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A Torino apre un nuovo Superstore Conad

Da sabato scorso, 11 febbraio, il supermercato di Via Orvieto – angolo Via Verolengo, precedentemente a insegna Bennet, è diventato Superstore Conad. Dopo un brevissimo periodo di chiusura, il negozio torinese è stato ripensato nel layout e nell’offerta assortimentale per valorizzare la gamma di prodotti e servizi.

Nel nuovo Superstore Conad i clienti potranno trovare i formaggi tipici della cultura lattiero-casearia piemontese, una vasta proposta di prodotti locali attentamente selezionati, oltre a una ricca offerta delle referenze di IV gamma e di biologico confezionato. La macelleria dispone di una sezione dedicata ai pronti da cuocere per rispondere alle esigenze di una spesa veloce e comoda, la pescheria è provvista di banco assistito, la gastronomia di banco caldo e rosticceria coi prodotti tipici del territorio oltre alla sezione per la cottura polli.

La panetteria conta su una produzione interna di pizze e focacce e la pasticceria con dolci e pasticcini freschi sfornati giornalmente dal laboratorio dello Spazio Conad di Venaria. C’è anche una cantina vini con le migliori etichette locali e un’area healthy per rispondere alle nuove tendenze di consumo, con prodotti senza glutine e vegan, affiancati dalle linee biologiche e funzionali.

“Siamo orgogliosi di rafforzare la nostra presenza a Torino con questo nuovo Superstore Conad che mira a soddisfare tutte le esigenze di spesa della clientela e a diventare un punto di riferimento per il quartiere” dichiara Giuseppe Fornasiero, Direttore Rapporto Soci Piemonte e Val D’Aosta di Conad Nord Ovest. “Nella nuova gestione abbiamo confermato tutti gli impegni occupazionali precedenti ed effettuato i lavori di ristrutturazione nel minor tempo possibile al fine di ridurre al minimo i disagi alla clientela grazie anche alla preziosa collaborazione degli addetti che hanno contribuito a riorganizzare il punto vendita”.

Il supermercato, situato in zona residenziale, va ad arricchire la presenza del gruppo Conad a Torino, presente con 29 punti di vendita di cui 12 in città. Si sviluppa su una superficie di circa 2440 mq, conta 7 casse tradizionali, 6 casse self check-out, 3 torrette di “spesa al volo” e impiega 57 addetti. Il punto vendita dispone inoltre di un parcheggio con spazi esterni e interni, accetta i buoni pasto e i buoni celiachia.

Il nuovo Superstore Conad è aperto con orario continuato dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle ore 20:00 e la domenica dalle 9:00 alle 20:00. Il numero di telefono per richiedere informazioni è lo 011/210499.

Legumi, quotazioni all’ingrosso raddoppiate nell’ultimo ventennio

Da quanto emerge dalle elaborazioni di BMTI sui dati rilevati nei mercati all’ingrosso della rete Italmercati, nell’ultimo ventennio sono raddoppiati i prezzi all’ingrosso dei legumi principalmente consumati: lenticchie, fagioli borlotti, fave e ceci.


Tra le cause, due fattori: da una parte l’aumento del consumo di questi prodotti a favore di regimi alimentari che prediligono proteine vegetali; dall’altro, un aumento del consumo legato allo stabilizzarsi in Italia di diverse popolazioni che hanno mantenuto le loro tradizioni culinarie in cui è previsto un alto utilizzo di legumi.

Per far fronte all’aumento della domanda, anche la produzione italiana degli ultimi venti anni è nettamente aumentata.

