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Talent Move di Unicoop Firenze vince i Cncc Italy Awards 2017 per la sua categoria

Vanno a “Talent Move”, il contest musicale ideato da Innovazione E Sviluppo per i centri Unicoop Firenze, i “Cncc Italy Awards 2017”, nella categoria “Consumer e Advertising Campaign”. Il riconoscimento annuale conferito dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, è motivato “dall’indiscutibile valore aggiunto di tutte le attività, le campagne, le strategie ed i servizi resi alla clientela, sottolineandone l’eccellenza”.

Il contest: genesi, realizzazione e performance

Talent Move è un concorso riservato a gruppi musicali e cantanti solisti emergenti, che ha ricevuto 400 candidature complessive e ha visto l’esibizione di 75 gruppi. Nasce da un’idea di Unicoop Firenze, che dopo una riflessione sull’evoluzione del mercato retail, dei comportamenti sociali e dell’accoglienza, ha pensato come evento strategico per pubblicizzare i vari centri commerciali, da poco ristrutturati e dotati di innovative sale musica.

Il contest ha ottenuto oltre 22.000 interazioni sui post (oltre 270) degli eventi, 3.360.000 pagine viste, una media del +24% di presenze nei centri commerciali per ciascuna tappa, un aumento – ad un solo mese dell’evento – del 30% della fruizione delle Sale musica (tra cui il 20% da nuovi giovani clienti), 5% scostamento fatturati nel periodo dell’evento, aumento delle vendite reparto musica/cd +15%,+ 11.572 incremento likes sulle pagine facebook, + 22% incremento visite web, + 100% coinvolgimento tenants (operatori).

I candidati, dopo aver girato un clip nelle sale musica, ed aver superato la selezione del pubblico social, hanno potuto esibirsi dal vivo, presso le aree attrezzate di 5 centri commerciali, alla presenza di una giuria di esperti, composta da addetti ai lavori, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni locali, e di un vasto pubblico. Le tappe sono state Cascina – Centro dei Borghi, Massa e Cozzile – Centro Montecatini Coop.fi, Arezzo – Centro*Arezzo, Firenze – Centro*Gavinana e Prato – Coop.fi Parco*Prato superstore. A ogni tappa, sono stati presenti ospiti famosi, tra cui Lorenzo Baglioni e la cantante Federica Carta, finalista di Amici 2017.  Dal 2013, anno in cui il contest è nato a Montecatini, si sono alternati sul palco artisti quali Valerio Scanu, Dolcenera, Greta e Cristian Imparato, Madh, Shorty, Elodie, La Rua, Briga. A vincere l’edizione 2017 è stata Eleonora Tirrito, cantante originaria di Massarosa (LU), che si è esibita a agosto davanti a oltre un migliaio di persone. A lei la possibilità di registrare un video professionale, visibile on line.

Federica Carta ospite di Talent Move

Dice a proposito dell’iniziativa,  Letizia Cantini, direttore del patrimonio Unicoop Firenze: “Obiettivo strategico è la promozione dei centri commerciali grazie a un nuovo concetto di accoglienza del cliente, tramite la realizzazione di servizi per coinvolgere tutte le fasce d’età, in questo caso ragazzi e giovani adulti, attraverso il servizio delle sale musica, presenti in alcuni centri commerciali”.

Aggiunge Maurizio Baldi, gestione centri commerciali Unicoop Firenze: “Con Talent Move, il centro commerciale non è più solo un punto di aggregazione per lo shopping, ma diventa un luogo di formazione e fruizione artistica. Le sale musica sono un servizio innovativo, spesso non presente sul territorio, in grado di attirare giovani e non, anche dai comuni limitrofi. Questo servizio, con la combinazione di Talent Move, ha portato a un incremento di frequentazione all’interno dei nostri centri commerciali Unicoop Firenze, e a un maggiore incasso da parte dei vari negozi che si trovano nelle gallerie dei nostri centri commerciali”.

Conclude Mario Bucca, ideatore e coordinatore di Talent Move: “Dal 2013, Talent Move è cresciuto tantissimo, diventando una realtà a livello nazionale, una crescita esponenziale che si evince dal numero di candidature, dalla qualità dei partecipanti, dai premi in palio. Voglio ringraziare i tanti che mettono tutta l’energia e l’impegno in questa iniziativa, e che ci hanno portato a vincere oggi”.

Sano, senza OGM, biologico e a Km 0: ecco il cibo che piace

Alimenti sani (senza grassi o sale), privi di OGM, biologici e possibilmente realizzati con ingredienti a KM0 : ecco i cibi preferiti dagli italiani. A dirlo l’indagine online realizzata da GfK in 17 paesi, chiedendo quali sono le caratteristiche più importati che considerano quando scelgono cosa mangiare o bere.

