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Pomodoro contraffatto, sanzionata un’azienda di Messina

Si fatica a tenere traccia di tutte le contraffazioni alimentari che piombano giornalmente sul mercato. Spesso a macchiarsi di tale crimine sono organizzazioni estere ma non bisogna dimenticare neanche quelle che operano all’interno dei nostri confini.

Proprio pochi giorni fa i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Messina, nell’ambito dell’operazione Scarlatto Quattro, hanno sanzionato un’impresa che etichettava la salsa di pomodoro prodotta nei propri stabilimenti utilizzando l’indicazione geografica protetta Pomodoro di Pachino IGP, pur non essendo autorizzata né dal Consorzio di Tutela né tantomeno dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Per questo motivo, anche se la rintracciabilità ha dimostrato l’effettivo utilizzo nella preparazione di Pomodorini di Pachino IGP certificati, al rappresentante legale è stata elevata una sanzione amministrativa di 5000 euro ed è stato disposto il sequestro di quasi 10.000 bottiglie di salsa di pomodoro pari ad un valore di 30.000 euro.

I militari inoltre hanno accertato che, in provincia di Reggio Calabria, un’impresa ha commercializzato, durante il 2020, un quantitativo di pomodoro di origine italiana superiore a quello effettivamente acquistato. In particolare la vendita di pomodoro origine Italia si concentrava nel periodo in cui la stessa ditta effettuava l’importazione di svariate tonnellate di pomodoro dall’estero. Il rappresentante legale e il preposto alla vendita sono stati quindi denunciati per frode nell’esercizio del commercio.

Amadori certificata dal Sistema di Credit Management

Amadori è la prima azienda italiana del settore alimentare ad ottenere la certificazione del Sistema di Credit Management, importante traguardo interno ed esterno a garanzia di una adeguata gestione del credito commerciale. La certificazione è stata rilasciata dalla sede italiana di Intertek, tra le realtà leader a livello mondiale per soluzioni di Total Quality Assurance dedicate alle industrie, sotto accreditamento di Accredia (organismo di controllo a cui partecipano Ministeri e Organizzazioni rappresentative di interessi nazionali).

La certificazione del Sistema di Credit Management,da sempre un’area di grande attenzione per gli Internal Auditor e per le società quotate in borsa,è sinonimo di omogeneità, adeguatezza, trasparenza e ripetitività dei processi interni del servizio di gestione del credito. Rappresenta,inoltre,una garanzia nei confronti degli stakeholder di riferimento, come banche, assicurazioni, clienti e fornitori, confermando il controllo del Sistema di Credit Management e la sua conformità alla UNI/PdR 44,una prassi,questa, che estende i propri effetti sull’intero processo di gestione del ciclo attivo e sul miglioramento dei flussi informativi tra le funzioni aziendali interessate.

“Siamo soddisfatti di questo importante risultato, frutto di anni di lavoro e di un impegno costante da parte di tutte le funzioni coinvolte” – commenta Francesco Berti, Amministratore Delegato del Gruppo Amadori. Una corretta gestione del credito commerciale – uno degli asset più importanti nelle organizzazioni – assume una rilevanza fondamentale per la gestione della liquidità, requisito necessario per l’azienda in un’ottica di sostenibilità economica e finanziaria nel suo complesso, sia in termini di bilancio che di affidabilità nel rapporto con gli stakeholder. Una garanzia che ci permette di guardare al futuro con rinnovato impegno e nuove progettualità e che conferma il Gruppo Amadori un interlocutore di riferimento anche alla luce del piano di investimenti di 500 milioni di euro in cinque anni”.

La certificazione del Sistema di Credit Management del Gruppo Amadori è un ulteriore strumento di controllo che ci consente di mitigare il rischio su crediti. I benefici per l’azienda sono molteplici: la riduzione degli insoluti e delle perdite su crediti, il contenimento dei costi di recupero del credito, il supporto per l’ottimizzazione della gestione del circolante, il miglioramento degli indici di bilancio e delle condizioni di partnership nel rapporto cliente fornitore. Non ultimo, l’adeguamento alla legislazione in tema di gestione della crisi d’impresa (Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza – D.Lgs. del 12/01/2019 n. 14) e ai nuovi principi contabili internazionali IFRS (International Financial Reporting Standards). La certificazione del servizio di Credit Management avrà durata triennale e sarà subordinata all’esito positivo di periodiche verifiche ispettive.

Mapic Italy, confermata la ripresa dell’industria dei centri commerciali

Si è conclusa ieri l’edizione 2021 di Mapic Italy, l’evento più importante dedicato al mercato immobiliare commerciale in Italia, che ha visto tra i protagonisti il CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, quale Official & Content Partner dell’iniziativa. Un’occasione di confronto sul tema “People and Places: A New Chapter” rivolto alla community degli operatori del settore, con un’attenzione particolare, dopo oltre 18 mesi caratterizzati dalla pandemia, alle prospettive e alle sfide del mercato nel prossimo futuro, alla ridefinizione del retail mix delle location commerciali e alle tendenze di nuovi concept esperienziali.

