CLOSE
Home Tags Innovazione

Tag: innovazione

Lift and learn nuova tecnologia per dare informazioni nel punto vendita

Si chiama Lift and Learn ed è una tecnologia che probabilmente vedremo sempre di più nei punti vendita dei retailer e nei supermercati, con lo scopo di coinvolgere il cliente e fornirgli contenuti in modo dinamico ed interattivo. Come si vede in questo video di Scala, specialista in soluzioni avanzati per il punto vendita, basta infatti sollevare il prodotto dal luogo dove è riposto sullo scaffale e sullo schermo Lcd compaiono le informazioni relative. Sollevando due prodotti si ottiene un confronto.

Il sistema (qualcosa di simile di era già visto al Future Food District di Coop e Expo) può anche essere integrato al sistema di etichette elettroniche (con i prezzi aggiornati simultaneamente in casse, contenuti video e. appunto, etichette) e al sistema di beacon che consentono di dialogare con lo smartphone del cliente, proponendogli contenuti personalizzati al suo passaggio.

Visa abilita nuove possibilità di pagamento “smart” grazie alla tokenizzazione

Visa abilita nuove possibilità di pagamento “smart” grazie all’espansione del servizio di Visa Europe Payment Tokenisation Service – VEPTS. Da oggi sarà dunque più facile pagare tramite smartphone, smartwatch o wearables (i dispositivi indossabili come i braccialetti fitbit), dove le credenziali della carta sono salvate su cloud; tramite wallet digitali basati sul browser di Internet come “Visa Checkout” e pagamenti in cui i dati della carta sono stati precedentemente salvati presso gli esercenti (“card on file”). Dunque pagamenti più veloci ma sicuri, come richiede un cliente evoluto che non ha più tempo né voglia di fare la coda, e amerebbe pagare in tempo reale con soluzioni integrate in applicazioni e in dispositivi connessi a internet..

La tokenizzazione è la codifica dei dati sensibili tramite una sequenza di numeri chiamata token, un simbolo univoco che non ha alcun significato al di fuori dal circuito in cui viene utilizzato. Quando i consumatori effettuano un acquisto con un servizio di pagamento ‘tokenizzato’, al momento del pagamento viene presentato un token, non i dettagli della carta. Questo rende semplice e veloce sia il processo di associazione della carta ai servizi di pagamento digitale, sia la gestione e la conservazione dei dati sensibili quando si paga, sia nei negozi fisici sia online.

«I consumatori in Europa hanno a disposizione tecnologie innovative che offrono modalità di pagamento rapide e fluide per poter acquistare e pagare in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo scelgano. Le nostre previsioni indicano che per il 2020 un consumatore su cinque pagherà i suoi acquisti con lo smartphone su base quotidiana e i pagamenti su dispositivi mobili costituiranno oltre il 50% di tutte le transazioni Visa» dice Sandra Alzetta, Executive Director Business Strategy, Innovation di Visa Europe.

 

Tanti codici con una sola carta

Secondo lo studio Mobile Money (maggio 2015) di Visa Europe il 62% dei consumatori è preoccupata per la sicurezza dei loro dati sensibili in caso di pagamenti su internet o con smartphone. Secondo molti esperti di sicurezza la tokenizzazione dei pagamenti sarebbe non solo la soluzione migliore oggi disponibile per l’innalzamento dei livelli di sicurezza dei dati relativi ai pagamenti con carta senza interventi sull’utente finale, ma consentirebbe anche l’abilitazione del pagamento tramite vari dispositivi che fanno riferimento ad un’unica carta.

I token che possono essere creati per una singola carta infatti possono essere molteplici, in modo che le istituzioni finanziarie possano controllare e gestire in maniera molto flessibile gli ambienti e i canali dove uno specifico token può essere usato. Ad esempio, un token creato solo per uno specifico servizio di pagamento mobile inserito in una app non può essere catturato e usato altrove per fare un acquisto online.

Ma vi sono ulteriori vantaggi, in caso di furto ad esempio. I consumatori hanno un ulteriore valore aggiunto: se il dispositivo mobile viene smarrito o rubato, un token può essere disabilitato, in maniera rapida e semplice, sia dal titolare sia dalla banca emittente la carta, senza dover bloccare la carta Visa associata con il token. Analogamente, se una carta viene smarrita o trafugata, il consumatore potrà ancora usare il suo telefono tokenizzato per effettuare pagamenti in attesa di ricevere la carta sostitutiva.

