Mellin lancia la linea di alimenti per bambini biologica “Viaggio d’Italia”, un’esperienza alla scoperta delle eccellenze e dei sapori unici del nostro Paese.
L’elemento che contraddistingue i nuovi prodotti è, infatti, l’aver utilizzato materie prime biologiche scelte lungo tutto lo Stivale, per accompagnare il bambino in un percorso alla scoperta delle tradizioni alimentari della nostra penisola.
Mellin entra nell’alimentazione biologica con una modalità sicuramente distintiva: ponendo al centro del suo prodotto l’origine degli ingredienti, scelti con cura nelle regioni Italiane che offrono le migliori condizioni per la loro produzione e dove la loro coltivazione rappresenta una vera e propria tradizione ed eccellenza. L’elemento di continuità è la garanzia di sicurezza e specificità che gli alimenti per bambini riescono a garantire rispetto agli alimenti per adulti.
Mellin, da sempre attenta a quelle che sono le esigenze dei bambini e le richieste dei genitori, ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti in questo ambito e ha basato lo sviluppo della nuova linea su 3 principi: le eccellenze regionali italiane, il biologico e la sostenibilità. Secondo le ultime ricerche*, oltre il 74% della popolazione italiana ha grande interesse per il tema della sostenibilità, trend in continua crescita, e il 90% è preoccupata per i danni alla salute provocati dai pesticidi usati in agricoltura, portando il 52% a prediligere prodotti da agricoltura biologica.
Le materie prime sono state selezionate tra le eccellenze regionali italiane per fare scoprire ai bambini il gusto unico della nostra terra, sin dallo svezzamento, e per questo l’azienda ha viaggiato lungo tutta la penisola e raccolto quelle che secondo gli standard Mellin sono delle eccellenze in diverse regioni italiane. Il Biologico si esprime nella ricerca e utilizzo di ingredienti coltivati rispettando la natura, offrendo prodotti buoni e semplici, preservando il sapore originario delle materie prime. Infine, la sostenibilità, perché è fondamentale salvaguardare l’ambiente nel quale cresceranno i piccoli.
Grande attenzione è stata data all’eccellenza nella scelta dei fornitori, tutti di fiducia e tutti selezionati rigorosamente secondo elevati standard di qualità e sicurezza tra coloro in grado di fornire materie prime italiane di eccellenza. Tra queste Farro, Grano Duro Cappelli e Riso che saranno i protagonisti dei primi prodotti della gamma:
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Mellin lancia la linea bio “Viaggio d’Italia:” eccellenze regionali a misura di bimbo
Eccellenze gastronomiche e chef in mostra a Bergamo con GourmArte
Duecento prodotti e 24 grandi chef, per una tre giorni in cui presentare le eccellenza enogastronomiche del nostro Paese, accuratamente selezionate, con una formula sempre gradita ovvero quella dell’assaggio: è GourmArte, che si terrà a Fiera Bergamo dal 26 al 28 novembre.
Lo spazio è strutturato in due grandi aree: una dedicata all’esposizione delle eccellenze selezionate sul territorio italiano (e non solo), l’altra occupata dal Ristorante dove 24 tra i migliori cuochi d’Italia, che si alternano ogni giorno nelle cucine a vista dirigendo le loro brigate.
Nell’area espositiva-degustativa si spazia dai Missoltini al Caviale; dallo Strachitunt allo Storico Ribelle (è il nuovo nome del Bitto Storico); dal Lambrusco allo Champagne; dal Salame al Jamon Iberico Pata Negra, dal caviale made in Brescia alla tartare di Bue Piemontese; dall’olio extravergine dei laghi Lombardi a quello pugliese; senza dimenticare i tanti dolci natalizi a partire dai panettoni, il caffè, le confetture, il miele, i distillati, prodotti biologici e per vegani. E ci sarà un solo produttore a rappresentare il suo prodotto “di punta”, accuratamente selezionato
Sul fronte dei vini oltre alle varie etichette (dal Franciacorta nelle varie tipologie al Moscato d’Asti; dallo Sforzato al Chianti Classico; dal Moscato di Scanzo al Passito di Pantelleria), i visitatori interessati potranno assistere in esclusiva alle presentazioni delle guide di settore “Vitae 2017”, curata dall’AIS, e de “I vini d’Italia 2017” edita da l’Espresso che, per l’occasione, concentrano l’attenzione sulla rassegna dei migliori vini di Lombardia.
