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Solidarietà natalizia: Multicedi porta migliaia di peluche ai bambini ricoverati in ospedale

Durante le scorse settimane i rappresentanti del Gruppo Multicedi, col supporto di agenzie di animazione e, in alcuni casi, di associazioni locali, hanno portato gli auguri di Natale donando migliaia di peluche “I Cucciolini” ai bambini ricoverati.

Le tappe dell’iniziativa hanno coinvolto il reparto Pediatria U.O.C. dell’ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, il reparto Pediatria dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, il Santobono Pausilipon di Napoli raggiunto grazie all’associazione omonima, il Gemelli Art di Roma e l’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari dove l’iniziativa è stata condotta col supporto dell’associazione Abio sezione di Bari che da anni aiuta i bambini a superare l’impatto con l’ospedale attraverso il gioco, il sorriso e l’ascolto.

“Abbiamo incontrato i bambini in un contesto decisamente poco piacevole per loro, soprattutto in giorni di festa come quelli in corso” fanno sapere dall’azienda. “È stato emozionante donare dei momenti di inattesa gioia e vedere lo stupore nei loro occhi. È stato altrettanto bello affiancare gente speciale che, quotidianamente, lavora o presta volontariato in questi reparti a stretto contatto con pazienti giovanissimi. Non è solito ricevere visita in una camera d’ospedale da Babbo Natale o un suo Elfo o, addirittura, da una renna con regali a seguito, il tutto contornato da sottofondo musicale natalizio. Lo abbiamo fatto e ci siamo regalati un’emozione altrettanto unica e speciale come quella che speriamo di aver donato”.

Fatturato in crescita per Cantine Riunite & Civ, sfiorati i 270 milioni di euro

Cantine Riunite & Civ ha approvato il bilancio di esercizio chiuso al 31 luglio 2023. Alla presenza del Presidente Corrado Casoli, del Vice Presidente Claudio Biondi e del Direttore Generale Gabriele Lechthaler, sono stati presentati i risultati dell’esercizio 2022/23 della cooperativa, che nei 12 mesi ha registrato un fatturato pari a 269,4 milioni di euro, in crescita di oltre il 3% rispetto al periodo precedente, e un utile netto superiore a 2 milioni di euro.

I dati sono molto confortanti, considerando il contesto globale in cui opera Cantine Riunite & Civ, che hanno consentito di rafforzare il patrimonio netto della cooperativa che a fine esercizio supera per la prima volta i 200 milioni di euro. Ai Soci, che nella vendemmia 2022 hanno conferito oltre 763 mila quintali di uva, è stato riconosciuto un prezzo medio di riparto pari a 41,20 euro al quintale.

il Presidente Corrado Casoli

Sul fronte dell’export, la crescita a valore è stata di circa il 7% e ha confermato la vocazione internazionale di Cantine Riunite & Civ, nonché la leadership in alcuni mercati internazionali realizzando crescite importanti nel Regno Unito (+18%) e in Europa (+13%). Sul mercato domestico le performance sono state positive con una crescita a valore del 3%, nonostante i consumi siano stati più contenuti e fortemente condizionati dalle spinte inflazionistiche, sia sul canale moderno sia nel fuori casa.

In Italia si è continuato ad investire in comunicazione per i brand Maschio, Riunite e Righi; un’attenzione particolare è stato data ai brand di Cantine Cavicchioli. Sul fronte dell’offerta commerciale, è stata ampliata la gamma prodotti di Umberto Cavicchioli e Figli, brand dedicato al canale Horeca, con una nuova linea di spumanti e una nuova linea di metodi ancestrali.

il Vice Presidente Claudio Biondi

La cooperativa è impegnata in un importante piano di investimenti nei siti produttivi emiliani e veneti, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale delle proprie produzioni e di potenziare la propria capacità produttiva: ammonta a oltre 30 milioni la cifra investita negli ultimi due anni, di cui 15 solo in questo esercizio. L’impegno finanziario sostenuto dalla cooperativa è stato funzionale al rafforzamento della leadership nei vini frizzanti emiliani, quali Lambrusco e Pignoletto, così come nel Prosecco, a vantaggio dei 1.450 soci produttori e conferitori di uve.

