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Il Bosco Procedo cresce grazie allo scambio elettronico dei dati

Un nuovo bosco vive a Treviso da nove mesi, grazie a Procedo la piattaforma web promossa da Indicod-Ecr Servizi che abilita  lo scambio elettronico di documenti commerciali e amministrativi e che aiuta anche a risparmiare carta. E la Giornata Nazionale degli Alberi del 21 novembre, riconosciuta dalla Legge n.10 del 14 gennaio 2013, sarà un’occasione privilegiata per richiamare attenzione sull’importanza degli alberi nel nostro eco-sistema e per rinnovare l’impegno della Community Procedo in direzione della sostenibilità simboleggiato dai 30 alberi del bosco che Procedo ha piantato a Treviso lo scorso febbraio.

Procedo è la piattaforma web che permette alle aziende del largo consumo di ogni dimensione, siano esse distributori e produttori, lo scambio dei documenti commerciali e amministrativi in formato elettronico, in maniera automatica e standard (EDI, Electonic Data Interchange), minimizzando i costi di gestione e soprattutto gli errori.

Grazie a Procedo, le aziende produttrici possono gestire tutte le insegne dei loro partner commerciali e le loro specificità da un unico punto senza dover accedere a svariati portali e senza doversi preoccupare degli aspetti tecnici che questo comporta.

Gli alberi che costituiscono il bosco, progettato dallo studio di riqualificazione urbana sTreet, rappresentano per Procedo un impegno serio nei confronti dell’ambiente e delle risorse. E un modo per richiamare l’attenzione  sull’uso poco regolato della carta nelle nostre case e soprattutto negli uffici. Basti pensare che gli italiani hanno un consumo di carta pro-capite tra i più alti del mondo: circa 200 kilogrammi all’anno, cioè quasi 80 risme formato A4. Ciò significa che una famiglia di 4 persone “consuma” 2 alberi ogni anno (Fonte: Salvaforeste, Greenpeace, 2010).

Parola d’ordine dunque è eliminare lo spreco di carta. «Sono tempi in cui cresce la sensibilità sui temi ambientali e sulla sostenibilità» dice Massimo Bolchini, Standard Development Director di GS1 Italy | Indicod-Ecr. «Lo scambio di documenti in formato elettronico realizzato con Procedo consente di ridurre considerevolmente lo spreco di carta e di conseguenza la necessità di abbattere alberi.

In particolare, sono interessanti i dati che emergono  dalle stime sul contributo prodotto nella riduzione di CO2 nell’aria delle varie specie del Bosco Procedo: l’acero campestre, ad esempio consente di immagazzinare in 50 anni 3.500 kg di CO2 pari a 4 volte il viaggio in aereo a/r Milano-Parigi; la farnia, la quercia più diffusa in Europa, assorbe nello stesso periodo di tempo 5.500 kg di CO2, l’equivalente di 8 volte il percorso in auto a/r Napoli-Berlino; mentre l’ontano ripulisce l’aria da circa 5 tonnellate di anidride carbonica, pari a 8 volte la tratta aerea a/r Venezia-Londra.

Un punto vendita più smart grazie alla tecnologia

Cosa può fare la tecnologia nel punto vendita, per incrementare la shopping experience e renderla più fluida, far tornare la voglia di entrare ed acquistare senza dimenticare la connessione con il mondo del digitale? Lo ha spiegato Econocom con i suoi partner tecnologici al salone del franchising di Milano, dove ha presentato il negozio 2.0. Nella gallery alcune soluzioni.

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Abbiamo intervistato Enrico Tantussi, country manager di Econocom Italia, digital service provider europeo che da 40 anni aiuta le aziende a progettare e governare l’innovazione scegliendo piattaforme, dispositivi e soluzioni applicative di ultima generazione

“Nel retail in Italia siamo al punto zero o quasi: cerchiamo di far capire come le tecnologie possono rendere la shopping experience più coinvolgente e completa. Nel retail management ogni fase di back end e di front end contribuisce alla shopping experience. E in ogni fase c’è un cluster di tecnologie che concorre all’ottimizzazione”. Ma la domanda da parte del cliente finale c’è? “No perché non c’è offerta, è necessario diffondere la cultura. I primi retailer che utilizzeranno queste tecnologie ne beneficeranno immensamente, poi seguiranno tutti gli altri. Chi fa l’apripista vince, come hanno fatto Esselunga e Coop con i lettori self-scanning. In alcune aree di Eataly Milano è già possibile effettuare i micro pagamenti tramite smartphone. La richiesta tecnologica è esponenziale. Oggi l’esperienza d’acquisto non è avvincente come potrebbe essere.”

La tecnologia, però, costa. “Noi proponiamo soluzioni ASA (As a Service), si paga una fee per l’uso delle tecnologie non le tecnologie stesse, il che evita di dover fare investimenti imporatanti.”

Qualche case history? “Coin ha adottato l’uso di iPad (loro volevano delle macchine fotografiche non comprendendo le potenzialità del tablet) per mandare dal marketing centrale agli shopping manager dei vari pdv di tutta Italia l’allestimento delle vetrine con i prodotti da inserire, e Pirelli ha risparmiato tre anni del nostro canone solo con la sostituzione di lampadine a LED nella sede. Brico e Leroy Merlin hanno messo le etichette elettroniche risolvendo il grosso problema del cambio continuo dei prezzi: con un click si aggiornano in tutta Italia. Dainese, che ha 50 pdv in tutta Europa, una volta faceva formazione presso la sede in Veneto, oggi la fa tramite iPad con un programma localizzato secondo la lingua e con il catalogo prodotti aggiornato in tempo reale. Il risparmio è notevole”.

Anna Muzio

Enogastronomia, è boom dell’online. Nasce eBay Gusto

L'home page della sezione di eBay interamente dedicata a cibo e vino, in partnership con Tannico. Ma presto entrerà anche Eataly Net.

Sempre più italiani comprano l’enogastronomia online: prodotti d’eccellenza o piccole produzioni locali, vini o formaggi magari provati in vacanza e i cui gusti si ha voglia di riprovare. Per comodità o per desiderio gourmande. Un trend che all’avvicinarsi delle festività natalizie si intensifica, per mancanza di tempo o perché si vuole cercare qualcosa di veramente speciale. Tanto che i siti che propongono enogastronomia si moltiplicano e nuovi competitor arrivano sul mercato. L’ultimo è eBay che apre eBay Gusto, una nuova sezione del sito di aste online interamente dedicata a cibo e vino, con 265mila proposte enogastronomiche e 1.000 etichette di vini di grandi cantine a prezzi abbordabili selezionate da Tannico. E un asso nella manica: l’ingresso previsto a breve di Eataly, che già un sito online possiede su vari mercati (in Italia partita un anno fa) ma cui evidentemente fa gola la possibilità di esportare in 176 Paesi, il bacino di utenza del sito di aste online.

 

Incrementi a due cifre

I dati confermano la tendenza. Secondo una ricerca eBay/Ipsos gli Italiani cercano ispirazione e sono maggiormente attivi negli acquisti enogastronomici online durante il periodo pre-natalizio: nel 2013 le vendite di enogastronomia online hanno registrato un +31% a novembre e un +47% a dicembre, per un totale sull’anno del +23% mentre l’export è cresciuto, rispetto al 2012, del +46%. Inoltre, 65 italiani su 100 hanno dichiarato di essere alla ricerca di ispirazione prima dell’acquisto di prodotti alimentari. I prodotti più richiesti su eBay.it sono i Biscotti, caffè e tè che registrano una vendita ogni 2 minuti. A seguire la categoria Vini con un acquisto ogni 5 minuti e la Gastronomia, con un articolo ogni 10 minuti.

“Vedendo lo sviluppo esponenziale nel marketplace della categoria Vino e Gastronomia le previsioni per il futuro sono più che positive. E sarà il Mobile a favorire la crescita di questa categoria; già oggi quasi la metà degli acquisti effettuati su eBay sono infatti influenzati da Mobile. Inoltre, abbiamo deciso di inaugurare la sezione eBay Gusto, dando spazio ai due brand tra più importanti di questo settore: Tannico, che ha recentemente aperto il proprio Negozio eBay, ed Eataly che aprirà a breve” spiega Claudio Raimondi, Country Manager di eBay in Italia.

 

Eccellenze italiane

L’e-commerce è un canale estremamente interessante per valorizzare le eccellenze italiane e i prodotti del territorio. Tanto che eBay ha firmato un Protocollo per la tutela delle produzioni DOP e IGP, sottoscritto con il Ministero delle Politiche Ambientali, Agricole e Forestali e l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche.

“La partnership con eBay – dichiara Franco Denari, CEO e co-founder di Eataly Net – mette in relazione le esperienze di due brand diversi, ma accomunati da un unico fattore: la continua innovazione nel mondo digital. Da un lato eBay, internazionale ed innovativo, dall’altro Eataly Net, che ha maturato in un anno una significativa esperienza in ambito e-commerce. Trasmettere via web l’eccellenza dell’enogastronomia italiana è una sfida fondamentale per il Made in Italy, ed il canale eBay Gusto saprà esserne portavoce ottimale nel nostro Paese e nel mondo”.

Le potenzialità dunque ci sono tutte. Ci si chiede, in tanto fermento, dove sia la Gdo.

Lidl Svezia usa il marketing ad personam

Dal sito di Lidl Svezia: “Gli alimenti buoni non costano di più”.

Per combattere il pregiudizio diffuso che lo vede come catena discount che vende prodotti stranieri e di bassa qualità, Lidl Svezia ha utilizzando una serie di iniziative di marketing davvero originali, che potremmo definire ad personam o one-to-one per gli anglofili, rivolgendosi direttamente ai singoli consumatori e utilizzando sapientemente le opportunità date dalla comunicazione tramite social network.

bosses-mjolkIl più recente esempio di ciò è la campagna Bosses Mjölk. Un anno fa Bosse Elfgren, privato cittadino, aveva postato sulla pagina facebook di Lidl un messaggio in cui chiedeva perché mai avrebbe dovuto consumare latte tedesco acquistando da Lidl. La risposta della catena (ex?) discount tedesca è arrivata sui cartoni del latte Ängens, 100% svedese e venduto nei punti vendita di tutto il Paese, ribattezzato per l’occasione appunto Bosses Mjölk, il latte di Bosse.

Questo modo di comunicare l’uso di prodotti locali è stato replicato in una campagna pubblicitaria su tv e carta stampata, mentre un aeroplano con uno striscione con scritto “Bosse, vendiamo veramente latte svedese!” si è occupato di sorvolare la casa del diffidente consumatore.

Lidl Svezia in passato aveva utilizzato anche altri mezzi per sovvertire la fama di discount low cost e low quality che ha per alcuni consumatori del Paese scandinavo, ad esempio aprendo Dill, un ristorante pop-up di alta gamma nel centro di Stoccolma la cui cucina, come fu dichiarato in seguito, utilizzava solo prodotti venduti dalla catena. Non solo: alcuni “denigratori via web” del marchio si sono visti recapitare direttamente a casa alcune portate da haute cuisine cucinate, ancora una volta, con i prodotti Lidl.

Ecco un modo geniale per sovvertire le critiche e utilizzarle a proprio vantaggio. E una bella lezione di gestione oculata dei propri social network.

Anna Muzio

Walmart estromette Apple dai pagamenti contactless

Walmart non accetta più pagamenti tramite Apple Pay. Foto Walmart.

Walmart sfida Apple: il gigante del retail americano ha smesso di accettare pagamenti tramite Apple Pay, il sistema installato sugli iPhone 6 che permette di effettuare pagamenti contactless. Lo scopo è favorire CurrentC, un metodo per pagare via smartphone che dovrebbe partire nel 2015 messo a punto da Walmart insieme ad altri retailer con un duplice scopo: sovvertire il mercato da 4,5 miliardi di dollari delle carte di credito (estromettendole o forzandole ad abbassare le commissioni), e controllare i preziosi dati generati durante le transazioni (che Apple non trasmette al retailer).

Un’operazione all’apparenza semplice come quella di pagare in negozio con il proprio smartphone infatti cela in realtà foschi retroscena di banche e operatori di carte di credito che si fanno la guerra per conquistare un mercato già ricco, ma che in futuro promette di esserlo molto di più. E pare che a questo punto anche i retailer vogliano entrare nell’arena.

“CurrentC è concepito per i retailer, per aiutarli a tagliare i costi di intermediazione” ha detto alla Reuters Nick Aceto, senior director dell’azienda specializzata in tecnologie dei pagamenti CardConnect, riferendosi alle commissioni pagate alle compagnie di carte di credito ogni volta che un cliente effettua un acquisto. “Non è una soluzione che piacerà ai clienti perché di certo non gli rende la vita più facile”. E infatti molti clienti di Walmart, impossibilitati ad usare il loro iPhone 6, si sarebbero già lamentati

CurrentC comunque funzionerà con qualunque smartphone, e integrerà i programmi fedeltà e i pagamenti in un’unica transazione.

Le aziende di carte di credito normalmente caricano delle commissioni che vanno dal 2 al 3% del valore della transazione. I retailer americani nel 2013 avrebbero pagato in totale 66 miliardi di dollari di commissioni.

Il negozio 2.0 al Salone del Franchising

Smart control, smart payment, smart engagement e smart service sono i pilastri su cui si costruisce il Negozio 2.0 che Econocom, insieme ai partner dell’Innovation Retail Lab, presenteranno al Salone del Franchising, dal 7 al 10 novembre presso FieraMilanoCity.

I franchisor, o aspiranti tali, potranno sperimentare in prima persona non il negozio del futuro, ma quello che si può già creare con le tecnologie esistenti. Grazie a un approccio globale, dall’inventario al cross selling, dall’out of stock all’antitaccheggio alla post vendita, che riesce a controllare movimentazione e servizi con un alto grado di efficienza. Perché digital signage, design all’avanguardia, QR Code, luci suggestive e tablet sono solo la punta dell’iceberg e, soprattutto, non sono più sufficienti per attirare il cliente nel punto vendita e accompagnarlo all’acquisto. Contapersone, telecamere di sorveglianza, mobile pos e firme grafometriche per i pagamenti, camerini virtuali o personal digital assistant devono lavorare in una logica di integrazione, per creare un ecosistema elegante e polifunzionale che consenta al franchisor di essere efficiente e, al contempo, spettacolare, supportando clienti e commessi in una relazione più intelligente ma anche più efficace.

“Oggi i processi di acquisto si sono molto diversificati” spiega Enrico Tantussi, country manager di Econocom, digital service provider europeo che opera in 20 Paesi. “Si compra per bisogno, per piacere o per caso. In realtà, non si vendono prodotti: si vendono, prima di tutto, informazioni. Una buona gestione delle informazioni è tutto. Il negozio 2.0 è questo e molto di più. Una logistica impeccabile che fa sempre trovare il prodotto giusto al momento giusto e un ambiente funzionale ed estetico, che coniuga design e soluzioni fisiche e digitali attraverso una convergenza di soluzioni allo stato dell’arte, creative ma anche utili. Oggi si parla molto di negozi 2.0 e di Internet of Things, ma l’intelligenza delle cose nasce prima di tutto se c’è intelligenza nella progettazione”.

Econocom e la cordata di partner (Disignum, Ingenico, Guttadauro, MobilePeople, Hs&Custom, KGroup) al Salone del Franchising saranno anche i protagonisti di una sessione di workshop.

Cresce l’e-commerce, stravincono le Dot Com. La gdo latita

La dinamica delle vendite e-commerce B2C in Italia 2006-2014.

Continua a crescere l’e-commerce in Italia. Secondo l’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano – Netcomm quest’anno le vendite online porteranno a casa 13,3 miliardi di euro, +17% rispetto al 2013. Sembrerebbe insomma che, dopo anni di paure e incertezze circa i pagamenti online e la “virtualità” della merce che non si può vedere né toccare gli Italiani (o quanto meno 16 milioni di loro) abbiano finalmente ceduto all’allure (ovvero alla comodità e alla convenienza) degli acquisti online.

Sempre più Mobile Commerce

Fin dai primordi del “cellulare”, gli Italiani ne sono stati grandi estimatori e possessori, svettando ai primi posti delle classifiche mondiali. Ma non lo utilizzavano per le funzioni più avanzate (sparuto gruppo di early adopters a parte). Ora tutto è cambiato, e dopo aver scaricato App per giochini e fitness, gestione budget e social, lo smartphone è utilizzato anche per gli acquisti. Tanto che nel 2014 il Mobile Commerce raddoppia, con 1,2 miliardi di euro di vendite, che, insieme a quelle via Tablet, incidono per il 20% del totale e-commerce.

Il confronto con il pdv fisico

La distribuzione delle vendite per comparto merceologico (2006-2014).
La distribuzione delle vendite per comparto merceologico (2006-2014).

Quali le conseguenze per i retailer “classici”? Partiamo dai numeri: a valore l’e-commerce passa quest’anno dal 2,6 al 3,5% del totale vendite retail e cresce la penetrazione specie in alcuni settori come l’Editoria (dal 4 al 7%), l’Informatica (dal 7,5 al 10,5%) e l’Abbigliamento (dal 2,9 a quasi il 4%).

A stravincere sono le Dot Com come Amazon, eBay, Expedia, che generano da sole più di metà dell’intera crescita (22% rispetto al 2013) ma anche Privalia, Booking.com e le italiane Banzai e YOOX. Si portano a casa il 54% del valore delle vendite online e, se consideriamo solo i prodotti escludendo i servizi, la loro quota sale al 70%. E il peso dei produttori e dei retailer tradizionali è ridotto al 14%. Non solo: sono in arrivo 1000 nuove start up, di cui 54 italiane, soprattutto nell’Abbigliamento, nell’Arredamento e Design e nel Food&Wine.

Commenta Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c di Politecnico di Milano e Netcomm. “Questa percentuale mette in luce le debolezze degli operatori tradizionali (produttori e retailer), che ancora stentano a interpretare l’online come un reale canale alternativo e che per questo non riescono a giocare un ruolo da protagonisti, come è invece avvenuto in molti mercati occidentali. Nonostante oltre 30 nuovi ingressi online tra gli operatori tradizionali nei diversi comparti merceologici, vediamo molto spesso un approccio poco convinto. A nostro avviso la strategia dovrebbe essere quella della progettazione integrata dei percorsi multicanale, volta a sfruttare al massimo il reale asset differenziale degli operatori tradizionali, ossia lo store. In questa direzione, anche lo Smartphone avrà un ruolo sempre più significativo nell’unire il mondo fisico con quello digitale”. Un milieu ibrido in cui il nuovo “Superconsumatore” si muove con disinvoltura passando dal reale al virtuale, acquistando online magari anche dalla vetrina interattiva o dagli schermi touchscreen del negozio. Non va dimenticato che ormai il web influenza un acquisto tradizionale su quattro.

Sale il Food & Wine, Grocery ancora nicchia

Nel 2014 la percentuale di insegne della GDO con un sito di e-commerce in ambito non food è salita al 55% (era il 53% nel 2013) e in ambito food al 10% (8% nel 2013). Il Grocery fa qualche timido passo in avanti, con un valore complessivo del mercato di 160 milioni di euro (+18%), ma l’incidenza sul totale vendite retail resta ancora più che trascurabile (0,1%).

Come dire che siamo ancora agli albori. Eppure le potenzialità online ci sono, eccome. Stanno emergendo alcuni comparti poco significativi in passato, come il Food&Wine gastronomico (Eataly salta subito alla mente), con oltre 200 milioni di euro di vendite nel 2014 (+30%) e enormi potenzialità anche sull’export digitale. Bene anche l’Arredamento (130 milioni di euro, +100%) e la Profumeria e cosmesi (40 milioni di euro, +25%).

Il confronto con gli altri

Il confronto coni principali mercati internazionali.
Il confronto coni principali mercati internazionali.

Nell’ultimo anno, in Italia, gli acquirenti online hanno superato i 16 milioni, 10 milioni dei quali effettuano almeno un acquisto al mese e generano il 90% delle vendite. La spesa media annua è di 1.000 euro circa, allineata con i principali mercati e-commerce europei (con l’esclusione dei britannici, che spendono il doppio). I valori maggiori (vedi tabella) sono dunque dovuti al numero di e-clienti: in UK i web shopper sono 39 milioni, in Germania 44 e in Francia 29 milioni.

Anna Muzio

Amazon Marketplace, già 12.000 le aziende italiane che lo utilizzano

Il centro di distribuzione Amazon di Castel San Giovanni (PC).

Usufruire di una logistica efficientissima e di una visibilità online primaria (è ottavo sito mondiale e quinto negli USA secondo Alexa), ma anche poter vendere all’estero in mercati altrimenti irraggiungibili: sono questi i vantaggi dati dalla presenza su Amazon Marketplace.

Vantaggi colti già da 12.000 aziende italiane inserite nel sito per operare nel mondo dell’e-Commerce. Sono invece 7.000 i venditori italiani e stranieri che hanno aderito al programma Logistica di Amazon in Italia, per far gestire al gigante di Seattle lo stoccaggio, l’imballaggio, la spedizione la gestione dei resi e l’assistenza ai clienti. Del resto, ormai a livello globale il 40% del totale degli articoli ordinati sul sito fa capo ad aziende “terze”.

La possibilità di vendere a mercati esteri è colta da 2.100 imprese operanti su Amazon.it che propongono i loro prodotti Made in Italy anche su Marketplace non europei, come Stati Uniti, Giappone e Canada.

Last but not least, le aziende inserite si avvalgono della garanzia sui pagamenti online eseguiti su Amazon.it, totalmente coperti in caso di frodi.

Questo enorme mercato virtuale (che ha esposto nelle sue “bancarelle”, dal giorno dell’apertura nel 2010, oltre 250mila prodotti) ha le sue categorie, che sono Musica, Film, Videogiochi, Casa, Cucina, Fai da Te, Giardino e Giardinaggio, Elettronica, Strumenti Musicali e DJ, Orologi, Gioielli, Scarpe e Borse, Valigeria, Giochi e Giocattoli, Prima Infanzia, Sport e Tempo Libero, Illuminazione, Auto e Moto e Informatica.

La compagnia di Jeff Bezos insomma è più che contenta di accogliere nuove aziende nel suo mercato web globale, proprio mentre è stato aperto a New York sulla 34° strada il primo store fisico, che per ora funziona come punto di prelievo dei prodotti ordinati online, ma le possibili evoluzioni possono essere facilmente immaginate. Altro interrogativo che in questi mesisi rimbalza sulla rete  e non solo riguarda l’arrivo di Amazon Fresh in Europa e, forse, in Italia.

Barilla, prima volta con il couponing digitale

Il re della pasta Barilla ha scelto una referenza storica, quella della linea delle Emiliane, per la sua prima esperienza nell’ambito del couponing 100% digitale, affidandosi alla piattaforma Pazzi per le Offerte di www.klikkapromo.it.

La campagna intende con questo nuovo mezzo stimolare il sell-out delle referenze a marchio Emiliane Barilla grazie a coupon impostati su logiche di acquisto multiplo. Ma anche attivare logiche di cross sell, grazie al coupon lasagne più ragù alla bolognese.

È un mondo senz’altro interessante e in espansione, ma non ancora decollato in Italia quello del couponing digitale: difficile per ora trovarli sul cellulare della casalinga di Voghera. Certamente però l’iniziativa consentirà a Barilla di raggiungere una audience interessante (ed altospendente) di early adopters come quella degli smart shopper.

“Abbiamo scelto la piattaforma di Pazzi Per Le Offerte di Klikkapromo.it perché ci permette di offrire incentivi all’acquisto con una modalità veloce e semplice per il consumatore. Oggi una delle principali barriere all’utilizzo dei buoni sconto risiede nella loro natura cartacea. Grazie al mezzo digitale riusciamo ad offrire soluzioni flessibili e facilmente fruibili, incontrando i bisogni di consumatori che ricercano una costante semplificazione dei processi di acquisto” commenta Alberto Costella, brand manager Barilla.

I coupon saranno scaricabili dal sito Klikkapromo.it e dall’applicazione Pazzi per le Offerte, scaricata da oltre 240 mila possessori di iPhone e smartphone Android. Sarà anche scaricabile tramite QR Code dalle affissioni interattive presenti nelle principali fermate della metropolitana di Milano. Hanno un taglio variabile da 20 cent a 1,50 euro a seconda del numero e delle referenze acquistate, per un monte complessivo superiore ai 25 euro.

Anna Muzio

Le 10 tendenze che cambieranno l’e-commerce entro il 2020

La presentazione della previsione n° 8 al Gartner Symposium/ITxpo è stata subito retwittata. Foto @Gartner_inc.

C’erano anche Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, e Satya Nadella, Ceo di Microsoft a discutere di e-commerce ed e-economy al Gartner Symposium/ITxpo, una serie di incontri e seminari rivolti ai manager responsabili di It tenutosi questo mese a Orlando, Florida, con lo scopo di “capire, costruire e ottimizzare le opportunità fornite dalla tecnologia digitale e passare dalla teoria alla pratica”.

Dunque come sarà lo shopping del futuro? Un vero e proprio film di fantascienza, secondo le previsioni di Gartner, dove algoritmi sempre più complicati prendono il controllo e decidono delle nostre vite e (soprattutto!) degli acquisti da fare (effettuati via smartphone e consegnati con droni che sibilano sopra le nostre teste), e con il pdv sullo sfondo che diventa più luogo che suscita emozioni, un po’ come un museo o una galleria d’arte.

Gartner, società di consulenza nel campo dell’It, ha emanato un vero e proprio decalogo, dieci tendenze chiave che dovrebbero in futuro regolare gli scambi commerciali e che i manager dovrebbero tenere in grande considerazione. Sullo sfondo, l’attenzione, sempre più cruciale per le aziende del futuro, a investire nelle persone e nella customer experience.

1. Entro il 2018 il business digitale avrà bisogno del 50% in meno di addetti ai processi e del 500% in più di esperti in ruoli non tradizionali quali specialisti di integrazione, architetti di business digitale, analisti normativi, risk professionals e avvocati.

2. Entro il 2017, sarà lanciato un business digitale di successo ideato da un algoritmo.

3. Entro il 2018, macchine intelligenti e servizi industrializzati faranno calare il costo delle operazioni commerciali del 30%.

4. Entro il 2020, l’aspettativa di vita nelle economie avanzate aumenterà di sei mesi grazie alla diffusione di tecnologie wireless per monitorare la salute.

5. Entro il 2016, l’e-commerce effettuato esclusivamente via mobile da assistenti digitali ammonterà a 2,5 miliardi di dollari. Di conseguenza le campagne di marketing non dovranno prendere in considerazione solo le persone, ma anche ideare tecniche di marketing in grado di catturare l’attenzione dei “personal shopper digitali”.

6. Entro il 2017, negli USA la “febbre da smartphone” spingerà i ricavi degli acquisti tramite smartphone al 50% dei ricavi dell’e-commerce. Le aziende dovranno prendere in considerazione i portafogli digitali (Apple Passbook, Google Wallet) per venire incontro al crescente interesse dei consumatori verso il commercio e i pagamenti tramite cellulare.

7. Entro il 2016, il 70% dei modelli di commercio digitale di successo saranno basati su processi volutamente instabili. Sarà richiesto al personale aziendale una sempre maggiore flessibilità e reattività che supporti la fluidità organizzativa.

8. Entro il 2017, oltre la metà degli investimenti in ricerca e sviluppo di prodotto e servizio saranno reindirizzati verso l’innovazione della customer experience. Sarà sempre più importante conoscere il proprio cliente tramite l’identificazione di buyer persona e analisi etnografiche.

9. Entro il 2017, quasi il 20% di aziende di e-commerce che vendono beni durevoli useranno le stampanti 3D per offrire prodotti personalizzati.

10. Entro il 2018, i retailer che utilizzeranno messaggi mirati in combinazione con l’Internal Positioning Systems (una sorta di Gps in grado di localizzare esattamente il cliente all’interno del pdv) aumenteranno le visite del 20%. Conoscere i dati del cliente sarà fondamentale per poter inviare offerte mirate in tempo reale, direttamente davanti allo scaffale.

Fantascienza? Certo che no, le tecnologie e la loro applicazioni ci sono già, è solo una questione di numeri. Basta pensare a innovazioni molto annunciate e all’inizio utilizzate solo da delle nicchie di tecno geek, ma poi adottate dai più, all’improvviso: dall’e-book al 3g sui telefonini. Il futuro insomma è dietro la porta.

Anna Muzio

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