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Freedhome dopo il primo store di economia carceraria a Torino lancia l’e-commerce

Il carcere sotto l’albero è trendy, grazie al progetto Freedhome, messo a punto da un gruppo di dinamiche imprese cooperative che lavorano dentro gli istituti di pena italiani, che sono spesso insospettabili luoghi creativi di eccellenze del made in Italy: qui infatti si producono generi alimentari e artigianali di assoluta qualità. Che possono finire tra i regali natalizi grazie al negozio Freedhome, che lo scorso 27 ottobre ha aperto i battenti in pieno centro a Torino (via Milano 2/c) e ora sbarca in Rete grazie al negozio online che si può trovare nella sezione dedicata all’e-commerce del sito.

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In vendita molte delizie alimentari perfette per i cenoni festivi, molte patrocinate da Slow Food: i torcetti “Brutti e Buoni” prodotti nella casa circondariale di Aosta Brissogne, i panettoni e il cioccolato di alta pasticceria “Dolci Libertà” della casa circondariale di Busto Arsizio (Va), le mandorle e i torroni siciliani delle case circondariali di Ragusa (“Sprigioniamo sapori”) e Siracusa (“Dolci Evasioni”), i taralli pugliesi “campo dei Miracoli” del carcere di Trani, il “Caffè Lazzarelle” che arriva naturalmente dalla Campania, ovvero da Pozzuoli (Na), i frollini della “Banda Biscotti” di Verbania. E poi la linea cosmetica con erbe officinali coltivate nell’orto della Giudecca di Venezia “Rio Terà dei Pensieri”, le soluzioni artigianali, come canovacci e mug dalle grafiche accattivanti, stampate a Torino da “Extraliberi”. E poi i prodotti “O’ Press” della casa circondariale di Marassi a Genova, quelli di “Carta Manolibera” di Forlì, il “Cibo Agricolo Libero” prodotto a Rebibbia, a Roma. Il tutto presentato in eleganti e colorati box di Natale, disponibili in due formati e ideali per accompagnare il momento più emozionante dell’anno.

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Regali belli, che fanno felici chi li riceve, rendono consapevole chi li dona e danno una mano a chi li produce. Dietro a Freedhome infatti, come intuibile, non c’è solo un progetto commerciale, bensì la volontà di accendere i riflettori su una realtà come quella del carcere, perché portare lavoro nelle strutture detentive è fondamentale per ripensare e rifondare il sistema penitenziario in Italia puntando come spesso non si è stati in grado di fare sulla riabilitazione del detenuto, sulla sua dignità e soprattutto sulla chance di trovare lavoro una volta fuori da quel portone e oltre quelle mura. I numeri e l’esperienza dimostrano che svolgere un’attività professionale in carcere significa ricostruire l’autostima delle persone, riscrivere il futuro in termini di comportamenti virtuosi e abbassare notevolmente il rischio di recidiva, per la sicurezza di tutti.

Natale, tanti auguri senza contanti. Il regalo ormai si paga contactless

Contanti auguri addio. Ormai lo shopping di Natale si fa con carta contactless e con altre e più innovative forme di pagamento, non solo online. E le tecnologie di pagamento trainano anche le nuove abitudini di acquisto nella corsa al regalo. Lo dice il Digital Payment Study 2016 di Visa reso noto nei giorni scorsi, secondo cui sono oltre 165 milioni le carte contactless in circolazione in Europa, a cui vanno aggiunti 3,4 milioni di terminali abilitati al pagamento mediante tecnologia NFC. Secondo lo studio, il loro utilizzo per i pagamenti è passato dal 36% del 2015 al 52% del 2016. Si tratta di un trend osservabile non solo tra i più giovani consumatori, più esperti nell’approccio alle nuove tecnologie. Il contactless, infatti, è in crescita presso tutte le fasce di età e registra l’aumento più sostenuto nella fascia dei 55-64enni, generalmente considerati più diffidenti nei confronti delle nuove tecnologie, che ha invece assistito a una crescita del 64% dal 2015. E l’adozione di metodi di pagamento innovativi traina anche gli altri aspetti della digitalizzazione dello shopping. I titolari di carte contactless sono più predisposti all’utilizzo di dispositivi mobili di pagamento sia nei negozi (52% dei titolari di contactless contro il 32% degli altri) sia con le app dell’esercente (49% contro 31%).