Sebbene quelle dei legumi siano quotazioni piuttosto regolari e non soggette a bruschi cambiamenti, per alcuni di essi i prezzi sono più che raddoppiati negli ultimi venti anni. In particolare quelli delle lenticchie, che nel 2005 erano intorno ai 0,80 euro/Kg, nel 2022 hanno raggiunto quasi i 2,00 euro/Kg. Raddoppiati anche i prezzi dei fagioli borlotti che da 1,10 euro/Kg nel 2005 a quasi 2,00 euro/Kg nel 2022 mentre per i ceci è stato registrato un picco dei prezzi intorno al 2018 a causa di una forte siccità che ha coinvolto il Messico e altri Paesi del Nord America, rientrato negli anni successivi e riconducendo il prezzo da 2,70 euro/Kg ai 2,00 euro/kg.

Raccolte punti, i consigli di Orietta Berti per completarle

Vera e propria tradizione nazionale, la raccolta punti si conferma un appuntamento fisso per la quasi totalità degli italiani: il 93% ne segue regolarmente una mentre il 38% (ben 13 milioni) anche più di tre nel corso dell’anno. La fascia più appassionata si colloca tra i 35 e i 45 anni, in particolare le donne, e tra i premi più ambiti spiccano gli elettrodomestici di uso quotidiano, i device moderni e viaggi o esperienze.

Il 48% degli italiani porta spesso a termine una raccolta punti, con un 17,6% di veri addicted che non ne fallisce nessuna. Perché iniziare? Per risparmiare (59%), perché incuriositi dai premi in palio (49,7%), per il piacere della collezione e per il gusto di partecipare ad una sfida (18%). Le raccolte punti si rivelano anche un “family affair”: il 74,7% degli italiani, infatti, collabora con i propri familiari per terminarne una e dal 46,1% viene considerata una tradizione che unisce nonni e nipoti.

I dati emergono dalla fotografia scattata poche settimane fa da AstraRicerche, su un campione rappresentativo di 1.000 italiani tra i 18 e i 64 anni, in occasione del lancio della nuova raccolta punti Mulino Bianco 2023, un appuntamento irrinunciabile per 11 milioni di italiani. Da 45 anni, infatti, la ricerca dei premi di Mulino Bianco appassiona milioni di persone, tanto che in ogni casa ci sono in media ben 6 oggetti vinti grazie ai concorsi ideati dal brand (Fonte: Doxa per Mulino Bianco) e negli ultimi due anni ne sono arrivati più di mezzo milione. Ma non solo: lo scorso anno la raccolta punti Mulino Bianco ha coinvolto oltre 1 milione di famiglie, mentre ad aggiudicarsi i premi sono state più di 270mila famiglie, ovvero come gli abitanti di Catania, la decima città italiana per popolazione.

“L’interesse che riscontriamo per i premi delle nostre raccolte punti ci riferisce un legame stretto e profondo che gli italiani hanno con Mulino Bianco – afferma Julia Schwoerer, Vice President Marketing Mulino Bianco. Un rapporto ad alta fedeltà che ha visto l’80% delle famiglie italiane, circa 20 milioni, partecipare almeno una volta ad una raccolta punti firmata Mulino Bianco. Un successo confermato dall’ultima indagine condotta da AstraRicerche in cui Mulino Bianco è risultato il primo marchio, non legato alla Gdo, associato dagli italiani ad una raccolta punti: un dato che ci rende molto orgogliosi”.

Se è vero che il 65,6% degli italiani riesce spesso o sempre a portare a termine una raccolta punti, 3 italiani su 10 a volte falliscono. Le ragioni dell’insuccesso? Il costo da sostenere nell’acquisto dei prodotti (47%), la difficoltà di recuperare e conservare i bollini (28,5%), la mancanza di costanza (23,2%), la perdita di motivazione (16,7%).

I consigli di Orietta Berti per non fallire
Ecco cinque consigli della popolare cantante emiliana per trasformare un rito antico in una sfida contemporanea e divertente:

1) Determinazione e impegno sono la chiave del successo. Partiamo dalle basi: non appena si acquista un prodotto, qualunque esso sia, ricordati di ritagliare subito il bollino per eliminare il rischio che vada perso. Se non hai tempo in quel momento, conservalo con ordine, sempre nello stesso posto.

