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Coop dà sostegno al latte italiano con promozioni e 10mila quintali di acquisti in più

La presentazione delle iniziative a favore del latte italiano con Marco Pedroni, Presidente Coop Italia, e Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, all’Ipercoop di Mantova insieme ai fornitori e agli allevatori delle filiere Coop della zona.

Dare sostegno a un settore in difficoltà promuovendo il latte italiano: questo il senso delle due iniziative di Coop che partecipa attivamente alla campagna di comunicazione e valorizzazione del latte Made in Italy varata una settimana fa da tutta la grande distribuzione. L’operazione rientra tra gli strumenti di attuazione dell’Accordo di filiera siglato con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dalle organizzazioni agricole, dall’industria e dalla grande distribuzione a novembre.

In aprile è attiva “Scegli Tu” su prodotti a marchio Coop con il latte al centro, a maggio sarà la volta di una promozione straordinaria con uno sconto importante che va a premiare l’intera linea del latte Coop: un latte che proviene interamente da allevamenti italiani, con la filiera tracciata (38 allevamenti e 10 mangimifici), Ogm-free, sottoposto a controlli rigorosi e a un sistema di garanzie certificato. Coop commercializza nella sua rete vendita 80.000 tonnellate di latte fresco ogni anno, di cui circa il 50% a proprio marchio.

Coop inoltre riconosce da sempre ai propri allevatori condizioni contrattuali vantaggiose a fronte di specifici capitolati che includono una particolare attenzione all’alimentazione degli animali. Mangimi privi di OGM, senza proteine e grassi animali, assieme agli altri alimenti prodotti dagli stessi allevatori (fieno, insilato di mais, ecc..), contribuiscono a produrre un latte crudo dalle caratteristiche microbiologiche di ottima qualità. Per queste peculiarità Coop riconosce un premio ai produttori che supera il 20% del valore del mercato del latte crudo.

Sullo sfondo un comparto, il lattiero caseario, in difficoltà. «Difficoltà acuite dall’eccesso di offerta di queste settimane. Noi diamo un ulteriore sostegno alla valorizzazione di questa importante filiera con azioni di promozione straordinaria sull’intera linea di latte fresco e microfiltrato a marchio Coop che proseguiranno fino a metà maggio – ha commentato Marco Pedroni Presidente Coop Italia -. Nel complesso prevediamo un aumento degli acquisti di Coop di circa 10.000 quintali di latte».

L’iniziativa è stata apprezzata dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina che ha dato un quadro della situazione: «L’aumento degli acquisti è un segnale fondamentale per i nostri allevatori, così come è importante che i consumatori possano individuare con facilità i prodotti grazie al logo “100% latte italiano”. Il Governo va avanti nelle politiche di sostegno al settore, dopo aver ottenuto la moratoria per 30 mesi dei debiti degli allevatori e aver ridotto la pressione tributaria del 25%. Non ci fermiamo e chiediamo anche all’Europa di dare risposte strutturali a una crisi che è europea».

 

 

Coop preme l’acceleratore sulla filiera pulita con “Buoni e Giusti”. E gli altri?

Per avere un controllo ancora maggiore sulla filiera dell’ortofrutta, Coop ha avviato la campagna “Buoni e Giusti Coop”. Coinvolti tutti gli 832 fornitori che operano con oltre 70.000 aziende agricole. Le 7.200 aziende agricole all’origine delle filiere dei prodotti a marchio Coop invitate a aderire alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità.

Le notizie di episodi di caporalato e di condizioni di lavoro inaccettabili nei campi italiani, specie durante la raccolta, hanno fatto notizia la scorsa estate fino ad arrivare agli episodi di cronaca con persone, italiane e straniere, decedute nei campi. Un duro colpo anche per l’agroalimentare in genere, che ha avuto ripercussioni anche all’estero. La Gdo, coinvolta in prima persona, non si era ancora impegnata in controlli di questa portata, ritenuti troppo difficili e dispendiosi. Anche la politica si era mossa per affrontare il problema delle agromafie con una proposta di legge presentata dall’ex procuratore Gian Carlo Caselli. Secondo l’ultimo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti ed Eurispes, solo nel 2015 il business delle agromafie avrebbe ammassato 16 miliardi di Euro.