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Il diffondersi di strumenti di pagamento digitale peraltro non annulla il piacere dell’esperienza fisica dello shopping. Il Digital Payments Study di Visa rivela come i consumatori amino combinare i canali fisici e quelli online al momento dell’acquisto, soprattutto quando si tratta di prodotti e servizi di particolare valore. Questo ha fatto nascere alcune figure tipiche dell’acquirente digitalizzato. Sette europei su dieci sono “showroomer”, ovvero preferiscono vedere di persona un prodotto nel punto vendita prima di procedere all’acquisto online. Il 66% apprezza il “webroom”, ovvero cerca il miglior prezzo online prima di acquistare il prodotto nel punto vendita fisico. Nonostante la crescita delle vendite di regali di Natale online, i punti vendita fisici continuano ad essere parte importante dei comportamenti di acquisto medi. Il 60% dei consumatori apprezza ancora la possibilità di interagire con commessi e personale di vendita e quella di poter vedere il regalo di persona.

«La crescente familiarità dei consumatori europei con i pagamenti con carta contactless – spiega Davide Steffanini, generale manager di Visa Italia – sta portando a una normalizzazione di tutte le forme di pagamento digitale. Questo Natale vedrà una serie di metodi di pagamento diversi, utilizzati per un’ampia varietà di acquisti: dai regali da mettere sotto l’albero agli aperitivi di auguri con gli amici, fino al cenone di Vigilia o al pranzo di Natale. Quest’ampia scelta permette di pagare anche presso il punto vendita in modo veloce e sicuro. Il successo nelle vendite, per questo Natale, risiederà quindi anche nell’abilità degli esercenti di fornire ai consumatori accesso ai loro metodi di pagamento preferiti».

Forum Retail chiude la sedicesima edizione con grandi numeri

Forum Retail: si è chiusa con successo la sedicesima edizione dell’evento ideato e sviluppato da IIR (che da gennaio 2017 diventerà IKN Italy, Institute of Knowledge & Networking).

Numeri importanti hanno contraddistinto anche l’appuntamento di quest’anno: 1000 partecipanti di cui oltre 500 retailer, 42 Sponsor, 54 Exhibitor, 44 Media Partner, il Patrocinio di 8 Associazioni e 2 Sessioni Plenarie, 16 Sessioni Parallele e 2 Board Room.

L’appuntamento, che ha avuto come tema trainante innovazione instore e mobile experience per l’engagement del cliente, ha visto il susseguirsi di 2 Sessioni Plenarie, 16 Sessioni Parallele e 2 Board Room.

Plenarie e tavole rotonde

La Sessione Plenaria del primo giorno ha trattato il tema dell’e-commerce & retail, la consegna dei prodotti alimentari freschi direttamente a domicilio con ordini tramite mobile: la rivoluzione che sta coinvolgendo il settore.  A seguire si è svolta la tavola rotonda “Shaping the Future of Retail: cosa accadrà nel Retail nei prossimi 3 anni?” Un approccio olistico alla multicanalità: dalla formazione del personale del Pdv dell’offerta online al ruolo chiave della logistica. Quali sono le tecnologie indispensabili per un’omnicanalità di successo? Le Internet Company stanno diventando delle Logistic Company? Con la vittoria di Donald Trump la rivoluzione contro “l’establishment” è iniziata: quali i timori e gli impatti sull’equilibrio economico mondiale e sul settore del Retail?