Un italiano su due (49%) ha indicato come fattori decisionali importanti il fatto che un alimento sia privo o a basso contenuto di zuccheri, realizzato senza utilizzo di OGM e privilegiando ingredienti a chilometro zero. Seguono nella classifica di importanza gli alimenti privi o con pochi grassi (44%) e quelli realizzati con ingredienti biologici (42%). Un italiano su tre considera valuta positivamente il fatto che un alimento sia privo di sodio o potenziato con vitamine e minerali. Infine, ben il 19% considera come caratteristica importante il fatto che un prodotto sia senza glutine.

I localismi

Gli italiani risultano i più sensibili in assoluto sul tema del KM0: nel nostro Paese si registra la percentuale più alta di persone che considera importante l’utilizzo di ingredienti locali quando si tratta di scegliere cosa mangiare.

Non emergono grandi differenze nelle classifiche di uomini e donne, anche se queste ultime esprimono in generale delle opinioni più marcate (in particolare per quanto riguarda gli alimenti a basso contenuto di zuccheri e di grassi).

Come prevedibile, le famiglie ad alto reddito assegnano in media maggiore importanza alle caratteristiche degli alimenti, rispetto a quelle a basso reddito. Interessante notare però come anche le persone meno abbienti tengano in grande considerazione i prodotti a KM0, in percentuale quasi uguale alle altre fasce di reddito.

A ogni età il suo cibo

Guardando invece ai risultati per fasce d’età, emergono alcune tendenze specifiche. La fascia d’età degli over 60 – ad esempio – risulta essere la più attenta in generale alle caratteristiche del cibo. Particolare importanza viene data a fattori quali l’utilizzo di ingredienti a KM0, senza OGM e a basso contenuto di sodio e grassi. Tra i ventenni invece c’è una spiccata preferenza per gli alimenti realizzati con ingredienti biologici e prodotti localmente. Infine, nella fascia 30-39 anni gli italiani danno particolare importanza ai prodotti senza glutine e che contengono probiotici.

Nel resto del mondo

A livello internazionale, si prediligono in linea di massima gli alimenti a basso contenuto di zucchero o senza zucchero e quelli privi di OGM (entrambi con il 48%). Al terzo posto si posizionano i prodotti privi o a basso contenuto di sale (45%), seguiti a breve distanza dai prodotti realizzati con ingredienti biologici, quelli a basso contenuto di grassi e arricchiti con vitamine o minerali.

Dall’indagine emerge inoltre come i più selettivi in assoluto siano essere i cittadini cinesi: per 8 categorie su 9, infatti, la Cina è al primo posto. L’unica eccezione riguarda gli alimenti a KM0, caratteristica che vede l’Italia al primo posto per importanza assegnata. Particolarmente esigenti anche i consumatori del Brasile, che si posiziona al secondo posto in classifica per l’importanza attribuita a ben 5 categorie.

L’indagine

GfK ha condotto un’indagine online in 17 Paesi, coinvolgendo oltre 23.000 persone dai 15 anni in su. Gli intervistati dovevano rispondere alla domanda: “Quando sono importanti le seguenti caratteristiche, quando devi scegliere un cibo o una bevanda?”. Le opzioni elencate erano: È realizzato con ingredienti biologici; Utilizza ingredienti o viene prodotto a KM0; È privo (o a basso contenuto) di zuccheri; È privo (o a basso contenuto) di grassi; È privo (o a basso contenuto) di sodio; È fortificato con vitamine o minerali; Contiene prebiotici o probiotici; È privo di OGM (Organismi Geneticamente Modificati); È senza glutine.

La rilevazione è stata effettuata nell’estate 2017.

I paesi coinvolti nella ricerca sono: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Russia, Corea del Sud, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

Auchan e il “Bollino” che fa discutere

E’ scoppiato il caso del “Bollino blu” Auchan. L’operatore della grande distribuzione alcuni mesi fa ha deciso di indicare con un marchio i prodotti che, all’interno delle varie categorie merceologiche, sono giudicati migliori dal punto di vista nutrizionale rispetto ai competitor. Tutto ciò, con l’obiettivo di promuovere stili di vita più salutari nei propri clienti. Il giudizio, secondo quando riportato nella pagina web dedicata all’iniziativa (https://www.auchan.it/it-IT-it/static/lavitainblu.aspx), è emesso da un pool di esperti in base alla lettura delle etichette dei prodotti messi a confronto.

Il sistema dei “bollini” non è nuovo. Nel Regno Unito sulle etichette sono riportati dei semafori che assegnano un bollino rosso, giallo e verde a seconda della validità nutrizionale; in Francia il Nutri-score, che identifica gli alimenti con 5 colori, dal verde intenso all’arancio intenso. In Italia questo approccio non è stato adottato perché ritenuto troppo semplicistico e addirittura penalizzante per alcune eccellenze – anche sotto il profilo nutrizionale – alimentari nazionali.

Anche la scelta di Auchan ha sollevato delle perplessità presso alcuni nutrizionisti e associazioni consumeristiche, che non reputano sufficientemente chiari i criteri di scelta su cui il “bollino” viene attribuito.

