Una linea nuova di zecca, venduta in esclusiva nei 725 punti vendita MD ed LD e interamente dedicata al biologico: è “Bio”, la novità di Md appena arrivata nei punti vendita.
La nuova linea studiata per chi desidera seguire un’alimentazione sana e naturale, consiste in una grande varietà di prodotti che vanno dai condimenti, come l’olio extra vergine di oliva, ai prodotti freschi come le uova. Ma anche pasta e prodotti da forno, nettari e succhi di frutta, latte intero microfiltrato e yogurt bianco o al gusto frutta.
L’intera linea è sottoposta a continui controlli da parte di enti di certificazione come ICEA, CCPB, BIOS e BIOAGRICERT che garantiscono il rispetto delle norme e si aggiungono alle verifiche cui i prodotti sono sottoposti fin dall’origine da MD, da sempre biglietto da visita della freschezza e qualità di tutta l’offerta food.
La scelta di ampliare l’offerta anche verso prodotti di nicchia (seppur in costante incremento di vendita da oltre dieci anni) si inserisce nella strategia dell’insegna “ormai lontana dai canoni del discount ma sempre più marchio della buona spesa” e ricorda da vicino scelte simili intraprese da altri discounter come Lidl (vedi) e Aldi. MD con le insegne MD e LD nel 2014 ha realizzato oltre 2 miliardi di Euro di Fatturato, portando la propria quota di mercato al 15%
Un Bio Shop interamente dedicato ai prodotti biologici e naturali: è la novità di Pam Panorama che debutta a Roma all’interno dell’ipermercato Panorama di Lunghezza (Rm). Non un semplice corner, ma un vero e proprio “shop-in-the-shop” di 100 mq circa con personale dedicato che propone 1400 referenze tra carne, pesce, affettati, gastronomia, formaggi e derivati, bevande, snack dolci e salati, prodotti da forno, condimenti, pasta, riso, ma anche prodotti per la cosmesi naturale, prodotti per animali, referenze per l’igiene della casa e molti altri.
Il logo e il nome “Bio Shop” riprendono la comunicazione dei prodotti “Bio” a marchio Pam e Panorama, insegne che da tempo hanno dedicato specifici reparti al mondo del salutistico e del benessere accomunati anche in comunicazione dal payoff “Il benessere abita qui”.
Il nuovo progetto conferma l’interesse dell’insegna per il naturale ma anche il free-from, che ha portato all’apertura dei reparti “Veg&Veg” dedicati ai prodotti per Vegani e Vegetariani, mentre particolare cura è dedicata ai prodotti senza Glutine e senza Lattosio, cui sono dedicate intere sezioni dell’assortimento. Molti Supermercati Pam ed Ipermercati Panorama hanno attivato reparti “Bio” in tutta Italia, e diversi altri saranno inaugurati nel corso del 2016. A supporto del lancio di “Bio Shop”, Pam Panorama ha messo in campo una massiva attività di comunicazione con distribuzione di volantini, promozioni dedicate, affissioni, radio comunicati interni e altre iniziative dedicate che troveranno sviluppo nei prossimi mesi.
Continua il riposizionamento di Lidl che sempre più intende scrollarsi di dosso l’etichetta del discount e presentarsi come insegna dove trovare prodotti di qualità al giusto prezzo, toccando anche tematiche care al consumatore odierno: come la sostenibilità, ambientale e sociale. Dopo Olanda e Belgio, anche nel Regno Unito il retailer tedesco si è impegnato a vendere entro il 2016 solo banane certificate, da Fairtrade oppure dalla Rainforest Alliance. Una mossa già annunciata da Asdi, discounter “gemello” e compagno d’avventure, anch’esso tedesco, nell’ascesa alla distribuzione britannica.
Se insomma è ormai normale trovare sugli scaffali del discount tedesco pesce pescato con tecniche sostenibili, aragosta e filet mignon, ricette etniche e snack salutari, le certificazioni sembrano il modo migliore per guadagnarsi, una volta per tutte, la fiducia dei consumatori. Tanto che la stessa mossa è stata già annunciata anche per il caffè, che sarà interamente certificato entro il 2017.
