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Maximall Pompeii, l’apertura è prevista per il 15 novembre

Grazie alla partnership con Samsung Electronics, Maximall Pompeii aprirà le porte al pubblico il prossimo 15 novembre. Situato nel cuore del parco urbano e parte integrante del patrimonio Unesco, Maximall Pompeii sarà un punto di riferimento per lo shopping e l’intrattenimento. La struttura offrirà ai visitatori un’esperienza immersiva e coinvolgente grazie all’integrazione di soluzioni digital signage di ultima generazione fornite da Samsung.

Due ledwall outdoor da 100mq, posizionati strategicamente nel parcheggio multipiano, accoglieranno i visitatori che hanno raggiunto il centro commerciale in auto. I display cattureranno l’attenzione con immagini emozionali e tridimensionali. Nella piazza interna due  ledwall “The Wall” da 4.8m x 2.7m, con la loro altissima risoluzione, catalizzeranno l’attenzione dei visitatori con immagini straordinarie e contenuti accattivanti. La visita all’interno di Maximall Pompeii sarà inoltre ottimizzata dalla presenza di 19 totem touch bifacciali che, distribuiti su due piani, guideranno i visitatori all’interno del centro, fornendo informazioni dettagliate su negozi, promozioni ed eventi. Grazie all’app personalizzata del centro, i totem si trasformeranno in veri e propri punti di contatto interattivi, consentendo agli utenti di registrarsi a concorsi, iscriversi a programmi fedeltà e rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità.

L’esperienza digitale è resa possibile da MagicInfo, una piattaforma avanzata per la gestione dei display e l’invio dei contenuti multimediali. Questa soluzione tecnologica di Samsung consente un controllo centralizzato e in tempo reale di tutti i display all’interno del centro commerciale, garantendo che i contenuti siano sempre aggiornati e pertinenti. “La nostra partnership con Maximall Pompeii rappresenta un vero e proprio ponte tra passato e futuro” ha dichiarato Davide Corte, Head of IT Division di Samsung Electronics Italia. “Stiamo portando l’innovazione nel cuore della storia, offrendo un’esperienza di shopping digitale che fonde cultura, intrattenimento e tecnologia. I nostri ledwall outdoor e totem touch, insieme al ledwall The Wall, trasformeranno completamente il concetto di shopping, rendendolo un’esperienza immersiva e coinvolgente”.

Spesa online, un trend in crescita ma il negozio fisico resiste

I romani utilizzano sempre più l’e-commerce per fare la spesa, ma il negozio fisico è ancora preferito: il dato emerge dalle analisi svolte dal Gros – Gruppo Romano Supermercati su un campione rappresentativo di clienti che ogni giorno utilizzano il portale www.gros.it. A livello nazionale, nel corso del 2023, secondo i dati diffusi  dall’Osservatorio eCommerce B2c, della School of Management del Politecnico di Milano, la contrazione delle vendite dei prodotti food&grocery è stato pari a -0,5%. “Secondo le nostre rilevazioni, la situazione a Roma è in controtendenza. Abbiamo registrato un aumento pari al 20% anche nei primi mesi del 2024 rispetto al 2023” ha detto Francesco Buscaini, Responsabile del progetto e-commerce di Gros.

Interessante anche l’analisi sulla composizione del carrello e sull’ammontare della spesa: lo scontrino medio è molto alto e la composizione del carrello è simile a quello degli acquisti effettuati direttamente nel punto vendita. Rilevanti gli acquisti dei surgelati e dei prodotti più pesanti da trasportare come ad esempio il fardello dell’acqua. In merito alla fascia d’età che descrive l’identikit del cliente romano che fa la spesa utilizzando il commercio elettronico, Buscaini ha aggiunto: “La fascia d’età dei clienti che utilizzano l’e-commerce è quella compresa tra i 40 e i 55 anni e per capire uno dei motivi che giustificano l’utilizzo del commercio elettronico dobbiamo pensare alla composizione stessa della metropoli. Infatti, sempre più spesso le persone utilizzano l’e-commerce per fare la spesa ai propri genitori o parenti oltre che per sé stessi”.

Una caratteristica richiesta dai clienti è quella delle tempestività nelle consegne. “Tutte le insegne del Gros hanno l’e-commerce e il servizio informatico viene gestito centralmente. Questo permette al cliente di avere un rapporto diretto con la propria insegna preferita, ma nel contempo grazie a un sistema gestionale la consegna della spesa viene effettuata con tempestività direttamente nel luogo indicato dal cliente. Questo elemento ci ha suggerito di attivare un servizio di consegna in giornata che è molto apprezzato”.

