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Lidl Svezia usa il marketing ad personam

Dal sito di Lidl Svezia: “Gli alimenti buoni non costano di più”.

Per combattere il pregiudizio diffuso che lo vede come catena discount che vende prodotti stranieri e di bassa qualità, Lidl Svezia ha utilizzando una serie di iniziative di marketing davvero originali, che potremmo definire ad personam o one-to-one per gli anglofili, rivolgendosi direttamente ai singoli consumatori e utilizzando sapientemente le opportunità date dalla comunicazione tramite social network.

bosses-mjolkIl più recente esempio di ciò è la campagna Bosses Mjölk. Un anno fa Bosse Elfgren, privato cittadino, aveva postato sulla pagina facebook di Lidl un messaggio in cui chiedeva perché mai avrebbe dovuto consumare latte tedesco acquistando da Lidl. La risposta della catena (ex?) discount tedesca è arrivata sui cartoni del latte Ängens, 100% svedese e venduto nei punti vendita di tutto il Paese, ribattezzato per l’occasione appunto Bosses Mjölk, il latte di Bosse.

Questo modo di comunicare l’uso di prodotti locali è stato replicato in una campagna pubblicitaria su tv e carta stampata, mentre un aeroplano con uno striscione con scritto “Bosse, vendiamo veramente latte svedese!” si è occupato di sorvolare la casa del diffidente consumatore.

Lidl Svezia in passato aveva utilizzato anche altri mezzi per sovvertire la fama di discount low cost e low quality che ha per alcuni consumatori del Paese scandinavo, ad esempio aprendo Dill, un ristorante pop-up di alta gamma nel centro di Stoccolma la cui cucina, come fu dichiarato in seguito, utilizzava solo prodotti venduti dalla catena. Non solo: alcuni “denigratori via web” del marchio si sono visti recapitare direttamente a casa alcune portate da haute cuisine cucinate, ancora una volta, con i prodotti Lidl.

Ecco un modo geniale per sovvertire le critiche e utilizzarle a proprio vantaggio. E una bella lezione di gestione oculata dei propri social network.

Anna Muzio

Lidl si conferma Insegna dell’anno anche per il 2014-2015

Lidl è sto eletti Insegna dell’anno 2014-2015 bissando il successo ottenuto lo scorso anno, quando la manifestazione si “Retailer of the Year”. Il cambio di nome, deciso per portare l’iniziativa ancora più vicina ai consumatori, non è stata l’unica novità di questa edizione. Quest’anno per la prima volta si sono avuti finalisti in tutte le 27 categorie, molte delle quali hanno avuto fino a cinque insegne finaliste (numero massimo consentito). Questo significa che più consumatori hanno espresso la propria opinione in più ambiti, consentendo ad un maggior numero di catene di raggiungere la quota di 380 valutazioni necessarie per accedere in finale.

Qualche dato: sono state raccolte 143.564 valutazioni complessive (131.660 nel 2013);

400 le insegne valutate (387 nel 2013) di cui 116 finaliste (88 nel 2013). Il voto mdio è stato 6,7 (6,8 nel 2013).

Il premio è legato a un’indagine da cui è emerso che per il consumatore italiano i temi legati al prezzo (livello dei prezzi, promozioni e rapporto qualità-prezzo) contano di più che per la media dei consumatori europei. Confrontando inoltre i dati di quest’anno con quelli dell’anno scorso si nota una maggiore importanza di promozioni, assortimento e livello dei prezzi.

Oltre al vincitore assoluto, ecco l’elenco degli altri vincitori per ciascuna categoria.

Abbigliamento Uomo Conbipel

Abbigliamento Donna Pimkie

Abbigliamento Bambino & Puericultura H&M

Intimo & Lingerie Tezenis

Bigiotteria & Accessori Donna Bijou Brigitte

Gioielleria & Orologeria Stroili Oro

Borse & Pelletteria Carpisa

Calzature Pittarello Calzature

Erboristeria Bottega Verde

Farmacia & Parafarmacia Parafarmacia Benessere

Profumeria Yves Rocher

Ottica Salmoiraghi & Viganò

Ipermercati Auchan

Supermercati Lidl

Ristorazione Servita Eataly

Ristorazione Veloce McDonald’s

Giocattoli Toys Center

Librerie Mondadori Store

CD DVD & Videogiochi Media World

Articoli Sportivi Decathlon

Arredamenti Ikea

Articoli per la Casa Ikea

Fai-da-te Leroy Merlin

Prodotti per Animali Isola dei Tesori

Automotive Carglass

Elettronica & Informatica Media World

Telefonia Media World

La manifestazione è stata promossa da Q&A Research & Consultancy e SEIC – Studio Orlandini.

Con Sicilia Distribuzione VéGé si espande in Sicilia

La famiglia Leone, imprenditori catanesi di Sicilia Distribuzione

Sicilia Distribuzione S.r.l., società che ha sede nella Zona Industriale di Catania entra in VéGé e porta 11 store con un fatturato alla vendita superiore a 28 milioni di euro, che acquisiranno l’insegna nazionale SIDIS entro gennaio 2015.

«La nostra adesione nasce da una fondamentale condivisione di valori e di obiettivi che ci hanno portato a trovare nel Gruppo VéGé un interlocutore privilegiato e a noi affine, ma soprattutto un forte sostegno per il nostro percorso di innovazione e crescita nell’isola che svilupperemo nel corso del 2015» ha dichiarato Antonino Leone, Presidente di Sicilia Distribuzione S.r.l.

Sicilia Distribuzione Srl, ultima nata tra le società del “Gruppo Leone”, azienda dalle solide radici catanesi che da oltre trent’anni opera nella filiera agroalimentare occupandosi di produzione e distribuzione nell’ambito della GDO, fa dell’adesione al Gruppo VéGé il pilastro di un’ambiziosa strategia di crescita che prevede entro fine novembre l’apertura di un nuovo CE.DI. da 7.000 mq. e un programma di ampliamento della rete commerciale attraverso nuovi punti vendita e affiliazioni. La società inoltre, con logistica totalmente terziarizzata, si presenterà sul mercato con una strategia multicanale: dettaglio, discount e cash & carry.

Apre a Firenze l’Esselunga green

Ha un’anima green perché costruita secondo i dettami della sostenibilità ambientale e rispettosa del paesaggio circostante, ed è attenta ai prodotti del territorio la nuova Esselunga del Galluzzo, a Firenze. Il supermercato di 2.500 metri quadri con la caratteristica facciata con mattone a vista ha come copertura una collina erbosa che degrada sul tetto. È circondata da 7.800 mq di verde privato, aiuole fiorite e circa 100 alberi di alto fusto, cui si aggiungono 7.100 mq di verde pubblico attrezzato con percorsi pedonali, spazi di sosta e giochi per bambini, nel quale sono stati messi a dimora altri 200 alberi.

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Il parcheggio coperto contiene 500 posti auto ed è ben inserito nel paesaggio.

Non solo: l’intero fabbricato è certificato in Classe Energetica A. Un risultato reso possibile grazie ad accorgimenti quali il tetto naturalmente coibentato da un alto strato di terra, le pareti dotate di intercapedine ventilata, gli infissi ad alto isolamento, l’azzeramento dei ponti termici. Gli impianti tecnologici poi sono stati progettati per conseguire il massimo risparmio energetico possibile. La produzione dell’acqua calda e fredda è stata affidata a impianti a pompa di calore ad alta efficienza, integrati con uno speciale impianto geotermico. L’impianto elettrico è integrato da un campo fotovoltaico capace di produrre energia elettrica dal sole per quasi 100.000 KWh/anno. Pannelli termici solari sono utilizzati anche per la produzione dell’acqua calda sanitaria. Per l’illuminazione, è stato fatto ampio ricorso alla tecnologia LED. Tutti questi accorgimenti consentiranno una riduzione di anidride carbonica in atmosfera di circa 100 tonnellate all’anno.

Attenzione alle produzioni locali in tutti i reparti
I reparti sono i classici dei supermercati della catena milanese, con un occhio particolare però alle produzioni regionali, evidenziate sugli scaffali e sui banchi con apposite etichette raffiguranti la regione Toscana. Tra questi, la macelleria punta sulle eccellenze locali quali la Chianina IGP e la Carne del Mugello, la gastronomia offre oltre 130 tipi di formaggi e 70 tipi di salumi comprese 40 specialità DOP e IGP. L’enoteca, con sommelier, ha in assortimento oltre 600 etichette di vini DOCG, DOC e IGT con un’offerta particolare di vini del vicino Chianti.

Il supermarket del Galluzzo, 149° negozio della catena Esselunga, è il nono a Firenze e il 29° in Toscana.

PowaTag, nuovo canale e-commerce per i retailer?

Praticare l’e-commerce senza un sito dedicato è possibile, grazie a un’App: PowaTag. La start-up britannica mette infatti a disposizione una piattaforma a costo zero (si paga una piccola fee a transazione) che consente anche a imprese medie o piccole, con poche risorse o timide verso le nuove tecnologie, di praticare quell’e-commerce che, in tempi di crisi, continua a segnare crescite costanti (+17% nell’ultimo anno). Non solo: a essere innovative sono le modalità di fruizione degli acquisti online, che consentono al consumatore di comprare un articolo in vari luoghi e situazioni: da una vetrina, un annuncio pubblicitario su rivista o in tv, o direttamente da un sito, semplicemente inquadrando l’articolo che interessa e cliccando sullo schermo.

All’interno del punto vendita invece, l’App consente di inviare promozioni personalizzate al cliente direttamente davanti allo scaffale, grazie alla tecnologia Beacon Bluetooth, utilizzata come trigger dall’App insieme a Qr Code, AudioTag e NFC.

Un cartellone pubblicitario diventa un "negozio virtuale" in una strada di Parigi.
Un cartellone pubblicitario diventa un “negozio virtuale” in una strada di Parigi. Foto Powatag.

Si chiama instant shopping, e in fondo è un’evoluzione del vecchio acquisto d’impulso che approfitta della cronica mancanza di tempo del consumatore d’oggi per “acchiapparlo” ovunque si trovi, sulla metropolitana, in strada o sul divano di casa, e convincerlo a procedere all’acquisto. La differenza è che non parliamo di rasoi usa e getta e di chewing-gum, ma di articoli decisamente più importanti quali stivali, vestiti o libri. In Uk l’App consente anche di preordinare bevande e snack durante alcune partite di rugby e andare a ritirarle in un punto di raccolta all’interno dello stadio, saltando le code chilometriche durante l’intervallo.

L’azienda è di recente entrata nel mercato italiano (ha anche un ufficio a Milano) grazie a un accordo con il brand di abbigliamento Motivi, ma ha già stretto accordi con 800 marchi di tutto il mondo, tra cui Carrefour e Universal Music.

PowaTag integra i sistemi di vendita offline e online dell’azienda, chiedendo una tariffa di 30 centesimi o dello 0,1%  per ogni transazione, senza il bisogno di dover installare ulteriori tecnologie o dispositivi elettronici.

“Le Pmi devono affrontare le stesse sfide delle grandi imprese – spiega Dan Wagner Ceo di Powa Technologies -. I consumatori desiderano acquistare in maggior libertà e le aziende devono andare incontro a queste esigenze, offendo  loro servizi multicanale di alta qualità, come il mobile commerce e le consegne a domicilio rapide. Tuttavia la difficoltà ad accedere ai finanziamenti rende molto complicato per le Pmi dotarsi di quegli strumenti necessari per sopravvivere in uno scenario economico sempre più competitivo e globalizzato”. Da oggi, parrebbe, l’e-commerce può diventare davvero alla portata di tutti.

Anna Muzio

Bennet inaugura un nuovo iper consumer friendly

Bennet si rinnova, nella comunicazione e nel rapporto con i clienti, inaugurando l’ipermercato di Colle Umberto.

Tante le novità a cominciare dalla struttura che, con i suoi 110 dipendenti, è progettata in modo da coniugare essenzialità, rigore espositivo e pulizia a un’atmosfera coinvolgente.

Consumer friendly anche l’innovativa suddivisione in settori che, partendo dal concetto di complementarietà tra i prodotti, semplifica le modalità di accesso aprendo a una nuova concezione di esposizione.

È in questo senso che nascono reparti come il “Mercato dei freschi”: una vera e propria piazza dove passeggiare tra i banchi dei prodotti freschi e freschissimi. La stessa esperienza ovviamente è offerta in tutti i reparti, ribattezzati per l’occasione con nomi evocativi e dall’immediata comprensione come per esempio La Casa, Il Tempo Libero, La Cantina, La Colazione, La Bellezza, La Teleria e La Tv.

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Questa nuova impronta si estende anche all’attrezzatura che, vantando caratteristiche tipiche degli specialisti, rende tutto ordinato e accessibile offrendo un assortimento che risulta vario ma non “affollato”. In questo modo viene offerto un rapporto con i prodotti più coinvolgente e diretto ai clienti che nel momento della scelta non si sentono disorientati.

I servizi

Questo rapporto di familiarità va oltre i prodotti e raggiunge anche alcuni servizi speciali, offerti sia all’interno del punto vendita che fuori. All’interno dell’ipermercato si apre un mondo di possibilità: si può scegliere tra 23 casse a disposizione, di cui 6 fai da te, dove si può selezionare il metodo di pagamento preferito, si possono anche pagare i bollettini postali, attivare un cellulare appena acquistato o richiedere la consegna a domicilio di un acquisto ingombrante. Al tempo stesso, la pagina web dedicata offre al cliente altre opportunità, come scegliere i libri online prima di ritirarli in store, stampare le foto scegliendo il formato preferito e scaricare la propria musica preferita scegliendo tra più di 3.500.000 di brani.

Sostenibilità

L’unicità di questo ipermercato vanta anche una particolare attenzione per l’ambiente che, grazie ad alcune innovazioni, ha fruttato un risparmio energetico di circa il 40% rispetto alle strutture tradizionali e ha permesso l’ottenimento della classe energetica A.

Un risultato ambizioso, reso possibile da un’impiantistica all’avanguardia che comprende: un impianto geotermico che utilizza l’acqua della falda per la climatizzazione, pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto, illuminazione interna ed esterna a LED, refrigerazione alimentare basata su un innovativo impianto centralizzato e banchi dei prodotti freschi e surgelati dotati di porte con doppio vetro e bassi consumi.

I vantaggi di alcune di queste innovazioni tecnologiche sono direttamente percepibili e fruibili dai clienti stessi possessori della carta Bennet Club che, ad esempio, tra i 1150 posti auto gratuiti possono trovare delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche da utilizzare gratuitamente durante i loro acquisti.

Persino l’inquinamento acustico è stato ridotto utilizzando all’esterno asfalto fonoassorbente, sintomo di una propensione all’eccellenza che si estende a 360°.

 

A ottobre l’inflazione sale. Spauracchio riverse charge per la DMO

Una lieve ripresa dei prezzi a ottobre, dopo cinque mesi di discesa allontana lo spettro della deflazione, anche se «non bisogna pensare che sia superato», sottolinea in una nota il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli.

Indice prezzi OttobreI dati provisori diffusi dall’Istat infatti registrano un tasso complessivo di inflazione pari allo 0,1% sull’ottobre dell’anno scorso e in crescita rispetto a settembre, quando era stato di -0,2%. Tuttavia i beni sono ancora in territorio negativo con -0,3%, anche se il dato è migliore rispetto a settembre. In ripresa invece i prezzi dei beni alimentari e delle bevande (+0,2 complessivamente). Qui il documento completo dell’ISTAT.

La preoccupazione, tuttavia, resta alta, anche se Cobolli Gigli dà un giudizio generalmente positivo della Legge di Stabilità. «Il testo del provvedimento attualmente disponibile – afferma –  contiene misure importanti per sostenere i consumi, misure che auspichiamo siano approvate nelle dimensioni tali da poter realmente incidere su una situazione di debolezza dei consumi che ha ormai raggiunto connotazioni strutturali. La DMO sta facendo tutto il possibile per tutelare il potere d’acquisto dei consumatori eroso dalla crisi, attraverso una politica di forte accelerazione sulla convenienza, anche a scapito della propria redditività».

Bocciata invece l’ipotesi della reverse charge (il pagamento dell’Iva da parte dell’acquirente escluso quello finale) con finalità antievasione estesa anche agli acquisti della DMO perché creerebbe ulteriori difficoltà finanziarie e contribuirebbe ad accrescere i costi organizzativi di un settore che sta facendo di tutto per operare a favore dei consumatori.

«Auspichiamo che il Governo riesca a trovare altre strade per combattere l’evasione Iva, una vera piaga per il Paese, che non siano però penalizzanti per un settore, quello della DMO,  virtuoso e trasparente sulle tematiche fiscal», conclude il Presidente di Federdistribuzione.

Comipro entra in VéGé con l’Home&Personal Care

Comipro, storico consorzio che riunisce grossisti distributori del settore Home e Personal Care, aderisce a Gruppo VéGé.

Le 15 imprese consorziate d’ora in avanti usufruiranno dei servizi di marketing e supporto alla vendita del Gruppo e saranno seguite dalla nuova divisione Cura&Persona appositamente costituita e guidata dal Coordinatore Nazionale Giuseppe Maiello.

Con questa new entry il Gruppo VéGé, prima organizzazione della Grande Distribuzione Associata nata 55 anni fa, rafforza il proprio presidio sul comparto Home e Personal Care.