 

Tech: i 10 trend del 2016 secondo Gfk. Così cambieranno i consumi

 

Tech, sempre più tech: il 2016 si prospetta sempre più connesso. Ma quali sono i trend emergenti? Ce lo racconta il report Tech Trends 2016, elaborato da GfK.

I primi, grandi protagonisti saranno gli Invisible analytics: parliamo di tutti quei dati che i consumatori si lasciano alle spalle. Tracce, anche anonime, delle loro interazioni online con le imprese: dagli acquisti (alimentari e non) all’ora in cui usano l’home banking, dagli annunci che hanno visto ai marchi che ricercano. L’analisi di questi dati raccolti in maniera passiva, in qualche modo a “invisibili”, sarà sempre più fondamentale per le aziende che vogliono comprendere a fondo il consumatore e le sue abitudini.

Schermata 2016-02-16 a 16.01.16

E poi c’è la Realtà virtuale: negli ultimi anni si è investito molto in questa tecnologia, con lo sviluppo di display montati sulla testa (HMD) per un’esperienza di gioco “immersiva”. Secondo Gfk, il mercato dell’intrattenimento sarà un banco di prova, che consentirà di creare maggiore consapevolezza sulle potenzialità della realtà virtuale. In futuro, la RV potrà essere applicata anche in altri settori, come i viaggi, la vendita al dettaglio e l’istruzione.

Parlando poi di Tecnologie Indossabili sarà il caso di fare un debito distinguo: quelle di fascia alta (Google Glass e Apple Watch ) incuriosiscono, certo, ma non vanno bene per tutte le tasche. Diverso è invece il discorso per contapassi e fitness tracker – che rappresentano da soli circa il 58% del volume delle vendite di wearables in Europa. E che spiegano bene l’evoluzione del settore.

Schermata 2016-02-16 a 16.01.31

Smart Home. Secondo uno studio internazionale di GfK, il 50% delle persone pensa che le tecnologie connesse alla “casa intelligente” avranno un impatto significativo sulla vita quotidiana nei prossimi cinque anni. Tuttavia, per essere davvero “smart” la casa del futuro dovrà essere anche semplice e connessa, con tutti i dispositivi in grado di comunicare tra di loro. Al momento la situazione non è così idilliaca, a causa di un mercato frammentato e di numerose criticità in tema di tutela della privacy e protezione dei dati. Per sviluppare pienamente questo settore sarà fondamentale una maggiore collaborazione.

Quanto ai droni, nonostante l’attenzione crescente dei media, essi non sono propriamente una novità. L’utilizzo dei droni a scopi commerciali è già realtà – dalle riprese aeree alla mappatura del paesaggio, dalle consegne commerciali alla distribuzione di aiuti, fino all’agricoltura meccanizzata – ma le potenzialità di questi dispositivi non sono state ancora completamente esplorate.

Schermata 2016-02-16 a 16.01.43

Intelligenza artificiale. Home Cube, Power Badge, RankBrain, Hound: termini ancora poco noti, ma a partire dal 2016 potrebbero entrare a far parte del vocabolario della tecnologia di consumo. Secondo il Financial Times, “L’intelligenza artificiale è la tendenza più interessante negli investimenti in start-up dall’avvento dei Big Data”. Colossi come Apple, Facebook e Google stanno già investendo in maniera significativi in questo settore. E a breve potrebbe essere normale avere un assistente personale robotico basato sull’intelligenza artificiale.

Video. Il consumo di video negli ultimi anni è cresciuto oltre ogni previsione, e l’online sta rapidamente diventando il canale privilegiato per questo tipo di contenuti. Il consumatore connesso oggi può guardare contenuti video su qualsiasi piattaforma e in qualsiasi momento, dai brevi clip sui social media, allo streaming di film e alle smart TV. Secondo le ultime previsioni, entro il 2019 circa l’80% di tutto il traffico internet dei consumatori sarà costituito da contenuti video. Un mercato in costante evoluzione e con un potenziale enorme per le imprese.

Schermata 2016-02-16 a 16.01.54

Pagamenti da mobile. I consumatori connessi sono sempre più propensi a pagare beni e servizi con il proprio smartphone. Nella realtà, però, la situazione è ancora frammentata: nei mercati maturi permane una certa resistenza, mentre in Asia e Africa c’è molta apertura nei confronti dei pagamenti da mobile. Nel corso del 2016, produttori e rivenditori dovranno 3 confrontarsi sempre di più con questo tema, per riuscire a far fronte alle nuove abitudini di pagamento dei consumatori.

