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FAAC presenta GBF 3500, il nuovo ingresso automatico per Centri Commerciali e Banche

Si chiama GBF 3500,  ed è il nuovo ingresso automatico realizzato da FAAC. Dotato di sistema antipanico a sfondamento e della funzione di riarmo automatico delle ante mobili e semifisse, GBF 3500 provvede automaticamente a ripristinare le normali condizioni di funzionamento dell’ingresso a seguito di un’apertura a sfondamento dovuta a urto accidentale o all’impiego come via di fuga. Questa caratteristica assicura il ripristino immediato delle finzioni di sicurezza e isolamento termico della porta, anche nei casi in cui gli utilizzatori siano impossibilitati ad intervenire manualmente per chiudere le ante. L’ingresso GBF 3500 soddisfa perfettamente le esigenze dei centri commerciali, coniugando il controllo degli accessi e il risparmio energetico. La soluzione offerta da FAAC comprende anche le ante in vetro, i profili in alluminio e la relativa ferramenta. Vetri e profili sono disponibili in più colori diversi.

Le caratteristiche

L’ingresso automatico FAAC GBF 3500 è composto dall’automatismo scorrevole FAAC A140 e da una struttura portante che sostiene anche le ante. L’automatismo, che può funzionare per trenta minuti in assenza di corrente grazie alla batteria di emergenza, è gestito da un controllore elettronico che consente di regolare numerosi parametri tra cui la velocità e la corsa delle ante. Grazie alla gestione del calendario, inoltre, il sistema può essere programmato per fasce orarie. La forza di chiusura è limitata automaticamente a meno di150 N, come previsto dalla normativa.

Le ante sono realizzate con profili esclusivi FAAC in alluminio estruso (verniciato o anodizzato) con sezione di 50 mm e spigoli verticali arrotondati. Le ante mobili e semifisse sono mantenute in sede da dispositivi magnetici che garantiscono una forza di trattenuta (certificata secondo le normative vigenti) inferiore a 220 N, evitando l’uso di congegni meccanici soggetti a possibili inceppamenti. La soluzione GBF 3500 è applicabile a vani della larghezza massima di due metri.

 

36,9 miliardi: il valore del settore alimentare cresce e batte la crisi grazie anche all’export

36,9 miliardi: tanto vale oggi il settore alimentare grazie ad un aumento dell’export pari all’8%. E per il 2020 gli obiettivi sono ancora più ambiziosi: 50 miliardi di euro è la previsione del Governo.

Il successo del comparto alimentare (133 miliardi di fatturato e 58mila imprese) è indubbio.

Tante le dinamiche sottese a queste performances, come rivela il libro “Strategie e performance dell’industria alimentare”, edito da McGraw-Hill e frutto di un lavoro in team dell’Università Cattolica.

Per la prima volta è stata indagata la performance economico-aziendale del settore, attraverso la rielaborazione dei dati di bilancio di 448 imprese ed un questionario rivolto a 120 di esse, caratterizzate da maggiore competitività.

“All’inizio dell’indagine intuivamo che il settore alimentare aveva risposto bene alla crisi, ma l’obiettivo era proprio quello di scoprire le cause di questa tenuta – ha dichiarato il professor Lorenzo Ornaghi, Presidente dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica – Immaginavamo di dover analizzare sicuramente ragioni di ordine economico, ma la nostra attenzione si è focalizzata anche nel capire chi fossero gli imprenditori, i loro percorsi personali, la loro capacità di far tesoro delle esperienze dei fondatori e, non da ultimo, le modalità con le quali affrontano il tema della successione nella guida dell’impresa”.

La ricerca

La prima fase ha visto l’analisi dei principali dati di bilancio delle imprese nei sette anni dal 2007 al 2013. In particolare, l’analisi si è focalizzata su: Ricavi, EBITDA/Vendite (margine lordo), ROA (Return on Assets), Posizione finanziaria netta (PFN), Mezzi propri/Mezzi di terzi, liquidità primaria.
La seconda fase della ricerca si è basata sulla somministrazione di un questionario alle 120 imprese caratterizzate da maggiore competitività e rappresentative dei diversi comparti.