In realtà l’impegno di Coop sulla questione è decennale, con l’insegna tra le prime in Europa a certificarsi secondo lo standard etico SA8000 “ma – si legge in un comunicato -, a fronte di una situazione critica e drammatica che getta sempre più ombre sul cibo che arriva sulle nostre tavole, vogliamo rilanciare. Il rischio è che l’impresa “cattiva” scacci quella buona e che la ricerca del prezzo più basso possibile faccia a pugni con i diritti delle persone”.

“Noi ci siamo. Ci aspettiamo un grande e più forte impegno da parte degli organi ispettivi e di controllo e del Governo nella lotta all’illegalità, al lavoro nero, al caporalato e alle truffe alimentari. Allo stesso tempo ci auguriamo che le associazioni dei produttori agricoli operino affinché le proprie imprese aderiscano alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità il cui accesso deve essere reso più semplice”.

Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità e dove più frequentemente emergono episodi di sfruttamento dei lavoratori. Con una pianificazione degli interventi che tiene conto della stagionalità si attueranno controlli sulla filiera degli agrumi, per proseguire con le fragole, i pomodori, i meloni, le angurie, l’uva, le patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo. Saranno coinvolti non più soltanto gli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop (per 7.200 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l’esclusione dal circuito.

Dai primi dati che hanno coinvolto la filiera degli agrumi coinvolgendo tutti i fornitori Coop e un terzo delle aziende agricole in tre regioni – Calabria, Sicilia e Puglia – non è emersa alcuna segnalazione di gravi non conformità (caporalato, lavoro nero o casi di discriminazione). Le problematiche emerse riguardano norme di sicurezza disattese su cui è stato chiesto un pronto intervento. I prossimi controlli riguarderanno le fragole e il pomodoro ciliegino.

L’altro binario su cui si muove la campagna “Buoni e Giusti Coop” è la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Non un semplice invito, ma l’impegno ad iscriversi allìl’organismo autonomo nato sotto l’egida del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali “per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo” e rivolto alle 7.200 aziende agricole dei prodotti a marchio Coop e che attesta di essere un’azienda pulita, in regola con le leggi e i contratti di lavoro, non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti in corso. La complessità della procedura sta però ostacolando un’adesione massiccia.

 

Prezzo basso filiera a rischio

È chiaro che i prezzi troppo bassi e le promozioni eccessive possono rivelare un sistema di forniture agricole non trasparente. “Accanto al contrasto al lavoro nero e alle frodi alimentari, vogliamo affrontare anche il tema dei prezzi nel settore ortofrutticolo, perché spesso è lì che si trova un indicatore dell’illegalità. La volatilità dei mercati è elevata, ma si possono e si debbono trovare le soluzioni affinché sia i consumatori sia i produttori abbiano il giusto prezzo. Come Coop siamo attenti a riconoscere ai produttori agricoli prezzi equi, non il prezzo più basso del mercato che in certe filiere nasconde l’illegalità. Va segnalato che problemi importanti nella formazione del valore dei prodotti ortofrutticoli sono sia quello dei costi intermedi e logistici (che pesano quasi il 40% sul prezzo finale) che quelli di una migliore organizzazione e aggregazione dei produttori; se ne avvantaggerebbero sia i consumatori che gli agricoltori” conclude Marco Pedroni, Presidente Coop Italia.

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Mediobanca fotografa la Gdo 2010-2014 e anche in Italia il discount vince

Eurospin Italia campione di crescita (+48,7%) e di redditività con un roe nel 2014 pari al 24,2%; Esselunga, seconda ma staccata, di efficienza,  con 16mila euro di vendite per metro quadro. Questi i dati che colpiscono a una prima lettura del rapporto “I maggiori gruppi italiani della Gdo alimentare, 2010-2014″ dell’Area Studi Mediobanca. A conferma della forza davvero dirompente del modello discount che non accenna a recedere e vince anche in Italia, oltre che in molti altri Pesi europei (emblematico è il caso del Regno Unito che abbiamo raccontato in vari suoi aspetti).