Automobili connesse. L’idea della vettura connessa non è nuova, ma è solo negli ultimi cinque anni – con la diffusione capillare degli smartphone – che è diventata parte dell’esperienza quotidiana. Quasi tutti i produttori di apparecchiature e accessori hanno nel proprio listino dispositivi in grado di connettersi e offrire un’esperienza sempre più ricca per il guidatore.

Schermata 2016-02-16 a 16.02.02

Stampa 3D. Anche se non è ancora entrata a far parte della vita quotidiana, la stampa 3D sta diventando una tecnologia sempre più accessibile per consumatori e imprese, grazie anche ai costi sempre più ridotti. Un mercato dal potenziale enorme, che nessuna azienda può permettersi di ignorare.

IRI Holistic Retail Solutions: indicazioni sul business in tempo reale

IRI lancia anche in Europa una soluzione per la generazione di analisi avanzate che prevede l’utilizzo di dati provenienti da fonti diverse, disponibili in un’unica piattaforma dedicata agli operatori della distribuzione. IRI Holistic Retail Solution (IRI HRS) si basa su tecnologia IRI Liquid Data e consente di aggregare ed armonizzare miliardi di dati in pochi secondi.
Invece che attendere settimane per poter rispondere a interrogativi sulle performance dei punti vendita, grazie a IRI HRS i distributori potranno avere indicazioni sul business in pochi secondi. Questo consentirà di prendere molto velocemente decisioni strategiche su prezzi, promozioni e sull’ottimizzazione degli assortimenti, inoltre favorirà la collaborazione con l’industria e supporterà implementazioni di piani di crescita per gli store format principali.

Vantaggi del sistema
Molti distributori hanno già in casa tutti i dati e le informazioni necessarie per avere maggior successo sul mercato, ma purtroppo sono ancora pochi gli operatori in grado di utilizzarli ed elaborarli in modo efficiente quando necessitano di valutare le proprie performance, l’andamento del Largo Consumo o il comportamento degli acquirenti.
“I distributori comprendono perfettamente l’importanza dei dati, ma si trovano a doverne gestire così tanti che è spesso molto difficile accedervi e utilizzarli in modo veloce ed efficace. – ha commentato Roberto Bandera, Senior Vice President Solutions and Innovation Europe – IRI HRS può fornire risposte a domande di business fondamentali in pochi secondi anziché in giorni o addirittura mesi”.
In primo luogo IRI HRS armonizza set di dati eterogenei che sono molto spesso disponibili tramite sistemi o formati diversi – tra cui informazioni interne o provenienti da fornitori esterni, come i dati sui Punti di Vendita, a livello di singolo negozio, dati sulla supply chain, informazioni finanziarie, informazioni demografiche sui consumatori, sulla competition, loyalty card, calendari promozionali, informazioni stagionali e dati sul comportamento degli shopper on line.
“Quando esiste una piattaforma unica contenente tutte le informazioni – continua Bandera- è molto più semplice dare risposta ad interrogativi fondamentali come: Qual è l’assortimento corretto nella offerta non –food in un particolare negozio ed in una determinata stagione? Quali promozioni sono più efficaci in una categoria e quando? Qual è il soft drink più profittevole nello store format considerato? Quali prodotti sono più importanti per i miei principali clienti?”.

Le prospettive
IRI è assolutamente convinta che HRS permetterà ai distributori di accedere più velocemente ad un maggior numero di insights immediatamente traducibili in azioni. Questo li aiuterà a migliorare la presa decisionale e a gestire la performance del business in modo più flessibile, fattore essenziale per raggiungere continui successi in una realtà in evoluzione come il Largo Consumo.