«L’internazionalizzazione – ha spiegato Fabio Antoldi, Direttore del Centro di ricerca per lo Sviluppo imprenditoriale (CERSI) dell’Università Cattolica e autore del libro insieme a Daniele Cerrato e Antonio Campati –  denota inequivocabilmente il Dna delle imprese di successo, un processo non recente e che si sta allargando: stanno comparendo nuove direttrici di export che sono prevalentemente Stati Uniti, Canada e mercati asiatici. A ciò si associa spesso una notevole capacità innovativa, incrementale non radicale, che si manifesta soprattutto nel packaging, nei nuovi formati e nel lancio di nuovi prodotti. Mediamente le imprese d’eccellenza presentano tre, quattro innovazioni all’anno, puntando sulla qualità, ma anche sulla tradizione perché si tratta per la maggior parte di aziende familiari dove le generazioni che si susseguono garantiscono una certa continuità”.

Questa forza strutturale del comparto rende possibile l’obiettivo dei 50 miliardi di euro di export da raggiungere entro il 2020, come ha sottolineato Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare:

“C’è un percorso di continuità che parte dalla ricerca fatta da Ornaghi sulle principali imprese italiane dell’industria alimentare, passa attraverso la grande vetrina di Expo 2015 che si è rivelata un palcoscenico unico per il nostro modello agroalimentare ed una piattaforma unica d’incontri di affari, grazie alla presenza d’imprese straniere, top buyer, investitori da tutto il mondo, distributori e fornitori, e arriva fino a Cibus 2016.
La prossima edizione di Cibus rappresenterà, quindi, l’occasione di consolidare e rilanciare l’eredità di Expo e sarà una nuova occasione di business, l’obiettivo è chiaro: 50 miliardi di export entro il 2020, un obiettivo possibile anche grazie all’apertura verso nuovi mercati dove esportiamo non solo il Made in Italy, ma quello che definiamo Made with Italy, il know how italiano ed il modo efficiente e sostenibile di produrre eccellenze”.

Granarolo SPA: approvato il bilancio 2015. Cresce il fatturato

Granarolo S.p.A.: il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Progetto di Bilancio che sarà sottoposto all’Assemblea degli Azionisti in calendario il 13 aprile in unica convocazione.

“Nonostante un calo significativo dei consumi di latte e della marginalità che ne deriva, i risultati 2015 – dichiara Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo – sono da considerarsi positivi e in linea con il nostro piano industriale, con una crescita del fatturato e un risultato netto raddoppiato rispetto al 2014, soprattutto grazie ai risultati raggiunti sui mercati internazionali.

I principali risultati consolidati 2015
I ricavi consolidati delle vendite hanno raggiunto € 1.078 milioni in aumento di € 40,9
milioni pari ad un incremento del 3,9% rispetto al 2014.
La Business Unit Latte e Bevande registra un fatturato di € 445 milioni, in decremento del
5,9% rispetto al 2014, per effetto di un importante calo dei consumi che in Italia ha portato
negli ultimi 6 anni a una riduzione di 320.000 t del mercato del latte.
La Business Unit Derivati del Latte e Altro ha registrato ricavi per €633 in notevole
incremento rispetto al 2014 (+12,2%) derivante da crescita organica e acquisizioni.
Si segnala l’incremento delle vendite all’estero con una crescita del 15,3% in area UE e del
170% in area extra europea.
L’Ebitda del Gruppo si è attestato a € 69,7 milioni pari al 6,5% dei ricavi delle vendite, in
crescita rispetto al 2014 di € 9,9 milioni (+ 16,6%), grazie al contributo dell’innovazione
prodotti ed alla forza dei marchi del Gruppo.

