione di poter uscire per le attività cosiddette essenziali. Questo ha significato per molti l’impossibilità di continuare a frequentare palestre, centri estetici e parrucchieri ma, a giudicare dagli incrementi delle ricerche online di articoli per l’home fitness e per la cura di sé, non pare che gli Italiani si siano scoraggiati.

Nell’ultimo anno, infatti, l’interesse verso i prodotti per la Cura di sé è aumentata del +164,7% mentre quello per gli attrezzi e accessori per praticare il proprio sport preferito a casa è aumentato del +96,3%.

I prodotti per l’home fitness più richiesti online sono stati i Tapis roulant e le Tute sportive mentre, per la cura di sé, le ricerche si sono concentrate soprattutto su Regolacapelli e Barba e Integratori alimentari.

Tra i prodotti di queste categorie rientrano anche gli articoli legati alle misure anti-contagio e distanziamento come le mascherine chirurgiche, i guanti in lattice e i disinfettanti per le mani, i cui prezzi hanno subito le maggiori fluttuazioni nel corso dell’anno, con offerte e sconti che hanno permesso di risparmiare in media il -59,7[6]%

Vincitori e vinti del 2020: i prodotti più desiderati e quelli meno cercati

Il boom dell’e-commerce nel 2020 ha interessato anche altre categorie come il Mangiare & Bere (+159,2%), i Prodotti per animali (+116,5%), i Prodotti per bambini e neonati (+91,5%), i Giocattoli e articoli per il Gaming (+88,7%), l’Abbigliamento e gli accessori (+72,7%).

Da segnalare, in particolare, la crescita dell’interesse online verso i prodotti di Elettronica, aumentato del +96,7%. A farla da padrone quest’anno sono stati gli acquisti di strumenti per l’Home office e la Didattica a distanza ed in particolare le Webcam, le Stampanti multifunzione e le Cartucce, i Monitor e i Notebook, strumenti di cui moltissimi italiani si sono dovuti dotare per poter continuare a lavorare e a studiare nei periodi di lockdown.

Altre categorie, invece, hanno subito pesanti perdite nel 2020. A soffrire maggiormente sono stati i prodotti legati ai viaggi e allo sport in esterna come i seggiolini per bambini (-37,6%), le Valigie (-35,1%), le Catene da neve (-38,0%) e le Scarpe da sport (-40,2%).

L’identikit di chi ha acquistato di più online nel 2020

I più attivi online nel 2020 sono stati gli uomini (60,6% contro il 39,4% delle donne), tra i 25 e 34 anni (25,0%) e residenti nel Lazio (se consideriamo l’interesse online ogni 100mila abitanti). Le regioni con la maggiore crescita di interesse rispetto al 2019 sono state quelle del Centro-Sud.

Hanno effettuato ricerche prevalentemente da mobile (67,5%), utilizzando un dispositivo Android (78,0%), la domenica e nella fascia oraria tra le 21h e le 23h.

Qualche curiosità: come si sono comportati online gli italiani nel giorno di Natale e di San Silvestro?

I tre prodotti maggiormente cliccati il 25 Dicembre sono stati Apple iPhone 11 (smartphone), Sony PlayStation 5 (console di gioco) ed Apple iPhone 12 (smartphone); viceversa, il 31 gli utenti hanno maggiormente cercato Moët & Chandon Brut Impérial (champagne), Didiesse Frog Revolution (macchina da caffè a cialde) ed Apple iPhone 12 (smartphone). Interessante notare poi come nella settimana tra il 25 e il 31 Dicembre le intenzioni di acquisto relative ai sex toys siano aumentate del +21,7% rispetto alla media giornaliera del 2020. Nella stessa settimana, l’interesse online verso spumante, prosecco e champagne ha registrato un vero e proprio boom rispetto agli altri giorni del 2020 con un +626,6% di intenzioni di acquisto sul portale italiano di idealo.

“L’anno 2020 è stato senza dubbio un anno caratterizzato da crescita e successo straordinaria per idealo Italia. Chiudiamo l’anno con un incremento delle visite al nostro sito del +140% rispetto all’anno precedente e aumenti delle offerte e del traffico web che abbiamo generato per gli shop nostri partner. Il successo ottenuto ci motiva a perseguire nella mission di idealo che è quella di collegare consumatori e shop, soprattutto piccole e medie realtà e fornire trasparenza sul mercato – ha dichiarato Filippo Dattola, Country Manager di idealo per l’Italia – Il mercato dell’e-commerce che già nel 2019 era cresciuta del +16%[7], ha registrato un ulteriore impennata del +24% quest’anno con tanti consumatori che per la prima volta hanno conosciuto la convenienza di acquistare online. Questo cambio di abitudine non sarà temporaneo. Purtroppo, tante aziende nel nostro paese solo recentemente hanno compreso l’importanza del mercato digitale. Dobbiamo cogliere questa occasione. L’Italia ha ancora tanto lavoro da fare per affermarsi sul mercato e-commerce europeo e mondiale”.

 

 

[1] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano. Quelle del 2020 sono state messe a confronto con quelle del 2019.

[2] eMarketer (Maggio 2020). Retail & Ecommerce Sales, Italy.

[3] Fino al 16 dicembre 2020 sul portale italiano di idealo.

[5] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano. Periodo: dal 1° gennaio al 16 dicembre 2020 messo a confronto con lo stesso periodo del 2019.

[6] idealo ha analizzato il prezzo medio mensile nel corso del 2020 per ogni categoria presente sul proprio portale italiano. Per ognuna di esse, per determinare il risparmio massimo medio (ovvero la fluttuazione massima dei prezzi), il mese più vantaggioso è stato messo a confronto con quello più caro.

[7] Fonte: eCommerce – Italien. (n.d.). Zugriff am 04. Dezember 2020, von https://de.statista.com/outlook/243/141/ecommerce/italien

 

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