L’utilizzo delle piattaforme informatiche permette di ipotizzare un trend di crescita anche in futuro. “È una modalità di acquisto sempre più utilizzata dai giovani. Questo conferma la validità della nostra scelta che è finalizzata a offrire un acquisto omnicanale. Nel contempo, siamo consapevoli che i romani vogliono vedere i prodotti prima di acquistarli e quindi continuano a preferire decisamente il negozio fisico, dove possono parlare con i venditori, ricevere consigli e suggerimenti vivendo un’esperienza di acquisto che caratterizza da sempre la nostra comunità. Da parte nostra, sarà però importante integrare il negozio fisico e quello on line per soddisfare al meglio le esigenze della nostra clientela. È vero che il settore non è in crescita perché il Covid negli anni precedenti ha prodotto un incremento anomalo, ma il fenomeno della spesa online è di per sé irreversibile e possiamo anche evidenziare che il cliente preferisce fare la spesa online con l’insegna a cui è fidelizzato e dove si reca tutti i giorni per fare la spesa, piuttosto che scegliere competitor generalisti” conclude Buscaini.

Imoon, il ruolo dell’illuminotecnica nel retail odierno

L’illuminotecnica di Imoon sta rivoluzionando i format nel settore retail, ponendo l’accento su una customer experience superiore e sulla sostenibilità. Il concept illuminotecnico di Edeka HafenMarkt incarna questa visione all’avanguardia, rappresentando un pilastro essenziale nella riqualificazione in corso nella città e nell’ambizioso sviluppo del quartiere portuale di Munster. In collaborazione con Schweitzer, responsabile della realizzazione del nuovo supermercato con una superficie di oltre 3000 metri quadrati, Imoon ha ideato un’illuminazione che garantisce un ambiente luminoso, accogliente e funzionale all’interno del nuovo HafenMarkt. Questo supermercato non è solo un punto vendita moderno e all’avanguardia, ma anche un elemento cruciale nella trasformazione urbana della zona, integrando l’offerta locale e culinaria e diventando un punto di riferimento per la comunità circostante. La volontà di Edeka era quella di tornare al porto di Munster con uno store moderno e particolarmente urbano, che si integrasse con il design del quartiere e richiamasse il concetto del mercato portuale. Imoon ha quindi sviluppato un concept illuminotecnico che, oltre alla value proposition del brand, ha considerato il cambiamento che sta vivendo il settore del food retail rispondendo alla necessità di una nuova modalità di interazione con i consumatori.

Nel contesto del punto vendita Edeka HafenMarkt a Munster, il design esperienziale è il fulcro del concept illuminotecnico. La progettazione illuminotecnica riveste un ruolo sempre più centrale nell’ambientazione dei punti vendita, focalizzandosi sulla sostenibilità e sulla creazione di percorsi di acquisto che esaltino la personalità e l’identità del marchio. L’approccio attento alla luce, oltre alle sue funzionalità e percezioni, mira principalmente a suscitare emozioni, rendendo l’esperienza di consumo unica e irrinunciabile per i clienti. In questo contesto rientrano anche il layout e gli allestimenti, dove la tecnologia diventa un elemento abilitante, soprattutto per quanto riguarda l’illuminazione, che plasmando gli ambienti con un’estetica relazionale ed evocativa, favorisce il comfort indoor e accresce la fedeltà dei clienti verso il marchio. Imoon si è fatto interprete di questo trend, realizzando un concept illuminotecnico customizzato dove l’illuminazione diventa parte integrante del design, offrendo così un’esperienza di shopping esclusiva presso il nuovo store.

La customizzazione riveste un ruolo fondamentale nel progetto illuminotecnico di Imoon per Edeka HafenMarkt, contribuendo alla riconoscibilità del brand e all’aumento della redditività. Questo approccio si concretizza principalmente nella realizzazione di corpi illuminanti esclusivi per il format del supermercato, mirando a garantire una riconoscibilità distintiva del marchio e a offrire ai consumatori un’esperienza d’acquisto coinvolgente, in linea con le aspettative progettuali. Il punto vendita si distingue per un design dal richiamo fortemente industriale, caratterizzato dall’inserimento di pareti e controsoffitti con mattoni a vista alternati a controsoffitti metallici. Imoon ha saputo integrare diverse tipologie di corpi illuminanti in questo contesto, unendo estetica, funzionalità e comunicazione emozionale. Ad esempio, nella zona caratterizzata da controsoffitti a rete, sono stati incassati binari elettrificati dotati di Venere Pro P, proiettori equipaggiati con un LED speciale, 3000 HD (High Definition), progettato per mettere in risalto il bianco puro e la naturalezza dei colori dei prodotti esposti oltre che per conferire vividezza e risalto all’intero ambiente del punto vendita. Questa soluzione si è rivelata ideale anche per valorizzare la selezione dei colori accesi come il blu, il rosso e il giallo scelta da Schweizer per i punti di ristoro caratterizzati da un design che richiama l’estetica dei container industriali.

Nell’area dell’ingresso, prossima alle zone con controsoffitti in pietra, Imoon ha inserito l’HB, un proiettore dal design industriale montato a sospensione, ideale per ambienti con soffitti molto alti grazie alla sua elevata emissione luminosa. Il design è stato personalizzato, creando una campana di dimensioni importanti per renderla impattante dal punto di vista estetico, caratterizzando ulteriormente l’area di ingresso. Nonostante la personalizzazione estetica, la vera forza di questi corpi illuminanti risiede nella possibilità di equipaggiarli con lo stesso led speciale, il 3000 HD, utilizzato nel resto del punto vendita, garantendo così una continuità nell’illuminazione che, oltre a essere perfettamente diffusa, conferisce allo spazio un aspetto scenografico. Anche le casse hanno un ruolo fondamentale nell’estetica complessiva del punto vendita. Imoon ha realizzato gli stilo led, dei tubi luce a sospensione che richiamano l’estetica dei vecchi tubi neon, utilizzati per illuminare i vecchi capannoni industriali. Questi elementi aggiungono un tocco distintivo e un’atmosfera retro, contribuendo al carattere unico e accattivante del supermercato Edeka HafenMarkt.

Ogni ambiente vuole la sua luce: in funzione della tipologia di reparto, i lighting designer Imoon hanno studiato scenari differenziati per resa cromatica, al fine di enfatizzare solo zone specifiche. Rispetto ad un’illuminazione tradizionale dove la luce è uniforme, Imoon interviene sui contrasti, anche con ottiche e parabole in grado di distribuire la luce in modo ottimale, per rendere attrattivi i banchi espositivi e le scaffalature con un livello di irraggiamento energetico ambientale inferiore. In secondo luogo, la customizzazione si declina quindi nella modulazione del livello di luminosità in funzione del tipo di ambientazione, nell’esaltazione cromatica dei contrasti di colore dei prodotti e nel sapiente impiego dei Led speciali Imoon, quali fattori di engagement per il consumatore. Nell’area di vendita, troviamo un’illuminazione realizzata con proiettori Krios P installati su binari a sospensione ed equipaggiati sempre con Led 3000 Hd per garantire una qualità della luce elevata in tutto lo store. La progettazione illuminotecnica ha previsto due versioni dello stesso proiettore, con differenti potenze ed emissioni luminose, per fornire accenti luminosi differenziati sui prodotti degli scaffali. Questi stessi corpi illuminanti illuminano anche le grafiche di comunicazione lungo i muri perimetrali dello store, raccontando la vita di mare in armonia con il tema del supermercato e con la zona portuale all’interno della quale esso è situato.

Particolare attenzione è stata dedicata all’area dei vini, resa ben visibile da un controsoffitto retroilluminato sul quale sono stati inseriti spot led per luce di accento. Gli spot, nella versione Krios P compact, non solo mettono in risalto la variegata selezione di vini, ma pongono anche l’accento sugli espositori storici, frutto di un restauro dedicato di Schweitzer in omaggio al famoso negozio di liquori Hassenkamp. Una luce calda a 2700 K è stata scelta per creare un’atmosfera confortevole e accogliente, invitando i clienti a soffermarsi e a esplorare la vasta gamma di prodotti disponibili. La stessa luce calda è stata utilizzata anche per la gastronomia e la panetteria, con l’obiettivo di enfatizzare la sensazione di pane appena sfornato, creando un’atmosfera accogliente e invitante. Per i banchi carne e pesce, invece, è stato adottato il Led Meat Fish Hd, progettato appositamente per accentuare i toni rossi e bianchi della carne e del pesce, esaltandone la freschezza in modo naturale e realistico. In questo reparto, Imoon ha implementato anche la tecnologia wireless per regolare i livelli di illuminazione, consentendo di impostare il livello ottimale di luminosità per garantire una distribuzione uniforme della luce su tutto il banco, contribuendo anche al risparmio energetico. La zona dedicata alla salute e alla bellezza, invece, viene illuminata con un Led 4000 K Hd, che offre un tono leggermente più freddo di luce. Questa scelta è ideale per comunicare una sensazione di pulizia e freschezza, distinguendo chiaramente l’area dalla zona alimentare. Conclude il progetto l’illuminazione del piano interrato con gli incassi industriali Apha 230 Pro, sempre equipaggiati con led 3000 HD a garanzia di una luce di qualità e con una emissione luminosa elevata ideale per l’aera ampia da illuminare.

La progettazione illuminotecnica è stata concepita per rendere spettacolare l’offerta in esposizione e incentivare il consumatore all’acquisto, per una shopping experience unica e coinvolgente. I corpi illuminanti si armonizzano con le strutture e gli elementi architettonici circostanti, valorizzando la percezione dell’ambiente e contribuendo a creare l’atmosfera giusta. Un risultato straordinario, possibile grazie alla collaborazione con il team Schweitzer.

