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Valsoia entra nel mercato del kefir comprando il 70% della slovena Kele & Kele

La strada seguita da Valsoia per entrare nel mercato del kefir passa dalla Slovenia. E dall’acquisizione del 70% di Kele & Kele d.o.o, azienda produttrice e distributrice di kefir a marca Krepko. L’operazione ha un controvalore iniziale pari a circa 3 milioni di euro, sulla base di un enterprise value totale di 5,4 milioni di euro, ed è stata totalmente finanziata con risorse già disponibili.
Il restante 30% delle quote rimane agli attuali soci fondatori che, per un periodo minimo di tre anni, manterranno un ruolo attivo nella gestione aziendale, con l’obiettivo di affiancare e supportare il management di Valsoia nel processo di graduale e completo trasferimento delle competenze, del know-how produttivo e tecnologico, unitamente alla conoscenza approfondita del business e dei processi aziendali. Al termine dei tre anni, Valsoia avrà il diritto a procedere, attraverso un meccanismo di put and call, alla possibile acquisizione del restante 30% del capitale sociale.

PRODUZIONE ALL’INSEGNA DELLA TRADIZIONE CAUCASICA
La società Kele & Kele, fondata nel 1992 vicino a Lubiana (Slovenia) dalla Famiglia Kelečevič, è specializzata sin dalla sua fondazione nella produzione e commercializzazione di kefir. Il prodotto a marchio Krepko viene realizzato con il metodo tradizionale caucasico, solo da veri grani di kefir vivi. Con oltre 30 diversi probiotici, vanta importanti proprietà salutistiche anche nelle versioni bio e delattosato.
Ad oggi, il business di Kele & Kele è sviluppato unicamente sul territorio sloveno dove la marca Krepko, con una percentuale del 30,2% di quota di mercato a valore e una crescita al consumo del +3,5% sull’anno precedente, è il leader nel mercato del kefir con una copertura distributiva superiore al 75% in Slovenia nel canale moderno, oltre ad una distribuzione diretta nei canali out of home e door to door (fonte: Nielsen IQ giugno 2025).

DIVERSIFICAZIONE STRATEGICA, MA SEMPRE NEL SALUTISTICO
Valsoia sottolinea che Kele & Kele ha storici e stabili accordi con tutti i grandi retailer sloveni attraverso i quali distribuisce oltre ad una ampia gamma di referenze di kefir, anche altre categorie di prodotti delattosati e biologici. “L’acquisizione della marca di Kefir Krepko rappresenta un’operazione di significativo valore prospettico per la nostra società – commenta Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di Valsoia –. Oltre all’ingresso nell’estremamente dinamico mercato del kefir con la marca leader in Slovenia, riconosciuta per il suo posizionamento unico e premium nel vero kefir tradizionale, rafforziamo la nostra presenza diretta in Europa. Questa acquisizione amplia inoltre, ulteriormente, la diversificazione strategica del nostro gruppo sotto il coerente “ombrello” dei prodotti salutistici e funzionali, accelerando il percorso di crescita all’estero e certamente anche in Italia”.

NewPrinces Group perfeziona l’acquisizione di Carrefour Italia

Nessuna obiezione dalla Commissione Europea in merito all’acquisizione del 100% del capitale di Carrefour Italia da parte di NewPrinces Group. L’operazione è stata dichiarata compatibile con il mercato interno e con l’Accordo sullo Spazio Economico Europeo (SEE) e si è dunque perfezionata. NewPrinces diventa così il secondo gruppo italiano agroalimentare per fatturato e il primo operatore food & beverage in termini occupazionali, con 13.000 operatori diretti in Italia e più di 18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne.

