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Comunicazione: la via del successo per rilanciare la brand equity

Comunicazione, Distribuzione, Marca: un trinomio composito, indagato nel corso dell’evento “Comunicazione. Distribuzione. Marca. L’Italia che riparte”, il primo appuntamento dell’edizione 2016 del Purple Program, organizzato da Mindshare sul mondo della comunicazione.

A proposito degli investimenti pubblicitari, Roberto Binaghi – Chairman&CEO di Mindshare evidenzia come dal 2007 a oggi ci sia stata una contrazione di circa il 29%, pari a una perdita di 3.000 milioni di euro in valore assoluto. Una cifra enorme che potrebbe corrispondere alla cancellazione del budget pubblicitario dell’Olanda. Oppure, a quella di 36 Barilla o di 37 Vodafone! I settori con il calo più spiccato sono quelli del FMCG, dell’Automotive e quello delle Telecomunicazioni. Andamento migliore per la distribuzione e per l’e-commerce.01

L’Italia, sul fronte emorragia di investimenti, è messa decisamente peggio rispetto a altre grandi nazione Europee come Uk, Germania e Francia.

Le aziende più in crisi

Il calo di investimenti più eclatante ha riguardato le aziende leader, che hanno perso il 40% (in altri termini, si potrebbe dire che hanno smesso di comunicare su 2,5 prodotti a testa!) e quelle più piccole (sotto il milione di euro di fatturato). Mentre quelle appartenenti alla fascia media hanno tenuto di più.

Il calo di investimenti e le sue cause

Un -29% di investimenti (ben 3.000 milioni di euro!) non è una cifra da poco. Per spiegarlo Binaghi ricorre a due indicatori: un calo dei consumi pari a – 5,6% e una deflazione della pubblicità pari a -12,6% (frutto di un combinato disposto di prezzo vero e proprio e di un nuovo mix di cespiti).

In questo modo, però, si raggiunge una quota del-18% che spiega solo la perdita di circa 2.000 milioni.

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Non rispondono dunque all’appello ben 1.000 milioni: che fine hanno fatto? In linea di massima si tratta di una cifra accantonata (ben oltre l’effettiva necessità) come riserva, per essere allocata altrove.

Quindi il problema risiede lì: nella ritrosia da parte delle aziende (che vanno al di là dell’opportuna prudenza) ad investire in comunicazione. Pertanto in futuro lo scenario potrebbe essere più roseo, solo se le aziende ritornassero a considerare il media come una leva strategica del loro marketing mix, e non una fonte dalla quale attingere.

È davvero un peccato” – ha commentato Binaghi – “che, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi, le grandi aziende in Italia non supportino adeguatamente le loro marche. Il pericolo di essere superate da competitor più lungimiranti, che appartengono alla fascia media del mercato, è tutt’altro che remoto.”

Questione di marca

In effetti la criticità più grossa è quella di riuscire a dare alla marca quel valore che il consumatore cerca con crescente insistenza. Una comunicazione appropriata, mirata, personalizzata, rinnovata e attualizzata, capace di parlare al nuovo universo valoriale dei consumatori, potrebbe sortire grandi risultati in questa direzione. Purtroppo, come sottolinea Livio Martucci Dir. Global Analytics&Consulting IRI, molte risorse vengono accantonate e sottratte ai media, per essere erroneamente convogliate in attività promozionali, quasi sempre puramente tattiche, che in linea non solo non premiano i leader di Marca, ma ne determinano pure una certa sofferenza dal punto di vista del fatturato.promo iri

 

L’universo mentale e lo spazio della marca

Per creare uno spazio in cui la marca possa riprendere a prosperare in sintonia con la nuova domanda, occorre attrarre l’attenzione del consumatore, accedere al suo spazio mentale. “Purtroppo – commenta dice Federico Capeci, CEO Kantar Consumer Insights – questa è una sfida sempre più difficile ed importante, come dimostrano i dati Millward Brown.”

spazio mentale

Per questo basare una strategia di comunicazione ed engagment su stereotipi, generalizzazioni o ansie da performance di breve periodo non è certo un buon inizio per creare esperienze di valore e ottenere in cambio il riconoscimento di un valore di marca.”

 

Idea Bellezza in partnership con Upim apre 40 nuove profumerie

Idea Bellezza, insegna leader da oltre trent’anni nel settore del beauty, apre in partnership con Upim  40 nuove profumerie: ad annunciarlo è Gargiulo & Maiello S.p.A., impresa socia di Gruppo VéGé.

L’accordo prevede appunto la realizzazione di oltre 40 nuove profumerie a marchio Idea Bellezza,  all’interno degli store Upim presenti su tutto il territorio nazionale.

NMastromartino“Siamo davvero molto orgogliosi di questa partnership, che è simbolo di un riconoscimento del nostro marchio” dichiara Alessandro Maiello, Amministratore Delegato di Idea Bellezza. “Essere presenti su tutto il territorio italiano consentirà di farci conoscere  in nuove realtà: lavoreremo a fianco di Upim –  come sempre al meglio – per soddisfare ogni giorno le esigenze dei clienti”.

“Come Gruppo VéGé siamo felici che l’impresa socia Gargiulo & Maiello abbia concluso questo importante accordo che permetterà al marchio Idea Bellezza di farsi conoscere anche a livello nazionale e di confermarsi come insegna italiana di riferimento per il mondo della profumeria.” Dichiara Nicola Mastromartino, Presidente di Gruppo VéGé.

Conad Adriatico continua a crescere e nel 2016 supererà il miliardo di fatturato

Conad Adriatico continua a crescere. E i dati di bilancio lo avevano già dimostrato: nel 2015 il fatturato è infatti cresciuto a 962,8 milioni di euro. Si parla, in pratica, di 37,3 milioni in più rispetto all’anno precedente (+4 %), e di una quota di mercato pari al 12,07 per cento con una presenza da leader in Abruzzo (24,5 per cento) e Molise (21,8 per cento) (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo, II° semestre 2015). L’utile è stato di 4,7 milioni di euro e il patrimonio netto si è attestato a 118 milioni di euro.

Risultati importanti anche fuori dall’Italia: in Albania – dove è presente dal 2006 – Conad Adriatico con 42 supermercati  (23.752 mq) ha infatti sviluppato un fatturato di 43,1 milioni di euro, in crescita del 21,6 per cento rispetto al 2014. Di segno più anche le previsioni per l’anno in corso: fatturato a 52 milioni di euro e ampliamento della rete vendita.

Spiega bene questo exploit il piano strategico finanziario di sviluppo 2015-2017 che prevede investimenti per 32 milioni di euro con 63 nuove aperture e 2 nuovi distributori di carburanti. Per l’anno in corso sono in programma 17 nuove aperture che dovrebbero portare il fatturato a superare il miliardo di euro.
“Ci ha premiato il nostro modello di autoimprenditorialità cooperativa basato sulla figura del socio; un modello vincente anche in una fase difficile per il Paese e i consumi”, sottolinea il direttore generale di Conad Adriatico Antonio Di Ferdinando. “Sono risultati che dipendono in larga misura dalla distintività del nostro fare business, dalla professionalità e competenza dei nostri soci imprenditori, sempre più integrati nelle comunità in seno alle quali operano. Il piano finanziario di sviluppo prevede investimenti per 15 milioni euro nel corso dell’anno, con nuove aperture, tra cui quella di un distributore di carburanti. A fine anno contiamo di superare il traguardo del miliardo di euro di fatturato”.

Beacon: proposte ad hoc per ciascun cliente. E un elevato livello di profilazione

Beacon, sempre più spesso sulla bocca di tutti, ma in effetti cosa sono e quali vantaggi possono apportare? Si tratta di devices compatti che sfruttano la tecnologia Bluetooth Low Energy e che, se posizionati in aree strategiche, permettono di erogare contenuti mirati (e con perfetto tempismo) sui dispositivi mobili (smartphone e tablet) degli utenti.

Luca Vajani_CEO AriesTechE lo spettro dei vari utilizzi è molto, molto ampio. “Gli usi della tecnologia Beacon, sono potenzialmente infiniti – spiega infatti Luca Vajani, CEO di Aries Tech, software house di Milano – grazie ad essa gli utenti vengono raggiunti da contenuti mirati nel luogo giusto e al momento giusto accompagnandoli nel loro processo di acquisto in modo attivo e fornendo contenuti esclusivi non usufruibili in altri modi. Marketing di prossimità, coupon e offerte, indoor mapping, guide turistiche e museali, servizi, analisi, domotica, sono solo alcune delle destinazioni d’uso delle applicazioni Beacon.”

