Le nuove tecnologie insieme a un servizio sempre più volto alla personalizzazione, del prodotto e dell’esperienza d’acquisto, potrebbero ridare smalto alla presenza (e alla frequentazione) del punto di vendita fisico, come unico luogo dove usufruire di tecnologie ad alto tasso di innovazione, come gli scanner 3D o sistemi di misurazione via tablet, non disponibili nel negozi online.
Dopo una fase di sperimentazione, queste tecnologie stanno entrando nei negozi e tra i primi a sperimentarli c’è la catena di grandi magazzini americana Nordstrom. Nel negozio di Seattle ha installato lo scanner che consente la misurazione tridimensionale dei piedi del cliente (non solo il numero di scarpe ma anche la misurazione del collo del piede e della caviglia) così da fornirgli un servizio personalizzato, proponendo, in questa prima fase, la calzatura più adatta e confortevole. Il funzionamento è descitto nel video di The Oregonian, un quotidiano locale. Lo scanner della start up svedese Volumental da anche la possibilità di produrre delle scarpe realmente su misura, come fa già Nike con il servizio di personalizzazione online, ma con l’ulteriore vantaggio di creare calzature realmente perfette, che prendono in considerazione anche le differenze che spesso ci sono tra i due piedi di una medesima persona.
La stessa tecnologia RealSense di Intel è utilizzata anche da Brook Brothers per misurare tramite tablet le misure del corpo e consigliare la taglia giusta. Una volta salvati, questo tipo di dati permetteranno di creare archivi cui accedere ogni volta che il cliente torna i negozio, per assicurargli un servizio realmente personalizzato. La stessa Intel ha annunciato che sarà proprio il 2016 l’anno in cui questa tecnologia si diffonderà nei punti vendita reali citando, oltre a Nordstrom e Brook Brothers, anche Boulanger e Levi’s Strauss.
Oggi, a Parigi, The Coca-Cola Company per bocca del suo Direttore Marketing Marcos de Quinto, ha illustrato la nuova strategia marketing globale denominata “One Brand” . L’obiettivo? Quello di raggruppare per la prima volta nella storia di Coca-Cola, tutti i differenti marchi (Cola-Cola, Coca-Cola light, Coca-Cola Zero e Coca-Cola Life) sotto l’unico e iconico posizionamento del brand Coca-Cola. Nasce così la campagna creativa globale intitolata “Taste the Feeling”, basata su uno storytelling universale e fa riferimento a momenti riconducibili alla vita di tutti i giorni per entrare in sintonia con i consumatori di tutto il mondo.
“Ogni giorno, milioni di persone in tutto il mondo gustano una Coca-Cola” ha detto Marcos de Quinto, Direttore marketing di The Coca-Cola Company. “Il nuovo approccio “One Brand” permetter. di condividere il valore del brand Coca-Cola con tutti i prodotti del marchio, rafforzando così ulteriormente il nostro impegno a offrire ai nostri consumatori una maggiore scelta, in modo ancora pi. evidente. Si tratta di un investimento considerevole nei confronti dei prodotti Coca-Cola, a dimostrare ancora di pi. come, tutti, possono godere dell’unicit. di una Coca-Cola con o senza calorie, con o senza caffeina”.
La campagna
Nel 2016 “Taste the Feeling” interesserà tutti i mercati a livello globale e si presenterà sotto forma di molteplici elementi, tra i quali:
10 spot per la televisione (prodotti dalle quattro agenzie: Mercado-McCann, Sra.Rushmore, Santo, Oglivy & Mather New York.)
oltre 100 immagini della campagna;
un nuovo sistema di identit. visiva;
una nuova colonna sonora e una nuova firma audio;
un’esperienza digitale interattiva, condivisibile e personalizzabile.
Il giorno stesso del lancio della campagna “Taste the Feeling”, 6 dei 10 spot originali in lingua inglese, verranno pubblicati sui canali YouTube di Coca-Cola. Lo spot di apertura, “Anthem” (Mercado-McCann), nasce dal collage di una serie di momenti quotidiani il cui filo conduttore . Coca-Cola, bevuta per esempio mentre si pattina sul ghiaccio con gli amici, al primo appuntamento, al primo bacio, col primo amore. Lo spot sar. trasmesso in tutti i mercati nel 2016.
Gli spot
La colonna sonora di “Anthem” . una canzone originale composta appositamente per la campagna e intitolata “Taste the Feeling”. The Coca-Cola Company ha lavorato con Music Dealers per scrivere e produrre il brano musicale.
Lo spot “Break Up” (Santo) segue le tappe della storia d’amore di una giovane coppia, dal primo appuntamento alle prime percezioni dell’eccitazione e dell’amore, a una rottura esplosiva e a una riconciliazione finale bevendo una Coca-Cola. La colonna sonora di questo spot . una nuova canzone intitolata “Made for You” del nuovo artista Alexander Cardinale.