Wetacoo rivoluziona la gestione di magazzini e traslochi con la tecnologia RFID

L’acronimo RFID (Radio Frequency Identification) si riferisce a una tecnologia che consente di identificare univocamente un oggetto o una persona utilizzando onde radio attraverso un campo magnetico. In sostanza, permette di riconoscere a distanza gli oggetti e ottenere informazioni in modo sicuro e preciso. Un sistema che ha gli stessi scopi e applicazioni di un codice a barre, della banda magnetica delle carte di credito e bancomat, o della tecnologia NFC.

Wetacoo, startup italiana di traslochi e depositi on-demand, sta introducendo la tecnologia RFID al settore dei magazzini e dei traslochi: questo permetterà di monitorare a distanza ogni oggetto tramite appositi dispositivi, senza dover scansionare il codice su ogni etichetta. Durante il trasloco inoltre, vengono eseguite scansioni regolari per assicurarsi che tutti gli oggetti siano presenti e correttamente gestiti in ogni momento col risultato di meno tempo perso e meno errori. Con la gestione del magazzino tramite tecnologia RFID inoltre, Wetacoo supera le soluzioni tradizionali offrendo tra i vantaggi la tracciabilità, visto che ogni oggetto viene etichettato con un tag RFID, con descrizione e foto, e ciò permette di monitorare la sua presenza in ogni momento. I tag RFID consentono anche un controllo eseguibile in pochi secondi attraverso scansioni regolari durante ogni fase, come il caricamento sul furgone, il trasporto, la consegna e il rimontaggio.

La tecnologia RFID garantisce pure semplicità ed efficienza nel rimontaggio: sapere esattamente e rapidamente in quale scatola o imballaggio si trovano specifici oggetti o parti di mobili, genera un notevole risparmio di tempo, soprattutto per servizi di grandi dimensioni che possono durare svariate giornate. Infine, in caso di deposito, la lista oggetti diventa un vero e proprio inventario digitale. La tecnologia RFID permette consegne anche di singoli oggetti in tempi rapidi, grazie ad una gestione dei magazzini altamente automatizzata.

“L’introduzione della tecnologia RFID è il frutto di una continua attività di ricerca e sviluppo che ha portato a depositare il brevetto quest’anno. È un importante risultato per la trasformazione di un settore obsoleto come quello dei traslochi e depositi. Ora, con una tecnologia proprietaria sempre più avanzata, stiamo aprendo un nuovo round di fundraising per continuare la nostra espansione in Italia ed Europa” ha detto Federico Prugnoli, CEO e fondatore di Wetacoo.

GreenAethics, quando la tecnologia sposa la sostenibilità

Dai veicoli glam a impatto zero e sempre più avveniristici a ricette dallo stile inimitabile e basate su prodotti naturali fino a capi green d’alta moda ispirati dal trend futuristico “techwear”: sono solo alcune delle prove più sorprendenti della diffusione dei GreenAethics, una generazione che unisce GenZ e Millennial nella passione per le tecnologie sostenibili che non rinunciano alla bellezza. Secondo recenti stime, 4 persone su 5 sono disposte a spendere anche il 10% in più per acquistare prodotti premium realizzati eticamente secondo logiche sostenibili. Un trend che spopola anche su Instagram con l’hashtag #greentech che vanta 255mila contenuti pubblicati, e che coinvolge anche star come Leonardo di Caprio, Brad Pitt ed Ema Stokholma

Tecnologia e sostenibilità, sostenibilità e tecnologia: due binari che, al giorno d’oggi, non possono più correre solo parallelamente ma s’intrecciano sempre più spesso insieme ad altri valori imprescindibili, ovvero lo stile e il design. Conferme in merito giungono da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Omoda-Jaecoo, gruppo automobilistico di proprietà del costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia, dalle quali emerge che, a livello globale, sta nascendo una nuova generazione che unisce principalmente Gen Z e Millennial, ma anche persone leggermente più grandi. Il suo nome è “GreenAethics”. Entrando più nel dettaglio, si tratta di giovani molto sensibili alle tematiche ambientali e appassionati di tecnologia e innovazione ma che, allo stesso tempo, non possono fare a meno dell’universo delle tendenze fashion. Prove concrete che testimoniano la diffusione dei GreenAethic in tutti i principali settori operativi arrivano da Fortune Business Insights: a questo proposito, risalta il fatto che il mercato globale delle green technology, sempre più smart e ricercate, chiuderà l’anno corrente, sfiorando i 20 miliardi di euro di fatturato: ma non è tutto perché, entro il 2032 è previsto un incremento di ben 70 miliardi (+350%) con una crescita media annuale composta del 21%. I numeri non mentono mai, nemmeno a livello social: infatti, solo su Instagram l’hashtag #greentech, che conta quasi 255mila contenuti pubblicati, mette in mostra principalmente prodotti ed innovazioni dal design unico e inimitabile. Ulteriori spunti interessanti sul tema giungono dal portale The Sustainable Investor: addirittura l’80% dei consumer globali è disposto a pagare di più per prodotti premium di ogni tipologia che risultano moderni, green oriented e belli dal punto di vista estetico. Secondo lo stesso studio, questi consumatori sono disposti a pagare in media il 9,7% in più per beni che soddisfano specifici criteri ambientali.

Passando alle industry maggiormente toccate dalla presenza delle GreenAethics people, emerge in primo luogo il settore automotive, il cui obiettivo, stando a quanto indicato da Just Auto, consiste nel raggiungimento del traguardo delle zero emissioni di carbonio entro il 2050. Al fine di ottenere questo importante risultato, le principali organizzazioni dell’asset scendono quotidianamente in campo con iniziative mirate o veicoli sempre più all’avanguardia come Omoda 5 e Jaecoo 7, i quali risultano moderni, eleganti, tecnologici, a basso impatto ambientale e in grado di rispondere alle diverse esigenze di mobilità. Dietro alla loro realizzazione c’è il nuovo gruppo automobilistico Omoda-Jaecoo, di proprietà dello storico costruttore cinese Chery, che punta ad espandersi in Occidente con una nuova gamma di auto all’avanguardia.

Il viaggio alla scoperta della green tech revolution prosegue con un altro settore che, così come l’automotive, fa della tecnologia, dell’ambiente e dell’eleganza dei veri e propri pilastri fondanti. Si tratta della moda che, come specificato dal World Economic Forum, farà dell’economia circolare il proprio passepartout in vista dei prossimi anni. In particolar modo, la circular economy passa, e passerà, sia dalla vendita di capi di seconda mano, il cui mercato supererà i 300 miliardi di euro entro i prossimi tre anni, sia dall’utilizzo, sempre più massivo, di plant-based material che verranno utilizzati come base per la realizzazione di pelli e tessuti sostenibili. Fibre2Fashion si dimostra sulla stessa lunghezza d’onda, mettendo in risalto uno stile in linea con lo scenario descritto, vale a dire il “Techwear Fashion”. In che cosa consiste? Nell’utilizzo di una grande varietà di materiali eco-compatibili per creare la moda del futuro. Una strada promettente per rendere tutto questo possibile risulta l’impiego di tessuti riciclati, i quali verrebbero poi trasformati in capi futuristici. Sotto questo punto di vista risalta una case history 100% italiana rappresentata da Fashion Robot: un team composto da sarte e costumisti appartenenti al mondo del cinema e dello spettacolo che ha realizzato una collezione unica nel suo genere, presentata di recente a Milano, trasformando proprio capi già esistenti in abiti di alta moda futuristici e amici dell’ambiente.

Lasciando la moda, si passa a un altro mondo fortemente toccato dalla GreenAethic’s diffusion, ovvero quello delle celebrity che scendono in campo, promuovendo sustainability e innovation con iniziative e progetti mirati ed efficaci. Un esempio concreto viene offerto da star born in the USA come Brad Pitt che, a seguito dell’uragano Katrina del 2005, ha fatto costruire, tramite la sua fondazione, 150 abitazioni sicure e sostenibili oltre a un parco giochi a energia solare. Ma il trend coinvolge anche celebrità del Bel Paese come Ema Stokholma, la quale risulta molto legata proprio alle tematiche ambientali. Per ultimo, ma non meno importante, ecco il food che rientra in questo contesto grazie ad ingredienti e prodotti sempre più naturali e salutari, packaging innovativi e capaci di salvaguardare la qualità delle pietanze, presentazioni pulite e creative e persino ricette futuristiche capaci di rivisitare grandi classici o cibi apparentemente semplici.

Uno spunto rilevante sul tema giunge da un professionista dal settore, ovvero lo chef Ruben Bondì, protagonista del programma “Cucina in balcone con Ruben”, il quale proprio recentemente ha realizzato una ricetta molto interessante che vede nel baccalà il vero protagonista, arricchito da un’innovativa panzanella liquida. Si tratta, quindi, di una proposta dai sapori semplici e sorprendenti, capace di distinguersi non solo per il gusto e l’estetica della presentazione, ma anche per l’utilizzo di ingredienti sostenibili. “Come food influencer e private chef, sono testimone, ogni giorno, di come l’innovazione tecnologica stia trasformando ogni aspetto del nostro rapporto con il cibo, dalla produzione alla preparazione. Ma non solo, anche l’adozione di tecnologie verdi è in pieno boom – afferma Ruben Bondì. Noi chef siamo attenti a utilizzare elettrodomestici ad alta efficienza energetica e sistemi di cottura a induzione per ridurre il consumo energetico. Inoltre, gli strumenti di ultima generazione per la gestione degli sprechi alimentari stanno diventando essenziali e indispensabili in tutte le cucine moderne, aiutando a minimizzare i rifiuti e a valorizzare ogni ingrediente. Infine, la crescente disponibilità di ingredienti locali e sostenibili permette a noi cuochi di pensare e creare piatti sia belli da vedere, ma anche che rispettosi dell’ambiente”.

