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Mapic Italy, confermata la ripresa dell’industria dei centri commerciali

Si è conclusa ieri l’edizione 2021 di Mapic Italy, l’evento più importante dedicato al mercato immobiliare commerciale in Italia, che ha visto tra i protagonisti il CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, quale Official & Content Partner dell’iniziativa. Un’occasione di confronto sul tema “People and Places: A New Chapter” rivolto alla community degli operatori del settore, con un’attenzione particolare, dopo oltre 18 mesi caratterizzati dalla pandemia, alle prospettive e alle sfide del mercato nel prossimo futuro, alla ridefinizione del retail mix delle location commerciali e alle tendenze di nuovi concept esperienziali.

Il presidente del CNCC, Roberto Zoia, intervenendo nel panel “Beyond retail property: what’s next?” ha ribadito l’ottimismo registrato nei mesi scorsi dall’industria dei centri commerciali, con fatturati che si stanno riprendendo e gradualmente allineando al livello pre-Covid, in un trend positivo che continuerà a migliorare se la situazione sanitaria resterà sotto controllo e vi sarà un progressivo ritorno alla normalità (rientro a scuola, negli uffici pubblici e privati, ecc.). Il cambiamento che sta caratterizzando i centri commerciali, sempre più destinazioni sociali, oltre che commerciali, è un aspetto che sta subendo un’accelerazione nei progetti di re-fitting delle strutture, ma si stava in realtà già consolidando prima dello shock che il retail ha avuto a causa dall’emergenza sanitaria. Un’evoluzione vera e propria, quella fotografata dal CNCC, che ruoterà attorno al servizio e all’esperienza e ad una dimensione focalizzata sul cliente e non sul prodotto, in cui il retail fisico e il commercio tradizionale non spariranno ma si arricchiranno con l’offerta omni-channel e in cui si vedrà un ulteriore rafforzamento del modello di innovazione aperto tipico di queste realtà, contraddistinto da una forte partnership tra proprietà, retailer, gestori e clienti.

Un altro fattore imprescindibile, messo in luce dall’Associazione, riguarda anche la sempre maggiore attenzione al territorio che i player dell’industria devono dedicare, creando dei modelli personalizzati di centri commerciali a seconda del bacino di riferimento, in quanto le differenze territoriali sono molto marcate, sia da un punto di vista di affluenza che di spesa. L’Osservatorio CNCC1, infatti, registra che a parità di chiusure e limitazioni dei mesi scorsi, le strutture presenti al Sud Italia si sono dimostrate più resilienti segnando un -25,5% del fatturato del primo semestre di quest’anno rispetto al 2019, mentre per lo stesso periodo di confronto si raggiunge un -29,7% al Centro e -30,3% al Nord. Inoltre, secondo il CNCC, emerge chiaramente come il segmento “salute & benessere” giocherà un ruolo centrale nel rinnovamento del merchandise mix. Il successo degli hub vaccinali organizzati in 23 centri commerciali nel nostro Paese, è l’esempio concreto di come queste strutture siano capaci non solo di adattarsi in tempi rapidissimi alle esigenze del momento, ma siano anche una valida alternativa, per operatori pubblici e privati, da tenere in considerazione per i bisogni dei cittadini, oltre che dei clienti.
“In questi due giorni di discussione e confronto con i principali stakeholder dell’industria dei centri commerciali, abbiamo avuto l’ennesima conferma del grande ottimismo e fermento a cui stiamo assistendo. Dopo mesi molto complicati, è stato particolarmente incoraggiante rilevare che l’industria ne sta uscendo rafforzata: infatti, come sintesi di questi due giorni di confronti tra i diversi operatori, abbiamo riscontrato un’unità d’intenti che sarà fondamentale per sostenere e realizzare tutti i progetti e le idee su cui lavoreremo. A partire dai prossimi mesi, ci aspettiamo importanti investimenti sul patrimonio immobiliare, relativi sia al merchandise mix, sia a interventi in un’ottica di sostenibilità a tutto tondo. L’impegno del CNCC verterà proprio nell’innestare questi investimenti all’interno del PNRR, perché siamo convinti che l’industria dei centri commerciali potrà essere un volano importantissimo per la ripartenza del Paese”.