2) Chiedi aiuto ai tuoi familiari per portare a termine una collezione: l’unione fa la forza! Coinvolgere la famiglia o i propri amici, scambiarsi bollini o punti che più ci interessano renderà la partecipazione ad una raccolta ancora più entusiasmante.

3) Scegli una raccolta punti legata a prodotti che sai di poter consumare regolarmente e recati, se possibile, nello stesso punto vendita: ti aiuterà a non disperdere energie e ad andare dritto alla meta.

4) Valuta la fattibilità della raccolta punti: scegline una che rispecchia bene le tue abitudini, ti aiuterà a tenere alta la motivazione.

5) Non fare il passo più lungo della gamba. Ricorda di procedere un passo per volta: inizia da una raccolta alla tua portata, ti sembrerà più facile da seguire e ti permetterà di non scoraggiarti.

Pam a Casa, l’app per la spesa online disponibile in 7 città

ReStore, con la collaborazione del team eCommerce di Pam Panorama, ha realizzato e sviluppato la nuova app per la spesa online Pam a Casa. L’applicazione, scaricabile gratuitamente dagli store Apple e Android, consente di effettuare la spesa programmando la consegna a domicilio (con consegna anche in giornata ed entro due ore) o il ritiro in negozio.

Le città al momento coperte da questo servizio sono Torino, Milano, Genova, Trento, Padova, Venezia e Trieste.

Gli utenti potranno effettuare la spesa online in modo semplice e veloce, avendo a disposizione tutta la qualità e convenienza dei supermercati Pam Panorama, scegliendo tra oltre 7.000 prodotti con gli stessi prezzi e offerte presenti nel negozio fisico. Consegna a domicilio gratuita per alcune città, a partire da 50 € di spesa minima. Inoltre è previsto uno sconto di 10€ sul primo ordine effettuato.

Sull’applicazione Pam a Casa, così come già accade sulla piattaforma web di spesa on line, viene inoltre offerta la possibilità di acquistare prodotti che hanno una scadenza ravvicinata con uno sconto del 30%: un modo efficace per ridurre lo spreco alimentare ottenendo, al tempo stesso, un significativo risparmio.

“Una nuova sfida affrontata da ReStore, che continua a sviluppare nel settore dell’eGrocery soluzioni sempre più aderenti alle specifiche esigenze dei nostri partner. Insieme al team eCommerce di Pam Panorama, che ringraziamo ancora una volta per averci scelto, abbiamo studiato la concorrenza, applicato le ultime logiche di mercato, e realizzato un altro prodotto di alto livello”, dichiara Barbara Labate CEO di ReStore.

Procon è la nuova acquisizione per Investindustrial

Una società di investimento indirettamente detenuta da Investindustrial ha sottoscritto un accordo definitivo per l’acquisizione di Procon, ramo d’azienda nord americano ed europeo della divisione specialty solutions di Standex international Corporation.

Procon, che nel 2022 ha generato un fatturato di circa 35 milioni di dollari, è attiva nella fornitura di soluzioni personalizzate per il controllo fluidi, in grado di offrire alla propria base clienti un portafoglio prodotti che include una gamma di pompe rotative e di pompe ad ingranaggi. La società è basata a Smyrna (Tennessee), e possiede stabilimenti produttivi in Nogales (Messico) e a Mountmellick (Irlanda), in aggiunta a un centro ingegneristico in Tennessee. La transazione è stata effettuata sulla base di un entreprise value di 75 milioni di dollari.

Andrea C. Bonomi, presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di poter aggiungere Procon al nostro portafoglio di aziende specializzate nei sistemi di controllo fluidi. Questa acquisizione ci permette di rafforzare la nostra presenza nel mercato statunitense a complemento dell’attuale consolidata presenza di Ceme in Europa e Asia, realizzando in questo modo una piattaforma globale nel settore. Il management sarà ora focalizzato su ulteriori investimenti sulla qualità dei nostri prodotti e sulla ricerca e sviluppo, sfruttando la scala globale per ottenere ulteriori efficienze operative”.

Dan Borah, direttore Generale di Procon, ha commentato: “Investindustrial è il partner ideale per proseguire lo sviluppo della nostra attività leader nella produzione di sistemi di controllo fluidi. La loro convinzione nelle opportunità che si prospettano per il settore delle pompe di precisione è una testimonianza della qualità della nostra società, della solidità del portafoglio prodotti e del nostro team. Non vediamo l’ora di vedere l’azienda continuare a crescere in futuro”.

Agroalimentare italiano, tra inflazione, gap tecnologici e sostenibilità

Agricoltori afflitti dall’aumento dei costi di produzione a causa della guerra e consumatori in crisi per l’inflazione: è questa l’immagine proiettata dallo studio Nomisma per Cia “Le nuove sfide per l’agricoltura italiana”, con un’Italia più preoccupata della media Ue, dove il 51% dei cittadini è in difficoltà economiche contro il 45% del resto d’Europa.

Dopo la spinta nel post Covid, anche l’agricoltura è in fase di stallo e, pur confermandosi fra le principali dell’Ue (72,4 miliardi di valore della produzione), registra una variazione positiva solo grazie all’escalation dei prezzi agricoli (+21%). Le commodity, già cresciute nel 2021, sono schizzate nel 2022: riso (+69%), soia (+12%), frumento (+42%), mais (+39%). L’inflazione pesa su tutto il settore food (+13,1% annuo) con picchi per pasta (+20%), prodotti lattiero-caseari (+17,4%) e olio (+16,2%). Allo stesso tempo, tutti i settori agricoli sono stretti dall’aumento generale dei costi di produzione (+22%), guidati dal +55% della voce energia. Le maggiori tensioni si registrano nell’approvvigionamento degli input tecnici dall’estero, soprattutto fertilizzanti, che per il 62% sono extra-Ue.

Cambia la spesa, stop a beni voluttuari per il 46% dei consumatori
Il 98% degli italiani è preoccupato per la crescita dei prezzi alimentari. L’84% dei consumatori ha già modificato la spesa alimentare, con lo stop al superfluo per il 46% e la rinuncia ai beni voluttuari e di maggior costo: carni rosse tagliate (-14%), pesce (-9%), salumi (-8%) e vino (-6%). Lo testimoniano anche i canali retail che vedono un +12% dei discount. Anche la crescita dell’export agroalimentare (+16% sul ’21) è in parte legata all’inflazione. Parallelamente, l’aumento dell’import porta al netto peggioramento del saldo attivo della bilancia commerciale (da 4,9 miliardi del 2021 a soli 300 milioni per il 2022). La filiera ha, dunque, retto, di fronte alle difficoltà, ma potrebbe pericolosamente vacillare se la situazione si protrae per tutto il 2023.

Italia al 18° posto in Europa nelle tecnologie digitali in agricoltura
Pesa ancora parecchio il gap cronico di servizi e infrastrutture tra città e aree interne, dove sale al 28% il rischio di esclusione sociale per i giovani. L’Italia si distingue per un ampio digital divide, posizionandosi solo al 18° posto in Ue per le difficoltà che registra su questo fronte soprattutto in termini di capitale umano e servizi pubblici digitali. Anche sulla connettività, le aree rurali garantiscono l’accesso a internet con smartphone solo al 74% della popolazione, contro l’81% delle grandi città. Per quanto concerne le infrastrutture di trasporto, ancora grande disomogeneità che rende alcune parti del Paese vicine agli standard Ue e altre profondamente penalizzate.

