CLOSE
Home Tags Fairtrade

Tag: Fairtrade

Fairtrade, l’inflazione pesa sul bilancio 2023. Bene banane e cacao, giù caffè e zucchero

Lo scorso anno gli italiani hanno speso 500 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade: il dato è stato diffuso in occasione dell’evento “Trent’anni sulla rotta della sostenibilità”, durante il quale è stato presentato anche il bilancio sociale dell’organizzazione. Si tratta di un valore in leggera flessione rispetto allo scorso anno: sui prodotti con i marchi Fairtrade, come per molti altri beni di largo consumo, nel 2023 ha pesato parecchio l’inflazione. Parallelamente, grazie alle vendite in Italia, le organizzazioni di agricoltori e lavoratori parte del network hanno ricevuto 3.686.407 euro in Premio Fairtrade, una somma aggiuntiva con la quale possono realizzare dei progetti di miglioramento della produttività o di sviluppo della comunità. La decisione su come spenderlo deve essere presa collettivamente dai membri delle cooperative, e l’interesse deve essere comune. Ad esempio possono essere acquistati prodotti per l’agricoltura, o strumenti per il lavoro nei campi, possono essere costruite piccole infrastrutture come magazzini o depositi oppure ambulatori sanitari e aule scolastiche.

“Quest’anno Fairtrade Italia ha raggiunto il trentesimo compleanno: si tratta di un traguardo eccezionale per la nostra organizzazione, nata dal basso per promuovere condizioni commerciali più eque a favore degli agricoltori di Asia, Africa e America Latina. Sono moltissimi i risultati che abbiamo raggiunto in questi anni: nei negozi e nei supermercati del nostro Paese ci sono più di 2.500 prodotti Fairtrade in vendita. Anche le organizzazioni di agricoltori sono cresciute con noi: oggi parliamo di poco meno di 2 milioni di agricoltori e lavoratori che beneficiano dei vantaggi del nostro circuito in 70 Paesi. Grazie a tutte le aziende e ai consumatori che con noi vogliono essere parte del cambiamento, puntiamo a raggiungere ancora più persone nei prossimi anni” ha dichiarato Paolo Pastore, Direttore Generale di Fairtrade Italia.

Il mercato Fairtrade nel 2023

Banane
Le banane si confermano il prodotto principale per il mercato italiano con un volume di venduto pari a 14.300 tonnellate (+8%), sia grazie all’ampia distribuzione nella Gdo (principalmente Aldi, Coop, Gruppo Selex, IN’s, Pam Panorama), sia grazie alla diffusione nelle mense scolastiche.

Cacao
Per i volumi movimentati, si conferma la seconda materia prima. Dopo dieci anni di crescita molto sostenuta, nel 2023 le vendite hanno registrato un leggero rallentamento con 9.649 tonnellate ( -1%), dovuto principalmente a un contingente rinnovamento degli assortimenti di alcuni importanti partner.

Zucchero di canna e caffè
Dopo parecchi anni di crescita a doppia cifra, per il secondo anno di fila lo zucchero rallenta con 4.468 tonnellate (-7%). Più instabile nel tempo invece è stato l’andamento del caffè, che ha avuto delle discese e poi delle parziali risalite, e nel 2023 ha registrato 726 tonnellate (-4%); per le referenze del canale retail ha colpito molto l’inflazione.

I prodotti non food
Nelle categorie non food, dopo una forte crescita nel 2022, i fiori hanno rallentato con vendite per 8.155.254 steli (-10%), mentre il cotone, che è uno dei prodotti con più forte potenziale nel medio termine, ha visto una crescita del 9% nella materia prima utilizzata.

“Dal punto di vista delle vendite, il 2023 è stato un anno di transizione, da un lato alcuni prodotti come caffè e zucchero hanno risentito dei cali generalizzati dei volumi dovuti all’inflazione, dall’altro prodotti come ad esempio banane e cotone hanno registrato una crescita importante” ha aggiunto Thomas Zulian, Direttore Commerciale di Fairtrade Italia. “Complessivamente siamo soddisfatti perché nel corso del 2023 abbiamo visto aumentare sia il numero di aziende con cui collaboriamo sia la quantità di referenze certificate sul mercato. Gli effetti positivi di questi due fattori si stanno già palesando nei buoni risultati dei primi mesi del 2024”.

 

Aldi, oggi nuova apertura a Vigevano

Aldi inaugura oggi, giovedì 13 ottobre, il suo primo negozio a Vigevano (PV), in Corso Novara 148. Con una superficie di oltre 1.300 m2 e uno store concept pensato per rispondere alle esigenze dei consumatori, il punto vendita contribuisce a creare un’esperienza di acquisto sempre più “smart” grazie ad un assortimento compatto e completo, organizzato in modo efficace e intuitivo che permette ai clienti di fare la spesa rapidamente e con semplicità.

Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:00 alle 20:30 e la domenica dalle ore 9:00 alle 20:00, il negozio offre ai propri clienti anche 74 parcheggi gratuiti.

In occasione della nuova apertura, Aldi propone ai suoi clienti anche speciali offerte in sottocosto in aggiunta alle promozioni settimanali, per invitare i cittadini di Vigevano a scoprire la qualità, la freschezza e la convenienza dei propri prodotti.

L’apertura di Vigevano consolida la presenza di Aldi in Lombardia, dove ora sono 48 i punti vendita sul totale nazionale di 143 aperture complessive e 2.732 persone impiegate. Il nuovo negozio fornirà 16 nuove opportunità lavorative, portando a quota 852 il numero di collaboratori sul territorio lombardo. Numeri che consolidano il piano di espansione nelle regioni del Nord, con l’obiettivo di portare nuovo impulso all’economia e all’occupazione locale.

Nel contempo Aldi conferma il proprio impegno a migliorare le condizioni dei produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo aderendo anche quest’anno alle attività promosse da Fairtrade, marchio certificatore per eccellenza del commercio equo e solidale. Tra i più autorevoli obiettivi perseguiti: l’impegno a garantire condizioni di lavoro più dignitose e stipendi più adeguati per i lavoratori delle filiere agricole; il sostegno alla leadership femminile, accompagnando le donne impegnate nei processi produttivi in percorsi di formazione; la prevenzione allo sfruttamento del lavoro minorile.

Sino al 23 ottobre, nei punti vendita Aldi Italia i clienti potranno supportare l’attività acquistando la selezione di prodotti sostenibili certificati Fairtrade al “PREZZO ALDI”. Tra i prodotti proposti in questa edizione i clienti troveranno lo zucchero grezzo di canna Fairtrade in confezione da 500 g, Rose Fairtrade, Banane BIO, 700 g, le Tavolette di cioccolato fondente 100 g Choco Origin Moser Roth (64% Perù, 70% Repubblica Dominicana, 80% Uganda e 74% Ecuador). Grazie all’acquisto di questi prodotti presso i negozi Aldi, si contribuisce a creare condizioni di vita dignitose e a riconoscere un compenso adeguato al lavoro dei contadini lungo la filiera produttiva. Inoltre, lo sconto applicato sui prodotti aderenti all’iniziativa non è mai a scapito del Prezzo Minimo e del Premio Fairtrade che viene pagato alle organizzazioni di produttori.

“Fin dal suo arrivo in Italia nel 2018, in Aldi abbiamo prestato grande attenzione alle problematiche sociali e ambientali cercando di migliorare le nostre pratiche, promuovendo modelli di produzione e di consumo etici e responsabili. La collaborazione con Fairtrade è volta ad offrire ai consumatori la possibilità di sostenere progetti equo solidali potendo contare sulla qualità delle materie prime garantite dal ‘PREZZO ALDI’. Cerchiamo sempre di offrire ai nostri clienti prodotti ricchi di valore etico e di sensibilizzarli ad acquisti più consapevoli” ha dichiarato Michael Gscheidlinger, Country Managing Director Aldi Italia.

Covid-19: Fairtrade stanzia 3,1 milioni per la ripresa

Il circuito Fairtrade annuncia il lancio del “Fondo di assistenza per i produttori Fairtrade” e del “Fondo per la resilienza dei produttori Fairtrade”. I due meccanismi di finanziamento partono con un investimento iniziale di 3,1 milioni di euro, che serviranno per soddisfare i bisogni primari di contadini, lavoratori e comunità, e gettare le basi per una ripresa di lungo termine.

Il “Fondo di assistenza per i produttori Fairtrade” mette innanzitutto a disposizione delle organizzazioni dei produttori certificati 2,1 milioni di euro per gli investimenti sulla sicurezza più urgenti e per il sostentamento delle comunità : acquisto di mascherine, strumentazione medica e protettiva di base, pagamento dei salari dei lavoratori temporaneamente inoccupati, organizzazione di attività di sicurezza alimentare, formazione sui dispositivi di sicurezza, costruzione di strutture mediche di emergenza e spese per piani di continuità operativa delle aziende. Il fondo è stato istituito grazie al contributo delle organizzazioni nazionali Fairtrade.