Come discusso durante la sessione “Shopping centers: the new age”, dedicata alle analisi di CNCC, la leva del PNRR potrebbe, infatti, essere impiegata per rafforzare la vocazione sociale dei centri commerciali contribuendo a raggiungere gli obiettivi di almeno quattro Missioni del Piano. In tema di Digitalizzazione, 5G e banda ultra-larga i centri commerciali agiscono come poli di connettività a livello territoriale, soprattutto in quelle aree particolarmente svantaggiate dal punto di vista infrastrutturale. Per quanto riguarda invece la Rivoluzione verde e la transizione ecologica, il contributo delle strutture retail passa dall’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico, oltre che dalla riduzione dell’impatto ambientale attraverso una gestione efficiente delle risorse, l’implementazione di nuove tecnologie per l’energia rinnovabile e promuovendo varie iniziative per incentivare la mobilità sostenibile (stazioni di ricarica, car sharing, ecc.). Inclusione e coesione saranno, invece, raggiunti con una rigenerazione urbana che passa anche dal sociale: i centri commerciali come nuove opportunità di socialità e cultura per le comunità locali in cui sono insediati (ad esempio con biblioteche comunali e campagne di sensibilizzazione), ma anche spazi di co-working liberamente accessibili e aree dedicate a scuole per l’infanzia e primarie. Infine, la Salute che dopo l’esperienza degli hub vaccinali nei centri commerciali potrà evolvere con nuove opportunità, ad esempio con la realizzazione di Case di Comunità che consentirebbero di rafforzare i servizi di assistenza sanitaria territoriale, aspetto chiave della riforma della pianificazione sanitaria.

Zoia: estendere il credito d’imposta sopra i 15 milioni

Roberto Zoia, presidente del CNCC promuove, insieme a Confimprese e Federdistribuzione, un emendamento al Decreto Sostegni-bis auspicando in un’estensione del credito d’imposta per gli affitti commerciali anche alle attività, che operano all’interno dei centri commerciali, con ricavi maggiori del tetto previsto di 15 milioni di euro per i mesi da gennaio a maggio 2021.

 

Roberto Zoia, presidente del CNCC, ha così commentato l’emendamento al Decreto Sostegni-bis promosso congiuntamente a Confimprese e Federdistribuzione: “Le misure imposte dal Governo per limitare la diffusione del Covid-19, a partire da marzo 2020, hanno gravato in modo significativo sul fatturato del settore dei centri commerciali, che ha un’incidenza sul PIL italiano pari al 7,5%. Dopo mesi di chiusure forzate, siamo stati molto soddisfatti che le Istituzioni abbiano deciso di riaprire finalmente le nostre strutture nei giorni festivi e pre-festivi, una decisione accolta con entusiasmo anche dai cittadini, che sono tornati a frequentare assiduamente i centri commerciali. Abbiamo inoltre apprezzato la reintroduzione, nel Decreto Sostegni-bis, del credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi da gennaio a maggio 2021 che tuttavia, limitato alle attività con fatturato massimo di 15 milioni, riteniamo non sia sufficiente a supportare adeguatamente il nostro comparto e a favorirne la ripartenza. Abbiamo pertanto deciso di promuovere, insieme a Confimprese e Federdistribuzione, un emendamento al suddetto decreto legge, auspicando in un’estensione del beneficio economico anche alle attività che operano all’interno dei centri commerciali con ricavi maggiori del tetto previsto di 15 milioni di euro. Queste agevolazioni, destinate a compensare i costi fissi non adeguatamente coperti dai ricavi, garantirebbero infatti non solo una maggiore tenuta e sostenibilità economica anche alle imprese di maggiori dimensioni che rappresentano la principale fonte di occupazione del settore, ma favorirebbero anche la collaborazione tra i proprietari e retailer contribuendo efficacemente al pieno rilancio del comparto”.