Agriturismi italiani leader in Europa ma c’è divario tra nord e sud
C’è un’Italia agricola che è leader in Europa per le attività connesse come gli agriturismi, la prima trasformazione, le fattorie sociali e le agroenergie. Valgono 5,3 miliardi e incidono sulla produzione agricola per il 10% (in Ue solo il 4%) e si confermano elemento importante per preservare il capitale umano nelle aree rurali. Si registrano tuttavia due velocità, con il Centro-Nord del Paese che è molto più avanti in fase di integrazione della multifunzionalità (Nord-Ovest 12%, Nord-Est 10%, Centro 9%), rispetto al Sud (solo il 2%), che potrebbe potenziare specialmente gli agriturismi, nelle regioni a forte vocazione turistica

Il settore agricolo emette il 9% di gas serra ma ne riassorbe il 10%
L’Italia agricola è in corsa per il Green Deal con la riduzione del 55% delle emissioni di gas effetto serra entro il 2030 per arrestare il riscaldamento globale. A fronte di una crescita del 67% delle emissioni globali del pianeta nel 2021 in Europa, si è conseguito una riduzione del 27%. L’Italia è in linea, con una contrazione del 26%. Si ricorda, peraltro, che il 9% delle emissioni di gas serra arriva dall’agricoltura (il 6% dalla zootecnia) che però riassorbe il 10% di tali emissioni grazie a foreste, pascoli e colture permanenti. Gli obiettivi di minori emissioni sono funzionali a interrompere il riscaldamento globale, che sta portando a innalzamenti delle temperature generalizzati. In particolare l’area mediterranea, Italia compresa, rappresenta un “hot spot” per il cambiamento climatico. Gli ultimi anni sono stati, infatti, caratterizzati da numerosi eventi climatici avversi, in particolare la siccità, che ha investito il 10% delle aree agricole con colture erbacee e il 25% di quelle sommerse. Mais e riso hanno registrato un calo produttivo, rispettivamente pari al 23% e al 22%, il grano del 9% e la suinicoltura del 4,2%. La siccità si aggiunge al consumo di suolo, che nel biennio 2021-22 è tornato a crescere con una media di 19 ettari al giorno.

Le energie rinnovabili rappresentano il 20% del fabbisogno nazionale
Il 2022 sarà ricordato anche per la crisi energetica, innescatasi nel 2021 e poi acuitasi con il conflitto russo ucraino. Il petrolio ha registrato un +42% e il gas naturale, già cresciuto nel 2021, un ulteriore +150%. Le previsioni per il 2023 sembrano di maggiore stabilità, anche se i prezzi resteranno a livelli ancora elevati rispetto al pre-Covid. Si ridimensionano in parte i costi di trasporto, con un ritorno a fine 2022 del nolo dei container a valori prossimi a quelli del 2020 dopo un biennio impazzito (+79% annuo). L’Italia, fortemente sbilanciata sul gas nell’approvvigionamento energetico, ha ridotto l’import dalla Russia dal 40% del 2021 al 19% del 2022, aumentando del 39% l’import di gas naturale liquefatto con gli Usa primo fornitore. Nel mix energetico del Paese, le rinnovabili cubano il 20% con enormi potenzialità di sviluppo. In particolare, nella copertura del fabbisogno di energia elettrica per tipo di fonte, nel 2022 il 62,1% è rappresentato dalla produzione termica, il 10,4% da quella idrica, l’1,9% dalla produzione geotermica, il 7,4% da quella eolica e, soprattutto, l’11,2% dalla produzione agro-fotovoltaica e il 6,3% dalle biomasse, entrambe a matrice agricola.