I vantaggi

I Beacon, oltre a permettere ai retailers di raccogliere dati statistici importantissimi sulle abitudini dei consumatori, offrono una shopping experience nuova, arricchita, che non obbliga l’utente a effettuare ricerche o consultare volantini e brochure.

Tale tecnologia inoltre consuma pochissima batteria e non richiede la sincronizzazione col telefono ricevente ma invia un segnale continuo ricevuto dai telefoni entro un determinato raggio (da 10 cm a 70 mt), tutto quello serve è un’applicazione realizzata ad hoc, uno smartphone aggiornato e il bluetooth acceso.

“L’uso dei Beacon è sempre più diffuso – prosegue Luca Vajani, CEO di Aries Tech – e sono sempre più numerose le applicazioni che sfruttano questa tecnologia. Le più recenti statistiche infatti affermano che entro il 2018 solo negli Stati Uniti ci saranno 4,5 milioni di Beacon in uso di cui i 3/4 destinati al retail. I Beacon stanno rivoluzionando il marketing mobile e cambieranno il modo in cui i brand comunicheranno con il proprio target, basti pensare che il 67% degli italiani usa uno smartphone e, secondo un recente studio di Google, il 50% delle applicazioni installate svolgono un ruolo determinante nel processo di acquisto [Fonte: Google – Mobile app marketing insights 2015].

Vino: cresce l’attenzione per l’aspetto digitale del settore

Risulta sempre più digitalizzato il settore vinicolo, sia per quanto attiene all’info design dei siti che per i contenuti video. Maggior lavoro, invece, servirebbe sull’e-commerce, i social, la storytelling e la SEO.

Questi i dati salienti della terza edizione della ricerca condotta da FleishmanHillard, che ha analizzato nel mese di aprile 2016 la presenza e le attività online delle prime 26 aziende vinicole italiane per fatturato secondo l’ultima indagine Mediobanca.

Vediamo più nel dettaglio: nell’ultimo anno il 33% delle aziende ha migliorato la fruibilità dei propri siti grazie a una veste nuova e più internazionale, mentre 24 aziende su 26 offrono percorsi di navigazione almeno in due lingue.

Inoltre il 53% (vs il 18% nel 2015) lega la comunicazione del prodotto al territorio di appartenenza introducendo anche riferimenti a enoteche locali e percorsi esperienziali, risultati meno scoppiettanti, invece, per l’e-commerce proprietario utilizzato da 2 aziende su 26 (esattamente come lo scorso anno).

La classifica del 2016

Sul gradino più alto campeggia Compagnia De’ Frescobaldi, seguita da Mezzacorona; si conferma al terzo posto Masi Agricola mentre P. Antinori s’insedia al quarto. Chiude la top5 Cavit Cantina Agricoltori.

Schermata 2016-05-16 a 16.19.18Schermata 2016-05-16 a 16.19.43

I trend messi in luce dall’analisi dei principali attori del comparto – che secondo Coldiretti ha raggiunto nel 2015 il valore record di 9,7 miliardi di euro per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il massimo di sempre a 5,4 miliardi – evidenziano che:

  • Le aziende analizzate mostrano una in lieve crescita quantitativa dei principali social network: conduce la classifica Facebook, utilizzato da 19 aziende su 26 (+2 rispetto al 2015), seguito dalle 18 di YouTube (+1) e le 13 di Twitter (+1). Instagram vede la presenza di 8 aziende delle 26 prese in esame, in aumento rispetto lo scorso anno (+2).Schermata 2016-05-16 a 16.17.35
  • L’analisi della frequenza di aggiornamento ha evidenziato un calo per Facebook e Twitter. Nello specifico il 68,4% delle aziende con un account ha postato contenuti negli ultimi 7 giorni contro il 76% del 2015, per Twitter invece il 31% delle aziende con un account ha twittato quotidianamente contro il 66% del 2015. Per YouTube, interessante come il 27,7% delle aziende con un account ha pubblicato video nell’ultimo mese contro il 17,6% del 2015 mentre il 70% delle aziende che possiedono un account Instagram aggiorna i contenuti con cadenza almeno settimanale.Schermata 2016-05-16 a 16.16.59
  • Wikipedia, spesso tra i primi risultati offerti ai navigatori dai motori di ricerca, risulta ancora scarsamente utilizzata, solo da 3 aziende su 26. Le voci Wikipedia spesso possono avere un ruolo importante per completare le informazioni su azienda, prodotti e territorialità.
  •  Il 33% delle aziende censite ha migliorato negli ultimi 12 mesi l’info design dei propri siti consentendo un migliore incontro tra brand e consumatori. Tutti i siti sono fruibili da dispositivi mobile.
  • Aumenta sensibilmente – dal 18% del 2015 al 53% del 2016 – il riferimento al territorio, inclusi enoteche, degustazioni e canali commerciali consigliati.
  • In particolare, le aziende di Trentino Alto Adige, Toscana, Veneto e Piemonte si sono focalizzate sulla trasformazione del percorso di acquisto in una vera e propria esperienza del vino, vissuta non più come sola degustazione ma come vero e proprio turismo enogastronomico.Schermata 2016-05-16 a 16.18.37
  • Quasi tutte le aziende (24 su 26) presentano contenuti fruibili in almeno 2 lingue. Italiano, Inglese e Tedesco quelle più utilizzate. Solo 1 azienda offre contenuti in cinese.
  • Non migliora, anzi peggiora leggermente, il numero di “link-in” (cioè di siti esterni che rimandano al website aziendale) mentre rimangono invariati i Page-rank. Entrambi sono importanti in ottica SEO (Search Engine Optimization).
  • Le piattaforme e-commerce dirette sono ancora per pochi (2 su 26), dato invariato rispetto al 2015.

iS AutoPeg di Checkpoint Systems soluzione antifurto adottata da 3mila pdv

Piccola, facilmente rimovibile alle casse, consente di leggere e maneggiare la confezione agevolmente ed è ideale per quei prodotti a libero servizio come le lamette da barba che però sono tipicamente oggetto di furto: è l’etichetta iS AutoPeg di Checkpoint Systems, adottata in più di 3.000 punti vendita per proteggere le lamette Gillette di Procter & Gamble.

Progettata per tutti quei prodotti ad alto rischio di furto che sono esposti al libero servizio a broche, si applica velocemente e in modo sicuro sia alle confezioni con singolo che con doppio foro,.

Un modo per rendere prodotti di largo consumo facilmente accessibili per i clienti che non troveranno scaffali vuoti o non dovranno chiedere il prodotto al personale. L’etichetta occupa poco spazio, è facile verificare la sua corretta applicazione, permette al cliente di toccare e leggere le informazioni sul prodotto ed offre uno sguardo di insieme dell’esposizione migliore per la categoria di prodotto. 

«Abbiamo lavorato insieme ai retailer e a Checkpoint per sviluppare l’etichetta iS AutoPeg, che può essere personalizzata per essere applicate alle lamette da barba cosicché siano liberamente disponibili al cliente con una libera esposizione. L’elevata efficacia dell’etichetta iS AutoPeg, nel rendere disponibile il prodotto, è stata provata e prevediamo di ampliare l’utilizzo della stessa da 7.000 a 10.000 punti vendita a partire da giugno 2016» ha commentato Shawn Evans, Shave On Shelf Availability Leader, North America, per Procter & Gamble.

 

S.Bernardo mette tutti d’accordo, lanciando il suo The Bio in acqua minerale

Non solo acqua: S.Bernardo, infatti, fa il suo ingresso nel mercato delle bevande portando sugli scaffali dei supermercati e nei migliori bar e locali il suo The Bio in acqua minerale. Un vero e proprio debutto, in occasione del 90° compleanno dell’azienda che si affaccia sul mercato nazionale nelle vesti di produttore di una bevanda diversa dalla sua celebre e leggerissima acqua, che sgorga dalle Alpi Marittime.

La preparazione del The Bio in acqua minerale è stata studiata dagli esperti R&D del Gruppo Montecristo. La ricetta del The Bio S.Bernardo è molto semplice e realizzata con pochi ingredienti, tutti provenienti da agricoltura biologica: estratto di The Nero biologico, acqua minerale naturale, zucchero d’uva, e vero succo di frutta, per conferire il classico sapore al limone e alla pesca, i due gusti che da sempre hanno maggiore appeal sui consumatori.

I FORMATI

Alla Gdo S.Bernardo propone la bottiglia da un litro e mezzo, adatta per il consumo a tavola, per tutta la famiglia, mentre per al settore Horeca ha riservato, in esclusiva, la pratica bottiglia da 50 cl. sempre in Pet.

TheBio1,5PescaIL PACKAGING
Per quanto riguarda il packaging, per il The Bio, Acqua S.Bernardo non ha voluto rinunciare alle sue gocce, le bottiglie che hanno reso S.Bernardo famosa nel mondo. La forma della classica bottiglia di design, ideata da Giugiaro è stata ripensata nella sua versione Pet, sia da un litro e mezzo sia da mezzo litro, mantenendo l’esperienza sensoriale delle inconfondibili Gocce in rilievo. Nuova anche la grafica delle etichette delle bottiglie (verde dominante per il gusto limone e marrone per il The alla pesca).

LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA
La campagna pubblicitaria per il lancio del The Bio S.Bernardo è stata firmata dall’agenzia “Banale & Lamponi”. La strategia della campagna, condivisa con lo staff marketing del Gruppo Montecristo (che ha acquisito S.Bernardo da Nestlè esattamente un anno fa), parte da un insight molto semplice: Il biologico non è una cosa per pochi. Nel visual, il concetto si traduce nella rappresentazione di personaggi con caratteri e comportamenti agli antipodi, ma che – grazie a qualche sorso del The Bio S.Bernardo – andranno invece d’amore e d’accordo. Come, infatti, chiosa il claim: “Il The che mette tutti d’accordo”. La campagna sulla stampa è stata giocata su venti immagini differenti, ciascuna con una diversa coppia di personaggi.

Sono anche previsti: uno spot radiofonico sui principali network privati a livello nazionale, una campagna “on the road” (le immagini vestiranno infatti le livree dei mezzi pubblici di alcune grandi città italiane: Milano, Torino, Bologna, Firenze e Genova) e una programmazione pubblicitaria sui media online.

Montana “racconta” a Cibus le ultime tendenze in fatto di hamburger

Montana porta a Cibus le ultima tendenze in fatto di hamburger. Come la nuova linea Hamburger Gourmet, realizzata con una ricetta semplice, gustosa e senza glutine, con carne al 100% da allevamenti italiani.

Altra novità assoluta riguarda il Supergburger in skin. Una confezione innovativa che offre il vantaggio di allungare i tempi di conservazione mantenendo inalterata la qualità della carne; conferisce maggiore tenerezza alla carne consentendo il proseguimento della frollatura in assenza di ossigeno; riduce gli spazi di ingombro in frigorifero e, infine, è completamente riciclabile.

Performances di gusto
Entrambi i prodotti sono stati al centro di un Live Cooking Show dello Chef Sergio Ferrarini, responsabile Ricerca, sviluppo e formazione Prodotto della Marr, che ha preparato due ricette dedicate: Miniburger con formaggio nel minipanino e Maxiburger con verdure.

Rovagnati rinnova l’immagine della sua linea “Affettati Firmati”

ROVAGNATI rinnova l’immagine della sua linea “Affettati Firmati” lanciata nel 2013. Il nuovo restyling prevede, oltre al rifacimento grafico, anche il cambio del naming da AFFETTATI FIRMATI ad I FIRMATI.

L’idea del progetto di rilancio grafico dell’intera linea nasce dall’obiettivo di ROVAGNATI di comunicare più chiaramente il posizionamento premium della sua gamma di affettati attraverso un’immagine in grado di veicolare in modo immediato i valori del brand: tradizione, genuinità e attenzione alla materia prima.

Essenziale, elegante e pulita, la nuova veste grafica è caratterizzata da linee semplici e dalla predominanza del colore rosso, sinonimo della passione che da sempre guida ROVAGNATI nella realizzazione dei suoi salumi. Elementi che contribuiscono a mettere in risalto la marca ROVAGNATI nel banco del fresco e a migliorare la riconoscibilità dei prodotti da parte del consumatore fedele.