IRI HRS si basa sulle migliori soluzioni analiche e tecnologiche del mercato. Offre inoltre a distributori e produttori la possibilità di rinnovare la modalità di collaborazione. Infatti le due controparti hanno l’opportunità di condividere informazioni dettagliate sulle abitudini dei consumatori, sull’efficacia delle promozioni e sulle variazioni di prezzo, il che consente di focalizzare le strategie di marketing in ottica customer-centric, ottimizzare i piani strategici e le negoziazioni, generando crescita per entrabe.
IRI è fermamente convinta che Holistic Retail Solution sia la soluzione per la gestione delle informazioni più avanzata a disposizione dei distributori.
Tim Lee, Head of Enterprise Analytics presso Marks & Spencer ha commentato: “Gli insight generati dalle informazioni son il miglior catalizzatore di successo nelle attività commerciali. Collaborare con i nostri fornitori basandoci su questo tipo di analisi assicura l’allineamento necessario a individuare le opportunità che ci permettono di offrire ai nostri clienti i prodotti ed il servizio migliori. L’aver scelto IRI come nostro partner significa per noi avere accesso ad una expertise globale sul retail e poter utilizzare una piattaforma tecnologia attraverso cui implementare un processo decisionale basato su informazioni concrete”.

Le potenzialità
La soluzione base prevede dati sui PdV (settimanali o giornalieri) accompagnati da dati transazionali (quali il metodo di pagamento utilizzato o se l’acquirente è in possesso di carta fedeltà).
Inoltre la soluzione può prevedere:
– Inventory
– Costi e margini
– Target finanziari
– Planogrammi
– Informazioni demografiche
– Attributi dei negozi
– Ricerche Shopper
– Eventi promozionali e piani
– Previsioni
– Elaborazione dati multi-country e multi-currency
– Elasticità al prezzo

Colussi cambia look alla colazione e dice bye bye all’olio di palma

“Dal 1911 Colussi, buoni in tutti i sensi”: ecco il nuovo claim che illustra il nuovo mondo Colussi. Ricerca, innovazione, attenzione agli stili di vita e alle abitudini alimentari del consumatore moderno, sono i fondamenti della colazione targata Colussi.

Per soddisfare la nuova domanda, il Gruppo ha realizzato un attento studio. Ne è emerso che
la prima colazione è uno spazio dolce e goloso, è il pasto dove ci si concede di più. Ognuno ha il proprio biscotto preferito e nutrimento, gioco, concessione, energia, calorie, relazione, intimità rappresentano i bisogni principali. Oggi le famiglie mostrano una maggiore attenzione agli ingredienti, sono più sensibili e informate sui temi nutrizionali, scelgono prodotti semplici e non troppo elaborati, prediligono dichiarazioni degli ingredienti chiare e brevi.
Sulla base di queste evidenze il brand ha cercato di evolvere verso un nuovo posizionamento, più
focalizzato sul gusto, sulla modernità e sugli aspetti nutrizionali richiesti dal consumatore senza
tralasciare i valori che lo contraddistinguono da sempre.

Scintille

Il risultato? Un intervento trasversale su tutti i prodotti con l’eliminazione dell’olio di palma, sostituito dal più leggero olio di girasole con una riduzione dei grassi saturi superiore almeno del 30% su tutta la linea. Sul tema molto dibattuto, l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – ha dichiarato che la dose massima raccomandata di consumo di grassi saturi, dannosi per cuore e circolazione, corrisponde al 10% dell’apporto calorico quotidiano (circa 22 grammi per una dieta di 2000 kcal) e l’olio di palma, per 100g, ne contiene circa il 50%; il girasole ne contiene il 13%. Gli interventi Colussi riguardano inoltre l’utilizzo di farine poco raffinate, dalla tipo 2 all’integrale, ricavate da una minor raffinazione del grano che permette di utilizzare la parte esterna del chicco conservandone alcune parti preziose, l’utilizzo di uova fresche da galline allevate a terra e latte fresco 100% italiano.

Nuova veste grafica
Un nuovo logo parlerà del brand, rassicurante e nei colori istituzionali giallo e azzurro, e un nuovo
packaging, realizzato con carta riciclabile al 100%, “vestirà” la nuova offerta di prodotto Colussi.
La grafica è accattivante e contemporanea e il colore di fondo azzurro e il lettering vengono
reinterpretati in chiave più moderna; il prodotto e i principali ingredienti sono protagonisti del
fronte per evidenziare la qualità delle materie prime utilizzate.
I nuovi prodotti

Il GranTurchese, lo storico frollino coi buchi, Scintille, Re di Cuori, Foglie Magiche e SignorCiok, i  tradizionali Oswego e Biscolussi, i nuovi Zuppalatte, i Gran Variè per una colazione gustosa e variegata e i Nic Nac, per la colazione dei più piccoli.
Concludono l’offerta i panificati: le Fette Biscottate disponibili nelle varianti classiche o integrali e i
Crackers disponibili in 3 differenti ricette: salati, a ridotto contenuto di sale e integrali.