«Vogliamo dare la possibilità al consumatore gourmet di accedere a una serie di prodotti presentati in uno stesso luogo, e con la possibilità di essere apprezzati al meglio – dice Elio Ghisalberti, ideatore di GourmArte -. Ci distinguiamo per la selezione rigorosa dei prodotti e dei protagonisti chiamati a rappresentare il saper fare in campo agroalimentare. Siano essi produttori, i contadini, gli allevatori, gli artigiani o i vignaioli che hanno mantenuto viva una tradizione strettamente legata al territorio ed al modo di interpretarlo; le aziende che si sono messe in luce per l’elevata qualità di quanto producono, per l’etica e le capacità imprenditoriali e progettuali dimostrate nel corso degli anni; le realtà di produzione o di selezione che si sono distinte per avere svolto un’opera di divulgazione di prodotti particolarmente ricercati provenienti dai territori d’origine. E naturalmente i cuochi e ristoratori chiamati a rappresentare al meglio la cucina italiana tradizionale e contemporanea».
Il tutto ha un prezzo accessibile: 10 euro l’ingresso con degustazioni, e 10/15 euro a piatto compreso un bicchiere di vino nell’area Ristorazione, dove si può mangiare seduti».
Balsamico Village: apre i battenti a Carpi il primo parco a tema
Debutta a Carpi il Balsamico Village, il primo Parco a tema dedicato a un’eccellenza agroalimentare del Made in Italy. Il Parco, che si estende su oltre 40.000 mq nella campagna tra Carpi e Correggio, offre un suggestico percorso nel verde attraverso cui scoprire piacevolmente l’intera filiera di produzione dell’aceto balsamico IGP.
Il cuore del Balsamico Village è la sala di invecchiamento, dove 7 milioni di litri di aceto riposano in botti di rovere. Attorno a loro si estendono 70 ettari di vigneti curatissimi e una natura dove godersi un momento di relax, seguendo la vita dell’aceto balsamico, dall’uva alla sua ampolla, non tralasciando di degustarlo sotto la guida dei maestri acetieri per apprezzarne ogni sfumatura.
Gli eventi
Presso il Balsamico Village è possibile partecipare a degustazioni guidate e a tour approfonditi e altamente specializzati in vari ambiti – chimico, agrario e culinario, enologico e in scienze dell’alimentazione – accompagnati da esperti in grado di svelare i segreti di questo prodotto. Oppure, semplicemente, si può ammirare il bellissimo paesaggio della “Balsamic Valley” modenese salendo sulla collina panoramica. Sulla sommità della collina sono stati piantati i 7 diversi tipi di vitigni da cui si ricava mosto per l’Aceto Balsamico di Modena IGP. Da qui si diparte un orto botanico verticale percorso da un piccolo corso d’acqua, in grado di evocare esperienze multisensoriali.
Le attrazioni
Il pubblico potrà apprezzare l’area museale all’aperto che ripercorre la storia dell’Aceto Balsamico, anche nelle arti e nella letteratura, e assistere, dall’anfiteatro decorato con ceramiche di Sassuolo dipinte a mano, a rappresentazioni e spettacoli.
Il Balsamico Village ospita nel suo complesso Villa Grimelli, un elegante edificio neoclassico, edificato nel XVII secolo, che ha contribuito in modo significativo alla storia dell’Aceto Balsamico: è stata dimora a metà del 1800 del Prof. Geminiano Grimelli (1802-1878), primo chimico ad aver studiato e codificato l’“oro nero” del modenese. La famiglia De Nigris l’ha riportata all’antico splendore nel 2012 dopo un accurato restauro. Ora è a disposizione per “exclusive tour” in cui rivivere l’atmosfera del 700 in una cornice di affreschi e opere d’arte contemporanea.