Allarme Cia, la peste mette a rischio il comparto suinicolo italiano

Con oltre due milioni di cinghiali che scorrazzano su tutto il territorio nazionale e operazioni di contenimento che procedono a rilento, si fatica ad arginare la peste suina africana: a lanciare l’allarme è Cia-Agricoltori Italiani, rilevando che in pochi giorni sono saliti a 6 i focolai di PSA negli stabilimenti nazionali e hanno coinvolto Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia, regione che da sola conta più del 50% degli allevamenti suinicoli totali.

“Siamo molto preoccupati perché lo scenario si è notevolmente complicato ed è successo ciò che era prevedibile, vista l’eccessiva presenza dei cinghiali soprattutto nelle zone coinvolte. Ora chiediamo celerità nelle risposte” dichiara il Presidente di Cia, Cristiano Fini.

Il comparto suinicolo è già in forte sofferenza e adesso bisognerà prevedere risorse importanti per consentire tenuta e ripresa delle aziende. “Gli indennizzi sono fermi allo scorso novembre -continua Fini- ed è sempre più necessario supportare quelle imprese che continuano a lavorare con enormi difficoltà a causa delle misure sanitarie imposte. Servono subito ristori per coprire tutti i danni indiretti subiti con il blocco sanitario delle movimentazioni e anche con il deprezzamento dei capi. In più, occorrono ulteriori risorse per le misure di prevenzione, che ad oggi sono risultate insufficienti, oltre a un maggiore coordinamento e uniformità nella strategia di controllo della PSA. Il problema è nazionale e auspichiamo, quindi, che il direttore generale della Sanità Animale, Giovanni Filippini, che subentra al commissario Vincenzo Caputo dopo le recenti dimissioni, agisca con urgenza attraverso misure straordinarie, superando i vincoli burocratici e accelerando gli abbattimenti per fermare i contagi. Non si può più aspettare, l’allerta è massima per gli allevatori. La peste suina rischia davvero di mettere ko un settore chiave del Made in Italy agroalimentare, che genera oltre 13 miliardi tra produzione e industria” conclude Fini.

Rallenta la tecnologia, in calo vendite di smartphone, pc e macchine fotografiche

La domanda di prodotti tecnologici in Italia continua a vivere una fase di rallentamento, come confermato dai dati GfK Market Intelligence relativi al primo semestre 2024. Il mercato italiano ha segnato una flessione del fatturato del -4,7% a valore rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 7 miliardi di euro. Questo scenario evidenzia una persistente debolezza del settore dopo le vendite record registrate negli anni della pandemia. Qualche spiraglio arriva dai dati più recenti: nel mese di giugno il mercato della tecnologia di consumo, pur rimanendo in area negativa (-1,4% a valore) mostra segnali di stabilizzazione.

La negatività riguarda sia le vendite effettuate sui canali tradizionali – che sono diminuite del -5,3% rispetto al primo semestre del 2023 – sia quelle effettuate sul canale online, anche se in maniera più limitata: in questo caso il calo è stato del -2,9% a valore. Nel periodo analizzato, risultano negativi tutti i segmenti che compongono la tecnologia di consumo, con l’eccezione del piccolo elettrodomestico, che cresce del +5,8% rispetto ai primi sei mesi del 2023. In particolare, tra i prodotti più importanti per giro d’affari si segnala la crescita delle vendite di aspirapolvere (+2,4%). Perde terreno rispetto allo scorso anno la telefonia (-4,3% a valore) che si conferma come il settore più importante per giro d’affari generato. In questo comparto, I dati GfK evidenziano una contrazione della domanda di smartphone (-4,5%), parzialmente compensata dalla crescita delle vendite di smartwatch con SIM (+4,5%).

Tra i settori che hanno registrato le performance peggiori nel primo semestre del 2024 ci sono la fotografia (-12,4%) e l’elettronica di consumo (-10,2%) – quest’ultima da tempo alle prese con un calo della domanda. Il mese di giugno, tuttavia, ha mostrato un rimbalzo del +6,3% a valore per l’elettronica di consumo, un segnale incoraggiante attribuibile in parte ai grandi eventi sportivi dell’estate 2024 – Campionati europei di calcio e Olimpiadi – che hanno spinto molti italiani ad acquistare un nuovo televisore. Le vendite dell’home comfort (-0,2%) mostrano una leggera flessione nella prima parte dell’anno. Questo settore, sempre meno legato ai ritmi stagionali, sembra aver risentito di un inizio estate anomalo, con precipitazioni abbondanti e temperature sotto la media in molte zone d’Italia, ma nel mese di giugno ha visto tornare il segno positivo (+1,8% rispetto a giugno 2023). Il settore dell’information technology/office e il grande elettrodomestico chiudono il semestre in negativo, registrando rispettivamente un calo delle vendite del -8,7% e del -4,6% a valore. In questo caso, nemmeno il mese di giugno ha invertito questa tendenza.