Lo spot “Brotherly Love” (Santo) racconta la storia universale di amore-odio in famiglia, sottolineando e portando in primo piano il rapporto unico e complesso vissuto da due fratelli.
Quando il pi. giovane si trova senza una Coca-Cola, il fratello maggiore arriva in suo aiuto. La colonna sonora dello spot . una nuova versione della canzone di successo “Hey Brother” del famoso cantautore e produttore Avicii.
Tra gli altri spot televisivi disponibili per lanciare la nuova iniziativa vi sono:
“Under Pressure” (Ogilvy & Mather), che racconta le pressioni alle quali siamo sottoposti tutti ogni giorno. Lo spot mette in evidenza l’importanza di concedersi un po’ di tempo, una pausa per allentare la tensione e godersi il singolo momento.
“Supermarket” (Sra. Rushmore), che racconta la storia di una giovane cassiera di un supermercato ammaliata da un affascinante cliente che si sofferma a sorseggiareuna Coca-Cola.
“What is a Coca-Cola For?” (Sra. Rushmore), “Professor” (Sra. Rushmore), “Artic Summer” (The Cyranos-McCann), “Empty Bottle” (Mercado-McCann) e “Real Enjoyment” (Mercado-McCann), verranno utilizzati da alcuni Paesi nel corso dell’anno.
Benché qualche segnale di ripresa della fiducia inizi a fare capolino tra le rilevazioni ufficiali, gli italiani spendono meno: dal 2007 a oggi – dice il rapporto Coop 2015 – la crisi è costata 75 miliardi di euro di minori consumi. E le insegne delle distribuzione non hanno potuto che prenderne atto. Stretti tra la guerra dei prezzi sferrata dall’avanzata dei discount e l’offerta gourmand di operatori di fascia alta (si pensi ad Eataly), i principali gruppi del settore stanno quindi ridisegnando le proprie strategie. E in questo percorso – raccontano le stesse insegne a In Store – un ruolo centrale è recitato dalla marca privata che, dopo un 2014 complessivamente stagnante, quest’anno sembra avere ritrovato smalto. Le private label possono del resto contare su più frecce al proprio arco: consentono di compensare la ormai fortissima pressione promozionale, permettono di fidelizzare i clienti e, non ultimo, di creare una brand identity di marca. A patto però che siano approcciate in modo corretto. Il che, in buona sostanza, significa agire su più fronti.
Qualità & prezzo
Il primo aspetto da valutare – suggeriscono i player del settore – è rappresentato dal bilanciamento tra
Erica Fiore
le politiche di prezzo, la qualità e la varietà dei prodotti in catalogo. «La convenienza – spiega Erica Fiore, responsabile offerta, display e marca privata di Simply Italia – unita alla qualità dei prodotti e all’ampiezza dell’assortimento, rappresenta il driver principale per costruire un’architettura di categoria differenziante rispetto ai competitor, in linea con le aspettative del cliente e in grado di generare quei volumi necessari per costruire un circolo virtuoso di crescita. È però d’obbligo trovare un sano equilibrio: il prezzo da solo non basta, così come non basta soltanto la qualità se associata a un “out of pocket” troppo impegnativo per il consumatore. Allo stesso modo, è necessario cogliere i cambiamenti in atto nelle abitudini di consumo dei nostri clienti e costruire un assortimento in linea con questi trend». Una priorità, quest’ultima, condivisa anche da Mario La Viola, direttore marketing e format Crai Secom:
Mario La Viola
«A guidare deve essere un’attenta politica di category management. E in questa prospettiva è fondamentale saper leggere e intercettare le tendenze emergenti. Ovviamente la politica di pricing resta importante, ma – e ce lo stanno dicendo i consumatori – non rappresenta più il primo driver di scelta. Oggi il cliente pretende prodotti di sempre maggior qualità, capaci di garantire sicurezza e tracciabilità delle materie prime. Prodotti associati a servizi eccellenti. E, come detto, ci chiede grande attenzione verso i nuove trend».