Neppure l’industria di marca è favorevole. “L’iniziativa di Auchan rivela un’elevata discrezionalità –  commenta Luigi Bordoni, Presidente di Centromarca – Le informazioni fornite al consumatore non consentono di identificare con chiarezza quali sono i criteri per l’assegnazione dell’evidenziazione a scaffale. Ne risulta una comunicazione incompleta e fuorviante, che confonde e può determinare una distorsione della concorrenza. Quindi non in linea con le prescrizioni del Codice del Consumo, in cui è stabilito che le informazioni devono essere espresse in modo chiaro e comprensibile, tali da assicurare la consapevolezza del consumatore. Per questo abbiamo incontrato i rappresentanti di Auchan ed esposto le evidenze delle nostre analisi. Ora attendiamo un riscontro dal gruppo”.

Elena Consonni

Natale online, stagione di frodi informatiche: 10 consigli per acquisti sicuri

Il Natale è la stagione attesa con trepidazione non solo dai bambini ma anche dai “web criminali” di tutto il mondo, che in questo periodo dell’anno possono fare incetta di “regali natalizi”, via frodi informatiche. Con l’aumento dell’e-Commerce per fare acquisti (per dire, in questa stagione la metà degli americani comprerà regali online) il 2017 promette di essere non solo l’anno dell’online, ma anche quello in cui schizzerà alle stelle il numero di crimini informatici. Una ricerca condotta da Barclays rileva come oltre un quarto di tutte le truffe online nel Regno Unito si verificano in occasione del Natale, mentre il ThreatMetrix prevede quest’anno 50 milioni di cyber attacchi globali. Principali obiettivi sono naturalmente i Paesi con forti previsioni finanziarie e un elevato livello di adozione mobile. Infine, il trimestrale Threat Intelligence Report rilasciato da NTT Security rivela che gli attacchi globali di phishing sono cresciuti del 74% nel terzo trimestre del 2017.

«Nelle prossime sei settimane assisteremo a un incremento delle campagne di email phishing, attacchi ransomware, trojans bancari, così come alla nascita di siti web fraudolenti che promuovono offerte speciali come pacchetti vacanze scontati – spiega Mark Thomas, Security Strategist di Dimension Data -. Le gift card false, che potrebbero portare gli utenti verso siti non sicuri o a scaricare file dannosi per i propri dispositivi, diventeranno sempre più diffuse».

Altre frodi riguadano notifiche fasulle sullo stato di consegna delle spedizioni per invogliare a cliccare su link malevoli, offerte speciali indesiderate e false ricevute per acquisti online che richiedono l’apertura di allegati contenenti ransomware.

I criminali informatici sono alla ricerca di due cose: i dati delle carte di credito da usare per i loro acquisiti. E informazioni sull’identità personale, come user name, password e informazioni contenute sui siti visitati regolarmente. Se un cyber criminale riesce ad accedere alle credenziali personali, potrà utilizzarle su molteplici siti e piattaforme spacciandosi per l’utente frodato.

Le aziende dovrebbero educare i dipendenti che si connettono alla rete aziendale a rimanere sempre vigili durante le prossime festività. «Fornire un’autenticazione multi-fattore per accedere ai sistemi aziendali è un ulteriore passo per contrastare i criminali informatici. Questo, infatti, fa si che gli attacchi alle credenziali personali siano più difficoltosi per gli attentatori – dice Thomas -. I rivenditori, in particolare, devono alzare il livello di allerta in quanto i cyber criminali cercheranno di approfittare proprio di queste realtà durante il periodo natalizio».

Bambini, genitori e parenti, che non sono esperti di queste tematiche, dovrebbero essere educati e protetti per non diventare anch’essi vittime di attacchi informatici. «Oggi esistono parental controls che possono essere applicati ai telefoni cellulari, simili a quelli integrati sulla TV. La maggior parte dei telefoni moderni sono già dotati in automatico di sistemi per la verifica delle applicazioni che consentono di scaricare app solamente da fonti affidabili» conclude Thomas.

Ecco 10 consigli per acquisti online sicuri (fonte: Dimension Data)

  1. Non utilizzare mai Wi-Fi pubblici per effettuare acquisti online
  2. Mai aprire email, cliccare su link o aprire allegati provenienti da fonti sconosciute.
  3. Assicurarsi di scaricare sul proprio dispositivo solo applicazioni provenienti da fonti conosciute e affidabili
  4. Non condividere mai user name, password o altre informazioni personali online
  5. Utilizzare un sistema di gestione delle password che consenta di archiviare e gestire in modo sicuro tutte le credenziali da un’unica postazione
  6. Diffidare di email indesiderate che promettono offerte entusiasmanti e non aprire i relativi allegati
  7. Prestare attenzione all’icona del lucchetto visibile sul proprio browser per confermare la crittografia che garantisce che il sito web da cui si sta acquistando è sicuro e attendibile
  8. Usare la carta di credito piuttosto che la carta di debito e non registrare i dettagli della carta online
  9. Assicurarsi l’aggiornamento costante dei sistemi di antivirus e patching sui propri dispositivi
  10. Controllare spesso l’estratto conto bancario e segnalare immediatamente alla propria banca addebiti non autorizzati o sospetti

Uno smartphone ci cambierà, porta unica al web per un italiano su quattro

Foto Jaelynn Castillo on Unsplash.

