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ICAM Cioccolato chiude il 2020 con 177 milioni di fatturato

ICAM Cioccolato chiude il 2020 con performance con un fatturato di 177 milioni di Euro (+15 Mio sul 2019), che conferma il trend positivo caratterizzato da 5 anni consecutivi di successi (+42Mio di Euro dal 2015), costruiti sulle scelte strategiche che da 75 anni caratterizzano l’azienda lecchese, non ultime la multi-canalità, il BIO e l’approccio etico.

L’anno appena conclusosi ha visto infatti crescere del 4% la quantità di fave di cacao acquistate (24mila tonnellate) – il cui 65% è composto da cacao BIO e FairTrade – per una produzione che coinvolge 3 aree di business principali: l’Industria (+7% rispetto al 2019, pari al 45% del mix di fatturato), i brand proprietari (Vanini, ICAM Professionale e Agostoni) che, a causa delle difficoltà che la pandemia Covid-19 ha creato al settore, hanno registrato una decrescita (riducendo dal 15% al 12% la quota nel mix di fatturato) e una crescita straordinaria segnata dall’area del Private Label che ha registrato un +19% sul fatturato, aumentando conseguentemente da 39% a 43% la quota nel mix di fatturato.

Un dato che a ben vedere non stupisce affatto, se si pensa all’enorme impatto che la GDO ha avuto sulla vita delle persone in Italia e all’estero durante i mesi di lockdown più rigido e all’effetto consolatore per mente e corpo che il cioccolato ha sull’essere umano. I negozi della grande distribuzione sono stati per mesi l’unica valvola di sfogo possibile per milioni di persone chiuse in casa, luoghi dove poter recuperare, non solo beni di prima necessità ma anche alimenti, come il cioccolato, che svolgono un importante ruolo per il benessere psico-fisico.

Se in Italia si sono registrati consumi record di farina, lievito e prodotti per l’home bakery a soddisfacimento della voglia di impastare, panificare e produrre autonomamente a casa propria pasta, pane, pizza e dolci, in paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti, dove il cioccolato è considerato quasi come un “bene rifugio” essenziale nella lista della spesa, è stato registrato un grande incremento nei consumi di tale alimento, con focus particolare sul cioccolato biologico, comparto da sempre più sviluppato all’estero che in Italia. Tendenza che ha contribuito anche alla forte crescita dell’Export di ICAM che si è attestata a chiusura d’anno su un +16% rispetto al 2019 (portando al 62% la quota nel mix del fatturato aziendale). Incremento che in generale si è registrato nella maggior parte dei 69 paesi del mondo in cui ICAM vende e distribuisce prodotti di cioccolato, in modo particolare per questa specifica area di business.

Produrre cioccolato di alta qualità, secondo un ideale di sostenibilità, che sia rispettoso ed equo nei confronti di tutti gli attori coinvolti nella filiera, oltre che buono per il consumatore finale. Questo il fil rouge che da sempre porta ICAM a selezionare i paesi d’origine da cui acquistare il cacao, le cooperative di coltivatori con cui stabilire rapporti paritari di collaborazione per il benessere delle persone e la salvaguardia della biodiversità e del territorio. ICAM oggi acquista cacao da 21 diversi paesi di Centro-America, America Latina e Africa e nella maggior parte di questi paesi sono attivi accordi di collaborazione di lunga durata con le cooperative presenti sul territorio. Un impegno che si replica anche all’interno dello stabilimento produttivo italiano (a Orsenigo), protagonista negli anni di investimenti importanti per l’acquisto di macchinari all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, e nelle scelte sostenibili dei materiali per i packaging, oltre che negli obiettivi di contenimento dei consumi idrici ed elettrici.