Sempre in ambito di sostenibilità, la cooperativa ha avviato un percorso di certificazione che coinvolge circa 1200 ettari, certificati SQNPI (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata), che si pone l’obiettivo di valorizzare le produzioni agricole garantendo un minore impatto ambientale.

il Direttore Generale Gabriele Lechthaler

Il Gruppo che fa capo a Cantine Riunite & Civ stima di chiudere l’anno 2023 con un fatturato complessivo di oltre 700 milioni di euro, confermando così di essere una tra le più importanti realtà vinicole del mondo.

A questo risultato contribuiscono anche la società controllata Gruppo Italiano Vini S.p.A., azienda leader nella produzione di vini italiani di qualità, e le società estere di distribuzione, tra le quali si annoverano la francese Carniato e la statunitense Frederick Wildman and Sons.

Cenone di fine anno, cosce di pollo, ravioli e frutti di mare tra i prodotti più ricercati

Tempo di feste natalizie: gli italiani non si faranno mancare leccornie gastronomiche all’insegna della tradizione ma con uno sguardo alle promozioni, vista l’inflazione e la crisi che continua a mordere.

Ma quali saranno i prodotti più ricercati per il cenone del 31 dicembre? A svelarlo è una ricerca dell’Osservatorio Shopping dell’app DoveConviene.

Al vertice si piazzano le cosce di pollo, amate per la loro versatilità, che fanno registrare un aumento dell’interesse del +107% rispetto al 2022. Al secondo posto invece i ravioli, cresciuti del +85%, seguiti dai frutti di mare (ostriche, cozze, vongole, seppie e calamari) perfetti per antipasti, primi e secondi. Al quarto posto un’altra pasta fresca tipica della cucina emiliana, i tortellini. Chiudono la top 5 le lenticchie, a simboleggiare prosperità e fortuna. Meritevole di menzione, infine, il prosecco, immancabile protagonista del brindisi di mezzanotte.

Prandini, rieletto Presidente Coldiretti, punta a 100 miliardi di export agroalimentare

Ettore Prandini è stato confermato Presidente nazionale di Coldiretti. A eleggerlo all’unanimità l’Assemblea dei delegati giunti da tutte le regioni, in rappresentanza di oltre 1,5 milioni di soci. Nominata anche la nuova Giunta Confederale composta dai tre vicepresidenti Nicola Bertinelli, David Granieri e Gennarino Masiello oltre che da Franco Aceto, Gianluca Barbacovi, Cristina Brizzolari, Dominga Cotarella e Francesco Ferreri.

Sostenere la competitività delle imprese agricole e della pesca per garantire la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero, promuovendo filiere produttive 100% Made in Italy con l’innovazione e la sostenibilità economica ed ambientale: è questo l’obiettivo fissato da Prandini per i prossimi cinque anni, al fine di raggiungere 100 miliardi di valore dell’export agroalimentare anche con la spinta della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco e la lotta al falso Made in Italy sulle tavole mondiali.

“È necessario però investire sulla logistica in termini infrastrutturali sui trasporti via terra, via mare e via aerea creando interconnessioni fra i vari hub che permettano di accorciare tempi di consegna e tagliare costi inutili” precisa il Presidente, aggiungendo che “il Made in Italy debba essere sostenuto offrendo all’Ismea la possibilità di svolgere il ruolo di cassa depositi e prestiti anche per proteggere la filiera agroalimentare nazionale dallo shopping straniero. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati con il coinvolgimento delle ambasciate e valorizzando il ruolo strategico dell’Ice con il sostegno delle ambasciate”.

In merito agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici invece, Prandini è del parere che “occorre intervenire sulle emergenze con sostegni adeguati ma servono anche scelte strutturali attraverso un’azione a favore della transizione ecologica con investimenti che vanno dal verde urbano alle agroenergie ma anche un piano invasi per garantire acqua a cittadini e imprese e lo sviluppo dell’agricoltura 4.0 con strumenti come droni, robot e satelliti che rappresentano oggi un giro d’affari di più di 2 miliardi di euro, con un incremento del 2300% nel giro di appena cinque anni. Sul fronte dell’innovazione occorre lavorare anche alla nuova genetica green no ogm per ridurre i costi delle imprese ed aumentare il reddito. In tale ottica lanceremo nel 2024 i primi campi sperimentali in Italia sulle Tea, le Tecniche di evoluzione assistita. A causa della cementificazione e dell’abbandono, l’Italia ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’estero. Occorre quindi accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.