 

CNCC: l’impatto di Covid 19 sul retail e sull’economia dei centri commerciali

In questo momento di grave difficoltà per il Paese, il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC), come già comunicato, condivide la volontà del Governo di porre al primo posto la tutela della salute di tutti gli italiani, anche qualora questo comportasse la chiusura totale dei centri commerciali da parte delle Istituzioni preposte  con il conseguente, ulteriore impatto negativo sull’economia del settore centri commerciali ed outlet, già fortemente compromessa a causa dell’impatto dell’emergenza Covid-19.

Il CNCC, a questo proposito, evidenzia come il brusco calo degli ingressi su tutto il territorio nazionale, con picchi in queste ore tra il -70% e il -80%, stia provocando preoccupanti criticità economiche, assimilabili a quelle registrate nel mondo del turismo. Da questo ne consegue un significativo impatto negativo sulla forza lavoro, sulle attività commerciali e sull’intero Pil nazionale, qualora non vengano adottate misure mirate a sostenerlo.

Per questo, il CNCC ha individuato delle misure a sostegno del settore che propongono una duplice finalità: di brevissimo periodo, con l’obiettivo urgente di “mettere in sicurezza” le attività commerciali, e successivamente facilitare e promuovere il “ritorno alla normalità”, agevolando il superamento della crisi economica, non appena quella sanitaria sarà risolta.

Nello specifico, l’Associazione propone di “mettere in sicurezza” le attività commerciali attraverso l’estensione della Cassa Integrazione a tutti i lavoratori dipendenti nei cui contratti nazionali questo non sia previsto, e un sostegno alle imprese commerciali finché sarà in vigore la legislazione d’emergenza riferita al Covid-19 (al momento, da ultime indicazioni la data di riferimento è il 3 aprile 2020). Quest’ultima darebbe la possibilità alle attività commerciali di detrarre a titolo definitivo un importo pari al 10% del fatturato realizzato nello stesso periodo dell’anno precedente, dai versamenti obbligatori (anche qualora venissero posticipati) dovuti a vario titolo a favore dell’Erario e degli enti previdenziali e assistenziali.

Inoltre, il CNCC suggerisce che, una volta superata l’emergenza sanitaria, venga attuato il dimezzamento dell’IVA per un mese sui beni non alimentari venduti su rete fisica(tutti gli esercenti, ovunque presenti, escluse le vendite online), intervento a sostegno delle tipologie di prodotti maggiormente colpite dalla crisi economica, ma anche un reale contributo volto ad accelerare il “ritorno alla normalità” ed evitare un lungo periodo di ripresa.

