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Il boom degli e-coupon in Italia fa crescere gli acquisti online

Henning Kruthaup, CEO di SignorSconto.it (Sparheld International GmbH)

Di anno in anno si modificano le modalità attraverso cui i consumatori effettuano i propri acquisti. Ciò che sta cambiando è la facilità con cui si accede alle informazioni, disponibili in ogni luogo e per mezzo di ogni dispositivo. La multicanalità, infatti, è diventata parte integrante ed essenziale del commercio: il consumatore può disporre del canale online e di quello mobile così come del negozio fisico, che ha perso il monopolio che gli era proprio un tempo.

Ci sono però delle barriere che il canale “non tradizionale” sta cercando lentamente di superare. Una di queste è il cosiddetto effetto ROPO (Research Online, Purchase Offline), acronimo che esemplifica la tendenza sempre più diffusa di ricercare informazioni online, per poi effettuare l’acquisto finale in un negozio fisico (in Italia questa pratica è propria del 37% dei possibili acquirenti – Fonte: Forrester Research). Il fatto che si utilizzi il canale online come primo strumento per ottenere informazione e mirare ad un acquisto consapevole è sicuramente un dato molto positivo, ma obiettivo ancora da raggiungere – al fine di far sviluppare in Italia il canale e-commerce come nel resto d’Europa – è quello di conquistare la fiducia del cliente nei confronti dello strumento e studiare delle soluzioni ad hoc che possano portare a tale risultato.

È sicuramente essenziale costruire uno store online chiaro nei suoi contenuti, completo a livello informativo e dotato di un servizio di assistenza clienti sempre attivo. Un negozio che prediliga un massivo uso delle immagini dei prodotti che vende, piuttosto che fitte pagine di descrizioni; che sia dovizioso di dettagli che possano conquistare la fiducia del cliente, che rimandi a collegamenti social dove gli utenti possono esprimere opinioni e che disponga di una sua versione mobile.

L’avanzata di smartphone e tablet

In Italia, infatti, il mobile commerce è in continua ascesa come dimostrano i dati forniti dall’Osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano e le misurazioni di SignorSconto.it: infatti ad accedere al portale via mobile a inizio anno era una percentuale pari al 10% dell’utenza totale, mentre già a Settembre tale numero era cresciuto di oltre 5 punti (15,63%) ed è tuttora in crescita.

Ciò che nel corso dell’ultimo anno ha realmente fatto la differenza, facendo avvicinare al mondo dell’e-commerce anche l’utente più “scettico” è stato il boom dei coupon digitali. Basta un dato a confermare tale tendenza: secondo Juniper Research, i coupon digitali sono stati utilizzati per 16 miliardi di volte nel corso dell’anno e nel 2017 si stima saranno utilizzati 31 miliardi di volte. Una crescita lampante, alla quale contribuisce la diffusione dei dispositivi mobili: infatti, il boom riscontrato nell’uso di tablet e smartphone ha fatto schizzare le percentuali di shopping online, dato  strettamente connesso al successo degli e-coupon.

Come rileva la eCoupon Consumer Survey realizzata da Kiwari, il 48% degli utenti italiani ammette di essere sensibile al prezzo finale e alle formule promozionali. Più nel dettaglio, il 61% dei consumatori dichiara di conoscere gli e-coupon e oltre 5 milioni di persone li ha utilizzati almeno una volta negli ultimi 12 mesi. In molti hanno fiutato il trend in costante crescita, infatti, sono sempre più numerose le aziende che scelgono il couponing per promuovere i propri prodotti, con un incremento degli investimenti dell’11% registrato nel 2013.

Analizzando il periodo compreso tra Gennaio e Settembre 2014, il portale SignorSconto.it ha registrato dati molto interessanti: infatti nel corso dei primi 9 mesi dell’anno gli utenti italiani hanno utilizzato oltre 20.000 e-coupon, con una media di 2.200 coupon al mese e con picchi che superano i 2.500 nei mesi di Gennaio e Luglio. Tali risultati fanno riflettere sull’utilizzo che si tende a fare di questi strumenti: la crescita nel mese di Gennaio infatti è giustificata dal fatto che un coupon serva a risparmiare e, dopo il periodo natalizio fatto di acquisti e regali, il mese successivo si cerca di ingegnarsi per contenere le spese; ma non è solo la questione economica a fornire la chiave di tale crescita. Il dato relativo all’exploit di luglio fa invece riflettere sul fatto che ormai il coupon copra a 360 gradi ogni settore merceologico ed il periodo subito precedente alle ferie di Agosto fa balzare la richiesta di coupon legati a viaggi last-minute e offerte turistiche.

Ad oggi, i coupon digitali permettono di fare più o meno tutto: acquistare un capo d’abbigliamento (il settore più richiesto dagli utenti di SignorSconto.it con una percentuale del 14%), regalarsi una cena speciale, viziarsi con un massaggio o concedersi le ultime novità hi-tech a prezzi scontati. Il successo degli e-coupon in Italia però è legato ad un vantaggio che coinvolge due differenti interlocutori: non solo l’utente finale, ma  anche le aziende, che possono così promuovere il proprio business e godere del passaparola degli utenti. E’, infatti, proprio il passaparola la chiave del successo di questo strumento, che permette di creare un’interazione multilaterale e sta, col tempo, abbattendo il sopracitato effetto ROPO, in quanto grazie agli e-coupon gli utenti stanno iniziando a cercare online e acquistare online.

di Henning Kruthaup, CEO di SignorSconto.it (Sparheld International GmbH)

SignorSconto.it fa parte di Sparheld International GmbH, un’azienda dinamica ed in costante crescita con sede a Berlino, fondata nel 2009 da Henning Kruthaup, attualmente presente con altrettante pagine internazionali in 7 paesi europei.

Waitrose rivela le tendenze del food

Si organizzano cene sempre più elaborate per gli amici, emulando gli chef delle trasmissioni TV: è uno dei trend individuati dal rapporto di Waitrose.

yhLa catena della grande distribuzione britannica Waitrose ogni anno, dopo aver analizzato i dati di milioni di vendite, online e in negozio, distilla le tendenze alimentari dei consumatori britannici. Tendenze locali, certo, ma che tendono a diventare sempre più globali (provate a fere l’esercizio di un confronto con i comportamenti degli italiani) e che sono pubblicate nel The Waitrose Food & Drink Report 2014.

Dal rapporto emerge un consumatore che, pur mantenendo l’attenzione ai costi tipica della recessione, abbraccia nuove tendenze che si affermano sempre più: la curiosità verso piatti stranieri, il “lusso rustico” (pane da lievito madre, formaggi di fossa e quant’altro), la tendenza a pubblicare foto e descrizioni di ciò che mangia sui social, il “vegetarianesimo flessibile”, l’hobby della cucina che gli fa organizzare cene con amici e parenti, specie nei fine settimana, e la mancanza di tempo cronica.

Di corsa in settimana, social, glocal e gourmet nel weekend

Web, mobile e social influenzano sempre più le nostre scelte alimentari: da quello che compriamo a come cuciniamo, a come comunichiamo di e sul cibo. Quest’anno le richieste dei clienti Waitrose via social hanno superato per la prima volta le richieste via mail.

Sempre più global. Cresce la curiosità verso i prodotti etnici e si sperimentano le novità come il katsu curry, ricetta mutuata dai ristoranti giapponesi

Sempre meno tempo per la spesa. Sempre di corsa, si preferisce comparare pochi articoli indispensabili nei supermercati di prossimità, cedendo magari alla tentazione dei prodottini gourmet da cucinare velocemente. Anche la colazione si mangia sempre più per strada (+10% di vendite)

Chef in tv, cuochi a casa. Il 40% dei clienti considera il fine settimana come  l’occasione per cucinare e incontrare famiglia e amici (da noi non è proprio una novità); i programmi tv tipo Master Chef ispirano sempre più persone a sperimentare in cucina

Salutismo anche a colazione. Per la prima volta le vendite di miele superano quelle di marmellata.

Aperol liquore dell’anno! Le vendite di Aperol secondo Waitrose sono aumentate dell’800% quest’anno, quelle di liquori al caffè del 15%. I cocktail (Espresso Martini e Spritz) provati al bar si ripropongono a casa nelle cene con amici

Vini, arrivano i “nuovi”. Non è solo più Sauvignon Blanc, tra le new entry la più di successo quest’anno è il Grüner Veltliner austriaco. I Mondiali di calcio brasiliani hanno trascinato le vendite di vini sudamericani (+50%).

Anna Muzio

Sainsbury’s riduce l’alcol nel Prosecco

Il Prosecco di Conegliano Sainsbury’s è stato riformulato per avere un contenuto alcolico minore, senza influenzarne il gusto, passando da una gradazione di 11% a 10,5%: questo, secondo la catena della Gdo britannica, porterà i clienti a consumare annualmente un milione di unità di alcol in meno. Il vino, best seller nella linea alto di gamma di Sainsbury’s “Taste the Difference”, è prodotto da Cantine Riunite ed è un DOCG. La riformulazione della gradazione alcolica rientra nella campagna 20×20, con la quale il colosso britannico della grande distribuzione ha deciso di raddoppiare le vendite di “vini leggeri”, ovvero con un titolo alcolometrico basso.

La corporate responsability fa così un ulteriore passo avanti, e dopo essersi preoccupata che i produttori e manufattori dei prodotti venduti seguano buone pratiche sociali ed ambientali, si occupa della salute dei propri clienti.

L’enologo di Sainsbury’s Ryan Carter ha spiegato: “Prendiamo molto sul serio il fatto che i nostri clienti imparino a bere responsabilmente e le loro richieste. Siamo stati i primi ad adottare le linee guida del dipartimento della Salute sull’etichettatura degli alcolici, e abbiamo introdotto all’inizio dell’anno l’indicazione delle calorie sui vini che commercializziamo con il nostro marchio. Questo nuovo spumante è il risultato della collaborazione tra il nostro team interno di enologi e quello di Cantine Riunite. La riduzione della gradazione alcolica è stato un processo impegnativo dal punto di vista tecnico, ma sono felice di poter dire che la nuova versione nei test sul gusto fatti con i nostri clienti è risultata alla pari con la versione con titolo alcolometrico di 11% “.

Sainsbury’s ha anche incassato l’apprezzamento del ministero della Salute britannico Jane Ellison, che si è augurata che altre catene mettano in atto “iniziative simili”.

Anna Muzio

Il 25 e 26 novembre torna il Forum Retail

Torna a Milano il Forum Retail, la mostra/convegno interamente dedicata a sistemi, soluzioni e tecnologie per il punto vendita e la GDO. L’evento, organizzato da Istituto Internazionale di Ricerca – IIR e giunto alla quattordicesima edizione, si terrà presso l’Atahotel Expo Fiera il 25 e 26 novembre.

Novità di quest’anno sono le due Premium Conference con i leader del settore. Il primo giorno a discutere sul tema “Chi saranno i leader del futuro nel Retail & GDO? Quale il ruolo della tecnologia?” ci saranno prestigiosi ospiti tra cui Oscar Farinetti, Presidente e fondatore di Eataly. Il secondo giorno si parlerà di “Integrazione multicanale: what’s next?” e di come gestire la complessità derivata dal rapido aumento di punti di contatto con il cliente.
Quest’anno raddoppierà l’area espositiva, tradizionale luogo di incontro tra domanda e offerta, ma anche luogo di formazione e informazione nei tre corner dedicati che ospiteranno 12 “free entry session” su tematiche legate all’innovazione, tra cui Sistemi di pagamento, Crm & Loyalty,  E-commerce & Digital Marketing; Soluzioni IT e tecnologiche per il retail, Smart Engagement & Nuove tecnologie nel punto vendita e Business intelligence & Big data.

I contenuti del convegno sono stati selezionati da un autorevole advisory board composto da Riccardo Boccalero, Direttore sistemi informativi e comunicazioni Cisalfa, Silvia Caselli, Direttore operativo Librerie Feltrinelli, Debora Guma, CIO Carrefour, Renato Marchi, Corporate CIO Gruppo Pam, Adalberto Santi, CIO Mc Donald’s Italia e Marino Vignati, CIO Auchan.

Eurocommerce a Ue: massima attenzione a digitale, competenze e riforme del lavoro

Parlando al Tripartite Social Smmit per la crescita e il lavoro di oggi (notata l’assenza di Matteo Renzi), il direttore generale di Euro Commerce Christian Verschueren ha evidenziato il fatto che, «oltre 29 milioni di europei lavorano nella vendita al dettaglio e all’ingrosso, cioè uno ogni sette europei che lavorano». Tuttavia, pur essendo uno dei maggiori fornitori di posti di lavoro più grandi d’Europa, il settore deve affrontare importanti sfide. Per contribuire alla ripresa economica dell’Europa – ha detto Verschueren – abbiamo bisogno di tre azioni:investimenti in infrastrutture digitali e nelle competenze, approfondire e progredire il mercato unico, e portare avanti ulteriori riforme dei mercati del lavoro».

Investire in competenze
La vendita al dettaglio e il commercio all’ingrosso sono in grado di fornire opportunità di lavoro a chi, con qualifiche limitate, ha spesso difficoltà a trovare lavoro. Verschueren ha sottolineato: «Dobbiamo essere in grado di continuare ad investire sia nei giovani di oggi che faticano a trovare posti di lavoro, così come nelle generazioni più anziane. Sosteniamo l’impegno della Commissione a mobilitare i fondi per le competenze, ma queste possibilità di finanziamento dovrebbero essere rese più facile, con meno burocrazia per le richieste di finanziamento».

Tenere il passo con l’era digitale
L’era digitale sta creando nuove opportunità di lavoro, ma queste richiedono nuove competenze nelle quali c’è maggiore necessità di investimenti. Le imprese del commercio stanno facendo la loro parte. Gli investimenti sono necessari anche nelle infrastrutture (reti digitali e dei trasporti). In terzo luogo, il completamento e l’approfondimento del mercato unico digitale rimane una priorità. «Abbiamo chiesto un portale unico che avrebbe fornito le informazioni user-friendly sui requisiti legislativi in ogni Stato membro, nonché le migliori pratiche per aiutare gli operatori a operare anche cross border», ha spiegato Verschueren.

Riformare il mercato del lavoro
Le condizioni di lavoro in alcuni Stati membri impediscono ancora alle imprese di assumere per la crescita. «Gli Stati membri devono investire nella riforma del mercato del lavoro oppure rischiare di perdere i progressi compiuti verso il rafforzamento dell’economia e verso il miglioramento delle prospettive di occupazione», ha concluso Verschueren.

Apre oggi il Salone del Gusto e c’è anche Coop

Sarà un luogo per degustazioni e incontri e anche una vetrina per i prodotti della linea “Fior Fiore” lo stand di Coop al Salone del Gusto, da oggi al 27 ottobre in scena al Lingotto di Torino.

La democrazia del gusto, ovvero la volontà di rendere accessibili, sia in termini di reperibilità che di contenimento di prezzo, le eccellenze del territorio, è il tema narrativo scelto dall’unica insegna della grande distribuzione in Italia presente alla manifestazione di Slow Food, giunta alla decima edizione e dedicata quest’anno alla biodiversità e all’agricoltura familiare.

I principali protagonisti nello stand Coop saranno proprio i produttori locali che hanno saputo realizzare filiere di valore: la cantina piemontese Terre di Vino, il Birrificio Pedavena, il Caseificio Rosso dalle valli del Biellese, tanto per citarne alcuni. Ogni giorno il pane fresco arriverà dalla Casa di Reclusione San Michele di Alessandria allo stand Coop che sarà anche invaso dagli odori del basilico, il rosmarino, la salvia, la menta, il peperoncino biologici della linea Vivi Verde. Ci saranno poi cento ragazzi degli Istituti Alberghieri piemontesi a preparare e servire tutte le degustazioni (gratuite) in programma. Ad accompagnare il buon cibo non mancherà il buon vino dalle bottiglie della linea “Assieme”, un progetto con cui Coop ha unito 12 cantine cooperative per la produzione di vini quotidiani di qualità.

La linea “Fior Fiore”, che raccoglie oggi in Coop oltre 370 specialità trovate percorrendo in lungo e in largo il Bel Paese, nel primo semestre 2014 ha fatto registrare oltre il 21% di vendite in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Amazon Marketplace, già 12.000 le aziende italiane che lo utilizzano

Il centro di distribuzione Amazon di Castel San Giovanni (PC).

Usufruire di una logistica efficientissima e di una visibilità online primaria (è ottavo sito mondiale e quinto negli USA secondo Alexa), ma anche poter vendere all’estero in mercati altrimenti irraggiungibili: sono questi i vantaggi dati dalla presenza su Amazon Marketplace.

Vantaggi colti già da 12.000 aziende italiane inserite nel sito per operare nel mondo dell’e-Commerce. Sono invece 7.000 i venditori italiani e stranieri che hanno aderito al programma Logistica di Amazon in Italia, per far gestire al gigante di Seattle lo stoccaggio, l’imballaggio, la spedizione la gestione dei resi e l’assistenza ai clienti. Del resto, ormai a livello globale il 40% del totale degli articoli ordinati sul sito fa capo ad aziende “terze”.

La possibilità di vendere a mercati esteri è colta da 2.100 imprese operanti su Amazon.it che propongono i loro prodotti Made in Italy anche su Marketplace non europei, come Stati Uniti, Giappone e Canada.

Last but not least, le aziende inserite si avvalgono della garanzia sui pagamenti online eseguiti su Amazon.it, totalmente coperti in caso di frodi.

Questo enorme mercato virtuale (che ha esposto nelle sue “bancarelle”, dal giorno dell’apertura nel 2010, oltre 250mila prodotti) ha le sue categorie, che sono Musica, Film, Videogiochi, Casa, Cucina, Fai da Te, Giardino e Giardinaggio, Elettronica, Strumenti Musicali e DJ, Orologi, Gioielli, Scarpe e Borse, Valigeria, Giochi e Giocattoli, Prima Infanzia, Sport e Tempo Libero, Illuminazione, Auto e Moto e Informatica.

La compagnia di Jeff Bezos insomma è più che contenta di accogliere nuove aziende nel suo mercato web globale, proprio mentre è stato aperto a New York sulla 34° strada il primo store fisico, che per ora funziona come punto di prelievo dei prodotti ordinati online, ma le possibili evoluzioni possono essere facilmente immaginate. Altro interrogativo che in questi mesisi rimbalza sulla rete  e non solo riguarda l’arrivo di Amazon Fresh in Europa e, forse, in Italia.

Lafayette Gourmet e Lafayette Maison, icona dello stile francese

Lafayette Gourmet e Lafayette Maison (il format dedicato alla casa e alla decorazione) unite sotto lo stesso tetto, in boulevard Haussmann a Parigi: ecco la recente scelta strategica di Galeries Lafayette con lo scopo di celebrare ancora più in grande lo stile di vita francese.

Il risultato? Una nuova grande casa di 7.500 m² e 5 piani (quelli un tempo occupati da Marks & Spencer), in cui le varie aree dello shopping danno il meglio di sé: spesa alimentare, ristorazione, enologia, attrezzi per la cucina, biancheria.

Particolarmente ricca l’offerta della ristorazione, che consta di 14 punti che spaziano da rosticcieri tipici allo stellato Ducasse, dal pasticciere Pierre Hermé al bar Cuiller.

 

L’organizzazione degli spazi

3° PIANO – L’ARTE DI RIGENERARSI:

Apparecchi di bellezza

Biancheria da casa

Corredo da letto

Bagno

2° PIANO – L’ARTE DI RICEVERE:

Arte della tavola

Biancheria da tavola

Profumi per ambienti

1° PIANO – L’ARTE DI CUCINARE:

Tutto per la cucina

Piccoli elettrodomestici

Enologia

Vini, Champagne e Alcolici

PIANO TERRA – L’ARTE DELLA DEGUSTAZIONE:

Gastronomia francese

Cucina da tutto il mondo

SOTTOPIANO – L’ARTE DI FARE LA SPESA:

Alimentari

Mercato

 

 

Nielsen: a settembre vendite in calo nella gdo

trend NielsenA settembre, secondo i dati Nielsen Trade/Mis si registra un calo nelle vendite del largo consumo rispetto all’anno precedente: Grocery, Food e Drugs hanno tutti un segno negativo sia a valore, sia a volume, anche se con dinamiche diverse. Particolarmente negativo il trend dei prodotti Drugs, con  -4,9 a valore e -5,2 a volume, mentre per il Food si registra un -0,7 sia a volume sia a valore (con nessuma variazione di prezzo dal settembre precedente) e il Grocery si posiziona a -1,5% a valore e -1,6% a volume.

In rallentamento la marca del distributore, che rispetto al 2013 perde circa il 2% in tutti e tre i settori considerati. In crescita invece la pressione promozionale dell’1,4% nel Food e Grocery e dell’1,3% nel Drugs.

 

Le 10 tendenze che cambieranno l’e-commerce entro il 2020

La presentazione della previsione n° 8 al Gartner Symposium/ITxpo è stata subito retwittata. Foto @Gartner_inc.

C’erano anche Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, e Satya Nadella, Ceo di Microsoft a discutere di e-commerce ed e-economy al Gartner Symposium/ITxpo, una serie di incontri e seminari rivolti ai manager responsabili di It tenutosi questo mese a Orlando, Florida, con lo scopo di “capire, costruire e ottimizzare le opportunità fornite dalla tecnologia digitale e passare dalla teoria alla pratica”.

Dunque come sarà lo shopping del futuro? Un vero e proprio film di fantascienza, secondo le previsioni di Gartner, dove algoritmi sempre più complicati prendono il controllo e decidono delle nostre vite e (soprattutto!) degli acquisti da fare (effettuati via smartphone e consegnati con droni che sibilano sopra le nostre teste), e con il pdv sullo sfondo che diventa più luogo che suscita emozioni, un po’ come un museo o una galleria d’arte.

Gartner, società di consulenza nel campo dell’It, ha emanato un vero e proprio decalogo, dieci tendenze chiave che dovrebbero in futuro regolare gli scambi commerciali e che i manager dovrebbero tenere in grande considerazione. Sullo sfondo, l’attenzione, sempre più cruciale per le aziende del futuro, a investire nelle persone e nella customer experience.

1. Entro il 2018 il business digitale avrà bisogno del 50% in meno di addetti ai processi e del 500% in più di esperti in ruoli non tradizionali quali specialisti di integrazione, architetti di business digitale, analisti normativi, risk professionals e avvocati.

2. Entro il 2017, sarà lanciato un business digitale di successo ideato da un algoritmo.

3. Entro il 2018, macchine intelligenti e servizi industrializzati faranno calare il costo delle operazioni commerciali del 30%.

4. Entro il 2020, l’aspettativa di vita nelle economie avanzate aumenterà di sei mesi grazie alla diffusione di tecnologie wireless per monitorare la salute.

5. Entro il 2016, l’e-commerce effettuato esclusivamente via mobile da assistenti digitali ammonterà a 2,5 miliardi di dollari. Di conseguenza le campagne di marketing non dovranno prendere in considerazione solo le persone, ma anche ideare tecniche di marketing in grado di catturare l’attenzione dei “personal shopper digitali”.

6. Entro il 2017, negli USA la “febbre da smartphone” spingerà i ricavi degli acquisti tramite smartphone al 50% dei ricavi dell’e-commerce. Le aziende dovranno prendere in considerazione i portafogli digitali (Apple Passbook, Google Wallet) per venire incontro al crescente interesse dei consumatori verso il commercio e i pagamenti tramite cellulare.

7. Entro il 2016, il 70% dei modelli di commercio digitale di successo saranno basati su processi volutamente instabili. Sarà richiesto al personale aziendale una sempre maggiore flessibilità e reattività che supporti la fluidità organizzativa.

8. Entro il 2017, oltre la metà degli investimenti in ricerca e sviluppo di prodotto e servizio saranno reindirizzati verso l’innovazione della customer experience. Sarà sempre più importante conoscere il proprio cliente tramite l’identificazione di buyer persona e analisi etnografiche.

9. Entro il 2017, quasi il 20% di aziende di e-commerce che vendono beni durevoli useranno le stampanti 3D per offrire prodotti personalizzati.

10. Entro il 2018, i retailer che utilizzeranno messaggi mirati in combinazione con l’Internal Positioning Systems (una sorta di Gps in grado di localizzare esattamente il cliente all’interno del pdv) aumenteranno le visite del 20%. Conoscere i dati del cliente sarà fondamentale per poter inviare offerte mirate in tempo reale, direttamente davanti allo scaffale.

Fantascienza? Certo che no, le tecnologie e la loro applicazioni ci sono già, è solo una questione di numeri. Basta pensare a innovazioni molto annunciate e all’inizio utilizzate solo da delle nicchie di tecno geek, ma poi adottate dai più, all’improvviso: dall’e-book al 3g sui telefonini. Il futuro insomma è dietro la porta.

Anna Muzio

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