Un approccio etico dell’azienda che si è tradotto anche nella vicinanza a un settore, quello professionale composto da pasticceri, cioccolatieri e gelatieri che, al contrario della GDO, è stato piegato da un anno caratterizzato da importanti restrizioni e che per potersi rialzare, avrà bisogno del massimo sostegno da parte delle istituzioni anche nel corso del 2021. Un settore in cui ICAM è presente da sempre con i semilavorati dei brand ICAM Linea Professionale e Agostoni, e in cui ha registrato un calo a doppia cifra, rimanendo però nonostante tutto al fianco dei professionisti attraverso la formazione e gli aggiornamenti gratuiti della piattaforma virtuale CHOCOCUBE ONLINE e attraverso modalità di approvvigionamenti tailor made per andare incontro alle singole necessità e fornire quanto necessario per portare avanti l’attività nelle finestre temporali in cui era consentito.

“Dopo la deflagrazione dell’emergenza sanitaria non ci saremmo mai aspettati di chiudere l’anno con questi numeri, dichiara Angelo Agostoni, Presidente di ICAM Cioccolato. Risultati che, nonostante la drammatica situazione che tutto il mondo sta vivendo, ci ricompensano degli enormi sforzi fatti durante quest’anno terribile. Un particolare ringraziamento per l’ottimo lavoro fatto, va sicuramente a tutte le persone di ICAM, dagli addetti alle linee produttive al personale amministrativo, che anche nei primi difficili e incerti mesi della pandemia, ci sono sempre stati, chi da casa e chi in azienda, permettendoci di portare avanti il nostro lavoro e rispettare le scadenze.”    

Signorvino apre a Fidenza Village il suo 21° wine store

Fidenza Village rafforza la sua vocazione culinaria con l’apertura di una cantina con cucina, Signorvino. Il debutto  al pubblico avverrà  giovedì 25 febbraio: per Signorvino si tratta del ventunesimo wine store aperto in Italia. E della seconda apertura a Parma: una scelta legata alla vocazione turistica della cittadina ducale, ma anche e soprattutto alla sua immagine simbolo dell’eccellenza gastronomica italiana. Non a caso, Parma è stata la prima città in Italia ad essere ammessa (dicembre 2015) da UNESCO nell’esclusivo network mondiale delle Città Creative della Gastronomia. 

«Nonostante il periodo di incertezza sembri permanere, il nostro percorso di crescita non vuole fermarsi perché crediamo molto in questo progetto. Consolidiamo così, con il ventunesimo store, la nostra presenza in una zona importante e strategica per lo sviluppo di Signorvino – così commenta Federico Veronesi, General Manager Signorvino. – I nostri negozi raccolgono insieme in un unico spazio e in un’atmosfera amichevole, un’ampia selezione di vino dalle cantine di tutta Italia, piatti di qualità, aperitivi e molte possibilità di acquisto take away; questo è un segno di come la nostra offerta continui ad arricchirsi per soddisfare i clienti più esigenti in ricerca di un’esperienza autentica. Desideriamo che Signorvino diventi il punto di riferimento per i cittadini e gli ospiti di Fidenza Village e un nuovo punto d’incontro per tutte le generazioni di giovani, adulti, studenti e professionisti».

Al Fidenza Village, Signorvino si presenterà con il meglio della propria offerta: oltre 2.000 etichette – tra grandi nomi e realtà di nicchia – rappresentative dei territori italiani a maggior vocazione enoica. Oltre a poter acquistare una bottiglia nella boutique di Signorvino ci sarà la possibilità di pranzare o di fare l’aperitivo e di arricchire la propria cultura: verranno infatti organizzate lezioni, tasting session e masterclass, secondo la più tipica filosofia targata Signorvino.

Come spiega Edoardo Vittucci, Business Director di Fidenza Village, che conta oltre 120 boutique, «Siamo felici di accogliere Signorvino, che ha scelto come propria missione la promozione della cultura del bere bene e del mangiare di qualità, nel segno dell’eccellenza del made-in-Italy. Si tratta di una partnership importante, coerente con la caratterizzazione di Fidenza Village come attore turistico vero e proprio, impegnato – lo testimonia la scelta di diventare partner di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 – nella promozione del territorio, a cominciare dalla sua identità gastronomica. Parma è infatti l’indiscussa capitale della Food Valley italiana».