I promotori
Creato dalla famiglia De Nigris proprio accanto alla sede del Gruppo, il Balsamico Village è un tributo alla passione per l’aceto balsamico di questa famiglia, ora guidata da tre fratelli: Armando, Raffaele e Luca, eredi del maestro acetiere Armando De Nigris che fondò l’azienda nel 1889, in provincia di Napoli.
Già presente da anni a Carpi, nel 2008, con un investimento di 20 milioni di euro, il Gruppo De Nigris avvia il progetto “Balsamico Village”. « È un modo nuovo di presentare l’eccellenza agroalimentare italiana, trasformandola in un modello in grado di capitalizzare una risorsa nazionale fino ad oggi sottovalutata – spiega Armando, Presidente della De Nigris – lo scopo è intercettare quella tendenza sempre più marcata che porta in Italia visitatori interessati ai nostri sapori quanto alle nostre opere[…]».
La struttura, che è anche sede dell’Accademia De Nigris, conta uno staff di addetti all’ospitalità che accoglie turisti, istituzioni, chef, cooking lab e università da tutto il mondo, coinvolgendoli in un’esperienza emozionale che nasce dalla cultura enogastronomica tradizionale del territorio.
L’aver creato il Balsamico Village è valso recentemente alla De Nigris l’Italian Talent Award, consegnato dal Presidente del Senato Pietro Grasso.
Gusti.a.mo16: la grande festa dei Consorzi delle eccellenze modenesi
Si avvicina a grandi passi Gusti.a.mo16 – Acetaie, caseifici, prosciuttifici e cantine di Lambrusco aperti nel fine settimana dal 1° al 2 ottobre: un appuntamento con il gusto, in cui i protagonisti sono cinque eccellenze del territorio conosciute ed apprezzate in tutto il mondo ovvero: Aceto Balsamico di Modena IGP, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Modena DOP e i Lambruschi modenesi DOC distribuite largamente in tutta la Gdo.

“Una delle principali attrattive di Modena e della sua provincia – commenta il Presidente di Piacere Modena Pierluigi Sciolette – è senza dubbio la filiera agroalimentare e del cibo: prodotti e sapori che rendono questo territorio una vera e propria capitale italiana del gusto, basta pensare che Modena è la città con il primato assoluto a livello europeo di prodotti DOP e IGP: sono 23 in tutto, 10 Dop e 13 IGP che insieme valgono oltre 1 miliardo e mezzo di euro e migliaia di posti di lavoro”.
Con l’evento Gusti.A.MO16 “Piacere Modena” il marchio d’area voluto dai Consorzi di tutela e promozione dei prodotti DOP e IGP modenesi, si è perseguito e si è raggiunto un obiettivo di primaria importanza, ovvero unirsi per valorizzare l’eccellenza del territorio in tema di cibo e di attività agroalimentare.
Il programma
Patrocinato da Comune di Modena, Provincia, Regione Emilia Romagna e Camera di Commercio di Modena, il fine settimana all’insegna del gusto inizierà dunque sabato 1° ottobre con il talk show in Camera di Commercio dal titolo Cibo, cultura, territorio: la grande differenza Italiana.
Nel pomeriggio di sabato, si terranno poi degustazioni narrative sensoriali di tutti prodotti DOP e IGP partecipanti a Gusti.A.MO16 presso lo storico Mercato Albinelli in collaborazione con la compagnia Koinè, seguita da un doppio spettacolo musicale che vedrà protagonisti Max Marmiroli e i Follon Brown, una seduta di pittura con l’artista Franco Ori e la presentazione dei panini sorprendenti e particolari dello chef Daniele Reponi. Domenica 2 ottobre la giornata clou del fine settimana dedicato a tutto “il bello e il buono di Modena” sarà principalmente alla scoperta delle acetaie, delle cantine, dei prosciuttifici e dei caseifici non solo modenesi – infatti quelli aderenti al Consorzio saranno aperti in tutte le provincia di produzione.