La fotografia è a dir poco in bianco e nero: tra 2010 e 2014 infatti il fatturato dei maggiori operatori della Gdo italiana è cresciuto  dell’1,5%, ma ha ceduto l’1% nell’ultimo anno. Il contesto italiano risulta contraddistinto da uno scenario particolare e anche contradditorio con una bassa presenza di grandi superfici (1,4% degli esercizi) e un libero servizio che copre il 50% del totale; un’offerta complessiva elevata pari a 226mq ogni mille abitanti, meno della Germania (343 mq), ma davanti a Spagna (, i 193 della Francia e i 99mq del Regno Unito; forte apertura del mercato, con i primi tre operatori della Gdo rappresentano il 34% del mercato contro il 53/54% di Francia e Spagna e il 61% di Germania e Regno Unito.

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Eurospin “vince” su vari fronti: veloce riciclo del magazzino (17,5 giorni), rapido pagamento dei fornitori (67 giorni), bassa incidenza dei costi del personale (5,6% del fatturato), meno della metà della media degli altri operatori, con un fatturato per addetto doppio rispetto ad Esselunga: 650mila euro contro 325mila. Eurospin conta 6.300 dipendenti contro i 21.100 di Esselunga. Dal 2010 Eurospin ha cumulato utili netti per 550 milioni, metà di quanto realizzato da Esselunga che ha toccato 1,1 miliardi. Profondo il rosso di Carrefour: -2,4 miliardi di euro.
Ed è innegabile la sofferenza delle insegne francesi. La perdita di fatturato ha fatto seguito a dinamiche differenti delle strutture commerciali. Dal 2010 Carrefour ha ridotto dell’ 11,1% i punti vendita complessivi (diretti e franchising/affiliazione), passando da 1.302 a 1.158 (-144 unità). Nel caso di Auchan-SMA si è invece avuto un progresso del 2,6%, da 1.827 a 1.875 (+48). Le maggiori espansioni sono segnate da Eurospin Italia (+19,4%) e Coop (+9,3% su base omogenea), seguite da Esselunga (+5,7%). La rete più estesa nel 2014 è quella di Auchan-SMA con 1.875 punti vendita, dei quali oltre l’82% in franchising/affiliazione, formula cui il gruppo francese fa ricorso più estensivo (81,9% del totale), seguito da Carrefour con 1.158 punti (55% circa in franchising/affiliazione) e Eurospin Italia con 1.003 punti (diretti e franchising). Esselunga (149) e Coop (802) gestiscono solo proprietà.
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Sguardo sulle Coop

Il sistema Coop ha chiuso il 2014 con un fatturato aggregato a 11,2 miliardi, in perdita operativa (-0,2% il mon sul fatturato), ma con un risultato corrente (2,6% del fatturato), grazie al contributo della gestione finanziaria (2,8% del fatturato). Sei delle 11 società dell’aggregato Coop hanno chiuso il 2014 con una perdita operativa. Coop Liguria è stata la migliore (mon al 2,7% del fatturato). In cinque anni l’aggregato delle coop ha cumulato utili per 53 milioni, rivenienti da proventi finanziari netti per 1.036 milioni, margini industriali per 136 milioni e proventi non ricorrenti per 194 milioni, a fronte di svalutazioni finanziarie per 814 milioni e imposte per 499 milioni. Unicoop Firenze è la cooperativa di maggiori dimensioni (2,7 miliardi) e quella più efficiente (13.800 euro per mq). Dal 2016 è operativa Coop Alleanza 3.0, fusione di tre precedenti cooperative, con ricavi stimati in 5 miliardi di euro.

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Il report esamina sei tra i maggiori Gruppi italiani della Gdo operanti prevalentemente nella distribuzione alimentare al dettaglio: Auchan-SMA; Canova 2007, holding della famiglia Brunelli cui fa capo la Finiper, con i marchi Iper e Unes; Carrefour Italia; Eurospin Italia, catena discount controllata con quote paritetiche del 25% ciascuna dalla cooperativa DAO – Dettaglianti Alimentari Organizzati (Lavis, Tn), Migross (della famiglia veronese Mion), Shop (della famiglia Pozzi, attraverso la Supermarkets Dugan) e Vega (cooperativa di dettaglianti attiva in Veneto e Friuli VG); Supermarkets Italiani della famiglia Caprotti con il marchio Esselunga; e le cooperative di consumatori (nove più due società da esse controllate) operanti a marchio “Coop”.

Una sintesi del rapporto è scaricabile a questo link.

 

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Coop: increasing attention to the origin of products and their value-related content

3 billion euros in turnover and a market share of 30%: truly important figures those recorded by the Coop product and presented during Marca 2016. And in line with the scenarios outlined by IRI on private labels, the best performing lines are those with a high value-related content such as Fior Fiore (gastronomic excellence), Vivi Verde (organic) and Bene.sì (healthy products).

“Substantially– explains Roberto Nanni, Coop brand product strategy manager, – we have recorded stability in turnover and simultaneously, as a result of the value-for-money campaign “Low Prices… Always”, we have achieved a significant increase in volume without ever renouncing the indispensable element for us, i.e. the quality of our private label product”.

Commitments for 2016

On this front, Coop has declared its intention to extend the “Raw Material Origins” project that allows consumers in real time, through a simple link to the dedicated website, to find out where the main materials that comprise that product come from, going back up the supply chain, from the table to the field. The idea behind it is that we must go beyond the indication of the manufacturer and, unique in Italy and Europe, Coop activated this information project already two years ago. Next to “where it is produced” we must then always indicate “how”: the origin is useful information, but equally important are the guarantees on the production methods, the controls and the product safety and quality characteristics. All value-related fields to which Coop has always been strongly committed and which it will continue to constantly monitor.

Coop: sempre più attenzione all’origine dei prodotti e al loro contenuto valoriale

“3 miliardi di euro di fatturato e una quota di mercato del 30%: numeri veramente importanti quelli registrati dal prodotto Coop e presentati nel corso di Marca 2016. E in linea con gli scenari delineati da Iri sulla Mdd, le linee più performanti sono quelle ad elevato contenuto valoriale come la Fior Fiore (l’eccellenza gastronomica), la Vivi Verde (il biologico) e la Bene.sì (i prodotti salutistici).

“Sostanzialmente – spiega Roberto Nanni, responsabile strategia prodotto a marchio Coop – abbiamo registrato una tenuta del fatturato e contemporaneamente per effetto della campagna convenienza “Prezzi Bassi Sempre” abbiamo ottenuto un significativo incremento a volume senza mai far venire meno la componente per noi irrinunciabile della qualità del nostro prodotto a marchio”.

Gli impegni per il 2016

Riguardo a questo fronte, Coop ha dichiarato di voler estendere il progetto “Origini Materie Prime” che permette ai consumatori in tempo reale, attraverso un semplice link al sito dedicato, di scoprire da dove provengono le principali materie che compongono quel prodotto ripercorrendo a ritroso la filiera, dalla tavola al campo. L’idea che ne sta alla base è che bisogna andare oltre all’indicazione del produttore e unica in Italia e in Europa Coop ha attivato questo progetto di informazione già da due anni. Accanto “al dove si produce”, bisogna poi sempre indicare anche “il come”: l’origine è un’informazione utile, ma altrettanto importanti sono le garanzie sulle modalità produttive, sui controlli, sulle caratteristiche di sicurezza e qualità dei prodotti. Tutti campi valoriali su cui Coop è da sempre fortemente impegnata e su cui continuerà a svolgere un’azione di costante presidio.

Per Coop nel 2016 torna la speranza, tra ripresa slow e timori. Gdo a +0,7% grazie ai freschi

Un 2016 tra ripresa e speranza, con un incremento nei consumi delle famiglie stimato nell’1,4%, l’aumento maggiore degli ultimi 10 anni: è quello che rilevano Nomisma e Ref Ricerche per il “Rapporto Coop”, con i risultati del sondaggio di inizio anno e le previsioni sui consumi 2016. In quanto a “sentiment”, pensa positivo e spera in un miglioramento più di un terzo degli italiani. Un sesto identifica il nuovo anno con il cambiamento. Resta però chi guarda nero: il 14% del campione pensa sia il timore il sentimento dominante del 2016. Fa paura però non tanto la crisi (la identifica con il 2016 solo l’8,5% degli intervistati), mentre l’idea di ripresa supera di ben dieci punti quella di rinuncia (12,2% contro il 2,6%).

 

I Millennials tirano il carro dei nuovi consumi

Per l’anno appena iniziato il 55% degli italiani non prevede cambiamenti di rilievo nelle proprie spese, ma si registra un piccolo saldo positivo tra chi vede una spesa per acquisti in crescita (17,8%) e chi la stima in calo (16,2%). I millenials e i ceti più agiati sono le categorie che prevedono di aumentare maggiormente i consumi. E dopo l’orizzonte grigio della crisi si apre la voglia di svaghi e divertimento. Il 42% pensa di riprendere a viaggiare, il 32% tornerà a divertirsi, il 20% ha intenzione di spendere di più pur di avere un cibo di qualità. Seguono a pari merito nelle intenzioni di spesa la ristrutturazione della casa e la nuova ossessione della palestra e della cura di sé (entrambe intorno al 16%).

La fotografia del rapporto Coop conferma ancora una volta però come l’Italia sia a due velocità, con le regioni centrali e il Nord Ovest ottimisti, e un Sud con prospettive di consumo ancora negative. Inoltre, la ripresa è ancora debole, se si considera che i consumi procapite nel 2016 si assesteranno, nonostante il lieve incremento dell’1,4%, sui livelli degli anni Novanta, e saranno più bassi di oltre 1700 euro rispetto al 2007 segnando un -9% rispetto a quell’anno.

 

Natale in lieve ripresa

Seppur con lievi margini, gli acquisti natalizi nel mese di dicembre nella GDO confermano l’incremento delle vendite dell’intero 2015, facendo segnare circa mezzo punto percentuale a valore in più rispetto al 2014. Nella settimana di Natale si è registrato un incremento del 3%: una dimostrazione in più di quello che già si sapeva, ovvero che gli acquisti tendano sempre più ad attestarsi last minute.

 

I consumi alimentari verso una maggior sobrietà

Bio, canali alternativi, meno calorie e più attenzione a quello che si consuma, con un focus sul free from e i prodotti locali, sono le tendenze che continueranno ad affermarsi nell’anno a venire (vd Cinque macro tendenze per l’alimentazione nel 2016. Il tutto in un quadro che vede, per gli alimentari (e l’abbigliamento) una spesa sotto la media dell’anno. Sulla scia dei temi cari a Expo, la tavola resta il luogo di sperimentazione per eccellenza; il 30% del campione dimostra un maggiore interesse per i prodotti del territorio,  il 25% sceglierà più biologico, il 21% ridurrà il consumo di carne e sarà più attento alla propria dieta. Tutto ciò però senza dimenticare l’attenzione al risparmio e la rinuncia al superfluo: il 40% degli italiani nel 2016 presterà maggiore attenzione agli sprechi alimentari e il 27% si dedicherà a cucinare a casa anche alimenti “di base” come pizza, pasta, dolci, marmellate e pane.

Ancora poco utilizzato nelle intenzioni sarà invece il ricorso all’e-commerce alimentare. Resta invece la tendenza a rivolgersi a canali alternativi come l’acquisto diretto dagli agricoltori (poco più del 20%), l’autoproduzione (“coltiverò un orto” è l’ambizione per il 14,1% del campione) e il discount come meta preferita da un altro 14%.

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In questo contesto si prevede che i fatturati della GDO rimarranno sotto la soglia dell’1% a totale assortimento, con un lieve incremento del risultato positivo registrato nel 2015.

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Nell’anno appena iniziato infatti si prevede un incremento dei prodotti freschi a peso variabile mentre resteranno negative le vendite del non food.

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Si ridurrà ancora lievemente la pressione promozionale mentre il carrello perderà ancora un piccola porzione del suo valore medio ma con un processo di progressiva decelerazione.

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Coopernic alleanza di opportunità, non strategica.

Coop, Leclerc, Delhaize, Rewe. Sono i soci di Coopernic, l’alleanza a quattro che scelgono Expo (ospite Marco Pedroni presidente di Coop Italia) per discutere di valori condivisi: la difesa dei consumatori, la politica dei prodotti Mdd come marche differenzianti e creatori di valore, la muscolosità nella negoziazione con la grande industria, il rapporto da rafforzare con le filiere agricole.

Frans Muller Ceo di Delhaize, Michel Edouard Leclerc, patron del Movimento Leclerc e Marco Pedroni (mancava Rewe) si scambiano opinioni e punti di vista, ma concordano in tutto: nel fatto che il legame con i produttori locali è una leva di costruzione del valore (ma non il localismo, che, soprattutto in Italia, molti rispolverano). «Gli agricoltori devono far parte di noi e noi abbiamo un grande obbligo di trasparenza», afferma Muller.

Concordano sul fatto che la convenienza per i consumatori è un valore e una necessità, ma essere meno costosi è un punto di arrivo, non un punto di partenza. Vale a dire che essere meno cari della concorrenza non deve andare a discapito della qualità dei prodotti («prezzi accessibili per l’alta qualità», è il mantra di Pedroni).

Concordano sul fatto che il prodotto MDD è una marca  e anzi l’impegno di ciascuno, declinato nei rispettivi Paesi, è quello di renderlo sempre più differenziato rispetto ai prodotti di marca, «facendo innovazione e sviluppo», dice Pedroni. «Stiamo imparando a diventare industria», chiosa a sua volta Leclerc.

Concordano, infine sul fatto che Coopernic, che riunisce quattro big europei (per ora: chissà se anche Ahold non ne entrerà a far parte) che insieme valgono 130 miliardi di fatturato è un’alleanza di opportunità. Riassume Leclerc per tutti: «Ognuno di noi mantiene la propria personalità. Insieme cerchiamo le leve per essere i migliori sui rispettivi mercati. Insieme sviluppiamo una capacità di negoziazione nei confronti di 100-130 fornitori internazionali e comuni, ancora una volta secondo una logica opportunistica, non strategica. In fondo le grandi industrie segmentano le loro politiche di prezzo. Dal nostro punto di vista l’unione fa la forza. Non abbiamo quindi progetti per costruire una identità comune, cerchiamo di incrociare gli aspetti migliori delle nostre imprese».

«Per quanto riguarda i prodotti MDD – aggiunge Pedroni – sviluppiamo un’attività su base volontaria relativa a segmenti di prodotto dove verifichiamo che esiste una convergenza di obiettivi per attività comuni con i fornitori di tutti i Paesi. Ciò significa che di volta in volta potranno essere coinvolti  solo i soci ai quali lo specifico progetto interessa. Nel corso di quest’anno abbiamo dato il via a una ventina di gare. Nel 2016 potranno essere il triplo o il quadruplo e ciascuno parteciperà in funzione delle necessità. Ma al di là degli aspetti tecnici è fondamentale la sintonia sulla visione del  consumatore e sull’approccio al mercato».

E questa sintonia si potrà alimentare dallo scambio di conoscenze e di esperienze: daquelle che derivano dal Supermercato del Futuro di Coop al modello del Drive di Leclerc all’estensione della vendita online di farmaci che Leclerc ha annunciato partire in Francia tra cinque mesi per farne poi un business che potrà interessare gli altri soci e arrivare, forse, negli Stati Uniti via Delhaize-Ahold. Progetti. Ma viste le persone coinvolte – e le persone sono importanti perché, ha ricordato Leclerc, «le alleanze si fanno con le persone», – progetti di peso.

Coop oltre Kyoto premia la sostenibilità di cinque fornitori di prodotti a marchio

Sono 302 le imprese coinvolte e 352 gli stabilimenti totali all’interno dei quali sono stati effettuati importanti interventi volti a migliorare le proprie prestazioni a favore della sostenibilità. “Coop oltre Kyoto” è il nuovo volto di un progetto voluto da Coop e partito nel 2006 quando aveva invitato i fornitori di prodotto a marchio a adottare azioni mirate alla riduzione dei consumi energetici in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra sancite dal Protocollo di Kyoto, prevedendo la collaborazione per la verifica dei dati di Bureau Veritas Italia (organizzazione internazionale che si occupa di certificazione).

Nove anni dopo, Coop guarda avanti ed amplia il contesto di riferimento includendo nell’analisi non solo le azioni volte a diminuire le emissioni di anidride carbonica, ma anche tutto ciò che incide sull’impatto ambientale: l’energia certo ma anche i consumi idrici, i rifiuti, l’utilizzo di materiali riciclati, le certificazioni adottate, etc. Una sorta di “radiografia” complessiva sulla sostenibilità partendo dal presupposto che molte azioni, oltre a portare ad un beneficio per l’ambiente, possono generare contemporaneamente un beneficio economico, grazie al risparmio sui singoli costi.

Nell’arco di tempo esaminato, ovvero l’ultimo triennio (2012-2014), le imprese si sono cimentate in differenti campi di intervento, spesso con molteplici azioni: dalle centrali termiche ai sistemi di filtraggio delle acque, all’utilizzo di materiale riciclato per imballi, etc.

Le prime 5 imprese che si sono distinte nei diversi settori e che hanno ottenuto il riconoscimento durante una cerimonia in Expo sono Amadori, Apofruit, Delicarta, Feger e Orogel.

Amadori (carni) ha investito ad esempio molto sul versante sostenibilità dei propri impianti realizzando a Cesena un polo energetico (una centrale termica integrata a due impianti di cogenerazione a gas metano) in grado di generare un risparmio stimabile in circa 3000 TEP/anno. A questo si aggiungono gli impianti di digestione anaerobica che consentono di produrre biogas a partire dalle biomasse e producendo di conseguenza una riduzione dei rifiuti prodotti di oltre il 95%.

Apofruit (prodotti ortofrutticoli freschi) ha sfruttato al meglio il proprio impianto fotovoltaico per quanto concerne la risorsa energetica e a fine 2014 ha inoltre adottato luci a LED per l’impianto di illuminazione dello stabilimento di Longiano, mentre i sistemi di filtraggio hanno permesso di utilizzare più a lungo le acque.

Anche Delicarta (prodotti a base cellulosa) ha investito molto sulla riduzione dei consumi energetici e idrici; sul primo versante, utilizzando gas naturale in modo più efficiente (la riduzione di emissioni è pari a 4.300 t di CO2) e sul versante acqua attraverso una riduzione nell’ultimo quinquennio di circa il 22% del consumo in litri acqua/kg carta prodotta. Per gli anni a venire, grazie ad un recente investimento in un impianto di “Water Reuse”, tale livello di consumo è destinato ad abbassarsi ulteriormente. A Delicarta si deve inoltre la progettazione della prima carta igienica senza rotolo (“Zero Tubo” prodotto in esclusiva per Coop) che permette un risparmio annuo di cellulosa di circa 8 tonnellate di carta.

Orogel (prodotti surgelati e vegetali conservati) da parte sua si è distinta per la riduzione del consumo di acqua a scopi non alimentari per oltre 36.000 m3, per la maggiore efficienza ed il minore scarto di prodotto finito e l’invio di sottoprodotti a impianti di digestione per la produzione di biogas.

Feger (prodotti derivati dal pomodoro) ha adottato compattatori per ridurre il volume degli scarti, invia sottoprodotti ad impianti di digestione per produrre biogas , dispone di numerosi prodotti da agricoltura biologica e da filiera controllata nonché si è distinta per un sistema di recupero vapore.

Supercoop: domani la firma, dal 2016 sarà operativa Coop Alleanza 3.0

L'estensione territoriale della nuova Coop Alleanza 3.0.
L’estensione territoriale della nuova Coop Alleanza 3.0.

È ormai cosa praticamente fatta la fusione tra Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense che darà vita a Coop Alleanza 3.0, la più grande cooperativa italiana, presente in 12 regioni con 419 punti vendita tra cui 56 ipermercati, 22mila lavoratori, 2,7 milioni di soci e un fatturato complessivo di vendite di 4,8 miliardi di euro. Se ne è parlato in una conferenza stampa oggi a Milano dove sono stati presentati i nomi dei tre Amministratori delegati della nuova realtà: Paolo Cattabiani, presidente di Coop Consumatori Nordest (avrà la delega a Finanza e Sviluppo), Adriano Turrini, presidente di Coop Adriatica (che è anche presidente, avrà la delega a Servizi centrali e Politiche sociali) e Massimo Ferrari, Ad di Coop Estense (avrà la delega alla Gestione caratteristica).

Paolo Cattabiani, Mario Zucchelli, presidente Coop Estense e Adriano Turrini.