Il digitale corre in soccorso al Retail: cresce l’e-commerce

Durante il primo lockdown, in poche settimane, il digitale è diventato strumento essenziale per la sopravvivenza del commercio: lo confermano i top retailer italiani che hanno immediatamente investito nello sviluppo di una propria progettualità e – commerce. Chi invece era già presente online ha potenziato la propria iniziativa consolidando l’infrastruttura logistica, grazie all’apertura di nuovi magazzini e all’utilizzo dei punti vendita a supporto dell’online (nell’88% dei casi), mettendo in atto investimenti tecnologici (77%) e assumendo nuovo personale dedicato alle operatività eCommerce (48%).
Con l’allentamento delle restrizioni alla mobilità, i player del commercio (di ogni dimensione) hanno poi introdotto nuove soluzioni tecnologiche in store contingenti all’emergenza, come i sistemi di prenotazione da remoto della visita in negozio finalizzati al contingentamento degli accessi. Nel 2020 top retailer e PMI hanno inoltre lavorato per rafforzare l’offerta di innovativi metodi di pagamento e per digitalizzare, in senso più ampio, l’esperienza fisica di acquisto.

Queste alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano* e giunto alla sua settima edizione, che ha condotto un’analisi sui primi 300 retailer per fatturato presenti in Italia con negozi fisici e 312 PMI del commercio.

Le attività travolte dal lockdown

Anche in Italia, la crisi legata al Covid-19 e il susseguirsi dei decreti governativi hanno prodotto uno shock combinato di domanda e di offerta e l’instabilità ha reso necessaria una fase di adeguamento e ridimensionamento dell’infrastruttura Retail, con ricadute, non solo nell’immediato, difficili da prevedere.
In prima battuta si è verificato un riassetto temporaneo della rete commerciale: durante il primo lockdown, ad esempio, per circa due mesi il 57% dei punti vendita italiani ha chiuso i battenti, con una riduzione significativa della capillarità di negozi. Le chiusure hanno inoltre causato una contrazione dei ricavi: durante l’anno le vendite al dettaglio totali, nei soli comparti di prodotto, hanno registrato una decrescita pari al -12,6% rispetto al 2019.

Serrande abbassate e crescita del canale online hanno condotto i retailer italiani a stravolgere le proprie strategie e l’innovazione digitale non è mai stata così centrale nelle agende di sviluppo di tante aziende. I retailer si sono mossi in due direzioni: potenziamento dell’eCommerce e digitalizzazione dei processi fisici in negozio” dichiara Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel RetailÈ aumentato, dunque, l’investimento in digitale nel Retail italiano, passando dall’1,5% del fatturato del 2019 al 2% circa nel 2020. La crescita è però effetto combinato di due andamenti contrapposti: crescita degli investimenti e calo del fatturato”.

L’evoluzione dei top retailer

Durante il lockdown, in poche settimane, il digitale è diventato strumento essenziale per la sopravvivenza del commercio. Alcuni attori hanno sviluppato la propria iniziativa eCommerce mentre altri, già presenti online, hanno implementato azioni volte ad aumentare la capacità operativa e la copertura territoriale e a migliorare il livello di servizio.
L’88% dei 50 top retailer italiani ha consolidato l’infrastruttura logistica, con l’apertura di nuovi magazzini e l’uso dei punti vendita a supporto dell’online, il 77% ha messo in atto investimenti tecnologici, il 70% ha implementato cambiamenti organizzativi (ad esempio riconversione del personale di negozio a supporto delle attività online) e il 48% ha assunto nuovo personale dedicato alle operatività eCommerce. C’è anche chi ha collaborato con attori esterni per velocizzare il servizio di consegna (42%) e per estendere la propria presenza online (36%).

La chiusura dei negozi ha spinto a sperimentare nuove modalità di vendita e di dialogo con il consumatore, spesso basate sull’integrazione fra esperienze online e offline. Il 48% dei top retailer ha supportato i clienti nella scelta e nell’acquisto dei prodotti tramite app di messaggistica e social network, il 42% ha utilizzato lo strumento della videochiamata, per offrire consulenze personalizzate e abilitare la vendita, e il 20% ha sperimentato soluzioni di vendita da remoto più sofisticate, come le piattaforme di live stream shopping.