La Doria acquisisce il ramo d’azienda private label di Pastificio Di Martino

A pochi giorni dall’acquisizione di Clas, La Doria, attiva nella fornitura di specialità italiane private label a lunga conservazione che comprendono pomodoro, sughi pronti e legumi in scatola, ha sottoscritto un accordo condizionato per l’acquisizione del ramo d’azienda detenuto da Pastificio Di Martino dedicato alla produzione e commercializzazione di pasta secca private label e la quota, pari al 13%, detenuta da Pastificio Di Martino in LDH (La Doria) Ltd, società controllata da La Doria. L’operazione prevede la stipula di accordi commerciali tra il Gruppo La Doria e Pastificio Di Martino, attivo nella produzione e commercializzazione di pasta secca e fresca con i propri storici marchi “Pastificio Di Martino”, “Pastificio Antonio Amato” e “Pastificio dei Campi”, nonché l’acquisto da parte di quest’ultima di una partecipazione di minoranza nella holding di controllo del Gruppo La Doria. Inoltre Giuseppe Di Martino assumerà il ruolo di “key pasta advisor” per il Gruppo La Doria, apportando la sua profonda esperienza nel settore della pasta.

L’accordo assumerà efficacia solo subordinatamente all’avveramento di talune condizioni sospensive. La business unit del Pastificio Di Martino dedicata alla produzione e commercializzazione di pasta secca private label ha registrato, nel 2023, ricavi pari a 108 milioni di euro e ha prodotto 107 mila tonnellate di pasta secca.

Nell’ambito dell’operazione La Doria è stata assistita da Chiomenti nonché da Ernst & Young S.p.A. per gli aspetti di due diligence contabile e finanziaria. Per Pastificio Di Martino Gaetano e F.lli S.p.A., l’operazione è stata seguita da UniCredit S.p.A., in qualità di advisor finanziario, e, per i profili legali, dal team dello Studio Astolfo Di Amato e Ass.ti guidato dal Prof. Avv. Giovanni Agrusti.

Caffè Borbone, ricavi in aumento grazie a Gdo e mercato d’oltreoceano

Per Caffè Borbone il primo semestre del 2024 si chiude con ricavi a 166,7 milioni di euro, in aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Dall’analisi dei risultati emerge inoltre l’ottimo andamento del mercato estero, che cresce del 50% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. In particolare prosegue lo sviluppo del mercato americano che, sotto la guida della neocostituita filiale Caffè Borbone America Corp, raddoppia il risultato 2023. A livello di canali distributivi si segnala l’ottima performance della Gdo, canale strategico per coprire ancora più capillarmente il mercato e migliorare ulteriormente la penetrazione del brand su tutto il territorio nazionale.

Il primo semestre ha segnato importanti traguardi anche sul fronte dell’impegno in ambito sostenibilità. L’azienda ha aderito alla Science Based Targets initiative (SBTi) e ha definito i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 a breve e lungo termine in linea con lo scenario net-zero e si appresta a sottoporli alla validazione del team di esperti di SBTi. Sempre nell’ottica di ridurre l’impronta ambientale, sono stati completati i lavori per la realizzazione di un nuovo polo logistico, con la costruzione di un nuovo magazzino da 10.000 mq nelle immediate vicinanze dello stabilimento di Caivano. Il nuovo fabbricato, che entrerà in funzione nella seconda parte del 2024, non solo permetterà un efficientamento in termini di gestione magazzino, ma contribuirà all’autonomia energetica dello stabilimento grazie all’impianto fotovoltaico da 500 kW posizionato sul tetto.

“Il percorso di crescita e sviluppo di questa prima parte dell’anno è il risultato di una strategia di business pianificata per affrontare l’attuale contesto economico e fronteggiare l’aumento dei costi della materia prima, in particolare della qualità di caffè Robusta, che ha raggiunto picchi record. Una strategia che ha messo al primo posto i consumatori, limitando il più possibile i rincari sui prezzi al pubblico, e che si è dimostrata efficace, permettendoci di continuare la nostra traiettoria di sviluppo” ha dichiarato Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone. Che aggiunge: “I risultati del primo semestre ci permettono di guardare con ottimismo al futuro e ci proiettano verso un traguardo di fine anno superiore ai 300 milioni con cui abbiamo concluso l’esercizio precedente”.

In ultima analisi, si segnala la Golden Medal che Caffè Borbone ha ottenuto a giugno nel Sustainability Rating di EcoVadis, una delle più importanti piattaforme internazionali di rating di sostenibilità, collocandosi nel 2% delle migliori società tra tutte quelle valutate da EcoVadis negli ultimi 12 mesi.