È sempre più mobile: ormai per accedere al web un italiano su quattro utilizza unicamente lo smartphone. E le aziende dovranno tenere conto di questo cambiamento nei comportamenti, essendo ormai appurata l’influenza determinante della rete nelle decisioni d’acquisto. È quanto emerge dalla ricerca internazionale sull’uso dei dispositivi mobili per il 2017 di comScore, “Global Mobile Report”. La relazione si basa su dati multi-piattaforma relativi a 14 mercati internazionali (oltre all’Italia, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Argentina, Brasile, Messico, Cina, India, Indonesia e Malesia) per evidenziare trend globali e differenze regionali nell’utilizzo dei dispositivi mobili.

Non solo: l’80% del tempo trascorso su dispositivi mobili avviene tramite app, e le 30 principali applicazioni in ciascun mercato rappresentano tra il 41 e il 61% dei minuti mobile complessivi.

 

Crescita globale, in Italia 62% dei minuti online è mobile

La ricerca evidenzia come l’accesso “mobile-only” (ovvero con utilizzo esclusivo di smartphone o tablet, senza alcun accesso da desktop nell’arco di un mese) riguarda il 70% della popolazione digitale in India ed è passato dal 22% al 29% in Brasile nel corso dello scorso anno. E messaggistica istantanea e Social Media rappresentano oltre un quarto della totalità dei minuti mobile nei mercati oggetto dello studio.

La supremazia di Facebook nei vari mercati.

Il Mobile ha conquistato una posizione di primo piano in tutto il mondo: conta per oltre la metà dei minuti complessivi spesi online in 13 Paesi, con quote che superano il 75% in Messico, India e Indonesia. In Italia questa percentuale si ferma al 62%, in linea con i dati di USA e Regno Unito. Ma nel Belpaese una percentuale significativa della popolazione internet italiana è fortemente dipendente dai dispositivi mobili: una su quattro ovvero il 26% della popolazione italiana accede al web esclusivamente da Mobile. Una percentuale molto più alta di paesi come Germania, Regno Unito e Stati Uniti (rispettivamente 4%, 8% e 12%), mercati in cui la maggioranza accede da più piattaforme.

L’Italia risulta anche il mercato più polarizzato in assoluto per quanto riguarda l’utilizzo di app: oltre l’87% del tempo trascorso via mobile è infatti speso all’interno di un’app, ma solo 11 app riescono a raggiungere un livello di audience consistente (attorno al 20% di penetrazione) contro le 20 degli USA o le 17 del Regno Unito).
«L’adozione del mobile avviene in maniera tutt’altro che uniforme a livello globale – ha commentato Will Hodgman, Executive Vice President of international sales presso comScore -. Questa relazione dimostra che identificare le aree in cui il consumo digitale tende a concentrarsi sulle piattaforme mobili permette a proprietari di media, inserzionisti e relativi centri media di portare alla luce nuove opportunità potenziali in termini di audience e contenuti. Con l’ampliamento della misurazione delle audience mobile a livello granulare e basata su dati panel, comScore intende perseguire l’intento di individuare nuovi trend da azionare».

 

Natale è dietro l’angolo: il gender gap guida ancora la scelta dei regali

Natale è dietro l’angolo e la corsa ai regali è sul nastro di partenza. Quali le previsioni di acquisto degli italiani? Per dare una risposta al quesito, Toluna, società leader nel digital market research ha condotto uno studio su 1.000 individui in Italia, focalizzandosi sugli acquisti dedicati ai bambini.

Ne è emerso che per la metà dei rispondenti il budget di spesa sarà uguale a quello del 2016, il 25% dichiara che spenderà di più (in particolare il 30% degli uomini contro il 21% delle donne), per il restante 25% invece il budget sarà inferiore. Risulta inoltre che ben il 76% degli intervistati considera l’online come possibile canale di acquisto contro solo il 5% che non inserisce l’eCommerce tra le scelte possibili (non si riscontra alcuna differenza tra i vari livelli di educazione).

Regali: la distinzione di genere detta legge

In ottica socio-culturale, Toluna riscontra la persistenza di atavici tabù collegati al gender gap:  ben il 49% degli intervistati dichiara infatti di essere influenzato dal genere (maschio o femmina), e il 43% dichiara che poterebbe prendere in considerazione di regalare un gioco da femmina a un maschio solo in relazione al tipo di gioco. Emerge dunque una diffusa mentalità stereoptipata che rischia di dare un imprinting obsoleto alle nuove generazioni.

Vediamo nel dettaglio l’indagine Toluna.

Se i bimbi non esprimono un desiderio, gli adulti sono per lo più così orientati: giochi di società ed elettronici per i maschi, bambole e cucine per le femmine.

Davanti a esplicite richieste non “allienate” ecco invece la risposta del mondo “adulto”.

