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Epta, l’accordo con Hauser porterà a 2 miliardi di ricavi consolidati

Si chiama Hauser, è austriaca, ha una forte presenza in Germania, Austria e Svizzera, oltre che nei mercati dell’Europa Centrale e Orientale, e nell’esercizio finanziario 2024/25 ha generato un fatturato di circa 410 milioni di euro, con 1.500 dipendenti. Ecco l’identikit della società che consentirà ad Epta di fare il balzo verso i 2 miliardi di euro di ricavi consolidati, rafforzandone la posizione nel settore della refrigerazione commerciale. Il passaggio da concorrenti ad alleati è stato sancito dalla firma di un accordo in base al quale Hauser entrerà a far parte del Gruppo Epta. Più nel dettaglio, una volta completata la transazione, che avverrà attraverso un conferimento delle azioni di Hauser in Epta, gli attuali azionisti di Epta (la famiglia Nocivelli, a cui fa capo una quota quantificabile nell’80%, e quella Triglio Godino) deterranno circa l’86% dell’entità combinata, mentre la fondazione di proprietà Hauser si attesterà intorno al 14% del capitale.
A una domanda di InstoreMag relativa al futuro del brand, Epta ha risposto che continuerà ad esistere: “Il marchio Hauser vanta un’elevata riconoscibilità e un solido posizionamento in diversi dei suoi mercati. In linea con la nostra strategia di valorizzazione dei brand, dimostrata in operazioni precedenti, ci impegniamo a preservare e rafforzare marchi consolidati come parte integrante dell’ecosistema Epta”. L’obiettivo è chiaro: essere più competitivi nel settore retail. Insieme, Epta e Hauser rafforzeranno significativamente la loro presenza geografica, con un forte focus su Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Ungheria, altre nazioni dell’Europa Sud Orientale, Regno Unito e Francia. In totale i dipendenti saranno 10.000 e al network produttivo di Epta si aggiungeranno i due stabilimenti che Hauser possiede in Austria e Repubblica Ceca.
L’unione delle famiglie imprenditoriali di Epta e Hauser segna l’inizio di un nuovo capitolo di eccellenza industriale europea – dichiara Marco Nocivelli, Ceo di Epta (nella foto a sinistra) – fondato su valori condivisi, una visione comune e un profondo impegno verso l’innovazione sostenibile. La nostra esperienza congiunta nel business della refrigerazione commerciale è unica. Insieme alla recente partnership con la famiglia Viessmann nata nel 2023, l’accordo con Hauser rafforza ulteriormente la nostra posizione di player globale nel settore. In uno scenario plasmato dalla transizione ecologica e digitale, creare partnership e reti significative è essenziale per generare crescita sostenibile: questo accordo rappresenta perfettamente la nostra strategia e la nostra volontà di continuare a investire nel futuro del Gruppo secondo il nostro Purpose – Preserving our planet with conscious innovation. Together”.
Grazie ad un partner solido come Epta – afferma Thomas Loibl, Ceo di Hauser (nella foto a destra) – proseguiamo la nostra tradizione di azienda familiare rafforzando al contempo la nostra presenza internazionale. Questo passo garantisce uno sviluppo sostenibile dell’azienda, offre stabilità in un contesto economico volatile e apre nuove opportunità per Hauser”. Al momento del closing, Hauser sarà pienamente consolidata nei bilanci di Epta e, come parte dell’accordo, sarà rappresentata nel Consiglio di Amministrazione. Il completamento dell’operazione è soggetto alle consuete condizioni sospensive, inclusa l’approvazione da parte delle autorità antitrust europee, attesa entro la fine del 2025. Nell’ambito dell’operazione, Epta è stata assistita da Bain & Company per la due diligence business e operativa, da PwC per gli aspetti finanziari e fiscali e da Clifford Chance come advisor legale. Hauser è stata invece assistita da PwC per gli aspetti finanziari/fiscali e legali.

L’incertezza economica frena le operazioni di M&A

Dopo un inizio d’anno segnato da un cauto ottimismo, le aspettative di ripresa delle operazioni di M&A nel settore Consumer – ovvero i settori Moda e Lusso, Food & Beverages, Beauty & Personal Care, Retail, Hospitality & Leisure, Packaging – si sono progressivamente raffreddate secondo la Global & Italian M&A Trends Consumer Markets di PwC. Il contesto macroeconomico, caratterizzato da pressioni inflazionistiche, tassi d’interesse e incertezza sui dazi, ha indebolito la fiducia degli investitori e il sentiment dei consumatori, rallentando le dinamiche di crescita del mercato.
Nei primi cinque mesi del 2025, i volumi delle operazioni di M&A nel Consumer Markets sono diminuiti del 9% a livello mondiale, rispetto allo stesso periodo del 2024, segnando però una flessione più contenuta rispetto al -11% registrato nei volumi del mercato complessivo. In controtendenza, i controvalori delle operazioni sono aumentati del 32%, sostenuti da sette operazioni superiori a 5 miliardi di dollari annunciate nella prima metà del 2025. Il mercato italiano riflette la dinamica mondiale: nei primi 5 mesi del 2025 sono state annunciate 158 operazioni nel Consumer Markets, in calo del 7% rispetto ai 170 deal rilevati nello stesso periodo del 2024.
Il decremento principale è legato alle operazioni annunciate da investitori finanziari, in flessione del 17%. La loro incidenza sul totale delle operazioni è scesa al 40% nella prima metà del 2025, rispetto al 45% raggiunto nel 2024, confermando maggiore cautela degli investitori su settori come Food&Beverage e Moda. I tempi di gestazione delle operazioni si sono allungati, nel segno di una maggiore prudenza sia da parte degli operatori strategici, che stanno conducendo revisioni del portafoglio e rivedendo le proprie strategie, sia da parte dei fondi di private equity.

LE ACQUISIZIONI NEL FOOD & BEVERAGES
Il Food & Beverages soffre di una contrazione marcata dell’attività di M&A, con 33 deals in Italia nei primi cinque mesi dell’anno, in calo del 27% rispetto ai 45 dello stesso periodo del 2024. In particolare, si riducono le operazioni dei fondi di Private Equity (-38%), ancora più selettivi a causa delle dinamiche inflazionistiche e dell’aumento dei prezzi alimentari (+6% su base annua), che influiscono sugli acquisti dei consumatori, e dei rischi associati ai dazi.
Secondo la Voice of the Consumer Survey di PwC, il 33% dei consumatori è più incline ad acquistare alimenti salutisti. Una tendenza che si riflette anche sulle attività di M&A, stimolando operazioni in segmenti quali i formaggi freschi (Gioiella / I Freschi), salumi magri (Bresaole Pini / Vismara, Biolab / Brendolan), alimenti ad alto valore proteico e nutrizionale (Eurovo / Anna Alla Ltd e Waffelman) o “free from” (Di Marco / Galati), e conferma l’importanza strategica di presidiare la filiera animale (Eurovo / Granja Panilla). Operazioni come quella di Chequers / Gourmet Italian Food rispecchiano l’interesse crescente verso i prodotti semi-lavorati e i piatti pronti da parte dei consumatori.
La contrazione nella domanda di bevande alcoliche e zuccherate spinge i principali operatori a rivedere i propri portafogli, con deal mirati a colmare gap strategici, come nel caso di Alfin / Acqua Filette. Nel mondo del vino le operazioni si focalizzano sul segmento biologico (Tenuta Ulisse / Cirelli La Collina Biologica), mentre proseguono le dismissioni di asset non core, come la cessione di Cinzano e Frattina da Campari al Gruppo Caffo annunciata a giugno 2025.

VIVACE IL SEGMENTO BAKERY
Il Bakery & Confectionary si conferma il segmento più attivo per le operazioni di M&A, specialmente sui produttori di alimenti confezionati frozen o ambient e con un posizionamento a scaffale di convenienza (Valeo Foods / Freddi Dolciaria, Melegatti), apprezzati per l’elevato value for money e il prezzo unitario contenuto. Tra le principali operazioni si segnalano Vandemoortele / Lizzi, IDAK Food Group AG / Sorrento Sapori e Tradizioni, Vergani / Scarpato. Emblematico l’investimento di Terlos in Casa Optima, iconico produttore italiano di ingredienti per gelato (annunciata a giugno 2025), e l’Opa di Ferrero sui cereali di WK Kellogg, che risponde alle esigenze di crescita nel segmento salutistico e di espansione ulteriore negli Stati Uniti, anche come risposta ai dazi.
Nella ristorazione, il mercato M&A si concentra sul fast dining senza seduta, favorito da limitati investimenti iniziali e maggiori opportunità di riconversione, sul segmento lusso, trainato da investitori strategici e family office, e su turnaround di catene in difficoltà. Tra le operazioni della prima meta del 2025, si segnalano: l’ingresso di Quattro R in Cigierre, la cessione di Temakinho a Black Arrow, gli investimenti di LMDV Hospitality Group (con l’acquisizione del Twiga e le aperture a marchio Vesta), le aperture annunciate di Langosteria (in cui ha investito Remo Ruffini tramite Archive) e l’acquisizione dello storico ristorante Il Caminetto di Milano Marittima da parte di PLT Holding, uno dei maggiori gruppi italiani indipendenti attivi nel settore dell’energia rinnovabile.

