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Foster Clark Products acquisisce Preziosi Food

Passa di mano Preziosi Food, produttore di snack salati per insegne della distribuzione organizzata in Italia ed Europa e con il proprio marchio Salati Preziosi. Foster Clark Products, gruppo industriale della Holding Francis Busuttil & Sons e attivo nel settore alimentare con il brand Foster Clark’s, ha completato l’acquisizione del 100% del capitale sociale. L’operazione comprende i marchi e lo stabilimento di Melfi, in Basilicata, che impiega circa 200 persone e produce ogni anno oltre 130 milioni di confezioni tra patatine, popcorn e altri snack salati. Preziosi Food ha generato nel 2024 ricavi superiori a 86 milioni di euro con un Ebitda pari al 13%. L’azienda era partecipata in maggioranza dai fondi di investimento Vertis SGR e HAT Sicaf e in minoranza da Grani & Partners (gruppo Promotica).
L’operazione, la prima in Italia di Foster Clark Products, si inserisce nella strategia di crescita per linee esterne avviata dal gruppo per rafforzare la propria presenza in Europa e dà modo alla società di dotarsi di una piattaforma industriale e di un presidio in Italia nei settori snack salati, dolci e confectionery. Le attività produttive, operative e commerciali di Preziosi Food proseguiranno sotto la guida dell’attuale Ceo Lorenzo Caporaletti, che ha condotto il rilancio dell’azienda dal 2021.

L’OBIETTIVO È ACCELERARE IL PERCORSO DI CRESCITA
La Holding Francis Busuttil & Sons è una delle principali realtà imprenditoriali maltesi, proprietaria del marchio Foster Clark’s, presente nei settori delle bevande in polvere, dei dessert e dei coadiuvanti per la panificazione. L’azienda esporta in oltre 70 paesi, in particolare in Medio Oriente, Africa e in alcune zone dell’Asia. “Questa acquisizione rappresenta un importante passo strategico per la nostra espansione in Europa – commenta Joseph Busuttil, Presidente e Ceo di Foster Clark Products – e ci permette di entrare nel mercato italiano attraverso una realtà industriale d’eccellenza. Riconosciamo in Preziosi Food una cultura imprenditoriale e una capacità di innovazione che condividiamo pienamente, e siamo entusiasti di intraprendere questo nuovo percorso insieme”.
Dal canto suo, Lorenzo Caporaletti, Ceo di Preziosi Food (nella foto a sinistra), sottolinea che “L’ingresso in FCP rappresenta un’opportunità per accelerare ulteriormente il nostro percorso di crescita, mettendo a fattor comune competenze industriali, visione strategica e presenza internazionale. La continuità operativa e manageriale garantirà stabilità e nuove prospettive sia per i nostri clienti che per le nostre persone”. Preziosi Food è stata assistita da Houlihan Lokey in qualità di advisor finanziario, PwC per gli aspetti contabili e dallo studio Giliberti Triscornia e Associati per la parte legale. Foster Clark Products Ltd. è stata supportata da Deloitte per gli aspetti finanziari e da Grimaldi Alliance per la consulenza legale.

NewPrinces acquisisce Carrefour Italia per 1 euro

Non lo hanno visto arrivare. Mossa a sorpresa di Angelo Mastrolia (nella foto in alto), Presidente di NewPrinces che ha annunciato di aver sottoscritto con Carrefour un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Carrefour Italia sulla base di una valutazione pari a circa 1 miliardo di euro, ma a fronte di un equity value (il valore riconosciuto agli azionisti, cioè la casa madre francese) di solo 1 euro. Grazie a questa acquisizione – soggetta all’ottenimento delle consuete autorizzazioni da parte delle autorità competenti, un fronte su cui però non si intravedono particolari ostacoli – NewPrinces diventa il secondo gruppo italiano nel food per fatturato – pari a circa 6,9 miliardi di euro – e il primo operatore in termini occupazionali, con 13.000 operatori diretti in Italia e più di 18.000 nel mondo, oltre a ulteriori 11.000 persone coinvolte nelle attività accessorie fornite da aziende esterne.
Si chiude così la lunga esperienza italiana di Carrefour, avara di soddisfazioni sotto il profilo finanziario (secondo l’area studi Mediobanca, nel quinquennio 2019-2023 le perdite hanno raggiunto gli 874 milioni di euro) e che negli ultimi anni aveva visto una decisa virata verso il franchising, proprio con lo scopo di ottenere maggiore flessibilità nel presidio del mercato. Carrefour in Italia gestisce una rete multiformato di 1.188 punti vendita (41 ipermercati, 315 supermercati, 820 negozi di prossimità e 12 cash & carry) e ha registrato nel 2024 un fatturato lordo di 4,2 miliardi di euro (3,7 miliardi senza includere i carburanti, con un Ebitda di 115 milioni di euro), pari a circa il 4% del fatturato del gruppo. Dopo una fase di rilancio dal 2020 al 2022, Carrefour Italia ha registrato un calo del fatturato, nonché un risultato operativo corrente e un free cash flow negativi nel 2024.
Nell’ambito dell’operazione, Carrefour reinvestirà quale contributo una tantum 237,5 milioni di euro nella filiale italiana a sostegno del rilancio industriale e della continuità operativa, mentre NewPrinces si impegna a investire al closing 200 milioni di euro, destinati a iniziative di sviluppo, innovazione logistica e rinnovamento del brand. Il marchio Carrefour sarà utilizzato su licenza per un periodo transitorio, seguito dal rilancio di quello GS.