I regali per i maschietti…

Solo il 3% dei genitori sarebbe disposto a regalare ai propri figli maschi dei trucchi (un punto in più per gli zii), sale all’11% chi è propenso a regalare bambole a un maschietto, con oscillazioni geografiche interessanti: il 15% dei rispondenti nel nord ovest la regalerebbe, l’11% al centro, il 10% al sud e solo il 7% al nord est. Regalare una cucina risulta invece più apprezzato (ovvia la complicità di programmi come Masterchef o Cucine da Incubo che hanno sdoganato le attività ai fornelli): infatti il 20% dei genitori è disposto a regalare una cucina ai propri figli maschi, solo il 14% ai figli maschi dei propri amici e il 17% ai propri nipoti. In tutti i casi sono le rispondenti femminili ad alzare sensibilmente la media (25% delle mamme vs i 15% dei papà) e permane tra i genitori dei maschi un’ampia distanza tra nord e sud, nel primo la percentuale sale al 26% al nord ovest, mentre al sud la percentuale crolla al 16%.

… e quelli per le femminucce

D’altro canto, anche fra i genitori delle femmine non si riscontra grande apertura: solo il 7% accetterebbe di regalare un’arma giocattolo e il 20% un dinosauro. Anche in questo caso si possono notare delle differenze territoriali tra i genitori con 8 punti percentuali di differenza tra il nord (qui il 25% dei rispondenti accontenterebbe la richiesta) e il centro sud (che si ferma al 17%).

 

Street Art, street food e servizi; arriva a Milano Nyx, l’hotel smart

NYX Milan, foto Serena Eller.

Alcuni tra i migliori writer ci hanno messo la firma, ma non è solo l’uso intelligente della Street Art a rendere Nyx Milan una delle aperture recenti più interessanti della ormai lanciatissima scena milanese: ai suoi ospiti, giovani (ma non solo assicura la direzione, perché ormai anche le barriere dell’età non bastano a definire i comportamenti delle persone) l’albergo del gruppo israeliano Fattal che ha aperto in Piazza IV Novembre di fianco alla stazione Centrale una agile selezione di Street Food e servizi innovativi quali il barbiere, il tatuatore, il parrucchiere e la truccatrice. Tutti da usufruire comodamente nella propria stanza.

Tante idee da copiare anche per il retail, perché ormai sempre più l’impronta contemporanea vuole spazi che si ibridano e si contaminano, specie nell’accoglienza  e nel food retail, tra settori che si fondono e spazi interni ed esterni che si confondono (il ristorante ad esempio, anche grazie a tipo di ‘offerta, è molto frequentato specie a mezzogiorno da “esterni” che lavorano in zona).

 

Accoglienza con la Street Art

NYX Milan segue di un anno circa l’inaugurazione del primo hotel – intitolato alla divinità della mitologia greca della notte – a Tel Aviv e, di pochi mesi, l’opening di quello di Praga, sempre nel solco di un legame con l’arte urbana che accomuna queste strutture. È infatti il primo albergo in Italia a ospitare, come in una galleria diffusa, opere di street art di artisti che hanno fatto la storia del writing nazionale e internazionale come Joys, Peeta, Jair Martinez e Yama11. Disseminate in varie parti dell’albergo ma sempre in aree “comuni” (dagli esteri ai piani, alla terrazza all’ultimo piano con spettacolare vista sulla “nuova” skyline milanese), sono stati realizzati appositamente per il luogo, nel corso di un cantiere durato circa tre mesi e in continuo “aggiornamento”. Il grande patio outdoor su cui si facciano un murales di 28 metri di Vesod, le colonne decorate con i classici 45 gradi di Joys, e una parete “affrescata” da Peeta e Yama11, fa da epicentro alla vita dell’hotel ed è stato scelto in questi primissimi mesi apertura dagli ospiti come luogo di lavoro, incontro e relax.

 

Servizi innovativi

Innovativi i servizi offerti ai clienti, volti a semplificare la vita dell’ospite che desidera, ad esempio, usufruire di un servizio di hairstylist o dell’abilità di un contemporary barber senza varcare la soglia della propria camera d’albergo. E ancora il tattoo artist può raggiungere l’ospite in hotel per un decoro sulla pelle, o la guida turistica pronta ad accompagnare in un tour alternativo di Milano, passando da una chiesa di periferia per scoprire le installazioni di uno dei più quotati artisti contemporanei o dal centro sociale per ammirare le più belle opere d’arte “muraria” della città. Anche chi desidera visitare il capoluogo lombardo in un percorso più “tradizionale e turistico” potrà farlo a bordo di una Fiat 500 vintage.  Nei prossimi mesi saranno attivati altri servizi: dal cinema allo yoga in terrazzo ai corsi di cake design. Ma sono anche previsti esposizioni ed eventi guidati dal fil rouge della contemporaneità e dal legame con la città e le sue manifestazioni d’arte più giovani.

I servizi di Beauty & Wellness sono realizzati tramite la società romana di Beauty on Delivery Moovage.

 

Ristorazione (anche) take away

La proposta gastronomica del ristorante Clash è ispirata allo street food,  non dimenticando una grande attenzione alle materie prime, all’originalità della proposta, all’appagamento della vista e ale sempre più richieste opzioni vegetariane. Tutti i piatti (si va dalle panelle siciliane agli arrosticini abruzzesi, dalla carbonara ai cubi di riso ai porcini al salto, all’hamburger, ma ci sono anche proposte più “gourmet” come polipo croccante o shabu shabu di spada) sono confezionabili, su richiesta, in cestini da pic-nic con cui andare alla scoperta della città nella bella stagione.

Il gruppo Fattal – 120 strutture ricettive in 50 paesi all’attivo in tutto il mondo- in Italia ha l’obiettivo di arrivare ad aprire un totale di 10 hotel in tre anni nelle principali città della Penisola (Milano, Roma, Firenze, Venezia e Napoli).

Black Friday sempre più “big”, cresce ancora negli USA e apre uno shopping da 682 mld USD

Invece che Black Friday si dovrebbe iniziare a chiamare Big Friday, perché i numeri che è in grado di movimentare l’evento più commerciale dell’anno, tra online e offline, sono davvero imponenti: quest’anno per le vendite natalizie saranno fatturati 682 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti secondo Salesforce, il 4% in più dell’anno scorso, nel Paese che il Black Friday ha creato quasi un secolo fa e istituzionalizzato negli anni ’80 del secolo scorso, nei negozi fisici. E la metà sarà spesa nel periodo del Black Friday. 
La giornata di sconti e promozioni che segna l’inizio dello shopping natalizio del resto nel 2016 ha generato una crescita globale del 34% delle vendite. E per i venditori quei pochi giorni che vanno dal Black Friday al Cyber Monday possono rappresentare il 30% delle vendite annuali. Lo stima ancora Salesforce all’interno del suo Holiday Readiness Report, che si basa sugli oltre 500 milioni di consumatori che acquistano sui siti che hanno scelto le soluzioni di Salesforce Commerce Cloud.

Andamento di vendite natalizie dal 2002 (in miliardi di dollari, fonte NFR).

Dopo il successo della scorso anno che ha decretato il Black Friday come la più grande giornata di shopping online dell’anno con un aumento del 19% di fatturato rispetto al Cyber Monday e superandolo, Salesforce prevede un’ulteriore crescita per l’edizione 2017. Nel 2016 infatti, l’incredibile balzo in avanti degli acquisti nel comparto moda (+38% raggiunto solo dall’abbigliamento sportivo) durante la giornata del Black Friday, ha contribuito a sostenere l’espansione del “venerdì nero”, superando così anche le vendite del Cyber Monday sia negli Stati Uniti che in Canada, Francia, Germania e Regno Unito.

Se poi la spesa retail (online e offline)del periodo delle feste nel 2016 negli Stati Uniti è stata di 656 miliardi di dollari (dati NRF), le vendite di quest’anno nei mesi di novembre e dicembre cresceranno di circa il 4%, stimando una spesa totale di 682 miliardi di dollari. Secondo Salesforce, il Black Friday però darà “solo” il via allo shopping natalizio: se il 50% degli acquisti verrà completato entro il 3 dicembre, l’80% della corsa ai regali di Natale proseguirà fino al 15 dicembre, periodo durante il quale i consumatori cercheranno l’offerta migliore sperando che l’articolo non sia già esaurito.

 

Cyber Monday, ulteriori sconti e nove e spedizione gratis per nove articoli su 10

Quanto al Cyber Monday, nato qualche anno com “Black Friday dell’eCommerce” (nella lontana era in cui la multicanalità era lontana e gli acquisti di facevano su Pc al lavoro), l’azienda stima che lunedì 27 novembre gli acquirenti potranno acquistare a prezzi ulteriormente ribassati (29% di sconto sul prezzo di listino) beneficiando del più alto tasso di spedizione gratuita che interesserà ben l’89% degli articoli.

 

Con lo smartphone si compra di più

La corsa verso l’uso dei dispositivi mobili continua senza sosta, soprattutto durante la stagione di picco. Nell’ultimo trimestre il 57% del traffico mobile si è convertito nel 34% degli ordini, dimostrando che l’intenzione di acquisto via smartphone è maggiore rispetto a quella via web (dati Shopping Index), e dunque la stagione dello shopping natalizio sarà indubbiamente caratterizzata da un massiccio utilizzo del mobile. Proprio durante la scorsa campagna natalizia il traffico via smartphone ha per la prima volta in assoluto superato quello via desktop: il 52% di tutte le visite infatti è avvenuto da smartphone. In occasione della Cyber Week, poi, ha catturato il 53% di tutto il traffico (nel 2015 si è fermato al 44%), mentre la quota di ordini è passata dal 25% del 2015 al 31%. Durante il Black Friday, la quota di ordini da dispositivo mobile ha raggiunto il picco negli orari compresi tra le 21 e le 22, rappresentando il 60% di tutte le transazioni in quel momento.

«Ogni giorno dovrebbe essere Black Friday – dice Maurizio Capobianco, Regional Vice President per l’Italia, la Spagna e il Portogallo di Salesforce Commerce Cloud -. Per offrire sempre un’esperienza positiva ai clienti, è importante che ogni retailer sia sempre pronto a sostenere un picco nei volumi di traffico apportando alcune accortezze: adattando i risultati di ricerca del sito, aggiornando l’ottimizzazione per i motori di ricerca, dando vita a campagne e promozioni».
Scarse prestazioni del sito, infatti, equivarrebbero a una perdita di acquisti. «Anche un secondo di ritardo nel caricamento della pagina può nuocere allo shopping – continua Capobianco – pari al 7% in meno di conversioni, l’11% in meno di pagine visualizzate e il 16% in meno di soddisfazione degli acquirenti. L’ottimizzazione dei propri servizi e una corretta strategia sono la base del successo di un retailer, sia durante il Black Friday che in una qualsiasi giornata di shopping».

Comparto ittico: un esame del DNA per scongiurare le frodi

Comparto ittico: sono ancora tante le criticità.

In particolare quella delle frodi relative alla provenienza e alla legalità del pescato.

La maggior parte dei fenomeni ha natura commerciale e consiste nella distribuzione di specie ittiche meno costose o più facilmente reperibili al posto di altre più pregiate; tuttavia in alcuni casi più gravi le sostituzioni illecite possono anche riguardare specie pericolose o non commercializzabili in Europa, come ad esempio il velenoso pesce palla (Tetraodontidae), oppure contenenti livelli di mercurio più alti rispetto a quelli ammessi in UE, potenzialmente ancora più dannosi in alcune fasce di consumatori come i bambini.

Per questo, implementare strumenti che tutelino la provenienza del prodotto, garantendo i consumatori, diventa sempre più prioritario, esattamente come avviene per i prodotti commerciali.

Nasce con questo obiettivo la metodologia DNA Barcoding, che offre un aiuto per contrastare le frodi nel settore ittico in modo affidabile, rapido ed economico.

La metodologia DNA Barcoding, in cui è specializzato il laboratorio PH di TÜV Italia, è altamente affidabile e riproducibile, e consente di distinguere in modo efficiente la quasi totalità delle specie ittiche presenti a livello mondiale. La tecnica non è costosa ed è caratterizzata da elevata specificità, sensibilità, applicabilità e permette anche l’analisi di prodotti che abbiano subito numerosi trattamenti nella fase di lavorazione.

Sensibilizzare i consumatori

Un altro aspetto non trascurabile riguarda la sensibilizzazione dei consumatori circa le informazioni più utili da considerare nel momento dell’acquisto di prodotti ittici, sia per quanto riguarda la sicurezza alimentare che per gli aspetti più legati alla sostenibilità delle specie.

A livello internazionale le etichette dei prodotti ittici dovrebbero riportare numerose informazioni. Tuttavia la mancata armonizzazione tra normative e prescrizioni a livello globale non rende così facile per il consumatore districarsi tra i vari dati riportati in etichetta. L’Unione Europea è sicuramente quella più rigorosa nella regolamentazione della tracciabilità dei prodotti della pesca e della acquacoltura. Il Reg. No. 2065/2011 e il più recente Reg. No. 404/2011 obbliga a dare sempre visibilità in ogni fase della commercializzazione alle seguenti informazioni:

  • nome commerciale del pesce e nome scientifico
  • metodo di produzione
  • zona di cattura espressa in area FAO

L’analisi del DNA offrirebbe un dato sicuro e incontrovertibile sul tipo di prodotto ittico che si va a consumare, evitando così rischi di frodi legate alla sostituzione di una specie con un’altra.

Turisti dello shopping, il nuovo business del retail

110 euro a testa, tale la spesa media effettuata dal milione e mezzo milioni di turisti che si riversa ogni anno nelle principali città italiane come Firenze, Milano, Roma e Venezia.

Abbigliamento (60%), accessori e pelletteria (17,3%) e cosmetica e profumeria (3,6%) sono i settori merceologici più gettonati.

Sono queste alcune delle principali evidenze che emergono dalla nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor, il rapporto di ricerca curato da Risposte Turismo che sarà presentato a Roma venerdì 24 novembre nell’ambito di Shopping Tourism. Il forum italiano, l’unico evento in Italia sul tema ideato e organizzato dalla stessa Risposte Turismo quest’anno in collaborazione con Confturismo-Confcommercio.

L’indagine è stata realizzata attraverso la somministrazione diretta face to face di questionari a un campione rappresentativo di 2.500 turisti (italiani e stranieri), equamente diviso nelle cinque città oggetto di analisi nel periodo maggio – ottobre 2017.

Shopping, driver dei viaggi

Più in particolare, Milano è risultata essere la città con la maggiore quota di turisti che hanno nello shopping la motivazione principale del viaggio (15,4%), seguita da Firenze (6%) e Roma (3,8%). Staccate Venezia (1,4%) e Torino (1,1%).