“Come sistema, Fairtrade lavora ogni giorno per cambiare il mercato in modo che contadini e lavoratori abbiano redditi dignitosi. In tempi di crisi dobbiamo fare un passo in più e assicurare salute, sicurezza e un futuro a chi lavora duramente per produrre i nostri cibi preferiti” ha dichiarato Darío Soto Abril, CEO di Fairtrade International. “Sappiamo che questi fondi non sono sufficienti per rispondere a tutti i bisogni dei produttori colpiti dalla pandemia, ragione per cui continueremo a cercare altri fondi all’interno del sistema”.

“Le organizzazioni di produttori si sono mobilizzate fin da subito per dare supporto ai loro associati e alle comunità. Ad esempio in Colombia hanno distribuito cibo e pacchetti per l’igiene ai più anziani. È successo così nella maggior parte delle organizzazioni. Avere questo supporto finanziario aggiuntivo permetterà loro di fare la differenza nella qualità del sostegno che potranno dare alle comunità, che sono le più bisognose di assistenza, ha dichiarato Xiomara J. Parades, Direttore esecutivo della CLAC, che raggruppa i produttori dell’America latina.

Il fondo risponde ai bisogni immediati. Tuttavia è chiaro che la pandemia avrà delle conseguenze sulle catene di fornitura globali e sul commercio internazionale. In molti casi gli effetti di quanto avviene oggi si vedranno nella prossima stagione di semina e raccolta. Per questo è stato istituito un secondo strumento, il “Fondo per la resilienza dei produttori Fairtrade”, il cui obiettivo è andare incontro alle necessità di lungo termine dei produttori, per risollevarsi dopo la COVID-19. Per questo secondo fondo attualmente è stato raccolto 1 milione di euro tra le aziende partner del sistema Fairtrade.

Tra gli interventi di lungo termine a cui mira il Fondo per la resilienza: la ricostruzione economica, la formazione di competenze tecnologiche, l’identificazione dei rischi per i diritti umani nelle catene di fornitura attraverso degli interventi programmatici, il rafforzamento delle finanze per affrontare i rischi futuri, l’advocacy. “Oltre a chiedere contributi dalle organizzazioni nazionali Fairtrade, siamo alla ricerca di partner che vogliano contribuire a questo fondo che guarda al futuro; vogliamo dare possibilità in più ai produttori una volta che si saranno ripresi dagli effetti della COVID-19: assicurare il sostentamento e costruire filiere più resilienti” ha dichiarato Soto-Abril.

“La crisi non finirà quando sarà calata la diffusione della COVID-19. Già vediamo l’incombente crisi economica globale in arrivo”, ha dichiarato Nygagoy Nyong’o, Direttore esecutivo di Fairtrade Africa, che raggruppa i produttori del continente: “I lavoratori e i contadini sono resilienti e creativi. Questo fondo li aiuterà ad identificare opportunità e altri modelli di business, ma anche a continuare a investire nelle loro comunità”.

Fairtrade invita aziende, retailer, organizzazioni non governative e agenzie governative a contribuire. Il denaro raccolto da entrambi i Fondi sarà distribuito in modo proporzionale tra i tre network di produttori Fairtrade in Asia, Africa e America Latina. I network dei produttori, a turno, amministreranno e gestiranno la distribuzione, il monitoraggio e l’impatto del Fondo presso le organizzazioni di produttori certificati.

Foto d’apertura: piantagione di tè.

Crediti: archivio Fairtrade.

 

 

I prodotti Fairtrade crescono, generando una spesa di 145 milioni di euro

Con una spesa di 145 milioni di euro, crescono nel 2018 prodotti del commercio equo certificati FAIRTRADE acquistati dagli italiani. Secondo i dati emersi durante l’incontro promosso nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile (manifestazione ideata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS) dal titolo “Filiere sempre più sostenibili” il Marchio internazionale di Certificazione, con 2000 prodotti distribuiti in 13.000 punti vendita su tutto il territorio nazionale, crea un impatto importante che permette di assicurare agli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo migliori condizioni commerciali e di lavoro.

Dati importanti che hanno comportato due milioni di euro di ritorno per le comunità di America Latina, Africa e Asia, così distribuiti:
circa 732.000 euro per le banane, 720.800 euro per il cacao, 318.700 euro per il caffè e 212.500 euro per lo zucchero. Gli italiani che hanno acquistato prodotti Fairtrade hanno sostenuto la crescita e lo sviluppo delle comunità per una cifra superiore ai 2 milioni di euro, una cifra che testimonia la crescente diffusione del marchio e il suo apprezzamento da parte dei consumatori.