L’Ebit è di € 29,5 milioni pari al 2,7% dei ricavi di vendita, in crescita di € 3,3 milioni
rispetto all’esercizio precedente.
Il risultato netto di Gruppo, pari € 18,0 milioni, più che raddoppiato rispetto al dato al
2014.
La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2015 è migliorata di € 25,9 milioni rispetto
al 2014, attestandosi a 97,6 milioni, pur in presenza di un programma impegnativo di
acquisizioni.
Il patrimonio netto consolidato si attesta a € 228,0 milioni, in aumento rispetto al 2014 di €
26,3 milioni.
Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di proporre all’Assemblea degli Azionisti la
distribuzione di un dividendo di €11,7 milioni, il più alto mai distribuito dal Gruppo, pari a
0,15 euro per ciascuna azione, al lordo delle ritenute di legge. In questo modo l’azionista di
maggioranza Granlatte potrà utilizzare i dividendi per arrivare a una remunerazione più
vicina alle aspettative degli allevatori italiani.

Roche Bros: freschezza e qualità “homemade” La Gallery

Roche Bros è una catena di supermercati che opera nel circondario della Athens of America, compresa tra la 495 Interstate half-beltway e la 95 Interstate half-beltway.
È  qui che Pat e Bud Roche aprirono il loro primo negozio di macelleria e ortofrutta a Roslindale nel 1952, che trasformarono progressivamente nel loro primo supermercato. Ancora una volta Daniele Tirelli  ci accompagna alla scoperta della diversa origine del grocery americano che molto spesso è partito dalle categorie deperibili e freschissime per poi introdurre una gamma sempre più ampi di prodotti confezionati. Qui l’articolo integrale.

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Foto di Daniele Tirelli

The Kraft Heinz Company lancia in Italia la nuova Yellow Mustard

The Kraft Heinz Company lancia in Italia la nuova Yellow Mustard. Una salsa con ingredienti 100 per cento naturali, senza coloranti né conservanti, a base di semi di senape e di una miscela equilibrata – e top secret – di spezie e aceto. Con il suo mix ideale fra gusto delicato e cremosità, la Yellow Mustard di Heinz farà da apripista, anche nel nostro paese, al New York Deli Style: a quell’abitudine, che ormai è già consuetudine oltreoceano, a consumare pasti anche rapidi e frugali, ma senza rinunciare al piacere di dare un tocco personale. La Heinz Yellow Mustard co la sua esclusiva ricetta si presta per natura ad accompagnare cibi molto differenti e a deliziare tanto i palati degli gli amanti della senape, quanto quelli di coloro che non apprezzano il sapore troppo intenso delle altre salse speziate. Interessante, infine, il formato: una pratica confezione ‘squeezable’ da 220 ml con chiusura di sicurezza.

Shopping ieri, oggi e domani: tendenze e novità raccontate da FutureBuy

Shopping: come stanno cambiando le abitudini in seguito alla rivoluzione digitale, che rende tutti iperconnessi e multicanale?

Lo indaga FutureBuy®, l’indagine multiclient online di GfK (realizzata con metodologia CAWI) che rileva comportamenti e atteggiamenti dei consumatori nel processo di acquisto, comprensivo anche dei momenti propedeutici come ricerca, confronto e raccolta di informazioni sui prodotti, oltre che l’effettivo atto di acquisto.

Dall’edizione italiana di FutureBuy 2015 emerge un cliente sempre più consapevole, padrone degli strumenti tecnologici che ha a disposizione ed efficiente nel processo di acquisto: il 74% degli intervistati è d’accordo nell’affermare che sta imparando a fare acquisti in modo sempre più efficace.

L’omnichannel

Anche nel nostro Paese, lo shopping omnichannel è ormai una realtà, anche se con un’incidenza diversa a seconda della categoria di prodotto considerata. L’omnicanalità si fonda su driver di scelta diversi e complementari: nello shopping online conta soprattutto la convenienza, mentre nello shopping offline è importante la possibilità di vedere e provare i prodotti.