Il presidente del CNCC, Roberto Zoia, intervenendo nel panel “Beyond retail property: what’s next?” ha ribadito l’ottimismo registrato nei mesi scorsi dall’industria dei centri commerciali, con fatturati che si stanno riprendendo e gradualmente allineando al livello pre-Covid, in un trend positivo che continuerà a migliorare se la situazione sanitaria resterà sotto controllo e vi sarà un progressivo ritorno alla normalità (rientro a scuola, negli uffici pubblici e privati, ecc.). Il cambiamento che sta caratterizzando i centri commerciali, sempre più destinazioni sociali, oltre che commerciali, è un aspetto che sta subendo un’accelerazione nei progetti di re-fitting delle strutture, ma si stava in realtà già consolidando prima dello shock che il retail ha avuto a causa dall’emergenza sanitaria. Un’evoluzione vera e propria, quella fotografata dal CNCC, che ruoterà attorno al servizio e all’esperienza e ad una dimensione focalizzata sul cliente e non sul prodotto, in cui il retail fisico e il commercio tradizionale non spariranno ma si arricchiranno con l’offerta omni-channel e in cui si vedrà un ulteriore rafforzamento del modello di innovazione aperto tipico di queste realtà, contraddistinto da una forte partnership tra proprietà, retailer, gestori e clienti.

Un altro fattore imprescindibile, messo in luce dall’Associazione, riguarda anche la sempre maggiore attenzione al territorio che i player dell’industria devono dedicare, creando dei modelli personalizzati di centri commerciali a seconda del bacino di riferimento, in quanto le differenze territoriali sono molto marcate, sia da un punto di vista di affluenza che di spesa. L’Osservatorio CNCC1, infatti, registra che a parità di chiusure e limitazioni dei mesi scorsi, le strutture presenti al Sud Italia si sono dimostrate più resilienti segnando un -25,5% del fatturato del primo semestre di quest’anno rispetto al 2019, mentre per lo stesso periodo di confronto si raggiunge un -29,7% al Centro e -30,3% al Nord. Inoltre, secondo il CNCC, emerge chiaramente come il segmento “salute & benessere” giocherà un ruolo centrale nel rinnovamento del merchandise mix. Il successo degli hub vaccinali organizzati in 23 centri commerciali nel nostro Paese, è l’esempio concreto di come queste strutture siano capaci non solo di adattarsi in tempi rapidissimi alle esigenze del momento, ma siano anche una valida alternativa, per operatori pubblici e privati, da tenere in considerazione per i bisogni dei cittadini, oltre che dei clienti.
“In questi due giorni di discussione e confronto con i principali stakeholder dell’industria dei centri commerciali, abbiamo avuto l’ennesima conferma del grande ottimismo e fermento a cui stiamo assistendo. Dopo mesi molto complicati, è stato particolarmente incoraggiante rilevare che l’industria ne sta uscendo rafforzata: infatti, come sintesi di questi due giorni di confronti tra i diversi operatori, abbiamo riscontrato un’unità d’intenti che sarà fondamentale per sostenere e realizzare tutti i progetti e le idee su cui lavoreremo. A partire dai prossimi mesi, ci aspettiamo importanti investimenti sul patrimonio immobiliare, relativi sia al merchandise mix, sia a interventi in un’ottica di sostenibilità a tutto tondo. L’impegno del CNCC verterà proprio nell’innestare questi investimenti all’interno del PNRR, perché siamo convinti che l’industria dei centri commerciali potrà essere un volano importantissimo per la ripartenza del Paese”.

Come discusso durante la sessione “Shopping centers: the new age”, dedicata alle analisi di CNCC, la leva del PNRR potrebbe, infatti, essere impiegata per rafforzare la vocazione sociale dei centri commerciali contribuendo a raggiungere gli obiettivi di almeno quattro Missioni del Piano. In tema di Digitalizzazione, 5G e banda ultra-larga i centri commerciali agiscono come poli di connettività a livello territoriale, soprattutto in quelle aree particolarmente svantaggiate dal punto di vista infrastrutturale. Per quanto riguarda invece la Rivoluzione verde e la transizione ecologica, il contributo delle strutture retail passa dall’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico, oltre che dalla riduzione dell’impatto ambientale attraverso una gestione efficiente delle risorse, l’implementazione di nuove tecnologie per l’energia rinnovabile e promuovendo varie iniziative per incentivare la mobilità sostenibile (stazioni di ricarica, car sharing, ecc.). Inclusione e coesione saranno, invece, raggiunti con una rigenerazione urbana che passa anche dal sociale: i centri commerciali come nuove opportunità di socialità e cultura per le comunità locali in cui sono insediati (ad esempio con biblioteche comunali e campagne di sensibilizzazione), ma anche spazi di co-working liberamente accessibili e aree dedicate a scuole per l’infanzia e primarie. Infine, la Salute che dopo l’esperienza degli hub vaccinali nei centri commerciali potrà evolvere con nuove opportunità, ad esempio con la realizzazione di Case di Comunità che consentirebbero di rafforzare i servizi di assistenza sanitaria territoriale, aspetto chiave della riforma della pianificazione sanitaria.