Successivamente, con la riapertura dei negozi, il digitale è diventato abilitatore di un’esperienza più sicura, semplice e autonoma e ha favorito una conoscenza più approfondita del cliente. Dopo il primo lockdown, infatti, il 40% del campione di top retailer ha sviluppato sistemi di prenotazione da remoto della visita in negozio e il 28% ha adottato soluzioni di gestione virtuale delle code. Molta attenzione è stata rivolta anche verso soluzioni in grado di garantire il distanziamento sociale in punto vendita, come i sistemi di smart occupancy (implementati dal 31% del campione), che monitorano e gestiscono in tempo reale i flussi in entrata e in uscita.
Oltre a queste soluzioni, contingenti e atte solo a superare l’emergenza, ci sono innovazioni destinate alla revisione permanente di alcuni processi. Si tratta di soluzioni volte a garantire maggiore autonomia al cliente nelle fasi di acquisto e di pagamento. Durante il 2020 il 14% dei top retailer ha investito nel potenziamento di sistemi di self scanning e di self check-out e ha esteso lungo la rete di negozi l’utilizzo di soluzioni di pagamento innovative. L’8% del campione si è, invece, concentrato su nuove funzionalità dei chioschi digitali, per automatizzare le fasi di ricerca dei prodotti, di acquisto e di pagamento. La volontà di offrire maggiore autonomia in negozio trova la sua massima espressione nella crescente sperimentazione di store automatizzati, in cui lo smartphone è essenziale: permette al cliente di accedere, effettuare acquisti e ritirare gli ordini online in totale autonomia. I retailer hanno lavorato parallelamente nel back-end per approfondire la conoscenza di abitudini e preferenze dei consumatori e per creare una vista unica sul cliente, con il potenziamento delle soluzioni di CRM (19%) e di business intelligence analytics (13%).

La transizione Digital delle PMI italiane

Nel 2020 anche le PMI del commercio hanno compiuto il tanto atteso atto di moto verso il digitale. Con la crisi sanitaria, il digitale ha permesso innanzitutto di mantenere attivi il dialogo con i consumatori e la vendita. Da un’analisi condotta su 312 PMI italiane del commercio è emerso che, a causa dei periodi di lockdown, il 64% ha lanciato almeno una nuova modalità di contatto e di vendita (come app di messaggistica, telefono, email).
I benefici riscontrati (raggiungimento di un numero più ampio di consumatori e mantenimento di un dialogo attivo con i clienti più fedeli) hanno spinto l’84% del campione a mantenere attive tali modalità anche in fase di riapertura dei negozi.

Il digitale, dopo il lockdown, ha facilitato l’adeguamento dei punti vendita alle misure governative e alle nuove esigenze dei consumatori. Le soluzioni maggiormente adottate sono sistemi per il monitoraggio dello stato dei clienti (47% del campione), per il contingentamento degli ingressi (29%) e per il rispetto del distanziamento sociale in store (28%). Le PMI hanno lavorato anche sull’offerta di innovativi metodi di pagamento, contactless e mobile (67%) e sullo sviluppo di modelli omnicanale (42%).

All’interno di queste aziende permangono dei vincoli di natura dimensionale: si tratta infatti di piccole imprese in cui è complesso reperire gli adeguati capitali di investimento e le giuste competenze per sviluppare progettualità innovative. L’emergenza ha però allentato alcuni vincoli all’innovazione (paura di ritorni poco certi, scarsa consapevolezza delle soluzioni esistenti…) e ha spinto le PMI a riflettere sull’offerta di nuovi modelli di relazione nel medio-lungo termine.

Gli sviluppi futuri del Retail in Italia e l’adozione di nuove tecnologie

L’emergenza sanitaria ha profondamente modificato le modalità e le abitudini d’acquisto dei consumatori: al Retail è richiesta, dunque, una trasformazione strutturale per recuperare efficienza su tutti i processi e trasferirla in attività ad alto valore aggiunto per i clienti. Il digitale, in tale contesto, può rappresentare un valido alleato. Può infatti supportare i retailer nella riprogettazione del punto vendita in chiave omnicanale e può garantire maggiore prossimità, fisica e funzionale, al consumatore.