L’integrazione tra showrooming e webrooming conferma la consuetudine sempre più diffusa di passare da un canale di vendita all’altro, cercando informazioni sul web e acquistando successivamente in store, o viceversa guardando o provando prodotti in negozio per poi acquistarli on line. Questa dinamica dà vita a fenomeni nuovi: da una parte, i negozi brick&mortar diventano click&mortar per sopravvivere alla concorrenza dei giganti dell’e-commerce, dall’altra i pure player online iniziano ad operare anche attraverso negozi tradizionali, per fornire un servizio migliore ai consumatori.

E ovviamente, in questo contesto, i device mobili (lo smartphone in particolare) diventano strumenti chiave nell’esperienza di shopping.

Infedeltà

Conseguenza diretta della maggiore padronanza di strumenti tecnologici e dell’approccio omni-channel è la diminuzione della fedeltà dei consumatore nei confronti di marche e retailer. Il 66% degli intervistati italiani ammette di essere diventato meno fedele a un solo rivenditore: per trovare gli affari migliori oggi è necessario ampliare il proprio raggio di shopping.

Ed ecco che infine l’analisi propone un focus sui consumatori più smart, cioè, gli early adopter, gli innovatori, gli appassionati. Questi shopper si rivelano sempre meno propensi a essere influenzati passivamente da retailer, brand e pubblicità, e sempre più inclini ad intraprendere un dialogo paritario, basato sullo scambio reciproco di input, per la costruzione di prodotti e servizi tarati sulle proprie esigenze.

Polli presenta la nuova linea 4e4 Orto: salse per bruschette e sughi vegani

Polli presenta le nuove vaschette “4e4 Orto”, salse per bruschette e sughi vegan pronte da mangiare, capaci di portare in cucina tutto il gusto genuino delle verdure italiane. Le diverse varietà della gamma seguono le nuove tendenze in fatto di sapori e soddisfano il gusto di tutti, anche dei sempre più numerosi amanti della cucina vegana: secondo la più recente indagine Eurisko infatti gli italiani che non mangiano più né carne né pesce sono oltre 4.600.000, il 6% del totale, mentre il 3% della popolazione è vegano,con un aumento annuo che arriva fino al 15%.

Polli infatti, oltre a proporre le nuove“Vaschette per…fette” per preparare gustose bruschette classiche al pomodoro, ai funghi, ai carciofi e alla siciliana con tutto il sapore delle verdure italiane, lancia sul mercato i primi sughi tipici in chiave vegan pensati per la grande distribuzione: il pesto alla genovese e il pesto rosso, entrambi resi più leggeri dal tofu,e l’immancabile ragù alla bolognese,che viene reinterpretato grazie a una ricetta basata sui germogli di soia. Due esclusive gamme di prodotto di primissima qualità, che abbracciano le esigenze di tutti coloro che prediligono cibi veloci ma sani, per una dieta equilibrata e ricca dal gusto italiano che solo l’azienda toscana sa garantire sin dal 1872.

La Bruschetta alla Siciliana Polli per esempio, richiama l’inconfondibile mediterraneità, abbinando ai pomodori della classica bruschetta, la melanzana e l’acciuga: una pietanza tipica del Bel Paese, che permette di gustare un grande piatto in poco tempo che nella sua semplicità riesce ad allietare i momenti di convivialità in famiglia e tra amici. D’altro canto le proposte per i sughi vegani non sono da meno; il Pesto alla genovese con Tofu, un trionfo di genuinità ed italianità, dove il basilico s’incontra con la leggerezza del tofu.

Bayernland lancia la Mozzarella Valfiorita nella versione senza lattosio

Bayernland lancia la Mozzarella Valfiorita lactose free nei formati da 100 g e da 400 g, ideale per il consumatore finale ma ottima anche per pizzerie, ristoranti e per tutto il segmento Horeca.