TORNA L’INSEGNA GS
Il gruppo guidato da Angelo Mastrolia potrà mantenere le insegne Carrefour per un periodo massimo di tre anni, sino fine 2028, al fine di garantire continuità operativa e una transizione graduale per consumatori, dipendenti e fornitori. Contestualmente, verrà avviato un processo progressivo di rebranding con il ripristino della storica insegna GS, secondo un piano di implementazione articolato per aree geografiche.
La rete di Carrefour Italia conta oltre 1.000 punti vendita distribuiti nelle principali regioni italiane. Il piano di sviluppo definito da NewPrinces prevede la loro modernizzazione e il rilancio del marchio GS con un nuovo posizionamento, l’accelerazione del piano di aperture attraverso l’espansione sia dei negozi diretti sia di quelli gestiti in partnership tramite operating lease e l’integrazione operativa con la piattaforma logistica NewPrinces — che dispone di oltre 600 mezzi refrigerati — per potenziare la distribuzione nel canale Horeca e nei servizi di home delivery, inclusa la crescita del marchio Docks cash & carry.

OLTRE 775 MILIONI DI EURO DALLA CASA MADRE FRANCESE
Nel periodo precedente al closing, Carrefour ha effettuato una cash injection di circa 530 milioni di euro, destinata alla copertura dei debiti infragruppo e altre passività minori, nonché una ulteriore cash injection di circa 245 milioni di euro, come previsto dal piano di investimenti condiviso in precedenza (inizialmente stimato per in 237 milioni di euro), per un totale di oltre 775 milioni di euro di liquidità investita da parte di Carrefour in Carrefour Italia.
Questa liquidità, aggiunta a quella fornita da NewPrinces come da piano di investimenti, pari a 200 milioni di euro, consente a Carrefour Italia di avere una posizione finanziaria netta positiva di oltre 400 milioni di euro.

UN GRUPPO DA 7 MILIARDI DI EURO
Con l’ingresso di Carrefour Italia, NewPrinces Group raggiunge una dimensione senza precedenti – dichiara Angelo Mastrolia, Presidente di NewPrinces Group – con ricavi consolidati pari a circa 7 miliardi di euro e un profilo patrimoniale che, entro fine anno, prevediamo superiore a 1,1 miliardi di euro, accompagnato da una posizione finanziaria netta positiva compresa tra 150 e 200 milioni di euro su base ex IFRS 16. Questi risultati rafforzano ulteriormente la solidità del nostro modello industriale e confermano la validità delle operazioni realizzate nel corso dell’anno: dall’IPO di Princes Group, all’acquisizione di Diageo Operations Italy, fino a Carrefour Italia, insieme alle operazioni che completeremo entro il 2025, come l’acquisizione di Plasmon, generando valore significativo e sostenibile per tutto il Gruppo”.

COLLABORAZIONE CON I FORNITORI E FATTI CONCRETI PER I CLIENTI
NewPrinces si impegna a garantire un approccio equo, trasparente e collaborativo con tutti i fornitori di Carrefour Italia, valorizzando il lavoro delle filiere e assicurando stabilità, correttezza e partnership di lungo periodo.
Siamo inoltre pienamente consapevoli delle aspettative dei consumatori italiani – continua Mastrolia – che chiedono qualità, convenienza e sicurezza. Il nostro obiettivo è rispondere con fatti concreti, rafforzando l’assortimento, migliorando l’esperienza di acquisto e garantendo standard elevati lungo tutta la catena del valore. Le famiglie italiane saranno al centro delle nostre scelte, con l’impegno a offrire prodotti migliori, prezzi corretti e una presenza sul territorio ancora più solida e vicina alle comunità locali. Questa operazione rappresenta anche l’occasione per integrare una rete distributiva capillare con le nostre competenze industriali, aprendo nuove opportunità in termini di efficienza, sviluppo prodotti, innovazione e posizionamento competitivo. Stiamo costruendo un gruppo integrato e moderno, allineato ai più alti standard europei, capace di generare crescita robusta tanto nel retail quanto nell’industria

CAMBIO DI DENOMINAZIONE PER LE SOCIETÀ TARGET
Da segnalare, infine, che a seguito dell’operazione, le società acquisite hanno assunto nuove denominazioni societarie: Carrefour Italia S.p.A. è stata ridenominata Princes Retail S.p.A.; Carrefour Finance S.r.l. è diventata Princes Finance S.p.A.; Carrefour Property S.r.l. è ora Princes Property S.p.A.

Conad Adriatico acquisisce da Coop Alleanza 3.0 l’ipermercato di Andria

Cambio di insegna per l’ipermercato del centro commerciale La Mongolfiera di Andria: Conad subentrerà a Coop nella gestione del punto vendita da gennaio 2026. Il passaggio del testimone è dovuto a un accordo stipulato da Conad Adriatico e Coop Alleanza 3.0, finalizzato a garantire continuità operativa ed occupazionale.
In una nota stampa, le due cooperative affermano di aver “operato congiuntamente una scelta che ribadisce l’attenzione per il territorio e la comunità locale e sottolinea il condiviso rispetto per la tutela dei lavoratori”.

TUTELATI I LAVORATORI
In base a quanto comunicato dalle due cooperative, le 95 persone attualmente in forza presso il punto vendita continueranno la propria attività sotto l’insegna Conad, con piena tutela del rapporto di lavoro e delle condizioni fino ad oggi garantite.
Coop Alleanza 3.0 fa sapere che continuerà a presidiare e a offrire servizi sul territorio pugliese grazie alla rete diretta e indiretta, distribuita da Foggia al Salento. Per Conad Adriatico, l’ingresso dell’ipermercato di Andria rappresenta un passaggio in linea con il percorso di crescita sviluppato in Puglia, regione in cui la cooperativa opera con 170 punti vendita.

LE DUE COOPERATIVE IN CIFRE
Conad Adriatico è una delle cinque cooperative associata al Consorzio nazionale Conad, presente in 5 regioni della dorsale adriatica – Marche (Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona città e alcuni Comuni della provincia stessa), Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata oltre che in Albania e nel Kosovo – con 439 punti vendita e un fatturato di 2,241 miliardi di euro nel 2024 (+ 4,98% rispetto all’anno precedente). La cooperativa ha una quota di mercato del 17,58% nelle 5 regioni in cui opera (fonte GNLC 1° sem. 2025) e si è confermata primo gruppo distributivo in Abruzzo (con una quota di mercato del 31,93%), nelle Marche (20,59%) e nel Molise (19,74%).
Con oltre 2 milioni di soci e più di 16.000 dipendenti, Coop Alleanza 3.0 è la più grande cooperativa di consumo in Italia. Presente in 8 regioni, gestisce, tra diretti e indiretti, 845 punti vendita, 17 centri di distribuzione e lavora con oltre 2.500 fornitori. È la terza azienda della Gdo italiana per quota di mercato con oltre 5,7 miliardi di vendite nel 2024.

Acquisizione nel Regno Unito per Granarolo

Consolidare la propria presenza nel Regno Unito ed in particolare a Londra. È questa la ragione che ha spinto Granarolo ad acquisire il 100% di West Horsley Dairy Limited, azienda di distribuzione di prodotti lattiero caseari (latte, panna, formaggi, yogurt) e prodotti per la colazione. Fondata da Philip e Catherine Colton nel 1992, opera con 73 dipendenti, disponendo di una flotta di 43 veicoli refrigerati che si muovono in tutto il sud-est dell’Inghilterra raggiungendo circa 500 clienti – prevalentemente ristoranti, pub, hotel – e con una buona copertura distributiva nell’area di Londra.
Nel 2024 West Horsley Dairy Limited ha fatturato circa 16 milioni di sterline (oltre 18 milioni di euro al cambio attuale).

IL PRESIDIO DEL MERCATO OLTREMANICA
In Inghilterra Granarolo è presente con Granarolo UK Ltd ed è cresciuta nel febbraio 2018 grazie all’acquisizione del 100% del Gruppo Midland Food, distributore di prodotti alimentari freschi, ambient e surgelati nel Regno Unito. In UK, Granarolo rappresenta oggi il 12,8% del dairy italiano esportato (fonte: Clal data + Sell-in data, volume a.t. luglio 2025).
In particolare, la crescita a volume di Granarolo nel Regno Unito è stata del +8,6% vs anno precedente (fonte: Clal data + Sell-in data, volume a.t. luglio 2025). Per Granarolo le vendite all’estero nel 2025 rappresentano circa il 40% del totale. L’azienda si è attestata tra i principali player nell’export di prodotti dairy italiani nel mondo, arrivando a rappresentare il 9,1% del totale (fonte: Clal data + Sell-in data, volume a.t. luglio 2025).

FOCUS SU HORECA E FOODSERVICE
Nel piano strategico 2026-2029 l’internazionalizzazione e in particolare UK e Germania in Europa rappresentano paesi target. “Il consolidamento in UK è un tassello importante della politica di crescita del gruppo all’estero – dichiara Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo –. Il progetto è quello di far crescere in modo significativo i volumi del totale dairy italiano in UK, avendo come focus i mercati dell’horeca e del food service di Londra nel quale West Horsley ha consolidato la propria presenza”.

PIÙ ITALIA NELL’OFFERTA DELLA SOCIETÀ TARGET
Puntiamo nel corso dell’anno ad integrare il portafoglio prodotti di West Horsley con la nostra vasta gamma di formaggi italiani freschi e stagionati – aggiunge Anthony Bosco, Chief Executive Officer di Granarolo UK – quali Mozzarella, Burrata, Stracciatella, Mascarpone, Parmigiano Reggiano Dop, Gorgonzola Dop e Pecorino Dop e altre specialità italiane”.
Siamo lieti di cedere West Horsley Dairy a un’azienda come Granarolo, che ha fatto della qualità dei propri prodotti un valore fondamentale – commentano Philip e Catherine Colton, fondatori dell’azienda –. Siamo certi che sarà una combinata perfetta e che massimizzerà il valore dell’offerta di West Horsley, con grande soddisfazione dei numerosi clienti che negli anni hanno riposto in noi la loro fiducia”.

L’IDENTIKIT DEL GRUPPO
Il Gruppo Granarolo conta 15 siti produttivi dislocati sul territorio nazionale, 2 siti produttivi in Francia, 3 in Brasile, 1 in Nuova Zelanda, 1 in Germania e 1 negli Stati Uniti. Rappresenta la più importante filiera italiana del latte direttamente partecipata da produttori associati in forma cooperativa. Riunisce infatti oltre 475 allevatori produttori di latte, un’organizzazione di raccolta della materia prima alla stalla con circa 100 autocisterne, 500 automezzi per la distribuzione, che movimentano 900 mila tonnellate/anno e servono quotidianamente circa 50.000 punti vendita presso i quali 20 milioni di famiglie italiane acquistano prodotti Granarolo.
La compagine societaria è così composta: Granlatte 63,14%, Fondo Nazionale Strategico 15,27%, Intesa Sanpaolo S.p.A. 14,95%, Enpaia 4,58%, Azioni Proprie 2,06%.

Shopping in Arabia Saudita per Investindustrial

Investindustrial scommette sulla crescita delle private label in Medio Oriente e realizza un’operazione che rappresenta una novità per il mondo finanziario europeo. L’acquirente è in realtà Windoria, società detenuta indirettamente da fondi affiliati di Investindustrial e nata dall’unione dell’italiana La Doria con la statunitense Winland Foods, entrambe attive proprio nella produzione di marchi privati. Il target è invece Al-Fursan Al-Maghawear, produttore e distributore saudita di salse, condimenti e altri prodotti alimentari a lunga conservazione. La novità sta nel fatto che si tratta della prima acquisizione di maggioranza in Arabia Saudita da parte di una società partecipata da un gruppo di investimento europeo. Il closing dell’operazione, soggetta alle consuete autorizzazioni da parte delle autorità competenti, è atteso entro la fine di questo mese di ottobre.

L’IDENTIKIT DI WINDORIA E AL-FURSAN
Con questa mossa Windoria consolida il proprio posizionamento nella produzione alimentare e come interlocutore di retailer, operatori foodservice e grandi marchi internazionali, forte di quasi 4 miliardi di dollari di ricavi, 29 stabilimenti produttivi e 5.000 dipendenti.
Al-Fursan, insieme alle controllate Al-Faris Al-Arabi Trading Ltd. Co. e Al-Faris Food Industries Ltd. Co., detiene una posizione di leadership nel segmento delle salse e dei condimenti, in particolare ketchup e aceto, grazie a marchi di rilevanza nazionale tra cui Baidar. Con circa 300 dipendenti, uno stabilimento produttivo a Riyad e una rete di distribuzione composta da sei sedi commerciali e sette magazzini in Arabia Saudita, l’azienda dovrebbe rappresentare un importante motore per la crescita di Windoria nell’area.
Nell’intenzioni di Investindustrial, l’operazione consentirà a Windoria e Al-Fursan di mettere insieme competenze locali e regionali, favorendo l’innovazione e la crescita per cogliere appieno il potenziale insito nella rapida espansione delle private label in Medio Oriente. L’acquisizione è stata resa possibile grazie alla decisione di Investindustrial di stabilire una presenza diretta nella regione e alla partnership strategica sviluppata con la Saudi Industrial Development Fund Investment Company (SIC), che ha svolto un ruolo determinante nel favorire collaborazioni di carattere industriale nella regione.

UNA STRATEGIA DI CRESCITA GLOBALE
A dimostrare la volontà di crescere anche fuori dai mercati occidentali è un dato: negli ultimi dodici mesi, Investindustrial – che è un gruppo di società di investimento, holding e consulenza gestite in modo indipendente con 17 miliardi di euro di fondi raccolti – ha completato add-on (cioè ulteriori acquisizioni operate da società già riconducibili ai suoi fondi) in Asia e Medio Oriente per un enterprise value complessivo di circa 500 milioni di euro, con le aziende in portafoglio che oggi gestiscono 25 stabilimenti produttivi nelle due aree. Una vocazione globale confermata dall’ampliamento dei team a Abu Dhabi e Shanghai e dalla recente decisione di aprire un ufficio a Tokyo.
Siamo orgogliosi di annunciare la nostra prima acquisizione in Arabia Saudita – dichiara Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial – in un settore in cui vantiamo un know-how consolidato e che presenta importanti prospettive di crescita. Prevediamo un aumento significativo della penetrazione del private label in Medio Oriente e Asia nei prossimi anni, creando un’opportunità eccezionale per accelerare lo sviluppo del settore e valorizzare il potenziale di Windoria. L’acquisizione di Al-Fursan riflette l’impegno di Investindustrial nel trasformare i campioni locali in leader globali. La nostra attenzione rimane rivolta al miglioramento continuo e all’innovazione, con l’obiettivo di costruire l’impresa del futuro”.

Oriocenter venduto a Generali Real Estate e Gruppo Percassi per 470 milioni

Passa di mano Oriocenter, primo centro commerciale in Italia per superficie e ampiezza dell’offerta, nonché uno dei più grandi d’Europa. Generali Real Estate e Gruppo Percassi hanno acquisto la galleria da Commerz Real per un controvalore complessivo di circa 470 milioni di euro. La proprietà è passata a un fondo partecipato al 50% da Gruppo Percassi e al 50% da un fondo paneuropeo di diritto lussemburghese specializzato in dominant shopping centers gestito da Generali Real Estate SGR in qualità di investment manager. Gruppo Percassi è il property manager di Oriocenter sin dalla sua inaugurazione nel 1998 e continuerà a svolgere tale attività. Generali Real Estate agirà come asset manager del centro commerciale.

GALLERIA DA OLTRE 300 NEGOZI
Oriocenter è situato alle porte di Bergamo e collegato all’Aeroporto Internazionale di Orio al Serio. Il suo successo ha portato a una prima espansione nel 2004, portando la superficie a 75.000 metri quadri e il numero totale di negozi a 200. Oggi il centro si sviluppa su 105.000 metri quadri e ospita 300 negozi, tra cui 57 punti ristoro, 2 food court, 14 sale cinematografiche, un ipermercato e oltre 7.000 posti auto. Nel 2024 Oriocenter ha registrato quasi 12 milioni di visitatori.
Ben noto agli appassionati di calcio per la storica presenza nella compagine azionaria dell’Atalanta, il Gruppo Percassi si occupa dello sviluppo e gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi come Nike, Jordan, Lego, Victoria’s Secret, Armani Exchange, Saint Laurent e Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food. Inoltre, detiene importanti partecipazioni in società quali Kiko e la già citata Atalanta B.C. ed opera in ambito real estate per la realizzazione di progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale.
Generali Real Estate è invece un gestore immobiliare con circa 36,5 miliardi di euro di asset in gestione nel secondo trimestre 2025 e unità operative nelle principali città europee.

Logistica, Brivio & Viganò acquisisce Gi.Ma.Trans

Un passo strategico per rafforzarsi nel suo settore, cioè il trasporto e la logistica integrata. Così Brivio & Viganò definisce l’acquisizione di Gi.Ma.Trans, realtà attiva da 30 anni – è stata fondata nel 1993 – al servizio della Gdo e dell’industria. L’operazione, di cui non sono stati resi noti i dettagli economici, consente al gruppo di estendere la copertura territoriale e incrementare la capacità operativa complessiva.
L’obiettivo è massimizzare i benefici per il mercato e per i clienti, attraverso un percorso di crescita condivisa che consentirà di unire le competenze e le infrastrutture, creando un polo in grado di offrire soluzioni che nelle intenzioni dell’azienda saranno più efficienti, sicure e sostenibili.
La decisione di acquisire Gi.Ma.Trans è coerente con la nostra strategia di crescita e innovazione – dichiara Mauro Brivio, Amministratore Delegato di Brivio & Viganò (a sinistra nella foto in alto) –. Questa operazione ci consente di ampliare la nostra offerta di servizi, valorizzare le competenze dei nostri team e rafforzare il nostro posizionamento competitivo in un mercato in continua evoluzione”.

UN FUTURO DA DIVISIONE AUTONOMA
Entrare a far parte del Gruppo Brivio & Viganò rappresenta una straordinaria opportunità per crescere insieme – aggiunge Stefano Quarti, già Amministratore Delegato di Gi.Ma.Trans e ora Direttore Generale (a destra nella foto in alto) – portando il nostro know-how e le nostre infrastrutture all’interno di un’organizzazione che condivide la nostra visione di eccellenza, innovazione e attenzione al cliente e alle persone”.
Gi.Ma.Trans manterrà autonomia, organizzativa e operativa, continuando a operare con lo stesso brand e con l’organizzazione interna esistente. All’interno del gruppo, costituirà una divisione autonoma, rafforzando il proprio percorso di crescita e la capacità di soddisfare i clienti, beneficiando di solidità operativa, finanziaria e tecnica.
Secondo informazioni di stampa, Brivio & Viganò ha chiuso il 2023 con un fatturato di 280 milioni di euro, mentre la Gi.Ma.Trans Srl nel 2024 avrebbe superato i 37 milioni di euro (fonte: CompanyReports).

Il family office della famiglia Colruyt diventa socio di Euro Company

Si chiama Korys, è belga e rimanda a un nome importante del retail internazionale. Ecco in breve l’identikit del nuovo socio di minoranza di Euro Company, azienda italiana attiva nella produzione di frutta secca ed essiccata. Nel comunicare la notizia, Euro Company non specifica la quota azionaria oggetto dell’accordo né il controvalore, limitandosi a precisare che la partnership è finalizzata a consolidare l’espansione internazionale.
Korys è il family office della famiglia Colruyt, alla guida del principale gruppo retail belga, e realizza investimenti a lungo termine con l’obiettivo di creare valore sostenibile nei settori Consumo Consapevole, Healthy Living e Transizione Energetica. Dispone di un team di 30 professionisti con sede in Belgio e in India e negli ultimi 20 anni ha costruito un portafoglio di oltre 4 miliardi di euro in investimenti. Oltre a più di 20 partecipazioni dirette (tra cui Colruyt Group e Virya Energy), gestisce anche fondi di private equity e investimenti in strumenti quotati.

OLTRE LA FRUTTA SECCA
Euro Company è stata fondata nel 1979 dalla famiglia Zani a Godo di Russi (RA) e ha chiuso l’esercizio 2024/25 con un fatturato superiore ai 161 milioni di euro, grazie a un portafoglio di oltre 1.800 referenze che spazia dalla frutta secca ed essiccata tradizionale alle creme spalmabili 100%, fino alle alternative vegetali a base di frutta secca fermentata. In quanto Società Benefit e certificata B Corp, integra la responsabilità sociale e ambientale in tutte le sue attività, dalla selezione delle materie prime alla cura delle persone e all’impegno verso la comunità.
Questa collaborazione rappresenta un’opportunità straordinaria per rafforzare la nostra crescita internazionale, mantenendo saldi i nostri valori e la nostra identità aziendale afferma Maurizio Castagnoli, Direttore Generale di Euro Company – con la convinzione che le imprese possano guidare un cambiamento positivo globale. Korys condivide la nostra visione e il nostro impegno verso le persone, il pianeta e l’ambiente”.
L’approccio trasparente e sostenibile di Euro Company è perfettamente allineato con i nostri principi – commentano Dries Crevits e Katti Van Oosterwijck del team Korys –. Il settore della frutta secca ed essiccata è in continua crescita ed Euro Company è ben posizionata per rispondere alla domanda dei consumatori, con prodotti etici e ad impatto positivo”.

Probios sale al 60% di BMS e accresce la base produttiva

Rafforzare l’asset industriale, estendere il presidio lungo l’intera filiera produttiva e consolidare la capacità di offerta sul mercato europeo e internazionale. Sono queste le motivazioni che hanno spinto Probios Group ad incrementare dal 30% al 60% la quota detenuta nel capitale sociale di BMS, azienda di Spoleto specializzata nell’acquisto, trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari organic, salutistici e free-from, in particolare, cereali per la colazione, semi, legumi, farine gluten free e frutta secca. L’operazione è stata realizzata con il supporto di Agreen Capital, azionista di riferimento di Probios.
Dopo un 2024 segnato da una parte dall’acquisizione di BiotoBio e di cinque marchi storici del biologico italiano (Baule Volante, Fior di Loto, Zer%, La Finestra sul Cielo e ViviBio) e dall’altra dall’ingresso iniziale in BMS, il gruppo con sede a Calenzano (FI) conferma la propria traiettoria di crescita nell’healthy food, con un fatturato superiore a 100 milioni di euro e una presenza diretta in 47 Paesi. “Consolidare la maggioranza in BMS è un’operazione industriale, con una chiara visione strategica – commenta Andrea Rossi, Presidente di Probios Group e Managing Partner di Agreen Capital –. Significa garantire maggiore presidio sulla supply chain, potenziare know-how e competenze produttive, accelerare il percorso che ci vede impegnati a diventare un player europeo di riferimento nel mondo dell’alimentazione salutistica e funzionale”.

DALLA MATERIA PRIMA
AL PRODOTTO FINITO
Questa acquisizione rappresenta la naturale evoluzione del nostro piano industriale – aggiunge Renato Calabrese, Amministratore Delegato di Probios Group (nella foto a destra) –, un percorso coerente che ci porta a rafforzare la nostra base produttiva e ad ampliare la capacità di rispondere in maniera efficace alle richieste del mercato. Dalla materia prima al prodotto finito, vogliamo presidiare ogni fase della filiera, garantendo continuità, solidità operativa e valore per consumatori e stakeholder”.
L’ingresso stabile in Probios Group segna per BMS l’avvio di una nuova stagione di crescita – conclude Enrico Tinelli, Amministratore Delegato di BMS –. La nostra esperienza industriale si unisce ora alla visione internazionale del gruppo, creando le condizioni ideali per valorizzare ulteriormente la filiera agricola e mettere a fattor comune sinergie commerciali e operative”.
La sfida per Probios è interpretare e anticipare le nuove sensibilità dei consumatori: dalla ricerca di alimenti clean label e plant-based fino al crescente orientamento verso prodotti funzionali, gluten free e a ridotto impatto ambientale. Una strategia finalizzata a conquistare un pubblico sempre più trasversale, che va dai consumatori amanti del biologico e degli acquisti consapevoli a coloro che scelgono prodotti con particolari claim e caratteristiche per soddisfare stili alimentari ed esigenze di benessere.
Nell’operazione, il gruppo è stato assistito da Agreen Capital per le attività di M&A advisory e da Epyon Consulting per la due diligence finanziaria, mentre sul fronte legale è stato supportato dallo Studio Avvocatidimpresa, con il Managing Partner Avv. Alberto Calvi di Coenzo.

Tris di acquisizioni per Investindustrial nelle macchine utensili per il food

Investindustrial mette a segno tre acquisizioni in un colpo solo. Una società di investimento gestita in modo indipendente e detenuta indirettamente dal gruppo ha raggiunto un accordo per rilevare il 100% di Kiremko Group, Idaho Steel Products e Reyco Systems, che insieme costituiscono uno dei leader mondiali nella progettazione e produzione di macchine utensili e soluzioni personalizzate per il settore agroalimentare, con particolare attenzione al segmento che segue la lavorazione delle patate. In pratica, queste tre aziende servono i principali operatori che si occupano della lavorazione delle patate a livello mondiale grazie a una partnership costituita nel 1996 tra Kiremko (fondata nel 1965 con sede a Montfoort, Paesi Bassi), Idaho Steel (creata nel 1918 e basata a Idaho Falls, Idaho) e Reyco (avviata nel 1975 con quartier generale a Caldwell, Idaho).
Negli anni il gruppo si è affermato come uno dei principali fornitori globali di soluzioni per la produzione industriale di prodotti a base di patate, quali patatine fritte surgelate, crocchette di patate e fiocchi di patate, arrivando ad avere oltre 300 clienti in più di 50 Paesi, oltre 450 dipendenti tra impianti produttivi e uffici situati nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti, in India e in Cina, e un fatturato superiore ai 200 milioni di dollari nel 2024.
Ora l’obiettivo è promuovere la confluenza delle tre aziende in un nuovo gruppo e costruire una piattaforma leader a livello mondiale nel settore delle attrezzature e dell’impiantistica per la lavorazione alimentare, per poi crescere sia attraverso l’espansione organica e tramite acquisizioni nei mercati di riferimento, sia attraverso l’estensione a settori correlati a quello in cui operano le tre società.

LA CRESCITA NELL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE E NEL FOOD & BEVERAGE
Con questa operazione, soggetta alle consuete approvazioni regolamentari, le partecipate di Investindustrial attive nell’automazione industriale raggiungono un fatturato complessivo di circa 1,5 miliardi di euro e contano circa 5.000 dipendenti, mentre quelle operanti nel settore food and beverage generano circa 8,2 miliardi di euro e impiegano oltre 20.000 persone (dati a dicembre 2024). Kiremko è attualmente di proprietà di Paul Oosterlaken e Andy Gowing, mentre Idaho Steel e Reyco sono di proprietà delle famiglie Bradshaw e Christensen.
Kiremko, Idaho Steel e Reyco sono leader del settore – dichiara Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial – noti per le loro macchine di alta qualità, l’impegno nell’innovazione e le solide relazioni con i clienti. Siamo entusiasti delle significative opportunità di crescita offerte dall’unione delle società in un unico gruppo. Nel sostenere la loro integrazione, siamo convinti che la combinazione della nostra vasta esperienza industriale e della nostra rete globale con i loro punti di forza porterà ad incrementare l’innovazione, aumenterà il valore per i clienti e rafforzerà ulteriormente la posizione di mercato del gruppo. Quest’ultimo rappresenta un’aggiunta interessante al portafoglio di aziende di eccellenza d’Investindustrial e non vediamo l’ora di contribuire alla crescita del suo successo e della sua espansione”.
Questa operazione è guidata dal nostro impegno a costruire un futuro migliore per i nostri dipendenti, clienti, fornitori e tutti i nostri stakeholder – afferma Paul Oosterlaken, Direttore di Kiremko, a nome degli azionisti del gruppo –. In quanto aziende a conduzione familiare, siamo rimasti profondamente colpiti dalla reputazione e dalla visione di Investindustrial nell’investire in aziende come le nostre. Riteniamo che questa partnership prevista rappresenti un’enorme opportunità per Kiremko, Idaho Steel e Reyco di rafforzare la loro posizione competitiva congiunta sul mercato globale”.
Investindustrial è stata assistita da Baird in qualità di consulente finanziario e da Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom e Houthoff in qualità di consulenti legali. I venditori sono stati assistiti da Rabobank in qualità di consulente finanziario esclusivo e da DLA Piper in qualità di consulenti legali.

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