La plenaria del secondo giorno è stata introdotta dalla presentazione dell’indagine statistica realizzata da Altroconsumo sui percorsi di acquisto e sulle nuove tecnologie dal punto di visto dei consumatori ed è proseguita affrontando il tema: “Cosa vuole realmente il mio cliente?”.

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Un momento della plenaria del secondo giorno

Le Sessioni Plenarie sono state seguite da 16 Sessioni Parallele che hanno affrontato temi specifici declinati nei diversi settori.

Durante i networking lunch si sono svolti, nell’area espositiva, il dibattito relativo ai nuovi sigilli di qualità, con il coinvolgimento di Altroconsumo e Ikea Italia, e la tavola rotonda su reputazione, fidelizzazione e multicanalità: opportunità o rischi?, cui hanno partecipato Assofranchising, Italia a Tavola network, Vision Group, Unione Nazionale dei Consumatori, Università Cattolica del Sacro Cuore e Codici Lombardia.

…e nel 2017?

Forum Retail dà l’appuntamento al 21 e 22 novembre 2017: i contenuti della prossima edizione saranno focalizzati sull’analisi del futuro del Retail 4.0: oltre l’omnicanalità.

L’appuntamento del 2017 propone una grande novità: i “Retail Awards” che prevedono la premiazione dei 10 progetti più innovativi nelle seguenti categorie: best retail concept, best in store technology, best customer experience initiative, best o2o strategy, best innovation in payments, best collaborative logistics project, best innovation in warehouse, best fashion e-commerce storyteller, best social & millenials commerce campaign, best Chief Digital Officer in Retail.

 

Amazon Prime Now e il pesce è servito (e recapitato)

Pesce on -line: Amazon varca un’altra frontiera, con buona pace dei più conservatori che prima di comprarlo, del pesce vogliono vedere l’occhio.

Amazon, dal canto suo, assicura di fornire merce di qualità, fresca e selezionata, in quanto sceglie con cura i propri fornitori e provvede a un’attenta conservazione dei prodotti prima e durante la consegna al cliente.

L’offerta ittica
I nuovi prodotti si aggiungono agli oltre 20.000 disponibili e acquistabili sull’app Amazon Prime Now, il servizio per i clienti Prime che offre consegne in un’ora o in finestre di due ore a Milano e in 46 comuni dell’hinterland milanese dalle 8.00 a mezzanotte, 7 giorni su 7.

All’interno della nuova selezione pesce, i clienti Prime Now possono acquistare branzini, orate e sardine già pulite, mazzancolle, filetto di gallinella o di merluzzo nordico, persico africano, pesce spada, platessa, trota salmonata e salmone; trancio e filetto di salmone al pepe rosa o con patate, diverse qualità di burger di pesce, carpaccio di polpo, insalata di polpo con patate e olive taggiasche, insalata di mare e legumi. Tutti questi prodotti verranno così consegnati direttamente al piano a casa o in ufficio in un’ora o in finestre di due ore.

La carne
Inoltre, a partire da oggi, anche la selezione carne di Amazon Prime Now si amplia con nuove prelibatezze a base di bovini, suini e polli, come l’hamburger allo speck, la luganega nella versione classica, al finocchietto o al peperoncino, la tartare di bovino e poi ancora pollo fritto, alla messicana o alla orientale.

Nuovi consumi: le evidenze emerse al Convegno di Nagel –Group e Instore

Cogliere i segnali inviati da un consumatore che, pur in un contesto ancora deflattivo, è pronto a mettere nel carrello prodotti di valore. È questa la sfida che si apre davanti a retail e industria, stando alle indicazioni rilasciate da Iri nell’ambito del convegno “Industria e Distribuzione: come cooperare per ottimizzare la filiera?”, organizzato da Fiera Milano Media, con la testata inStore, in collaborazione con Nagel-Group

Filippo Schianchi, Senior Account Manager Nagel-Group
Filippo Schianchi, Senior Account Manager Nagel-Group, società logistica che vanta una collaudata esperienza di collaborazione con la distribuzione, come confermato dalla solida partnership che la lega al Gruppo Finiper.