Iideale per gli intolleranti perché contiene meno dello 0,1% di lattosio, la nuova referenza Bayernland è un’ottima soluzione per chi non vuole rinunciare al gusto e alla qualità.
Con i due nuovi formati della Mozzarella Valfiorita senza lattosio,  Bayernland, dopo il successo dei formaggi a fette senza lattosio Emmentaler, Edamer e Tilsiter, continua la tradizione che unisce qualità e innovazione.Bayernland Mozzarella Valfiorita Senza Lattosio 100 g
Ideale come piatto fresco, la mozzarella senza lattosio Bayernland racchiude tutta la qualità e la bontà del formaggio fresco a pasta filata, pensato per chi non vuole rinunciare ai piaceri della buona tavola, ritrovando gusti che non assaporava da tempo.
Il benessere quotidiano e la corretta alimentazione sono, infatti, gli obiettivi che da sempre persegue Bayernland, creando prodotti genuini, sicuri e controllati, ad elevato valore salutistico e nutrizionale, pensati per soddisfare i palati più esigenti e regalare deliziosi momenti di gusto.

Dreher Limone Radler Zero eletta Prodotto dell’Anno da 12 milioni di consumatori

Dreher Limone Radler Zero è stata eletta Prodotto dell’Anno nella categoria bevande gassate. Scelta da più di 12mila consumatori, Dreher Limone Radler Zero ha conquistato il premio che da oltre 30 anni valorizza i prodotti più innovativi e ne amplifica la visibilità attraverso l’uso del logo “Eletto Prodotto dell’Anno” che assicura forza e impatto su ogni scaffale.

Con questo premio, Dreher Limone Radler Zero conferma la capacità di innovazione del gruppo HEINEKEN sempre pronto a stupire i suoi consumatori con prodotti originali e dal gusto unico. Il premio, infatti, basato esclusivamente sul voto dei consumatori che hanno partecipato alla più importante ricerca di mercato sull’innovazione in Italia, assicura ai prodotti vincitori una grande visibilità. Non a caso: il 73% dei prodotti eletti negli ultimi 5 anni è ancora a scaffale, l’83% dei consumatori dice di fidarsi di “Eletto Prodotto dell’anno” e il 68% è “più propenso ad acquistare un prodotto con questo logo”.

Dreher Lemon Radler Zero è distribuita attraverso i canali Ho.Re,Ca, Modern Trade e nei distributori automatici nei formati bottiglia di vetro da 33cl e lattine sleek da 33cl. È disponibile in cluster 33clx3 a € 2,39 e in lattina sleek da 33cl a € 0,76.

Retail, in Europa traina il mercato immobiliare commerciale

In Europa è stato il settore del retail quello che lo scorso anno ha registrato la crescita più rapida nel mercato immobiliare commerciale, con un investimento totale di € 67, 3 miliardi di euro. Questi i dati che emergono da una ricerca di Cushman & Wakefield.
Il settore ha beneficiato di un esuberante 2015, caratterizzato da una crescita a volumi del 28% rispetto ai 12 mesi precedenti e dell’8% a valore, grazie alla forte crescita dei rendimenti e dei canoni nelle principali città.
La Germania ha goduto di un anno record nel 2015, tanto da superare il Regno Unito e diventare, nel settore, il mercato più attivo in Europa per una cifra pari a € 17.95 miliardi di euro.
Markus Schmitt-Habersack, presidente della squadra Cushman & Wakefield tedesca, ha dichiarato: “Se Londra può essere la città più importante per gli investitori transfrontalieri, la Germania può invece contare su una maggiore penetrazione, con sette città nella top 20. Per quanto riguarda lo scenario europeo nel suo complesso, i paesi nordici, con volumi in ascesa del 158% si sono rivelati i più dinamici. Al contrario, Spagna e Italia sono state un po’ in ombra. Meglio il Portogallo con un aumento del 194%. Infine si registrano volumi in crescita del 237% in Belgio, del 244% in Polonia e del 103% nella Repubblica Ceca.
Il rapporto evidenzia come le tendenze economiche siano state favorevoli per il settore retail a causa di una ripresa (modesta ma reale) del reddito e di un miglioramento del mercato del lavoro.

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