Comipro, storica realtà consortile che da 32 anni raggruppa grossisti distributori del settore sparsi sull’intero territorio nazionale, nel 2013 ha superato i 230 milioni di fatturato alla vendita.

Walmart estromette Apple dai pagamenti contactless

Walmart non accetta più pagamenti tramite Apple Pay. Foto Walmart.

Walmart sfida Apple: il gigante del retail americano ha smesso di accettare pagamenti tramite Apple Pay, il sistema installato sugli iPhone 6 che permette di effettuare pagamenti contactless. Lo scopo è favorire CurrentC, un metodo per pagare via smartphone che dovrebbe partire nel 2015 messo a punto da Walmart insieme ad altri retailer con un duplice scopo: sovvertire il mercato da 4,5 miliardi di dollari delle carte di credito (estromettendole o forzandole ad abbassare le commissioni), e controllare i preziosi dati generati durante le transazioni (che Apple non trasmette al retailer).

Un’operazione all’apparenza semplice come quella di pagare in negozio con il proprio smartphone infatti cela in realtà foschi retroscena di banche e operatori di carte di credito che si fanno la guerra per conquistare un mercato già ricco, ma che in futuro promette di esserlo molto di più. E pare che a questo punto anche i retailer vogliano entrare nell’arena.

“CurrentC è concepito per i retailer, per aiutarli a tagliare i costi di intermediazione” ha detto alla Reuters Nick Aceto, senior director dell’azienda specializzata in tecnologie dei pagamenti CardConnect, riferendosi alle commissioni pagate alle compagnie di carte di credito ogni volta che un cliente effettua un acquisto. “Non è una soluzione che piacerà ai clienti perché di certo non gli rende la vita più facile”. E infatti molti clienti di Walmart, impossibilitati ad usare il loro iPhone 6, si sarebbero già lamentati

CurrentC comunque funzionerà con qualunque smartphone, e integrerà i programmi fedeltà e i pagamenti in un’unica transazione.

Le aziende di carte di credito normalmente caricano delle commissioni che vanno dal 2 al 3% del valore della transazione. I retailer americani nel 2013 avrebbero pagato in totale 66 miliardi di dollari di commissioni.

Gluten free Expo a Rimini: industria e gdo guardano con crescente attenzione al senza glutine

Gluten Free Expo, il primo e unico salone internazionale dedicato ai prodotti e all’alimentazione senza glutine, si svolge dal 14 al 17 novembre a Rimini Fiera.

Appuntamento importante, dicono gli organizzatori, perché con un incremento di espositori del 52% (sono 110 a oggi, in rappresentanza di 158 aziende) e in particolare con la partecipazione delle aziende alimentari (l’Associazione dell’industria dei semilavorati alimentari collabora con la manifestazione) Gluten Free Expo fa un salto di qualità, attirando l’interesse della Grande distribuzione. «Già oggi le più importanti catene hanno prodotti a marchio del distributore senza glutine» ha sottolineato Juri Piceni, di S-Attitude Group che organizza la manifestazione.

Ma il vero nodo da sciogliere riguarda la liberalizzazione di un mercato che oggi è quasi totalmente in mano alle farmacie. Il volume d’affari, in Italia, del mercato degli alimenti gluten free, è stimato a 237milioni di euro con una crescita continua a due cifre. La farmacia occupa un ruolo fondamentale (176milioni di euro) mentre la grande distribuzione è ancora marginale (61 milioni di euro), nonostante la differenza tra i prezzi dei prodotti al supermercato e quelli nelle farmacie sia tra il 40 e il 60%. Il nodo da sciogliere si chiama liberalizzazione, che potrà portare a un riallineamento del differenziale di prezzo e a una maggiore diffusione dei prodotti gluten free sugli scaffali dei supermercati.

Tanto più che una ricerca condotta dall’istituto di ricerca Apertamente ha individuato un ampio mercato, ancora poco esplorato, di persone sensibili al glutine o che decidono per scelta salutistica, seguendo uno stile alimentare orientato al benessere pur non essendo soggetti ad alcuna intolleranza o patologia, di limitarne il consumo nella propria dieta. «Il percepito dei prodotti gluten free – afferma la ricercatrice Eleonora D’Onofrio – è che siano mediamente di una qualità superiore rispetto ai comuni prodotti in commercio. Salubrità, leggerezza, basso contenuto calorico sono, in realtà, spesso dei falsi miti, ma è bene imparare a comunicare con questa nuova fetta di mercato che rappresenta per le aziende del largo consumo e della grande distribuzione uno sbocco commerciale di grande interesse».

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