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Acquisizione nel Regno Unito per Granarolo

Consolidare la propria presenza nel Regno Unito ed in particolare a Londra. È questa la ragione che ha spinto Granarolo ad acquisire il 100% di West Horsley Dairy Limited, azienda di distribuzione di prodotti lattiero caseari (latte, panna, formaggi, yogurt) e prodotti per la colazione. Fondata da Philip e Catherine Colton nel 1992, opera con 73 dipendenti, disponendo di una flotta di 43 veicoli refrigerati che si muovono in tutto il sud-est dell’Inghilterra raggiungendo circa 500 clienti – prevalentemente ristoranti, pub, hotel – e con una buona copertura distributiva nell’area di Londra.
Nel 2024 West Horsley Dairy Limited ha fatturato circa 16 milioni di sterline (oltre 18 milioni di euro al cambio attuale).

IL PRESIDIO DEL MERCATO OLTREMANICA
In Inghilterra Granarolo è presente con Granarolo UK Ltd ed è cresciuta nel febbraio 2018 grazie all’acquisizione del 100% del Gruppo Midland Food, distributore di prodotti alimentari freschi, ambient e surgelati nel Regno Unito. In UK, Granarolo rappresenta oggi il 12,8% del dairy italiano esportato (fonte: Clal data + Sell-in data, volume a.t. luglio 2025).
In particolare, la crescita a volume di Granarolo nel Regno Unito è stata del +8,6% vs anno precedente (fonte: Clal data + Sell-in data, volume a.t. luglio 2025). Per Granarolo le vendite all’estero nel 2025 rappresentano circa il 40% del totale. L’azienda si è attestata tra i principali player nell’export di prodotti dairy italiani nel mondo, arrivando a rappresentare il 9,1% del totale (fonte: Clal data + Sell-in data, volume a.t. luglio 2025).

FOCUS SU HORECA E FOODSERVICE
Nel piano strategico 2026-2029 l’internazionalizzazione e in particolare UK e Germania in Europa rappresentano paesi target. “Il consolidamento in UK è un tassello importante della politica di crescita del gruppo all’estero – dichiara Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo –. Il progetto è quello di far crescere in modo significativo i volumi del totale dairy italiano in UK, avendo come focus i mercati dell’horeca e del food service di Londra nel quale West Horsley ha consolidato la propria presenza”.

PIÙ ITALIA NELL’OFFERTA DELLA SOCIETÀ TARGET
Puntiamo nel corso dell’anno ad integrare il portafoglio prodotti di West Horsley con la nostra vasta gamma di formaggi italiani freschi e stagionati – aggiunge Anthony Bosco, Chief Executive Officer di Granarolo UK – quali Mozzarella, Burrata, Stracciatella, Mascarpone, Parmigiano Reggiano Dop, Gorgonzola Dop e Pecorino Dop e altre specialità italiane”.
Siamo lieti di cedere West Horsley Dairy a un’azienda come Granarolo, che ha fatto della qualità dei propri prodotti un valore fondamentale – commentano Philip e Catherine Colton, fondatori dell’azienda –. Siamo certi che sarà una combinata perfetta e che massimizzerà il valore dell’offerta di West Horsley, con grande soddisfazione dei numerosi clienti che negli anni hanno riposto in noi la loro fiducia”.

L’IDENTIKIT DEL GRUPPO
Il Gruppo Granarolo conta 15 siti produttivi dislocati sul territorio nazionale, 2 siti produttivi in Francia, 3 in Brasile, 1 in Nuova Zelanda, 1 in Germania e 1 negli Stati Uniti. Rappresenta la più importante filiera italiana del latte direttamente partecipata da produttori associati in forma cooperativa. Riunisce infatti oltre 475 allevatori produttori di latte, un’organizzazione di raccolta della materia prima alla stalla con circa 100 autocisterne, 500 automezzi per la distribuzione, che movimentano 900 mila tonnellate/anno e servono quotidianamente circa 50.000 punti vendita presso i quali 20 milioni di famiglie italiane acquistano prodotti Granarolo.
La compagine societaria è così composta: Granlatte 63,14%, Fondo Nazionale Strategico 15,27%, Intesa Sanpaolo S.p.A. 14,95%, Enpaia 4,58%, Azioni Proprie 2,06%.