Westfield identifica i cinque desideri dei consumatori che cambieranno il retail

Come si farà la spesa in futuro, e cosa cerca il consumatore nel terzo millennio quando si decide ad entrare in un negozio “reale”? Come cambieranno quindi i punti vendita per incontrare i nuovi desiderata dei consumatori? A queste domande ha cercato di rispondere, How We Shop Now: What’s Next, un’indagine effettuata da Westfield, primaria società che opera nello sviluppo e gestione di centri commerciali a livello internazionale. La ricerca, che ha intervistato oltre 13mila persone tra cui esperti del settore in USA e UK, ha individuato cinque tendenze chiave. Eccole.

Sharing economy anche nel punto vendita: Uber e Airbnb sono solo la punta dell’iceberg e hanno di fatto cambiato il modo di percepire alcuni prodotti e servizi. I consumatori chiederanno di affittare alcuni articoli, costosi o di uso non frequente, che non desiderano acquistare. Lo richiede il 20% dei britannici  e il 46% dei Millennials (25-34enni). Tra i prodotti più richiesti ci sono le attrezzature per il fitness (19%), le automobili (16%), l’elettronica di consumo (15%), le biciclette (14%) e l’abbigliamento (10%). Ad esempio, un britannico su cinque spenderebbe fino a 200 sterline (260 euro) al mese per un abbonamento che gli permettesse di affittare un numero illimitato di vestiti.

Corsi e incontri sociali: Il punto vendita è il luogo dove fare corsi di approfondimento e incontrare persone. In particolare, ai clienti piacerebbe avere a disposizione corsi di fitness e salute (27%), cucina creativa (25%), incontri con esperti (20%), club (19%) e anche corsi di informatica.

Incentivi per le scelte di vita: Il consumatore del Terzo Millennio amerebbe essere premiato con programmi di fidelizzazione che tengano conto non tanto di quanti soldi ha speso, ma delle sue scelte di vita etiche e salutiste. Già lo chiede il 20% dei britannici, che vorrebbero essere “premiati” (e, dunque, incentivati) per il riciclo dei rifiuti (29%), l’esercizio fisico (20%), il tempo speso in famiglia (19%), le giuste ore di sonno (14%) e il volontariato (10%).

Assistenza “aumentata” (e digital): Secondo il rapporto di Westfield la realtà virtuale nei prossimi anni si diffonderà ovunque. I consumatori già la vorrebbero per “ambientare” i prodotti che vedono in negozio nella loro vita quotidiana o nelle loro case (lo desidera il 41% dei britannici). Il 33% desidera invece degli ausili digitali per vedere come gli sta un vestito (senza indossarlo, ovviamente).

Esperienza sensoriale: Per ottenere una shopping experience realmente emozionante e coinvolgente, i “nuovi” consumatori si aspettano che il punto vendita coinvolga tutti e cinque i sensi. Vista e tatto (soprattutto) ma anche olfatto, udito e gusto, devono essere stimolati e “risvegliati” dopo ore trascorse davanti a uno schermo, grande o piccolo. Già oggi il 73% giudica la degustazione di un prodotto come uno dei maggiori vantaggi del punto vendita fisico rispetto all’on-line.

Lavorazioni nel pdv: da Wegmans arriva il mulino per macinare il grano

Un mulino per macinare il grano nel supermercato, per avere una farina più fresca e un pane ancora più fragrante, tutto sotto gli occhi del cliente: è la novità dell’insegna americana Wegmans, che quest’anno festeggia il centenario dalla fondazione, nel punto vendita di Pittsford (NY).

Il mulino, fatto a mano in Austria e decorato, lavorerà solo ingredienti biologici ed a chilometro zero. «Fare il pane con una farina derivata da grani locali e appena uscita dal mulino è un’esperienza davvero speciale – ha spiegato Nick Greco, artigiano panificatore di Wegmans -. Ci sono note aromatiche e una sottile dolcezza al gusto che none esistono nel pane anche appena sformato ma prodotto con farine macinate solo settimana prima. Secondo me c’è la stessa differenza che si prova nell’assaggiare una mela che è stata in magazzino da una appena colta dall’albero».