Fitosanitari, rese in calo per riso e mais
Il 2023 si è aperto con l’avvio della nuova Pac, che ha per obiettivo la redistribuzione a favore delle aziende medio-piccole (solo il 4,5% ha superficie maggiore di 50 ettari) e interventi a favore dei giovani agricoltori (il 9,3% degli agricoltori è under 40), mentre il 25% delle risorse complessive (875 milioni) è destinato a incentivare le pratiche sostenibili necessarie alla transizione ecologica. Parallelamente, prosegue l’attuazione del PNRR che dedica 8,5 miliardi all’agroalimentare. Tutti questi fondi Ue sono orientati dalla strategia Farm to Fork; resta tuttavia l’interrogativo sugli effetti che potrebbe generare sulla produzione la proposta di nuovo Regolamento sull’Uso sostenibile (SUR) – decisione slittata di alcuni mesi – con cui l’Ue chiede all’Italia di ridurre del 62% l’uso dei fitosanitari e del 45% quelli più pericolosi. In assenza di difesa, però, si calcola un calo del 70% per le rese di grano duro, del 62% per l’olio e addirittura dell’81% per il pomodoro da salsa, dell’84% per il riso e dell’87% per il mais, indispensabile alla zootecnia da cui dipende il nostro Made in Italy. L’agricoltura tricolore, intanto, ha già avviato il percorso di riduzione dei fitofarmaci (-38%), impiega per il 45% prodotti ammessi nel bio e può centrare il target del 25% di superfici biologiche al 2030, con 2,2 milioni di ettari già convertiti e uno scarto di altri 900mila ettari per giungere all’obiettivo finale di 3,1 milioni di ettari.

A dicembre +3,4% per vendite al dettaglio ma resta l’incertezza

I dati recentemente diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio del mese di dicembre segnano un incremento tendenziale a valore del +3,4% a cui tuttavia corrisponde un calo a volume del -4,4%.

“Nonostante il rallentamento dei prezzi dei beni energetici, il quadro economico rimane ancora caratterizzato dall’incertezza e da un elevato livello di inflazione di fondo, fattori questi che incidono sul potere d’acquisto degli italiani che da mesi stanno riducendo i consumi, in termini sia qualitativi che quantitativi”, commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore ufficio studi e relazioni con la filiera di Federdistribuzione. “Da mesi registriamo una frenata significativa dei volumi di vendita nel comparto alimentare che a dicembre è stata del -6,6% rispetto ad un anno prima. Un trend negativo che sta già mettendo in difficoltà alcune filiere agroalimentari.

Gli italiani continuano a essere preoccupati per la tenuta dei propri bilanci familiari, fortemente gravati negli ultimi mesi dalla crescente pressione dell’inflazione nelle diverse voci di spesa quotidiana. La distribuzione moderna ha rilevato, nel corso dell’ultimo anno, che le abitudini di acquisto delle famiglie si stanno orientando sempre di più verso un’ottica di risparmio e convenienza, soprattutto sui beni più essenziali del comparto alimentare.

Qualora la corsa dei prezzi non dovesse essere adeguatamente contrastata, si corre il rischio di una frenata della domanda interna. Come comparto distributivo, riteniamo urgente avviare un confronto costruttivo con tutti gli attori della filiera, in particolare con l’industria del largo consumo, con l’obiettivo di trovare tutte le soluzioni possibili per contrastare la spinta inflattiva ancora in atto”.

Volantino 4.0, la nuova frontiera della promozione è phygital

Smart, innovativo e focalizzato all’engagement del cliente finale: sono queste alcune delle caratteristiche di Volantino 4.0, il nuovo progetto phygital portato in Italia da Mediagraf, azienda di Noventa Padovana che opera nella stampa roto-offset e offset e dei servizi integrati per l’editoria, Gdo, comunicazione e terzo settore, e la start-up Pointer.

Uno strumento promozionale più potente del tradizionale volantino che abbina al cartaceo i vantaggi del digitale, consentendo alle aziende di aumentare l’efficacia delle promozioni, fornire informazioni certificate sulla qualità della distribuzione door to door e costruire un database profilato di clienti in base ai coupon scaricati. Il Volantino 4.0 contiene infatti un QR Code che fornisce al destinatario la possibilità di accedere a dei coupon esclusivi, non presenti tra le offerte delle pagine interne, riservati al solo utilizzo del QR code e che verranno recapitati al cliente tramite email.