Secondo Emilio Bellini, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail: A livello internazionale i retailer più reattivi ed innovativi hanno dimostrato come la pandemia possa accelerare la transizione verso un nuovo significato, un nuovo valore del servizio Retail offerto ai clienti: non più una pura intermediazione commerciale, valutata prevalentemente in termini di “time (and cost) saving”, ma un’esperienza “phygital” capace di offrire interazioni autentiche con i brand ed i loro prodotti. Una Retail omni-experience valutata prevalentemente in termini di “time spending”, di qualità e profondità del tempo trascorso dal cliente sui diversi canali e nei diversi spazi fisici e virtuali”.

La centralità, recentemente acquisita, dal digitale richiede la predisposizione dell’intera macchina organizzativa per gestire il cambiamento.
Sarà innanzitutto necessario reperire nuovi ruoli e competenze in grado di guidare la trasformazione e abilitare meccanismi di coordinamento (per abbattere i silos esistenti e favorire l’integrazione). Allo stesso tempo” conclude Valentina Pontiggiaè essenziale una maggiore apertura verso l’esterno e la sperimentazione di nuovi modelli di relazione che favoriscano lo sviluppo di progettualità ad hoc e la riduzione del time to market”.

Selex lancia l’app CosìComodo

SELEX Gruppo Commerciale lancia l’applicazione per la spesa online con CosìComodo. Un progetto che vede la luce dopo un anno di lavoro, un anno nel quale cosìcomodo.it – la piattaforma di spesa online di SELEX – ha avuto un incremento di utenti pari al 110%.
«Il lancio della nuova applicazione rientra in un progetto di omnicanalità che ha l’obiettivo di rendere sempre più immediata l’esperienza d’acquisto dell’utente grazie a innovazioni tecnologiche che crediamo i clienti delle insegne nazionali e regionali aderenti a CosìComodo apprezzeranno – ha dichiarato Stefano Gambolò, Direttore Marketing di SELEX – Rispetto al portale, ad esempio, l’App consente di scannerizzare i prodotti reali per aggiungerli subito alla lista della spesa, riduce del 50% il tempo impiegato per l’ordine, e inserisce la funzione che tiene monitorate tutte le promozioni».

Si accederà immediatamente all’insegna di riferimento per la propria spesa fra quelle aderenti: FAMILA, Il Gigante, EMI, Emisfero, Mercatò, Pan, Sole365. Online sono disponibili tutti i prodotti delle grandi marche e le marche del distributore, con assortimenti che variano dai 12.000 ai 15.000 prodotti, inclusi freschi e freschissimi. Ci sono le gamme biologiche, i prodotti freefrom, ovvero creati per bisogni specifici: senza glutine, senza zuccheri, vegani etc.
La spesa può essere fatta in modalità drive o con consegna a casa: attualmente sono 300 i CAP serviti, e nel corso dell’anno la copertura si estenderà ulteriormente.
L’App CosìComodo è disponibile su Play Store e App Store.