Shopping in Arabia Saudita per Investindustrial

Investindustrial scommette sulla crescita delle private label in Medio Oriente e realizza un’operazione che rappresenta una novità per il mondo finanziario europeo. L’acquirente è in realtà Windoria, società detenuta indirettamente da fondi affiliati di Investindustrial e nata dall’unione dell’italiana La Doria con la statunitense Winland Foods, entrambe attive proprio nella produzione di marchi privati. Il target è invece Al-Fursan Al-Maghawear, produttore e distributore saudita di salse, condimenti e altri prodotti alimentari a lunga conservazione. La novità sta nel fatto che si tratta della prima acquisizione di maggioranza in Arabia Saudita da parte di una società partecipata da un gruppo di investimento europeo. Il closing dell’operazione, soggetta alle consuete autorizzazioni da parte delle autorità competenti, è atteso entro la fine di questo mese di ottobre.

L’IDENTIKIT DI WINDORIA E AL-FURSAN
Con questa mossa Windoria consolida il proprio posizionamento nella produzione alimentare e come interlocutore di retailer, operatori foodservice e grandi marchi internazionali, forte di quasi 4 miliardi di dollari di ricavi, 29 stabilimenti produttivi e 5.000 dipendenti.
Al-Fursan, insieme alle controllate Al-Faris Al-Arabi Trading Ltd. Co. e Al-Faris Food Industries Ltd. Co., detiene una posizione di leadership nel segmento delle salse e dei condimenti, in particolare ketchup e aceto, grazie a marchi di rilevanza nazionale tra cui Baidar. Con circa 300 dipendenti, uno stabilimento produttivo a Riyad e una rete di distribuzione composta da sei sedi commerciali e sette magazzini in Arabia Saudita, l’azienda dovrebbe rappresentare un importante motore per la crescita di Windoria nell’area.
Nell’intenzioni di Investindustrial, l’operazione consentirà a Windoria e Al-Fursan di mettere insieme competenze locali e regionali, favorendo l’innovazione e la crescita per cogliere appieno il potenziale insito nella rapida espansione delle private label in Medio Oriente. L’acquisizione è stata resa possibile grazie alla decisione di Investindustrial di stabilire una presenza diretta nella regione e alla partnership strategica sviluppata con la Saudi Industrial Development Fund Investment Company (SIC), che ha svolto un ruolo determinante nel favorire collaborazioni di carattere industriale nella regione.

UNA STRATEGIA DI CRESCITA GLOBALE
A dimostrare la volontà di crescere anche fuori dai mercati occidentali è un dato: negli ultimi dodici mesi, Investindustrial – che è un gruppo di società di investimento, holding e consulenza gestite in modo indipendente con 17 miliardi di euro di fondi raccolti – ha completato add-on (cioè ulteriori acquisizioni operate da società già riconducibili ai suoi fondi) in Asia e Medio Oriente per un enterprise value complessivo di circa 500 milioni di euro, con le aziende in portafoglio che oggi gestiscono 25 stabilimenti produttivi nelle due aree. Una vocazione globale confermata dall’ampliamento dei team a Abu Dhabi e Shanghai e dalla recente decisione di aprire un ufficio a Tokyo.
Siamo orgogliosi di annunciare la nostra prima acquisizione in Arabia Saudita – dichiara Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial – in un settore in cui vantiamo un know-how consolidato e che presenta importanti prospettive di crescita. Prevediamo un aumento significativo della penetrazione del private label in Medio Oriente e Asia nei prossimi anni, creando un’opportunità eccezionale per accelerare lo sviluppo del settore e valorizzare il potenziale di Windoria. L’acquisizione di Al-Fursan riflette l’impegno di Investindustrial nel trasformare i campioni locali in leader globali. La nostra attenzione rimane rivolta al miglioramento continuo e all’innovazione, con l’obiettivo di costruire l’impresa del futuro”.

Oriocenter venduto a Generali Real Estate e Gruppo Percassi per 470 milioni

Passa di mano Oriocenter, primo centro commerciale in Italia per superficie e ampiezza dell’offerta, nonché uno dei più grandi d’Europa. Generali Real Estate e Gruppo Percassi hanno acquisto la galleria da Commerz Real per un controvalore complessivo di circa 470 milioni di euro. La proprietà è passata a un fondo partecipato al 50% da Gruppo Percassi e al 50% da un fondo paneuropeo di diritto lussemburghese specializzato in dominant shopping centers gestito da Generali Real Estate SGR in qualità di investment manager. Gruppo Percassi è il property manager di Oriocenter sin dalla sua inaugurazione nel 1998 e continuerà a svolgere tale attività. Generali Real Estate agirà come asset manager del centro commerciale.