L’apertura avverrà tuttavia in entrambe le giornate, con programmi personalizzati ma uniti da un comune denominatore: degustazioni dei prodotti e visite guidate nelle strutture in cui si produce l’eccellenza agroalimentare del territorio. Inoltre sono stati predisposti da Modena Tour, per chi sceglierà di trascorrere il week end alla scoperta di Modena e dintorni tra sapori e arte, dei pacchetti turistici per ogni tipo di esigenza compreso gli appassionati della cucina tipica che troveranno in molti dei ristoranti aderenti a Modena a Tavola menu dedicati ai prodotti DOP e IGP modenesi. Visite guidate alle aziende quindi – effettuabili sia sabato che domenica – ma in collaborazione con Modena Tour anche tour artistico-culturali tra le bellezze che questo territorio offre, a partire dal tesoro custodito dalla città di Modena, con il Duomo, la Torre Civica e Piazza Grande riconosciute dal 1997 come Patrimonio Unesco, il Palazzo Ducale, le sale storiche del Palazzo Comunale, l’Acetaia Comunale e il Mercato coperto Albinelli risalente al 1931 e considerato un monumento di interesse storico nazionale. Un giro che si estende fino al centro storico di Vignola con la sua Rocca dei Contrari e l’Abbazia romanica di Nonantola ancora oggi concattedrale dell’Arcidiocesi di Modena e Nonantola. www.piaceremodena.it
Grana Padano e Aceto Balsamico di Modena IGP, difendiamo le eccellenze
L’Italia è il Paese leader incontrastato per la produzione di eccellenze agroalimentari.
Su oltre 1200 prodotti con marchi Dop, Igp e Stg, oltre il 20% sono “made in Italy”.
Il nostro Paese è, pertanto, al primo posto della graduatoria comunitaria dei prodotti tipici ed è per questo, che i nostri prodotti sono spesso oggetto di sofisticazioni, falsificazioni, contraffazione, imitazioni e ingannevole utilizzo dell’origine geografica.
“L’attività di contraffazione dei prodotti alimentari – spiega Stefano Berni, direttore del Consorzio Grana Padano e Aceto Balsamico di Modena IGP – evidenzia un giro d’affari stimato solo in Europa di oltre 20 miliardi di euro, contro un export poco superiore ai 12 miliardi e la crisi ha favorito il commercio di prodotti alimentari low cost che aumentano i rischi a tavola perché questi cibi spesso nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. A fronte di questi dati, appare evidente che l’attività di controllo sia una priorità in un Paese come l’Italia, che ha conquistato il primato nella sicurezza alimentare a livello internazionale”.
Per questo il Consorzio Grana Padano è stato promotore dell’accordo MIPAAF-GDO (siglato ad Expo), per la valorizzazione dei prodotti Dop e Igp sugli scaffali dei punti vendita. “Una vittoria del Consorzio Grana Padano- afferma Berni -. In uno studio realizzato con l’Università Piemonte Orientale, presentato due anni fa a ‘Tuttofood’, siamo stati i primi a sollecitare il Governo e la UE affinchè il consumatore potesse scegliere con chiarezza e trasparenza cosa acquistare. Da sempre, Grana Padano il prodotto Dop più consumato del mondo, con 4 mlni e 800 mila forme all’anno, combatte una difficile battaglia per fronteggiare il fenomeno dei ‘falsi’ e delle imitazioni ingannevoli”.
“L’agropirateria, che va appunto, dai ‘falsi’ all’utilizzo indebito di marchi e nomi come il nostro – aggiunge Stefano Berni – produce effetti gravissimi. Solo per il Grana Padano, abbiamo stimato un danno di circa 1 miliardi di euro. E tutto ciò senza dimenticare gli aspetti legati ai controlli e quindi alla sicurezza alimentare dei consumatori”.