Come accelerare la trasformazione della customer experience nel retail

La pandemia passerà alla storia come un vero e proprio “big bang” nella trasformazione della customer experience nel retail. Il cambiamento dei comportamenti dei consumatori e il passaggio di massa ai canali digitali erano già in atto, ma il COVID-19 ne ha accelerato il cambiamento.Questa trasformazione improvvisa – definita da McKinsey “un decennio in pochi giorni” – ha visto i retailer passare a nuovi modelli di business, come il D2C (Direct-to-consumers) e gli abbonamenti, lanciando e incrementando rapidamente le esperienze digitali dei clienti. Dal momento chei comportamenti dei consumatori sono in costante cambiamento e le tecnologie digitali diventano sempre più importanti in tutti gli aspetti della quotidianità, secondo la piattaforma cloud di comunicazione omnicanale Infobip la customer experience digitale (CX) diventerà un elemento di differenziazione per i brand e un generatore di profitti ancora maggiore. Oggi, infatti, l’86% degli acquirenti è disposto a pagare di più per una migliore customer experience.
 
“Nella nostra ultima ricerca, abbiamo intervistato 6.000 clienti per capire le loro aspettative sulla brand communication e come le sfide del 2020 abbiano influenzato la loro prospettiva. Oltre la metà degli intervistati ha dichiarato che dopo la pandemia la comunicazione è diventata ancora più importante. La lezione fondamentale imparata durante il lockdown è che qualunque sia l’età e il canale preferito di comunicazione, tutti noi desideriamo ancora l’interazione”, ha dichiarato Vittorio D’Alessio, Sales Director Italy di Infobip. “E una comunicazione di alta qualità è un mix di rilevanza, tempestività e personalizzazione dei messaggi. Significa raggiungere le persone sul canale giusto, al momento giusto. Questo dimostra alle persone che le capisci, conosci le loro preferenze e cosa stanno cercando per offrire momenti che contano”. 
 
Ciò spiega perché le iniziative volte alla trasformazione della customer experience digitale rimarranno un vero e proprio imperativo per il business. I retailer si impegnano nel migliorare costantemente l’esperienza cliente, offrendo valore continuo in linea con i cambiamenti delle aspettative. Le società di consulenza così come i system integrator ricoprono un ruolo chiave, collegando le aziende con le tecnologie necessarie al raggiungimento degli obiettivi e garantendo un ritorno sull’investimento in digital customer experience. 
 

Le 3 sfide della customer experience transformation nel settore retail

1. Touchpoint e dati dei clienti isolati: i clienti vogliono un’esperienza d’acquisto personalizzata e su misura, in cui i brand dimostrino una forte comprensione dei propri bisogni e del contesto individuale, aggiungendo valore ad ogni tappa del customer journey (in qualunque forma sia).Ma il 74%* degli acquirenti vede ancora comunicazioni frammentarie e impersonali da parte dei produttori. Questi messaggi sono la ragione per cui più di 1 persona su 5 ha smesso di essere fedele a un marchio durante il lockdown. I principali colpevoli della scarsa customer experience sono i silos di dati dei clienti e i canali digitali gestiti in modo separato, che rendono impossibile avere una visione centralizzata della CX digitale e implementare una strategia di customer engagement omnichannel – essenziale per fornire esperienze personalizzate e contestuali scalabili.
 
2. Criticità del servizio clienti: la fedeltà dei clienti è un grande business (aumentare i tassi di ritenzione del 5% permette di accrescere i profitti dal 25% al 95%). Ma ogni momento di difficoltà e ogni sforzo aggiuntivo da parte del cliente rende più difficile la fidelizzazione e l’instaurazione di relazioni durature.Il servizio di assistenza è sia un touchpoint critico per i clienti che un elemento chiave di attrito, con quasi un terzo (31%) degli acquirenti frustrati per i modi e i tempi limitati per contattare un’azienda.Un servizio di assistenza lento, una mancanza di comprensione del cliente e l’incapacità di modulare i canali di comunicazione compromettono rapidamente la fedeltà e l’esperienza che un rivenditore può offrire.
 
3. Budget e ROI: la trasformazione della customer experience nel retail è un obbligo aziendale, ma i retailer devono anche affrontare incertezza economica, margini estremamente ridotti e dinamiche di mercato in rapido cambiamento. Inoltre, il 73% delle trasformazioni digitali non riesce a dare valore al business. Investire semplicemente nella tecnologia CX non garantisce il successo. Quindi i rivenditori hanno bisogno di assicurare un ritorno precoce e sostenibile su ogni investimento digitale e iniziativa di trasformazione.
 