Infine, in relazione ai rapporti internazionali, Prandini garantisce che nel prossimo quinquennio crescerà l’azione di Coldiretti in Europa, perché “l’Italia è leader mondiale nella qualità e nella sicurezza alimentare, e ha il dovere di svolgere un ruolo di apripista nelle politiche agroalimentari, nell’interesse delle imprese e dei cittadini”.

Gruppo Ferrero approva i bilanci e rinnova il Cda: Salomone confermato Presidente

Ferrero Spa e le quattro società controllate in Italia hanno approvato i bilanci civilistici al 31 agosto 2023.

Ferrero Commerciale Italia raggiunge i 1.756,6 milioni di euro (contro i 1.646,5 milioni di euro al 31 agosto 2022) e un utile di esercizio di 53,2 milioni di euro (erano 32,6 al 31 agosto 2022). Quest’anno è risultato decisivo il contributo del segmento “chocolate confectionary” e particolarmente positivi i momenti commerciali legati ad occasioni e ricorrenze (dall’Avvento, alla Befana, alla Pasqua), ma anche l’andamento di Nutella e delle merendine. Importante anche il contributo di Estathè e dei gelati, che crescono notevolmente rispetto al mercato grazie alle performance di Kinder Chocolate Ice Cream.

Segno più anche per Ferrero Industriale Italia, attiva nella lavorazione e trasformazione di materie prime in prodotti finiti, con un fatturato al 31 agosto pari a 805,7 milioni di euro (+7,7% vs. 748,3 milioni di euro al 31 agosto 2022) e un utile di 56,5 milioni di euro (in contrazione rispetto ai 67,3 milioni di euro al 31 agosto 2022). L’azienda ha confermato il proprio impegno nel contesto italiano investendo nell’esercizio tramite Ferrero Industriale Italia 142 milioni di euro in beni materiali, in continuità con l’esercizio precedente.

Per Ferrero Management Services Italia, attiva nell’ambito dei servizi di natura amministrativa, il fatturato guadagna punti e si attesta a 70,2 milioni di euro (+3% vs 31 agosto ’22) ma l’utile dell’esercizio di 1,5 milioni di euro risulta in contrazione rispetto ai 3,3 milioni di euro al 31 agosto 2022.

Risultati positivo, infine, per Ferrero Technical Services. L’azienda opera nell’ambito dello svolgimento di attività di natura tecnica ed informatica e ha realizzato un fatturato pari a 189,9 milioni di euro e un utile dell’esercizio di 14,1 milioni di euro, sostanzialmente in linea con lo scorso esercizio (14,2 milioni di euro al 31 agosto 2022).

Ferrero Spa, la holding che raggruppa le quattro controllate, ha generato un utile d’esercizio di 139,6 milioni di euro (160,5 milioni di euro ad agosto 2022). Tale risultato è determinato da un sensibile incremento dei ricavi netti, pari a 222,2 milioni di euro, in aumento di 23,9 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente (198,3 milioni di euro al 31 agosto 2022), mentre il risultato della gestione finanziaria è stato influenzato negativamente per effetto dell’andamento dei cambi e della crescita dei tassi di interesse.

Ferrero Spa ha nominato il Consiglio di Amministrazione: Bartolomeo Salomone viene confermato Presidente e del Cda fanno parte anche Alessandro d’Este, Gian Mauro Perrone, Bruno Ferroni, Massimo Micieli e Gian Luca Bassi.

Le mani raccontano l’identità e i valori di Eté nel nuovo spot

Le mani e il loro ruolo nei codici di comunicazione non verbale sono protagoniste della nuova campagna promozionale di Moderna 2020, concepita per raccontare l’identità e i valori delle quattro insegne e format di vendita che compongono il mondo Eté: Eté, Grand’Eté, Eté Prime ed Eté Smarty.

Nella campagna quindi, la mimica delle mani esprime lo spirito di squadra che contraddistingue i quattro format di supermercato del mondo Eté, ciascuno con una propria identità e caratterizzazione, ma complementari nel rispondere a differenti esigenze di spesa e legati dal senso di fiducia e appartenenza. Questo concetto di relazione umana, fatto di vicinanza, calore e legame fiduciario tra le “persone dell’insegna” e le “persone clienti”, è evocato proprio dalla gestualità delle mani che s’incontrano e dai singoli soggetti disegnati sulle mani che selezionano i prodotti, curano gli assortimenti e s’impegnano quotidianamente in ogni dettaglio del servizio che renda confortevole e appagante l’esperienza di acquisto, trovando una sintesi efficace nel claim “Noi insieme a te”.