“Complessivamente – ha detto Cristina Lazzaroni, client service account director di Iri – il comparto Lcc vive una stagione ancora faticosa, con l’alimentare chiamato a sostenere volumi e fatturati: il food è infatti l’unica voce in totale territorio positivo, con un +1,1% a volume e un +1% a valore nel progressivo aggiornato a settembre 2016. La spinta a una netta crescita, insomma, ancora non si vede. Lo shopper, del resto, deve destreggiarsi tra i tanti allarmi lanciati sull’alimentazione e la necessità di operare scelte consapevoli. E deve anche fare i conti con il retaggio di una crisi che ha imposto molta attenzione agli sprechi. In questo scenario, tuttavia, si stanno mettendo in evidenza nicchie merceologiche capaci di generare valore”.

Macrotrend del food, andamento dei prezzi, focus sui freschi

“Gli esempi non mancano – continua Lazzaroni -. Penso innanzitutto al biologico: l’incidenza di carrelli che contengono almeno una referenza bio tocca ormai quasi il 7% a totale canali, l’8,6% se ci riferisce ala dato aggregato Iper + Super. Ma altrettanto vale anche per il segmento relativo alla categoria soia/vegetale, che nel 2015 ha messo a segno un giro d’affari di 130 milioni di euro. E ancora, analogo discorso si può fare per i prodotti senza lattosio che sempre nel 2015 hanno sfiorato quota 400 milioni di euro, e per una new entry nella gdo, il sushi, che nell’ultimo anno ha raggiunto gli 80 milioni di euro”.

Si stanno insomma facendo strada nuovi trend di consumo che non mancano, e non mancheranno, di influire sulle vendite delle intere macrocategorie. “Se si prende in esame il fresco, ovvero il reparto che traina l’andamento degli acquisti alimentari – ha osservato ancora Lazzaroni – si delineano dinamiche opposte legate appunto a tendenze emergenti”. E così, a voci che segnano flessioni anche a doppia cifra si contrappongono referenze in piena crescita. “Sia i distributori sia le grandi marche – ha concluso Lazzaroni – hanno quindi l’opportunità di cavalcare i trend emergenti lavorando sull’ampliamento dell’offerta”.

Il valore della marca per un consumatore sempre più fedele all’esperienzialità legata al brand

Un’opportunità che l’Idm ha peraltro già ben presente. “Il concetto di marca – ha spiegato Ivo Ferrario, direttore Comunicazione e Relazioni esterne di Centromarca – si sta estendendo a territori nuovi, come il naturale, il biologico o il tipico. E sappiamo che nelle scelte dei consumatori questi elementi sono diventati ormai parte della cultura comune da cui non si può più prescindere. L’offerta dei brand non può quindi più essere eterodiretta, ma deve tenere contro di quanto viene suggerito dagli stessi shopper. Vi è comunque ancora molto lavoro da fare per adeguare industria e distribuzione a questo nuovo scenario. In particolare, penso che l’Idm dovrà intervenire su tre aspetti: la riorganizzazione interna, con una forte integrazione tra funzioni; la comunicazione, sfruttando in modo adeguato le opportunità del digital; le attività alla base dei processi di creazione del valore, ormai molto diversi da quelli del passato”.

Idm e distribuzione: come cambiano le relazioni

In questo contesto, quindi, la relazione tra distribuzione e industria di marca è destinata a rafforzarsi. Fino a diventare una vera e propria partnership. Gli interventi raccolti durante la tavola rotonda seguita al convegno promosso da InStore e Nagel-Group non lasciano dubbi: questa è la direzione da intraprendere.

Fonte: IRI Banca Dati ECR - Totale Italia Iper + Super
Fonte: IRI Banca Dati ECR – Totale Italia Iper + Super

“Insieme al retail – ha osservato Roberto Bechis, amministratore delegato di Meggle Italia – l’industria deve puntare sullo storytelling, comunicando meno, ma meglio. Ma il vero tema, se si parla di partnership, è la disponibilità a mettere in comune i dati”. “Il profitto si può perseguire insieme – gli ha fatto eco Luca Fontana, responsabile vendite Bergader Italia -. Per raggiungere questo obiettivo, però, è importante condividere le informazioni: così si conseguirebbero risparmi che le aziende potrebbero poi investire in qualità, servizio al consumatore e innovazione”.

E dello stesso avviso sono anche le insegne. “Lavorare in partnership è un fatto culturale che va migliorato, perché porta benefici per tutti – ha osservato Nicola Morchio, direttore logistica e controllo di gestione di Gruppo Finiper-. In particolare, deve essere affrontato il nodo dei dati che, stando alla mia esperienza, non investe solo i rapporti tra industria e distribuzione, ma tocca anche la filiera interna delle insegne, perché spesso le informazioni complessive non sono condivise”.

“Già in tempi non sospetti – ha aggiunto Nicola Zanchin, area manager freschi Aspiag Service – abbiamo diffuso i nostri dati per dimostrare che puntiamo verso lo stesso traguardo: fare trovare al consumatore il prodotto sullo scaffale. Ora tuttavia credo siano maturi i tempi per fare un passo in più: costruire insieme l’innovazione”.

Alleanze su fronte logistico: Finiper e Nagel-Group

La collaborazione sembra dunque rappresentare un modello vincente. E a confermarlo è anche l’esperienza illustrata durante il convegno da Finiper, che dal 2013 ha scelto Nagel-Group come proprio partner strategico in ambito logistico. “Insieme abbiamo dato vita – ha spiegato Nicola Morchio, direttore logistica e controllo di gestione di Gruppo Finiper – a un progetto improntato all’ottimizzazione dell’intera filiera, agendo su spazi, risorse, tratte e standardizzazione dei processi”. Un progetto complesso, quindi, costruito su una precisa logica tailor made. “Si tratta di un modello confezionato su misura – ha confermato Filippo Schianchi, senior account manager di Nagel-Group – caratterizzato da un flusso teso, da una forte adattabilità al contesto e da una estrema modularità”. Una formula che, dopo quattro anni di verifica sul campo, ha portato buoni frutti a entrambi gli attori coinvolti. Ma non solo. Perché anche i fornitori sembrano gradire.

 

 

Testi di Manuela Falchero

Foto di Filippo Poletti

Babbo Natale quest’anno ci porta prezzi stabili

Prezzi sostanzialmente stabili per il Natale 2016. Lo sostiene il Codacons, che ha monitorato i listini al dettaglio di alcuni beni classici del Natale nelle principali città italiane. Scoprendo che almeno due prodotti tradizionali, il panettone e l’albero, costeranno di meno rispetto all’anno scorso. Per il dolce più consumato nelle festività, il “pan di Toni” per cui anche gli inglesi hanno perso la testa, si spenderà fino al 2,3% in meno rispetto al 2015. Quello di marca passerà da 7,99 a 7,85 euro, quello non di marca da 4,20 a 4,10. In lieve controtendenza l’altro dolce storico, il pandoro, che subirà aumenti infinitesimali, da 7,29 a 7,30 se di marca e da 4,00 a 4,05 se non di marca. L’invasione di alberi sintetici, più ecologici e disponibili in tutte le forme, altezze e tipologie, porta anche in questo settore risparmi (-2,9%), più contenuti per l’albero vero (-2,17%) che però sarà acquistato solo dal 35% delle famiglie. Stabili invece i listini per palline, luci e decorazioni varie.

Malgrado non siano previsti grandi rincari rispetto allo scorso anno, secondo l’associazione per i consumatori i consumi natalizi complessivamente subiranno una flessione fino al -2%. Una contrazione che però non dovrebbe riguardare il cenone: per gli alimentari gli italiani non baderanno al portafogli, e prevedono di spendere oltre 2,8 miliardi.

E lo shopping? Se ne occupa Coldiretti, secondo cui gli italiani destineranno ai regali un budget di 232 euro a famiglia, con un aumento non trascurabile del 6% rispetto al 2015. Per i pacchetti da mettere sotto l’albero si spenderà il 38% dell’intero investimento natalizio, comprensivo anche di viaggi, intrattenimento e cenoni, secondo lo studio Deloitte. Gli italiani sono comunque piuttosto generosi. La loro spesa per i regali quest’anno sarà superiore del 12% rispetto a quella degli europei, che si fermano a 207 euro. I Babbi Natale più generosi saranno quelli danesi, con una spesa di 367 euro per famiglia, seguiti da quelli tedeschi (239). Poi gli italiani. In fondo alla classifica greci (128 euro a famiglia) e polacchi (114).

E se negli Usa i regali natalizi si acquistano spesso nel corso del Black Friday che sta iniziando a fare breccia anche da noi, gli italiani iniziano a preferire fare i regali con largo anticipo per approfittare di qualche offerta e comunque evitare le file e i disagi degli ultimi giorni. La tendenza di quest’anno è fare doni utili ai familiari e oggetti e servizi a cui non si può accedere in altri periodi dell’anno agli amici. Cresce la quota degli italiani che fa acquisti su internet per risparmiare soldi e tempo: ormai siamo su livelli europei (38% la media italiana, 40% quella dell’intero continente), anche se questo genere di shopping sembra limitato a musica, film, informatica, viaggi e abbigliamento. Per altre merci, prima di tutto quelle alimentari, sembra ancora essere importante il contatto diretto con il venditore, che spesso poi è anche il produttore. Infatti luogo privilegiato di acquisto di alimenti natalizi è il mercatino degli agricoltori o l’azienda, qualora preveda la vendita diretta.

Pagamenti in cassa con lo smartphone nei supermercati di Coop Liguria

Pagamenti in cassa (automatiche e con operatore) tramite smartphone attenderanno i clienti di Coop Liguria, a partire nelle prossime settimane.

Ad annunciarlo, nel corso del Forum Retail di Milano, è stato Giovanni Clavarino, Responsabile Organizzativo ipermercati e innovazione Coop Liguria e Presidente di Energya SpA. Come sistema di mobile payment per gli iper e i supermercati Coop Liguria ha scelto Mobysign, un’app in grado di garantire i più alti livelli di sicurezza, una user experience facile e intuitiva. I clienti, previa registrazione sull’app Mobysign (www.mobysign.com/it), potranno pagare leggendo un QR code con il cellulare e confermare l’acquisto con l’impronta digitale o digitando un PIN sullo smarthphone. Con Mobysign lo smartphone può essere utilizzato da solo o a supporto di altri dispositivi, come la cassa del supermercato, la pagina web sul PC dove vogliamo fare login o acquisti. Il primo centro commerciale ad utilizzare l’app Mobysign sarà “L’Aquilone” di Genova Bolzaneto. App che sarà utilizzabile anche presso altri esercenti e che se scaricata attraverso l’app iCoop darà diritto ad ulteriori promozioni esclusive del mondo Coop.

Belussi: Prosecco in edizione limitata per Fior Fiore Coop

Bellussi presenta in edizione limitata il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG per Fior Fiore Coop, la linea che seleziona l’eccellenza dei prodotti alimentari, offrendo il meglio della cultura gastronomica del nostro Paese e non solo.

Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG è un vino spumante bianco realizzato vinificando le migliori partite di uva del territorio DOCG di Conegliano e Valdobbiadene, coltivate e raccolte a mano per non alterare le caratteristiche e le qualità dei singoli grappoli, e sapientemente lavorate da mani esperte secondo il Metodo Charmat.