“Nei negozi e nei supermercati – prosegue Berni – è forte e in continua crescita la presenza di prodotti che per aspetto, presentazione e packaging sembrano uguali a quelli Dop, ma che nulla hanno a che vedere con il livello qualitativo degli stessi. È un atto dovuto quindi, nei confronti dei consumatori, ma anche delle filiere che li sostegono, separare i prodotti Dop e Igp sugli scaffali, con un adeguata comunicazione affinchè i consumatori siano ben informati e quindi liberi di scegliere. Oggi il protocollo è stato condiviso dalle catene maggiori di supermercati, sia italiane che straniere (Lidl, Esselunga, Conad, Coop), mancano ancora i discount, ma la strada sarà breve per averli nel gruppo di lavoro”.
Ascolese interpreta il pane nero di una volta
Nel laboratorio Ascolese non si finisce mai di panificare! Una creatività che si fa arte nella produzione di tipicità. La sfida è di portare alla perfezione le cose più semplici e, soprattutto le cose buone di una volta.
I fornai Ascolese, appassionati dei sapori e delle tradizioni che contraddistinguono la nostra storia gastronomica, si fanno interpreti del famoso pane nero di Castelvetrano, una varietà di pane integrale che la Sicilia ci ha regalato. Una tipicità di pane prodotto con il grano antico di Tumminia, dal formato grande e dal profumo intenso. Ha un aspetto compatto, capace di conservarsi e addirittura migliorare con il passare dei giorni. Ed è proprio la “tumminìa” a donargli quel suo caratteristico colore scuro e, allo stesso tempo, un sapore ineguagliabile, dolce e gustoso. Poi le severe procedure artigianali lo rendono unico, inimitabile e soprattutto di una qualità “d’eccellenza”.
I mastri fornai Ascolese hanno dunque arricchito la propria produzione di questa nuova linea di pane integrale ai grani antichi di Tumminia, perché sanno bene che le farine biologiche macinate a pietra, soprattutto quelle antiche, così preziose ma ormai in disuso, offrono splendidi risultati in termini di panificazione e riescono a stimolare positivamente tutti i nostri sensi. La Farina di Tumminia è macinata a pietra seguendo le antiche tradizioni. È una farina integrale e sana, contiene molti oligoelementi del germe di grano e della crusca, ha un elevato valore proteico e un basso indice di glutine.
Questa particolare varietà di grano è frutto delle particolari condizioni climatiche delle diverse zone della Sicilia, ma anche della conformazione del territorio, dove si alternano valli, colline, pianure e cime molto elevate. Per lasciarvi tentare da questa inimitabile tipicità vi aspettiamo presso la nostra sede, in via Vetice 53, San Valentino Torio (SA), dove ogni giorno sforniamo bontà per deliziare i vostri momenti di convivialità.
Doc Maremma Toscana: riviste le norme del Disciplinare
DOC Maremma Toscana: a cinque anni dal riconoscimento della denominazione ottenuta nell’intero territorio della provincia di Grosseto, i produttori hanno avvertito l’esigenza di rivedere le norme che ne regolano e disciplinano la produzione.
“Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana è nato due anni fa con l’obiettivo, tra gli altri, di tutelare e salvaguardare la DOC Maremma Toscana, intervenendo, se necessario, anche sulle regole che ne disciplinano la produzione. Siamo soddisfatti di aver concluso positivamente e in modo così celere la prima parte di questo importante percorso, che porterà la DOC a un disciplinare di produzione più adeguato alle esigenze del mercato e del territorio” – dichiara Edoardo Donato, Presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Le principali modifiche riguardano la revisione della base ampelografica prevista per la produzione delle tipologie Rosso e Bianco: viene infatti eliminata la presenza obbligatoria di un solo vitigno prevalente (Sangiovese, per almeno il 40% nel caso del Rosso, Vermentino e/o Trebbiano toscano, nel caso del Bianco) e viene consentita la produzione con la presenza, da sole o congiuntamente, delle prime cinque varietà a bacca rossa e bianca più coltivate sul territorio, per un minimo del 60%.
Verranno ammesse e inserite nuove tipologie varietali e, in particolare, Cabernet Franc e Petit Verdot, molto diffuse in Maremma con superfici intorno ai 170 ettari, e Pugnitello, un vitigno autoctono del territorio, reperito nel 1978 in un vecchio vigneto vicino a Cinigiano e oggetto di sempre maggiore interesse da parte dei viticoltori maremmani.
Viene inoltre consentita la possibilità di presentare i vini della DOC Maremma Toscana con l’indicazione in etichetta di due varietà, inserendo quelle che comunemente si chiamano tipologie “bivarietali”, una novità assoluta fra le DOP Toscane (ad oggi, infatti, i bivarietali sono consentiti, in Toscana, esclusivamente per i vini IGT).
Sarà introdotta la tipologia Rosato per il Vino Spumante e per alcuni vini varietali da uve a bacca rossa (Alicante, Ciliegiolo, Sangiovese, Merlot e Syrah) e la menzione tradizionale “Governo all’uso toscano”, che sarà utilizzabile solo per il vino Rosso e per la tipologia varietale Sangiovese.
Altro elemento di caratterizzazione dei vini della DOC sarà rappresentato dall’inserimento della qualifica Riserva, ma solo per il tipo Rosso e Bianco con la previsione, nel primo caso, di un invecchiamento obbligatorio di due anni di cui almeno sei mesi in botti di legno, mentre nel secondo di un affinamento minimo di un anno.
Una delle modifiche probabilmente più rilevanti per la tutela della qualità e della reputazione dei vini della Denominazione è la previsione della restrizione dell’imbottigliamento alla sola zona di produzione e alle aree limitrofe. Questo renderà possibile, fatte salve le deroghe che comunque la norma nazionale e comunitaria pone a salvaguardia dei diritti acquisiti, l’imbottigliamento nella provincia di Grosseto e in alcune province della Regione Toscana, consentendo di garantire l’origine dei vini e assicurare l’efficacia dei controlli.
Modifiche minori, infine, riguardano l’inserimento di un limite temporale per l’immissione al consumo dei vini rossi della DOC (non prima del 1° marzo dell’anno successivo alla vendemmia) e la limitazione d’uso di alcuni recipienti per il confezionamento dei vini.
Il prossimo passo sarà l’istruzione della domanda da inoltrare agli uffici regionali e al Ministero delle politiche agricole. Le nuove regole saranno applicabili, con molta probabilità, a partire dalla vendemmia 2017.
“Prosegue l’attività del Consorzio a supporto della DOC Maremma Toscana con un intervento, in questo caso, che tende ad incidere sulle regole produttive e commerciali della Denominazione in modo da renderla sempre più appetibile sul mercato senza perdere di vista, tuttavia, l’importanza della sua tutela e salvaguardia” – dichiara Luca Pollini, Direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Il Consorzio
Conta 349 aziende – di cui 64 con produzione “verticale” – e un totale di 4 milioni di bottiglie prodotte e opera nell’intera provincia di Grosseto, una vasta area nel sud della Toscana che si estende dalle pendici del Monte Amiata e raggiunge la costa maremmana e l’Argentario fino all’Isola del Giglio. La DOC dispone di una zona di produzione di quasi 8.600 ettari di vigneto, dei quali 1.630 sono stati utilizzati per produrre i vini della Denominazione durante la vendemmia 2015. I dati riferiti ai vini imbottigliati con la DOC Maremma Toscana nei primi 6 mesi del 2016 fanno segnare un’ulteriore crescita dei quantitativi, attestandosi a circa 21.700 ettolitri contro i 32.260 dell’intero 2015. Obiettivo del Consorzio è quello di unire e valorizzare le diversità del territorio della Maremma, esaltandone tutta la complessità, non solo enologica, ma anche turistica, agricola, storica e culturale.
Salame di Varzi D.O.P. ambasciatore dell’eccellenza d’Oltrepò nella Grande Distribuzione
Il Salame di Varzi è un’eccellenza a marchio D.O.P. tutta lombarda; un prodotto tradizionale della Valle Staffora nell’Oltrepò Pavese montano. Le sue origini sono leggendarie. Si fanno risalire ai Longobardi quale prodotto versatile ai loro lunghi trasferimenti. Mentre possiamo dire che le prime regole di produzione le diedero i monaci benedettini, che trovarono la giusta combinazione dei vari ingredienti che compongono oggi il Salame di Varzi: il perfetto equilibrio di tutte le parti magre e grasse del suino, sale e infuso di aglio in vino rosso (Bonarda O.P.).
Il Salame di Varzi è realizzato con carne di suino macinata e sapientemente mescolata a sale marino, pepe in grani e l’infuso. Nella lavorazione del Salame di Varzi, vengono impiegati tutti i tagli di carne, anche le parti migliori come la coscia. La materia prima è attentamente ed accuratamente selezionata per conferire al prodotto stagionato le caratteristiche di morbidezza e profumo che lo contraddistinguono.
Il periodo di stagionatura varia in funzione della pezzatura del prodotto: la filzetta del peso di 0,5-0,7 kg richiede un periodo di stagionatura di 45 giorni, il filzettone dal 0,7-1 kg di peso ha una stagionatura di 60 giorni mentre il cucito, che viene prodotto con il doppio budello e pesa 1-2 kg, arriva almeno a 180 giorni di stagionatura. Al taglio si presenta di forma allungata (intendendo la forma della fetta del salame che deve essere tagliato a becco di clarinetto), consistenza tenera e colore rosso vivo. Il sapore è tipicamente dolce e delicato e si combina ai profumi ed agli aromi fragranti e caratteristici strettamente condizionati dai tempi di stagionatura. Ricco di proteine nobili e sali minerali, il Salame di Varzi DOP ben si adatta ai moderni stili alimentari e alle diverse occasioni di consumo, arricchendole di gusto e sapore.
La filiera del Salame di Varzi si stringe attorno al suo Consorzio che oggi vanta 9 Soci dei complessivi 12 produttori. Una produzione di nicchia, che riesce a soddisfare sia l’Ho.re.ca che la Gdo e che per il 2015, ha riportato una crescita della produzione del 4,3% per un totale di circa 420.000 kg. La quantità dei Salami D.O.P. certificati è di 450.139, mentre per il preaffettato sono circa 8.000, con un totale di 66.021 confezioni. Oggi il Salame di Varzi aderisce anche all’Istituto Salumi Italiani Tutelati (Isit).
di Guido Montaldo
Territori.com racconta su Instagram il patrimonio enogastronomico friulano
Territori.Coop – il portale che Coop dedica a prodotti e produttori “di origine raccontata” – celebra il patrimonio enogastronomico del Friuli Venezia Giulia lanciando un challenge Instagram rivolto a tutti gli utenti del popolare social network, chiamati a prendere parte a una golosissima sfida all’ultimo scatto.
Fino al 18 novembre, gli appassionati di food photography sono invitati a immortalare specialità, prodotti tipici e piatti tradizionali del Friuli Venezia Giulia e a condividere i loro scatti utilizzando gli hashtag #saporisiparte e #saporisipartefvg. È possibile aggiungere i tag anche a foto già pubblicate. Settimana dopo settimana, gli scatti ritenuti migliori dalla redazione di Territori.Coop saranno condivisi sul canale Instagram del progetto, mentre al termine della sfida saranno raccolti in una gallery, che sarà pubblicata sulle pagine del portale.
Che cosa fotografare? Non c’è che l’imbarazzo della scelta! Crocevia di popoli e culture, il Friuli Venezia Giulia è una terra in cui sapori e segreti, abbinamenti antichi e sapere artigianale si fondono in un mix unico di gusto e genuinità: dai salumi ai formaggi, dai grandi vini ai dolci, le specialità regionali sono testimoni di una tradizione gastronomica ricca di contaminazioni e influenze.
Il challenge rientra nel novero delle attività realizzate da Territori.Coop nell’ambito di “Sapori, si parte!”, l’iniziativa promozionale che fino a novembre porterà in tutti gli ipermercati Coop Alleanza 3.0 il meglio della tradizione enogastronomica di sette regioni italiane, in un vero e proprio “giro d’Italia” del gusto, che punta a diffondere la conoscenza delle tradizioni della tavola, facendo delle eccellenze di ogni regione un patrimonio condiviso.