SINERGIE TRA INDUSTRIA E RETAIL
La campagna acquisti di NewPrinces delle ultime settimane è impressionante: prima  l’operazione Plasmon (per un valore di 120 milioni di euro) e quella di Diageo Operations Italy, poi il grande investimento immobiliare nel Regno Unito (per una cifra complessiva che si aggira sui 95 milioni di euro) e ora l’acquisizione di Carrefour Italia. Di tutti i colpi portati a segno, di sicuro quello più impegnativo. Nella nota stampa con cui ha comunicato l’accordo, NewPrinces fa professione di ottimismo e sottolinea che attraverso questa operazione potrà: accedere direttamente al consumatore finale, ampliando il proprio presidio lungo la catena del valore; ottimizzare le sinergie tra produzione e distribuzione, migliorando l’efficienza logistica e riducendo i costi operativi; valorizzare il suo portafoglio di brand all’interno della rete retail; sviluppare nuove piattaforme omnicanale per la vendita e la delivery di prodotti freschi e confezionati; rafforzare la propria posizione in mercati chiave a livello europeo, partendo da un’infrastruttura solida e radicata nel territorio italiano.
L’acquisizione di Carrefour Italia rappresenta una tappa fondamentale nella traiettoria di crescita del nostro gruppo – dichiara Angelo Mastrolia, Presidente di NewPrinces Group –. Con questa operazione, compiamo un passo decisivo verso l’integrazione verticale tra produzione e distribuzione, rafforzando la nostra capacità di generare valore lungo l’intera filiera. Abbiamo scelto di investire con determinazione in un asset strategico per l’Italia, con l’obiettivo di rilanciare una rete capillare e di valorizzare al massimo le sinergie tra retail e industria. La nostra volontà è chiara: costruire un modello sostenibile, solido e orientato al lungo termine, in grado di offrire benefici concreti a clienti, dipendenti, fornitori e azionisti”.

Mega investimento immobiliare a Liverpool per NewPrinces

NewPrinces compra casa a Liverpool e sceglie una location di alto valore, economico e simbolico. Il gruppo guidato da Angelo Mastrolia ha reso noto che la sua controllata Princes Limited – uno dei principali player del food & beverage del Regno Unito e dal 2024 parte di NewPrinces – ha completato l’acquisto della sua sede storica Royal Liver Building a Liverpool nell’ambito di un investimento di 60 milioni di sterline (circa 69 milioni di euro al cambio attuale). L’operazione si inserisce in un più ampio piano immobiliare del valore complessivo di 83 milioni di sterline (95 milioni di euro), che include anche l’acquisto del sito Symington’s di Cross Green a Leeds per 23 milioni di sterline (26 milioni di euro). Il Royal Liver Building è un degli edifici simbolo dell’identità di Liverpool. L’operazione risulta avere un impatto neutro rispetto al rapporto debito netto/Ebitda di Princes, grazie a risparmi annuali ricorrenti derivanti dall’eliminazione dei costi di locazione e dai contributi dei canoni di locazione degli attuali affittuari, ed è stata supportata da Hsbc UK, che ha concesso un finanziamento a lungo termine di 50 milioni di sterline.

UN HUB PER SOSTENERE LA CRESCITA
Princes è nata proprio a Liverpool nel 1880 come Simpson & Roberts & Co., società specializzata nell’importazione di conserve alimentari, e nel 1900 ha adottato il nome attuale. L’acquisizione del Royal Liver Building rappresenta dunque un sorta di ritorno alle origini e – secondo quanto comunicato dall’azienda – anche una scelta strategica proiettata al futuro: il sito diventerà un hub operativo centrale, in grado di sostenere la crescita, l’innovazione e il dialogo con il territorio negli anni a venire. L’idea è quella di espandere la presenza all’interno dell’edificio, utilizzandolo non solo come sede aziendale, ma anche come spazio polivalente per eventi, collaborazioni e coinvolgimento del pubblico. Princes ha confermato che tutte le attività e gli accordi esistenti con gli attuali inquilini del Royal Liver Building resteranno invariati, garantendo continuità e stabilità. “Con questa acquisizione stiamo costruendo un patrimonio comune – dichiara Angelo Mastrolia, Presidente del Gruppo NewPrinces –. Il Royal Liver Building non sarà solo un simbolo della nostra ambizione, ma anche una piattaforma strategica per l’espansione, l’innovazione e l’impegno culturale”.
Princes conta 10 siti produttivi nel Regno Unito e impiega quasi 3.000 persone. L’azienda ha recentemente annunciato una campagna a sostegno dell’industria alimentare: molti dei suoi prodotti riceveranno presto il marchio UKM, che attesta la produzione negli stabilimenti britannici e il contributo dato all’economia e alla filiera locale. “Liverpool è parte integrante del nostro patrimonio e del nostro futuro – afferma Simon Harrison, Ceo di Princes –. L’acquisizione del Royal Liver Building riflette il nostro impegno nei confronti di questa grande città, della nostra gente e del successo sostenibile. Il Royal Liver Building è un simbolo intramontabile di Liverpool ed è un onore per Princes poterlo chiamare casa”.

GLI OBIETTIVI DI FATTURATO
L’operazione segue quelle realizzate dal Gruppo NewPrinces negli ultimi mesi: il sito di Santa Vittoria d’Alba in Italia, rilevato da Diageo, consolidando la propria presenza nei segmenti delle bevande alcoliche, a basso o nullo contenuto alcolico e dei formati ready-to-drink; il marchio di alimenti per l’infanzia Plasmon e il suo sito produttivo di Latina in Italia, comprati da Kraft Heinz. Queste acquisizioni porteranno il fatturato a 3,2 miliardi di euro nel 2025, segnando un solido progresso verso l’obiettivo di 5 miliardi di euro di fatturato entro il 2030.
Il Gruppo NewPrinces ha un portafoglio di oltre 30 marchi a livello internazionale in diverse categorie, tra cui pasta e prodotti da forno, latticini, pesce e alimenti in scatola, oli alimentari, piatti pronti e prodotti speciali come alimenti per la nutrizione infantile e per il benessere. Con una presenza consolidata in 4 mercati chiave e un export verso oltre 60 paesi, NewPrinces serve più di 30.000 clienti tra i più importanti retailer d’Europa. Nel 2024, ha generato ricavi per 2,8 miliardi di euro, grazie a una forza lavoro di oltre 8.000 dipendenti e 31 stabilimenti distribuiti in Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Polonia e Mauritius.

Epta, l’accordo con Hauser porterà a 2 miliardi di ricavi consolidati

Si chiama Hauser, è austriaca, ha una forte presenza in Germania, Austria e Svizzera, oltre che nei mercati dell’Europa Centrale e Orientale, e nell’esercizio finanziario 2024/25 ha generato un fatturato di circa 410 milioni di euro, con 1.500 dipendenti. Ecco l’identikit della società che consentirà ad Epta di fare il balzo verso i 2 miliardi di euro di ricavi consolidati, rafforzandone la posizione nel settore della refrigerazione commerciale. Il passaggio da concorrenti ad alleati è stato sancito dalla firma di un accordo in base al quale Hauser entrerà a far parte del Gruppo Epta. Più nel dettaglio, una volta completata la transazione, che avverrà attraverso un conferimento delle azioni di Hauser in Epta, gli attuali azionisti di Epta (la famiglia Nocivelli, a cui fa capo una quota quantificabile nell’80%, e quella Triglio Godino) deterranno circa l’86% dell’entità combinata, mentre la fondazione di proprietà Hauser si attesterà intorno al 14% del capitale.
A una domanda di InstoreMag relativa al futuro del brand, Epta ha risposto che continuerà ad esistere: “Il marchio Hauser vanta un’elevata riconoscibilità e un solido posizionamento in diversi dei suoi mercati. In linea con la nostra strategia di valorizzazione dei brand, dimostrata in operazioni precedenti, ci impegniamo a preservare e rafforzare marchi consolidati come parte integrante dell’ecosistema Epta”. L’obiettivo è chiaro: essere più competitivi nel settore retail. Insieme, Epta e Hauser rafforzeranno significativamente la loro presenza geografica, con un forte focus su Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Ungheria, altre nazioni dell’Europa Sud Orientale, Regno Unito e Francia. In totale i dipendenti saranno 10.000 e al network produttivo di Epta si aggiungeranno i due stabilimenti che Hauser possiede in Austria e Repubblica Ceca.
L’unione delle famiglie imprenditoriali di Epta e Hauser segna l’inizio di un nuovo capitolo di eccellenza industriale europea – dichiara Marco Nocivelli, Ceo di Epta (nella foto a sinistra) – fondato su valori condivisi, una visione comune e un profondo impegno verso l’innovazione sostenibile. La nostra esperienza congiunta nel business della refrigerazione commerciale è unica. Insieme alla recente partnership con la famiglia Viessmann nata nel 2023, l’accordo con Hauser rafforza ulteriormente la nostra posizione di player globale nel settore. In uno scenario plasmato dalla transizione ecologica e digitale, creare partnership e reti significative è essenziale per generare crescita sostenibile: questo accordo rappresenta perfettamente la nostra strategia e la nostra volontà di continuare a investire nel futuro del Gruppo secondo il nostro Purpose – Preserving our planet with conscious innovation. Together”.
Grazie ad un partner solido come Epta – afferma Thomas Loibl, Ceo di Hauser (nella foto a destra) – proseguiamo la nostra tradizione di azienda familiare rafforzando al contempo la nostra presenza internazionale. Questo passo garantisce uno sviluppo sostenibile dell’azienda, offre stabilità in un contesto economico volatile e apre nuove opportunità per Hauser”. Al momento del closing, Hauser sarà pienamente consolidata nei bilanci di Epta e, come parte dell’accordo, sarà rappresentata nel Consiglio di Amministrazione. Il completamento dell’operazione è soggetto alle consuete condizioni sospensive, inclusa l’approvazione da parte delle autorità antitrust europee, attesa entro la fine del 2025. Nell’ambito dell’operazione, Epta è stata assistita da Bain & Company per la due diligence business e operativa, da PwC per gli aspetti finanziari e fiscali e da Clifford Chance come advisor legale. Hauser è stata invece assistita da PwC per gli aspetti finanziari/fiscali e legali.

L’incertezza economica frena le operazioni di M&A

Dopo un inizio d’anno segnato da un cauto ottimismo, le aspettative di ripresa delle operazioni di M&A nel settore Consumer – ovvero i settori Moda e Lusso, Food & Beverages, Beauty & Personal Care, Retail, Hospitality & Leisure, Packaging – si sono progressivamente raffreddate secondo la Global & Italian M&A Trends Consumer Markets di PwC. Il contesto macroeconomico, caratterizzato da pressioni inflazionistiche, tassi d’interesse e incertezza sui dazi, ha indebolito la fiducia degli investitori e il sentiment dei consumatori, rallentando le dinamiche di crescita del mercato.
Nei primi cinque mesi del 2025, i volumi delle operazioni di M&A nel Consumer Markets sono diminuiti del 9% a livello mondiale, rispetto allo stesso periodo del 2024, segnando però una flessione più contenuta rispetto al -11% registrato nei volumi del mercato complessivo. In controtendenza, i controvalori delle operazioni sono aumentati del 32%, sostenuti da sette operazioni superiori a 5 miliardi di dollari annunciate nella prima metà del 2025. Il mercato italiano riflette la dinamica mondiale: nei primi 5 mesi del 2025 sono state annunciate 158 operazioni nel Consumer Markets, in calo del 7% rispetto ai 170 deal rilevati nello stesso periodo del 2024.
Il decremento principale è legato alle operazioni annunciate da investitori finanziari, in flessione del 17%. La loro incidenza sul totale delle operazioni è scesa al 40% nella prima metà del 2025, rispetto al 45% raggiunto nel 2024, confermando maggiore cautela degli investitori su settori come Food&Beverage e Moda. I tempi di gestazione delle operazioni si sono allungati, nel segno di una maggiore prudenza sia da parte degli operatori strategici, che stanno conducendo revisioni del portafoglio e rivedendo le proprie strategie, sia da parte dei fondi di private equity.

LE ACQUISIZIONI NEL FOOD & BEVERAGES
Il Food & Beverages soffre di una contrazione marcata dell’attività di M&A, con 33 deals in Italia nei primi cinque mesi dell’anno, in calo del 27% rispetto ai 45 dello stesso periodo del 2024. In particolare, si riducono le operazioni dei fondi di Private Equity (-38%), ancora più selettivi a causa delle dinamiche inflazionistiche e dell’aumento dei prezzi alimentari (+6% su base annua), che influiscono sugli acquisti dei consumatori, e dei rischi associati ai dazi.
Secondo la Voice of the Consumer Survey di PwC, il 33% dei consumatori è più incline ad acquistare alimenti salutisti. Una tendenza che si riflette anche sulle attività di M&A, stimolando operazioni in segmenti quali i formaggi freschi (Gioiella / I Freschi), salumi magri (Bresaole Pini / Vismara, Biolab / Brendolan), alimenti ad alto valore proteico e nutrizionale (Eurovo / Anna Alla Ltd e Waffelman) o “free from” (Di Marco / Galati), e conferma l’importanza strategica di presidiare la filiera animale (Eurovo / Granja Panilla). Operazioni come quella di Chequers / Gourmet Italian Food rispecchiano l’interesse crescente verso i prodotti semi-lavorati e i piatti pronti da parte dei consumatori.
La contrazione nella domanda di bevande alcoliche e zuccherate spinge i principali operatori a rivedere i propri portafogli, con deal mirati a colmare gap strategici, come nel caso di Alfin / Acqua Filette. Nel mondo del vino le operazioni si focalizzano sul segmento biologico (Tenuta Ulisse / Cirelli La Collina Biologica), mentre proseguono le dismissioni di asset non core, come la cessione di Cinzano e Frattina da Campari al Gruppo Caffo annunciata a giugno 2025.