Il cliente inquadra il QR Code stampato sul volantino, visualizza e sceglie il coupon preferito: grazie alle funzioni avanzate della piattaforma di Pointer, informazioni come geolocalizzazione e abitudini dei consumatori possono essere raccolte e utilizzate per realizzare nuove campagne di marketing profilate, misurabili e in tempo reale, nel pieno rispetto della privacy e del trattamento dei dati personali del cliente.

“Il settore della Gdo e altri componenti del retail manifestano l’esigenza sempre crescente di soluzioni combinate di comunicazione off e online, nonostante il volantino cartaceo sia ancora ritenuto dalle insegne uno dei media più efficaci per la comunicazione promozionale – ha spiegato Carlo Farinati, Business Development Manager di Mediagraf. Per questo motivo abbiamo realizzato assieme a Pointer uno strumento innovativo che apporta evidenti benefici all’azienda che lo pubblica e al consumatore che si sente coinvolto da un meccanismo promozionale esclusivo”.


Attraverso la consegna al cliente finale di un buono sconto con codice univoco abbinato al volantino, da attivare con lo smartphone, Volantino 4.0 consente di misurare in maniera accurata il grado di coinvolgimento dei clienti finali e dell’efficacia promozionale, di effettuare una profilazione incrementale dei clienti ingaggiati e di misurare il livello di lettura del volantino e il grado di copertura geografica della sua distribuzione.

“Si sente sempre più parlare di phygital, ma la nostra piattaforma di customer engagement rappresenta davvero una novità assoluta per il retail in Italia. Siamo orgogliosi di aver potuto offrire la nostra expertise al servizio di una storica realtà come Mediagraf, ormai pronta a fare il passo successivo in un settore decisivo per aziende e consumatori” – ha spiegato Marco Cagnazzi, Chief Commercial Officer di Pointer.

Long Life Oil, il progetto per incrementare shelf-life e qualità dell’olio d’oliva

Salov SpA, proprietaria dei marchi Filippo Berio e Sagra, guida Long Life Oil, progetto di ricerca che propone lo sviluppo di tecnologie innovative funzionali atte al prolungamento della durata del ciclo di vita degli oli di oliva col mantenimento di un’elevata qualità organolettica, nutraceutica e nutrizionale.

Co-finanziato dalla UE tramite la Regione Toscana, Long Life Oil si propone una serie di obiettivi ambiziosi su tutta la filiera produttiva. Il progetto consiste nella pianificazione di un innovativo sistema di imbottigliamento, stoccaggio e commercializzazione del prodotto finito, basato sulla sperimentazione di nuove soluzioni e materiali di packaging e sull’utilizzo di atmosfere controllate che ottimizzano le prestazioni del prodotto (data di scadenza, stabilizzazione delle caratteristiche qualitative) coniugandole con i costi operativi. Long Life Oil, inoltre, punta allo sviluppo di un’etichetta smart che consenta il monitoraggio dei parametri fondamentali per la conservazione dell’olio di oliva (temperatura, luce) durante il trasporto e lo stoccaggio del prodotto.

Alla prima fase sperimentale iniziata nel 2022 seguirà quella su scala industriale al cui termine verrà eseguito uno studio di fattibilità per il trasferimento delle innovazioni progettate sia in produzione che nella supply chain.

Il raggiungimento degli obiettivi di Long Life Oil offrirà a Salov la possibilità di immettere sul mercato globale una nuova linea di prodotti con caratteristiche di conservabilità e qualità migliorate. Il prolungamento della shelf-life nei nuovi prodotti, inoltre, aprirà la strada a ulteriori vantaggi in termini di sostenibilità della supply chain soprattutto nella fornitura verso i mercati più distanti consentendo tempi di consegna meno stressanti e impattanti sull’ambiente e un minor spreco di prodotto.