Il Capodanno cinese diventa digitale con la MyGiftCard Hong Bao

Si chiama 紅包 hóngbāo, o “pacchetto rosso” ed è il simbolo di una tradizione molto sentita in Cina e inAsia sudorientale: regalare una busta rossa per occasioni speciali, come viaggi, matrimoni o il celebre Capodanno cinese.
Grazie alla MyGiftCard Hong Bao, sviluppata da Epipoli, gruppo Fintech italiano leader nelle carteprepagate, nei sistemi di engagement e di couponing, questa tradizione resta viva in occasione del Capodanno Cinese, anche in un contesto attuale che limita gli spostamenti e i contatti con i propri cari.
La MyGiftCard Hong Bao è la prima busta rossa digitale: una volta attivata, infatti, può essere convertita nelle migliori Gift Card cinesi grazie ad un’apposita piattaforma.
MyGiftCard Hong Bao è disponibile nel taglio da 88 euro, un valore non casuale perché il numero 8 (八 bā) è ritenuto il più fortunato nella cultura cinese, portatore di ricchezza e prosperità. La carta è distribuita nei punti vendita fisici e sulle piattaforme della rete di distribuzione Epipoli all’interno dei quali rientra anche AliExpress, uno degli e-commerce di riferimento per il target del prodotto.
Gaetano Giannetto, Fondatore e Presidente di Epipoli, commenta: “Con MyGiftCard Hong Bao abbiamo voluto ascoltare e soddisfare le necessità della comunità cinese, una delle più numerose e stabili in Italia. Pur pienamente integrata e attiva, si tratta di una comunità ancora legata al proprio Paese e alle proprie tradizioni, inviando in patria un terzo dei propri risparmi. La nuova Gift Card di Epipoli soddisfa le loro esigenze in un momento storico in cui la digitalizzazione assume la massima importanza, preservando tradizioni, legami, linguaggi. Con questo progetto, inoltre, riconfermiamo il nostro ruolo di ponte tra mondo fisico e digitale, in grado di soddisfare le esigenze di un bacino di utenza sempre più variegato.”

Nasce Welfare.Coop, nuovo portale di welfare aziendale

Si rivolge ai circa 20.000 dipendenti delle 400 cooperative associate a Legacoop Romagna, ma è già aperto a tutto il tessuto economico romagnolo: è Welfare.Coop, il nuovo portale di welfare aziendale che Legacoop Romagna ha promosso insieme ad Assicoop Romagna Futura, UnipolSai (di cui Assicoop è agente in Romagna) e Federcoop Romagna, la società di servizi del movimento cooperativo nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

Nel concreto il portale Welfare.Coop mette a disposizione un ricco paniere di beni e servizi dedicati a svago, divertimento, viaggi, formazione, editoria, salute, benessere, previdenza e molto altro, contrattati in forma collettiva. Il lavoratore li può acquisire attraverso il credito welfare che l’azienda mette a sua disposizione, ottenendo un duplice beneficio di convenienza e trattamento fiscale. Attraverso un sistema di intelligenza artificiale la piattaforma apprende le preferenze dell’utente e propone alternative sempre nuove.

“In sintesi – spiega il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti — il Welfare aziendale per i dipendenti significa esenzione da alcune  imposte e contributi, maggior potere d’acquisto, più bilanciamento tra vita privata e lavoro. Per l’impresa rappresenta invece un’opportunità per ridurre i costi, garantendo soluzioni personalizzate e premi di produzione capaci di rendere i propri dipendenti più motivati. Ma per Legacoop Romagna — prosegue Mazzotti — il Welfare aziendale significa molto di più: significa estendere i principi del mutualismo cooperativo alle comunità, rafforzare le reti di coesione sociale e le relazioni tra imprese e territorio. Siamo orgogliosi di questo progetto anche perchè Welfare.Coop è il primo portale attivato in ambito nazionale per il mondo Legacoop”.

“La relazione con il territorio, con le persone e le imprese, è uno dei nostri valori fondamentali», dice l’amministratore delegato di Assicoop Romagna Futura, Maurizio Benelli. «In questa logica abbiamo profuso le nostre energie perché per il sistema Legacoop venisse strutturata una offerta nell’ambito del welfare aziendale che fosse specifica ed al servizio di questo territorio, delle imprese e, soprattutto del movimento cooperativo. Abbiamo ritenuto, fin dal principio, che il valore da mettere in campo fosse un corretto connubio fra i vantaggi che questo sistema di servizi per i dipendenti  con le professionalità e le competenze che il mondo Legacoop mette a disposizione di tutti i residenti del nostro territorio. Questo sfruttando anche l’esperienza e gli investimenti che il gruppo Unipol da tempo sta sviluppando nell’ambito delle proprie attività e che nel piano industriale 2019/ 2021 ha visto un processo di grande ulteriore impegno per dare risposte a specifiche esigenze anche in questo ambito”.

Vestopazzo debutta a Il Centro di Arese

Debutta a IL CENTRO di Arese Vestopazzo, il brand italiano che propone bigiotteria e accessori moda ispirati alle emozioni di luoghi e viaggi.
L’offerta di Vestopazzo comprende un’ampia gamma di collezioni connotate da diversi materiali tra cui i prodotti in alluminio 100% riciclato lavorato a mano, i bijoux placcati in argento e oro e quelli realizzati in ottone.
Vestopazzo porta con sé il tema del viaggio. Con il tempo e con l’esperienza, il brand ha costruito una rete di artigiani e fabbricanti, affiancando loro un solido team di style e design. La ricerca della produzione si distingue per la sua sperimentazione e artigianalità, dando vita a bijoux unici che raccontano storie sempre diverse.

Baola sigla una partnership con Rinascente e fa un primo passo nel retail

Baola, brand di fitball di lusso artigianali, annuncia la sua primissima partnership retail con il centro commerciale Rinascente. Grazie a questa collaborazione la linea di fitball ispirate al mondo dell’arte, Baola, verrà venduta alla Rinascente di Torino come parte dell’”Active Project”, che presenta brand sportivi e athleisure di lusso.

Fino a questo momento Baola, fondata nel 2018, veniva venduta esclusivamente online tramite il proprio web shop e spedita in tutto il mondo. Questo primo passo nel retail rappresenta un punto fondamentale per l’azienda con sede a Ginevra, che finora ha collaborato con 4 artisti internazionali per produrre una limited edition di fitball dal design unico.

Ogni versione di Baola è il risultato della collaborazione con un diverso artista. Ad oggi l’azienda ha lavorato con 4 artisti che hanno portato a 8 diverse proposte di Baola, e sono già in programma nuove collaborazioni per il 2021.

“Rinascente – commenta il fondatore di Baola, Pierre-Emmanuel Boiton –  è uno dei retailer più amati in Italia, che offre una gamma di prodotti di alta qualità provenienti da tutto il mondo. Baola è molto lieta di poter essere presente con i propri prodotti alla Rinascente di Torino. Questa importantissima collaborazione darà la possibilità a Baola di ravvivare le case italiane più facilmente.”

Le versioni di Baola presenti alla Rinascente di Torino sono: Baola Sea2Sun edition in collaborazione con l’artista americano Joe Geis e Baola Desert e Tropic edition, in collaborazione con l’artista americano Marleigh Culver.

 

 

 

Etruria Retail rilancia la linea ‘Sapori & Valori’ con nuovi testimonial

Due nuovi testimonial per ‘Sapori & Valori’, la linea di Etruria Retail: il Caseificio Il Fiorino di Roccalbegna e Sfera Agricola, di Gavorrano, che produce pomodori, lattughe ed erbe aromatiche.

Sapori & Valori’ seleziona solo produttori locali di qualità, garantendo la freschezza del prodotto dal campo al carrello, sostiene e consolida il legame con il territorio e l’economia locale, e valorizza il gusto e i sapori della tradizione toscana, umbra e laziale. La linea comprende oltre 2900 prodotti in totale, di cui oltre 2000 freschi, provenienti da 200 fornitori riconoscibili per il logo ‘Sapori & Valori’.

I testimonial. Il Fiorino ha conquistato, con i suoi pecorini, i più importanti concorsi internazionali dedicati ai formaggi. Il segreto di questo successo è frutto di un latte di prima qualità proveniente solo dai migliori pascoli maremmani, della lunga esperienza che unisce tradizione e innovazione e della grande passione per l’arte casearia. Una passione iniziata nel 1957 con il fondatore Duilio Fiorini e che oggi viene portata avanti dalla figlia Angela e dal marito Simone Sargentoni.