I prodotti venduti
Le banane si confermano il prodotto principale per quanto riguarda i volumi: da sole fanno più del 50% del complessivo dei prodotti e lo scorso anno si sono raggiunte quasi le 15.700 tonnellate con un aumento del 15% sul 2017. «Allargando lo sguardo e prendendo come riferimento il quinquennio 2014-2018 – spiega il direttore commerciale di Fairtrade Italia Thomas Zulian – la percentuale di crescita supera il 53% con una accelerazione negli ultimi tre esercizi caratterizzati da aumenti a due cifre (2016 +15%, 2017 +11%, 2018 +15%)».

Seguono il cacao con 4.353 tonnellate di fave di cacao (+101%), lo zucchero (sia granulare sia utilizzato per i prodotti composti) con 3.623 tonnellate (+7%) e il caffè con 852 tonnellate di caffè verde (+5%). Anche Fairtrade Italia, dunque, seguendo i trend indicati a livello internazionale, punta ad un significativo incremento dei prodotti core che hanno il maggiore impatto per i produttori. «La scelta di alcuni partner di convertire intere linee di cioccolato a Fairtrade ha influito in modo determinante su questo sviluppo consistente – conclude Zulian – ma anche l’introduzione del modello commerciale d’ingrediente (Fairtrade Sourced Ingredient) ha creato grandi opportunità di mercato che preannunciano prospettive interessanti anche per il futuro».

 

Fairtrade nel mondo a 8 miliardi di euro (+8%) e 178 milioni di “premio” ai contadini (+19%)

Aumentano le vendite globali di prodotti Fairtrade: nel 2017 hanno raggiunto gli 8,5 miliardi di euro nel mondo, con un incremento del 9% ma, soprattutto, hanno assicurato un Premio di 178 milioni di euro (+19% rispetto all’anno precedente) alle organizzazioni di agricoltori e lavoratori, in aggiunta al reddito ricavato dalla vendita dei prodotti, da investire in progetti di sviluppo scelti da loro. I dati sono pubblicati nel Working together for fair and sustainable trade, il rapporto annuale di Fairtrade International.

Il quale testimonia gli sforzi dell’organizzazione del commmercio equosolidale per supportare agricoltori e lavoratori nel raggiungimento di condizioni di vita sostenibili, in un momento nel quale, ad esempio, i prezzi del caffè mondiale hanno raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 12 anni.

Il rapporto 2017-2018 illustra il programma di sostenibilità per condividere i benefici del commercio in modo più equo: intensificare le strategie per ottenere redditi che permettano condizioni di vita dignitose e salari adeguati per agricoltori e lavoratori, rafforzare la posizione delle donne e dei giovani per guidare il cambiamento nelle loro comunità, sostenere le organizzazioni di agricoltori nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico e collaborare con partner internazionali per contribuire alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

Uk primi della classe, cacao +57%

Nel corso del 2017, Fairtrade ha lavorato con oltre 1,6 milioni di agricoltori e lavoratori in 75 Paesi, e sono circa 30.000 i prodotti a marchio FAIRTRADE disponibili in 150 Paesi. Il Regno Unito continua ad essere il più grande mercato per valore delle vendite al dettaglio, seguito da Germania e Stati Uniti, ma la maggior parte degli altri mercati Fairtrade è cresciuta a doppia cifra.

Anche i volumi di vendita dei principali prodotti sono aumentati significativamente nel 2017. In particolare, quelli del cacao del 57%. Le vendite di zucchero hanno registrato una forte crescita, del 30%, recuperando il calo significativo dovuto alla decisione dell’Unione Europea, nel 2015, di abolire i limiti sulla produzione di prodotti in concorrenza con lo zucchero di barbabietola europeo. I coltivatori di caffè hanno beneficiato di un aumento delle vendite del 15% e i produttori di banane hanno venduto l’11% in più rispetto all’anno precedente.

Le vendite dei primi sette prodotti Fairtrade.

“Crediamo che tutti gli agricoltori e i lavoratori meritino di guadagnarsi da vivere per ciò che coltivano – ha detto Darío Soto Abril, Global CEO di Fairtrade International -. Negli ultimi due anni, i cali significativi dei prezzi del caffè e del cacao sul mercato globale, che hanno gravato sugli agricoltori stessi, hanno messo in evidenza che un prezzo equo deve essere uno degli elementi chiave di un problema complessivo dei redditi dei piccoli agricoltori”.

Per le cooperative di agricoltori, Fairtrade proverà a mettere in campo una roadmap per arrivare a redditi che permettano di vivere dignitosamente, con un focus iniziale sul settore del cacao nell’Africa occidentale. Per i lavoratori delle piantagioni, invece, sono ancora in fase di sviluppo modelli applicabili per progredire verso livelli di salario sostenibili, partendo da banane e fiori.

Secondo Soto Abril, è necessario uno sforzo collettivo. “Fairtrade offre approcci per restituire più valore agli agricoltori e ai lavoratori e insieme ai governi, alla società civile, alle imprese, agli agricoltori, ai lavoratori e ai consumatori renderemo il reddito sostenibile una realtà”.