Avviata lo scorso 4 dicembre, la campagna “Il mondo di Eté” proseguirà nel 2024 veicolata da una pluralità di mezzi sia online che offline, con un picco in corrispondenza delle festività natalizie. Le attività pianificate comprendono una campagna affissioni tramite maxi impianti illuminati e impianti tradizionali per tutto il mese di dicembre, la comunicazione attraverso i canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn), i siti web delle insegne, materiali PoP nei punti di vendita e spot diffusi dalle radio instore. L’investimento contempla inoltre una campagna display su Google ADS geolocalizzata nelle aree dei supermercati e targhetizzata sui profili interessati, nonché l’acquisto di spazi sulle edizioni online e cartacee di quotidiani locali, a cui si aggiunge la diffusione sul circuito feed Outbrain, Il Meteo Online e One Podcast.

A novembre cala l’inflazione ma gli italiani continuano a risparmiare

L’indice di inflazione nel largo consumo confezionato (LCC) a novembre è pari al 5,8%, inferiore rispetto a quella di ottobre (7,2%). Gli italiani tuttavia continuano a ridurre il mix del carrello della spesa del -1,5%, confermando così un comportamento d’acquisto volto al risparmio. Rispetto allo stesso periodo del 2022, l’indagine mensile di NIQ sottolinea però un andamento positivo per tutti i canali distributivi. Nello specifico la crescita è guidata da specialisti drug (+10,3%), seguiti da discount (+5,5%), supermercati (+4,5%), superstore (+3,8%), iper>4.500mq (+0,9%) e infine liberi servizi (+0%).

Cosa mettono gli italiani nel carrello della spesa
Considerando il rapporto tra valori e volumi a totale Italia Omnichannel, all’interno del comparto grocery nel mese di novembre si evidenzia un trend positivo a valore (+3,6% vs 2022), mentre si conferma una diminuzione a livello di volumi, pari a -0,7%. I prodotti dedicati agli animali domestici si attestano ancora come l’area merceologica con l’incremento a valore più consistente (+9%), seguiti dal cibo confezionato (+4,9%) e dai prodotti per la cura della casa (+4,5%). Per quanto riguarda i volumi invece, si rileva un trend negativo per tutti i comparti tranne per i prodotti per la cura della persona (+0,2%) e il fresco (+0,1%).

A livello di categorie merceologiche, in testa alla classifica top10di NIQ del mese di novembre si classificano l’olio di oliva vergine ed extravergine (+32,7%), lo yogurt bianco (+17,1%) e le gomme da masticare (+15,5%). Per quanto riguarda il fresco (peso fisso + peso variabile) risulta in crescita in tutti i canali distributivi. In particolar modo, la performance migliore si registra nei discount (+8,9%), mentre nei liberi servizi si osserva l’incremento meno consistente (+1,1%).

Tra le categorie merceologiche più dinamiche all’interno del comparto, frutta e verdura (+11%) detiene il primo posto, seguita subito dopo da pane & pasticceria & pasta (+7,2%), e gastronomia (+6,4%). La salumeria invece si attesta di nuovo la categoria con il trend di crescita più basso rispetto alle altre (+0,7%).

Conad chiude il 2023 a circa 20 miliardi e conferma gli investimenti futuri

Conad continua a consolidare la propria quota di mercato, ora pari al 15,0% sul totale Italia, con una crescita delle vendite del 9,6% (+7,9% a parità di rete). Particolarmente performanti risultano i concept (+15%) – Parafarmacia, Ottico e PetStore Conad – e Conad Superstore (+12%), mentre continuano a crescere il format supermercato Conad (+8,7%), le insegne di prossimità TuDay Conad e Conad City (+8,5%), così come le grandi superfici Spazio Conad (+7,7%).

Il fatturato complessivo del 2023 è pari a circa 20,2 miliardi di euro, in crescita del 9,1% sul 2022. “Pur essendo stato un annus horribilis dal punto di vista dei consumi, con volumi in contrazione e un tasso di inflazione che ha toccato in alcune rilevazioni mensili anche la doppia cifra, vediamo all’orizzonte dei segnali di ripartenza: dalla resilienza economica del Paese a spiragli di apertura per il recupero del potere d’acquisto grazie al comportamento responsabile di tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione” commenta Mauro Lusetti, Presidente di Conad.

“Intendiamo continuare a spingere sull’acceleratore degli investimenti nonostante il contesto economico particolarmente sfidante” aggiunge Francesco Avanzini, Direttore Generale Operativo di Conad. “Dall’omnicanalità, ai prodotti a marchio del distributore, alla sostenibilità fino alla digitalizzazione, con l’ampliamento della piattaforma HeyConad a nuove tipologie di servizi. Questi sono i driver che ci consentiranno di continuare a crescere e di recuperare efficienza, gettando le basi per un futuro solido e che apra anche al settore del beyond trade. Da qui al 2025, prevediamo una crescita media superiore al tasso di inflazione di circa il 5%, che ci consenta di consolidare il nostro ruolo di leader della Grande Distribuzione italiana”.

Fiore all’occhiello dell’impegno di Conad per la difesa del potere d’acquisto delle famiglie resta Bassi & Fissi, iniziativa con cui dal 2013 viene offerto un paniere di prodotti indispensabili di alta qualità e al miglior prezzo possibile. Nel 2023 hanno fatto parte del paniere Bassi & Fissi oltre 600 prodotti, rappresentativi di 115 categorie merceologiche, con un risparmio medio per i consumatori pari al 27,8%. Per il primo trimestre del 2024, Conad si impegnerà a tenere ancora bloccati i prezzi dei prodotti del paniere, contribuendo al raffreddamento del caro vita con azioni concrete.

In un contesto economico e sociale difficile, Conad conferma pure il piano di investimenti nel triennio 2023-2025 di quasi 2 miliardi di euro, secondo un’agenda strategica caratterizzata da due priorità – “Consolidare il presente” e “Gettare le Basi per il Futuro” – e dai cinque pilastri strategici dell’insegna: efficienza, canalizzazione, digitalizzazione, sviluppo delle competenze e sostenibilità, insita da sempre nel modo di fare business di Conad, e che si concretizza attraverso la strategia di sostenibilità concreta “Sosteniamo il Futuro”.

laEsse apre in viale Teodorico il decimo store milanese

A Milano, in viale Teodorico, ha aperto un nuovo negozio laEsse, il format di vicinato di Esselunga. Si tratta della dodicesima apertura di questo format, dieci si trovano nel capoluogo lombardo e due a Roma.

Con una superficie commerciale di 250 mq, il negozio si colloca in un immobile originariamente impiegato nel settore della ristorazione. Le insegne del market, in continuità con quanto realizzato di recente nei negozi di largo Augusto a Milano e via Tomacelli a Roma, sono state realizzate in metallo e retroilluminate, in armonia con i colori del palazzo che le ospita.

laEsse di viale Teodorico offrirà ai clienti un assortimento in grado di soddisfare l’esigenza di una spesa completa con i reparti pesce e carne confezionati, frutta e verdura disponibili anche sfuse. La gastronomia, con un banco assistito, propone le specialità della cucina Esselunga che spaziano dalle ricette della tradizione italiana a proposte locali e internazionali oltre a formaggi e salumi affettati al banco. Presente Elisenda, l’alta pasticceria di Esselunga realizzata in collaborazione con il ristorante stellato Da Vittorio dei fratelli Cerea, che sarà disponibile a libero servizio, con la possibilità di effettuare prenotazioni.

La nuova laEsse milanese sarà dotata anche di una ricca enoteca con caveau e sommelier e di un bar disposto su due livelli, con il banco caffetteria all’ingresso del punto vendita e una sala con oltre 40 sedute, in area soppalcata, dove fermarsi a colazione, a pranzo o per l’aperitivo. I clienti potranno farsi recapitare a casa gli acquisti effettuati in negozio grazie al servizio di consegna a domicilio.

Il negozio sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 7 alle 21 e la domenica dalle 8 alle 20.

Spesa in crescita per beni durevoli: italiani meno parsimoniosi su auto, elettrodomestici e telefonia

A fine anno la spesa delle famiglie italiane in beni durevoli supererà per la prima volta la soglia dei 75 miliardi di euro con una crescita del 2,3% in volumi e del 9,4% in valore sul quale incide un aumento medio dei prezzi pari al 7%. A stimarlo è l’Osservatorio Findomestic 2023, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas in collaborazione con Prometeia e giunto alla sua trentesima edizione. A determinare quest’andamento è soprattutto l’accelerazione del mercato della mobilità, in recupero del 18,8% sull’anno scorso per un fatturato di 41,5 miliardi grazie a una netta inversione di tendenza del settore auto, che non riesce tuttavia a colmare il gap in volumi rispetto al pre Covid; sostanzialmente stabile il settore casa, che chiuderà il 2023 a -0,3% per un valore di 33,5 miliardi, con un’espansione del 4,9% dei grandi elettrodomestici e un incremento del 2,3% dei mobili che controbilanciano i forti cali dell’elettronica (-24,8%) e dell’information technology (-6%).

