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illy mette in mostra l’arte sostenibile: otto artisti riflettono sui temi di Expo

Provengono tutti da Paesi produttori di caffè gli otto artisti coinvolti da illy nel corso degli ultimi due anni per interpretare le illy sustainArt Collection, due collezioni di tazze da caffè per Expo Milano 2015 di cui illy è Official Coffee Partner. Fino al 31 agosto le opere firmate da Adán Vallecillo, Elias Sime, Esteban Piedra León, Naufus Ramírez-Figueroa, Felipe Arturo, Ernesto Bautista, Wanja Kimani e Marcelo Moscheta sono in mostra all’illyartlab alla Triennale di Milano.

“Sustainable connections – the illy sustainArt world” non vuole essere una semplice mostra d’arte ma anche una riflessione sui tema della sostenibilità: le tecniche e pratiche artistiche utilizzate nella realizzazione dei lavori esposti infatti stimolano il dialogo sul significato di sostenibilità nei rispettivi territori di provenienza e raccontano nuove frontiere della creatività, in un viaggio multidisciplinare alla scoperta delle nuove tendenze che caratterizzano la scena artistica internazionale.

Gli otto artisti sono stati selezionati nell’ambito del progetto illy sustainArt, ideato nel 2007 da illy per estendere alla comunità artistica internazionale il suo approccio a una crescita sostenibile. Il programma offre così occasioni di visibilità ai talenti creativi dei Paesi emergenti. Il sito www.illysustainArt.org è diventato una sorta di vetrina aperta sul mondo dell’arte contemporanea, luogo d’incontro e di scambio culturale per artisti e curatori, che hanno la possibilità di mostrare e far conoscere il proprio lavoro.

Visita con gli smartglass al cluster caffè di Expo con illycaffè

Doveva essere la Next Big Thing, la wearable tecnhology: dispositivi indossabili che consentono di ampliare la realtà offrendo contenuti digitali aggiuntivi a ciò che si vede o sperimenta. Gli smart watch, in particolare sembravano pronti ad invadere il mondo. Poi, la battuta d’arresto dei Google Glass. Ma c’è chi continua a sperimentare, come ha scelto di fare al Cluster Caffè di Expo Milano 2015 illycaffè, Official Coffee Partner della manifestazione e curatore dei contenuti e delle attività del padiglione. Grazie agli occhiali intelligenti Moverio di Epson al pubblico, guidato da un animatore scientifico e dopo aver indossato gli smartglass, viene proposto un viaggio nel mondo del caffè, attraverso contenuti audio e video e illustrazioni animate che permettono un continuo passaggio fra l’ambiente del Cluster, in cui si possono sperimentare in concreto alcuni dei passaggi fondamentali della storia del caffè (dalla pianta alla tostatura fino alla tazzina), alle storie delle persone che, dalle piantagioni ai laboratori, fanno in modo che arrivi sino a noi la bevanda che conosciamo. Non solo: il visitatore può registrare la visita realizzando dei video per rivivere la propria “Coffee Experience” una volta tornato a casa.

Epson Moverio al Cluster Caffè Expo 2015 300dpi 8cm“Abbiamo voluto fortemente lavorare alla versione digitale del Cluster del Caffè per offrire a un pubblico sempre più vasto la possibilità di prendere parte alla più grande celebrazione del caffè nella storia”, dichiara Roberto Morelli, Direttore del Cluster Caffè. “Continueremo ad arricchire e a far vivere con contenuti innovativi il Digital Coffee Cluster per trasformarlo in un vero e proprio lascito sul mondo del caffè al termine dell’Esposizione Universale”.

Le visite con i Moverio si tengono ogni giorno alle 12.30, alle 15.00 e alle 17.30. È necessario prenotare presso la reception del Cluster Caffè di Expo 2015 oppure collegandosi al link http://www.expo2015.illy.com/

Gli smartglass Moverio di Epson sono un dispositivo indossabile che pesa 88 grammi dotato di fotocamera frontale, giroscopio, GPS, bussola e accelerometro, per permettere di rilevare con precisione i movimenti di chi li indossa; di conseguenza, le persone hanno sempre la piena consapevolezza di ciò che le circonda e possono spostarsi liberamente e con sicurezza nello spazio. Basati su tecnologia Android, sono usati in diversi settori: entertainment, business, lifestyle ma anche nell’industria e nella logistica.

Le affissioni artistiche di Esselunga per Expo diventano un libro

Hanno fatto parlare come spesso accade alle campagne pubblicitarie di Esselunga note per la loro creatività d’impatto, le affissioni della metropolitana milanese apparse in concomitanza di Expo a maggio e presenti fino a fine luglio: 30 nature morte di artisti europei dei secoli dal XVII al XX,  scelte da Philippe Daverio e riprodotte in grande formato su cartelloni che portavano, appunto, solo il nome dell’artista e le date di nascita  e morte, accanto al brand dell’insegna. Come a dire: guarda che testimoni ci siamo trovati (e come riusciamo a far parlare di noi anche se l’official sponsor di Expo per la Gdo è Coop).

COVER Daverio_Arte tavolaOra la mostra d’arte/campagna diventa un libro-catalogo firmato dallo stesso Daverio con Elena Maria Gregori Daverio, “Arte in tavola”, ed edito da Rizzoli in esclusiva per Esselunga. In libro sarà disponibile nei negozi Esselunga italiani fino a fine anno al prezzo di 9,80 euro. “Arte in tavola”, che è diviso in tre sezioni – la spesa, la cucina e la tavola -raccoglie nature morte alimentari, scene di cucina e sale da pranzo scelte, come sottolinea lo stesso Daverio “allo scopo di stimolare la fantasia e il buonumore”.

La campagna dunque prosegue. Nei prossimi mesi i Bar Atlantic dei negozi Esselunga saranno arricchiti dalle riproduzioni delle opere protagoniste della campagna e da qualche altra futura “sorpresa”. Anche in questo caso la regìa artistica è di Philippe Daverio, che martedì 7 luglio, alle 18,30, firmerà nel negozio di Porta Nuova a Milano, sotto la piazza del grattacielo UniCredit, le prime copie del volume edito da Rizzoli.

Con Mygiftcard il biglietto per Expo mentre si fa la spesa

Grazie alla capillare presenza nelle principali catene della gdo – oltre 1.500 punti vendita in Italia: Auchan, Aspiag – Despar Nord Est, Carrefour, Conad, Esselunga, Il Gigante, Iper La Grande i, la Feltrinelli, Pam, Panorama, SMA Simply, Supermedia, Trony DML. – Epipoli, proprietaria del marchio Mygiftcard, mette a disposizione un modo più comodo e diretto per acquistare i biglietti per Expo.

«Abbiamo pensato fosse indispensabile avvicinare il più possibile il consumatore a ciò che EXPO Milano 2015 rappresenta per l’Italia e per gli italiani. Il prodotto Mygiftcard EXPO 2015 è frutto di un percorso che permette di acquistare comodamente un biglietto singolo o per tutta la famiglia mentre si fa la spesa al supermercato”. dichiara Gaetano Giannetto, CEO di Epipoli.

Rispetto ai biglietti acquistabili nei canali ufficiali, le Mygiftcard EXPO Milano 2015 consentono di saltare la coda all’entrata utilizzando i tornelli privilegiati di Alessandro Rosso Group; contengono inoltre la Mobile App K2Milan, una pratica guida della città di Milano e un voucher del valore di € 20 da spendere sul sito eDreams, l’agenzia di viaggi online leader in Europa.

L’operazione è infatti realizzata in collaborazione con alessandro Rosso Group, particolarmente impegnato nell’attività di prmozione dell’Esposizione universale.  «Il nostro Gruppo sta gestendo trattative per tre milioni di biglietti e centinaia di eventi corporate legati a Expo. Siamo certi di poter offrire alle aziende Italiane un posto in prima fila ad Expo 2015, affinché possano essere tutte protagoniste di questo evento di rilancio della nostra economia».

La Mygiftcard Espo consente inoltre di saltare la coda all’entrata utilizzando i tornelli privilegiati di Alessandro Rosso Group, contiene la Mobile App K2Milan e un voucher di 20 euro da spendere sul sito eDreams.

Pastifico Maffei, pack limited edition d’artista orientato all’export

Il Pastificio Maffei di Barletta è  fra i brand “con i loro prodotti hanno scritto la storia del “Food Made in Italy” e, per questo motivo, ha uno spazio espositivo all’interno del Padiglione “Cibus è Italia”. Fondata negli anni Settanta da Savino Maffei l’azienda, grazie alla ricerca continua sul prodotto e all’innovazione dei processi produttivi, ma rimanendo fedele alla qualità, è diventata una solida realtà industriale, leader nel mercato italiano, producendo e commercializzando pasta fresca di semola di grano duro, all’uovo e gnocchi di patate.

In occasione di Expo e con uno sguardo proiettato allo sviluppo dei mercati internazionali lancia una limited edition con il nuovo pack a firma dello stilista Marco Coretti, che aveva già firmato nel 2013 un nuovo pack per Maffei.

Savino Maffei«Un’operazione che in un anno portò al raddoppio del fatturato», sottolinea Savino Maffei (nella foto a sinistra) che per il 2015 prevede un ulteriore aumento del 15% del fatturato. E le premesse ci sono tutte se si considera che dagli 8,4 milioni di chili di pasta fresca del 2011 l’azienda pugliese è salita ai 14,6 milioni del 2014, marcando in quattro anni “neri” per i consumi, un incremento superiore al 73%.

Con la limited edition, l’obiettivo sarà rafforzare l’identità del brand soprattutto all’estero, sotto l’impulso di Expo e in quei mercati quali Giappone, Stati Uniti, Canada e Romania, grazie ai quali «contiamo di aumentare il fatturato estero del 15% in un anno e del 40 in due anni», fa sapere Maffei, che anticipa: «Entro luglio lanceremo un nuova linea di produzione, l’undicesima, ma per il mercato estero; si affiancherà alle specialità regionali che portano addirittura il nome di un quartiere come Bari vecchia e ad altre tipiche del Belpaese come i maccheroni calabresi, le trofie liguri, le tagliatelle all’uovo, gli gnocchi di patate, oltre ai formati speciali e alle linee realizzate per le grandi insegne della distribuzione».

 

Sostenibilità: continuano a Expo gli incontri sul senso ritrovato organizzati da Plef

 

Prosegue il programma di incontri organizzati da Plef (Planet life economy foundation) sotto l’unico cappello de Il senso ritrovato alla Cascina Triulza all’interno di Expo 2015. L’iniziativa, che ha ricevuto gli elogi anche dal Presidente Emerito Giorgio Napolitano, in visita allo stand di Plef, si articola in dodici eventi tra convegni, seminari, laboratori, performance teatrali e concerti, coniugati all’insegna dell’unico denominatore comune della ricerca di un nuovo più ragionato, etico e sostenibile stile di vita. Ogni volta, una organizzazione no profit aderente a Plef, secondo la propria esperienza e la propria visione di sostenibilità affronterà un tema fra  economia, comunità, salute, ambiente, lavoro, città, pace, filatelia, turismo, arte, micro finanza e  nuova imprenditoria, in una cornice di culture provenienti da tutto il mondo, dall’Europa, all’Oriente, all’Africa, ma con un’attenzione speciale al nostro territorio.

Plef in quanto Onlus promuove la realizzazione di un nuovo modello economico e sociale (Renaissance Capitalism), evoluzione dell’attuale (Financial Capitalism) in via di degenerazione. Il modello di PLEF è in grado di creare vero “Valore“ (economico, sociale, ambientale, umano) e occupazione, superando le tesi contrapposte della “Crescita” o della “Decrescita”.

Prossimo appuntamento il 13 giugno, nel padiglione della Società Civile di Expo: Sicc – Società italiana chimici e cosmetologi, realizza un percorso sensoriale, per prendere confidenza con l’universo dei sensi e la loro importanza nell’elaborazione effettuata dall’intelletto umano. Un’occasione per capire come affinare la capacità di utilizzare i sensi per scegliere in maniera più consapevole i prodotti per la cura della persona, sperimentando direttamente come gli stimoli sensoriali contribuiscono alla sostenibilità planetaria e alla tutela e ridistribuzione delle risorse.

L’evento si articola in due momenti: durante l’intera giornata nell’area workshop, si svolgono delle sessioni di analisi sensoriale discriminativa e descrittiva per valutare l’acutezza dei sensi.

Nel pomeriggio in auditorium, esperti della comunicazione e della cosmetologia, argomenteranno le esperienze vissute nel percorso sensoriale. Ad aprire i lavori Roberto Rondinelli di MPR – comunicazione integrata, sponsor del progetto di PLEF “Il Senso Ritrovato”. Barbara Colonnello di Promoest parlerà del potere dei sensi nella comunicazione; Antonio Bettero del TVS Network di Padova, Marcello Monti di MOST, ed Elio Mignini di SICC spiegheranno la centralità della cute per la conoscenza del proprio stato di benessere; il presidente dell’Ordine dei Chimici della Lombardia tratterà poi della chimica verde e di come alcuni ingredienti di sintesi abbiano profili di sostenibilità migliori dei corrispondenti prodotti di origine naturale. L’incontro ospita anche l’anteprima di uno spettacolo teatrale comico clownesco in cartellone a settembre a Broadway: VIE Silent Show.

Per informazioni e aggiornamenti su programma: www.ilsensoritrovato.com | www.plef.org

Cefla realizza impianti a Expo e chiude il 2014 a 415 milioni di euro

Si è chiuso positivamente il 2014 per il Gruppo Cefla, con un consolidato di gruppo pari a oltre 415 milioni di Euro, un patrimonio netto di oltre 214 milioni di Euro ed una posizione finanziaria netta positiva. Tutte le Business Units presentano risultati e trend positivi.

Particolarmente importante è stato il coinvolgimento in EXPO Milano 2015, che ha interessato soprattutto le Business Units Plant Solutions e Shopfitting Solutions; Plant Solutions in questa occasione è stata chiamata a progettare e realizzare il sistema di impiantistica generale degli edifici di Expo: ristorazione, servizi igienici, spazi commerciali, servizi ai visitatori, servizi ai partecipanti, magazzini e locali tecnici (architetture di servizio), e, insieme a due società del Gruppo, Elca Techonologies e Zenith Shop Design, ha partecipato alla fornitura di soluzioni innovative per il Supermercato del Futuro, progettato dall’Architetto Carlo Ratti, direttore del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston.

La B.U. Shopfitting Solutions nel 2014 ha presentato molte novità alla fiera Euroshop di Dusseldorf, tra cui le linee di scaffale con piani ultra-sottili, un sistema di illuminazione a LED totalmente integrato nella scaffalatura ed i carrelli spesa Filomarket.

“In questi anni abbiamo affrontato la crisi con un approccio positivo di crescita – spiega il Presidente di Cefla Gianmaria Balducci – , senza avere paura delle nuove sfide e del cambiamento; oggi infatti abbiamo intrapreso un percorso di rinnovamento che si fonda su una serie di principi: cambiare ed essere competitivi, adattandosi a nuovi scenari; sviluppare nuovi prodotti e nuovi mercati; innovare i processi ed accettare di mettersi sempre in discussione per evitare che un successo del passato possa diventare successivamente un limite. Il buon risultato dell’ultimo bilancio ci rende ancora più positivi sul futuro”. In questo contesto di crescita e rinnovamento si colloca un’importante scelta strategica: la creazione di Cefla International. La nuova area strategica è focalizzata sullo sviluppo dell’azienda negli Stati Uniti, in Cina ed in Russia, dove Cefla è presente da anni con importanti siti produttivi.

Pedon a Expo, impresa sostenibile dal seme allo scaffale

Il Gruppo Pedon si presenta a EXPO Milano 2015 presso il Padiglione The Waterstone di Intesa Sanpaolo, prendendo parte all’iniziativa “Ecco la mia impresa”, lo spazio dedicato alle eccellenze del Made in Italy, per dare loro visibilità sulla scena internazionale dell’Esposizione Universale. Annunciata l’imminente apertura di un nuovo impianto produttivo in Egitto, vera testa di ponte per «aprire nuovi sbocchi commerciali verso i Paesi del bacino mediterraneo e del Medio Oriente», come ha detto l’amministratore delegato del gruppo Remo Pedon.

«Esportiamo in 45 Paesi del mondo, operiamo in 5 continenti con i nostri stabilimenti produttivi – ha proseguito – impegnandoci costantemente per lo sviluppo economico e sociale del territorio, nel pieno rispetto delle risorse naturali e della cultura locale, promuovendo un corretto e sano stile alimentare. Questi sono i principi che ci caratterizzano da più di trent’anni, e che presentiamo all’Expo di Milano: un modello industriale vincente, dal seme allo scaffale».

Pedon si caratterizza infatti per l’integrazione verticale della filiera e per l’attenzione posta a temi fondamentali come la sicurezza alimentare, la promozione di una sana e corretta cultura alimentare e le attività svolte in ambito etico, sociale e ambientale.

All’interno del Padiglione esposte le gamme più rappresentative delle linee I Salvaminuti, Dalla Buona Terra, Biologica Pedon, C’è di Buono, Bioritmi, Italia Tipica e Lenticchia Pedina. Cereali, legumi e semi tradizionali e a rapida cottura, convenzionali e biologici, acquistabili anche presso il Temporary Shop NaturaSì e il supermercato del futuro Coop.

 

 

Coop a Expo: le parole del cibo del futuro tra timori e aspettative

Coop Expo

Nella grande vetrina-luna park di Expo, lo sforzo maggiore di chi espone è quello di riportare l’attenzione sui contenuti. E non v’è dubbio che Coop con la sua presenza costituisce un laboratorio – insieme ad altre organizzazioni – che cerca di interrogarsi propio sul futuro del cibi e del pianeta. Non è un futuro immediato, è traslato al 2050, ma è un futuro che ci riguarda tutti e soprattutto riguarda le giovani generazioni.

Così Coop si interroga sul cibo del futuro e lo fa non solo con la sua presenza istituzionale, ma attraverso una ricerca commissionata a Doxa in 8 Paesi del mondo esemplificativi di situazioni diverse.

La ricerca si articola sul presente e sul futuro. E il presente è caratterizzati da un proprio stile alimentare, come dichiara quasi la metà del campione (il 45%), ma è sulla via della globalizzazione. Le differenze nell’approccio al cibo iniziano fin dalla preparazione del pasto, a cui si dedica in media 1,3 ore al giorno, ma con valori nettamente più alti per Paesi come il Brasile, l’India e la Russia. Gli italiani non sono da meno e si distaccano in questo dai vicini europei, analogamente si mostrano meno attratti dal take away e dal consumare cibo fuori casa. Per Italia, Cina e India prevale una dieta varia con utilizzo di carboidrati, di frutta e verdura, mentre il consumo di carne si concentra sui Paesi anglosassoni, ma anche in Cina e Brasile.

Emergono anche stili alimentari alternativi e in qualche modo trasnazionali.

I Foodies (cibo  tipico e di qualità) sono il 13% ma occupano posizioni di rilevo anche la dieta ipocalorica (10%), il credo salutista (10%), vegano (8%) o biologico (8%). Solo una minima parte del Pianeta sembra restia alla contaminazione, se è vero che appena il 22% del campione dichiara di non mangiare mai cibo etnico e quasi un quarto afferma invece di consumarlo spesso. Il 90% di tedeschi e inglesi dichiara infatti di mangiare etnico spesso o qualche volta, i più diffidenti sono i brasiliani e gli italiani.

Il cibo domani: cadono i tabù

Nell’infografica che sintetizza i risultati della rierca si colgono gli aspetti più interessanti.

Presentazione standard di PowerPoint

«Vi è un certo ottimismo dichiarato dagli intervistati – afferma Albino Russo, Responsabile Ufficio Studi Ancc-Coop – ma vi è una netta consapevolezza del cambiamento del cibo tra trent’anni, sia perché le tecnologie faranno la differenza, sia a causa dei cambiamenti climatici. dell’inquinamento e dell’aumento della popolazione». Questi fattori di cambiamento, nella percezione del campione intervistato, impatteranno significativamente soprattutto sulla naturalità del cibo (64%) sulla sua qualità e sicurezza (62%), sulla stessa tipologia di alimenti (60%). Proprio l’attesa di tali forti cambiamenti induce specifici timori sulla manipolazione degli alimenti che mangeremo (60%) e sugli effetti indotti dall’inquinamento ambientale (53%). In alcuni Paesi prevalgono al contrario i timori di un innalzamento del costo del cibo (Usa 57% Brasile 61%), un cibo meno democratico e solo per pochi, e del rischio di una futura scarsità alimentare (Brasile 63%). Il 72% del campione mostra infine piena consapevolezza sulla diffusione del cibo ogm.

Peraltro a livello mondiale i consumatori intervistati non prevedono una riduzione delle quantità consumate (solo in Uk e Germania si pronostica una riduzione nella frequenza di consumo di carne) mentre la dieta sembra spostarsi su una maggiore varietà con maggior ricorso a carboidrati, frutta e verdura.

Che cosa ci sarà Nel piatto del futuro? Cadono molti tabù. Troveremo Ogm (il 72% del campione mostra piena consapevolezza sulla loro diffusione), molte pillole (75%) e carne sintetica (60%), non mancheranno insetti e alghe comunque cibi dalle proprietà nutrizionali bilanciate. I più eclettici e aperti al cambiamento del gusto gli indiani, i cinesi e i brasiliani, ma anche un 70% di italiani potrebbe provare il cibo in pillole e il 44% dei nostri connazionali non si tirerebbe indietro nemmeno davanti a un insetto. A fronte di ciò, per tutti prevale comunque la paura sulla possibile manipolazione del cibo (il 60%) e il timore per un pianeta sempre meno controllabile o sull’orlo del precipizio ambientale (53%). Il 43% indica invece come la sua paura più grande sia un cibo troppo costoso.

«Vi è una consapevolezza trasversale del fatto che il rapporto con il cibo cambierà e una disponibilità  e apertura anche a provare ciò che non appartiene alla propria tradizione alimentare – afferma il presidente di Coop Italia Marco Pedroni – nonché una forte tendenza verso il cibo per la salute, per il vivere bene. È un campo di lavoro che ci deve vedere impegnati verso un cibo più salutistico mantenendo però le caratteristiche di gusto, di tradizione, di convivialità. Certo sono forti le paure per la scarsità, le possibili manipolazioni, ma anche per una minore democraticità, che significa contraffazioni, truffe alimentari. La domanda che ci poniamo è se vogliamo un cibo buono, sicuro e accessibile per tutti o se si sceglie di segmentare tra chi ha accesso a questo tipo di cibo e chi invece è destinato a uno più standardizzato e globalizzato.

Ma dalla domanda che abbiamo posto su come si immaginano i consumatori il luogo dove fare la spesa ricaviamo delle indicazioni precise. vVogliono avere  elementi per sapere di più su che cosa mangiano. E non si tratta di una generica rassicurazione, che le marche e le insegne perseguono, ma informazioni sui processi di coltivazione e allevamento, che cosa c’è dietro e dentro i prodotti. Il nostro Supermercato del futuro a Expo è un esempio in questa direzione».

 

Visita al Future Food District di Coop, prove di futuro nel supermercato di Expo

A due settimane dall’apertura e spenti i riflettori sulla “prima” del Future Food District, l’annunciatissimo padiglione che Coop ha dedicato, con la consulenza di Carlo Ratti del MIT, alle tecnologie del futuro nel retail, lo spazio da 2500 mq su tre livelli si sta sempre più comportando come un punto vendita vero e proprio.

Attira per le sue dotazioni tecnologiche e il layout attraente scolaresche e curiosi, che poi spesso si fermano a comprare: ad esempio gli ingredienti per costruirsi un panino, magari con salame di cinta senese per sentirsi un po’ gourmet senza spendere un patrimonio. Ma è utilizzato anche, assicura chi ci lavora, per fare la spesa a fine turno dai lavoratori di Expo o dai turisti stranieri per spedire presenti Italian Style a casa, grazie alla postazione DHL. Un’area di gourmandise fai-da-te e low cost (ma ce ne sono altre, nei padiglioni meno spaparazzati e tra lo street food, basta cercare) proprio nel centro della grande kermesse dell’Esposizione universale milanese.

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Tutto è digitale, dal prezzo alle informazioni di prodotto. I prodotti sono quelli di Coop ma non solo, ci sono vari partner con i loro corner, da Barilla e Ferrari. Poi c’è una sezione dedicata al cibo del futuro, dalla pasta stampata in 3D agli insetti ai nuovi packaging per il fresco. Ma c’è anche il libro di ricette che si costruisce a partire dagli ingredienti. Nel segno della tecnologia e della personalizzazione dell’esperienza culinaria.

 

Tante le suggestioni e le idee, alcune già presenti in alcuni retailer specie all’estero, altre più futuribili.
Tra le prime ci sono gli ologrammi utilizzati con finalità promozionali.

 

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