Settimane del commercio equo Fairtrade, al via dal 13 al 28 ottobre

Una maggiore convenienza nell’acquisto dei prodotti equsolidali, in vista di una loro maggiore diffusione e conoscenza da parte del consumatore: è questo il senso delle Settimane Fairtrade, che tornano quest’anno dal 13 al 28 ottobre.

Al motto “Fai la spesa cambia il mondo”, migliaia di consumatori potranno beneficiare di promozioni e iniziative speciali in centinaia di supermercati e ipermercati di tutto il territorio nazionale per acquistare prodotti “giusti”, che rispettano i diritti dei lavoratori nei Paesi in via di sviluppo e sono ottenuti con pratiche ambientali sostenibili. Lo assicura Fairtrade, il Marchio internazionale del commercio equo.
Grazie a Fairtrade, infatti, i contadini e i lavoratori ricevono per il loro raccolto un prezzo minimo tale da coprire i costi medi di una produzione sostenibile, il cosiddetto Prezzo minimo Fairtrade. Inoltre, viene corrisposto loro il pagamento di un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, per sostenere progetti di sviluppo democraticamente decisi dalle comunità. Si tratta ad esempio di programmi sociali, sanitari, di salvaguardia dell’ambiente o di miglioramento della produzione.
Caffè, banane, zucchero, cacao e molto altro ancora. La scelta dei prodotti è molto ampia e riguarda sia prodotti alimentari sia prodotti non food, tutti ottenuti nel rispetto dei diritti dei lavoratori.
Una ricerca di mercato Nielsen, presentata lo scorso maggio, conferma che il 29% del campione intervistato tende ad acquistare sempre di più i prodotti del commercio equo (con una crescita di 6 punti percentuali rispetto ad una analoga indagine svolta nel 2014), e che in generale, le persone tendono a comprare con maggiore frequenza i prodotti “etici” all’interno dei punti vendita tradizionali: supermercati, ipermercati, discount e negozi al dettaglio.

FAIRTRADE: vale 130 milioni di euro il carrello equo degli italiani

FAIRTRADE tira le somme per il 2017. E i risultati ottenuti dai prodotti del commercio equo certificati sono a dir poco interessanti: per essi, infatti, lo scorso anno, nel nostro paese sono stati spesi ben 130 milioni di euro che hanno generato per i produttori un premio (ovvero un margine di guadagno aggiuntivo per avviare progetti sanitari, di emancipazione sociale, o di miglioramento della produzione) pari a 1 miliardo e 641 milioni nel suo complesso e così suddiviso: 703.000 euro per le banane, 309.000 euro per il cacao, 334.00 per il caffè e 221.00 per lo zucchero. 

I prodotti più performanti

La crescita più significativa è quella delle banane, che raggiungono volumi di vendita pari a 13.600 tonnellate (+11%), seguono il caffè con 810 tonnellate di caffè verde (+10%), il cacao con 1.600 tonnellate di fave di cacao (+100%) e lo zucchero con 3.300 tonnellate (+10%). Questi i valori diffusi in occasione dell’evento “Il futuro di Fairtrade? Partnership di sostenibilità con le imprese”, che si è svolto a Milano, nel contesto del Palazzo dei Giureconsulti.

FAIRTRADE e i consumatori

Sul rapporto del brand di certificazione e i consumatori, Nielsen ha realizzato una ricerca su un panel rappresentativo. È emerso che sempre più italiani dichiarano di acquistare prodotti etici nei negozi alimentari generici, ovvero supermercati, ipermercati e discount (si tratta di oltre la metà del campione, 51%, a fronte del 36% registrato nel 2014). Inoltre, rispetto a quattro anni fa i consumatori affermano una maggiore preferenza per i prodotti del commercio equo e solidale (si passa dal 23% del 2014 al 29% di quest’anno). Per quello che riguarda FAIRTRADE, la fonte principale di conoscenza del Marchio restano i prodotti, seguiti dalla rete internet. Cresce la conoscenza tra i giovani (fascia d’età 25-34), e nel nord-est del paese, seguito da nord-ovest, centro e sud.

Nuove opportunità di business.

Tra le novità che si prospettano per l’anno in corso, l’introduzione, a livello internazionale, dei “Marchi di Ingrediente Fairtrade”. Le aziende partner del circuito, a fronte di un impegno di acquisto di materie prime certificate Fairtrade da utilizzare in prodotti multingrediente, potranno avvalersi dell’utilizzo di Marchi specifici per la tipologia di materia prima acquistata. Il modello è entrato in vigore per tutte le categorie di prodotto tranne caffè e banane. Attraverso i nuovi “ Marchi di Ingrediente Fairtrade” le aziende hanno a disposizione un modo diverso per collaborare con Fairtrade per ampliare le opportunità di mercato per i produttori agricoli del sistema.

 

 

 

Arrivano le bevande certificate Fairtrade, per un’estate sostenibile

Arrivano le bibite solidali: limonate, tè, cola e birre che sostengono gli agricoltori nelle comunità di Asia, Africa e America Latina: certificate Fairtrade sono anche l’occasione per sostenere gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo. FAIRTRADE infatti è il Marchio di Certificazione del commercio equo e assicura ai produttori agricoli di Asia, Africa e America Latina il pagamento di un Prezzo Minimo Fairtrade e un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, per avviare progetti di emancipazione sociale nelle comunità di origine delle materie prime.

Ecco le referenze disponibili:

LEMONAID+ è una linea di limonate naturali realizzate con ingredienti biologici e Fairtrade. Prodotte con vero succo di frutta, e arricchite con zucchero di canna e acqua frizzante; sono senza additivi, conservanti e coloranti. Gli ingredienti Fairtrade provengono da piccole cooperative agricole in Sri Lanka, Paraguay e Brasile. Le limonate sono disponibili nelle varianti Frutto della passione (succo di frutto della passione con una nota di lime e mango), Lime (limonata con succo di lime fresco), e Arancia rossa (arancia rossa raffinata con succo fresco di pompelmo, arancia, limone e ciliegia).

ChariTea è una linea di infusi di tè biologico con ingredienti Fairtrade. Senza zucchero aggiunto, sono arricchiti con succo d’agave e succo di frutta naturale. Sono disponibili nelle varianti Mate (tè mate e tè nero con succo di arancia e limone), Rosso (tè di rooibos con succo di frutto della passione), Nero (tè nero con succo di limone fresco), Verde (tè verde con zenzero, miele e succo di limone). Tutti gli ingredienti provengono da agricoltura biologica, il tè viene coltivato in piantagioni Fairtrade in Sudafrica, Sri Lanka e Argentina. Il miele proviene dal Nicaragua, l’agave dal Messico.

In aggiunta rispetto a Fairtrade, ogni bottiglia di LEMONAID+ e CHARITEA sostiene con 5 centesimi la fondazione senza scopo di lucro “Lemonaid & Charitea”, e finanzia progetti sociali nei Paesi da cui provengono gli ingredienti.

Ubuntu Cola. In lingua Swahili ubuntu significa “Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”: e questo è anche lo spirito della cola realizzata con zucchero proveniente da organizzazioni certificate Fairtrade del Malawi. Il Premio Fairtrade ottenuto attraverso le vendite di Ubuntu Cola ha permesso alla cooperativa di raccoglitori di canna da zucchero la costruzione di pompe d’acqua, una scuola elementare per 240 bambini, un trasformatore per fornire corrente elettrica al villaggio, un centro sanitario e l’acquisto di un camioncino. La cola è distribuita in Italia dalla Cooperativa Vagamondi, che presso le organizzazioni ha inoltre costruito sei pozzi di acqua potabile.

La birra Mongozo è una birra brassata in Belgio dalla birreria Huyghe secondo una tradizionale ricetta africana. Tra le varianti certificate Fairtrade, disponibili la Premium Pilsner, birra bionda senza glutine non pastorizzata, fabbricata con malto di riso, luppolo e lievito, e la Buckwheat white, fatta con grano saraceno, malto, riso, luppolo, coriandolo e buccia d’arancia. Ma ci sono anche quelle aromatizzate alla Banana, Noce di cocco, Mango e Cuore di palma dell’Angola. Ingredienti e ricette sono originarie di paesi come Ghana, Sri Lanka, Indonesia, Costa Rica e Brasile. Tutte le birre Mongozo sono anche certificate biologiche e senza glutine, oltre che Fairtrade.

 

 

 

Dall’11 al 13 tutti invitati alla Giornata internazionale del commercio equo

Una sfida con l’obiettivo di sensibilizzare verso le condizioni dei produttori del Sud del mondo: si terrà nel weekend dall’11 al 13 maggio per festeggiare la giornata mondiale del commercio equo la Grande sfida Fairtrade, iniziativa che nel 2017 ha movimentato oltre 2 milioni di persone dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sudafrica alla Finlandia, all’Italia. Tutte a favore dei diritti degli agricoltori e dei lavoratori di Asia, Africa e America Latina.