Centri Commerciali e investitori: scene da un matrimonio

Sono due realtà strettamente connesse l’una con l’altra: i centri commerciali e i loro investitori si sono confrontati in un importante convegno, un vero e proprio dialogo tra le parti, lo scorso 17 ottobre nella scenografica cornice di Palazzo Visconti, storica ed elegante location milanese. Organizzatore della giornata il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che ha voluto questo momento di incontro per riflettere, in maniera ampia ed esaustiva, sullo scenario del mercato del retail real estate, tracciando anche tendenze e prospettive future. Numerose le testimonianze di alcuni fra i principali attori delle due parti, uniti in un percorso comune che deve ovviamente tenere ben presenti i mutamenti socioeconomici, ambientali e le nuove necessità ed esigenze del retail. Di certo c’è che le due parti in causa sembra facciano a volte fatica a parlare un efficace linguaggio comune; un dialogo a volte difficoltoso, forse dovuto al desiderio da parte degli investitori di ridurre i rischi (l’e-commerce può frenare le strategie di investimento, così come i timori economici propri del nostro paese destano perplessità a causa dell’instabilità anche politica, che rischia di rendere vani i piani a lungo termine), che ha determinato una partenza, nell’anno in corso, in sordina, caratterizzata da una certa lentezza anche se i numeri, ad ora, delineano invece una fine d’anno in ripresa. Ripresa confermata da numeri caratterizzati dal segno più; c’è quindi da chiedersi quale sarebbe stato il percorso comune (si tenga presente che l’Italia è comunque considerata particolarmente “appetitosa”, soprattutto per investitori provenienti dal Nord America, Asia e Medio Oriente) qualora il dialogo tra le parti fosse stato più costruttivo e con linguaggio e obiettivi sinergici. Per quanto attiene il centro commerciale risulta evidente, da recenti studi e ricerche, la sua vocazione come polo aggregante oltre, ovviamente, alla possibilità di effettuare acquisti e partecipare attivamente ad eventi; in sintesi sembrano evidenziarsi sempre più finalità relazionali e socializzanti. Emerge anche sempre più la necessità di razionalizzazione dei nuovi progetti, che dovranno pensare alla loro collocazione urbana o extraurbana, alle notevoli differenze tra nord, centro e sud Italia, alle dimensioni delle città cui si riferiscono e a ceto sociale, culturale ed economico dei loro frequentatori. Nuovi progetti che dovranno anche tenere in grande considerazione i mutati (e tutt’ora mutanti) stili di consumo e l’architettura e distribuzione degli spazi interni: il nuovo polo commerciale non deve infatti guardare all’oggi, ma deve sapere prevedere, anticipandolo e se possibile creandolo, il domani.

di Andrea Matteucci   

 

I centri commerciali del futuro, tra ambiente e aggregazione

“Non solo shopping: un nuovo ruolo. Una nuova immagine (e un nuovo nome?) per i centri commerciali”. E’ stato questo il claim del 2° convegno sull’impatto sociale dei mall organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali lo scorso 18 settembre negli eleganti ambienti del Palazzo delle Stelline, edificio milanese storico e di charme. Tavole rotonde, workshop, momenti di confronto e testimonianze dirette hanno cercato di fare luce sul nuovo ruolo dei mall e sulla loro interazione con chi li frequenta, anche in virtù dei sempre più complessi cambiamenti sociali, di sostenibilità ambientale e di aggregazione. Molto è cambiato dagli anni ’50, quando i primi centri commerciali videro la luce negli Stati Uniti: lo scopo era, a quei tempi, solo ed esclusivamente di mera vendita: il consumatore era cliente, nulla più, solo parte passiva in un processo estremamente semplice, quasi basic. Da allora parecchio è stato fatto, attraverso step continui ma sostanziali, anche in termini di architettura stessa degli edifici (ora più “aperti” e coinvolgenti il consumatore), e loro posizione in ambito urbano ed extraurbano. Mutamenti che non possono prescindere dai profondi cambiamenti, e le accresciute attenzioni, che riguardano l’impatto ambientale e il desiderio di aggregazione.

Il mall del futuro (peraltro già ampiamente presente) deve quindi essere sempre più “green” e deve ancor di più diventare “agorà”, anche attraverso un maggiore coinvolgimento di chi lo frequenta: eventi, attività no profit, iniziative e partnership con enti di assistenza, aiuto e sensibilizzazione, offerte diversificate di servizi… per tutte le età e per qualsiasi target. In sintesi, il mall deve essere un modello di sostenibilità sociale a tutto tondo. Ma può e deve anche (e già lo sta facendo) riavvicinarsi alle metropoli, sia per motivi strettamente legati alla sua facile raggiungibilità sia per poter, ancor di più, interagire con le pubbliche amministrazioni, con progetti e iniziative comuni e virtuose, con evidente beneficio a medio e lungo termine per entrambi gli attori, se ben pensati. I centri commerciali sono cambiati, cambiano e cambieranno, a partire dalla loro anima, sempre più “dialogante” con territorio, necessità contingenti e utenti finali; un cambiamento che deve, perché no, coinvolgere anche il nome, che rappresenta un’identità ben precisa. Un nome sempre più legato all’evoluzione del ruolo dei mall, ben diverso da quello pensato in origine.

 

di Andrea Matteucci

Poli Commerciali italiani: un comparto da 140 miliardi di euro

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Vale circa 140 miliardi di euro ed ha al suo attivo circa 780 mila occupati: sono numeri di tutto rispetto quelli relativi all’Industry dei Poli Commerciali ed emersi dall’analisi  “Industry dei Poli Commerciali in Italia. Tra filiera e ruolo sociale” curata da Nomisma per conto di CNCC Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. 

Vediamo il dettaglio: nel 2018, alle 1.254 strutture presenti in Italia (1.020 delle quali sono Centri Commerciali, 181 parchi commerciali, 30 outlet center, 23 leisure center) sono collegati 71,6 miliardi di fatturato diretto (netto IVA) – pari al 4% del PIL italiano, 587.000 posti di lavoro e un contribuito al gettito fiscale per 27,8 miliardi di euro.

Fonte: Nomisma | Industry dei Centri Commerciali in Italia, 2019

L’impatto economico dei Poli Commerciali

Un dato emerso dalla ricerca Nomisma è l’eco dell’attivazione economica e sociale lungo tutta la filiera. Per far fronte ad un fatturato diretto di 71,6 miliardi di euro, l’Industry ha infatti acquistato beni e servizi attivando rapporti di fornitura per ulteriori 54,1 miliardi di euro, che si sono tradotti anche in 159.000 posti di lavoro addizionali [Effetto Indotto].

Gli impatti diretti e indiretti descritti hanno originato reddito addizionale distribuito agli occupati coinvolti – in modo diretto o indiretto – nella filiera per un valore di 13,4 miliardi di euro [effetto indotto].

La capacità di attivazione complessiva dei Poli Commerciali – sottolinea Nomisma – si attesta quindi a 139,1 miliardi di euro e genera 783.000 occupati.

 

Fonte: Nomisma | Industry dei Centri Commerciali in Italia, 2019

I Centri Commerciali nelle abitudini degli italiani

I Centri Commerciali – senza perdere la loro funzione core, ossia quella degli acquisti (effettuati dal 86% dei regular user, ossia chi frequenta il Centro Commerciale almeno 2 volte al mese) – si configurano sempre più come social hub, luoghi di aggregazione e socializzazione in cui trascorrere il tempo libero e fruire di servizi accessori. Per l’83% dei regular user, infatti, il Centro Commerciale diviene un luogo in cui trascorrere il tempo libero guardando vetrine e curiosando tra le offerte, il 38% in un Centro Commerciale usufruisce anche delle proposte enogastronomiche presenti nella galleria (ristoranti, pizzerie, fast-food, tavole calde …).

E non basta: 2 regular user su 10 si recano invece al Centro Commerciale spinti da motivazioni di socializzazione (incontrare amici o partecipare ad eventi).

Fonte: Nomisma | Industry dei Centri Commerciali in Italia, 2019

Nella definizione del nuovo ruolo dei Centri Commerciali, è importante anche il posizionamento che stanno acquisendo come attrattori turistici: non solo il 69% degli italiani ha frequentato un Centro Commerciale durante le sue vacanze, ma per il 42% la visita ad un Centro Commerciale o Outlet lontano dal luogo di residenza è addirittura la motivazione principale per cui si organizza un viaggio o una gita in giornata.

Commenta Massimo Moretti Presidente CNCC: “Credo che i risultati emersi parlino da soli, in termini di occupazione generata su tutto il territorio nazionale (2,3% dell’intera forza lavoro nazionale), con una particolare attenzione ai giovani ed alle donne, incidiamo per il 4% in termini di contributo complessivo al PIL italiano e non ultimo sosteniamo imposte annue per circa 27,8 miliardi di euro. Ma se l’importanza economica del nostro settore (diffuso su tutto il territorio nazionale, anche nelle zone più disagiate, non si dimentichi) è acclarata, colpisce anche l’impatto sociale dei centri commerciali nelle vite dei nostri concittadini. Mediamente ogni giorno fra i 4 e 6 milioni di italiani visitano un centro commerciale e, cosa importante, lo fanno in compagnia (con la propria famiglia o con gli amici per il 79% degli italiani): siamo le nuove piazze dove le persone amano incontrarsi e stare insieme con i propri cari. ”

 “La survey Nomisma –spiega Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma – condotta su oltre 1.000 persone che hanno frequentato i centri commerciali nell’ultimo anno – ha indagato in profondità il ruolo relazionale che i poli commerciali svolgono per e nei territori in cui sono presenti. Quel che ne emerge è un unanime riconoscimento della capacità dei centri commerciali di rispondere alle esigenze dei cittadini, non solo tramite l’offerta commerciale – che rimane l’attività core e principale – ma anche attraverso la proposta di eventi e di servizi accessori (dentista, parrucchiera, …) fruibili ad orari flessibili – punto di forza per il 70% degli user dei centri commerciali – e in tutti i giorni della settimana. Sono questi i punti cruciali dello studio, le evidenze su cui porre l’attenzione affinché i risultati dell’analisi condotta da Nomisma diventino stimoli e spunti di riflessione nell’ottica di una valutazione che consideri tutte le forme di valore – economico, sociale, relazionale – generato dall’industry dei Centri Commerciali”,

Legal Forum: per discutere di normative. Focus sulle chiusure festive

Torna, per il quarto anno consecutivo, il Legal Forum “La Legge al Centro”, promosso dalla Commissione Consultiva Legale di CNCC. L’obiettivo?

Quello di offrire ad avvocati, giuristi d’impresa, leasing manager e operatori del settore, una panoramica delle novità e criticità legali attinenti alla filiera della industry dei Centri Commerciali.

Ha aperto i lavori Francesco Ruffino, Coordinatore Commissione Consultiva Legale CNCC – Studio Legale Frau Ruffino Verna.

Il Fisco

Nella prima tavola rotonda “Azienda e Fisco: tra attualità e futuro”, moderata da Luca Lucaroni, direttore finanziario di Eurocommercial Properties Italia, ci si è interrogati su alcuni temi di natura fiscale di particolare interesse per gli operatori del settore: nello specifico, il dibattito si è focalizzato su temi quali il riclassamento degli spazi comuni all’interno del centro commerciale, la disciplina dell’ammortamento nell’affitto di ramo d’azienda, e altre tematiche affini che sono state affrontate.

Locazioni & Co.

Nella seconda tavola rotonda “Affitti e Locazioni: disciplina e orientamenti giurisprudenziali”, che è stata moderata da Claudio Cocuzza dello Studio Legale Cocuzza & Associati, si è discusso dei temi di natura più squisitamente civilistica: dalla nozione di azienda alla qualificazione del rapporto affitto di ramo d’azienda versus locazione, dalle criticità in caso di affitto e retrocessione d’azienda in situazioni sia fisiologiche che patologiche, alla disciplina del trasferimento dei dipendenti e della responsabilità solidale o meno per i debiti aziendali.

Fisico o virtuale?

A seguire, è intervenuto Francesco Pugliese, Amministratore Delegato di Conad, sul tema “Online vs Offline: la visione degli operatori” che ha fornito la sua autorevole opinione su un argomento di particolare interesse per tutta la filiera distributiva.

Collegata a tale tema, è stata la successiva tavola rotonda, “I Luoghi sfidano l’e-commerce, moderata da Pietro Malaspina, Senior Advisor di AEDES SIIQ, in cui si è trattato il tema della sfida all’e-commerce. I nuovi format dei centri commerciali di successo, ubicati anche in ambito urbano, sono quelli in grado di diventare luoghi architettonicamente evoluti e piazze sociali dove il consumatore è attratto e coinvolto, facendo leva sulla sua dimensione esperienziale dell’acquisto fisico, impossibile da replicare on line.

Aperture o chiusure? La spina nel fianco

 Ha concluso il Forum una discussione sul tema più attuale del momento, nell’ambito dell’industria dei Centri Commerciali e del commercio in genere, ossia Aperture e chiusure: quale regolamentazione?”, alla luce della proposta di legge attualmente in discussione.

Si sono confrontati sul tema Francesco Pugliese, Massimo Moretti, Presidente del CNCC e Francesco Ruffino. La discussione ha fatto emergere la visione degli operatori, anche sotto l’aspetto giuridico.

«Circa il 17% dei punti vendita Conad – uno ogni sei – si trova in un comune sotto i 5 mila abitanti. Di questi, 165 sono nell’area prealpina, in comuni lontani e isolati dagli altri centri. Sono luoghi dove il negozio fornisce un servizio indispensabile e difficilmente sostituibile. Se il disegno di legge sulle chiusure domenicali sarà approvato senza modifiche anche questi esercizi saranno obbligati a restare chiusi per la maggior parte dei giorni festivi, obbligando i residenti, quando possibile, a spostarsi nei comuni turistici per fare la spesa», ha sottolineato Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad. «Mi chiedo se i relatori del ddl abbiano valutato l’impatto in termini economici, sociali e ambientali del provvedimento tenendo conto di aspetti come questo. Un provvedimento che penalizza il commercio fisico, dimenticando che, soprattutto nei piccoli centri, i negozi sono luoghi di relazione che nessuna forma di shopping virtuale potrà mai sostituire».  

Oggi abbiamo dibattuto anche sui profili legali del nuovo disegno di legge sulle chiusure domenicali che ha molti lati di debolezza – ha aggiunto Massimo Moretti.  Dal punto di vista della concorrenza e della costituzionalità invitiamo la Commissione a riflettere e a sviluppare questo importante tema. Noi, come CNCC, siamo ovviamente disponibili ad organizzare un incontro ed avere un confronto.”

Centri commerciali e investitori: stato dell’arte e prospettive

“Il mercato dell’industria italiana ed europea dei centri commerciali è stato il tema del convegno ‘Centri Commerciali e Investitori’ che si è tenuto a Milano il 20 ottobre. Un appuntamento importante per fare il punto della situazione sugli investimenti nelle strutture retail in Italia e in Europa, che è stata, anche questa volta, l’occasione per analizzare i trend del mercato del Retail Real Estate. Durante l’apertura dei lavori a cura di Massimo Moretti, Presidente CNCC e Head of Retail Beni Stabili SIIQ e Roberto Zoia, Presidente Commissione Sviluppo e Investimenti Real Estate CNCC e Direttore Sviluppo e Gestione Patrimonio IGD SIIQ, è stata data una panoramica sullo stato attuale del mercato dei centri commerciali, a confronto con l’anno scorso, con un’attenzione particolare alla capacità dei territori di attrarre gli investitori internazionali.

La situazione del Mercato Real Estate globale e con focus sul Retail in Italia ed Europa è stata poi affrontata durante una sessione di approfondimento a cui sono intervenute:

– Maddalena Panu, Presidente Commissione Research CNCC e Head of Research Larry Smith

– Cristiana Zanzottera, Head of Research JLL

– Claudia Buccini, Head of Research Cushman & Wakefield

– Raffaella Pinto, Head of Research CBRE.

Nella seconda parte del convegno, nella tavola rotonda su ‘Investimenti e Finanza nel Mercato Italiano e Prospettive Future’ sono intervenuti esponenti dei principali investitori nel mercato italiano:

– Sandro Campora, Country Manager Italy CBRE Global Investors

– Paolo De Spirit, Founding Borletti Group

– Roberto Fraticelli, Director of Italian Operations Eurocommercial Properties

– Mario Pellò, Head of Investment Italy TH Real Estate

– Fabio Tedeschi, Head of Leasing Italy & Switzerland Ikea Centres.

Durante la giornata Il Presidente Massimo Moretti ha comunicato l’accreditamento del CNCC all’Osservatorio Parlamentare del Mercato Immobiliare presieduto dal Senatore Vincenzo Gibiino che ha partecipato all’intero convegno. Alla fine della giornata si è evinto come l’industria dei centri commerciali sia essenziale per i volumi economici del mondo immobiliare”.