“Diventiamo più grandi per essere più efficienti e rispondere ai nuovi bisogni. Otto anni di crisi hanno consegnato al Paese un consumatore più povero e più attento, con bisogni nuovi e diversi – ha detto Turrini: – a questo consumatore vogliamo offrire nuovo prodotti e servizi che lo soddisfino”. “La  nostra idea – ha proseguito Cattabiani – ambiziosa, è di essere un’impresa cooperativa che non solo soddisfi, am riesca ad anticipare i nuovi bisogni. Vogliamo che il negozio possa diventare il socio trova una gamma di been e servizi che non trova da nessun’altra parte: sarà un grande vantaggio competitivo e una grande soddisfazione per il cliente allo stesso tempo”. La nuova Coop mutuerà le migliori sperimentate gli anni passati dalle Coop di provenienza: “Abbiamo bisogno di allargare i perimetro delle nostre mutualità per dare di più ai clienti”. Una maggiore attenzione sarà data al prestito sociale, con un organismo di tutela e un nuovo regolamento che prevede una liquidità non inferire al 30% del prestito raccolto tra i soci e un prestito immobilizzato non superiore al 30% del prestito raccolto tra i soci.

“Le Coop – ha detto Mario Zucchelli, presidente di Coop Estense – sono passate da 2878 nel 1985, 408 nel 1998 e 97 nel 2014, di cui 9 grandi”. I tempi, forse lo richiedono anche se “la diversità è un valore e non è detto che ciò che si sta facendo con queste tre cooperative sarà replicato” ha detto Stefano Bassi, Presidente di Ancc-Coop presente all’incontro.

“Chi è più grande ha più responsabilità – ha concluso Cattabiani – e saremo in tanti a gestirla. Oltre alla ricchezza che produciamo, dalla Sicilia al Friuli, dovremo essere attenti a come la produciamo, porre attenzione al lavoro, ai rapporti con i fornitori e a come questa ricchezza la trasferiremo”.

Coop e Fairtrade a Expo festeggiano i 20 anni del caffè Solidal, primo prodotto equo nella Gdo

Il Caffè Solidal Coop è il primo prodotto del commercio equo e solidale arrivato sugli scaffali dei supermercati nel 1995. Si chiamava “il caffè della solidarietà”. Da quel progetto pionieristico si è arrivati oggi a una linea intera che conta 41 prodotti e che in Coop ha fatturato 32 milioni di euro nel corso dell’ultimo anno (nel 2003 le vendite erano circa 3 milioni).

Oggi alle 18.00 nella piazza del Future Food District, il supermercato del futuro di Coop a Expo, si festeggiano i vent’anni di questo traguardo e insieme la Giornata Mondiale del Caffè, raccontando il lungo viaggio dei chicchi dalle montagne del Centro America all’Italia. Saranno presenti, tra gli altri, Francisco Ramon Rivera Gonzalez, presidente della cooperativa di produttori di caffè Pantasma, e Ena Salinas Liaison Officer Fairtrade per il Paese.
In Nicaragua i piccoli produttori rappresentano il 95% dei raccoglitori di caffè, e contribuiscono al 25% della produzione totale di caffè del paese. Durante le crisi del settore alla fine degli anni ’80 furono anche i più colpiti dalla catena. Con l’arrivo del circuito Fairtrade a Pantasma le cose sono cambiate. La produzione di caffè oggi avviene all’ombra, ovvero in abbinata a banani e altre piante da frutto, che contribuiscono a creare ampie zone ombrose, che aiutano a preservare la biodiversità locale. Questo tipo di coltivazione è anche un simbolo della lotta delle piccole realtà cooperative in opposizione alle grandi piantagioni monocolturali.
Pantasma inoltre promuove iniziative a sostegno dell’emancipazione femminile, e a sua volta vi aderiscono cooperative di sole donne che grazie a Fairtrade hanno partecipato ad attività di formazione per contrastare il fenomeno del machismo, molto frequente nell’area.

All’incontro partecipano anche Vladimiro Adelmi, Brand Manager della linea Solidal Coop, Paolo Pastore, Direttore di Fairtrade Italia e Aldo Pavan, fotografo e videomaker che lo scorso gennaio, in visita a Pantasma, ha realizzato un video, che sarà proiettato durante la serata.
Il Viaggio intorno al cibo, un format ideato da Coop e Fairtrade in Expo, proseguirà il 14 ottobre, sempre alle 18.00 presso la piazza del Food District con le noci di anacardio del Brasile.

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