Fontina Dop: sapori e profumi degli alpeggi della Valle d’Aosta sulla tavola di tutti i giorni
La Fontina fa parte di quei formaggi DOP inseriti nel progetto del Ministero delle Politiche Agricole per sostenere la conoscenza, la distribuzione e l’acquisto dei prodotti italiani di qualità contrassegnati dalle denominazioni d’origine comunitarie.
Accompagnata dallo slogan “Dop e Igp – origine, controllo, tracciabilità – e sai quello che scegli”, la campagna ha due obiettivi: garantire una migliore informazione dei consumatori riguardo alle caratteristiche e alle garanzie offerte dai prodotti a denominazione d’origine, e favorirne una più immediata e semplice individuazione all’interno dei punti vendita della distribuzione moderna, facilitando la riconoscibilità dei prodotti Dop e Igp. Questa campagna di promozione è uno dei primi risultati del tavolo permanente di confronto a cui siedono le associazioni della grande distribuzione organizzata Federdistribuzione, Ancc-Coop e Ancd-Conad e i rappresentanti delle associazioni dei Consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igp, tra cui Afidop.
La Fontina DOP non è solo uno degli eccellenti formaggi italiani, ma rappresenta la quintessenza dell’agricoltura valdostana, figlia dell’alta montagna e dell’alpeggio. Il suo nome, apparso per la prima volta nel 1477, potrebbe derivare da un alpeggio di produzione chiamato Fontin, ma anche dal termine francese “fontis” o “fondis” che indicava la capacità di questo formaggio di fondersi col calore. Il Consorzio Produttori e Tutela della DOP vigila sulla produzione e sul commercio del Fontina, provvede alla marchiatura in conformità al disciplinare di produzione. I numeri della fontina sono di nicchia: 200 circa gli alpeggi (all’altezza massima di 2500 m.) e 80 i produttori invernali, 17.000 bovine di razza valdostana, 400.000 Fontine prodotte all’anno, di cui 70mila prodotte in 120 alpeggi della regione. Il giro d’affari complessivo è stimato tra i 15 e i 20 milioni di euro.
Un sapore tipico valdostano, che accontenta tutti i palati e soprattutto ha caratteristiche nutrizionali perfette per la tavola di tutti i giorni. Nella fontina vi è una preponderanza di acidi grassi a corta e media catena, con un punto di fusione basso, pertanto non responsabili dell’effetto colesterogenico. L’acido palmitico, ritenuto invece il principale responsabile dell’effetto colesterogico, determina un valore di colesterolo nella fontina pari a 80 mg/100 g, quindi per niente elevato e paragonabile ai valori presenti nella carne magra e assai inferiore alle uova o alle frattaglie. Il rapporto calcio:fosforo di 1:1, considerato il più favorevole per una corretta omeostasi del Ca nell’organismo: la fontina può coprire il fabbisogno di calcio nell’accrescimento, in gravidanza, nell’allattamento e per prevenire l’osteoporosi. I fermenti lattici sono paragonabili allo yoghurt. Importanti per un consumatore o una catena di distribuzione sono le regole di conservazione, per avere un prodotto che rispetti le caratteristiche originali.
Per conservare al meglio in frigorifero la Fontina bisogna avvolgere la fetta con pellicola trasparente e posizionarla nella zona meno fredda, dove solitamente si tengono le verdure. La Fontina DOP, a causa della sua crosta particolare, detta morchia, non si presta particolarmente alla conservazione sottovuoto, è preferibile l’ atmosfera modificata. In entrambi i casi, è consigliabile, prima del confezionamento, rimuovere in parte la morchia, non esporre il prodotto cosi confezionato a sbalzi termici, e aver cura di aprire la confezione almeno un ora prima del consumo. L’offerta migliore rimane quindi quella del banco della gastronomia, disposta nelle sue forme tipiche con il marchio Fontina DOP.
www.consorzioproduttorifontina.it
di Guido Montaldo