(Fonte: CNCC).

The Future Mall: le nuove tendenze nel mondo dei centri commerciali

“Le nuove tendenze e le trasformazioni che vivrà l’industria dei Centri Commerciali sono state al centro del dibattito promosso e organizzato da CNCC nel corso di The Future Mall, l’evento tenutosi questa mattina presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ‘Leonardo da Vinci’ di Milano.

Il dibattito ha infatti trattato alcuni degli elementi che stanno radicalmente modificando lo scenario dei Centri Commerciali, tra cui: le nuove tecnologie, i nuovi modelli economici e di consumo, la multicanalità, la sharing economy, le start up, i nuovi modi di comunicare e il prosumerismo, ovvero l’emergere del ruolo del prosumer che riunisce in sé la figura del produttore e del consumatore, nella ricerca e nella scelta dei prodotti e dei servizi da acquistare.

In apertura, i temi sono stati affrontati attraverso le testimonianze di diversi esperti di settore, startupper e referenti aziendali. In particolare, nella prima parte del convegno Massimo Moretti, Presidente CNCC e Head of retail Beni Stabili SIIQ ed Ermanno Canali, Presidente di Canali & C. e Presidente Commissione Marketing 2.0 CNCC sono stati intervistati da Armando Garosci, per un confronto sulle tendenze attuali e per aprire il dibattito su come saranno i Centri Commerciali di domani.

Sono successivamente intervenuti, nell’ordine:

–        Michele Vianello, esperto di innovazione e smart city, sul tema ‘Dal commercio allo smart retail’

–        Alberto Lugetti, Head of Local Portfolio British Telecom Italia, service provider di soluzioni digitali per la shopping industry, sul tema ‘The Digital Possible’

–        Giacomo Barigazzi, Startupper DmDigital, sul tema ‘L’intelligenza artificiale e le nuove frontiere del retail’

–        Giovanni Guerri CEO di Caligoo e di Guglielmo Ltd sul tema ‘La rivoluzione delle reti d’accesso per governare il cambiamento digitale’

–        Livio Ventura, Cognitive solution Leader IBM Italia sul tema ‘The Insightful mall’.

 

Nella seconda parte del convegno, in una sezione denominata ‘LA VOCE DEI RETAILER: LA MULTICANALITÀ DEI BRAND’ e realizzata in collaborazione con MAPIC (la fiera più rilevante a livello mondiale nel Real Estate Retail che si tiene annualmente a Cannes) l’attenzione è stata rivolta verso l’estero, attraverso l’analisi di case study che riguardano più da vicino il settore. Matthieu Joly, Trend Expert di Echangeur by BNP Paribas e Pamela Wolf, Innovation Strategy Director di Salesforce, hanno discusso dell’importanza dell’approccio consumer-centric per offrire un’esperienza di shopping personalizzata, delle migliori strategie digitali per aumentare business e ricavi, del mobile marketing che connette consumatori, brand e Centri Commerciali e, infine, delle innovazioni dello shopping emozionale in un mondo digitale.

Ermanno Canali commenta: ‘Oggi le nuove tecnologie stanno radicalmente cambiando la nostra vita, da come ci relazioniamo con gli altri all’economia, ai consumi. Conoscere in modo approfondito il consumatore e i trend è condizione fondamentale per il Retail Real Estate per avere successo. Il convegno ci ha dato l’opportunità di approfondire queste tematiche, con una visione verso il futuro’.

Massimo Moretti aggiunge: ‘Lo scenario dei Centri Commerciali, è ormai entrato in una nuova fase, che io amo chiamare la ‘terza rivoluzione’ del nostro settore, nella quale il consumatore assume un ruolo d’importanza sempre più cruciale e le tecnologie digitali permettono di interpretarlo e di accontentarlo al meglio, staccandoci definitivamente da un approccio mass market. In questo senso, l’obiettivo di CNCC è promuovere la condivisione di queste informazioni per stimolare l’attenzione dei soci sulle nuove opportunità’”.

(Fonte: CNCC).

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