VIVACE IL SEGMENTO BAKERY
Il Bakery & Confectionary si conferma il segmento più attivo per le operazioni di M&A, specialmente sui produttori di alimenti confezionati frozen o ambient e con un posizionamento a scaffale di convenienza (Valeo Foods / Freddi Dolciaria, Melegatti), apprezzati per l’elevato value for money e il prezzo unitario contenuto. Tra le principali operazioni si segnalano Vandemoortele / Lizzi, IDAK Food Group AG / Sorrento Sapori e Tradizioni, Vergani / Scarpato. Emblematico l’investimento di Terlos in Casa Optima, iconico produttore italiano di ingredienti per gelato (annunciata a giugno 2025), e l’Opa di Ferrero sui cereali di WK Kellogg, che risponde alle esigenze di crescita nel segmento salutistico e di espansione ulteriore negli Stati Uniti, anche come risposta ai dazi.
Nella ristorazione, il mercato M&A si concentra sul fast dining senza seduta, favorito da limitati investimenti iniziali e maggiori opportunità di riconversione, sul segmento lusso, trainato da investitori strategici e family office, e su turnaround di catene in difficoltà. Tra le operazioni della prima meta del 2025, si segnalano: l’ingresso di Quattro R in Cigierre, la cessione di Temakinho a Black Arrow, gli investimenti di LMDV Hospitality Group (con l’acquisizione del Twiga e le aperture a marchio Vesta), le aperture annunciate di Langosteria (in cui ha investito Remo Ruffini tramite Archive) e l’acquisizione dello storico ristorante Il Caminetto di Milano Marittima da parte di PLT Holding, uno dei maggiori gruppi italiani indipendenti attivi nel settore dell’energia rinnovabile.

RETAIL, OCCHI PUNTATI SU CARREFOUR
Il mercato M&A nel settore Retail, in particolare nel grocery, continua a essere guidato da dinamiche di consolidamento, con molta vivacità per le operazioni di piccole dimensioni. L’attenzione del mercato è attualmente catalizzata da possibili riposizionamenti strategici di alcuni grandi operatori internazionali, tra cui Carrefour, al centro di rumors sempre più insistenti riguardo a una possibile uscita da mercati come Italia, Polonia e Belgio. Un evento di tale portata potrebbe innescare un significativo riassetto competitivo nei paesi coinvolti e nelle regioni chiave in cui e più presente Carrefour (Lombardia, Piemonte e Lazio), aprendo la strada a operazioni di acquisizione e ristrutturazione su larga scala, con impatti potenzialmente rilevanti sulla distribuzione delle quote di mercato e sulle strategie di posizionamento degli attori attivi nel food retail. In parallelo, PwC prospetta ulteriore dinamismo sulle catene del retail specializzato nei segmenti personal care e farmacie.

LE PROSPETTIVE PER LA SECONDA METÀ DELL’ANNO
Emanuela Pettenò, Partner e Markets Deals Leader PwC Italia, riassume così le aspettative per la seconda metà dell’anno: “Le aziende del Consumer Markets sono attualmente penalizzate da valutazioni depresse di cui beneficeranno gli investitori capaci di affrontare situazioni di turnaround operativo e finanziario. I fondi di Private Equity saranno sempre più selettivi e focalizzati su Food e Beauty, settori più resilienti. Sul fronte acquisizioni, i fondi potrebbero aumentare le operazioni di “take-private” e add-on di portafoglio, mentre saranno posticipate le cessioni di asset con performance inferiori ai budget e più impattati dai dazi. Gli operatori strategici nel Retail e nel Food punteranno sulla filiera e su asset tecnologici, investendo sulla customer experience, con piattaforme di marketing, e-commerce, sistemi di pagamento, e soluzioni gestionali per l’inventario. Nella moda prevediamo operazioni di turnaround e l’ingresso di partner in brand ancora controllati dalle famiglie”.

Ferrero rileva Kellogg, operazione da 3,1 miliardi di dollari

Dopo le indiscrezioni, la conferma ufficiale: Ferrero ha raggiunto un accordo per acquisire l’americana WK Kellogg, per un corrispettivo di 23 dollari per azione in contanti. L’enterprise value è quindi pari a 3,1 miliardi di dollari. L’operazione – che comprende le attività di produzione e distribuzione del portafoglio di cereali per la prima colazione di Kellogg negli Stati Uniti, in Canada e nei Caraibi – rientra nel piano strategico di crescita di Ferrero. Tra i marchi acquisiti ci sono Kellogg’s Frosted Flakes, Kellogg’s Froot Loops, Kellogg’s Frosted Mini Wheats e Kellogg’s Special K, molto amati dai consumatori americani. “Questa è più di una semplice acquisizione – dichiara Giovanni Ferrero, Presidente Esecutivo del Gruppo Ferrero –, rappresenta l’unione di due aziende, ciascuna con un’importante tradizione e generazioni di consumatori fedeli. Negli ultimi anni, Ferrero ha ampliato la propria presenza in Nord America, unendo i nostri marchi più noti in tutto il mondo con gioielli locali radicati negli Stati Uniti. La notizia di oggi rappresenta una pietra miliare fondamentale in questo percorso e ci dà fiducia nelle opportunità future”.

L’unione con Ferrero darà a WK Kellogg maggiori risorse e flessibilità per far crescere i nostri iconici marchi in questo mercato competitivo e dinamico” afferma Gary Pilnick, Chairman and Chief Executive Officer della società americana.
Con questa mossa, il Gruppo Ferrero entra nella categoria dei cereali e non a caso il Ceo Lapo Civiletti sottolinea come “L’arricchimento del nostro portafoglio con questi marchi segna un passo importante verso l’espansione della presenza di Ferrero in più occasioni di consumo e rafforza il nostro impegno a offrire valore ai consumatori in Nord America”.
WK Kellogg stima di aver raggiunto nel secondo trimestre 2025 vendite nette comprese tra 610 e 615 milioni di dollari, con Ebitda rettificato tra i 43 e i 48 milioni di dollari. Dal canto suo il Gruppo Ferrero ha archiviato l’esercizio 2023/2024, chiuso lo scorso 31 agosto, con un fatturato consolidato di 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Negli Stati Uniti conta 22 stabilimenti, 11 uffici e 14.000 dipendenti ed è presente con marchi come Nutella, Kinder, Tic Tac e Ferrero Rocher, che si affiancano a brand locali, quali Butterfinger, Keebler e Famous Amos.

NewPrinces compra Plasmon per 120 milioni di euro

Torna italiano il marchio Plasmon: NewPrinces ha annunciato la sottoscrizione di un accordo vincolante con Heinz Italia a fronte di un controvalore di 120 milioni di euro. Più nel dettaglio, ad essere acquisito sarà il 100% del capitale sociale di una nuova società di recente costituzione, nella quale saranno conferite le attività relative alla produzione, confezionamento, commercializzazione, vendita e distribuzione di prodotti alimentari per l’infanzia e alimenti a fini medici speciali e nutrizione specialistica, commercializzati sotto i marchi Plasmon, Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba. A passare di mano anche lo stabilimento produttivo Plasmon di Latina, che impiega circa 300 persone e produce ogni anno circa 1,8 miliardi di biscotti per il mercato italiano a marchio Plasmon. Il sito laziale continuerà inoltre a produrre per Heinz Baby Food per il mercato UK in virtù di un accordo di co-packing. Le attività acquisite hanno registrato un fatturato di circa 170 milioni di euro al 31 dicembre 2024, con un Ebitda di 17 milioni di euro e un capitale circolante netto positivo pari a 25 milioni di euro, incluso nell’enterprise value di 120 milioni di euro che sarà corrisposto in denaro.
L’operazione – destinata a perfezionarsi entro la seconda metà del 2025, subordinatamente al verificarsi delle condizioni previste – rappresenta un’importante tappa strategica per NewPrinces (la nuova denominazione assunta da Newlat Food) completando il processo avviato nel 2015 con l’acquisizione dello stabilimento di Ozzano Taro (PR) da Kraft Heinz, specializzato nella produzione di latte liquido e in polvere per neonati – unico impianto in Italia attivo nella produzione quest’ultimo – e prodotti con esigenze dietetiche speciali. “Questa acquisizione è motivo di grande orgoglio ed emozione – commenta Angelo Mastrolia, Presidente di NewPrinces (nella foto in alto) –. Riportare in Italia marchi iconici come Plasmon, Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba concretizza una visione che perseguiamo da anni: costruire una multinazionale italiana capace di dare nuova vita a brand amati, profondamente radicati nell’identità del nostro Paese. Con questa operazione rinnoviamo il nostro impegno verso l’Italia e verso l’eccellenza della sua industria alimentare”.

UNA PIATTAFORMA LEADER IN ITALIA NEL BABY FOOD
Plasmon, Marchio Storico con oltre 120 anni di storia, è il primo nel mercato italiano degli alimenti per l’infanzia, grazie al suo biscotto e a un’ampia gamma di pappe e prodotti specialistici per bambini. Nipiol, incluso nel perimetro oggetto dell’acquisizione, è un altro brand rilevante nel mercato italiano del baby food, mentre Aproten e BiAglut sono due marchi specializzati in alimentazione con una forte competenza nutrizionale, rispettivamente nei regimi a basso contenuto proteico e senza glutine.
NewPrinces sottolinea che l’operazione la rafforza significativamente in un segmento chiave e ad alto margine come quello dell’alimentazione infantile e specialistica, generando importanti sinergie industriali, commerciali e di innovazione. In particolare, la società potrà: sfruttare il centro R&D integrato per accelerare lo sviluppo di nuove formulazioni – incluse quelle con ingredienti postbiotici – e ampliare l’offerta nel segmento premium e biologico; aumentare la capacità produttiva e flessibilità operativa, grazie all’integrazione di formati innovativi come pouch e baby snacks; accelerare l’internazionalizzazione del baby food italiano, facendo leva sulla presenza commerciale consolidata di NewPrinces in oltre 60 Paesi e sulla rete distributiva in mercati chiave come Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Polonia; estendere la gamma prodotti attraverso lo sviluppo di pasti completi, biscotti e prodotti da forno, nuove linee di pasta per l’infanzia, sughi e piatti pronti, per accompagnare il consumatore dalla prima infanzia fino allo svezzamento avanzato; massimizzare l’utilizzo della capacità produttiva dello stabilimento di Ozzano Taro nel latte liquido e in polvere per l’infanzia.

Fondo Italiano d’Investimento entra nel capitale di Santangelo Group

Nuovo socio di maggioranza per Santangelo Group, azienda familiare umbra attiva nella produzione di specialità dolciarie da forno lievitate ambient destinate alla grande distribuzione. Fondo Italiano d’Investimento Sgr entra nel capitale attraverso il veicolo settoriale Fondo Italiano Agri&Food (Fiaf) che rileverà il 70% di Santangelo. Il restante 30% sarà re-investito dall’imprenditore Gianluigi Formichetti, attuale Amministratore Delegato, che manterrà il medesimo ruolo e la guida operativa dell’azienda. L’ingresso del Fiaf è finalizzato a consolidare la posizione di Santangelo nel settore dolciario dei lievitati premium, valorizzandone il radicamento nel territorio e la produzione artigianale. Il tutto a supporto di un percorso di ulteriore crescita definito ambizioso dai due soci, che non hanno rivelato i dettagli economici dell’operazione, la quinta per Fiaf negli ultimi 18 mesi. Tra i programmi di investimento strategici del Piano Industriale 2022-2025 di Fondo Italiano d’Investimento, Fiaf ha infatti già nel proprio portafoglio le società Corradi e Ghisolfi (Corte de’ Frati, Cremona), Pasta Berruto (Carmagnola, Torino), Trinità – Industria Salumi (Vallese di Oppeano, Verona) e Scatolificio del Garda (Pastrengo, Verona).

FOCUS SUI LIEVITATI PREMIUM
Fondata nel 1968 a Terni, Santangelo produce e vende – in particolare nel canale Gdo – sia prodotti con marchio proprio che private label. L’azienda, dal 2020 al 2024, ha più che raddoppiato i ricavi, raggiungendo nell’esercizio scorso i 32 milioni di euro. Le esportazioni valgono oltre il 25% del fatturato. Santangelo sostiene di distinguersi per il processo produttivo artigianale e l’utilizzo di materie prime di alta qualità che garantiscono la realizzazione di lievitati premium rispetto alle produzioni completamente automatizzate tipiche delle grandi industrie di settore. L’azienda si è affermata come produttore di specialità per la prima colazione (croissant), alle quali negli ultimi anni ha affiancato i lievitati da ricorrenza (panettoni e colombe), anch’essi realizzati con processi artigianali e destinati al segmento premium del canale Gdo.
La società sottolinea di essere oggi uno dei principali player nel suo canale di riferimento, il più grande tra quelli focalizzati su produzioni premium con processi di natura artigianale, con una market share che lo posiziona tra i primi cinque a livello nazionale e numero uno nel Centro Italia. Le performances economico-finanziarie attestano una crescita stabilmente superiore rispetto a quella del mercato di riferimento e una marginalità maggiore della media di categoria. Santangelo Group opera attraverso un sito produttivo di 5.000 metri quadrati situato a Terni, rinnovato e ampliato nell’ultimo quinquiennio con nuove linee, macchinari e attrezzature. Vi operano complessivamente circa 180 dipendenti. È inoltre in corso un ulteriore ampliamento mirato ad accrescere significativamente la capacità produttiva a servizio del piano di crescita condiviso con il Fondo che prevede, tra l’altro, un importante sviluppo delle vendite, anche sui mercati internazionali, soprattutto dei prodotti da ricorrenza premium.

GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE
Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro questo mese di luglio ed è subordinato, come da prassi, al positivo avveramento delle usuali condizioni sospensive tipiche di queste operazioni. “Siamo particolarmente felici di poter affiancare Gianluigi Formichetti e tutta la sua squadra nel percorso di ulteriore crescita di Santangelo – dichiara Marco Pellegrino, Senior Partner di Fondo Italiano d’Investimento Sgr (a sinistra nella foto a fianco) –. Abbiamo molto apprezzato, oltre ai risultati economici, anche la qualità dei suoi prodotti, l’artigianalità del suo processo produttivo nonché il suo posizionamento commerciale di brand leader nel segmento premium dei lievitati da forno per prima colazione. Siamo convinti che il supporto organizzativo e manageriale che Fondo Italiano può offrire consentirà a Santangelo di accelerare ulteriormente il proprio progetto di sviluppo e di cogliere tutte le opportunità che il mercato oggi offre agli specialisti dei lievitati premium, sia di uso quotidiano sia da ricorrenza, rafforzando ulteriormente la leadership di segmento ed il posizionamento competitivo dell’azienda”.

Sono molto soddisfatto dell’ingresso di Fondo Italiano, tramite Fiaf, nel capitale della nostra società – aggiunge Gianluigi Formichetti, Ceo di Santangelo Group (a destra nella foto in alto) – ed entusiasta di continuare a guidare l’azienda e tutti i suoi collaboratori, diretti ed indiretti, in questo ulteriore percorso di crescita che Santangelo ha dimostrato di saper realizzare pur all’interno di un contesto generale di consumi con dinamiche altalenanti. Gli investimenti previsti dal business plan condiviso con Fiaf ci daranno gli strumenti ed i mezzi adeguati a sviluppare, ancor più di quanto fatto finora, la nostra offerta di prodotti premium-quality, buoni e genuini, sia sul mercato domestico che sui principali mercati internazionali”.
Nato nel 2010 su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipata da Cdp Equity, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Fondazione Enpam, Fondazione Enpaia, Abi, Banco Bpm e Bper Banca, il Fondo Italiano d’Investimento ha come principale obiettivo la gestione di fondi mobiliari chiusi dedicati a far confluire capitali verso il sistema delle imprese italiane d’eccellenza, coniugando finalità di ritorno sul capitale investito, in linea con i benchmark internazionali, con quelle di sviluppo del sistema produttivo italiano. Fondo Italiano gestisce 21 fondi di investimento mobiliari chiusi riservati a investitori qualificati, per oltre 4 miliardi di euro e opera attraverso investimenti diretti e indiretti (fondi di fondi).

Pernigotti incorpora Walcor, Francesco Pastore nominato Amministratore Delegato

Nasce un nuovo polo dolciario italiano: Pernigotti e Walcor annunciano la fusione per incorporazione. L’operazione, sostenuta dai soci di riferimento, tra cui figurano investitori istituzionali assistiti da J.P. Morgan Asset Management e Invitalia, unisce due marchi storici, garantendo continuità e proiettando il gruppo verso nuove opportunità. La nuova realtà conta su un fatturato annuo di circa 70 milioni di euro e oltre 340 addetti (tra stabili e stagionali), con una presenza export in quasi 50 Paesi. Le attività produttive proseguiranno negli stabilimenti di Novi Ligure (Alessandria) e Pozzaglio ed Uniti (Cremona).

Questa fusione strategica mira a semplificare la struttura, ampliare l’offerta commerciale e migliorare l’efficienza operativa, favorendo una gestione più agile e decisioni rapide.
Il Consiglio di Amministrazione di Pernigotti ha nominato Francesco Pastore nuovo Amministratore Delegato. Esce, invece, Attilio Capuano, che ha guidato le aziende fino a questa integrazione. Luigi Mastrobuono, confermato Presidente del CdA (nella foto a sinistra), dichiara: “Questa fusione è la dimostrazione della nostra visione nel sostenere e rilanciare le eccellenze italiane. Ora unite, Pernigotti e Walcor rappresentano un modello di successo del Fondo di salvaguardia per i Marchi Storici. L’arrivo di Francesco Pastore è un passo fondamentale per il nostro futuro”.

Sono onorato di guidare Pernigotti in questo momento storico – afferma Francesco Pastore, Amministratore Delegato di Pernigotti (nella foto a destra) –. La fusione con Walcor è più di un’operazione: è la creazione di un polo dolciario che unisce tradizione e innovazione. Il mio impegno sarà valorizzare le sinergie, espandere la nostra presenza globale e ispirare il nostro team a raggiungere nuovi traguardi. Insieme, costruiremo un futuro di successo”.

Nerio Alessandri, il fondatore di Technogym, investe in Acqua Filette

Il nuovo lusso? Secondo Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, è l’acqua. Ed ecco perché Welness Holding della famiglia Alessandri ha investito in Acqua Filette, realtà dell’alto di gamma italiano nel settore delle acque minerali fondata e guidata dalla famiglia Ricci. In base a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, a passare di mano sarebbe stato il 49% delle quote azionarie dell’azienda di Frosinone, che ha un fatturato di circa 10 milioni di euro, mentre Forbes stima in 1,8 miliardi di dollari il patrimonio di Nerio Alessandri (nella foto in alto). Acqua Filette si presenta come “ambasciatrice del lusso sostenibile” e in una nota stampa sottolinea il proprio patrimonio minerale – “assenza di arsenico e bassissima concentrazione di nitrati, basso contenuto di sodio e bilanciata presenza di sali minerali” – e l’essere scelta “dai più prestigiosi ristoranti stellati, dagli hotel più raffinati nel mondo e consumatori attenti alla qualità”. L’acqua è imbottigliata esclusivamente in vetro e alluminio, con un design ispirato al mondo del vino di eccellenza.

La partnership con Wellness Holding rappresenta una nuova tappa nello sviluppo strategico dell’azienda, che punta su tre asset strategici: la purezza della sua sorgente, il posizionamento del brand e l’internazionalizzazione nelle location più esclusive del mondo, facendo leva sull’esperienza e sul network globale di Wellness Holding nel mondo dell’hospitality e dalla healthy longevity.“Acqua Filette è una prime water nata nel 1894 – dichiara Pietro Ricci, di Acqua Filette – unica al mondo per storia, composizione e identità. Filette è una family company che da generazioni valorizza un patrimonio naturale unico al mondo. Condividere questa nuova fase con la famiglia Alessandri significa mettere al centro un progetto di lungo periodo, fondato su valori comuni: la cura maniacale per i dettagli, l’amore per l’eccellenza e la volontà di portare Filette nelle location più iconiche dove qualità e benessere si incontrano”.

L’acqua è un elemento fondamentale per la vita – commenta Nerio Alessandri, Presidente di Wellness Holding – e di conseguenza una vera e propria fonte di salute, il nuovo lusso. Filette, un marchio che coniuga etica, qualità e posizionamento premium sposa perfettamente il nostro progetto di lungo termine di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la prevenzione per una sana longevità. Crediamo nell’esperienza della famiglia Ricci e nel management di Filette coi quali uniremo le forze per sviluppare il brand in tutto il mondo”.

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