“Le nostre soluzioni forniscono gli ingredienti chiave per la trasformazione della customer experience nel retail. Grazie alle nostre capacità omnichannel aiutiamo i rivenditori a diventare realmente customer-centric unificando le comunicazioni e sfruttando un punto centrale di dati per esperienze di livello superiore”, ha aggiunto D’Alessio. “Flessibilità e scalabilità sono altre due parole chiave. Le soluzioni Infobip integrate, basate su cloud, aperte, flessibili e scalabili permettono di modernizzare i sistemi legacy, migliorandone l’agilità. Infine, utilizzando l’intelligenza artificiale (AI), l’automazione e ildata-driven customer engagement i retailer potranno ridurre i costi, migliorare l’efficienza e l’esperienza cliente”. 
 
7 retailer che hanno accelerato la loro trasformazione con Infobip
Le tecnologie Infobip aiutano i rivenditori ad accelerare la customer experience transformation e a creare connessioni significative con i clienti che hanno un impatto sul business.
 
• L’azienda di forniture per l’edilizia Würth ha utilizzato la soluzione omnichannel di Infobip per vendite 6 volte più veloci, migliorando al contempo i processi di consegna e pagamento.
• Il distributore di beni di largo consumo Unilever ha usato la chatbot WhatsApp Business per promuovere i nuovi prodotti e garantire vendite 14 volte superiori.
• Il rivenditore di abbigliamento e articoli per la casa Flamingo ha aumentato le conversioni, il punteggio NPS e le valutazioni dei clienti con il cloud contact center digitale di Infobip.
• La società di vendita al dettaglio duty-free King Power si è assicurata un aumento del 15% della customer satisfaction con la messaggistica automatizzata.
• Il gruppo di vendita al dettaglio The Primer Group ha ottenuto una crescita delle vendite del 225% utilizzando la soluzione di messaggistica Viber Business di Infobip.
• Il rivenditore di elettronica Citrus ha raggiunto un tasso di conversione del 35% in negozio e ha aumentato il numero di visitatori grazie alle notifiche push delle app mobili.
• Il produttore di vernici Comex ha utilizzato una campagna RCS come parte del suo programma di fidelizzazione per generare un aumento del 115% delle entrate e decuplicare il CTR.

Levissima+ Magnesio, per affrontare lo stress da rientro

Il mese di settembre viene comunemente considerato come quello del ritorno alla normalità: si affrontano gli impegni accumulati a seguito delle vacanze,si rientra in ufficio e sui banchi di scuola e dell’università e si torna a una routine di vita lavorativa e sociale molto più simile a quella che si è stati costretti a mettere da parte durante i momenti più critici della pandemia. Per combattere quel malessere fisico e psicologico noto come “stress da rientro” ed essere un supporto nelle giornate piene di impegni e attività,è importante mantenere uno stile di vita sano, a partire da una corretta idratazione, una dieta equilibrata con il giusto apporto di vitamine e minerali. In particolare, Levissima+ Magnesio è un aiuto per la concentrazione: il magnesio, infatti, contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento – che potrebbe essere causata da momenti di lavoro intenso – e a ritrovare la determinazione. Una buona idratazione, combinata con le caratteristiche dei sali minerali o delle vitamine e le note piacevoli della frutta rigenera positivamente non solo l’organismo ma anche la mente e il gusto.

Levissima+ Magnesio, con il suo piacevole gusto alla mela verde, senza zuccheri e calorie,contribuisce a soddisfare all’interno di una dieta varia ed equilibrata il fabbisogno giornaliero del sale minerale, ne contiene infatti il 16%.Secondo gli esperti, infatti, il magnesio è considerato tra i più importanti elementi da integrare nella propria dieta,e soprattutto in questo periodo dell’anno può rappresentare il perfetto alleato per affrontare le sfide del ritorno alla routine che sia in ufficio, in smart working o sui banchi di scuola o dell’università.

“L’importanza del magnesio è duplice: contribuisce infatti ad alleviare il senso di stanchezza e affaticamento, che a volte impediscono di ristabilire appieno il ritmo dei riposi notturni, e assicura la normale funzione psicologica e cognitiva”, spiega la dott.ssa Franca Marangoni, di Nutrition Foundation of Italy. “Tutti questi effetti possono contribuire a uno stato di benessere psico-fisico”, conclude l’esperta.

L’assunzione di questo importante sale minerale passa anche attraverso fonti alimentari come le verdure a foglia, i legumi, la frutta secca a guscio e i cereali integrali: la stessa quantità di magnesio presente in una bottiglia di Levissima+ Magnesio si può trovare, infatti, in un cucchiaio di cacao amaro in polvere (11 g), una porzione abbondante di arachidi tostate (34g), o una porzione di ceci secchi (50g). Levissima+ Magnesio fa parte della gamma di acque funzionali di Levissima+: quattro prodotti al gusto di frutta, che all’interno di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano, sono un valido contributo al fabbisogno giornaliero di sali minerali e vitamine.

Levissima, da sempre impegnata nella promozione della corretta idratazione, grazie alla gamma Levissima+ offre una rigenerazione positiva: i quattro prodotti si declinano perfettamente nei diversi momenti della giornata e in diverse occasioni d’uso,anche grazie al formato 60CL e alla bottiglia dalla elegante e particolare forma quadrata. Levissima si impegna per la sostenibilità ambientale,e con il suo progetto Regeneration promuove stili di vita sostenibili in un’ottica di economia circolare, sostenendo l’importanza dell’uso responsabile delle risorse e la cultura del riciclo. Anche Levissima+ è coinvolta nel creare un impatto positivo sull’ambiente, grazie alla sua bottiglia 100% riciclabile, che, se utilizzata correttamente, può dar vita a nuove risorse.

Scontrino Smart Epson, è digitale ma vale come il cartaceo

Epson, primo produttore in Europa di stampanti per scontrini, è anche il primo brand in Italia a fornire, tramite il Registratore Telematico, lo scontrino digitale del tutto parificato a quello cartaceo: si chiama Scontrino Smart. Tale opzione, a partire da oggi, 15 settembre 2021, sarà a disposizione degli esercenti che sceglieranno di implementarla e dei clienti, una volta attivata nei punti vendita, con il conseguente vantaggio che non ci sarà più alcuna necessità di avere e conservare anche la sua versione cartacea, come richiesto sino ad ora.

Scontrino Smart targato Epson
Da sempre driver di innovazione nel mondo retail, Epson era già stata la prima azienda a presentare le soluzioni mPOS Epson Intelligent, stampanti progettate per consentire al personale di concludere la vendita in qualsiasi punto del negozio utilizzando sistemi portatili o basati su tablet, perfettamente integrati con l’infrastruttura tecnologica. Tutto il mondo retail e hospitality si sta orientando verso una sempre più marcata digitalizzazione ed ecco perché oggi Epson, ancora una volta, ha deciso di essere pioniera dell’innovazione, mettendo a disposizione di esercenti e consumatori questa rivoluzionaria novità. Tutti i registratori telematici Epson appartenenti alla categoria “I” (RT con nuovo sigillo), potranno fornire lo Scontrino Smart con un semplice aggiornamento del firmware. A differenza della maggior parte degli esistenti scontrini digitali, lo Scontrino Smart Epson, emesso dai Registratori Telematici, sarà equiparato agli scontrini di carta. Lo Scontrino Smart potrà quindi essere regolarmente utilizzato, ad esempio, per richiedere le detrazioni/deduzioni fiscali, per far valere i diritti di garanzia su prodotti e servizi, per registrare note spese, e in tutti i casi in cui è richiesto lo scontrino come prova di acquisto. Ovviamente, il Registratore Telematico Epson predisposto per l’emissione dello Scontrino Smart potrà emettere solo lo scontrino digitale o solo quello cartaceo (oppure entrambi), senza alcun costo aggiuntivo o necessità di ulteriori operazioni.

«Siamo molto orgogliosi di annunciare questa grande novità» afferma Camillo Radaelli, Head of Sales Business Systems di Epson Italia. «Per tutti gli esercenti e per i loro clienti lo Scontrino Smart Epson rappresenta una vera e propria rivoluzione perché facilita le operazioni e consente un altro importante passo verso la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale, eliminando la necessità di stampare e conservare la copia degli scontrini affinché questi mantengano il loro valore. Il nostro obiettivo è quello di garantire e accompagnare la transizione verso il digitale, non più rinviabile, e siamo felici di essere i primi a muoverci in questa direzione».

Registratore Telematico Epson: un vantaggio per esercenti e clienti
Grazie al Registratore Telematico fornito da Epson che già oggi, in base a quanto richiesto dalla normativa fiscale, registra i dati e li trasmette direttamente all’Agenzia delle Entrate, il consumatore riceverà Scontrino Smart nel formato PDF firmato digitalmente via mail, così da poterlo archiviare e averlo sempre a disposizione quando occorre. L’esercente, d’altra parte, potrà godere di numerosi benefici dall’utilizzo del Registratore Telematico integrato con l’opzione Scontrino Smart Epson: ad esempio, stamperà meno, risparmiando energia e ovviamente carta, e dunque avrà costi di gestione minori rispetto a oggi. Con il Registratore Telematico e la nuova funzione Scontrino Smart, l’esercente potrà offrire un nuovo servizio alla propria clientela allineandosi anche in questo modo a quell’integrazione fra fisico e digitale che già oggi si sta affermando nei punti vendita e che sarà sempre più presente nel futuro. Inoltre, Scontrino Smart apporta notevoli vantaggi anche in termini di sostenibilità ambientale. Rendendo superflua la stampa dello scontrino cartaceo, il nuovo Scontrino Smart fornito dai Registratori Telematici Epson permette di evitare l’uso della carta chimica, impiegata oggi per gli scontrini fisici, una carta che contiene il bisfenolo, una sostanza plastica e inquinante che non è riciclabile e va quindi smaltita nei rifiuti indifferenziati. Un bel risparmio per l’ambiente se si considera che in Italia sono attivi quasi 1,6 milioni di Registratori Telematici con una relativa produzione di milioni di scontrini di carta chimica. Ma i vantaggi per gli esercenti si registrano anche sulla sostenibilità economica: i rotoli di carta chimica costano attorno ai 2 euro e il risparmio può essere significativo se si considera che un bar di una città può consumare in media anche un rotolo al giorno.

Tra i primi ad attivare lo Scontrino Smart, la cassa cloud Scloby
La collaborazione tra Epson e Scloby, il punto cassa cloud parte del Gruppo Zucchetti, ha l’obiettivo di sviluppare una soluzione completa per la creazione di un punto cassa innovativo. Scloby è tra le prime aziende a integrare lo Scontrino Smart di Epson nella propria soluzione cloud, rendendolo operativo presso un primo locale pilota: il multiconcept store milanese Recreo bar Sartoria. I clienti del locale potranno così ricevere lo scontrino dell’aperitivo o dei capi di abbigliamento artigianale, già totalmente in digitale, se lo desiderano.

Paolo Genovese firma il nuovo spot di Parmigiano Reggiano

Si chiama “Gli Amigos” il nuovo mediometraggio di Paolo Genovese che è stato presentato al Notorius Cinema Gloria di Milano, alla presenza del regista, dell’attore Stefano Fresi e del Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli. Il film (Italia, Akita Film, 2021) con Stefano Fresi, Niccolò Gentili, Barbara Venturato, Francesco Gaudiello, Elena Funari, Marianne Leoni è un viaggio nel territorio di origine e produzione del formaggio Parmigiano Reggiano.

Una scuola di cucina viene invitata a partecipare ad una gara per aggiudicarsi uno stage presso il ristorante dello chef pluristellato Massimo Bottura. La vera sfida è che tutti devono utilizzare lo stesso ingrediente in ogni ricetta: il Parmigiano Reggiano. Da qui inizia un viaggio alla scoperta dei valori e dei segreti di questo prodotto straordinario, delle relazioni e dei sogni della giovane squadra di chef che animano questa storia appassionante. Stefano Fresi, il maestro della scuola di cucina, farà loro da guida e da mentore in questo viaggio dalle molteplici scoperte. Tutto quello che mangiamo porta con sé un valore che va protetto, custodito, tramandato. È quel valore che anche un gruppo di ragazzi, di amici – perché in viaggio i legami si solidificano, l’esperienza diviene un momento di condivisione – ha deciso di scoprire e di raccontare.

“Il Parmigiano Reggiano ha così tante storie da raccontare che la comunicazione tradizionale (gli spot in tv, la radio, il web) non ci basta più. L’anno scorso abbiamo lanciato www.scaglie.it, un portale che racconta i valori e il territorio di produzione e quest’anno siamo andati oltre con un mediometraggio. Un film girato dal regista Paolo Genovese, e con la partecipazione di Stefano Fresi e dello chef Massimo Bottura. Il racconto di aspiranti chef che visitano il territorio scoprendo sé stessi e l’universo Parmigiano Reggiano che è fatto di 300 caseifici, 2600 allevamenti, 50 mila persone che ogni giorno lavorano per trasformare il latte nel formaggio più amato nel mondo. Un’operazione di produzione e pianificazione che nessuna marca ha provato fino ad ora” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

Il film sarà trasmesso sabato 18 settembre su Rai1, alle ore 12.00 e sarà pubblicato sul sito internet del Consorzio di tutela www.parmigianoreggiano.it

Qui di seguito il trailer

Dal film, infine, saranno estratti sei spot che, da lunedì prossimo 20 settembre, saranno in programmazione sulle reti Rai, Mediaset e La7.

Non si ferma il processo di internazionalizzazione di Tonitto 1939

Non si ferma il processo di internazionalizzazione di Tonitto 1939, azienda produttrice di gelati e n°1 in Italia per il Sorbetto. Dall’inizio 2021 il marchio ligure entra in 11 nuovi Paesi del Mondo, rafforzando la propria presenza in Europa e in Asia e chiudendo accordi commerciale strategici, su tutti quelli con Lidl, Bofrost e Coop. Germania, Spagna, Danimarca, Croazia, Serbia, Ucraina, Rep. Ceca, Grecia, Filippine, Corea del Sud e Finlandia. Tonitto 1939 ha accolto le differenti richieste dall’estero proponendo un’offerta su misura, composta principalmente da private label, prodotti branded e prodotti per il “fuori casa”, destinato al mondo dell’hotellerie, della ristorazione delle gelaterie, intercettando nei propri prodotti le quattro categorie del piacere: Naturale, Salutare, Individuale e Famigliare.

«L’export è sempre stato uno dei motori trainanti della nostra azienda, fin dagli anni ’80 – afferma Luca Dovo, AD Tonitto 1939. Anche nel presente e soprattutto nel futuro la nostra intenzione è quella di portare le nostre idee e i nostri prodotti di prima qualità oltre confine offrendo soluzioni variegate per ogni tipo di esigenza a seconda dei consumatori presenti nelle diverse destinazioni. Aver raggiunto e stretto accordi in 11 nuovi Paesi da inizio 2021 è un risultato di assoluto prestigio che testimonia il massimo impegno di tutti i nostri collaboratori. Sul fronte investimenti stiamo proseguendo la digitalizzazione dell’azienda, assumendo nuovo personale e concentrando i nostri sforzi su innovazione e ricerca per assicurare ai nostri clienti e agli stessi consumatori prodotti di assoluta qualità».

