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Lush fa restyling in Buenos Aires a Milano: più ordine e focus sul prodotto

Scaffali in legno riciclato realizzato da artigiani locali tra Brescia e Bergamo, scuri per dare più risalto al prodotto, piastrelle bianche e fasce nere da cui risaltano i colori sgargianti dei saponi e delle confezioni, aria vintage, che richiama gli anni ’50 inglesi ma anche le vecchie cucine di campagna e il mondo del circo; esposizione “verticale” per categoria (prima era tutto un po’ mischiato); migliore utilizzo dello spazio e più chiarezza espositiva dovuta anche all’aumento delle referenze (200 nuove quest’anno su un totale di 300): sono queste le novità del nuovo corso di Lush, azienda inglese specializzata in cosmesi naturale che in Italia ha 30 pdv diretti e 6 in franchising.

Abbiamo visitato il punto vendita di corso Buenos Aires, il primo a Milano a “cambiare pelle”. In 35 mq tante sono le novità rispetto al passato. I primi negozi già vent’anni fa esibivano quel look shabby chic, legno chiaro riciclato, ceste, scritte a mano su lavagna che ormai vanno per la maggiore un po’ ovunque. Forse per questo l’azienda guidata da Mark Constatine ha deciso di differenziarsi e guardare avanti. Partito dal flagship di Oxford Street inaugurato lo scorso aprile, il restyling interesserà per ora la parte europea degli oltre 900 pdv Lush in 50 Paesi.

Alessandro Andreanelli, Amministratore Delegato di Lush Italia, ci ha spiegato il senso dell’operazione.
«Nel 2015 Lush ha celebrato il suo 20° anniversario e per festeggiare al meglio questa ricorrenza abbiamo inaugurato un imponente flagship store a Londra, nella centralissima Oxford Street. È il negozio Lush più grande al mondo, si sviluppa su tre piani e su una superficie di quasi 1.000 mq, e rappresenta l’emblema dell’innovazione del brand. A seguito dell’apertura di Oxford Street abbiamo avviato un progetto di restyling dei punti vendita in tutta Europa. Anche l’Italia si è allineata a questo progetto, che segue in tutto e per tutto il concept inaugurato con Oxford Street, a partire dal restyling del punto di vendita di Padova a settembre. Il nostro progetto accoglie in pieno la rinnovata filosofia del brand che si propone di coinvolgere sempre più il cliente anche a livello emotivo, accogliendolo in ambienti capaci di regalare una shopping experience unica e avvolgente».

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Nei negozi rinnovati, oltre all’estetica, i clienti troveranno altre novità e di che genere?
«Grazie al progetto di restyling ci poniamo l’obiettivo di comunicare, attraverso ogni più piccolo dettaglio nel punto vendita, i valori chiave che da 20 anni contraddistinguono Lush: lo spirito innovativo che si fonde alla forte artigianalità e alla costante attenzione all’ambiente, l’offerta di prodotti freschi, fatti a mano, 100% vegetariani, realizzati utilizzando materie prime equosolidali e rigorosamente non testati sugli animali. I nostri punti vendita vogliono coinvolgere i clienti in una shopping experience distintiva e si propongono di rappresentare e raccontare al meglio le peculiarità del brand: abbiamo inventato i nostri prodotti in maniera non tradizionale e offriamo ai clienti prodotti freschi e auto-conservanti in un’industria orientata a far durare i prodotti anni e anni. Con l’apertura di Oxford Street inoltre abbiamo introdotto quasi 60 nuovi prodotti, da rivisitazioni di prodotti iconici a vere e proprie innovazioni di settore, come ad esempio i dentifrici solidi e le gelatine da doccia».

VéGé si rafforza nel cura persona e casa con l’ingresso della campana Bava

Gruppo VéGé incrementa ulteriormente la propria presenza nel settore per la pulizia della casa e l’igiene della persona con l’ingresso tra le imprese socie di Bava Srl, ufficializzato in questi giorni ed effettivo dal prossimo 1 gennaio.

Bava Srl, con sede a Carinaro (Caserta), rappresenta uno degli operatori di maggior peso nella distribuzione all’ingrosso e al dettaglio di prodotti per l’Home e Personal Care, potendo contare su una rete commerciale articolata su 7 Pdv di proprietà a insegna FirstPoint, situati nel napoletano, e 60 in affiliazione con insegna Opportunity Shop, nonché su una rete vendita composta da 20 agenti che curano la distribuzione delle merci su circa il 70% del territorio nazionale, servendo i canali tradizionale e moderno e gli specializzati drug; il tutto supportato da un moderno polo logistico da 6.000 mq.

A ciò si è aggiunto, a fine 2014, l’ingresso nel canale e-commerce con il lancio dello shop online Spesa facile sito che riceve più di 5.000 visite giornaliere e conta su circa 1.000 contatti al giorno.

Azienda a conduzione familiare, Bava Srl è nata nel 1993 come grossista specializzato in prodotti per la pulizia della casa e l’igiene della persona. Il business aziendale ha poi conosciuto una crescita esponenziale sia in termini di espansione territoriale sia di giro d’affari, evolvendosi nella vendita all’ingrosso e al dettaglio, grazie all’esperienza nel settore della famiglia Bava e a format di vendita concepiti per garantire alla clientela un’esperienza di acquisto veloce, assistita e sempre di qualità in virtù di un grande assortimento proposto a prezzi competitivi. Oggi, infatti, l’Azienda tratta oltre 6.000 referenze delle migliori marche nelle categorie Home Care, Personal Care, Tissue e Pet-food.

Nielsen: innovazione di successo solo nell’1% dei casi

Solo l’1% dei lanci di nuovi prodotti è riuscito a consolidarsi sul mercato nel 2015 secondo il Breakthrough Innovation Report di Nielsen. Si tratta di un’analisi di 8.650 lanci di prodotto nell’Europa Occidentale. In valori assoluti significa che solo 86 prodotti hanno raggiunto il successo. In tutta Europa. In particolare, Italia e Spagna sono i mercati che si sono maggiormente distinti per il lancio di nuovi prodotti.

Birra, Caffè e Cibo Per Animali sono le categorie con il più alto tasso di innovatività, facendo rilevare un incremento del 20% su base annua di nuovi marchi nel triennio 2011-2014. A livello europeo, le vendite annuali di nuovi prodotti nello stesso periodo hanno fatto registrare un incremento di un punto percentuale.

Schermata 2015-12-09 alle 11.48.37Tuttavia le vendite per prodotto, se nel 2012 generavano un giro d’affari pari a 323 mila euro, nel 2014 lo stesso valore era pari a 262 mila euro. In questo senso, si legge nel report, si assiste a una crescita dei nuovi tentativi di lancio, ma a una perdita di efficacia degli stessi. L’87% delle vendite di nuovi prodotti, infatti, deriva solamente dal 20% dei marchi lanciati.

Che cosa definisce un prodotto “di successo”

Sono tre i criteri in base ai quali vengono classificati come “di successo” i lanci dei nuovi prodotti all’interno dello studio:

  • alto grado di innovazione (non un semplice remake);
  • fatturato generato di almeno 10 milioni di euro nel primo anno di commercializzazione;
  • produzione del 90% delle vendite nel secondo anno, rispetto a quelle registrate nel primo.

I vincitori del Breakthrough Innovation Report per l’anno in corso sono i seguenti prodotti:
–  Ariel 3 in 1 (detergenti)
– Cadbury: Dairy Milk Marvellous Creations (cioccolato)
– Die Limo: Von Granini (bevande)
– Dompé: (analgesici)
– Garnier: Fructis Schadenloscher (cura capelli)
– Garnier: Ultimate Blends (Nuova Formula-cura capelli)
– Nivea: Cellular Anti-Age (Cellule anti rughe-creme viso)
– L’Oréal Paris: Elvive Fibrology (cura capelli)
– Lay’s: Xtra (snack salati)
– Robinsons: Squash’d (bevande)
– Scholl: Velvet Smooth Express Pedi (cura dei piedi)
– Strongbow: Dark Fruit (bevande)
– Sure: Compressed (deodoranti)
– Tchibo: Barista (caffè)
– Tropicana: in Turchia (bevande)
– Vanish: Gold Oxi Action (detergenti)
– Volvic: Juicy (bevande)
– Yatecomo: (cibo)

«Tre su quattro dei nuovi lanci non riescono a raggiungere la soglia dei 140.000 Euro (100mila sterline) di fatturato nel corso dei primi dodici mesi di commercializzazione e spesso vengono esclusi dai distributori» spiega Marcin Penconek, Vice Presidente dell’Area Innovazione di Nielsen Europa e co-autore del report. «Il successo di prodotti innovativi è estremamente raro ma, nonostante ciò che generalmente si pensa, non avviene né per caso, né per fortuna, né per magia. Alla base delle scelte dei consumatori di acquistare un nuovo prodotto ci sono modelli di comportamento individuabili all’interno di uno schema predefinito e determinato».

Fattore chiave di innovazione, l’empatia con il consumatore

Per spiegare le ragioni di successo o meno dei lanci, il report utilizza l’approccio chiamato “Jobs Theory”, vale a dire parte dall’idea che le ragioni dell’acquisto non sono legate a specifiche variabili – come quelle demografiche, né agli attributi del prodotto, bensì al processo delle attività pianificate  per implementare i requisiti innovativi.

In merito alla Jobs Theory dichiara Penconek: «Si presuppone che il consumatore sia più che altro interessato a ‘testare’ i prodotti per verificare se questi sono in grado di apportare miglioramenti alla qualità della vita. I casi di innovazioni riusciti dimostrano che l’empatia è il fattore chiave, ovvero la capacità di intercettare quei bisogni e quelle esigenze del consumatore lasciate inevase dal mercato. Le innovazioni di successo agiscono in maniera precisa ed efficace a tale livello. Al cliente si deve comunicare secondo modalità che trovano nella semplicità la propria cifra distintiva, mettendolo in grado di individuare nel prodotto una risposta al proprio bisogno. In altre parole, occorre trasmettere i contenuti innovativi in modo tale che li capisca anche un bimbo di otto anni».

Schermata 2015-12-09 alle 11.57.54Squash’d di Robinson ha identificato un’area di successo introducendo un cambiamento all’interno della categoria Squash, producendo un formato nuovo e trasportabile così da potere essere utilizzato anche fuori casa. Il prodotto ha generato un giro d’affari superiore a 15 milioni di euro.

 

 

Scholl’s Velvet Smooth Express Pedi è stato concepito dopo avere ascoltato Schermata 2015-12-09 alle 11.57.37le esigenze delle donne in merito alla cura del piede. La soluzione alla pelle secca è cambiata in 100 anni e ha condotto alla individuazione di quelli che si sono rivelati trattamenti nocivi. Scholl ha scoperto degli strumenti elettronici per ammorbidire la pelle del piede e ha implementato linee di produzione degli stessi in piccoli quantitativi che, dopo test che sono risultati positivi, ha lanciato in 48 Paesi.


Sure
ha prodotto confezioni di deodorante “compresso” utilizzando una nuova tecnologia. Il risultato è stata l’offerta sul mercato del prodotto più sostenibile all’interno della categoria Spray.
Schermata 2015-12-09 alle 11.58.13Il Vice Presidente di Unilever Mariano Sampietro ha dichiarato: «Abbiamo deciso di individuare le aree merceologiche (brand e categorie di prodotto) che da sempre hanno avuto un impatto negativo sull’ambiente e sulla società. Si è scoperto che il materiale più inquinante è l’alluminio delle confezioni, difficile da smaltire». Il nuovo prodotto contiene il 50% in meno di gas ed è stata applicata una riduzione di alluminio pari al 25%. La formula tecnologica è stata applicata a tutti i marchi di deodorante Unilever con l’obiettivo di condividere tra le aziende produttrici la scoperta, piuttosto che tenerla nascosta.

Schermata 2015-12-09 alle 11.59.49Mark Schulzig, responsabile per l’innovazione di Beiersdorf e artefice del lancio del marchio vincitore Nivea, si è espresso in questi termini: «L’elemento ‘magico’ che sta dietro ogni singola innovazione risiede prima di tutto nel bagaglio di informazioni che vengono reperite in merito al settore che si vuole esplorare. In secondo luogo la novità che viene immessa sul mercato deve comportare benefici facilmente percepibili e non semplicemente una nuova formula comunicativa. Terzo, occorre focalizzarsi su poche innovazioni per un lungo periodo, così da consolidarne le posizioni di mercato finchè non diventino un prodotto di successo. Nessun nuovo prodotto raccoglie buone posizioni nell’immediato, occorre un processo di attività a supporto distribuite nel tempo.  Infine, ciò che fa la differenza sono le persone che acquisteranno il prodotto: l’innovazione deve iniziare e finire sempre tenendo presente le esigenze del consumatore».

Ciminiera decorata per i 170 anni di Fratelli Branca Distillerie

Ci sono anche le 27 erbe e la celebre aquila di Fernet-Branca a colorare la skyline di Milano insieme alle luci dei grattacieli e alla Torre Branca. L’azienda milanese Fratelli Branca Distillerie, nell’anno dei suoi 170 anni, ha inaugurato una straordinaria opera di street art sulla ciminiera dello storico stabilimento di Milano, con il murale d’autore del collettivo artistico milanese Orticanoodles. La nuova ciminiera decorata richiama l’alchimia di erbe che hanno reso Fernet-Branca famoso in tutto il mondo e con i suoi 55 metri sarà il murale più alto d’Italia e uno dei più alti d’Europa.

Il progetto consolida il profondo legame di Branca con la città di Milano, rimasto immutato nonostante la vocazione globale dell’azienda e dei suoi prodotti esportati in tutto il mondo.

CiminieraBranca_03Anche l’opera di Orticanoodles (duo di streetartist conosciuti a livello internazionale) guarda sia alla tradizione, riprendendo elementi storici della comunicazione Branca, sia all’innovazione con l’utilizzo di colori accesi che ne accentuano lo stile contemporaneo.

«Fin dalla fondazione, Branca è stata pioniera dell’internazionalizzazione ma ha sempre conservato le proprie radici e il forte legame con Milano. Siamo infatti una delle poche aziende ad avere ancora uno stabilimento produttivo in città», ha commentato Niccolò Branca, Presidente e Ad di Fratelli Branca Distillerie. «Per questo, per i nostri 170 anni e in un importante momento di rinnovamento per Milano, abbiamo voluto promuovere un progetto artistico che arricchisse la città e chi la vive ogni giorno. Branca è stata pioniera nel campo della creatività fin dalla fondazione, e abbiamo voluto riaffermare questa nostra caratteristica distintiva rinnovando un elemento simbolo dell’architettura industriale per eccellenza, la ciminiera, usando uno dei linguaggi artistici simbolo della contemporaneità, la street art».

Gulliver entra nel Consorzio Sun, che si rafforza al Nord

Con l’ingresso di Alfi srl (supermercati Gulliver) di Casalnoceto cambia la fisionomia del Consorzio Sun (Supermercati uniti nazionali) che conta ora cinque soci: Magazzini Gabrielli di Ascoli Piceno, Cadoro di Venezia, Italmark (Italbrix) di Brescia, Gros Gruppo Romano Supermercati di Roma e quindi Alfi.

Il fatturato del consorzio, in costante crescita negli ultimi anni, grazie all’ingresso di Alfi raggiungerà i 2,51 miliardi di euro (stima di chiusura 2015). L’operazione permette a SUN di rendere ancor più capillare la propria presenza sul territorio, con 558 punti vendita per una superficie commerciale di 557 mila mq, in particolare nel nord Italia e di incrementare la quota di mercato a livello nazionale a oltre il 3%. Infatti il brand Gulliver è presente in quattro regioni, Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, e in sei province, Alessandria, Asti, Genova, Savona, Pavia, Piacenza. Ad avvantaggiarsi sarà anch il brand Consilia, che caratterizza i prodotti a marchio del Consorzio.

Alfi srl opera nel settore della moderna distribuzione organizzata da oltre cinquant’anni. Risale infatti al 1964 l’anno di costituzione dell’azienda che attualmente dispone di una serie di piattaforme, dislocate a Casalnoceto (Alessandria) dove è presente una piattaforma logistica di 29.700 mq mentre a Rivalta Scrivia è stata realizzata una piattaforma costituita da magazzini frigorifero per i surgelati che si sviluppano su una superficie di 1.200 mq. I cinquant’anni di storia sono stati caratterizzati da una costante espansione ed oggi la catena conta 1.137 collaboratori per un giro d’affari di 277 milioni di euro.

«Il Gruppo Sun – ha detto il presidente Marco Odolini – ha portato a termine un’operazione estremamente importante. Innanzitutto l’ingresso di Alfi ci permette di consolidare la nostra presenza nel nord Italia. Inoltre ci permette di migliorare ulteriormente la penetrazione commerciale del brand Consilia che è ormai un importante riferimento nelle scelte di acquisto dei nostri clienti e al contempo un “interlocutore” sempre più privilegiato per l’industria. Alfi ha sposato in pieno le nostre strategie e rappresenta un nuovo capitolo nella storia del Sun che vivrà sicuramente di altri importanti fasi di sviluppo sempre con partner che saranno in grado di condividere le nostre strategie e i nostri obiettivi».

La nuova compagine sociale del Gruppo Sun permette anche di rafforzare ulteriormente il ruolo della centrale di acquisto Esd Italia della quale fanno parte, oltre a SUN, anche Selex, Acqua e Sapone, Agorà e Aspiag.

I Cagliari Green Med Awards a Consorzio del Fiore Sardo, Matysha e Cepex

Premiare aziende o istituzioni che si sono particolarmente distinte nella promozione di produzioni agricole e alimentari tipicamente mediterranee: è questo il senso dei Green Med Awards. tenutisi a Cagliari lungo tre giorni di lavori che hanno visto la partecipazione di oltre cento aziende dell’agroalimentare dell’isola, buyers e relatori da 11 Paesi.

Dalla prima edizione, a Koper (Slovenia) nel 2008, i premi vengono attribuiti a una realtà che abbia fornito servizi di eccellenza (Best Service Provider), a un’azienda che si sia espressa ad alti livelli di qualità in una produzione tipica indipendentemente dalle quantità prodotte (Best Producer), e a un “campione” dell’export che abbia fatto conoscere i prodotti mediterranei nel mondo (Best Exporter).
Il premio Best Producer è andato al Consorzio di Tutela del Formaggio Fiore Sardo DOP “per la tipicità dei prodotti, portata al più alto livello qualitativo utilizzando i metodi tradizionali di produzione e stagionatura, l’attenzione alla valorizzazione del territorio, l’apertura al biologico e alle fasce dei nuovi consumatori, con formaggi anche a caglio vegetale derivato dal cardo”. Ha ritirato il premio la biologa Maria Cristina Dore per conto del presidente del Consorzio Salvatore Bussu, successivamente raggiunto da una delegazione nella sua azienda pastorale sugli altipiani di Macomer.

Il Best Service Provider per il migliore fornitore di servizi è andato al Centre de Promotion des Exportations Cepex di Tunisi. Questa la motivazione: “Gli Uffici del Cepex in Europa svolgono un ruolo assolutamente positivo nei rapporti economici e commerciali tra Unione Europea e Tunisia rappresentando per questo un elemento di dialogo e di stabilità tra Europa e Tunisia e quindi tra Costa Nord e Sud del Mediterraneo”.

Il Best Exporter, al miglior esportatore mediterraneo, è andato al Gruppo Matysha di Agadir, Marocco. “Matysha – si legge nella motivazione – è il primo produttore di pomodori del bacino del Mediterraneo, dell’Africa e del Medio Oriente ed è produttore ed esportatore di ortaggi e di agrumi. Ha raggiunto alti livelli di qualità, puntando sull’innovazione e sul rispetto dell’ambiente. Produce 40 mila tonnellate di pomodori e ne esporta oltre 30 mila tonnellate. È un esempio di efficienza e buona organizzazione”.
I premi sono stati consegnati nel corso della cena ufficiale del Forum da parte del presidente di Confcooperative Sardegna (principale partner territoriale dell’evento), Carlo Tedde. Nel corso del Forum si sono svolti 145 incontri business che hanno interessato le 5 principali filiere dell’agroalimentare sardo: formaggio, vino, ortofrutta, pane e olio. Tra i buyers italiani le catene Conad, Migross, Eurospin e Eataly, tra gli stranieri la catena londinese Marks&Spencer, oltre a importatori da Emirati Arabi, Corea del Sud, Russia, Polonia, Svezia, Repubblica Ceca e Spagna.

Apre il superstore Esselunga di Sassuolo: 3800 metri quadrati in classe energetica A

Esselunga riapre oggi il nuovo superstore di Sassuolo, un superstore di oltre 3800 metri quadri di superficie di vendita, dotato di un ampio parcheggio a raso e interrato in grado di ospitare circa 780 autoveicoli.

È l’ottava apertura del 2015 dopo quelle di Milano e provincia (3), Casale Monferrato (Al), Sesto Calende (Va), Soliera (Mo) e Corte Franca (Bs) ed è il 154° negozio dell’Azienda.

All’interno del nuovo negozio sono impegnati 153 dipendenti, di cui 36 nuove risorse residenti nel territorio.

Nell’ambito dei lavori per il rifacimento del superstore, nato nel 1994 e ora in classe energetica A, Esselunga ha riqualificato l’area comunale con alcune opere di urbanizzazione e adeguamento alla viabilità. In più sono stati donati e messi a dimora, in tre parchi cittadini, numerosi alberi.

A disposizione dei clienti, tutti i reparti che hanno contribuito al successo del marchio Esselunga: Frutta e Verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 450 prodotti; Pescheria, con personale dedicato che offre pesce fresco già pulito; Macelleria con banco assistito; Gastronomia e un vasto assortimento di vini con oltre 700 etichette, oltre al 116esimo forno dove i panettieri specializzati formati dalla “scuola dei mestieri” interna, offriranno ai clienti 18 varietà di pane fresco sfornato nell’intero arco della giornata. Alle casse, postazioni self scanning e self payment. Presente anche il bar Atlantic.

Mille Smart Fourfour per i vent’anni della carta Fidaty Esselunga, per la prima volta in TV

È una prima assoluta quella di Esselunga in TV,  per festeggiare con uno spot (curato da Armando Testa) I 20 anni della carta Fidaty. Già questa è una notizia, visto che all’interno dell spot fa capolino Bernardo Caprotti in persona che, discretamente, augura buon natale. Ma è il modo con cui Esselunga ha deciso di festeggiare l’anniversario di quella che è diventata sinonimo di carta fedeltà nel linguaggio comune ad avere dello straordinario.

Fino al 3 gennaio, infatti, I client Esselunga avranno la possibilità di vincere migliaia di premi: in palio 1.000 automobili smart forfour in edizione limitata che saranno assegnate attraverso 5 estrazioni settimanali.

Il montepremi supera i 22 milioni di euro, in assoluto il più ricco in Europa messo in palio nel mondo della grande distribuzione organizzata.

Oltre alle auto sono previste tutti i giorni vincite istantanee alla cassa: a disposizione 100.000 buoni spesa da 50 euro.

A Torino debutta Fiorfood, ovvero il supermercato con ristorazione di qualità secondo Coop

La Galleria San Federico a Torino, tra la stazione di Porta Nuova e le piazze San Carlo e Castello, non lontano da dove nacque nel 1854 la prima cooperativa di consumatori, ospita Fiorfood Coop,  un po’ supermercato di qualità e ristorante di altrettanta qualità, con libreria. Un centro di aggregazione e riferimento per torinesi e visitatori, che nei 1300 metri quadri su due livelli possono trovare il Fiorshop, il bistrot e il ristorante by La Credenza, il caffè Fiorfiore.

Fiorfood Coop esterno

Ernesto Dalle Rive, presidente di Nova Coop
Ernesto Dalle Rive, presidente di Nova Coop

«È un nuovo modello di negozio inteso come luogo da frequentare, da vivere, dove fare la spesa a prezzi convenienti e poterli degustare sapientemente preparati» afferma il presidente di Nova Coop Ernesto Dalle Rive. «È il primo di una serie di negozi che intendiamo aprire nei centri città della nostra regione, ma mi auguro che possa diventare un format anche per le altre Cooperative del sistema Coop. Nova Coop – prosegue – ha colto la sfida, anche economica, che questa iniziativa racchiude in sé, ritenendo che a questi anni di crisi si risponde con una forte capacità di innovazione e cogliendo l’opportunità del cambiamento. Siamo consapevoli che la crisi al termine ci ha consegnato un consumatore cambiato, più consapevole e frugale, più etico e più responsabile, più equilibrato. Ad esso ci rivovolgiano con tutto il portato dei valori racchiusi nei prodotti Coop che trovano la sintesi perfetta nel concetto di alta qualità accessibile a tutti, cui abbiamo voluto aggiungere il pay off Cibo ed emozioni».

Così Fiorfood, che ape i battenti il 3 dicembre, nasce per questo consumatore, per il quale la convenienza delle 2500 referenze a marchio Coop nelle varie linee incarna questi valori.

Il negozio, dicevamo, si sviluppa su due piani, con il Fiorshoop, dove oltre ai prodotti Coop sitroverano altri prodotti di eccellenza e quelli di Libera, e le aree ristorative affidate agli chef stellati Giovanni Grasso e Igor Macchia de La Credenza di San Maurizio Canavese, che preparano i piatti utilizzando i prodotti Coop con due formule: il ristorante e il bistrot, a prezzi accessibili, tanto che il vino è proposto agli stessi prezzi dello scaffale. Per chi ha fretta e per l’arco della giornata dal caffè all’aperitivo c’ė il bar Fiorfiore che serve anche centrifugati freschi di frutta e verdura. «Abbiamo stimato che i ricavi di Fiorfood arriveranno per il 55% dalla ristorazione e per il 45% dalla vendita», spiega Dalle Rive.

A far da ponte ai due corpi del negozio c’è lo spazio Lux, dove ritornano a Torino le Librerie Coop con 5000 titoli, ma con la possibilità di accedere a un catalogo di 100 mila titoli attraverso il servizio Bananarepublic, tramite schermo touch. Ma per il momento non è possibile l’acquisto online in negozio. Un piccolo neo, controbilanciato però da una idea fulminante del progettista Paolo Lucchetta, che ha inserito l’enoteca proprio nello spazio della libreria, dove poter spillare con i moderni dispenser il vino direttamente dalla bottiglia, portarsi il calice al tavolino e degustare il vino consultando un libro.

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Commentando il lavoro svolto, che ha visto l’impiego di materiali moderni ma con un richiamo alla tradizione, visto la storicità del luogo, Paolo Lucchetta di Retail Design afferma: «Questo progetto si inserisce nel tema della valorizzazione del patrimonio architettonico italiano. Progettare un format innovativo come Fiorfood su patrimoni dell’edilizia storica richiede la consapevolezza dell’esistente e la sensibilità nel cogliere le tracce del passato e inserirle in una dimensione di contemporaneità».

L’intervento, che ha richiesto un investimento da parte di Novacoop di 2 milioni di euro, si inserisce nel programma di riqualificazioni immobiliari Urban Up di Unipol, proprietario dell’area di Galleria San Federico, che l’ha commercializzata. «Con FioFood e la prossima apertura di un punto vendita H&M il processo di riqualificazione – afferma Massimiliano Morrone, responsabile  Asset & Management RE ed SGR Immobiliare di Unipol – può ritenersi concluso. Oggi Galleria San Federico torna ai torinesi forte della presenza di marchi importanti come è Fioffood Coop, Aspesi, Maont Blanc, Gucci, Ferragamo e Apple Store, solo per citarne alcuni».

«È una iniziativa innovativa e fuori dagli schemi tradizionali di Coop – riprende Dalle Rive – anche per come è stato progettato, facendo ricorso a un team di lavoro trasversale all’interno della cooperativa, che oggi è una delle più importanti imprese del Piemonte. Fedeli a questo ruolo, nei prossimi cinque anni investiremo 200 milioni di euro per la realizzazione di tre superiore in coerenza con questo punto vendita, il primo dei quali a Torino in Via Botticelli, un progetto che è stato iniziato vent’anni fa e che ha avuto continue interruzioni per questioni burocratiche. Questi investimenti prevedono 500 nuove assenzio che con l’indotto e le attività collegate potranno agevolmente raddoppiare».

Da Molino Rossetto i grani andini che fanno bene anche in Ecuador

La gamma dei grani andini proposta da Molino Rossetto per il canale retail si arricchisce di due novità: Fiocchi di Quinoa e Fiocchi di Amaranto, due prodotti dedicati alla prima colazione. Entrambi i pack, come quelli di tutta la linea (lievito madre, lievito madre integrale, preparati per pizza, chicchi di quinoa e farina di quinoa) sono personalizzati con il logo Oxfam, a testimoniare la scelta dell’azienda padovana di sostenere l’attività della onlus impegnata in programmi di sviluppo, interventi di emergenza, campagne di opinione e iniziative educative per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni.

In particolare Chiara Rossetto, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, lo scorso luglio ha viaggiato in Ecuador per visitare le comunità agricole di Cotacachi, con lo scopo di conoscere meglio gli antichi grani andini (a cominciare da quinoa e amaranto) e una realtà rurale in cui le donne svolgono un ruolo essenziale. A esse Oxfam ha fornito gli strumenti per lavorazione della terra e a loro si è rivolta, istruendole sulle pratiche agronomiche, commerciali e comunitarie. Ora sta creando una cooperativa di secondo livello per aumentare la capacità di accesso diretto al mercato. «Questa esperienza – commenta Chiara Rossetto – è stata un’importante occasione di scambio di know-how tra due culture lontane, che mi ha consentito di approfondire le mie conoscenze su alcuni cereali che l’Europa sta finalmente riscoprendo. Ho incontrato donne che lavorando duramente e che grazie a Oxfam hanno acquisito le conoscenze per diventare imprenditrici di se stesse e sviluppare piccoli commerci».

L’obiettivo della partnership con Oxfam è quello di realizzare un progetto di filiera per commercializzare in Italia – in edizione limitata – i raccolti delle donne coinvolte nel progetto Oxfam, un risultato di lungo periodo che prevede che la produzione sia tale da rendere l’importazione sostenibile anche economicamente, dopo aver soddisfatto il fabbisogno locale.

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