Uno spumante extra dry dal perlage persistente, delicatamente profumato e armoniosamente equilibrato che racchiude tutto il savoir faire e l’eccellenza Bellussi.

Una partenrship importante per Bellussi Valdobbiadene che entra così a far parte del meglio della cultura enogastronomica selezionata da Coop, quattrocento prodotti realizzati a partire dalle migliori materie prime abbinando sapientemente lavorazioni artigianali con processi di produzione innovativi.
Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Fiorfiore COOP sarà in vendita a partire da metà Novembre.

A Natale da Lidl Uk il prezzo è nelle mani (social) dei clienti

Si chiama The Lidl Social Price Drop la nuova, e inedita campagna promozionale natalizia di Lidl Uk, che unisce il coinvolgimento degli utenti nei social (in questo caso Twitter) con la spinta dei tradizionali prodotti natalizi. Semplice e ingegnoso il meccanismo, che ricorda il crowdsourcing: ogni settimana, dal 21 novembre al 17 dicembre, viene proposto un diverso prodotto e più questo viene “retwittato” dal profilo Twitter di Lidl, più il prezzo si abbassa. Sono previsti quattro prodotti, uno a settimana. I primi due sono stati aragosta e Jamon Serrano, perfetti per attirare l’attenzione e il desiderio di ottenere prodotti pregiati a un prezzo ribassato. Ma anche per sottolineare quell’immagine che Lidl ormai da tempo (vedi lo spot natalizio di due anni fa) cerca di promuovere, cioè quella di un ex discount che mantiene ottimi prezzi ma dove si possono comprare prodotti di qualità.

Il programma è fisso: si vota lunedì e martedì, mercoledì viene annunciato il prezzo che darà valido per tutto il sabato successivo, fino ad esaurimento scorte.

Un modo per “coccolare” i propri clienti abbassando prezzi “che sono già bassi”, come sottolineano da Lidl.

La campagna è stata concepita dell’agenzia di digital marketing 360i Europe. Per dare un’idea del tenore delle promozioni, la prima settimana l'”aragosta di Natale” che normalmente costa 5,99 sterline è stata venduta il sabato a 2,99 sterline.

“Social Price Drop è una novità assoluta nei supermercati britannici, e siamo elettrizzati dal dare ai nostri clienti il potere di abbassare i prezzi di alcuni tra i nostri migliori prodotti natalizi tramite Twitter” says Georgina Hall, responsabile comunicazione di Lidl UK.

“Il Natale è un periodo dell’anno estremamente caro per i consumatori e come commercianti che sono al cuore delle comunità abbiamo l’ambizione di rimettere il controllo nelle mani dei consumatori e consetire loro di risparmiare anche sotto Natale”.

Confimprese, il commercio è accoglienza, ma evitiamo i paletti

Confimprese è un’associazione con 300 marchi che rappresentano altrettante catene, con un punto di vista privilegiato sullo sviluppo del commercio. Il presidente Mario Resca spiega il suo punto di vista sul settore. Se il retail negli ultimi anni è senza dubbio molto cambiato, la cosa non deve andare necessariamente a scapito del punto vendita fisico, che oggi evolve e diventa punto di ritiro per prodotti anche di altri operatori (vedi Amazon in USA), è aperto fino a tardi e pronto ad accogliere il cliente “perché siamo nel settore dell’accoglienza”.

Cambiando le abitudini del cliente e così deve cambiare la mentalità dell’imprenditore del commercio. In questo senso secondo Confimprese è necessario togliere quei paletti che ancora a livello locale limitano la liberalizzazione del commercio. Orari di apertura ma non solo, anche possibilità di fare promozioni, magari coordinando i periodi dei saldi in modo che siano gli stessi in tutta Italia, “perché 50 milioni di turisti vengono ogni anno da noi per comprare moda, design e ora anche enogastronomia”.

L’intervista è state realizzata al Convegno Ki Best 2016 organizzato da Kiki Lab – Ebeltoft Italy a Milano il 23 novembre 2016.

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