“Long Life Oil è un ulteriore passo in un percorso di innovazione e miglioramento costante delle performance aziendali e di brand, che ci ha condotti a raggiungere risultati significativi in termini di efficienza del ciclo produttivo, con sempre maggior attenzione ai temi ESG” – commenta l’Ing. Fabio Maccari, A.D. di Salov SpA. “Con i nostri partner del progetto Long Life Oil ci siamo dati obiettivi sfidanti, ma il loro raggiungimento ci consentirà di proporre sui mercati internazionali una produzione di eccellenza e ulteriore garanzia di qualità costante nel tempo, elemento imprescindibile per noi di Salov”.

Una nuova brand identity per Kamut

Kamut presenta la sua nuova brand identity con un nuovo logo, un nuovo claim e un nuovo sito web.

“Siamo entusiasti di presentare la nostra nuova brand image che, pur completamente rinnovata, mantiene forti legami con la nostra tradizione. Sin dall’inizio abbiamo lavorato per diffondere e promuovere in tutto il mondo il grano a marchio Kamut, le sue caratteristiche uniche, e il nostro modello di agricoltura sostenibile, e siamo certi che questi nuovi asset a nostra disposizione ci renderanno visibili e conosciuti ad ancora più persone che come noi hanno a cuore un’alimentazione sana e basata su un modello positivo di sviluppo” commenta Trevor Blyth, Presidente di Kamut International e Kamut Enterprises of Europe.

Il nuovo logo e claim
Il punto di partenza è il nuovo logo che rappresenta una modernizzazione di quello che ha caratterizzato il marchio per tanti anni, mantenendo alcuni aspetti (come la spiga e la forma a diamante) ma rivedendoli in chiave contemporanea. Il nuovo logo è caratterizzato da un lettering moderno, da forme pulite e distintive e colori che vogliono essere un forte richiamo al legame con la terra. L’attenzione è tutta sul marchio Kamut in quanto punto di riferimento per un grano antico dall’ineguagliata autenticità, purezza e qualità, che si differenzia da altre qualità di grani antichi, anche khorasan, che non possono vantare le stesse proprietà.

Il nuovo claim “still ancient” intende anch’esso richiamare la convivenza, nel brand, tra antichità e modernità, creando un ponte fra il progetto originario, nato per proteggere questa qualità di grano antico, e il marchio Kamut di oggi, un brand riconosciuto a livello globale che rappresenta delle proprietà uniche. Il grano a marchio Kamut si distingue perché rappresenta autenticità, purezza e qualità: è “still ancient” (“ancora antico”) in quanto non modificato, non ibridato, sempre coltivato biologicamente, dotato di un buon sapore e unico nelle sue caratteristiche nutrizionali e funzionali.

Il nuovo sito web
La nuova immagine di Kamut si rispecchia anche nel sito web, rinnovato interamente nella sua veste grafica, con grandissima attenzione alla parte visuale, e progettato con un approccio mobile first. Il design del nuovo sito è stato realizzato da Plus Trento e sviluppato da Brilliance Northwest. Il nuovo approccio visuale è evidente sin dall’homepage, che intende essere una rapida panoramica del mondo Kamut e delle sue parole chiave attraverso immagini che raccontano la lavorazione della terra, le tradizioni famigliari e una sana alimentazione e allo stesso tempo trasformarsi in un grande menù che permette una facile accessibilità ai contenuti.

Le diverse immagini che compongono l’homepage diventano vere e proprie finestre sui diversi mondi che Kamut rappresenta, dalla storia unica del grano antico alle sue proprietà salutari, dalle ricette con cui si può sperimentare la versatilità di questo ingrediente ai diversi prodotti industriali a base di questo grano reperibili sul mercato.

Anche nel sito, modernità e tradizione convivono, soprattutto grazie alle scelte tipografiche, che evocano un’altra epoca, e in particolare l’estetica delle vecchie insegne dei negozi alimentari.

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