Sfera Agricola è un’azienda che produce pomodori, lattughe ed erbe aromatiche dal gusto intenso e dalla perfetta consistenza. Ma non solo. Sfera Agricola è anche un progetto d’impresa innovativo e basato su “serra attiva” che riesce a coniugare qualità e sostenibilità ambientale in ogni fase del processo produttivo. Una nuova cultura di gusto e di purezza per far sì che la crescita degli ortaggi avvenga sempre in condizioni ottimali.

“Con la linea ‘Sapori & Valori’ – spiega Graziano Costantini – vogliamo continuare a sostenere l’economia dei territori in cui siamo presenti e a portare sul mercato il valore aggiunto della qualità, della freschezza e della trasparenza dei prodotti. In questa fase in cui la pandemia ci costringe al distanziamento, noi vogliamo, almeno virtualmente, invitare i nostri clienti, i nostri soci, i nostri produttori ad abbracciare i nostri sapori e i nostri valori. E lo facciamo grazie a un progetto che ci consente di rispondere alle esigenze dei nostri clienti, offrendo il meglio delle produzioni del territorio”.

 

ilcaffeitaliano.com: nasce la piattaforma CRM che misura i consumi

Personalizzare al massimo l’esperienza di consumo e intercettare i bisogni del cliente al momento giusto. Sono queste le linee guida del sistema di Customer relationship management ideato e sviluppato internamente dalla startup ilcaffeitaliano.com che produce e distribuisce capsule per le compatibilità più diffuse al mondo.

Il digitally native vertical brand, nato nel 2016 dall’idea imprenditoriale di Gianmarco Lanese e Vincenzo Nicolosi, oggi conta complessivamente più di 200 mila ordini processati, oltre 100 milioni di capsule vendute in circa quattro anni, oltre 300 mila utenti registrati e produce e distribuisce online capsule di caffè compatibili, in Italia (55%) e in altri 45 paesi del mondo (45%). Una strategia che ha privilegiato l’approccio direct-to-consumer e il controllo totale della filiera, dalla produzione alla vendita online, consentendo prezzi altamente competitivi senza rinunciare alla qualità del vero espresso.

La piattaforma proprietaria mira ad analizzare in profondità i dati con l’obiettivo di calcolare il consumo di caffè di ogni consumatore e di prevedere quando indirizzare nuove proposte di acquisto secondo il profilo specifico. L’anticipazione delle singole esigenze avviene anche grazie a strumenti di machine learning che via via consentono di ottenere risultati sempre più precisi.

Gianmarco Lanese, Ceo e co-founder de ilcaffeitaliano.com afferma: Riteniamo che la gestione accurata del rapporto con il consumatore sia uno dei plus più importanti del nostro mercato. La cura delle relazioni con i clienti e la verifica continua dei loro feedback in merito ai nostri prodotti si affiancano alla ricerca costante della qualità. Questa visione ci ha permesso di offrire il prodotto ideale per ogni mercato e Paese, motivando quindi la decisione di investire in un sistema CRM unico che si basa sulle peculiarità del settore”.

La piattaforma di CRM è stata progettata partendo dal presupposto che ogni cliente può essere “clusterizzato” in base a un determinato consumo medio di capsule di caffè. L’analisi del comportamento d’acquisto del cliente comprende una serie di fasi che vanno dal periodo di attivazione (o registrazione al portale), di attività (primo ordine) e di consumo fino alla data dell’ultimo ordine. Nel tempo si affina la capacità di calcolare in modo esatto la data dell’acquisto successivo attraverso formule che utilizzano i dati desunti dalle azioni del consumatore.

“Nell’enorme mole di messaggi promozionali che ognuno di noi riceve quotidianamente, sia online sia offline, riuscire a comunicare al cliente il messaggio giusto al momento giusto è un fattore distintivo per un brand, per creare valore e fidelizzazione. In virtù di questo principio, stiamo puntando sugli strumenti digitali che ci permettano di selezionare azioni su misura di ogni profilo di consumo arrivando in modo efficace a rispondere ad ogni personale esigenza”, conclude Lanese.

La piattaforma CRM de ilcaffeitaliano.com è stata sviluppata su un sistema ERP che contraddistingue tutti i processi amministrativi e gestionali dell’azienda.

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