La nuova linea I FIRMATI si presenta con un’ampia gamma di salumi: prosciutto cotto 120 g, crudo 100 g, speck 100 g, cotto rustico 120 g, bresaola 80 g, salame 90 g, mortadella 120 g. Ciascuna referenza è presentata in pratiche vaschette per preservare la fragranza, aroma e freschezza dei salumi appena affettati.

I FIRMATI di ROVAGNATI sono disponibili nel banco frigo degli store della grande distribuzione.

Acqua Minerale San Benedetto celebra il suo 60° compleanno con una grande mostra

Acqua Minerale San Benedetto S.p.A., che nel 2016 taglia l’importante traguardo dei 60 anni, ha celebrato la ricorrenza presso i prestigiosi spazi espositivi dell’Università Cà Foscari, dove è stata inaugurata la mostra dedicata alla storia del Gruppo di Scorzé, dal titolo “Un futuro nato da una grande storia”. Grandissima la partecipazione da parte di autorità locali e nazionali che hanno voluto omaggiare l’Azienda e il suo Presidente, Enrico Zoppas, in un giorno così importante. La mostra, che sarà aperta al pubblico dall’11 al 16 maggio con ingresso gratuito e replicata dall’11 al 19 giugno a Milano, presso il Museo della Scienza e della Tecnologia, è stata concepita anche come un’occasione per documentare il successo di un’idea oltre che per ringraziare le persone che da 60 anni, con passione e impegno, costruiscono ogni giorno il futuro di San Benedetto.

Il percorso è stato declinato in aree tematiche, sviluppate attraverso documenti, immagini e contributi video, che raccontano le vicende dell’Azienda veneta sin dalla sua nascita, a metà degli anni ‘50. Dall’innovazione intesa come valore, che ha permesso la realizzazione di progetti all’avanguardia, alle grandi partnership internazionali, che hanno reso San Benedetto player in tutto il mondo. Il materiale di repertorio in esposizione evidenzia l’impegno che da sempre l’Azienda mostra su più fronti: l’ambiente, certificato dall’accordo con il Ministero dell’Ambiente; l’innovazione, tecnologica e di servizio, di prodotto e di processi produttivi; l’espansione internazionale cui si affiancano i continui investimenti in Italia; la comunicazione, come testimoniano le campagne pubblicitarie, in particolar modo l’ultima che ha per protagonista la super top model Cindy Crawford; l’attenzione continua per il consumatore che ha permesso a San Benedetto di interpretare e anticipare negli anni il cambio delle abitudini di consumo.

Presentazione LibroLa cerimonia d’inaugurazione è stata l’occasione per presentare “Un lungo sorso di freschezza”, il libro edito da Mondadori, creato per lasciare una testimonianza indelebile di un momento storico così importante per l’Azienda. Con i testi di Luca Masia e la prefazione di una firma d’eccellenza del giornalismo italiano, Ferruccio De Bortoli, la monografia, attraverso foto e materiali sapientemente recuperati dagli archivi, descrive la storia del più grande Gruppo Italiano nel settore delle bevande analcoliche. Un caso di successo dove, l’innovazione tecnologica e l’applicazione “precoce” dei principali strumenti di marketing strategico hanno consentito delle evoluzioni importanti del mercato, in primis quello del beverage analcolico,  ritenuto poco incline al cambiamento.

Il libro valorizza documenti d’epoca alternandoli ad immagini di attualità: segno di un’attitudine dell’Azienda ad essere sempre all’avanguardia nei sistemi di produzione e dei prodotti. Il concetto di lavoro, raccontato nei testi e nelle fotografie raccolte, viene esplicitato sottolineando in particolare il valore, l’impegno e la qualità delle persone che hanno fatto diventare San Benedetto l’Azienda di oggi.

L’evoluzione e la crescita costante, non hanno alterato la natura di San Benedetto e la propria componente valoriale: essere un’azienda familiare, legata al territorio e soprattutto attenta custode di una risorsa preziosa, l’acqua, che preserva grazie alla costante attenzione all’ambiente e alla sua tutela.

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