La loro spesa media giornaliera sostenuta è risultata pari a 121 euro a Milano, 77,80 euro a Roma e 45,15 euro a Firenze.

Sempre Milano è la destinazione di viaggio per shopping su scala mondiale che ha ricevuto il maggior numero di citazioni (20,3%) tra le oltre 6.000 raccolte (massimo 3 per ogni intervistato), seguita da New York (17,4%), Parigi (16%) e Londra (14,2%).

La nuova edizione del report curato da Risposte Turismo analizza anche altri aspetti dello shopping tourism, un fenomeno in forte crescita su scala internazionale e che vede in alcuni Paesi i governi stessi impegnati nel suo sviluppo, su tutti la Spagna ed il suo Plan de Turismo de Compras.

Anche a livello italiano il fenomeno inizia a mostrare evidenze significative, basti pensare ai 25 outlet village presenti lungo la penisola (per un totale di 700.000 mq di spazi commerciali) o alle vie dello shopping, come via Montenapoleone e via Condotti, entrambe tra le prime 10 vie del mondo per canoni di locazione.

Entità della spesa

Considerando l’intero campione di turisti intervistato e non solo la nicchia di coloro che hanno nello shopping la motivazione principale del viaggio (il 5,7% del totale), la spesa media giornaliera in shopping (che si precisa non include le spese dei turisti per trasporti, vitto, alloggio e ingressi ad intrattenimenti ed attrazioni quali ad esempio musei teatri o parchi) nelle cinque città risulta pari a 28 euro (55,7 euro a Milano, 30,1 a Firenze, 21,9 a Venezia, 18,4 a Torino e 16,8 a Roma).

Una proiezione di tali valori realizzata da Risposte Turismo sul totale delle presenze turistiche nel 2016 (fonte: ISTAT) negli esercizi ricettivi dei cinque comuni oggetto di analisi porterebbe a stimare in 1,6 miliardi di euro la spesa annuale in shopping da parte dei turisti stessi, di cui circa 610 milioni di euro a Milano, 422 milioni di euro a Roma, 281 milioni di euro a Firenze, 230 milioni di euro a Venezia e 67 milioni di euro a Torino. Cifre che non tengono conto degli escursionisti, inclusi coloro che scelgono di soggiornare in strutture ubicate in comuni limitrofi alle grandi destinazioni turistiche dove si recano nel corso della o delle giornate di vacanza.

“La capacità attrattiva di una città per i turisti dello shopping – ha commentato Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo – consente di conquistare una domanda dall’alta propensione alla spesa per acquisti di vario genere, con evidenti vantaggi per gli esercizi commerciali e conseguenti ricadute sull’intero territorio e sulla sua industria dell’ospitalità. L’Italia, ed in particolare le cinque città al centro della nostra indagine, è già oggi scelta da molti turisti mossi dal desiderio di trascorrere un soggiorno all’insegna dello shopping, ma molti di più potrebbero farlo se si decidesse con maggior convinzione, tutti insieme, pubblico e privato, operatori del retail e del turismo, di puntare su questo fenomeno”.

L’evento, gli speaker, i partecipanti, gli sponsor

Oltre alla presentazione di Shopping Tourism Italian Monitor il forum del prossimo 24 novembre, in programma a Roma presso la sede di Confcommercio, ospiterà momenti di confronto, dibattito e business networking tra numerosi relatori di realtà operanti in questo segmento della macro industria turistica.

Trai gli speaker attesi figurano, solo per citarne alcuni, Alberto Baldan – Amministratore Delegato Grandi Stazioni Retail, Renato Borghi – Vicepresidente Confcommercio e Presidente Federazione Moda Italia, Francesca D’Ignazio – Vice President Media Partnerships Advisor Sales Mastercard, Luca Patanè – Presidente Confturismo/Confcommercio, Francesco Palumbo – Direttore Generale Turismo MiBACT, Clara Petrone – Regional Marketing Operations Manager McArthurGlen, Stefano Rizzi – Country Manager Global Blue Italia e Lucio Rossetto – CEO Lagardère Travel Retail Italia.

Oltre 200 i partecipanti attesi in rappresentanza dei vari attori di questo segmento della macro industria turistica: dalle diverse realtà che gestiscono i luoghi dello shopping (outlet village, department store, mall, vie dello shopping) alle aziende fornitrici di servizi (es. tax refund), dai tour operator alle aziende turistico-ricettive, fino alle associazioni di categoria, alle amministrazioni pubbliche, agli enti di promozione turistica e alle nuove figure professionali nate grazie allo sviluppo dello shopping tourism.

I main sponsor dell’edizione 2017 di Shopping Tourism. Il forum italiano sono Global Blue e McArthurGlen. Sono sponsor dell’evento Lagardère Travel Retail Italia, Mastercard, Personal Shop e T Fondaco dei Tedeschi by DFS.

La partecipazione al forum è possibile previa iscrizione. Per maggiori informazioni, programma completo e modalità di iscrizione: www.shoppingtourismforum.it. Aggiornamenti sulle pagine Twitter e Linkedin del forum.

 

 

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