RETAIL, OCCHI PUNTATI SU CARREFOUR
Il mercato M&A nel settore Retail, in particolare nel grocery, continua a essere guidato da dinamiche di consolidamento, con molta vivacità per le operazioni di piccole dimensioni. L’attenzione del mercato è attualmente catalizzata da possibili riposizionamenti strategici di alcuni grandi operatori internazionali, tra cui Carrefour, al centro di rumors sempre più insistenti riguardo a una possibile uscita da mercati come Italia, Polonia e Belgio. Un evento di tale portata potrebbe innescare un significativo riassetto competitivo nei paesi coinvolti e nelle regioni chiave in cui e più presente Carrefour (Lombardia, Piemonte e Lazio), aprendo la strada a operazioni di acquisizione e ristrutturazione su larga scala, con impatti potenzialmente rilevanti sulla distribuzione delle quote di mercato e sulle strategie di posizionamento degli attori attivi nel food retail. In parallelo, PwC prospetta ulteriore dinamismo sulle catene del retail specializzato nei segmenti personal care e farmacie.

LE PROSPETTIVE PER LA SECONDA METÀ DELL’ANNO
Emanuela Pettenò, Partner e Markets Deals Leader PwC Italia, riassume così le aspettative per la seconda metà dell’anno: “Le aziende del Consumer Markets sono attualmente penalizzate da valutazioni depresse di cui beneficeranno gli investitori capaci di affrontare situazioni di turnaround operativo e finanziario. I fondi di Private Equity saranno sempre più selettivi e focalizzati su Food e Beauty, settori più resilienti. Sul fronte acquisizioni, i fondi potrebbero aumentare le operazioni di “take-private” e add-on di portafoglio, mentre saranno posticipate le cessioni di asset con performance inferiori ai budget e più impattati dai dazi. Gli operatori strategici nel Retail e nel Food punteranno sulla filiera e su asset tecnologici, investendo sulla customer experience, con piattaforme di marketing, e-commerce, sistemi di pagamento, e soluzioni gestionali per l’inventario. Nella moda prevediamo operazioni di turnaround e l’ingresso di partner in brand ancora controllati dalle famiglie”.

Ferrero rileva Kellogg, operazione da 3,1 miliardi di dollari

Dopo le indiscrezioni, la conferma ufficiale: Ferrero ha raggiunto un accordo per acquisire l’americana WK Kellogg, per un corrispettivo di 23 dollari per azione in contanti. L’enterprise value è quindi pari a 3,1 miliardi di dollari. L’operazione – che comprende le attività di produzione e distribuzione del portafoglio di cereali per la prima colazione di Kellogg negli Stati Uniti, in Canada e nei Caraibi – rientra nel piano strategico di crescita di Ferrero. Tra i marchi acquisiti ci sono Kellogg’s Frosted Flakes, Kellogg’s Froot Loops, Kellogg’s Frosted Mini Wheats e Kellogg’s Special K, molto amati dai consumatori americani. “Questa è più di una semplice acquisizione – dichiara Giovanni Ferrero, Presidente Esecutivo del Gruppo Ferrero –, rappresenta l’unione di due aziende, ciascuna con un’importante tradizione e generazioni di consumatori fedeli. Negli ultimi anni, Ferrero ha ampliato la propria presenza in Nord America, unendo i nostri marchi più noti in tutto il mondo con gioielli locali radicati negli Stati Uniti. La notizia di oggi rappresenta una pietra miliare fondamentale in questo percorso e ci dà fiducia nelle opportunità future”.

L’unione con Ferrero darà a WK Kellogg maggiori risorse e flessibilità per far crescere i nostri iconici marchi in questo mercato competitivo e dinamico” afferma Gary Pilnick, Chairman and Chief Executive Officer della società americana.
Con questa mossa, il Gruppo Ferrero entra nella categoria dei cereali e non a caso il Ceo Lapo Civiletti sottolinea come “L’arricchimento del nostro portafoglio con questi marchi segna un passo importante verso l’espansione della presenza di Ferrero in più occasioni di consumo e rafforza il nostro impegno a offrire valore ai consumatori in Nord America”.
WK Kellogg stima di aver raggiunto nel secondo trimestre 2025 vendite nette comprese tra 610 e 615 milioni di dollari, con Ebitda rettificato tra i 43 e i 48 milioni di dollari. Dal canto suo il Gruppo Ferrero ha archiviato l’esercizio 2023/2024, chiuso lo scorso 31 agosto, con un fatturato consolidato di 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Negli Stati Uniti conta 22 stabilimenti, 11 uffici e 14.000 dipendenti ed è presente con marchi come Nutella, Kinder, Tic Tac e Ferrero Rocher, che si affiancano a brand locali, quali Butterfinger, Keebler e Famous Amos.

NewPrinces compra Plasmon per 120 milioni di euro

Torna italiano il marchio Plasmon: NewPrinces ha annunciato la sottoscrizione di un accordo vincolante con Heinz Italia a fronte di un controvalore di 120 milioni di euro. Più nel dettaglio, ad essere acquisito sarà il 100% del capitale sociale di una nuova società di recente costituzione, nella quale saranno conferite le attività relative alla produzione, confezionamento, commercializzazione, vendita e distribuzione di prodotti alimentari per l’infanzia e alimenti a fini medici speciali e nutrizione specialistica, commercializzati sotto i marchi Plasmon, Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba. A passare di mano anche lo stabilimento produttivo Plasmon di Latina, che impiega circa 300 persone e produce ogni anno circa 1,8 miliardi di biscotti per il mercato italiano a marchio Plasmon. Il sito laziale continuerà inoltre a produrre per Heinz Baby Food per il mercato UK in virtù di un accordo di co-packing. Le attività acquisite hanno registrato un fatturato di circa 170 milioni di euro al 31 dicembre 2024, con un Ebitda di 17 milioni di euro e un capitale circolante netto positivo pari a 25 milioni di euro, incluso nell’enterprise value di 120 milioni di euro che sarà corrisposto in denaro.
L’operazione – destinata a perfezionarsi entro la seconda metà del 2025, subordinatamente al verificarsi delle condizioni previste – rappresenta un’importante tappa strategica per NewPrinces (la nuova denominazione assunta da Newlat Food) completando il processo avviato nel 2015 con l’acquisizione dello stabilimento di Ozzano Taro (PR) da Kraft Heinz, specializzato nella produzione di latte liquido e in polvere per neonati – unico impianto in Italia attivo nella produzione quest’ultimo – e prodotti con esigenze dietetiche speciali. “Questa acquisizione è motivo di grande orgoglio ed emozione – commenta Angelo Mastrolia, Presidente di NewPrinces (nella foto in alto) –. Riportare in Italia marchi iconici come Plasmon, Nipiol, BiAglut, Aproten e Dieterba concretizza una visione che perseguiamo da anni: costruire una multinazionale italiana capace di dare nuova vita a brand amati, profondamente radicati nell’identità del nostro Paese. Con questa operazione rinnoviamo il nostro impegno verso l’Italia e verso l’eccellenza della sua industria alimentare”.

UNA PIATTAFORMA LEADER IN ITALIA NEL BABY FOOD
Plasmon, Marchio Storico con oltre 120 anni di storia, è il primo nel mercato italiano degli alimenti per l’infanzia, grazie al suo biscotto e a un’ampia gamma di pappe e prodotti specialistici per bambini. Nipiol, incluso nel perimetro oggetto dell’acquisizione, è un altro brand rilevante nel mercato italiano del baby food, mentre Aproten e BiAglut sono due marchi specializzati in alimentazione con una forte competenza nutrizionale, rispettivamente nei regimi a basso contenuto proteico e senza glutine.
NewPrinces sottolinea che l’operazione la rafforza significativamente in un segmento chiave e ad alto margine come quello dell’alimentazione infantile e specialistica, generando importanti sinergie industriali, commerciali e di innovazione. In particolare, la società potrà: sfruttare il centro R&D integrato per accelerare lo sviluppo di nuove formulazioni – incluse quelle con ingredienti postbiotici – e ampliare l’offerta nel segmento premium e biologico; aumentare la capacità produttiva e flessibilità operativa, grazie all’integrazione di formati innovativi come pouch e baby snacks; accelerare l’internazionalizzazione del baby food italiano, facendo leva sulla presenza commerciale consolidata di NewPrinces in oltre 60 Paesi e sulla rete distributiva in mercati chiave come Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Polonia; estendere la gamma prodotti attraverso lo sviluppo di pasti completi, biscotti e prodotti da forno, nuove linee di pasta per l’infanzia, sughi e piatti pronti, per accompagnare il consumatore dalla prima infanzia fino allo svezzamento avanzato; massimizzare l’utilizzo della capacità produttiva dello stabilimento di Ozzano Taro nel latte liquido e in polvere per l’infanzia.