Una tendenza che sta prendendo sempre più piede insomma e coinvolge sempre più ambiti. Hanno iniziato proprio il pane e la pizza, seguiti da sushi, cioccolato, e recentemente anche birra: la lavorazione a vista nel punto vendita è un modo per attirare clienti e rendere la shopping experience più accattivante. Ci ha puntato Carrefour nel nuovo ipermercato di Mons in Belgio ma anche Albert Heijn ad Eindhoven e la tendenza si incrocia sempre più con l’avvento dei grocerants, ovvero le aree ristoro presenti all’interno del supermercato. Un modo per far restare il cliente più a lungo possibile, e magari farlo ri-innamorare dell’idea di far la spesa nel mondo “reale”.

Wegmans Food Markets, Inc. ha 88 punti vendita negli stati di New York, Pennsylvania, New Jersey, Virginia, Maryland e Massachusetts. È un’impresa a conduzione famigliare che da 18 anni è presente nella classifica di Fortune delle “100 aziende migliori dove lavorare” (nel 2015 si è classificata settima).

Boyner Group sceglie My Collection di Dassault Systèmes

Boyner Group, la principale realtà di vendita al dettaglio in Turchia, ha adottato la soluzione “My Collection” di Dassault Systèmes.  Infatti, in seguito a un progetto per il miglioramento dell’efficienza operativa nel 2014, il gruppo ha deciso di investire in tecnologia avanzata per rispondere meglio alle esigenze dei propri clienti, acquisendo in particolare strumenti per gestire lo sviluppo di abbigliamento, accessori, borse, calzature e altre categorie di prodotti per tre delle sue aziende: Aymarka, Beymen e Boyner Retail.

Basata sulla piattaforma 3DEXPERIENCE, “My Collection” mette a disposizione di Boyner Group una soluzione digitale collaborativa che accelera il time-to-market, consentendo ai propri team di dedicare più tempo alle attività di pianificazione creativa.

Con “My Collection”  Boyner Group ha a disposizione un ambiente digitale unificato che collega tutte le figure coinvolte nel processo all’interno e all’esterno dell’organizzazione, integra la supply chain, aumenta la visibilità e la flessibilità, e supporta le decisioni relative a diverse categorie di prodotti. I team possono collaborare su un’unica piattaforma, senza sprecare tempo nella ricerca e nella duplicazione di dati, a favore delle attività di sviluppo e approvvigionamento. La soluzione consentirà all’insegna di ridurre l’incidenza di campioni errati, costi aggiuntivi, errori e ritardi in produzione, portando più velocemente sul mercato prodotti conformi alle richieste dei consumatori.

 

Easyfoodstore, il supermarket low cost di EasyJet, chiude per rottura di stock

Ha aperto solo qualche giorno fa ma ieri pomeriggio ha dovuto già chiudere perché aveva venduto praticamente tutto ciò che aveva in magazzino: e dunque Easyfoodstore, il supermarket low cost di easyJet aperto in un quartiere popolare a nord di Londra, oggi resterà chiuso.

Sembra dunque, almeno in questa prima fase, aver colpito l’immaginazione dei consumatori l’ultima trovata di sir Sir Stelios Haji-Ioannou, fondatore della compagnia low cost easyJet della quale ancora detiene, insieme alla famiglia, il 35% delle azioni. Il supermercato, che per tutto febbraio venderà ancora ogni articolo a 25 pence (poco più di 30 centesimi) riaprirà venerdì. E i clienti non si sono fatti attendere, prendendo letteralmente d’assalto gli scaffali e facendo incetta delle 76 referenze proposte (dalla pasta, ai biscotti, dallo scatolame ai succhi di frutta).

Schermata 2016-02-03 alle 22.45.31L’annuncio è stato dato in una nota pubblicata sul sito della neonata catena. Che fornisce anche il motivo: “i nostri soliti fornitori non sono in grado di rifornire il negozio prima di venerdì”. Seguono le scuse e l’assicurazione che la promozione di un quarto di sterlina su tutti i prodotti durerà per tutto febbraio ma solo se – beninteso – c’è merce in magazzino”.

Il marchio “Easy” è già stato esteso nel Regno Unito a una lunga catena di attività dall’autonoleggio, all’agenzia immobiliare, dagli alberghi alle palestre alla pizza.

Verallia: il gruppo diventa totalmente autonomo e inizia una nuova stagione

Intenso. Decisamente.
Per Marco Ravasi, dal 1° gennaio ad di Verallia, il 2015 non è certo stato di tutto riposo.
Proprio quest’anno, infatti, è stata perfezionata la vendita di Verallia ad Apollo Global Management e Bpifrance (detentori, rispettivamente, del 90% e del 10% del capitale).  E le cose da fare, i passi da compiere e le decisioni da prendere sono stati veramente tanti. E il tutto bruciando le tappe…
“Le basti sapere- ci racconta infatti Ravasi- che già il 4 aprile (a soli 3 mesi dal mio insediamento) mi sono trovato a dover presentare la società ai 5 potenziali compratori selezionati.
Dal quel fatidico 4 aprile, poi, nel giro di un mese soltanto si è arrivati all’offerta vincolante che ha condotto all’acquisizione. E a proposito di questo vorrei sottolineare come tutte le società abbiano messo sul tavolo un’offerta vincolante: evidentemente giudicando Verallia meritevole di un investimento importante…”

marco ravasiCi può raccontare la genesi di questa operazione?
Nasce da un cambio di strategia del Gruppo SG, sempre più focalizzato al business dell’edilizia, che nel 2007 aveva messo in vendita Verallia. E già allora si era profilata con chiarezza l’intenzione di Apollo di aggiudicarsi l’acquisizione.  Oggi, grazie al suo grande know how nell’ambito del packaging e del settore produttivo, e alla peculiare caratterizzazione di BPI (50% Stato Francese e per l’altro 50% cassa depositi) non solo viene garantita una continuità culturale all’interno di Verallia, ma si rafforza ulteriormente il focus nell’area industriale. E questo in virtù di un’ampia disponibilità economica, che ci consentire di impegnarci tanto nell’ambito della ricerca, quanto in quello dello sviluppo di nuove linee e di nuove tecnologie.
Criticità e soddisfazioni di questo primo anno?
Il vantaggio di essere diventato uno dei protagonisti di questa successione vorticosa di eventi, è che sono stato rapidamente messo nelle condizioni di conoscere a fondo la mia nuova azienda.  L’aspetto più problematico, sempreché tale lo si voglia e possa definire, è il ritmo serrato con cui si è dovuto lavorare. Oggi sono soddisfatto dei risultati e il mio è un bilancio positivo. Uno dei plus aziendali risiede proprio nel livello delle risorse umane, dei collaboratori con cui mi sono trovato ad operare quotidianamente. Ritengo che a fare la differenza sia l’estrema attenzione che abbiamo sempre dimostrato nei confronti dei nostri dipendenti.
Un requisito che nel 2014-2015 è valso all’azienda il riconoscimento di top employers. Ovviamente la flessibilità deve far parte di una strategia complessa e articolata che coinvolga tutte le funzioni aziendali. E questo senza ovviamente prescindere dagli aspetti prettamente industriali e da elevati standard di sicurezza e qualità, un ambito, quest’ultimo, su cui abbiamo investito 2,5 milioni di euro.

La crisi ha impattato sul vostro comparto?
L’economia globale ha segnato una battuta d’arresto, quantificabile nel biennio 2012-2013 in un –2,5% annuo. Nel 2014 finalmente il recupero. Si parla ancora di un +0,9%, ma il trend si è invertito. In questo contesto, segnato da un- 5/6%, quello del vetro si è comunque rivelato uno dei mercati più stabili, fermo al -0,5%.

Quali le principali iniziative  intraprese per il rilancio del settore?
Verallia ha deciso di muoversi su due asset: da una parte, per garantire i volumi, si è focalizzata sul mass market (va in questa direzione l’investimento di 65 milioni nello stabilimento di Gazzo Veronese). Dall’altra, per dare una valorizzazione maggiore a quei prodotti di alto livello che ne hanno bisogno, lavora costantemente sulla differenziazione, sulla personalizzazione e sul design. Un’operazione più di nicchia, insomma che si esprime al meglio nella nostra Selective Line, la linea di altissima gamma.

Quali scenari si apriranno adesso per l’azienda?  
Ritengo che questa rinnovata autonomia e la ritrovata agilità (siamo più piccoli, ma anche più smart) potranno proiettarci verso ulteriori sviluppi esterni, magari in aree ancora “vergini”. Niente di definito ancora, ma qualcosa è nell’aria.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare