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Italiani esigenti su spese di spedizione, lo studio di Sendcloud

Sembra che gli italiani stiano diventando consumatori sempre più esigenti quando si parla di spese di spedizione. Secondo uno studio condotto da Sendcloud, la piattaforma di spedizioni e-commerce, eseguito su un campione di 7.873 consumatori di 8 Paesi europei, per il 94% degli italiani i costi di spedizione sono un aspetto fondamentale quando si effettua un ordine online ma il trend di spesa degli acquirenti è in calo rispetto al 2020. Tra i consumatori italiani infatti, a fronte di un ordine di 50 €, la spesa massima che sono disposti a pagare per la spedizione è oggi di soli 4,30 € e non vogliono scendere a compromessi sui servizi: la consegna veloce e la flessibilità sono infatti ancora considerate delle assolute priorità di spedizione.

I costi di spedizione sono un deterrente allo shopping online
I costi di spedizione rappresentano ancora un importante deterrente allo shopping online. Ben due terzi dei consumatori italiani (70%) abbandona il carrello nel momento in cui i costi di spedizione vengono ritenuti troppo alti. Ma cos’è “troppo alto”? La cifra che gli acquirenti sono pronti a pagare dipende molto dal valore dell’ordine. Nel 2020, su una spesa di 15,00 € il consumatore italiano era disposto a pagare fino a 4,00 €, mentre per un ordine di 150,00 € arrivava a 5,90 €. Oggi, a parità di prezzo, le cifre che gli italiani sono disposti a spendere sono scese rispettivamente a 3,30 € e a 5,60 €.

I consumatori hanno standard di consegna sempre più elevati
Dalla ricerca di Sendcloud emerge che nonostante i consumatori vogliano pagare meno per le spese di spedizione, hanno però ancora grandi aspettative sull’esperienza di consegna. Dopo i costi di spedizione (94%), i tempi di consegna (86%) e la flessibilità (81%) sono considerati gli elementi più importanti nel processo di consegna di un ordine. L’82% dei consumatori italiani vorrebbe avere anche la possibilità di selezionare la fascia oraria di consegna del proprio ordine, di poterla cambiare (70%) e di poter modificare l’indirizzo di consegna (64%) anche dopo che il pacco è stato spedito. E ancora, quando si tratta di richiedere la spedizione in giornata, i consumatori italiani vogliono poter effettuare l’ordine fino alle ore 16:42 e ricevere comunque il pacco il giorno stesso; a differenza della media dei consumatori europei che è disposta a ordinare al più tardi alle 13:54 per la consegna veloce. Seppur richiedano questi servizi premium, i consumatori italiani si aspettano però di ottenere tutto a un prezzo più basso, dimostrando così di avere alti standard di consegna e complesse esigenze di mercato.

In merito ai risultati raccolti, Rob van den Heuvel, CEO e co-fondatore di Sendcloud, ha dichiarato: “L’esperienza di spedizione è senz’altro uno degli aspetti più importanti quando si parla di e-commerce. Quando un pacco non può essere consegnato in tempo o i costi di spedizione sono troppo alti, i negozi online rischiano di perdere i propri clienti. Il fatto che i consumatori abbiano elevate esigenze di consegna e allo stesso tempo non vogliano spendere per i servizi premium, rende davvero difficile per i retailer più piccoli competere con i giganti dell’e-commerce come Amazon e Zalando. Per rispondere a queste nuove sfide di mercato ed acquisire e mantenere i clienti a lungo termine, gli e-commerce possono applicare una strategia multi-vettore che gli permetta di aumentare gli standard di servizio riducendo comunque i costi di spedizione”.

Metodologia della ricerca
L’E-commerce Delivery Compass è stato condotto da Nielsen su 7.873 partecipanti di 8 Paesi europei (Paesi Bassi, Belgio, Francia, Germania, Austria, Italia, Spagna e Regno Unito) nel giugno 2021. Il rapporto completo fornisce una visione delle nuove tendenze della logistica dell’e-commerce.

Per scaricare l’ebook gratuito, accedendo all’intera ricerca e scoprendo ulteriori dettagli sui trend di consegna europei, è sufficiente un clic qui.

Un nuovo pack per i formati speciali della linea Dedicato di Granoro

Dopo essere stato il primo pastificio in Italia ad aver lanciato il pack riciclabile nella carta per tutte le linee di pasta Biologica, si rafforza l’impegno di Granoro nella promozione di un approccio sostenibile e nella riduzione della plastica dal proprio packaging. Dal mese di ottobre anche i formati speciali della Linea Granoro “Dedicato”, la pasta di filiera 100% Puglia, saranno confezionati con un pack in carta riciclabile – Aticelca 501. Si tratta di un incarto accoppiato carta/film in cui la componente in carta rappresenta più del 65%, rendendo la confezione perfettamente riciclabile nella carta (metodo Aticelca 501).

La carta utilizzata per le confezioni Granoro è certificata FSC, con provenienza certificata da foreste gestite in maniera corretta e responsabile. Con questa ulteriore e importante scelta Granoro punta a ridurre ulteriormente e in maniera sostenibile l’impatto ambientale in termini di emissioni di CO2, ridimensionando l’utilizzo di plastica in media del 35% per ogni confezione.

«L’utilizzo di un pack in carta – spiegano da Granoro – si colloca in un percorso di sostenibilità che l’azienda ha intrapreso ormai da diverso tempo e che è finalizzato sia alla riduzione dell’impatto ambientale, anche grazie ad investimenti in impianti di trigenerazione, che alla promozione di un nuovo modello sociale, che prevede l’attuazione di rapporti di lavoro etici e sostenibili con i propri dipendenti e il potenziamento di accordi di filiera volti alla sostenibilità economica della cerealicoltura pugliese».

Entro il termine del 2021 Granoro prevede di convertire in film carta tutti i formati speciali della linea “Dedicato”, ampliando così la quota di pasta prodotta con packaging riciclabile nella carta per altri 4 milioni di pacchi.

Beery Christmas, il calendario dell’Avvento con 25 birre esclusive

Tra le tante forme del Calendario dell’Avvento, quella originalissima proposta da HOPT, key player europeo nella vendita di birra online, che dal 2012 propone il Beery Christmas,rinnovandolo con una selezione di birrifici e referenze create ogni anno in esclusiva per questo special pack.

Dall’Italia alla Svezia, dalla Francia agli Stati Uniti, dall’Estonia alla Nuova Zelanda, sono 26 i birrifici (di cui 7 sono stati inseriti nella Top 100 mondiale di Ratebeer) che hanno collaborato a questa nuova edizione. Un viaggio intorno al mondo per scoprire sapori unici che hanno il gusto delle tradizionali birre di frumento, delle più moderne IPA e dei famosi stili belgi rivisitati, un intreccio tra metodi di produzione classici e innovativi. Perché si sa, la birra vanta una storia lunga 6000 anni, ma è in continua evoluzione. E, per il Natale 2021, per la prima volta, sono 25 le birre pronte ad accompagnare, day by day, per 24 giorni tutti gli appassionati con degustazioni di grande qualità.

Un’esperienza che si arricchisce grazie ai contenuti disponibili sul sito attivo tramite il QR code presente sulla confezione del Beery Christmas. Ogni giorno, dal 1 al 24 dicembre verrà svelato il contenuto relativo alla birra corrispondente, la sua storia, la passione che ne ha caratterizzato la creazione, aneddoti, curiosità, oltre alle informazioni utili su come gustarla al meglio, dal bicchiere alla temperatura di servizio, fino all’abbinamento culinario perfetto. Per unire queste 25 nuove referenze è stato sviluppato un pack dal design capace di andare oltre il prodotto per raccontare le persone che ne costituiscono l’anima creativa e la passione birraria: sono i volti di tutti i mastri birrai che hanno contribuito allo sviluppo del Beery Christmas, ritratti con uno stile colorato e moderno. Un’idea nata dalla collaborazione tra Hopt e Marie Gosselin, una giovane e talentuosa illustratrice di Lille, Francia, la città dove l’azienda è nata nel 2007 e ancor oggi sede delle sue attività.

Il Beery Christmas 2021 è il regalo perfetto per il Natale di tutti i beerlovers che desiderano vivere un’esperienza di degustazione irripetibile perché esclusiva. Un cadeau unico da donare e donarsi.

Lo yogurt intero al gusto avena e noce, una novità di Mila

Mila – Latte Montagna Alto Adige è una cooperativa altoatesina specializzata nella produzione di yogurt e altri prodotti caseari di alta qualità. Il latte utilizzato proviene da 2.300 famiglie di contadini dell’Alto Adige ubicati in piccoli masi di alta montagna, la maggior parte sopra i 1000 metri di altitudine, con in media solo 14 mucche per stalla.

La cooperativa Mila – Latte Montagna Alto Adige raccoglie il latte fresco dai suoi soci-contadini 365 giorni all’anno e lo trasforma in tanti gustosi prodotti. Lo yogurt intero al gusto avena e noce di Mila è perfetto a colazione, come spuntino spezza-fame e per la merenda dei bambini, da provare anche abbinato a muesli di cereali o frutta fresca.

L’incontro tra il latte 100% Alto Adige senza OGM e il gusto della noce e dell’avena rende questo yogurt cremoso e corposo.

Flagship station Q8, food ed ecosostenibilità in un nuovo business?

Un paio di mesi fa si parlava del connubio che si sta creando tra le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici e l’offerta food, ipotizzando un nuovo business sotto il segno della sostenibilità ambientale. La recentissima inaugurazione della flagship station Q8 lungo la superstrada “Milano-Meda” avvalora ulteriormente questo scenario.

Sviluppato su un piazzale di 8.000 mq, l’impianto garantisce numerose postazioni di rifornimento sia per veicoli con motorizzazione tradizionale endotermica (benzina, gasolio, gpl e a breve metano) che per quelli elettrici con ben 6 postazioni di ricarica di cui 2 ultrafast 300 kW. Parte dell’investimento relativamente a metano ed elettrico è stato finanziato con il contributo di fondi europei “Connecting Europe Facility” a supporto del progetto Q8 “Cre8 – Creating the Station of the Future” volto a realizzare infrastrutture dotate di metano e ricariche elettriche. Il progetto architettonico è ispirato alle vele della “Dhow”, la tipica imbarcazione del Kuwait, lo Stato dell’azionista di riferimento. Le stesse vele costituiscono le icone distintive del marchio Q8, simbolo di tradizione ed innovazione, presente sul mercato italiano da 35 anni.

Un albero maestro centrale di 25 metri d’altezza collega due pensiline a forma di vela triangolare per realizzare una copertura di complessivi 2.000 mq. La prima “pensivela” copre le isole di erogazione dei carburanti tradizionali e, rappresentando la transizione energetica, si collega attraverso l’albero maestro, alla seconda “pensivela” posta a copertura degli erogatori di prodotti alternativi (gpl e metano) e degli stalli per la ricarica elettrica. Richiami alle forme e alle soluzioni architettoniche degli edifici della tradizione medio orientale si ritrovano nella progettazione dell’innovativo fabbricato di 1.200 mq a basso impatto ambientale che consente ai clienti di scegliere tra una gamma diversificata di servizi in base alle differenti necessità di sosta, facilitata dalla presenza di circa 60 stalli di parcheggio: dal nuovo format di shop “Svolta”, fino alle offerte di Food & Beverage assicurate dal partner Chef Express leader italiano della ristorazione, presente con la caffetteria Panella Bakery ed il ristorante Roadhouse, così come anticipato qui qualche giorno fa.

Elevata digitalizzazione nella comunicazione con il cliente, soluzioni innovative di efficientamento energetico, illuminazione a led con sensori di movimento, impiego di materiali riciclabili, utilizzo di energie rinnovabili, recupero delle acque piovane, compressore metano a zero emissioni, fabbricato con filtraggio della luce e termoregolazione a zone, pensiline con materiali ad elevata riflettenza solare a favore dell’impianto fotovoltaico da 70 kW posto sulla loro superficie.

I nuovi spazi per la mobilità, immersi in un contesto di transizione energetica, saranno quindi le culle di un nuovo modo di intendere il food, sotto l’ombrello della sostenibilità ambientale?

Pandemia e mondo retail negli Stati Uniti: l’analisi di Medallia

Medallia, leader globale nella gestione della customer ed employee experience, ha diffuso “The Future of Retail Consumer Behavior”, un report che traccia i cambiamenti negli Stati Uniti del comportamento dei clienti nei loro processi d’acquisto. Il rapporto è stato realizzato da Sense 360, la società di Medallia di analisi dei consumatori che ha combinato i dati provenienti tre fonti: dati sul traffico pedonale dalla geolocalizzazione dello smartphone di oltre 2 milioni di utenti americani che hanno aderito all’indagine, dati sulla spesa di oltre 6 milioni di consumatori e dati di sondaggi psicografici. L’integrazione di più set di dati ha permesso di fornire una visione più olistica del percorso del cliente.

“È evidente che il comportamento clienti nel mondo retail è cambiato drasticamente nel corso dell’ultimo anno e mezzo e si sta definendo una nuova normalità: è quindi importante per il trade definire quali trasformazioni saranno permanenti e quali tendenze potrebbero al contrario dissolversi”, afferma Andrew Custage, Analytics Head di Sense360 by Medallia.

Il report “The Future of Retail Consumer Behavior” ha inoltre tracciato in che modo sono stati impattati diversi settori della distribuzione – nel dettaglio food, sport e beauty – dall’emergenza Covid-19 e con quali ricadute. A livello generale dalla survey emerge che nonostante le recenti preoccupazioni sulla variante Delta, i livelli complessivi di paura nei confronti di Covid-19 sono diminuiti rispetto a un anno fa. Le analisi di Sense 360 confermano che è diminuita la percentuale dei consumatori che percepiscono il virus come una delle più grandi minacce e di coloro che credono che per il ritorno a una normalità piena serviranno ancora più di sei mesi. Al di là del livello di preoccupazione nei confronti del coronavirus, l’emergenza sanitaria ha modificato comportamenti dei clienti e i loro shopping jouney, in alcuni casi, in modo permanente. Nel dettaglio il passaggio agli acquisti online continua negli USA nonostante la pandemia abbia rallentato. Insegne come Walmart e Target, stanno continuando a registrare tassi di crescita sui principali kpi del loro canale digitale. Anche uno studio che ha coinvolto i 53 rivenditori che utilizzano i software di Medallia ha confermato tuttora un incremento del traffico digitale, come delle visualizzazioni del numero delle pagine e del tempo trascorsi sui siti ecommerce.

Il trend a segno più si continua a registrare anche nel settore delivery non solo nella consegna a domicilio di cibi e bevande, ma anche della spesa o di altri beni. Il settore food è quello che sembra maggiormente destinato a vedere perdurare dei più evidenti cambi di percorsi di shopping: ricorso ad acquisti online, servizi di delivery o di pick up in-store o a bordo strada, mentre quello degli articoli sportivi al contrario evidenzia che non tutte le abitudini pandemiche sono destinate a rimanere. La crescita della domanda a seguito dell’aumento delle attività sportive durante i periodi di lockdown si sta riducendo come il numero di persone che continuano a fare attività fisica presso la propria abitazione, con un ritorno, invece, alle attività all’aria aperta o in palestra. Trend con cui inevitabilmente i retailer di questo settore – sia generalisti sia specializzati del mondo sport – devono fare i conti. La pandemia, e in particolare le settimane di lockdown, hanno avuto diversamente un impatto negativo sul settore beauty con una percentuale a due digit di consumatori che hanno diminuito il numero dei prodotti/brand acquistati e/o modificato gli articoli selezionati. Tendenze che non sembrano destinate a vedere forti inversioni anche quando si tornerà alla piena normalità e che già oggi mettono i player di fronte alla necessità di confrontarsi con maggiori difficoltà per conquistare i clienti e per fidelizzarli, oltre a una migrazione dei clienti dagli shop specialisti a favore dei department store e delle grandi superfici.

“Credo che l’evidenza più chiara del rapporto sia che mentre il comportamento dei consumatori è stato costretto a cambiare dalla pandemia, alcune abitudini si confermano e lo saranno anche quando le restrizioni si allentano definitivamente, in particolare per quanto riguarda un’adozione sostenuta delle piattaforme digitali”, ha continuato il manager di Sense360. “Alcuni retailer e settori della distribuzione sono meglio preparati rispetto ad altri a questo cambio di paradigmi e a un contesto nel complesso fluido e ciò delinea un possibile forte divario in termini di performance. Quindi per affrontare il mondo instabile in cui viviamo ora, è fondamentale che i rivenditori utilizzino ricerche omnicomprensive e integrate per comprendere in profondità i propri clienti e il panorama competitivo”.

Per scaricare il rapporto completo: https://info.sense360.com/insights-report-the-futureof-retail-consumer-behavior

Panella e Roadhouse aprono nell’area Q8 di Paderno Dugnano

Chef Express (Gruppo Cremonini) ha inaugurato ufficialmente un nuovo bar caffetteria a marchio Panella e un Roadhouse Restaurant all’interno della nuova grande area di servizio Q8 a Paderno Dugnano (MI), lungo la superstrada Milano-Meda. L’offerta di ristorazione integra le attività di rifornimento dell’area, flagship della visione di Q8 sulla mobilità del futuro, con numerose postazioni di rifornimento sia per veicoli con motorizzazione tradizionale endotermica (benzina, gasolio, gpl e metano) che per quelli elettrici (con 6 postazione di ricarica di cui 2 ultrafast 300 kW). L’area si sviluppa su un piazzale di 8.000 mq con un progetto architettonico di forte impatto, caratterizzato da due grandi vele di copertura e ispirato alle vele della “Dhow”, la tipica imbarcazione del Kuwait.

“Panella – Arte del pane dal 1929” è un marchio di panetteria e pasticceria ben conosciuto dai romani che da più generazioni frequentano la storica sede in Via Merulana, inaugurata quasi un secolo fa. Nel 2017 Chef Express ha stretto un accordo di licenza per sviluppare il brand in esclusiva nel canale della ristorazione in concessione, e il locale di Paderno Dugnano è il settimo aperto, dopo quelli nelle stazioni di Roma Termini, Bolzano, Roma Tiburtina, negli aeroporti di Torino e Roma Fiumicino, e nell’Ospedale Gemelli a Roma. Il nuovo locale ha un’offerta completa di caffetteria e pasticceria dolce e salata, pizze, focacce e prodotti tipici romani, integrati da una linea di prodotti vegan e da dolci gluten free.

Roadhouse è un formato di ristorante di carni alla griglia di grande successo sviluppato da oltre 20 anni dal gruppo Cremonini. Il menu prevede un vasto assortimento di piatti unici a base di carne alla griglia (Ribeye, New York Strip, Filet Mignon, T-Bone Steak, hamburger, ecc.), accompagnati da un’ampia scelta di contorni e seguiti da una ricca varietà di dessert. Il locale di Paderno Dugnano è il 165° della catena. Complessivamente i due nuovi locali danno lavoro a circa 20 giovani, tutti neoassunti.

Cristian Biasoni, Amministratore Delegato di Chef Express, spiega che “da tempo abbiamo sviluppato una partnership con Q8 per gestire insieme aree di servizio nel canale autostradale. A Paderno Dugnano lavoriamo insieme per la prima volta fuori dalle autostrade e siamo onorati di essere i partner della ristorazione in questa area simbolica per Q8, flagship a servizio della mobilità sostenibile del futuro”.

FederBio, il bio Made in Italy cresce del 5,1% ma meno del resto d’Europa

Superfici, operatori e consumi bio ancora in crescita. È questo il dato principale che emerge dalle analisi presentate alla 33esima edizione di SANA – Rivoluzione Bio 2021. I numeri forniti da SINAB per il Mipaaf, confermano che la superficie biologica nel 2020 è aumentata rispetto all’anno precedente di +5,1 punti percentuali, evidenziando tuttavia un trend di sviluppo più modesto rispetto ai maggiori Paesi europei. I terreni coltivati a biologico hanno attualmente superato i 2,1 milioni di ettari. In crescita, inoltre, il numero degli operatori del settore che ha raggiunto le 81.731 unità, con un incremento dell’+1,3%.

Anche gli andamenti del mercato confermano la rilevanza del biologico. Secondo i dati dell’Osservatorio SANA, promosso da Bologna Fiere e curato da Nomisma, nel 2021 (anno terminante a luglio) i consumi interni hanno registrato una crescita del 5%, rispetto all’anno precedente. La spesa delle famiglie italiane si è attestata a 4,6 miliardi di euro: 9 famiglie su 10 hanno acquistato almeno un prodotto biologico nell’anno in corso. Negli ultimi dieci anni i consumi interni hanno registrato un’impennata del 133%. Notevole l’incremento dell’export che, sempre nell’ultimo anno, è aumentato dell’11%, raggiungendo quota 2,9 miliardi di euro, con una crescita negli ultimi dieci anni del 156%. L’Italia si posiziona al secondo posto per export dopo gli Stati Uniti.

“Il biologico si conferma fondamentale per il rilancio del sistema agroalimentare italiano, anche se il tasso di crescita della SAU bio si è rivelato inferiore a quello dei maggiori Paesi Ue. Considerando che in questo momento si stanno definendo le scelte prioritarie del Piano strategico Nazionale della PAC post 2022 che determineranno lo sviluppo del settore agricolo e alimentare per i prossimi dieci anni, riteniamo che sia il momento ideale per intervenire e colmare il gap di crescita con gli altri Paesi. Crediamo dunque che sia imprescindibile un’immediata approvazione della legge sul biologico per avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, a partire dal Piano d’Azione, per affrontare le sfide del settore. Il biologico è essenziale per l’affermazione di un modello agricolo che rispetti l’ambiente, contribuisca a mitigare l’impatto climatico, creando inoltre nuove opportunità di occupazione, in particolare per i giovani e le donne”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

Nasce il nuovo croissant Melegatti

Da una lunga tradizione nell’arte pasticcera nasce il Croissant sfogliato Melegatti. Una bella novità per uno dei brand più amati nel Belpaese. Nello stabilimento produttivo di San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona, nascono i prelibati croissant che renderanno più lieta la colazione delle famiglie italiane. Frutto di un lavoro accurato in cui accanto alla più avanzata tecnologia degli impianti c’è sempre il costante apporto degli specialisti della pasticceria che garantiscono un croissant di qualità. In Melegatti consideriamo la sicurezza alimentare e del lavoro e la qualità dei processi e dei prodotti valori irrinunciabili. Perciò anche nella “seconda casa”, dotata della certificazione di sicurezza alimentare FSSC 2000, applichiamo gli stessi criteri che adoperiamo nello storico stabilimento di San Giovanni Lupatoto da cui prendono vita l’amato Pandoro e Panettone Melegatti.

Quella del nuovo croissant è una ricetta che utilizza le bontà della tradizione agroalimentare italiana. Accanto all’originale Lievito Madre Melegatti che risale al 1894 vengono utilizzate uova fresche italiane provenienti esclusivamente da galline allevate a terra e del miele rigorosamente italiano. Il risultato è un croissant dall’aspetto invitante che presenta una doratura in superficie che dona piacevoli sensazioni visive prima ancora che gustative. Sei i gusti disponibili: classico con l’aggiunta di cristalli di zucchero, albicocca, cioccolato, ciliegia, crema e pistacchio. Ci sono sei croissant per ogni confezione la cui grafica replica quella dei singoli prodotti caratterizzati dagli elementi istituzionali del brand per assicurare la necessaria distintività della qualità Melegatti. L’antica araldica, il bollo del Lievito Madre 1894 e l’inconfondibile colore blu Melegatti, sebbene stavolta più tenue per donare un’immagine più fresca ai prodotti continuativi, sono i principali elementi di riconoscibilità del marchio.

Per essere più vicino ai bambini Melegatti ha valorizzato il soffice croissant al cacao con un’importante licenza nel mondo cartoon, Alvinnn!!! and the Chipmunks. È un croissant a lievitazione naturale il cui impasto è arricchito con il cacao che conferisce la tipica colorazione scura e ben si armonizza con le tre farciture, crema al latte, confettura di albicocca e crema al cioccolato. Nelle confezioni i segni distintivi Melegatti sono integrati con le immagini del cartone Alvinnn!!! and the Chipmunks per rendere immediatamente riconoscibili i croissant. La vaschetta in cartoncino con i suoi disegni regala ai bimbi una ulteriore piacevole emozione in quanto si presta ad essere colorata. Una particolare attenzione ai più piccoli che Melegatti adotta da tempo e con successo anche per i prodotti da ricorrenza.

Riciclo delle confezioni: lo studio dell’Osservatorio Immagino

“È una confezione riciclabile?”: quale consumatore non si è posto questa domanda nel momento in cui si è trovato a mettere nella raccolta differenziata la confezione di un prodotto alimentare o di un detersivo? La risposta arriva dagli oltre 36 mila prodotti di largo consumo che presentano in etichetta le indicazioni sul livello di riciclabilità del packaging. Il dato emerge nell’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha rilevato le informazioni presenti sulle etichette di oltre 120 mila prodotti, che concorrono all’82,6% del fatturato di supermercati e ipermercati in Italia.

«Rispetto a giugno 2020, la quota dei prodotti di largo consumo che danno indicazioni sulla riciclabilità del packaging è aumentata di quasi 3 punti %, arrivando a coinvolgere il 30,1% delle referenze rilevate dall’Osservatorio Immagino» afferma Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Un chiaro segnale di quanto le aziende siano attente alle esigenze di informazione del consumatore e di come la sostenibilità sia sempre più anche un tema da comunicare ai clienti finali. Ma resta ancora molto da fare. Un esempio significativo è quello delle confezioni in vetro, materiale riciclabile al 100%, ma su cui spesso questo aspetto viene dato per scontato e non viene, quindi, esplicitato in etichetta».

Surgelati e gelati sono le categorie merceologiche dove l’etichetta sul grado di smaltimento delle confezioni è più diffusa (si trova sul 50,3% delle referenze), seguiti da ortofrutta (46,4%), mentre bevande (17,7%), petcare (16,4%) e prodotti per la cura personale (15,3%) sono quelli a minor tasso di diffusione. L’83,4% degli oltre 36 mila prodotti rilevati dall’Osservatorio Immagino che forniscono esplicite indicazioni sul livello di riciclabilità delle loro confezioni è venduto in packaging totalmente o largamente riciclabili. Con punte sopra al 90% nei reparti ortofrutta, cura casa e bevande. Rispetto all’anno finito a giugno 2020, questa quota è aumentata di +0,8%, mentre è diminuita di -0,4% l’incidenza delle referenze vendute in confezioni non riciclabili, scese al 5,3% della numerica totale.

Ma quanto pesano effettivamente sul volume della spesa i packaging che indicano la sostenibilità dell’imballaggio? Partendo dalla composizione del carrello medio (fatto per circa il 50% dai prodotti delle 20 marche top e dalle private label), l’Osservatorio Immagino ha calcolato il dato ponderato sulle vendite per numero di confezioni. Risultato: il 74,7% delle confezioni di prodotti a marca del distributore vendute in supermercati e ipermercati spiega quanto sia riciclabile il packaging. Il dato è migliorato di +2,1 punti % rispetto all’anno finito a giugno 2020. Per le 20 imprese top,l’incidenza sulla numerica delle confezioni è inferiore (53,3%), ma il trend di crescita è decisamente più brillante (+9,2% annuo). Le aziende follower si fermano al 40,4% del numero delle confezioni vendute (-1,7%) e i fornitori minori al 22,3% (+2,6%).

Nella classifica dei comparti merceologici in base al numero di confezioni vendute, la pasta si conferma al primo posto davanti a pane e sostitutivi, prodotti da forno e cereali. A chiudere la classifica sono stati ancora una volta le bevande alcoliche (come vino, birra e champagne/spumanti) e il cura persona (come profumeria e cosmetica).

L’Osservatorio Immagino ha voluto approfondire anche come sono composti i packaging utilizzati nel mondo dei prodotti di largo consumo. Nel 47,0%dei casi si tratta di confezioni monomateriale (-1,5% rispetto alla rilevazione precedente) che per quasi il 90% sono totalmente o largamente riciclabili. Il 51,5% delle referenze è venduto in packaging composti da diversi materiali (+1,5%) e via via che aumenta il numero dei materiali utilizzati diminuisce la quota di quelli riciclabili. Ortofrutta e petcare sono le aree merceologiche in cui il packaging monomateriale è più diffuso (rispettivamente 74,9% e 71,0% delle referenze), mentre la drogheria alimentare è quella con il maggior utilizzo di confezioni plurimateriali (52,6%).

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