Fondo Italiano d’Investimento entra nel capitale di Santangelo Group

Nuovo socio di maggioranza per Santangelo Group, azienda familiare umbra attiva nella produzione di specialità dolciarie da forno lievitate ambient destinate alla grande distribuzione. Fondo Italiano d’Investimento Sgr entra nel capitale attraverso il veicolo settoriale Fondo Italiano Agri&Food (Fiaf) che rileverà il 70% di Santangelo. Il restante 30% sarà re-investito dall’imprenditore Gianluigi Formichetti, attuale Amministratore Delegato, che manterrà il medesimo ruolo e la guida operativa dell’azienda. L’ingresso del Fiaf è finalizzato a consolidare la posizione di Santangelo nel settore dolciario dei lievitati premium, valorizzandone il radicamento nel territorio e la produzione artigianale. Il tutto a supporto di un percorso di ulteriore crescita definito ambizioso dai due soci, che non hanno rivelato i dettagli economici dell’operazione, la quinta per Fiaf negli ultimi 18 mesi. Tra i programmi di investimento strategici del Piano Industriale 2022-2025 di Fondo Italiano d’Investimento, Fiaf ha infatti già nel proprio portafoglio le società Corradi e Ghisolfi (Corte de’ Frati, Cremona), Pasta Berruto (Carmagnola, Torino), Trinità – Industria Salumi (Vallese di Oppeano, Verona) e Scatolificio del Garda (Pastrengo, Verona).

FOCUS SUI LIEVITATI PREMIUM
Fondata nel 1968 a Terni, Santangelo produce e vende – in particolare nel canale Gdo – sia prodotti con marchio proprio che private label. L’azienda, dal 2020 al 2024, ha più che raddoppiato i ricavi, raggiungendo nell’esercizio scorso i 32 milioni di euro. Le esportazioni valgono oltre il 25% del fatturato. Santangelo sostiene di distinguersi per il processo produttivo artigianale e l’utilizzo di materie prime di alta qualità che garantiscono la realizzazione di lievitati premium rispetto alle produzioni completamente automatizzate tipiche delle grandi industrie di settore. L’azienda si è affermata come produttore di specialità per la prima colazione (croissant), alle quali negli ultimi anni ha affiancato i lievitati da ricorrenza (panettoni e colombe), anch’essi realizzati con processi artigianali e destinati al segmento premium del canale Gdo.
La società sottolinea di essere oggi uno dei principali player nel suo canale di riferimento, il più grande tra quelli focalizzati su produzioni premium con processi di natura artigianale, con una market share che lo posiziona tra i primi cinque a livello nazionale e numero uno nel Centro Italia. Le performances economico-finanziarie attestano una crescita stabilmente superiore rispetto a quella del mercato di riferimento e una marginalità maggiore della media di categoria. Santangelo Group opera attraverso un sito produttivo di 5.000 metri quadrati situato a Terni, rinnovato e ampliato nell’ultimo quinquiennio con nuove linee, macchinari e attrezzature. Vi operano complessivamente circa 180 dipendenti. È inoltre in corso un ulteriore ampliamento mirato ad accrescere significativamente la capacità produttiva a servizio del piano di crescita condiviso con il Fondo che prevede, tra l’altro, un importante sviluppo delle vendite, anche sui mercati internazionali, soprattutto dei prodotti da ricorrenza premium.

GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE
Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro questo mese di luglio ed è subordinato, come da prassi, al positivo avveramento delle usuali condizioni sospensive tipiche di queste operazioni. “Siamo particolarmente felici di poter affiancare Gianluigi Formichetti e tutta la sua squadra nel percorso di ulteriore crescita di Santangelo – dichiara Marco Pellegrino, Senior Partner di Fondo Italiano d’Investimento Sgr (a sinistra nella foto a fianco) –. Abbiamo molto apprezzato, oltre ai risultati economici, anche la qualità dei suoi prodotti, l’artigianalità del suo processo produttivo nonché il suo posizionamento commerciale di brand leader nel segmento premium dei lievitati da forno per prima colazione. Siamo convinti che il supporto organizzativo e manageriale che Fondo Italiano può offrire consentirà a Santangelo di accelerare ulteriormente il proprio progetto di sviluppo e di cogliere tutte le opportunità che il mercato oggi offre agli specialisti dei lievitati premium, sia di uso quotidiano sia da ricorrenza, rafforzando ulteriormente la leadership di segmento ed il posizionamento competitivo dell’azienda”.

Sono molto soddisfatto dell’ingresso di Fondo Italiano, tramite Fiaf, nel capitale della nostra società – aggiunge Gianluigi Formichetti, Ceo di Santangelo Group (a destra nella foto in alto) – ed entusiasta di continuare a guidare l’azienda e tutti i suoi collaboratori, diretti ed indiretti, in questo ulteriore percorso di crescita che Santangelo ha dimostrato di saper realizzare pur all’interno di un contesto generale di consumi con dinamiche altalenanti. Gli investimenti previsti dal business plan condiviso con Fiaf ci daranno gli strumenti ed i mezzi adeguati a sviluppare, ancor più di quanto fatto finora, la nostra offerta di prodotti premium-quality, buoni e genuini, sia sul mercato domestico che sui principali mercati internazionali”.
Nato nel 2010 su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipata da Cdp Equity, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Fondazione Enpam, Fondazione Enpaia, Abi, Banco Bpm e Bper Banca, il Fondo Italiano d’Investimento ha come principale obiettivo la gestione di fondi mobiliari chiusi dedicati a far confluire capitali verso il sistema delle imprese italiane d’eccellenza, coniugando finalità di ritorno sul capitale investito, in linea con i benchmark internazionali, con quelle di sviluppo del sistema produttivo italiano. Fondo Italiano gestisce 21 fondi di investimento mobiliari chiusi riservati a investitori qualificati, per oltre 4 miliardi di euro e opera attraverso investimenti diretti e indiretti (fondi di fondi).

Pernigotti incorpora Walcor, Francesco Pastore nominato Amministratore Delegato

Nasce un nuovo polo dolciario italiano: Pernigotti e Walcor annunciano la fusione per incorporazione. L’operazione, sostenuta dai soci di riferimento, tra cui figurano investitori istituzionali assistiti da J.P. Morgan Asset Management e Invitalia, unisce due marchi storici, garantendo continuità e proiettando il gruppo verso nuove opportunità. La nuova realtà conta su un fatturato annuo di circa 70 milioni di euro e oltre 340 addetti (tra stabili e stagionali), con una presenza export in quasi 50 Paesi. Le attività produttive proseguiranno negli stabilimenti di Novi Ligure (Alessandria) e Pozzaglio ed Uniti (Cremona).

Questa fusione strategica mira a semplificare la struttura, ampliare l’offerta commerciale e migliorare l’efficienza operativa, favorendo una gestione più agile e decisioni rapide.
Il Consiglio di Amministrazione di Pernigotti ha nominato Francesco Pastore nuovo Amministratore Delegato. Esce, invece, Attilio Capuano, che ha guidato le aziende fino a questa integrazione. Luigi Mastrobuono, confermato Presidente del CdA (nella foto a sinistra), dichiara: “Questa fusione è la dimostrazione della nostra visione nel sostenere e rilanciare le eccellenze italiane. Ora unite, Pernigotti e Walcor rappresentano un modello di successo del Fondo di salvaguardia per i Marchi Storici. L’arrivo di Francesco Pastore è un passo fondamentale per il nostro futuro”.

Sono onorato di guidare Pernigotti in questo momento storico – afferma Francesco Pastore, Amministratore Delegato di Pernigotti (nella foto a destra) –. La fusione con Walcor è più di un’operazione: è la creazione di un polo dolciario che unisce tradizione e innovazione. Il mio impegno sarà valorizzare le sinergie, espandere la nostra presenza globale e ispirare il nostro team a raggiungere nuovi traguardi. Insieme, costruiremo un futuro di successo”.

Nerio Alessandri, il fondatore di Technogym, investe in Acqua Filette

Il nuovo lusso? Secondo Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, è l’acqua. Ed ecco perché Welness Holding della famiglia Alessandri ha investito in Acqua Filette, realtà dell’alto di gamma italiano nel settore delle acque minerali fondata e guidata dalla famiglia Ricci. In base a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, a passare di mano sarebbe stato il 49% delle quote azionarie dell’azienda di Frosinone, che ha un fatturato di circa 10 milioni di euro, mentre Forbes stima in 1,8 miliardi di dollari il patrimonio di Nerio Alessandri (nella foto in alto). Acqua Filette si presenta come “ambasciatrice del lusso sostenibile” e in una nota stampa sottolinea il proprio patrimonio minerale – “assenza di arsenico e bassissima concentrazione di nitrati, basso contenuto di sodio e bilanciata presenza di sali minerali” – e l’essere scelta “dai più prestigiosi ristoranti stellati, dagli hotel più raffinati nel mondo e consumatori attenti alla qualità”. L’acqua è imbottigliata esclusivamente in vetro e alluminio, con un design ispirato al mondo del vino di eccellenza.

La partnership con Wellness Holding rappresenta una nuova tappa nello sviluppo strategico dell’azienda, che punta su tre asset strategici: la purezza della sua sorgente, il posizionamento del brand e l’internazionalizzazione nelle location più esclusive del mondo, facendo leva sull’esperienza e sul network globale di Wellness Holding nel mondo dell’hospitality e dalla healthy longevity.“Acqua Filette è una prime water nata nel 1894 – dichiara Pietro Ricci, di Acqua Filette – unica al mondo per storia, composizione e identità. Filette è una family company che da generazioni valorizza un patrimonio naturale unico al mondo. Condividere questa nuova fase con la famiglia Alessandri significa mettere al centro un progetto di lungo periodo, fondato su valori comuni: la cura maniacale per i dettagli, l’amore per l’eccellenza e la volontà di portare Filette nelle location più iconiche dove qualità e benessere si incontrano”.

L’acqua è un elemento fondamentale per la vita – commenta Nerio Alessandri, Presidente di Wellness Holding – e di conseguenza una vera e propria fonte di salute, il nuovo lusso. Filette, un marchio che coniuga etica, qualità e posizionamento premium sposa perfettamente il nostro progetto di lungo termine di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la prevenzione per una sana longevità. Crediamo nell’esperienza della famiglia Ricci e nel management di Filette coi quali uniremo le forze per sviluppare il brand in tutto il mondo”.

Sofidel accelera negli Usa e punta all’acquisto di parte di Royal Paper

Il momento è di sicuro quello giusto: al di là del ripensamento (momentaneo o definitivo?) di Donald Trump – che ha sospeso per 90 i giorni i dazi aggiuntivi nei confronti di tutti i Paesi, eccetto la Cina – produrre direttamente negli Usa è un modo per approcciare in maniera solida e strategica quello che resta uno dei mercati più importanti del mondo. In questa direzione va l’accordo stipulato da Sofidel – tra i leader mondiali nella produzione di carta per uso igienico e domestico, nota in particolare per il marchio Regina – e finalizzato all’acquisto di alcuni asset produttivi di Royal Paper, player che opera nel mercato nordamericano sia nel segmento consumer che nell’away-from-home. Più nel dettaglio, Sofidel acquisirà quattro stabilimenti, localizzati in Arizona e South Carolina: una cartiera a Gila Bend (AZ) dalla capacità produttiva annuale di 61.000 tonnellate, due impianti di converting a Phoenix (AZ) e un impianto di converting a Duncan (SC). L’8 aprile scorso, Royal Paper e alcune delle sue sussidiarie interamente controllate hanno presentato petizioni volontarie per riorganizzarsi ai sensi del Chapter 11 del Codice Fallimentare degli Stati Uniti. In pratica, Royal Paper sta conducendo una procedura d’asta per la vendita di questi asset ai sensi della Sezione 363 del Codice Fallimentare. Sofidel e Royal Paper hanno raggiunto un accordo su un’offerta “stalking horse”, soggetta a offerte migliori e superiori e all’approvazione del tribunale fallimentare, nonché ad altre condizioni di chiusura consuete, inclusa la ricezione di eventuali approvazioni normative richieste.

Non si tratta certo di un esordio per Sofidel, presente negli Stati Uniti (il più grande mercato al mondo per consumi pro capite di tissue) sin dal 2012, quando acquisì la società Cellynne, poi rinominata Sofidel America, attiva nel mercato away-from-home con tre stabilimenti. Da allora gli investimenti in nuovi impianti sono continuati, ma l’operazione più importante – del valore di circa 1 miliardo di dollari – risale allo scorso anno ed è l’acquisizione della divisione tissue di Clearwater Paper Corporation, che ha portato nel perimetro del gruppo quattro stabilimenti produttivi e 1.700 collaboratori, aumentando la capacità produttiva di 342.000 tonnellate annue, pari al 25% di quella complessiva. Sofidel ha archiviato il 2024 con un fatturato consolidato di 3,225 miliardi di euro, in aumento del +3% rispetto al 2023, e un Ebitda margin pari al 17,85% (nel 2023 si era attestato al 21,11%). Sempre nel 2024, è proseguito sul fronte ambientale l’impegno per la transizione ecologica, con una riduzione del 19,5% delle emissioni specifiche rispetto all’anno base 2018, in linea con gli obiettivi definiti con Science Based Target initiative (SBTi) per raggiungere l’obiettivo Net Zero al 2050. Il gruppo è presente in 13 Paesi con oltre 9.000 dipendenti e una capacità produttiva di 1.860.000 tonnellate all’anno.

Avvicendamento di fondi in Casalasco: esce QuattroR, entra Fsi

Passaggio del testimone tra fondi nell’azionariato di Casalasco: QuattroR ha siglato un accordo vincolante con Fsi per la cessione della propria partecipazione nella società specializzata nella selezione, coltivazione, trasformazione del pomodoro, confezionamento e commercializzazione dei suoi derivati, con un portafoglio di brand come De Rica, Pomì, Pummarò, Pomito e Tomato al Gusto. A valle del perfezionamento di questa operazione – soggetta alle autorizzazioni regolamentari – la filiera agricola, attraverso il Consorzio Casalasco del Pomodoro e la sua Holding, rafforzerà la propria quota in Casalasco, mantenendo un ruolo chiave in questo ulteriore progetto di sviluppo. QuattroR era entrato alla fine del 2021 con un aumento di capitale da 100 milioni di euro. Nell’ultimo triennio i ricavi di Casalasco sono passati da 330 milioni ad oltre 600 milioni di euro, con una crescita più che proporzionale della marginalità e importanti investimenti focalizzati sugli impianti, sull’efficienza energetica e riduzione dei consumi idrici, e la creazione di un avanzato Innovation Center. Nelle ultime settimane, inoltre, la società ha annunciato la partenza della filiera integrata per la produzione di pesto e semilavorati da basilico fresco, facendo il proprio ingresso in un mercato altamente attrattivo. Sempre nell’ultimo triennio, Casalasco ha perfezionato quattro acquisizioni: Emiliana Conserve (2022), focalizzata sul rafforzamento della propria base industriale e agricola; De Martino (2023), dedicata all’esportazione di prodotti alimentari su mercati come Scandinavia e Giappone; il marchio premium Knorr Tomato al Gusto (2025), leader in Germania, acquisito dal gruppo Unilever; i marchi Pummarò, Polpabella e Sugo Lampo (2025) focalizzati sul mercato nazionale e comprati dal gruppo Star.
Con un fatturato aggregato di oltre 5 miliardi di euro, il portafoglio di QuattroR annovera, tra gli altri, investimenti in Cigierre, che opera nella ristorazione casual dining, e il torrefattore Segafredo Zanetti. “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati raggiunti da Casalasco – commenta Francesco Conte, Amministratore Delegato di QuattroR e Vicepresidente di Casalasco – che rappresenta un caso di grande successo nell’ambito del settore agroalimentare italiano ed il primo disinvestimento del fondo QuattroR che riflette in pieno il valore di quanto creato. Lavorando in partnership con un management team di altissimo livello, abbiamo realizzato una crescita straordinaria e rafforzato ulteriormente la leadership di Casalasco nel settore, con significative acquisizioni strategiche e investimenti a sostegno di tutto il sistema”.
Ringrazio innanzitutto il fondo QuattroR ed i suoi azionisti per aver creduto nella nostra filiera – dichiara Costantino Vaia, Ceo di Casalasco (nella foto in alto) – e averci accompagnato in un percorso di crescita di grande soddisfazione. Il supporto dei suoi manager poi, soprattutto nelle operazioni straordinarie di M&A, ci ha permesso di garantire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che ci eravamo prefissati. Lavoriamo ora per il futuro di Casalasco e delle sue 800 aziende agricole socie, a fianco di un altro prestigioso partner come Fsi, con il quale abbiamo già pianificato una nuova fase di sviluppo dimensionale e di creazione di valore condiviso”.

Acquisizione in Bulgaria per Cereal Docks, internalizzata la lavorazione dei semi di girasole

Si chiama Prista Commerce, ha un fatturato di circa 10 milioni di euro – realizzato con una ventina di dipendenti – e si occupa della trasformazione di semi di girasole: ecco in estrema sintesi il profilo della società bulgara acquisita da Cereal Docks. L’operazione consente al gruppo di Camisano Vicentino (VI), guidato dalla famiglia Fanin, di compiere un passo importante nello sviluppo del Piano industriale 2025 – 2027 che punta ad ampliare la presenza nel segmento degli ingredienti per l’industria food, sfruttando le competenze per nuove opportunità di crescita sui mercati internazionali, sia tramite sviluppo industriale sia attraverso acquisizioni mirate. Fondata nel 2011, Prista Commerce opera nello stabilimento di Ruse, città localizzata nella Pianura del Danubio, ed è specializzata nella lavorazione di semi di girasole decorticati per la produzione di farine proteiche, utilizzabili in numerose applicazioni alimentari e di semi di girasole sgusciati per snack proteici e topping per insalate e dessert.
L’ingresso di Prista Commerce nel perimetro del gruppo permetterà di internalizzare tutti i processi produttivi nell’ambito del portfolio prodotti HeliaPro, la nuova farina proteica derivata da semi di girasole recentemente presentata al mercato, caratterizzata da un elevato contenuto proteico (50%), assenza di allergeni comuni e versatilità d’uso in diverse applicazioni alimentari. Ideale per prodotti plant-based, gluten-free e clean label, HeliaPro può essere utilizzata nella produzione di pane, pasta, snack, barrette proteiche, burger vegetali, salse e creme spalmabili. “Sono certo che questa nuova acquisizione contribuirà positivamente all’evoluzione del gruppo – afferma Giacomo Fanin, Business Director di Cereal Docks Group – ampliando la gamma e rafforzando la nostra posizione come fornitori di ingredienti per l’industria alimentare. L’operazione ci avvicina ulteriormente all’obiettivo di garantire ai nostri clienti il presidio completo della filiera, dal seme all’ingrediente, con un approccio integrato che unisce qualità, sicurezza e innovazione”.

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