“La performance del mercato dei durevoli è l’esito dell’intreccio fra l’aumento del 2,3% dei volumi e l’incremento del 7% dei prezzi medi d’acquisto, superiore all’inflazione complessiva che si attesta al 5,4%” commenta Gilles Zeitoun, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Findomestic. “Il giro d’affari del 2023 è superiore di 6 miliardi rispetto al precedente record del 2019, eguagliato nel 2021: un risultato positivo per i consumi di durevoli, sul quale incide certamente l’inflazione ma anche il crescente orientamento dei consumatori all’acquisto di beni di gamma più alta rispetto al passato, in particolare nei settori dell’auto, degli elettrodomestici e della telefonia”.

Lazio e Toscana al top
Il valore dei consumi di durevoli è in crescita a doppia cifra in sei regioni italiane. Gli incrementi top si registrano in Lazio, Toscana (entrambe a +10,8%), Lombardia (+10,5%), Valle d’Aosta (+10,4%), Emilia-Romagna e Liguria (entrambe a +10,1%); in fondo alla classifica si trovano, invece, Puglia (+6,6%), Trentino-Alto Adige (+6,7%) e Molise (+6,9%).  In valore assoluto, la Lombardia si conferma prima in Italia con un mercato da 15,2 miliardi, seguita dal Lazio a 7,4 miliardi e dal Veneto a 6,9 miliardi; fanalini di coda le regioni meno popolose: Basilicata con 500 milioni, Molise con 340 milioni e Valle d’Aosta con 200 milioni.

L’evoluzione negli ultimi trent’anni
Dal 1993 a oggi l’incidenza della spesa in beni durevoli rispetto ai consumi totali – misurata in volumi, quindi depurata dagli effetti dell’inflazione – è passata dal 6,2% al 9,2%. “Il primo scatto risale al 1997, sull’onda della forte crescita delle immatricolazioni di auto nuove e della diffusione di massa di telefoni cellulari e personal computer” commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic. “Nel 2007 i durevoli arrivano a pesare l’8,2% grazie al consolidamento del mercato auto con 2,5 milioni di immatricolazioni, al boom degli smartphone e alla crescente penetrazione di elettrodomestici come lavastoviglie, asciugatrici e tv con schermi Lcd”. Il calo nel primo decennio degli anni 2000 è frutto della duplice crisi finanziaria e dei debiti sovrani, che genera inevitabili incertezze sul futuro economico: “I durevoli – specifica Bardazzi – subiscono tra il 2008 e il 2013 una contrazione del 4,6%, più intensa rispetto al -1,3% dei consumi totali. Successivamente, il rimbalzo dalla crisi favorisce un incremento dell’incidenza dei durevoli, che si riporta all’8% nel 2017. Quindi l’emergenza pandemica, che penalizza soprattutto il settore dei servizi, potenzia ulteriormente il ruolo dei durevoli fino a raggiungere il picco del 9,4% nel 2021 per effetto della domanda di beni per la casa indotta dalla pandemia: sotto la spinta di Dad e smart working gli ambienti domestici diventano sempre più tecnologici, confortevoli, ecologici e luoghi di ‘intrattenimento’. Il 2022 è l’anno in cui i consumi totali crescono più dei consumi di durevoli, che soffrono la crisi dell’auto e il fisiologico ridimensionamento della spesa in arredo e tecnologia. La crescita del 2023, infine, riporta l’incidenza dei durevoli sopra quota 9%”.