Per aderire basta organizzare un evento, piccolo o grande, ispirandosi a Fairtrade. Può essere una colazione in famiglia o con gli amici, la pausa caffè con i colleghi di lavoro, un pic-nic nel parco in cui siano utilizzati i prodotti del commercio equo certificati Fairtrade, disponibili in migliaia di punti vendita della piccola e grande distribuzione. Gli aderenti registreranno sul sito della Grande sfida Fairtrade l’attività programmata. Qui, durante il weekend dell’11-13 maggio, un contatore segnerà in tempo reale il numero dei partecipanti e una mappa mostrerà tutti gli eventi in corso, con dettaglio nazione per nazione, da cui sarà possibile scoprire l’evoluzione della competizione. Hanno già confermato la propria adesione oltre 100 locali e un centinaio di privati cittadini.

Tra le torrefazioni aderenti all’edizione 2018: Equo Caffè (coop. Caracol), Caffè Haiti Roma, Caffè Moak, Caffè Pazzini, Caffè Ravasio, Madreterra Caffè, Miscela d’Oro, Omkafè, Punto Equo. Aderiscono inoltre Bistrot, il concept di Autogrill, con i locali di Venezia Santa Lucia, Verona Porta Nuova, Bergamo OrioCenter, Massa Maremonti, Milano City Life, Milano Mercato del Duomo e Bistrot Glorius Caffè (San Babila), e la catena White Bakery con i locali di Rimini, San Benedetto del Tronto (AP), Spoltore (PE), Pescara e Chieti. Partecipa anche il negozio di abbigliamento etico e moda sostenibile a Brescia Fairmade.

Un mondo di bene: i prodotti Fairtrade nel 2016 hanno raggiunto 7,88 miliardi di euro

Foto: Roger van Zaal / Archivio Fairtrade.

Le vendite mondiali di prodotti Fairtrade nel 2016 hanno raggiunto 7,88 miliardi di euro, con una crescita per tutti i principali prodotti certificati: caffè +3%, cacao +34%, zucchero +7%, banane, tè, fiori e piante +5% ciascuno. Dall’altra parte del mondo produttori e lavoratori del network hanno ricevuto 150 milioni di euro di Premio Fairtrade, una somma di denaro aggiuntiva rispetto al Prezzo Fairtrade assicurato dalla certificazione, per avviare progetti sociali, ambientali, di miglioramento della produttività. Ne hanno beneficiato 1,6 milioni di piccoli agricoltori e lavoratori di Asia, Africa e America Latina, raggruppati in 1.141 organizzazioni di 73 Paesi.
Di tutto questo parla il nuovo rapporto annuale di Fairtrade International “Creating Innovations, Scaling Up Impact”. A vent’anni dalla sua nascita, il sistema internazionale di certificazione del commercio equo continua a lavorare nell’interesse delle comunità dei Paesi in via di sviluppo, offrendo nuove opportunità commerciali agli agricoltori e aiutando i lavoratori stipendiati ad ottenere un salario migliore.
«Nel 2016 abbiamo adottato una nuova strategia globale e avviato un ambizioso piano di crescita – ha detto Dario Soto Abril, CEO di Fairtrade International -. La grande sfida che ci proponiamo ora è quella di riuscire a migliorare in modo significativo i salari dei lavoratori entro il 2020».

Da sempre Fairtrade si concentra sulla necessità dei produttori agricoli e dei lavoratori di vendere ad un prezzo più equo, tale da coprire i costi medi di una produzione sostenibile. Parallelamente a questo obiettivo, si impegna a operare una svolta affiancando i lavoratori dipendenti affinché siano in grado di negoziare salari migliori e aiutando i produttori ad ottenere un reddito adeguato al proprio sostentamento. Nel corso del 2016, nell’ambito delle strategie per il calcolo di un valore di riferimento per il salario dignitoso, sono state eseguite delle ricerche finalizzate a determinare un valore minimo di riferimento per consentire una dignitosa qualità di vita ai lavoratori dipendenti.
Uguaglianza di genere, lotta al lavoro minorile, cambiamento climatico e tutela dei diritti dei lavoratori: sono questi i temi fondamentali affrontati in questo ultimo anno da Fairtrade attraverso una serie di iniziative di formazione sul campo e con programmi di supporto per le cooperative di produttori,. Un esempio? Il progetto “Women’s School of Leadership” per le produttrici di cacao in Costa d’ Avorio e il progetto “Youth-Inclusive Community-Based Monitoring and Remediation (YICBMR)” sviluppato in nove Paesi per contrastare il lavoro minorile e il lavoro forzato.
Nell’ultimo anno, coinvolgendo numerosi stakeholder, è stato intrapreso lo studio di un progetto finalizzato ad ampliare le opportunità commerciali per le aziende che intendono soddisfare la crescente domanda di prodotti sostenibili. A partire dal 2018, dei nuovi servizi, complementari al lavoro con il Marchio di Certificazione FAIRTRADE, offriranno ai partner commerciali nuove chance di business attraverso partnership di lunga durata.
«Fairtrade si sta impegnando a cambiare lo scenario del commercio sostenibile – dice Soto Abril -. Stiamo traendo benefici dal successo degli ultimi 20 anni. Siamo ottimisti per quello che ci riserverà il futuro».

Fairtrade Italia rappresenta Fairtrade International e il relativo Marchio di Certificazione nel nostro paese dal 1994. Attualmente in Italia sono in vendita più di 750 prodotti certificati e il valore del venduto è di 110 milioni di euro. 

Fairtrade, tre giorni a maggio per invitare a consumare equo, in tutto il mondo

Una campagna mirata ai consumatori e al loro senso etico, che invita a riflettere sull’origine e le condizioni di produzione per una spesa più consapevole: è questo il senso del World Fairtrade Challenge, che si terrà dal 12 al 14 maggio in appositi spazi allestiti della grande distribuzione, oltre che in un centinaio di bar in tutta Italia e in alcune università. Tre giorni in cui l’associazione inviterà tutti a consumare, a colazione e non solo, prodotti certificati di commercio equo come caffè, tè, zucchero, biscotti, frutta secca, cioccolato e marmellate per sostenere chi li produce. La giornata mondiale del commercio equo si celebra il 13 maggio in tutto il mondo.

 

Il primo 29 anni fa, oggi sono 35mila

Il primo prodotto Fairtrade, il caffè, è apparso nei Paesi Bassi nel 1988. Quasi 30 anni più tardi, più di 35mila prodotti del commercio equo sono venduti in tutto il mondo e il numero aumenta di anno in anno: sempre più agricoltori e lavoratori, attraverso il loro impegno, possono costruire una vita più dignitosa e un futuro migliore per le loro famiglie e comunità. Il sistema internazionale Fairtrade, infatti, assicura che le aziende paghino un prezzo più equo per ciò che viene coltivato, oltre a una somma extra di denaro destinata ad agricoltori e lavoratori, da investire nelle loro organizzazioni o comunità.

La “Challenge 2017” coinvolgerà anche i consumatori di Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Australia, Corea, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Sudafrica, Spagna, Svezia e Stati Uniti. L’obiettivo è organizzare l’evento Fairtrade più grande al mondo: un’occasione per i consumatori di sentirsi parte di un movimento globale, con la consapevolezza che tramite le proprie scelte di consumo si possono sostenere i produttori dei Paesi in via di sviluppo.

Si potrà partecipare alla “Grande Sfida” registrando le colazioni Fairtrade consumate nei locali, a casa o negli atenei e i momenti dedicati all’iniziativa, come una pausa caffè con i colleghi di lavoro o una cena con la famiglia, sull’apposito sito web www.fairtradechallenge.org. Una mappa indicherà i luoghi e l’ora di tutti gli eventi nel mondo.

Ciascuno è poi invitato a organizzare la propria colazione “equa” e a postare le immagini che si sfideranno in un contest fotografico ideato per l’occasione da Fairtrade Italia. 

 

I numeri del movimento
Sono oltre 1,6 milioni gli agricoltori e lavoratori in 75 Paesi che aderiscono a Fairtrade. L’ultimo arrivato, l’anno scorso, è il Tagikistan.

Ci sono più di 1.800 Fairtrade Towns, città, villaggi e altre comunità in 28 Paesi, e decine di migliaia di attivisti e consumatori.

I consumatori hanno speso 7,3 miliardi di euro in prodotti Fairtrade nel 2015, +16% sul 2014.

Il Fairtrade Premium è aumentato in modo significativo e ammonta a 138 milioni di euro (dato riferito al 2015), in crescita del 30% a partire dal 2014. 

Caffè: 430 organizzazioni impiegate nella coltivazione di caffè Fairtrade, 856.000 coltivatori di caffè in 30 Paesi hanno ricevuto 71 milioni di euro di Premium +18% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite sono aumentate del 18% rispetto al 2014.

Banane: 131 gruppi di coltivazione in 12 Paesi, più di 22.000 piccoli coltivatori e lavoratori hanno ricevuto più di 27 milioni di euro in Premium +11% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite sono aumentate del 12% rispetto al 2014.

Cacao: 129 organizzazioni in 19 Paesi, più di 197.000 piccoli agricoltori e lavoratori hanno ricevuto 18 milioni di euro in Premium, in crescita del 26% rispetto al 2014. Nel 2015, le vendite di semi di cacao sono aumentate del 27% sul 2014.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare