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Franchising giovane che parla ai giovani

Cresce il numero dei giovani, tra i 25 e i 35 anni, che si avvicinano al mondo del franchising (consultando i siti web specializzati, le associazioni di settore, o visitando la fiera SFM): a fine 2017 sono divenuti 162mila, con un aumento dell’8% sull’anno precedente Il 53% di essi è spinto dall’opportunità di divenire imprenditore, il 49% dal desiderio di aumentare il proprio guadagno, il 25% dalle potenzialità della distribuzione moderna e il 6% dalla difficoltà di trovare un posto fisso di lavoro. A dirlo i recenti dati pubblicati dal Centro studi Salone Franchising Milano. Già oggi 12.711 giovani (tra i 25 e i 35 anni) gestiscono un punto vendita in franchising, rappresentando il 24,6% del totale dei 51.671 negozi in affiliazione italiani (dati Assofranchising 2017).

Alla luce di questo scenario è inevitabile che la prossima edizione (la 33°) del Salone del Franchising Milano (da giovedì 25 a sabato 27 ottobre al Gate 5, Reception Teodorico) debba parlare a queste giovani leve.

Dedicato ai giovani

Per questo si proporrà come un evento in cui i giovani avranno la possibilità di confrontare le proposte di affiliazione di oltre 200 catene commerciali, visitando gli stand e facendo colloqui immediati per verificare le condizioni per aprire un’attività commerciale (o visitando gli stand delle Associazioni di settore che, a loro volta, rappresentano anche altre catene). E non basta: ci sarà pure la possibilità di frequentare i corsi gratuiti della Franchising School su come mettersi in proprio con l’affiliazione o come evitare contatti capestro e truffe. O gli incontri riservati con esperti per una consulenza personalizzata su tutti gli step dell’affiliazione (F For You), oppure le testimonianze dei franchisee (gli affiliati) che hanno già avuto successo (Percorsi di Vita).

E persino il Talent…

Tra le novità di Salone Franchising Milano, “Re.start-smart up your business” un innovativo Talent Show pensato per tutti i giovani che presentano progetti innovativi di nuovi negozi. Un’iniziativa che ha avuto grande successo nella sua prima edizione del 2017, grazie al lavoro di Campus Fandango Club, organizzatore di SFM dalla passata edizione, che ha trasformato l’evento leader in Italia per il mondo del franchising e del retail, proponendo sempre più contenuti di intrattenimento e di formazione.

“La crisi economica e l’evoluzione tecnologica hanno portato ad una diminuzione dell’offerta di posti fissi di lavoro – fa notare Antonio Fossati, Presidente di Salone Franchising Milano – e ad una maggiore ricerca di attività in proprio, di start up e altre forme di autoimprenditorialità. Nel franchising, dove sono richiesti investimenti per l’avviamento e capacità di gestione, quando parliamo di giovani ci rivolgiamo per forza di cose ad una fascia tra 25 e 35 anni. A questi giovani raccomando di non limitare al web la propria ricerca di eventuali affiliazioni, ma di venire in fiera per toccare con mano le proposte, le problematiche e i percorsi che più si adattano alla propria personalità”.

 

www.salonefranchisingmilano.com

Emme Più lancia Magnificard e premia i consumatori

Emme Più (del Gruppo Maiorana) lancia Magnificard®, un’innovativa carta fedeltà in grado di offrire una serie di promozioni e vantaggi esclusivi.

Dal 4 ottobre 2018 al 14 luglio 2019, insieme al lancio della card, partirà l’operazione “Premia la Tua Fedeltà”, una raccolta punti riservata ai possessori di Magnificard®, che metterà a disposizione un ricco catalogo di premi con tante proposte per tutta la tutta la famiglia: dagli accessori per la casa e la cucina alle offerte di viaggi a ingressi gratuiti ai cinema e la possibilità di usufruire di sconti e promozioni esclusive dedicate, sui prodotti delle migliori marche.

Si può aderire al programma Magnificard® in tre modalità: in modo classico, richiedendo ed attivando una card “fisica” presso tutti i punti vendita Emme Più ed Iper Emme Più, accedendo all’area dedicata sul sito www.emmepiu-supermercati.it o attivando una carta virtuale attraverso l’innovativa App Magnificard®, scaricabile gratuitamente da Apple Store o Google Play.

L’applicazione consente, oltre alla registrazione e accredito dei punti, la possibilità di una gestione indipendente e personalizzata di tutti i servizi legati al programma di fidelizzazione.

Successivamente all’inserimento dei propri dati personali, il cliente riceverà all’indirizzo e-mail rilasciato un link per l’attivazione della carta virtuale, che sarà abilitata a tutte le funzionalità. Attraverso l’App il cliente potrà loggarsi con le proprie credenziali ed ottenere la versione digitale della propria Magnificard® con le stesse funzionalità della carta fisica.

Da sempre Emme Più è sinonimo di attenzione e cura del consumatore.  Lo testimoniano l’alta qualità a prezzi competitivi, tanto per prodotti di marche leader quanto per prodotti di primo prezzo, la genuinità e freschezza dei prodotti offerti nei reparti freschi, oltre ad un servizio ed accoglienza propri, che caratterizzano ogni punto vendita Emme Più.

Attraverso Magnificard®, sarà possibile sostenere il progetto Casa di Cristian”, un centro di prima accoglienza della Caritas di Roma per mamme con bambini che si trovano in condizioni di precarietà sociale, alloggiativa, familiare ed economica, devolvendo a tale iniziativa una parte dei punti accumulati.

Per informare il pubblico sull’iniziativa promossa da Emme Più e comunicare il lancio di Magnificard®, il 4 ottobre partirà la campagna di comunicazione “Premia la Tua Fedeltà” che integra i mezzi stampa, web, social network, radio e affissioni, per garantire un’ampia comunicazione mediatica.

 

Salumi made in Italy: il futuro è (anche) in Polonia

Continua a crescere il made in Italy agroalimentare sui mercati esteri anche nel primo semestre 2018, ma i segnali positivi non arrivano solamente dai “soliti noti” – Germania, Francia, USA, Regno Unito e Svizzera – che continuano a rappresentare oltre il 50% del nostro export. Nei primi 6 mesi le imprese italiane sono state in grado di rafforzare la presenza anche in mercati “minori” con performance che lasciano ben sperare per i prossimi anni. Proprio su uno di questi, la Polonia e in particolare sul settore dei derivati della carne, si è concentrato il nuovo “Focus Salumi” presentato nel corso del III Forum Agrifood Monitor organizzato da Nomisma e CRIF.
“Le imprese italiane che producono carni e salumi già da qualche anno stanno affrontando importanti sfide sia sul mercato domestico sia su quello estero. Per questo motivo, abbiamo scelto di supportarle mettendo a frutto la nostra expertise e aprendo una linea di attività di consulenza dedicata” – dichiara Stefano Baldi, Project Manager dell’Area Agroalimentare di Nomisma. “L’obiettivo è quello di fornire dati e informazioni per rispondere alla crescente esigenza di conoscere meglio i mercati e di realizzare strategie di marketing più mirate e quindi efficaci”, sottolinea Baldi.
Come sottolineato da Niccolò Zuffetti, Marketing Manager di CRIBIS “la rischiosità commerciale del settore delle carni in Polonia è mediamente in linea con quella dei nostri maggiori partner europei e sempre più bassa di quella italiana, soprattutto nel commercio all’ingrosso e nella GDO/DO. Questa requisito, unito alla presenza di un buon numero di player, rappresenta una chance importante per le nostre imprese esportatrici di carne, pur stando molto attenti a indentificare Importatori e distributori affidabili e in grado di offrire opportunità di sviluppo a lungo termine”.
Il report dimostra come la Polonia abbia dimostrato negli ultimi anni di aver intrapreso un percorso di crescita dinamico e solido, pur essendo ancora oggi considerato un paese emergente; i tassi di crescita degli ultimi anni e le buone prospettive di sviluppo economico rappresentano segnali confortanti sulle possibilità di business delle imprese agroalimentari italiane in questo Paese. Tra l’altro, tra i Paesi emergenti europei, la Polonia si configura come quello con il bacino di consumo potenziale più elevato grazie ad una popolazione di poco inferiore ai 40 milioni di abitanti e con uno dei tassi di disoccupazione più bassi (3,5%). La dinamicità del mercato appare ancora più evidente se si analizza il trend dei flussi di prodotti agroalimentari importati incrementato di circa il 40% nel corso del quinquennio 2012-2017.

L’analisi di Nomisma sui Salumi
Nello specifico, Nomisma ha effettuato un’analisi della domanda di salumi in Polonia attraverso attività di market intelligence e di consumer insight, quest’ultima finalizzata a valutare il posizionamento, la reputation e perception dei salumi italiani. I numeri sulle vendite di salumi svelano come in Polonia si consumino già ora quantità consistenti di prodotti made in Poland (circa 8 kg pro capite contro i 17 in Italia) in virtù di una tradizione locale che vede salsicce fresche e prosciutti cotti e affumicati come i prodotti più diffusi.
L’indagine realizzata da Nomisma su 800 responsabili di acquisto mette in luce inoltre come il consumo di salumi sia già ampiamente diffuso tra la popolazione (circa l’80% dei responsabili di acquisto acquista salumi almeno 2-3 volte alla settimana) anche se, anche in conseguenza dell’ancora limitata capacità di acquisto delle famiglie, il prezzo risulta una delle principali discriminanti nella scelta dei prodotti, tant’è che il principale canale di acquisto è rappresentato dai discount (31% di chi acquista salumi lo fa in questa tipologia di punti vendita). Il secondo criterio che guida la scelta di acquisto è l’origine polacca del prodotto, ma allo stesso tempo oltre il 70% di chi acquista derivati della carne dichiara di aver comprato salumi stranieri almeno una volta negli ultimi 12 mesi.
L’Italia si attesta come uno dei primi Paesi di origine dei prodotti di importazione sia per numero di responsabili di acquisto (il 36% ha infatti dichiarato di aver consumato un salume italiano negli ultimi 12 mesi) sia per qualità percepita.
Attualmente il 59% dei consumatori polacchi di salumi indica come sarebbe disposto a spendere almeno il 5% in più per acquistare un prodotto di origine italiana. Si tratta di consumatori prevalentemente uomini, di età compresa tra i 40 e i 60 anni (Generation X), che vivono nell’area centrale del Paese, con un reddito medio-alto, istruiti, con un’attenzione per i prodotti biologici e per le informazioni riportate in etichetta e, last but not least, che hanno visitato l’Italia nell’ultimo anno.
Il legame turismo-conoscenza-consumo dei prodotti made in Italy che emerge dall’indagine diventa ancor più interessante se letto attraverso i dati dei flussi turistici registrati in Italia nel 2017.
La Polonia, infatti, è nella TOP10 dei Paesi di origine dei turisti arrivati in Italia (circa 2% degli arrivi totali dall’estero); inoltre, negli ultimi 5 anni, se gli arrivi di turisti in Italia da Paesi esteri sono incrementati del 24%, quelli dalla Polonia hanno subito un aumento quasi doppio (+47%).

e-commerce: 6 regole per ottimizzare le vendite natalizie

Meno lontano di quanto si pensi, il Natale merita di più. Almeno per quanto riguarda l’e-commerce.

Efficienza, rapidità, servizio di qualità: è tempo allora di impostare una vera e propria strategia in vista delle festività, per sfruttare al meglio le possibilità di business offerte dall’alta domanda dei consumatori.

A supporto dei merchant scendono in campo tre player del settore altamente qualificati. Partendo dalla promozione e presenza sul web, passando dal delicato momento dei pagamenti per arrivare all’imballaggio finale, ogni dettaglio può rivelarsi fondamentale. Eureweb, digital media agency specializzata nel web marketing, HiPay, la Fintech europea specializzata in soluzioni di pagamento Omnichannel e attiva in 150 Paesi nel mondo ed infine Rajapack, azienda leader in Europa nella distribuzione di imballaggi e forniture aziendali. Ecco i loro consigli per ottimizzare le vendite online durante il periodo natalizio.

Da Eureweb i consigli per un sito user-friendly e una pubblicità online vincente

  1. Il successo di un sito e-commerce responsive

Per evitare ulteriori motivi di stress nel consumatore che lo porterebbero molto probabilmente ad acquistare altrove, è necessario rendere l’e-shop il più responsive possibile. Un sito e-commerce che si adatta al meglio al device di fruizione, facile da leggere e veloce nella navigazione gioca sicuramente un punto a favore nella ricerca dei regali di Natale. Da non dimenticare la rilevanza sempre maggiore del mobile in questa prima fase del customer journey. Negli ultimi anni la visualizzazione da smartphone ha infatti ampiamente superato quella da desktop in volumi di ricerca.

  1. Pianificare le campagne adv in tempo

In un periodo in cui la propensione all’acquisto dei consumatori è massima, è fondamentale amplificare la visibilità del brand attraverso campagne di web marketing capaci di primeggiare sulla concorrenza. Ecco perché bisogna saper erogare il messaggio giusto, alla persona giusta, nel momento giusto grazie ad una strategia precisa ed efficace. Fin da ottobre è importante attuare una campagna finalizzata ad incrementare la brand awareness sfruttando soluzioni di maggior impatto emotivo come campagne display o video. A novembre invece l’obiettivo diventa di conversione con una comunicazione diretta alla vendita: anche in Italia il picco più alto di acquisti prima di Natale si registra infatti a fine mese, il giorno del Black Friday.

Da HiPay i consigli per offrire un’esperienza di acquisto rapida e sicura

  1. L’importanza dei custom data

I dati dei pagamenti sono una fonte di informazione importantissima per la crescita del proprio e-commerce; che congiuntamente ad informazioni strettamente legate al business, permettono di monitorare ancor più a fondo i comportamenti rischiosi. Infatti, soprattutto nel periodo natalizio, il rischio frode è molto alto particolarmente nei confronti di alcune tipologie di prodotti più pregiati o con spedizioni in aree più sensibili. Per questa ragione HiPay consiglia ad ogni merchant di dotarsi di un antifrode customizzabile che dia la possibilità di inserire, oltre ai parametri da monitorare relativi alle transazioni più rischiose, anche i custom data, ovvero i dati proprietari legati al business del merchant che si integrano nell’antifrode di HiPay, rafforzando perciò l’efficacia del tool e di conseguenza il monitoraggio delle transazioni rischiose.

  1. Transazioni rapide soprattutto da mobile

Lo scorso anno un terzo degli acquisti e-commerce è stato elaborato attraverso smartphone o tablet. L’incidenza di questi device è quintuplicata nel giro di 5 anni, ciò dimostra che durante la pianificazione della strategia e-commerce è fondamentale dedicare il giusto spazio anche alle transazioni effettuate da mobile, sia snellendo la compilazione del formulario dati all’interno della pagina di check out sia modulando il 3D secure, così da velocizzare le transazioni. (fonte: Osservatorio e-commerce B2C del Politecnico di Milano e Netcomm)

Da Rajapack i consigli per una logistica funzionale e un imballaggio di valore

  1. Organizzare in anticipo il magazzino

Assicurarsi di avere tutto il necessario nei tempi stabiliti è senza dubbio una prerogativa in vista di un periodo così impegnativo. Rimanere sprovvisti di imballaggi e soluzioni per impacchettare e spedire i prodotti comporterebbe significativi ritardi che alla fine ricadrebbero non solo sull’azienda ma inevitabilmente anche sul consumatore finale che rischierebbe di non vedere il proprio regalo sotto l’albero di Natale. Programmare gli ordini e rifornire il magazzino è quindi d’obbligo per non arrivare impreparati.

  1. Il giusto imballaggio a 360 gradi

Scegliere la soluzione capace di soddisfare al meglio le proprie esigenze di imballaggio non è un aspetto da sottovalutare. Proteggere il contenuto è fondamentale per non correre il rischio che l’acquisto si rovini durante la spedizione lasciando al cliente uno spiacevole ricordo. Inoltre il packaging è un vero e proprio biglietto da visita in grado di trasmettere i valori e le peculiarità che caratterizzano l’azienda. Una particolare attenzione alla personalizzazione e all’utilizzo di materiali eco-friendly potrà sicuramente accrescere la brand reputation in modo positivo.

2019: di che IVA sarà? Le previsioni di IRI

2019 quali saranno gli scenari  possibili? Partendo dalla situazione attuale, IRI, leader mondiale nelle informazioni di mercato per il Largo Consumo, il Retail e lo Shopper, ha elaborato le sue previsioni.

Il 2018
Durante tutto il corso di quest’anno, si è assistito a un deciso rallentamento del trend LCC. Si tratta di un fatto atteso fin dalla fine del 2017: rimbalzi climatici per le categorie stagionali, ripresa dei prezzi e primi segnali di rallentamento dei trend setter indicavano già questa direzione.
Tuttavia l’inaspettato peggioramento del quadro economico internazionale (turbolenza del commercio e speculazione finanziaria) e il ripiegamento della fiducia di famiglie e imprese sul fronte interno hanno complicato la situazione conducendo il Largo Consumo nei canali distributivi moderni in una fase di stagnazione dei volumi.
IRI ha osservato più volte come la domanda LCC sia diventata negli ultimi anni un «early indicator» dello stato di salute e di fiducia del Paese e ancora una volta questo si è puntualmente ripetuto. Inoltre un’eventuale nuova manovra sull’Iva peggiorerebbe lo scenario atteso deprimendo ulteriormente l’andamento del mercato del Largo Consumo.

IVA: scenari possibili
Due gli scenari previsionali sulla base di diverse ipotesi di politica economica.
1) Non sarà modificata l’attuale struttura dell’imposizione Iva.
2) Saranno recuperate risorse attraverso l’intervento sull’imposizione indiretta (Ipotesi di trasferimento di 1 punto percentuale di crescita in media sui prezzi al dettaglio LCC). Questa ipotesi implica un ulteriore deterioramento delle aspettative sul potere d’acquisto nel breve periodo.

Per quanto riguarda i fattori di filiera si prospetta una prosecuzione delle tendenze attuali.
I prezzi, già in evoluzione positiva grazie al comportamento di «trading-up» (aumento del valore del mix dei prodotti acquistati) trovano nuove spinte al rialzo dalle pressioni provenienti dalle cosiddette componenti volatili (costo materie prime, apprezzamento del dollaro, ecc.) frenando lo sviluppo della domanda.
Il quadro generale LCC previsto per il 2019 resta dominato dai fattori di freno delle vendite in volume (prezzi ancora in tensione, stagnazione del potere d’acquisto e minor fiducia delle famiglie sulla propria situazione economica, erosione dei risparmi reali). I volumi LCC nella GDO si evolveranno debolmente in terreno positivo senza tornare però ai livelli del 2017.
Per quanto concerne le vendite in valore è attesa una chiusura 2018 in leggera crescita per finanziare l’aumento dei prezzi e un rimbalzo positivo è previsto nel 2019 sempre sull’onda dell’aumento dei prezzi medi.

 

I rincari dei prezzi dominano lo scenario dei ricavi LCC quest’anno e le prospettive del 2019. La moderata crescita delle vendite a valore del 2018 (concentrata sull’Alimentare) è infatti causata per la quasi totalità dal «finanziamento» degli aumenti dei prodotti Freschi.
In controtendenza ancora i comparti Chimici cronicamente in deflazione, anche se nel Cura Persona si colgono primi segnali di stabilizzazione dei prezzi.
Per il 2019 si attende la permanenza di spinte al rialzo sul fronte dei prezzi, una tendenza che è destinata ad accentuarsi nel caso di interventi sulle aliquote IVA. Ciononostante l’eventuale intervento fiscale non aumenterebbe in misura significativa le vendite in valore, perché sarebbe in parte compensato da un calo degli acquisti reali. Ne consegue che il gettito aggiuntivo per le casse dell’erario sarebbe più alto di circa 640 milioni € mentre i ricavi al netto IVA per la filiera LCC si ridurrebbero di oltre 400 milioni rispetto al regime di imposizione diretta attuale.
Questi scenari previsionali non considerano però l’effetto di una eventuale nuova regolamentazione delle aperture domenicali annunciato nel DEF 2019. La domenica rappresenta circa il 11,4% delle vendite settimanali in Iper e Supermercati. La limitazione delle aperture domenicali da un lato stravolgerebbe l’attuale “agenda della spesa” delle famiglie italiane, e dall’altro potrebbe influenzare negativamente le vendite effettuate nei punti di vendita della distribuzione moderna dando nuovo impulso a canali alternativi di acquisto come e-commerce e food-service.

 

Nota metodologica – Le previsioni IRI sono aggiornate a settembre 2018 e sono realizzate considerando il Totale Largo Consumo Confezionato in Italia nei seguenti canali di vendita: Ipermercati + Supermercati + Libero Servizio Piccolo + Drugstore + Discount.

D.IT: obiettivi, prospettive, strategie e piani di crescita per il futuro

A poco più di un anno dalla nascita di D.IT – Distribuzione Italiana, il progetto multi insegna e multibrand lanciato da Sigma, Sisa e Coal – il Gruppo si appresta a chiudere l’anno con un bilancio positivo, con una previsione di fatturato alle casse di 4,1 miliardi di euro e una nuova campagna di comunicazione a sostegno delle insegne e dei brand della Mdd.

Lo scenario distributivo

In un contesto distributivo che, dopo il buon andamento del 2017, quest’anno torna a mostrare segni di debolezza, D.IT ha messo a segno una crescita a rete costante dello 0,4% sul progressivo 2018, che la colloca al sesto posto nel ranking delle imprese retail (Fonte Nielsen Like4Like 10000 – Iper+Super+Libero Servizio). 

Gli obiettivi e le strategie

D.IT è nata con obiettivi e strategie ben definiti: creare benefici per le imprese della Distribuzione Organizzata di qualità, sviluppare sinergie tra gli associati sostenendo la loro identità di insegna, valorizzare il legame con i clienti e i territori nei quali operano, attraverso un percorso condiviso di innovazione e trasparenza. Al centro si conferma il valore della prossimità, nel Dna delle imprese distributive che costituiscono D.IT.

La Mdd

Un ruolo centrale nello sviluppo di D.IT è destinato a giocarlo la Mdd, oggetto di un articolato progetto di rilancio che mira, da un lato, a rafforzare la brand awareness delle insegne del Gruppo e, dall’altro, a valorizzare un’attenta segmentazione dei prodotti, in linea con gli attuali trend di consumo. Il tutto attraverso una scrupolosa selezione di circa 200 fornitori (spesso piccoli produttori) accomunati da doti di flessibilità e capacità produttiva tale da poter rispondere efficacemente alle necessità dell’insegna, sempre con una forte attenzione alla qualità. Valori tradotti in una revisione qualitativa e nel restyling grafico teso proprio a comunicare il nuovo posizionamento.

E così le linee mainstream, un ampio assortimento di prodotti food e non food con un eccellente rapporto qualità/prezzo, mettono in evidenza i loghi delle insegne Sigma, Sisa e Coal, protagoniste della comunicazione on pack. Negli obiettivi di D.IT le linee mainstream conteranno complessivamente per tutte le insegne circa 2.000 referenze. Sulla scia del trend di crescita di tutti i segmenti specialistici della Mdd, D.IT propone tre linee trasversali alle insegne del Gruppo: Equilibrio & Piacere, per chi vuole mangiare sano senza rinunciare al gusto, coniugando bontà e benessere (circa 80 prodotti); VerdeMio, una proposta consapevole per un target sensibile ai temi legati al rispetto dell’ambiente (circa 100 referenze); Gusto & Passione, la linea premium che propone una selezione di eccellenze e tipicità del territorio (150 prodotti).

A queste si affianca il rilancio di Primo, lo storico brand primo prezzo, che diventa trasversale a tutte le insegne della Centrale, proponendo un centinaio di prodotti.

La comunicazione

Per le campagne di comunicazione istituzionale, D.IT ha messo al centro da subito i valori di fiducia, familiarità, vicinanza, relazione, del tutto coerenti con il proprio posizionamento, scommettendo sulle potenzialità del digital e pianificando quindi siti web legati alla cucina e al mondo femminile e implementando un sistema ad hoc attraverso una piattaforma di acquisto spazi in programmatic, che in real time propone offerte nel mercato globale del web, in base alla profilazione richiesta.

Per l’ultimo bimestre del 2018, il Gruppo ha deciso di intensificare la propria presenza sui media tradizionali, ovvero radio, tv e materiali in store che illustrano le nuove linee di prodotto a marchio. Nel frattempo, sono stati completamente ripensati i portali www.supersigma.com e www.supersisa.com che, attraverso una nuova veste grafica, contenuti originali e di forte impatto, pongono al centro il punto vendita. Rilanciati infine anche i magazine Prèmiaty e Sorrisi, che si propongono ai “navigatori” anche in una versione digitale disponibile online.

“Gli obiettivi per il prossimo anno – commenta Alessandro Camattari, Direttore Commerciale e Marketing di D.IT – vanno ricercati innanzitutto nel consolidamento della base sociale attorno a valori, vision e progetti comuni. Stiamo infatti organizzando i servizi di Centrale per sviluppare progetti di valore, che andranno dal rafforzamento della Mdd alla start-up del progetto di CRM, dalla nuova immagine dei pdv al coinvolgimento della Idm in nuove iniziative. Il tutto senza dimenticare il costante supporto ai soci nello sviluppare sinergie a livello locale. Ne parleremo nell’evento B2B rivolto ai nostri stakeholder, al momento in preparazione e in programma entro fine anno”.

Transazioni digitali per tutti, senza banca: MyPos punta all’Italia e apre uno store a Milano

Consentire la gestione di transazioni digitali come fossero contanti alle piccole e medie imprese, negozi, parrucchieri, bar, ristoranti, professionisti freelance, insomma il cuore produttivo del Belpaese, senza passare dalle banche: è questo l’obiettivo di myPos, realtà britannica in Italia dal 2014 che ha aperto ieri a MIlano il suo primo punto vendita, quarto in Europa dopo Londra, Amsterdam e Sofia.

La scarsa digitalizzazione dei pagamenti nel nostro Paese tradisce una difficoltà di molte piccole imprese ad accettare pagamenti non in contanti. myPos propone un terminale per accettare pagamenti con carte magnetiche, chip e dispositivi contactless come smartphone e altri device nel modo più efficace e conveniente su ogni canale (sia sul punto vendita che online o tramite mobile) e di gestire i loro flussi di cassa senza fare affidamento su istituti bancari tradizionali.

I vantaggi li spiega il country manager Massimo Terreni: “Siamo l’unica realtà che accredita immediatamente sul conto gli importi delle transazioni, quando normalmente tramite banca sono necessari da tre a cinque giorni lavorativi. Non abbiamo un canone mensile, il Pos si acquista una volta sola e poi c’è un costo sulla transazione che sostanzialmemte dipende dai volumi delle vendite”.

Oltre al Pos, sono disponibili gratuitamente alcuni servizi aggiuntivi, tra cui la richiesta di pagamento al cliente non in negozio tramite e-mail o sms con un link per effetturlo, la gestione di gift card, la possibilità di ricaricare schede telefoniche, il sistema per l’accredito delle mance, la pre-autorizzazione.

Il negozio di Milano in corso Europa 11 “è, più che un luogo di vendita, un experience store, un posto dove venire a provare i terminali, chiedere informazioni. Vogliamo anche far capire come funziona il mondo delle transazioni ai piccoli esercenti, che spesso li vedono come un problema piuttosto che come un’opportunità, tanto che stiamo anche pensando di organizzare dei workshop” dice Terreni.

Ambiziosi i progetti sul nostro Paese: “vogliamo arrrivare a 100mila clienti in quattro anni, e aprire nuovi store a Roma, Napoli, Firenze, forse in Sicilia”. Il Centro-Sud al momento è infatti l’area del Paese con il maggior numero di clienti.

 

Starter kit in un box

L’offerta (contenuta in un box con prezzi che, a seconda del tipo di Pos, vanno dai 99 ai 349 euro + iva) comprende un POS di nuova generazione con una connessione 24/7, l’integrazione online e una carta di credito gratuita appoggiata a un relativo conto online myPOS che offre tutte le funzionalità di un conto tradizionale, gestibile completamente anche tramite App. Insieme all’acquisto di un terminale POS sono compresi una carta di debito VISA Business gratuita e un conto business online dove vengono accreditati i fondi dai pagamenti accettati in pochi secondi. Il tutto è attivabile in  10-15 minuti.

Tutti i terminali POS sono mobili e dispongono di una propria SIM card completamente gratuita per la connessione a Internet in tutta Europa. Il sistema infatti può funzionare ovunque all’interno dell’area SEPA, e può essere facilmente spostato, in caso di necessità (ad esempio per partecipare a fiere al’estero) in altri Paesi senza ulteriori passaggi burocratici.

“Abbiamo creato myPOS con l’obiettivo specifico di consentire alle imprese indipendenti di qualsiasi dimensione e tipologia l’utilizzo di soluzioni leader di mercato per il pagamento con carta. La nostra missione è porci al servizio del business – dice Christo Georgiev, Ceo e Founder di myPOS -. Siamo molto felici di arrivare qui a Milano con il nostro primo store in Italia, un Paese che riteniamo strategico, ricco di bellissime realtà imprenditoriali che speriamo di sostenere. In un mercato ormai interamente connesso, la digitalizzazione è un asset cruciale e la nostra offerta ne facilita davvero la diffusione.”

myPOS è utilizzato da oltre 55.000 imprese in Europa (di cui 12mila in Italia, secondo mercato dopo l’Olanda) con un risparmio previsto di oltre 10 milioni di euro in tasse e commissioni. Le prossime aperture di negozi sono previste a Parigi, Zurigo, Barcellona e Anversa.

 

 

Gruppo San Benedetto primo in Italia nel beverage analcolico

La sede del gruppo San Benedetto.

La conferma arriva da GlobalData: Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. conferma per il terzo anno consecutivo il primato a volume in Italia nel mercato del beverage analcolico, consolidando con il brand San Benedetto la leadership nei mercati Acqua Minerale, Tè freddo e Bibite Gassate Non-Cola Low Calorie Carbonates. Energade, inoltre, continua ad essere il brand più venduto nella categoria Sport Drinks.
GlobalData è una prestigiosa societàinternazionale di ricerca e consulenza di mercato con sede principale a Londra, specialista nello studio e l’analisi dei mercati globali relativi all’industria delle. Il 2017 ha visto una crescita sensibile in alcuni settori.


Buone performance che vanno ad aggiungersi alla recente affermazione attribuita dal Reputation Institute: anche in questo caso, per il terzo anno consecutivo, San Benedetto èstata eletta azienda con la piùalta Reputazione in Italia nel settore del beverage analcolico nel 2017. 

Come ha sottolienato il Presidente del Gruppo, Enrico Zoppas, “dedichiamo molto tempo all’elaborazione di idee in grado di racchiudere tre concetti a noi molto chiari. Mi riferisco a ricerca, qualitàe sostenibilità. Abbiamo cercato di coniugarle al meglio dando vita ad un percorso di innovazione e sviluppo di cui siamo fieri. Ringrazio coloro i quali ogni giorno, con passione e dedizione, si dedicano alla vita aziendale consentendo a San Benedetto di affermarsi sempre piùe ottenere questi prestigiosi riconoscimenti”.

Nata nel 1956, Acqua Minerale San Benedetto S.p.A ., con un fatturato consolidato pari a 756 milioni di euro e con una presenza in 100 Paesi nei cinque continenti, èil Gruppo a capitale interamente italiano piùimportante nell’intero mercato del beverage analcolico.

Oltre ai vari brand San Benedetto appartengono al gruppo i marchi Antica Fonte della Salute, Acqua di Nepi, Guizza Pura di Roccia, Cutolo Rionero Fonte Atella, Aquavitamin, Schweppes, Guizza, Energade, Oasis e Ben’s Ginger Spritz.

Packaging: quando non è solo questione d’immagine

Packaging e prodotto sono due facce della stessa moneta, un legame approfondito nell’incontro: “Il Packaging design, progettare le nuove funzionalità del packaging tra creatività, efficienza e sostenibilità”. «Ogni volta che usiamo un prodotto – ha affermato Sonia Biondi, market & consumer understanding  business unit manager Doxa – il brand ci parla attraverso il pack. La grafica identifica la marca e rappresenta il contenuto. Se il pack resta un contenitore, oggi gli sono richieste ulteriori funzioni: riciclabilità, sostenibilità ambientale, rassicurazione».

«Il packaging – ha confermato Francesco Buschi, strategy director di Futurebrand – è una delle espressioni principali della marca e deve rispondere alle nuove tendenze di consumo, che stanno modificando il mondo delle marche. C’è un ritorno alla materia prima, ai processi produttivi: il prodotto torna in primo piano rispetto al momento di consumo».

Questi nuovi approcci obbligano le marche tradizionale a ricontestualizzare la propria immagine (loghi, codici di colore, grafiche…) e permettono a nuovi brand di entrare sul mercato giocando su questi valori e di essere rilevanti. «Alcuni trend si incrociano e si sovrappongono tra loro – ha sottolineato – la trasparenza va di pari passo col gusto e il concetto di premium; la nostalgia con l’artigianalità».

La trasparenza, intesa come massima semplificazione del messaggio, si traduce nella scelta di pack ed etichette trasparenti, che fanno diventare il prodotto protagonista. Le etichette raffigurano le materie prime, il retropack acquisisce importanza. «La comunicazione – ha proseguito – rassicura e argomenta. Non si nasconde nulla e si mostra tutto». Questi concetti vanno di pari passo con l’espressione di un nuovo concetto di valore, espresso in maniera più semplice e meno pomposa, usando codici di altri settori (come quello della profumeria) e immagini della tradizione.

La nostalgia gioca su codici vintage per creare emozioni, che fanno sembrare antichi anche nuovi prodotti. Questo aspetto va spesso di pari passo con l’artigianalità, ricreata attraverso pack unici. Il gusto, infine, viene esaltato attraverso colori, materiali e forme che lo rendono evidente anche attraverso la confezione. Anche il colore ha mutato il suo ruolo. «Per farsi notare – ha affermato –bisogna rompere i dogmi di colore. Il colore è il mezzo più semplice per aiutare il consumatore nella navigazione dello scaffale. Ma bisogna saper usare i codici giusti ed essere coerenti».

Il bianco che distingue

Chi ha saputo lavorare sul colore per modificare la propria immagine a scaffale è Molino Rossetto, le cui referenza si distinguono andando a formare una “macchia bianca”. « Le nostre più grandi innovazioni  – ha raccontato Caterina Gobbin, responsabile marketing di Molino Rossetto – sono nate analizzando uno scaffale vecchio, piccolo, monotono e poco accattivante e ascoltando e dialogando con il consumatore finale».

Negli anni l’azienda ha dapprima abbandonato i grandi formati per arrivare agli attuali pacchetti da 400-500 grammi, adatti alle nuove famiglie e che consentono un migliore sfruttamento dello spazio a scaffale. Poi sono stati introdotti i rivetti. «Questa soluzione – ha spiegato la Gobbin – è nata dalla necessità di gestire un numero sempre maggiore di referenze con lo stesso numero di macchine confezionatrici. Una soluzione dovuta ad una necessità di ottimizzare la produzione è diventata dunque un tratto distintivo».

Pack funzionali per i vegetali

Il mondo del vegetale non è insensibile alle nuove istanze. «Oggi gli individui hanno diverse dimensioni – ha affermato Giacomo Barasi, marketing manager fresh salads di Bonduelle Italia – socialità, individualismo, bilanciamento tra vita personale e professionale, wellness, attenzione al territorio… I vegetali incarnano tutti questi trend, declinandosi in varie modalità».

L’offerta di Bonduelle – tra fresco, conserve e surgelato – soddisfa tutte le esigenze, anche grazie alla corretta definizione del pack: vaschette pensate per il consumo dell’insalata in ufficio; buste riciclabili; pack microondabili; informazioni sulla traccibilità… «Ora la sfida per i pack della IV gamma – ha sottolineato –  è il pack più verde. Per lo sfuso sono obbligatori i sacchetti biodegradabili a pagamento. Credo che questo impatterà anche sul mondo della IV gamma».

Strategie per le pl

La private label non sta certo a guardare. «Il packaging – ha affermato Alessandra Manzato, group category manager di Conad – è il veicolo dello storytelling e la leva strategica per avvicinarsi ai bisogni dei clienti e vincere la sfida commerciale con l’Industria di Marca. Uno dei primi punti di contatto di una marca con i consumatori è il pack».

Conad ha scelto di accompagnare la segmentazione del portafoglio con la rivisitazione della propria identità visiva. «Abbiamo rifocalizzato l’attenzione sull’offerta – ha proseguito – mettendo il pack al centro. Per esempio, per la linea base Conad siamo partiti dalla margherita, nostra icona, per creare un’immagine forte, senza copiare i leader dei vari segmenti. Nella linea benessere PiacerSi, abbiamo scelto un linguaggio che trasmette dinamicità e modernità, mentre per Alimentum (gamma dedicata agli intolleranti) abbiamo cercato di trasmettere anche il gusto». 

Il coraggio di cambiare

La scelta di rompere gli schemi tradizionali è sempre coraggiosa, ma un cambiamento di immagine può influire sull’andamento di un prodotto e della categoria. «La scelta di usare per i baby food il pouch anziché il tradizionale vasetto – ha spiegato Olivia Erfurth, strategic account manager di Gualapack Group – ha permesso a una start up di raggiungere in pochi anni un fatturato superiore a 100 milioni di dollari e la stessa scelta da parte di una multinazionale in Costa Rica ha invertito i trend di mercato. I megatrend da seguire sono la riciclabilità, la crescita dell’eCommerce, le nuove abitudini alimentari e la praticità per il consumo fuori casa. Il pack flessibile può permettere anche alle icone classiche di cambiare e di fare tendenza».

di Elena Consonni

Mutti, 2017 a +13,5%, è iniziata la trasformazione del pomodoro 2018

Continua a crescere Mutti, consolidando nel 2017 un fatturato nettissimo di 260 milioni di euro con un incremento del 13,5% rispetto all’anno precedente.

Nei giorni scorsi, il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Mutti ha ratificato i risultati del bilancio di esercizio 2017, che mostrano un andamento molto favorevole per l’azienda, primo gruppo italiano nella trasformazione del pomodoro. In particolare i dati evidenziano come l’Azienda di Parma continui a crescere, come ha sempre fatto negli ultimi vent’anni, chiudendo il 2017 con un fatturato nettissimo di 260 milioni di euro, con un incremento del 13,5% rispetto all’anno precedente.

Durante la scorsa campagna, il Gruppo ha trasformato 558mila tonnellate di pomodoro fresco, di cui 298mila nello stabilimento parmense e 60mila in quello di Fiordagosto, registrando un incremento significativo della performance produttiva, cresciuta del 9,1% rispetto al 2016. A queste, si aggiungono 200mila tonnellate che sono state trasformate nel nuovo stabilimento di Collecchio Pomodoro 43044, acquisito nel novembre 2017 e il cui ramo d’azienda era stato affittato proprio da Mutti per garantire l’avvio della campagna all’ex Co.Pad.Or, un’importante realtà produttiva del territorio emiliano.

 

Primi in Italia

Mutti si conferma leader di mercato in Italia e, in un comparto come quello dei derivati del pomodoro in lieve calo, continua il suo percorso molto positivo con una quota valore del 28,7%, in crescita di 0,5 punti, rafforzando ulteriormente la propria leadership sulle categorie Polpa, Passata, Concentrato e Specialità e cresce anche su quella dei Pelati, in cui guadagna 0,5 punti.
Anche nella categoria Sughi, Mutti cresce ottenendo un incremento di 0,5 punti in quota valore e attestandosi come terzo player del mercato. L’Azienda parmigiana, che sta fortemente investendo in innovazione di prodotto con l’obiettivo di raggiungere nuovi consumatori e rispondere alle loro esigenze alimentari, registra un forte successo nel segmento delle Salse pronte di pomodoro: la Salsa Datterini Mutti èinfatti la prima nel mercato Italia in termini di rotazioni e il recente lancio della Salsa Ciliegini ha portato ulteriore dinamismo nel segmento.
Anche nel corso del 2017, in continuitàcon l’anno precedente, i risultati del Gruppo Mutti mostrano una considerevole crescita delle vendite della filiale francese con una crescita a volume del 19,2%, che alla fine dell’anno ha permesso la conquista della leadership di mercato. Un importante risultato che consolida la posizione di Mutti come marca di riferimento del comparto rosso a livello europeo.
A contribuire a questo percorso di internazionalizzazione della qualitàMade in Italy del pomodoro, si aggiunge la forte crescita anche delle vendite e delle quote di mercato in Germania e nei Paesi Scandinavi, dove la marca si consolida come leader di mercato e aumenta i suoi investimenti in comunicazione. Si riscontra un trend positivo di crescita anche in altri importanti mercati esteri, quali ad esempio Australia, Canada e Israele.
Mutti èoggi presente in 95 Paesi del mondo, con un export che pesa il 33% e che cresce di anno in anno a doppia cifra. All’inizio del 2018 è stata avviata anche l’attivitàdi Mutti US per l’ampliamento e la crescita del mercato americano.
“Possiamo affermare di aver raggiunto dei risultati soddisfacenti nel corso dell’ultimo anno, per questo continueremo ad investire per crescere e per generare valore, con l’obiettivo di accelerare il percorso di internazionalizzazione ed innovazione intrapreso, mantenendo quel forte radicamento territoriale che fa parte dei nostri valori” ha commentato Francesco Mutti, Amministratore Delegato di Mutti SpA.

Il who’s who della campagna di trasformazione 2018

Ed è partita da qualche giorno la campagna di trasformazione del pomodoro 2018, un momento decisivo per un’azienda che da oltre cent’anni produce pomodoro di qualità. Mutti collabora con quasi 700 aziende agricole, con cui stabilisce rapporti consolidati e di lungo periodo. Di queste, circa 440 conferiranno il pomodoro nello storico stabilimento di Montechiarugolo (PR), e piùdi 250 in Fiordagosto – in provincia di Salerno – il sito produttivo dedicato alle specialita tipiche del Sud, come i pelati e i pomodori ciliegini.
Lo stabilimento di Parma, che produce Polpa, Passata e Concentrato, ritirera pomodoro fresco coltivato prevalentemente in Emilia-Romagna, con quote minori da Lombardia, Veneto e Piemonte. Allo stabilimento di Salerno verra conferito pomodoro coltivato principalmente in Puglia nella provincia di Foggia e, in misura minore, in Basilicata e Campania.
Il pomodoro Mutti e infatti 100% italiano, proveniente da aree certificate – ad una distanza media di circa 130 chilometri dai siti produttivi – e rintracciabile fino all’azienda agricola e ai suoi relativi campi, secondo il principio di trasparenza dell’origine geografica del pomodoro che da sempre contraddistingue l’azienda.
In questo contesto di crescita, nel 2018 sono aumentate anche le assunzioni di personale stagionale all’interno degli stabilimenti, che coinvolgono circa 1200 persone. Quasi la meta e rappresentata da giovani studenti universitari, in un’etàcompresa tra i 18 e i 25 anni. In Mutti il pomodoro viene trasformato in poche ore dalla raccolta, per mantenere al massimo la freschezza e le caratteristiche naturali del frutto: questo richiede tempestivitàproduttiva e forte competenza in ogni fase del processo. Gli stagionali sono affiancati infatti dal personale fisso, oltre 500 persone, esperte e qualificate nel seguire con cura tutte le fasi del processo e nell’eseguire rigorosi controlli di qualita. Per questo l’azienda continua ad investire sulle proprie persone, e nel 2017 ha lanciato Mutti Campus, un nuovo progetto di formazione aziendale che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo delle competenze tecniche e manageriali delle proprie risorse e alla diffusione di una cultura organizzativa improntata alla costante ricerca della massima qualita.

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