Un lotto di crema di riso non gluten-free che, per un errore di confezionamento, potrebbe contenere farro (una varietà del frumento, e quindi con glutine) è stato richiamato dall’azienda Alce Nero dagli scaffali dei supermercati.
La notizia è comparsa sulla pagina Facebook di Alce Nero, ed è stata poi ripresa sui siti di Careffour e Coop. Il lotto “incriminato” è il 343/15 con data di scadenza 09/12/2016 della Crema di riso della linea Alce Nero Baby, che in realtà potrebbe contenere Crema di farro. Il pericolo riguarda naturalmente chi soffre di celiachia ed è quindi allergico al glutine mentre, in assenza di intolleranze, il prodotto può essere consumato senza alcun problemi.
Dalla pagina del social di Zukerberg l’azienda romagnola, specializzata nella produzione fa sapere che “È per noi importante, oltre a porgervi le nostre più sincere scuse per l’accaduto, raggiungervi in modo tempestivo mentre stiamo già provvedendo a ritirare l’intero lotto dalla distribuzione”.
seguono i riferimenti per chiedere informazione e rimborso del prodotto.
Master, azienda produttrice di gnocchi artigianali, purè di vere patate, spatzle e canederli, lancia quattro nuove referenze Bio e Vegane della linea Mamma Emma. Prodotti solo con ingredienti biologici e privi di latte e uova e pensati per chi segue uno stile di vita sana e una dieta priva di alimenti di origine e derivazione animale, gli Gnocchi vegani e gli Spatzle bio ora si aggiungono agli gnocchi di vere patate di Mamma Emma, passati uno ad uno sulla grattugia, proprio come vuole la tradizione. La dieta vegana anche in Italia segna un trend di crescita, sono infatti sempre più in aumento i consumatori che scelgono un’alimentazione cruelty free. E consapevole di questo profondo mutamento nelle abitudini alimentari degli italiani Master da anni si impegna nella formulazione di prodotti che sappiano combinare materie prime d’eccellenza e prive di contaminazioni animali a una lavorazione che ripercorra artigianalmente la più classica delle tradizioni. La linea Mamma Emma Vegan comprende gnocchi classici, al kamut e al farro realizzati solo con patate cotte al vapore con la buccia e gli Spatzle Bio, prodotti solo con spinaci in foglia 100% italiani.
Per Master investire nel bio significa intraprendere un percorso di ricerca e sviluppo che sappia garantire prodotti genuini, senza pesticidi e con materie prime naturali coltivate nel pieno rispetto della natura, e soprattutto del consumatore, oggi sempre più attento a scelte alimentari sane e consapevoli.
Il bio e il vegan è un comparto sempre più in espansione per Master, l’azienda produce 5,4 milioni di kg annui tra gnocchi e purè di vere patate, spatzle e canederli distribuiri per l’85% in Gdo, per il 10% nel dettaglio tradizionale e per il 5% nel canale Horeca. E il bio e il vegan già coprono il 10% dell’intero fatturato, mentre la linea Mamma Emma da sola riveste circa il 20% dei 13,5 milioni di euro del fatturato aziendale 2015.
Quanto vale il biologico nella grande distribuzione? Domanda di non poco conto, dato che bio e premium sono i comparti in crescita, anche nella Mdd. Secondo i dati Nielsen, presentati a Marca da Assobio, il biologico è un mercato che vale 863,8 milioni di euro in termini di vendite con un aumento nell’ultimo anno (novembre 2014 – novembre 2015) pari al 20%.
I prodotti più “gettonati”? Forse un po’ a sorpresa sono le uova (con un fatturato di oltre 61 milioni, +8,4% sull’anno precedente), al secondo posto le composte di frutta (oltre 60 milioni, +8,2%), alternativa “light” a confetture e marmellate. Al terzo posto le gallette di riso (sfiorano i 50 milioni, +21,4%) seguiti dalla frutta fresca (42 milioni, +12,4%). Oltre 37 milioni per i brick di bevande alla soia (+25,2%), 37 milioni per la pasta di semola (+29%), 35 per gli alimenti a base di soia (+37,3%), oltre 30 milioni di ortaggi (+8,3%), 29 milioni di latte fresco (+4,3%).