GALLERIA DA OLTRE 300 NEGOZI
Oriocenter è situato alle porte di Bergamo e collegato all’Aeroporto Internazionale di Orio al Serio. Il suo successo ha portato a una prima espansione nel 2004, portando la superficie a 75.000 metri quadri e il numero totale di negozi a 200. Oggi il centro si sviluppa su 105.000 metri quadri e ospita 300 negozi, tra cui 57 punti ristoro, 2 food court, 14 sale cinematografiche, un ipermercato e oltre 7.000 posti auto. Nel 2024 Oriocenter ha registrato quasi 12 milioni di visitatori.
Ben noto agli appassionati di calcio per la storica presenza nella compagine azionaria dell’Atalanta, il Gruppo Percassi si occupa dello sviluppo e gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi come Nike, Jordan, Lego, Victoria’s Secret, Armani Exchange, Saint Laurent e Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food. Inoltre, detiene importanti partecipazioni in società quali Kiko e la già citata Atalanta B.C. ed opera in ambito real estate per la realizzazione di progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale.
Generali Real Estate è invece un gestore immobiliare con circa 36,5 miliardi di euro di asset in gestione nel secondo trimestre 2025 e unità operative nelle principali città europee.

Logistica, Brivio & Viganò acquisisce Gi.Ma.Trans

Un passo strategico per rafforzarsi nel suo settore, cioè il trasporto e la logistica integrata. Così Brivio & Viganò definisce l’acquisizione di Gi.Ma.Trans, realtà attiva da 30 anni – è stata fondata nel 1993 – al servizio della Gdo e dell’industria. L’operazione, di cui non sono stati resi noti i dettagli economici, consente al gruppo di estendere la copertura territoriale e incrementare la capacità operativa complessiva.
L’obiettivo è massimizzare i benefici per il mercato e per i clienti, attraverso un percorso di crescita condivisa che consentirà di unire le competenze e le infrastrutture, creando un polo in grado di offrire soluzioni che nelle intenzioni dell’azienda saranno più efficienti, sicure e sostenibili.
La decisione di acquisire Gi.Ma.Trans è coerente con la nostra strategia di crescita e innovazione – dichiara Mauro Brivio, Amministratore Delegato di Brivio & Viganò (a sinistra nella foto in alto) –. Questa operazione ci consente di ampliare la nostra offerta di servizi, valorizzare le competenze dei nostri team e rafforzare il nostro posizionamento competitivo in un mercato in continua evoluzione”.

UN FUTURO DA DIVISIONE AUTONOMA
Entrare a far parte del Gruppo Brivio & Viganò rappresenta una straordinaria opportunità per crescere insieme – aggiunge Stefano Quarti, già Amministratore Delegato di Gi.Ma.Trans e ora Direttore Generale (a destra nella foto in alto) – portando il nostro know-how e le nostre infrastrutture all’interno di un’organizzazione che condivide la nostra visione di eccellenza, innovazione e attenzione al cliente e alle persone”.
Gi.Ma.Trans manterrà autonomia, organizzativa e operativa, continuando a operare con lo stesso brand e con l’organizzazione interna esistente. All’interno del gruppo, costituirà una divisione autonoma, rafforzando il proprio percorso di crescita e la capacità di soddisfare i clienti, beneficiando di solidità operativa, finanziaria e tecnica.
Secondo informazioni di stampa, Brivio & Viganò ha chiuso il 2023 con un fatturato di 280 milioni di euro, mentre la Gi.Ma.Trans Srl nel 2024 avrebbe superato i 37 milioni di euro (fonte: CompanyReports).

Il family office della famiglia Colruyt diventa socio di Euro Company

Si chiama Korys, è belga e rimanda a un nome importante del retail internazionale. Ecco in breve l’identikit del nuovo socio di minoranza di Euro Company, azienda italiana attiva nella produzione di frutta secca ed essiccata. Nel comunicare la notizia, Euro Company non specifica la quota azionaria oggetto dell’accordo né il controvalore, limitandosi a precisare che la partnership è finalizzata a consolidare l’espansione internazionale.
Korys è il family office della famiglia Colruyt, alla guida del principale gruppo retail belga, e realizza investimenti a lungo termine con l’obiettivo di creare valore sostenibile nei settori Consumo Consapevole, Healthy Living e Transizione Energetica. Dispone di un team di 30 professionisti con sede in Belgio e in India e negli ultimi 20 anni ha costruito un portafoglio di oltre 4 miliardi di euro in investimenti. Oltre a più di 20 partecipazioni dirette (tra cui Colruyt Group e Virya Energy), gestisce anche fondi di private equity e investimenti in strumenti quotati.

OLTRE LA FRUTTA SECCA
Euro Company è stata fondata nel 1979 dalla famiglia Zani a Godo di Russi (RA) e ha chiuso l’esercizio 2024/25 con un fatturato superiore ai 161 milioni di euro, grazie a un portafoglio di oltre 1.800 referenze che spazia dalla frutta secca ed essiccata tradizionale alle creme spalmabili 100%, fino alle alternative vegetali a base di frutta secca fermentata. In quanto Società Benefit e certificata B Corp, integra la responsabilità sociale e ambientale in tutte le sue attività, dalla selezione delle materie prime alla cura delle persone e all’impegno verso la comunità.
Questa collaborazione rappresenta un’opportunità straordinaria per rafforzare la nostra crescita internazionale, mantenendo saldi i nostri valori e la nostra identità aziendale afferma Maurizio Castagnoli, Direttore Generale di Euro Company – con la convinzione che le imprese possano guidare un cambiamento positivo globale. Korys condivide la nostra visione e il nostro impegno verso le persone, il pianeta e l’ambiente”.
L’approccio trasparente e sostenibile di Euro Company è perfettamente allineato con i nostri principi – commentano Dries Crevits e Katti Van Oosterwijck del team Korys –. Il settore della frutta secca ed essiccata è in continua crescita ed Euro Company è ben posizionata per rispondere alla domanda dei consumatori, con prodotti etici e ad impatto positivo”.

Probios sale al 60% di BMS e accresce la base produttiva

Rafforzare l’asset industriale, estendere il presidio lungo l’intera filiera produttiva e consolidare la capacità di offerta sul mercato europeo e internazionale. Sono queste le motivazioni che hanno spinto Probios Group ad incrementare dal 30% al 60% la quota detenuta nel capitale sociale di BMS, azienda di Spoleto specializzata nell’acquisto, trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari organic, salutistici e free-from, in particolare, cereali per la colazione, semi, legumi, farine gluten free e frutta secca. L’operazione è stata realizzata con il supporto di Agreen Capital, azionista di riferimento di Probios.
Dopo un 2024 segnato da una parte dall’acquisizione di BiotoBio e di cinque marchi storici del biologico italiano (Baule Volante, Fior di Loto, Zer%, La Finestra sul Cielo e ViviBio) e dall’altra dall’ingresso iniziale in BMS, il gruppo con sede a Calenzano (FI) conferma la propria traiettoria di crescita nell’healthy food, con un fatturato superiore a 100 milioni di euro e una presenza diretta in 47 Paesi. “Consolidare la maggioranza in BMS è un’operazione industriale, con una chiara visione strategica – commenta Andrea Rossi, Presidente di Probios Group e Managing Partner di Agreen Capital –. Significa garantire maggiore presidio sulla supply chain, potenziare know-how e competenze produttive, accelerare il percorso che ci vede impegnati a diventare un player europeo di riferimento nel mondo dell’alimentazione salutistica e funzionale”.

DALLA MATERIA PRIMA
AL PRODOTTO FINITO
Questa acquisizione rappresenta la naturale evoluzione del nostro piano industriale – aggiunge Renato Calabrese, Amministratore Delegato di Probios Group (nella foto a destra) –, un percorso coerente che ci porta a rafforzare la nostra base produttiva e ad ampliare la capacità di rispondere in maniera efficace alle richieste del mercato. Dalla materia prima al prodotto finito, vogliamo presidiare ogni fase della filiera, garantendo continuità, solidità operativa e valore per consumatori e stakeholder”.
L’ingresso stabile in Probios Group segna per BMS l’avvio di una nuova stagione di crescita – conclude Enrico Tinelli, Amministratore Delegato di BMS –. La nostra esperienza industriale si unisce ora alla visione internazionale del gruppo, creando le condizioni ideali per valorizzare ulteriormente la filiera agricola e mettere a fattor comune sinergie commerciali e operative”.
La sfida per Probios è interpretare e anticipare le nuove sensibilità dei consumatori: dalla ricerca di alimenti clean label e plant-based fino al crescente orientamento verso prodotti funzionali, gluten free e a ridotto impatto ambientale. Una strategia finalizzata a conquistare un pubblico sempre più trasversale, che va dai consumatori amanti del biologico e degli acquisti consapevoli a coloro che scelgono prodotti con particolari claim e caratteristiche per soddisfare stili alimentari ed esigenze di benessere.
Nell’operazione, il gruppo è stato assistito da Agreen Capital per le attività di M&A advisory e da Epyon Consulting per la due diligence finanziaria, mentre sul fronte legale è stato supportato dallo Studio Avvocatidimpresa, con il Managing Partner Avv. Alberto Calvi di Coenzo.

Tris di acquisizioni per Investindustrial nelle macchine utensili per il food

Investindustrial mette a segno tre acquisizioni in un colpo solo. Una società di investimento gestita in modo indipendente e detenuta indirettamente dal gruppo ha raggiunto un accordo per rilevare il 100% di Kiremko Group, Idaho Steel Products e Reyco Systems, che insieme costituiscono uno dei leader mondiali nella progettazione e produzione di macchine utensili e soluzioni personalizzate per il settore agroalimentare, con particolare attenzione al segmento che segue la lavorazione delle patate. In pratica, queste tre aziende servono i principali operatori che si occupano della lavorazione delle patate a livello mondiale grazie a una partnership costituita nel 1996 tra Kiremko (fondata nel 1965 con sede a Montfoort, Paesi Bassi), Idaho Steel (creata nel 1918 e basata a Idaho Falls, Idaho) e Reyco (avviata nel 1975 con quartier generale a Caldwell, Idaho).
Negli anni il gruppo si è affermato come uno dei principali fornitori globali di soluzioni per la produzione industriale di prodotti a base di patate, quali patatine fritte surgelate, crocchette di patate e fiocchi di patate, arrivando ad avere oltre 300 clienti in più di 50 Paesi, oltre 450 dipendenti tra impianti produttivi e uffici situati nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti, in India e in Cina, e un fatturato superiore ai 200 milioni di dollari nel 2024.
Ora l’obiettivo è promuovere la confluenza delle tre aziende in un nuovo gruppo e costruire una piattaforma leader a livello mondiale nel settore delle attrezzature e dell’impiantistica per la lavorazione alimentare, per poi crescere sia attraverso l’espansione organica e tramite acquisizioni nei mercati di riferimento, sia attraverso l’estensione a settori correlati a quello in cui operano le tre società.

LA CRESCITA NELL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE E NEL FOOD & BEVERAGE
Con questa operazione, soggetta alle consuete approvazioni regolamentari, le partecipate di Investindustrial attive nell’automazione industriale raggiungono un fatturato complessivo di circa 1,5 miliardi di euro e contano circa 5.000 dipendenti, mentre quelle operanti nel settore food and beverage generano circa 8,2 miliardi di euro e impiegano oltre 20.000 persone (dati a dicembre 2024). Kiremko è attualmente di proprietà di Paul Oosterlaken e Andy Gowing, mentre Idaho Steel e Reyco sono di proprietà delle famiglie Bradshaw e Christensen.
Kiremko, Idaho Steel e Reyco sono leader del settore – dichiara Andrea C. Bonomi, Presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial – noti per le loro macchine di alta qualità, l’impegno nell’innovazione e le solide relazioni con i clienti. Siamo entusiasti delle significative opportunità di crescita offerte dall’unione delle società in un unico gruppo. Nel sostenere la loro integrazione, siamo convinti che la combinazione della nostra vasta esperienza industriale e della nostra rete globale con i loro punti di forza porterà ad incrementare l’innovazione, aumenterà il valore per i clienti e rafforzerà ulteriormente la posizione di mercato del gruppo. Quest’ultimo rappresenta un’aggiunta interessante al portafoglio di aziende di eccellenza d’Investindustrial e non vediamo l’ora di contribuire alla crescita del suo successo e della sua espansione”.
Questa operazione è guidata dal nostro impegno a costruire un futuro migliore per i nostri dipendenti, clienti, fornitori e tutti i nostri stakeholder – afferma Paul Oosterlaken, Direttore di Kiremko, a nome degli azionisti del gruppo –. In quanto aziende a conduzione familiare, siamo rimasti profondamente colpiti dalla reputazione e dalla visione di Investindustrial nell’investire in aziende come le nostre. Riteniamo che questa partnership prevista rappresenti un’enorme opportunità per Kiremko, Idaho Steel e Reyco di rafforzare la loro posizione competitiva congiunta sul mercato globale”.
Investindustrial è stata assistita da Baird in qualità di consulente finanziario e da Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom e Houthoff in qualità di consulenti legali. I venditori sono stati assistiti da Rabobank in qualità di consulente finanziario esclusivo e da DLA Piper in qualità di consulenti legali.

Foster Clark Products acquisisce Preziosi Food

Passa di mano Preziosi Food, produttore di snack salati per insegne della distribuzione organizzata in Italia ed Europa e con il proprio marchio Salati Preziosi. Foster Clark Products, gruppo industriale della Holding Francis Busuttil & Sons e attivo nel settore alimentare con il brand Foster Clark’s, ha completato l’acquisizione del 100% del capitale sociale. L’operazione comprende i marchi e lo stabilimento di Melfi, in Basilicata, che impiega circa 200 persone e produce ogni anno oltre 130 milioni di confezioni tra patatine, popcorn e altri snack salati. Preziosi Food ha generato nel 2024 ricavi superiori a 86 milioni di euro con un Ebitda pari al 13%. L’azienda era partecipata in maggioranza dai fondi di investimento Vertis SGR e HAT Sicaf e in minoranza da Grani & Partners (gruppo Promotica).
L’operazione, la prima in Italia di Foster Clark Products, si inserisce nella strategia di crescita per linee esterne avviata dal gruppo per rafforzare la propria presenza in Europa e dà modo alla società di dotarsi di una piattaforma industriale e di un presidio in Italia nei settori snack salati, dolci e confectionery. Le attività produttive, operative e commerciali di Preziosi Food proseguiranno sotto la guida dell’attuale Ceo Lorenzo Caporaletti, che ha condotto il rilancio dell’azienda dal 2021.

L’OBIETTIVO È ACCELERARE IL PERCORSO DI CRESCITA
La Holding Francis Busuttil & Sons è una delle principali realtà imprenditoriali maltesi, proprietaria del marchio Foster Clark’s, presente nei settori delle bevande in polvere, dei dessert e dei coadiuvanti per la panificazione. L’azienda esporta in oltre 70 paesi, in particolare in Medio Oriente, Africa e in alcune zone dell’Asia. “Questa acquisizione rappresenta un importante passo strategico per la nostra espansione in Europa – commenta Joseph Busuttil, Presidente e Ceo di Foster Clark Products – e ci permette di entrare nel mercato italiano attraverso una realtà industriale d’eccellenza. Riconosciamo in Preziosi Food una cultura imprenditoriale e una capacità di innovazione che condividiamo pienamente, e siamo entusiasti di intraprendere questo nuovo percorso insieme”.
Dal canto suo, Lorenzo Caporaletti, Ceo di Preziosi Food (nella foto a sinistra), sottolinea che “L’ingresso in FCP rappresenta un’opportunità per accelerare ulteriormente il nostro percorso di crescita, mettendo a fattor comune competenze industriali, visione strategica e presenza internazionale. La continuità operativa e manageriale garantirà stabilità e nuove prospettive sia per i nostri clienti che per le nostre persone”. Preziosi Food è stata assistita da Houlihan Lokey in qualità di advisor finanziario, PwC per gli aspetti contabili e dallo studio Giliberti Triscornia e Associati per la parte legale. Foster Clark Products Ltd. è stata supportata da Deloitte per gli aspetti finanziari e da Grimaldi Alliance per la consulenza legale.

NewPrinces acquisisce Carrefour Italia per 1 euro

Non lo hanno visto arrivare. Mossa a sorpresa di Angelo Mastrolia (nella foto in alto), Presidente di NewPrinces che ha annunciato di aver sottoscritto con Carrefour un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Carrefour Italia sulla base di una valutazione pari a circa 1 miliardo di euro, ma a fronte di un equity value (il valore riconosciuto agli azionisti, cioè la casa madre francese) di solo 1 euro. Grazie a questa acquisizione – soggetta all’ottenimento delle consuete autorizzazioni da parte delle autorità competenti, un fronte su cui però non si intravedono particolari ostacoli – NewPrinces diventa il secondo gruppo italiano nel food per fatturato – pari a circa 6,9 miliardi di euro – e il primo operatore in termini occupazionali, con 13.000 operatori diretti in Italia e più di 18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne.
Si chiude così la lunga esperienza italiana di Carrefour, avara di soddisfazioni sotto il profilo finanziario (secondo l’area studi Mediobanca, nel quinquennio 2019-2023 le perdite hanno raggiunto gli 874 milioni di euro) e che negli ultimi anni aveva visto una decisa virata verso il franchising, proprio con lo scopo di ottenere maggiore flessibilità nel presidio del mercato. Carrefour in Italia gestisce una rete multiformato di 1.188 punti vendita (41 ipermercati, 315 supermercati, 820 negozi di prossimità e 12 cash & carry) e ha registrato nel 2024 un fatturato lordo di 4,2 miliardi di euro (3,7 miliardi senza includere i carburanti, con un Ebitda di 115 milioni di euro), pari a circa il 4% del fatturato del gruppo. Dopo una fase di rilancio dal 2020 al 2022, Carrefour Italia ha registrato un calo del fatturato, nonché un risultato operativo corrente e un free cash flow negativi nel 2024.
Nell’ambito dell’operazione, Carrefour reinvestirà quale contributo una tantum 237,5 milioni di euro nella filiale italiana a sostegno del rilancio industriale e della continuità operativa, mentre NewPrinces si impegna a investire al closing 200 milioni di euro, destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento del brand. Il marchio Carrefour sarà utilizzato su licenza per un periodo transitorio, seguito dal rilancio di quello GS.

SINERGIE TRA INDUSTRIA E RETAIL
La campagna acquisti di NewPrinces delle ultime settimane è impressionante: prima  l’operazione Plasmon (per un valore di 120 milioni di euro) e quella di Diageo Operations Italy, poi il grande investimento immobiliare nel Regno Unito (per una cifra complessiva che si aggira sui 95 milioni di euro) e ora l’acquisizione di Carrefour Italia. Di tutti i colpi portati a segno, di sicuro quello più impegnativo. Nella nota stampa con cui ha comunicato l’accordo, NewPrinces fa professione di ottimismo e sottolinea che attraverso questa operazione potrà: accedere direttamente al consumatore finale, ampliando il proprio presidio lungo la catena del valore; ottimizzare le sinergie tra produzione e distribuzione, migliorando l’efficienza logistica e riducendo i costi operativi; valorizzare il suo portafoglio di brand all’interno della rete retail; sviluppare nuove piattaforme omnicanale per la vendita e la delivery di prodotti freschi e confezionati; rafforzare la propria posizione in mercati chiave a livello europeo, partendo da un’infrastruttura solida e radicata nel territorio italiano.
L’acquisizione di Carrefour Italia rappresenta una tappa fondamentale nella traiettoria di crescita del nostro gruppo – dichiara Angelo Mastrolia, Presidente di NewPrinces Group –. Con questa operazione, compiamo un passo decisivo verso l’integrazione verticale tra produzione e distribuzione, rafforzando la nostra capacità di generare valore lungo l’intera filiera. Abbiamo scelto di investire con determinazione in un asset strategico per l’Italia, con l’obiettivo di rilanciare una rete capillare e di valorizzare al massimo le sinergie tra retail e industria. La nostra volontà è chiara: costruire un modello sostenibile, solido e orientato al lungo termine, in grado di offrire benefici concreti a clienti, dipendenti, fornitori e azionisti”.

Mega investimento immobiliare a Liverpool per NewPrinces

NewPrinces compra casa a Liverpool e sceglie una location di alto valore, economico e simbolico. Il gruppo guidato da Angelo Mastrolia ha reso noto che la sua controllata Princes Limited – uno dei principali player del food & beverage del Regno Unito e dal 2024 parte di NewPrinces – ha completato l’acquisto della sua sede storica Royal Liver Building a Liverpool nell’ambito di un investimento di 60 milioni di sterline (circa 69 milioni di euro al cambio attuale). L’operazione si inserisce in un più ampio piano immobiliare del valore complessivo di 83 milioni di sterline (95 milioni di euro), che include anche l’acquisto del sito Symington’s di Cross Green a Leeds per 23 milioni di sterline (26 milioni di euro). Il Royal Liver Building è un degli edifici simbolo dell’identità di Liverpool. L’operazione risulta avere un impatto neutro rispetto al rapporto debito netto/Ebitda di Princes, grazie a risparmi annuali ricorrenti derivanti dall’eliminazione dei costi di locazione e dai contributi dei canoni di locazione degli attuali affittuari, ed è stata supportata da Hsbc UK, che ha concesso un finanziamento a lungo termine di 50 milioni di sterline.

UN HUB PER SOSTENERE LA CRESCITA
Princes è nata proprio a Liverpool nel 1880 come Simpson & Roberts & Co., società specializzata nell’importazione di conserve alimentari, e nel 1900 ha adottato il nome attuale. L’acquisizione del Royal Liver Building rappresenta dunque un sorta di ritorno alle origini e – secondo quanto comunicato dall’azienda – anche una scelta strategica proiettata al futuro: il sito diventerà un hub operativo centrale, in grado di sostenere la crescita, l’innovazione e il dialogo con il territorio negli anni a venire. L’idea è quella di espandere la presenza all’interno dell’edificio, utilizzandolo non solo come sede aziendale, ma anche come spazio polivalente per eventi, collaborazioni e coinvolgimento del pubblico. Princes ha confermato che tutte le attività e gli accordi esistenti con gli attuali inquilini del Royal Liver Building resteranno invariati, garantendo continuità e stabilità. “Con questa acquisizione stiamo costruendo un patrimonio comune – dichiara Angelo Mastrolia, Presidente del Gruppo NewPrinces –. Il Royal Liver Building non sarà solo un simbolo della nostra ambizione, ma anche una piattaforma strategica per l’espansione, l’innovazione e l’impegno culturale”.
Princes conta 10 siti produttivi nel Regno Unito e impiega quasi 3.000 persone. L’azienda ha recentemente annunciato una campagna a sostegno dell’industria alimentare: molti dei suoi prodotti riceveranno presto il marchio UKM, che attesta la produzione negli stabilimenti britannici e il contributo dato all’economia e alla filiera locale. “Liverpool è parte integrante del nostro patrimonio e del nostro futuro – afferma Simon Harrison, Ceo di Princes –. L’acquisizione del Royal Liver Building riflette il nostro impegno nei confronti di questa grande città, della nostra gente e del successo sostenibile. Il Royal Liver Building è un simbolo intramontabile di Liverpool ed è un onore per Princes poterlo chiamare casa”.

GLI OBIETTIVI DI FATTURATO
L’operazione segue quelle realizzate dal Gruppo NewPrinces negli ultimi mesi: il sito di Santa Vittoria d’Alba in Italia, rilevato da Diageo, consolidando la propria presenza nei segmenti delle bevande alcoliche, a basso o nullo contenuto alcolico e dei formati ready-to-drink; il marchio di alimenti per l’infanzia Plasmon e il suo sito produttivo di Latina in Italia, comprati da Kraft Heinz. Queste acquisizioni porteranno il fatturato a 3,2 miliardi di euro nel 2025, segnando un solido progresso verso l’obiettivo di 5 miliardi di euro di fatturato entro il 2030.
Il Gruppo NewPrinces ha un portafoglio di oltre 30 marchi a livello internazionale in diverse categorie, tra cui pasta e prodotti da forno, latticini, pesce e alimenti in scatola, oli alimentari, piatti pronti e prodotti speciali come alimenti per la nutrizione infantile e per il benessere. Con una presenza consolidata in 4 mercati chiave e un export verso oltre 60 paesi, NewPrinces serve più di 30.000 clienti tra i più importanti retailer d’Europa. Nel 2024, ha generato ricavi per 2,8 miliardi di euro, grazie a una forza lavoro di oltre 8.000 dipendenti e 31 stabilimenti distribuiti in Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Polonia e Mauritius.

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