La casa tiene
Nell’ampio settore casa, dopo anni di boom, si riassestano il mercato dei mobili e della tecnologia consumer. L’Osservatorio Findomestic rileva un generale calo dei volumi a fronte di un rialzo dei prezzi di acquisto. Nel comparto dei mobili, l’aumento in valore del 2,3% (top Emilia-Romagna a +3,2%) è la conseguenza del -2,7% dei quantitativi e di un aumento dei prezzi medi d’acquisto pari al 5,1%: il fatturato totale raggiunge i 17,26 miliardi e supera quello della tecnologia consumer (16,3 miliardi). Analoga la traiettoria della telefonia, con un giro d’affari in crescita dello 0,7% (top Sardegna a +2,7%) a quota 6,24 miliardi nonostante una riduzione dei volumi dell’8,9%; in tenuta, dopo i primi nove mesi dell’anno, gli smartphone (-0,6%), in calo i wearables (-6,6%). Gli elettrodomestici toccano i 6 miliardi con un’ascesa in valore del 3,5% (top Umbria a +4,9%). I grandi segnano un incremento del 4,9% grazie al +6,9% dei prezzi; protagoniste del mercato, dopo tre trimestri, le cappe (+10,8%), le wine cabinets (+8,8%) e le lavatrici (+7,8%). Sul fronte dei piccoli elettrodomestici, in un quadro di sostanziale stabilità con il fatturato a +0,9%, spiccano le performance di filtri per l’acqua (+10,4%) e macchine per il caffè (+5%). L’information technology, invece, patisce la frenata post pandemica: la spesa totale di 2,26 miliardi è in discesa del 6% (top Lazio a -3,8%) a fronte di prezzi medi d’acquisto in crescita del 5,3% sul 2022. Se, da gennaio a settembre, le vendite di pc portatili sono in calo (-16,6%), risulta in forte espansione la domanda di digital assistant (+19,6%). Infine, il comparto dell’elettronica di consumo scivola a 1,78 miliardi con una perdita del 24,8% (top Lombardia a -23%): con il completamento dello switch off, si riducono in modo drastico le richieste di tv (-33,3%) e decoder (-63,7%).

Riparte la mobilità
Doppio segno ‘più’ per il settore dei veicoli con il +10,5% dei volumi e il +7,6% dei prezzi che fanno schizzare l’aggregato al +18,8% in valore. I dati dell’Osservatorio Findomestic inquadrano il deciso cambio di marcia rispetto agli ultimi anni. Grazie alla ripresa della produzione dopo lo stallo del post Covid e anche alle immatricolazioni di ordini inevasi nel 2022, la domanda di auto nuove da parte di privati rialza la testa con un ottimo +12,9% in volume, che tuttavia non basta ancora a colmare il gap (-20%) rispetto al 2019. Il fatturato del nuovo, grazie al +4,7% dei prezzi d’acquisto e allo slancio delle alimentazioni alternative che valgono il 53,5% delle immatricolazioni annue, sfiora i 17 miliardi con una crescita del 18,2% (top Lazio a +24,3% e flop Sardegna a +11,4%). L’usato continua a valere più del nuovo con un giro d’affari che, a fine anno, sfiorerà i 22 miliardi, in crescita del 18,8% (top Valle d’Aosta a +21,8%, flop Molise a +15,2%), grazie a prezzi medi d’acquisto in salita del 10,5% (il doppio rispetto al nuovo) per via di un’offerta di auto che fatica a soddisfare la crescente domanda. Il comparto dei motoveicoli, infine, è il più virtuoso: è l’unico, infatti, che cresce in volume (+33,1%) rispetto al 2019; il mercato raggiunge 2,65 miliardi per un incremento del 23,1% rispetto al 2022 (top Calabria a +36,5%, flop Valle d’Aosta a +11%).
 
L’incidenza dell’e-commerce
L’e-commerce conferma performance superiori a quelle della rete di vendita fisica, sulla scia di una crescente propensione all’acquisto online seppure su tassi più bassi rispetto all’andamento pre-pandemia. Con la costante progressione dell’e-commerce, anche i beni durevoli si vendono sempre più spesso online. L’incidenza si fa più rilevante: in un anno è cresciuta del 7% la spesa per i mobili comprati in Rete fino a raggiungere una quota del 18% del totale. Significativa è anche la dinamica che riguarda gli elettrodomestici: arriva dal web il 38,9% della spesa per quelli piccoli (+2,6%) e il 18,8% per quelli grandi (+3,9%). Resta consistente la percentuale di prodotti IT acquistati su internet, il 30,7%, nonostante una decrescita del 6,1%; passa dal web anche il 20,2% della spesa destinata all’acquisto di telefoni, dato in riduzione del 2%. Rimangono marginali i numeri degli acquisti di auto online: solo lo 0,5%, che è comunque sintomo di abitudini che, seppur lentamente, stanno cambiando anche su questo versante.

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