In Germania l’azienda, di proprietà della famiglia Dovo da tre generazioni e diventata interlocutore privilegiato attraverso ricerca, innovazione, flessibilità e qualità-prezzo, ha puntato sul mondo delle private label chiudendo l’accordo con Lidl, il gigante tedesco della grande distribuzione, e con Bofrost, colosso tedesco dei surgelati. Proprio con Bofrost, Tonitto 1939 ha inoltre avviato una partnership di prestigio anche in Spagna. Sempre collegato al mondo private label, è partito un importante progetto legato alle Coop del Nord Europa che darà un notevole slancio nel 2022 al brand e favorirà la crescita dell’export dell’azienda,coinvolgendo nuovi Paesi come Danimarca e Finlandia, ma anche Stati in cui è già presente il marchio, su tutti Svezia e Norvegia.

Non solo private label, ma anche prodotti branded che hanno conquistato l’intero mercato frozen dell’Est Europa. Croazia, Serbia, Ucraina, Rep. Ceca e Grecia hanno scelto di sposare i sorbetti e gelati Tonitto 1939. Allo stesso modo hanno fatto anche in Asia e in particolare nelle Filippine e in Corea del Sud, vera sorpresa per il brand ligure scelto in particolare per i suoi Sorbetti e per la linea dedicata al mondo Vegan, in particolare il gelato Gaia,primo prodotto al mondo a base di avena, 100% lactos e allergen free. Infine con la ripartenza del settore horeca, anche Tonitto 1939 ha riscoperto e accelerato nel settore legato al “fuori casa”, tant’è che ha raggiunto accordi con nuovi clienti e in particolare sta ottenendo ottimi risultati in Finlandia.

L’internazionalizzazione di Tonitto 1939 proseguirà anche dopo i risultati ottenuti nei primi mesi del 2021. Quest’ultima sta infatti avendo un’importante evoluzione grazie al ritorno in presenza delle fiere internazionali come il Salone Nautico di Genova, a cui l’azienda parteciperà distribuendo i propri prodotti, e di settore: su tutte Cibus, che ha visto l’azienda ligure proprio a settembre presente insieme all’Università di Scienze Gastronomiche di Polllenzo, Anuga a Colonia a ottobre e PLMA ad Amsterdam a dicembre.

I nuovi piatti pronti di Alce Nero

Gusto, benessere, praticità: un connubio possibile e sempre più ricercato. Le abitudini di consumo cambiano, gli stili di vita si evolvono ed Alce Nero continua ad intercettare prontamente le rinnovate esigenze dei consumatori.

In vista dell’autunno, Alce Nero lancia sul mercato una ricetta assolutamente innovativa, a basso contenuto di grassi saturi e fonte di proteine, a base di ingredienti biologici vegetali. Nascono così i piatti pronti biologici surgelati fonte di proteine Alce Nero, preparabili in soli otto minuti di cottura. Due le referenze: Orzo e Spinaci in crema di Ceci e Farro e Cavolo Nero in crema di Borlotti. Studiate per offrire sapori, consistenze e nutrienti diversi in un unico piatto, uniscono la cremosità dei legumi e delle patate ai cereali e verdure in pezzi. Le materie prime utilizzate sono tutte biologiche, 100% italiane, coltivate nelle zone più vocate della penisola. Sono accuratamente selezionate e controllate in ogni fase, dalla coltivazione alla raccolta, fino alla trasformazione. La preparazione inizia con la cottura dei legumi, delicatamente lavorati insieme alle patate. Si ottiene così una cremosa purea, che viene successivamente surgelata in forma di piccole sfere, e unita ai cereali e alle verdure per realizzare il prodotto finito.

Perfetti per tutta la famiglia, i nuovi piatti pronti fonte di proteine Alce Nero rappresentano una soluzione molto versatile e completa, ideale anche per una pausa pranzo a casa, gustosa e rapida. Ottimi anche in purezza, possono essere esaltati da un filo d’olio extra vergine di oliva a crudo. Questi mix di ingredienti diversi sono stati studiati da Alce Nero per poter essere gustati come piatto principale, senza affiancare altre portate.

Orzo e Spinaci in crema di Ceci Alce Nero è una pietanza che unisce il sapore delicato dell’orzo alla dolcezza dei ceci.

Farro e Cavolo Nero in crema di Borlotti Alce Nero combina invece il sapore deciso dei borlotti al cavolo nero in foglie e al farro, per un gusto pieno e intenso.

I nuovi piatti pronti biologici surgelati fonte di proteine Alce Nero sono disponibili in formato da 350 grammi, confezionati in buste 100% riciclabili nella carta.

Cosa e dove compreremo nei prossimi mesi? L’indagine di Osservatorio Non Food

La campagna vaccinale avanza, l’emergenza sanitaria si alleggerisce e il Coronavirus inizia a fare meno paura. Ma le conseguenze sugli italiani di quanto accaduto a partire dal marzo 2020 sono ancora pesanti. E sono in continua evoluzione, tanto che gli effetti sulla propensione ai consumi e sulla scelta di dove fare acquisti proseguiranno nei prossimi mesi del 2021, con strascichi anche nel 2022. Sono le evidenze emerse da un’indagine condotta da Metrica Ricerche per conto dell’Osservatorio Non Food 2021 di GS1 Italy a maggio 2021. La rilevazione sul sentiment dei “consumatori Non Food”, in termini di evoluzione dei comportamenti di acquisto (anche digitali) e di visita alle varie location commerciali e ai singoli punti vendita, arricchisce la nuova edizione del report di GS1 Italy ed è stata avviata con l’obiettivo di comprendere se e quanto queste dinamiche stiano diventando strutturali e come potranno evolvere anche in un prossimo futuro di auspicata “normalità”.

«L’analisi realizzata per l’Osservatorio Non Food evidenzia che gli effetti della pandemia si faranno sentire anche nei prossimi mesi, sia sulla propensione agli acquisti sia sulle scelte dei canali dove comprare i prodotti non alimentari» anticipa Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Oltre sei consumatori su dieci si dicono preoccupati dalle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria. Quanto alle scelte di dove fare shopping, fra il 30% e il 40% degli intervistati dichiara che porrà più attenzione, cercando punti vendita ritenuti più sicuri per la propria salute oppure aumentando il ricorso a internet, cercando anche di trovare i prezzi migliori».

Tra gli intervistati, il gruppo più numeroso è quello di coloro che si dichiarano abbastanza preoccupati per la situazione economico-sanitaria (44%) e che, per questo, cercheranno di acquistare limitatamente i prodotti non alimentari di cui avranno esigenza, posticipando o annullando gli acquisti ritenuti superflui. Un altro 37% degli intervistati non si dice preoccupato e ritiene che riprenderà ad acquistare prodotti Non Food secondo le solite abitudini. E nel 15% dei casi aumenterà lo shopping, in particolare nell’area del “fai da te”. Il restante 19% del campione è in stato di allarme e, quindi, si dice intenzionato a limitare gli acquisti di prodotti non alimentari nella seconda parte del 2021, principalmente riducendo gli atti di acquisto e poi cercando canali e punti vendita con più promozioni. In un caso su tre rinuncerà agli acquisti, rinviandoli al 2022.

Le conseguenze dell’emergenza sanitaria e le preoccupazioni economiche di buona parte degli italiani continuano a influenzare anche le scelte sui canali di acquisto, ma meno che negli scorsi mesi: se un anno fa era circa il 50% dei consumatori ad aver cambiato i canali e i punti vendita dove fare spesa, ora la percentuale di chi intende farlo nei prossimi mesi è scesa al 30-40%, con punte più alte negli elettrodomestici e nei prodotti di telefonia/informatica, e valori più bassi nell’ottica. La ricerca di store fisici più sicuri per la salute (rispetto delle normative, pulizia e igiene, distanziamenti, ecc.) varia dal 18% al 28% a seconda dei settori ed è sopramedia nei grandi elettrodomestici, nel brico e negli articoli per la casa. Anche la frequentazione dei centri commerciali continuerà a essere influenzata dalla situazione contingente. Il 40% dei visitatori abituali dichiara un possibile calo della frequenza con cui sono soliti andarci, e oltre un terzo è intenzionato a ridurla in modo deciso. Invece un altro 54% dice di non voler cambiare le proprie abitudini nei prossimi mesi riguardo ai centri commerciali e un 6% afferma di volerli visitare più spesso. Le motivazioni? Maggior preferenza per i luoghi all’aperto (46%), timore di dover fare troppe file (33%) e dubbi sulla loro sicurezza sanitaria (27%). Quindi sarà cruciale per gli operatori comunicare il livello di sicurezza dei contenitori commerciali, agevolare modalità di fruizione nuove/ibride come il click & collect e valorizzare la loro funzione sociale.

Nel post pandemia hanno avuto una decisa accelerazione gli acquisti online di prodotti del Non Food. E il trend continua a confermarsi anche nella seconda parte del 2021, visto che gli intervistati dichiarano di voler mantenere, se non aumentare, questa abitudine. Il 40-50% del campione afferma che aumenterà i propri acquisti su internet per quasi tutte le categorie di prodotti Non Food. Una tendenza forte soprattutto nei settori ormai divenuti appannaggio dell’e-commerce, come libri, giocattoli, tecnologia (elettronica e telefonia/informatica) e attrezzature sportive. La quota più bassa di intenzione di fare acquisti online (33%) riguarda piccoli e grandi elettrodomestici per la maggior propensione a tornare nei negozi fisici, anche per avvalersi dei consigli dei venditori nei reparti specializzati.

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