«In Gdo l’incremento medio in valore per le prime 15 categorie è del 18,6%, con un mimino del +4,3% per il latte e un massimo del +47,7% per l’olio extravergine d’oliva – dice Roberto Zanoni, presidente di AssoBio -. Dati molto positivi, certo, ma c’è ancora molto da fare. Il bio non deve rappresentare la nuova frontiera delle vendite; il bio è un sistema anche di valori, rappresenta un’agricoltura in grado di preservare l’ambiente, la biodiversità, capace di rispondere alle sfide globali e in questo modo deve essere considerato anche dalla Gdo. L’obiettivo è far comprendere agli operatori e ai consumatori il vero valore del bio, al di là del tema volumi e prezzi».
La Gdo è diventata dunque un canale importante. «Il mercato è in crescita e va tutelato – spiega Zanoni -. Riteniamo che tutti gli attori debbano confrontarsi, condividendo informazioni sulle criticità e utilizzando al meglio gli strumenti di cui noi ci siamo giù dotati, come i gruppi di lavoro tecnici sulle diverse produzioni, le piattaforme per la tracciabilità dei cereali e dell’olio sviluppate dalla nostra federazione interprofessionale FederBio per blindare qualità e integrità delle produzioni, linee guida e iniziative».
AssoBio chiede inoltre al ministero azioni volte all’informazione al pubblico che uniscano produttori e grande distribuzione. «In qualche Paese estero è già una realtà di estrema efficacia: una o più giornate nazionali del biologico in cui coinvolgere tutti gli operatori del settore, dagli agricoltori agli ipermercati, raccontando gli aspetti positivi della produzione biologica. Contiamo che il ministro Martina, da cui sono giunte parole di apprezzamento anche per la nostra presenza in Expo (sei impegnativi mesi di padiglione biologico) e Olivero, viceministro con delega all’agricoltura biologica ci diano una mano» conclude Roberto Pinton, segretario di AssoBio.
Benché qualche segnale di ripresa della fiducia inizi a fare capolino tra le rilevazioni ufficiali, gli italiani spendono meno: dal 2007 a oggi – dice il rapporto Coop 2015 – la crisi è costata 75 miliardi di euro di minori consumi. E le insegne delle distribuzione non hanno potuto che prenderne atto. Stretti tra la guerra dei prezzi sferrata dall’avanzata dei discount e l’offerta gourmand di operatori di fascia alta (si pensi ad Eataly), i principali gruppi del settore stanno quindi ridisegnando le proprie strategie. E in questo percorso – raccontano le stesse insegne a In Store – un ruolo centrale è recitato dalla marca privata che, dopo un 2014 complessivamente stagnante, quest’anno sembra avere ritrovato smalto. Le private label possono del resto contare su più frecce al proprio arco: consentono di compensare la ormai fortissima pressione promozionale, permettono di fidelizzare i clienti e, non ultimo, di creare una brand identity di marca. A patto però che siano approcciate in modo corretto. Il che, in buona sostanza, significa agire su più fronti.
Qualità & prezzo
Il primo aspetto da valutare – suggeriscono i player del settore – è rappresentato dal bilanciamento tra
Erica Fiore
le politiche di prezzo, la qualità e la varietà dei prodotti in catalogo. «La convenienza – spiega Erica Fiore, responsabile offerta, display e marca privata di Simply Italia – unita alla qualità dei prodotti e all’ampiezza dell’assortimento, rappresenta il driver principale per costruire un’architettura di categoria differenziante rispetto ai competitor, in linea con le aspettative del cliente e in grado di generare quei volumi necessari per costruire un circolo virtuoso di crescita. È però d’obbligo trovare un sano equilibrio: il prezzo da solo non basta, così come non basta soltanto la qualità se associata a un “out of pocket” troppo impegnativo per il consumatore. Allo stesso modo, è necessario cogliere i cambiamenti in atto nelle abitudini di consumo dei nostri clienti e costruire un assortimento in linea con questi trend». Una priorità, quest’ultima, condivisa anche da Mario La Viola, direttore marketing e format Crai Secom:
Mario La Viola
«A guidare deve essere un’attenta politica di category management. E in questa prospettiva è fondamentale saper leggere e intercettare le tendenze emergenti. Ovviamente la politica di pricing resta importante, ma – e ce lo stanno dicendo i consumatori – non rappresenta più il primo driver di scelta. Oggi il cliente pretende prodotti di sempre maggior qualità, capaci di garantire sicurezza e tracciabilità delle materie prime. Prodotti associati a servizi eccellenti. E, come detto, ci chiede grande attenzione verso i nuove trend».
La comunicazione
Germano Ottone
Un altro asset da non dimenticare è la capacità di interagire con i clienti. «Le strategie saranno sempre più fondate sulla comunicazione relativa all’attenzione che si riserverà ad elementi cardini quali la certificazione dei prodotti e dei fornitori, la qualità, l’impatto ambientale» rileva Germano Ottone, responsabile Mdd Sisa. «Il comparto delle Pl – conferma anche La Viola – potrà tornare a crescere se seguiranno investimenti destinati alle comunicazione e, aggiungo, riservati anche e soprattutto a contenuti informativi, editoriali e qualificanti circa i prodotti». Il dialogo con i consumatori, insomma, pare costituire una leva imprescindibile. Anche perché si rivela uno strumento tutt’altro che fine a se stesso, ma funzionale a precisi obiettivi di business. «Come per tutti i prodotti – conferma Luca Vaccaro, responsabile Mdd di Selex – anche nel caso della marca privata, più siamo e saremo bravi a comunicare i nostri valori, maggiori saranno i
Luca Vaccaro
risultati in termini di venduto».
Prospettiva locale
Va poi considerato che, in un Paese molto variegato sotto il profilo culinario come l’Italia, anche le specificità locali possono rivelarsi significative nella gestione della marca privata. «La nostra mission – racconta La Viola – sottolinea l’importanza del territorio. Non a caso il nostro pay off – “Nel cuore dell’Italia” – riflette la vocazione “locale” di Crai e il valore aggiunto della relazione. Princìpi, questi, che trovano espressione anche attraverso il nostro prodotto a marchio: il gusto di assaggiare l’Italia nelle sue diversità sta infatti oggi alla base di Piaceri Italiani, la linea premium firmata Crai che va alla scoperta delle eccellenze gastronomiche del nostro Paese. Inoltre, abbiamo voluto identificare i prodotti locali con il logo “A due passi da qui”, così da evidenziare i valori della vicinanza, sottolineare l’importanza della stagionalità e rafforzare il coinvolgimento della comunità del territorio. Abbiamo, insomma, creato un mondo di riferimento dove far convivere eccellenze e storie locali e distribuzione nazionale». Ma altrettanto vale anche per VéGé. «Vogliamo disporre di uno “zoccolo duro” nell’assortimento in grado di essere affiancato intelligentemente da
Marco Pozzali
ulteriori prodotti che incontrino esigenze locali di consumi, di scaffale, di formato e naturalmente di prezzo – sostiene Marco Pozzali, responsabile marca distributore di Gruppo Végé -. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la ricchezza della nostra DO risiede proprio in una rete eterogenea presente in piazze molto differenti e con format di vendita che spaziano dal negozio di prossimità all’ipermercato».
I segmenti emergenti
Agli occhi delle catene distributive, però, le maggiori opportunità di espansione della private label sono affidate alla crescita di specifiche categorie merceologiche. Un punto sul quale tutti si trovano d’accordo. «Per quanto riguarda il lancio dei nuovi prodotti – chiarisce Vaccaro -, Selex si sta concentrando sempre più sullo sviluppo delle linee specialistiche». E in questa prospettiva, l’approccio della catena si prepara ad essere molto strutturato. «Le marche del distributore – continua Vaccaro – stanno sempre più evolvendo verso un concetto di “marca” con propri valori e un proprio posizionamento. E questo ragionamento vale ancora di più se ci riferiamo proprio alle linee specialistiche». Nello stesso contesto si muovono poi anche le strategie di Coop e Simply: «Sul fronte della nostra
Roberto Nanni
marca privata – sottolinea Roberto Nanni, responsabile strategia prodotto a marchio Coop Italia – chiuderemo il 2015 con un forte recupero delle vendite a quantità, ottenuto grazie a una incisiva azione di riposizionamento dei prezzi verso il basso in una logica di “prezzi bassi tutti i giorni”, e a incrementi fino a doppia cifra nelle vendite delle linee a valore aggiunto. Penso, in particolare, a Fior Fiore (premium), Viviverde (bio nel food e eco nel non food) e Bene.sì (salute e benessere)». «L’incremento dell’1,5% registrato a fine ottobre dalla nostra Mdd – gli fa eco Fiore – è trainato da un trend a doppia cifra messa a segno dai segmenti bio e premium, dove siamo presenti con la nostra linea Passioni». Il che fa ben sperare anche guardando al futuro: «Posto che il prodotto a marchio Simply è uno dei nostri pilastri strategici e ci guida nella costruzione dei nostri assortimenti – continua la manager -, il 2016 ci vedrà impegnati in un grande processo di sviluppo con l’obiettivo di coprire il maggior numero di bisogni attraverso la Pl. Le previsioni sono quindi senz’altro di crescita, sia in termini di giro d’affari che di quota sui nostri scaffali». Un ottimismo, quello della catena del gruppo Auchan, non certo isolato. «Confidiamo – prevede anche Ottone – in una impennata positiva delle vendite dei prodotti Mdd di Sisa, alla luce di nuove politiche commerciali e di marketing sui brand dove enfatizzeremo in particolare le linee premium di eccellenze italiane e i prodotti dell’area bio, benessere e salute». Al coro si aggiunge poi anche La Viola: «Il mercato sta vivendo un continuo processo di evoluzione dei consumi e dei bisogni dei consumatori e questo si traduce in nuove opportunità anche per lo sviluppo della private label, e in particolare per alcune sue categorie merceologiche. Mi riferisco, in buona sostanza, a trend quali il biologico, il cosiddetto mondo light e quello delle intolleranze, del senza glutine, del delattosato. Abbiamo infatti molto chiaro come tutto il comparto healthy living sia un’area da presidiare. Va detto però che anche il segmento premium manterrà interessanti livelli di crescita». E proprio sull’alto di gamma intende puntare VéGé. «Per la nostra linea Delizie VéGé – conferma Pozzali – il 2016 sarà l’anno del consolidamento su categorie importanti e di manutenzione degli assortimenti, ma rappresenterà anche il momento di esordire nel segmento premium, magari senza relegarlo ai confini nazionali».
Paolo Paronzini
Una linea sulla quale si pone peraltro anche Unes. «Già in questo 2015 – stima Paolo Paronzini, direttore marketing & comunicazione e responsabile sviluppo packaging marca privata di Unes – ci aspettiamo un ulteriore incremento della Pl, complici in particolare le brillanti performance registrate dalla nostra linea premium il Viaggiator Goloso. La Mdd è del resto un pilastro importante della nostra strategia: per U2 rappresenta infatti una quota di mercato superiore al 38%, ben più elevata, quindi, rispetto alla media del mercato italiano. E questo anche in virtù del fatto che la nostra insegna ha scelto di non utilizzare la leva promozionale rendendosi così più libera di muoversi – e agire – su altri fronti, come appunto quello della Pl».
La sfida di internet
In un quadro, quindi, sostanzialmente positivo, qualche preoccupazione per i retailer potrebbe tuttavia venire dal web. Già, perché secondo indiscrezioni piuttosto insistenti, confermate anche da fonti autorevoli della stampa americana, a breve potrebbero comparire sulla piattaforma online di Amazon prodotti per la casa, latte, caffè, cereali, pasta e altri alimenti per il target baby, tutti rigorosamente a marchio. L’obiettivo del colosso americano sembra chiaro: scuotere gli equilibri del mercato, proponendo prezzi inferiori rispetto ai competitor, pur mantenendo standard qualitativi elevati. Senza contare che il focus sul cibo di Amazon non si limita qui: Bezos ha infatti puntato anche sulla divisione Fresh, specializzata nelle consegne a domicilio di prodotti alimentari e pasti caldi. Le insegne non potranno quindi stare a guardare. «Stiamo analizzando la discesa in campo di Amazon, che lancia oggi la sua sfida al mondo distributivo facendo leva su dinamiche molto diverse da quelle che governano il commercio tradizionale – racconta Paronzini -. Un nuovo competitor, dunque, al quale intendiamo rispondere puntando proprio sulle nostre marche private e sulle loro capacità di fidelizzare il cliente, andando oltre l’affezione per i singoli brand. In questa prospettiva, sono dunque in fase di test alcuni prodotti che potrebbero presto entrare nelle fila delle nostre due gamme di Mdd, U! Confronta & Risparmia e la già citata il Viaggiator Goloso. Puntiamo inoltre su un canale di spesa online: stiamo infatti testando il servizio che dovrebbe diventare attivo tra febbraio e marzo 2016. E anche in questo ambito, concentreremo gli sforzi in modo particolare sulla marca privata». Per la Pl pare insomma prepararsi una stagione di crescita e rilancio.
Guarda al consumatore attento alla salute e all’ambiente, che cerca in bacche e semi di Chia, Physalis, More di Gelso, Cranberry e bacche di Goji quei valori nutrizionali e antiossidanti che li contraddistinguono la nuova gamma “Superfrutti” Germinal Bio: una linea di biscotti, cereali e mix di semi, tutti biologici e vegani.
Della nuova linea fanno parte ad esempio i Biscotti mela + Chia al farro, senza latte e senza uova con aggiunta di semi di Chia, antica pianta del Centro America dalle riconosciute proprietà energetiche e antiossidanti, utilizzata fin dall’antichità dai Maya e dagli Aztechi. Sempre dal Sudamerica e perecisamente dal Perù proviene il Physalis, frutto naturalmente ricco di vitamine A, B e C e mescolato con Cereali e Frutta. Più nota invece l’accoppiata Cereali Frutta + More di Gelso, fonte naturale di vitamina C e ferro, Cereali Semi + Chia, contenenti proteine e fibre e senza zuccheri aggiunti; Mix semi + Cranberry, bacche di origine canadese dall’azione antiossidante e il Mix semi + Goji, fonte di amminoacidi essenziali a cui sono attribuite da millenni proprietà rinvigorenti ed energizzanti.
Per rendere maggiormente identificabile a scaffale la nuova linea, l’azienda MangiarsanoGerminal ha studiato un packaging d’effetto con una banda laterale dai colori accesi e iridescenti, posta a sinistra della confezione, con la quale comunica l’energia che caratterizza i superfrutti e dove mette in evidenza il claim “Nutri la tua salute”.
Le nuove referenze della gamma sono in vendita nelle principali catene della Grande Distribuzione
Le ricerche lo confermano, la sostenibilità sociale è ormai richiesta e ricercata dai consumatori, e i recenti fatti di cronaca confermano come il pomodoro, non c’è Made in Italy che tenga, sia uno dei prodotti più a rischio di “contaminazione” mafiosa e utilizzo di mano d’opera in condizioni di lavoro al limite dello schiavismo. Per questo giunge a proposito l’arrivo nella famiglia del Solidale ItalianoAltromercato della nuova passata di pomodoro bio Solidale Italiano, nata dalla collaborazione tra il Consorzio fair trade e NCO – Nuova Cooperazione Organizzata. Coltivati in Campania su terreni sottratti alla criminalità organizzata, i pomodori utilizzati per la passata vengono raccolti, nel rispetto del lavoro e dell’ambiente, contro ogni forma di sfruttamento e caporalato. Costituito nel 2012, il Consorzio NCO – Nuova Cooperazione Organizzata parte dalla coltivazione dei terreni confiscati alla camorra per realizzare un modello di agricoltura biologica e sociale, che coinvolge lavoratori svantaggiati e guarda a garanzie di tracciabilità, sostenibilità, filiera corta ed etica.