Cresce la produzione di Parmigiano Reggiano, segnale positivo per il made in Italy

Il Parmigiano Reggiano è il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna: a confermarlo sono i nuovi dati forniti dal Consorzio in occasione della presentazione della 58esima Fiera del Parmigiano Reggiano a Casina che si terrà dal 2 al 5 agosto. Nel 2023 la produzione degli 83 caseifici di montagna della Dop infatti ha superato le 861.000 forme, con un aumento del +11% rispetto al 2016, anno in cui è stata inaugurata la politica del Consorzio di rilancio e valorizzazione della produzione di montagna. In crescita anche la produzione di latte, con oltre 419.000 tonnellate (+9,3% sul 2016). Inoltre, il Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna”, la certificazione lanciata dal Consorzio nel 2016 per dare maggiore sostenibilità allo sviluppo di quest’area della zona di produzione e offrire ai consumatori garanzie aggiuntive legate all’origine e alla qualità del formaggio, nel 2022 ha raggiunto le 228.000 forme, con un aumento del +28% sul 2016.

Tutti forti segnali che la politica del Consorzio continua a invertire una tendenza alla decrescita che aveva colpito il comparto fino al 2014. Nel decennio 2000-2010, infatti, nei territori di montagna della zona di origine si è assistito alla chiusura di ben 60 caseifici e a una riduzione del 10% della produzione del latte. Deficit che è stato azzerato a partire dal 2014 grazie all’avvio del Piano di Regolazione Offerta che, tra le altre misure, ha previsto sia sconti specifici per produttori e caseifici situati in zone di montagna, sia il bacino “montagna” per le quote latte. Nel 2023, dunque, più del 21% della produzione totale si è concentrata negli 83 caseifici di montagna sparsi tra le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna a sinistra del fiume Reno, che impiegano oltre 800 allevatori. Ciò ha reso possibile il mantenimento dell’agricoltura in zone altrimenti abbandonate e ha contribuito allo sviluppo di una società modernamente agricola e di un paesaggio riconoscibile e apprezzato sia dai suoi abitanti, sia dal circuito del turismo di qualità. Altro segnale positivo è rappresentato dai cambiamenti generazionali all’interno dei caseifici: l’età media dei produttori si è abbassata dai 57 anni di media prima del 2016 ai 30-40 di oggi, segnale che manifesta la fiducia che i giovani investono nel Parmigiano Reggiano.

La presentazione dei dati è avvenuta in un momento particolare per il Consorzio: il 27 luglio si sono festeggiati i 90 anni della fondazione dell’organismo che ha la funzione di tutelare, difendere e promuovere questo prodotto millenario, le cui radici affondano nel Medioevo, salvaguardandone la tipicità e pubblicizzandone la conoscenza nel mondo. Proprio questo è stato il giorno scelto dal Consorzio per sancire l’apertura dell’ufficio (corporation) negli Stati Uniti, primo mercato estero della Dop (avvenuta grazie alla collaborazione dello Studio Tarter Krinsky & Drogin per gli aspetti legali USA, dello Studio Funaro & Co. per gli aspetti fiscali USA, e dello Studio Bird & Bird per gli aspetti legali e fiscali crossborder), per avere una maggiore efficacia nelle operazioni di promozione e di tutela nel mercato a stelle e strisce.

“Il Parmigiano Reggiano contribuisce a fortificare l’economia e a preservare l’unicità dell’Appennino emiliano. È il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna, con più del 21% della produzione totale concentrata in ben 83 caseifici sui 292 consorziati. La differenza delle Dop rispetto a tante altre realtà economiche è che l’attività non può essere delocalizzata, e pertanto il fatturato diventa automaticamente “reddito” per la zona di origine. Se a ciò aggiungiamo che nel 2021 un turista straniero su due ha visitato il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia, risulta lampante l’importanza della Dop per lo sviluppo del turismo esperienziale in questi luoghi. Per il Consorzio, sono il territorio e la comunità che lo abita il bene più prezioso e il nostro intento è quello di impegnarci sempre di più per preservarli ed essere un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale” ha dichiarato Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio.

“La produzione nelle zone di montagna è da sempre una delle caratteristiche salienti del Parmigiano Reggiano. È stato fondamentale che il Consorzio introducesse interventi per la diffusione e la valorizzazione del “Prodotto di Montagna”, e che continui a farlo anche negli anni a venire: queste aree soffrono di condizioni svantaggiate e maggiori costi di produzione, ma la permanenza di una solida produzione agricola-zootecnica rappresenta un pilastro economico e sociale di interesse non solo per la comunità locale, ma per tutti. Preso atto dei risultati raggiunti con il consolidamento della lavorazione del Parmigiano Reggiano nelle zone dell’Appennino, ora la sfida è riuscire a rafforzare il valore commerciale del “Prodotto di Montagna” e promuoverne il valore aggiunto, per avere un posizionamento nel mercato che riesca a rendere sostenibile tale produzione nel tempo” ha aggiunto Guglielmo Garagnani, Vicepresidente del Consorzio.

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