Il progetto Solidale Italiano Altromercato ha l’obiettivo di valorizzare i prodotti fatti in Italia da realtà produttive di qualità, ecologicamente e socialmente responsabili. Prodotti biologici e d’eccellenza, che tutelano la biodiversità e le tipicità del territorio. Un valore che va oltre la produzione, portando con sé libertà, rispetto dei diritti, della terra e di chi la coltiva, secondo i princìpi del Commercio Equo e Solidale.
I pomodori del Consorzio NCO si affiancano a quelli della Cooperativa sociale Pietra di Scarto di Cerignola, in Puglia, coltivati su terreni liberi dalle mafie e dal caporalato e già utilizzati per i pelati bio Solidale Italiano Altromercato. Questa nuova collaborazione ha quasi raddoppiato la produzione di Solidale Italiano Altromercato nel comparto e segna un ulteriore passo avanti per realizzare una visione della coltivazione del pomodoro, che passi dalla riaffermazione dei diritti dei lavoratori.
Il caporalato è una piaga che coinvolge in Italia oltre 400.000 persone (Fonte: Secondo Rapporto Agromafie e Caporalato/ Flai Cgil), che lavorano in condizioni al limite della dignità. «Un’iniziativa come quella del Solidale Italiano Altromercato è molto importante come risposta concreta al fenomeno, soprattutto per quanto riguarda un’agricoltura etica” – ha commentato Yvan Sagnet, Coordinatore Regionale per l’Immigrazione della Flai Cgil Puglia e autore del libro “Ama il tuo sogno. Vita e rivolta nella terra dell’oro rosso” (Fandango Libri, 2012). – I consumatori hanno preso ormai coscienza del fenomeno e ci chiedono dove possono trovare prodotti di qualità. Noi indichiamo Altromercato: un soggetto credibile che può portare una risposta in tal senso, anche perché è una realtà diffusa sul territorio grazie alle sue Botteghe, e questo agevola il nostro lavoro perché possiamo raggiungere i consumatori in tutte le parti d’Italia».
La passata di pomodoro bio Solidale Italiano Altromercato, prodotta dalle cooperative Un fiore per la vita e Al di là dei sogni, socie di NCO, sarà tra i protagonisti delle due settimane dedicate da Altromercato al Solidale Italiano, fino al 7 novembre, nelle Botteghe Altromercato aderenti e nella Bottega Online. Per invitare ad assaggiare i prodotti del Solidale Italiano, con una spesa minima di 10 euro di prodotti a marchio Solidale Italiano Altromercato regala la pasta di farro bio e, su una spesa di almeno 25 euro, aggiunge anche la passata di pomodoro bio.
Aumenta l’assortimento di prodotti per vegetariani e vegani che Pam Panorama ha lanciato all’inizio di quast’anno con la linea Veg&Veg, che oggi arriva fino a 65 referenze di gastronomia vegetale, di cui metà circa provenienti da agricoltura biologica e 10 “Pam Panorama bio”, il marchio commerciale delle insegne.
«Il progetto Veg&Veg, di cui siamo molto orgogliosi, cresce di giorno in giorno sia relativamente all’assortimento, sia per la risposta positiva dei nostri clienti – afferma Michela Airoldi, direttore Marketing di Pam Panorama – Siamo già al top tra i retailer italiani in questo settore, ma vogliamo migliorarci. Stiamo portando avanti un grande lavoro di analisi e selezione per offrire i migliori nuovi prodotti presenti in commercio. Ad oggi infatti abbiamo l’assortimento più ampio d’ Italia e, dato il continuo incremento della richiesta, prevediamo un ulteriore aumento già a partire dal prossimo autunno».
L’ampliamento delle referenze avviene attraverso l’inserimento di preparazioni particolari come l’Humus (crema di ceci), il Falafel (polpette di ceci con cumino), i Burger di lupino e i Burger di Quinoa.
Proposto anche l’ampliamento dell’assortimento di bevande, yogurt e piatti pronti surgelati a base di ingredienti vegetali: tra le sole bevande si contano infatti oltre 50 referenze, biologiche e non, tanto che nel complesso, l’offerta a base di ingredienti vegetali raggunge i 200 articoli.
We use cookies to ensure that we give you the best experience on our website. If you continue to use this site we will assume that you are happy with it.Ok