La comunicazione
Germano Ottone
Un altro asset da non dimenticare è la capacità di interagire con i clienti. «Le strategie saranno sempre più fondate sulla comunicazione relativa all’attenzione che si riserverà ad elementi cardini quali la certificazione dei prodotti e dei fornitori, la qualità, l’impatto ambientale» rileva Germano Ottone, responsabile Mdd Sisa. «Il comparto delle Pl – conferma anche La Viola – potrà tornare a crescere se seguiranno investimenti destinati alle comunicazione e, aggiungo, riservati anche e soprattutto a contenuti informativi, editoriali e qualificanti circa i prodotti». Il dialogo con i consumatori, insomma, pare costituire una leva imprescindibile. Anche perché si rivela uno strumento tutt’altro che fine a se stesso, ma funzionale a precisi obiettivi di business. «Come per tutti i prodotti – conferma Luca Vaccaro, responsabile Mdd di Selex – anche nel caso della marca privata, più siamo e saremo bravi a comunicare i nostri valori, maggiori saranno i
Luca Vaccaro
risultati in termini di venduto».
Prospettiva locale
Va poi considerato che, in un Paese molto variegato sotto il profilo culinario come l’Italia, anche le specificità locali possono rivelarsi significative nella gestione della marca privata. «La nostra mission – racconta La Viola – sottolinea l’importanza del territorio. Non a caso il nostro pay off – “Nel cuore dell’Italia” – riflette la vocazione “locale” di Crai e il valore aggiunto della relazione. Princìpi, questi, che trovano espressione anche attraverso il nostro prodotto a marchio: il gusto di assaggiare l’Italia nelle sue diversità sta infatti oggi alla base di Piaceri Italiani, la linea premium firmata Crai che va alla scoperta delle eccellenze gastronomiche del nostro Paese. Inoltre, abbiamo voluto identificare i prodotti locali con il logo “A due passi da qui”, così da evidenziare i valori della vicinanza, sottolineare l’importanza della stagionalità e rafforzare il coinvolgimento della comunità del territorio. Abbiamo, insomma, creato un mondo di riferimento dove far convivere eccellenze e storie locali e distribuzione nazionale». Ma altrettanto vale anche per VéGé. «Vogliamo disporre di uno “zoccolo duro” nell’assortimento in grado di essere affiancato intelligentemente da
Marco Pozzali
ulteriori prodotti che incontrino esigenze locali di consumi, di scaffale, di formato e naturalmente di prezzo – sostiene Marco Pozzali, responsabile marca distributore di Gruppo Végé -. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la ricchezza della nostra DO risiede proprio in una rete eterogenea presente in piazze molto differenti e con format di vendita che spaziano dal negozio di prossimità all’ipermercato».
I segmenti emergenti
Agli occhi delle catene distributive, però, le maggiori opportunità di espansione della private label sono affidate alla crescita di specifiche categorie merceologiche. Un punto sul quale tutti si trovano d’accordo. «Per quanto riguarda il lancio dei nuovi prodotti – chiarisce Vaccaro -, Selex si sta concentrando sempre più sullo sviluppo delle linee specialistiche». E in questa prospettiva, l’approccio della catena si prepara ad essere molto strutturato. «Le marche del distributore – continua Vaccaro – stanno sempre più evolvendo verso un concetto di “marca” con propri valori e un proprio posizionamento. E questo ragionamento vale ancora di più se ci riferiamo proprio alle linee specialistiche». Nello stesso contesto si muovono poi anche le strategie di Coop e Simply: «Sul fronte della nostra
Roberto Nanni
marca privata – sottolinea Roberto Nanni, responsabile strategia prodotto a marchio Coop Italia – chiuderemo il 2015 con un forte recupero delle vendite a quantità, ottenuto grazie a una incisiva azione di riposizionamento dei prezzi verso il basso in una logica di “prezzi bassi tutti i giorni”, e a incrementi fino a doppia cifra nelle vendite delle linee a valore aggiunto. Penso, in particolare, a Fior Fiore (premium), Viviverde (bio nel food e eco nel non food) e Bene.sì (salute e benessere)». «L’incremento dell’1,5% registrato a fine ottobre dalla nostra Mdd – gli fa eco Fiore – è trainato da un trend a doppia cifra messa a segno dai segmenti bio e premium, dove siamo presenti con la nostra linea Passioni». Il che fa ben sperare anche guardando al futuro: «Posto che il prodotto a marchio Simply è uno dei nostri pilastri strategici e ci guida nella costruzione dei nostri assortimenti – continua la manager -, il 2016 ci vedrà impegnati in un grande processo di sviluppo con l’obiettivo di coprire il maggior numero di bisogni attraverso la Pl. Le previsioni sono quindi senz’altro di crescita, sia in termini di giro d’affari che di quota sui nostri scaffali». Un ottimismo, quello della catena del gruppo Auchan, non certo isolato. «Confidiamo – prevede anche Ottone – in una impennata positiva delle vendite dei prodotti Mdd di Sisa, alla luce di nuove politiche commerciali e di marketing sui brand dove enfatizzeremo in particolare le linee premium di eccellenze italiane e i prodotti dell’area bio, benessere e salute». Al coro si aggiunge poi anche La Viola: «Il mercato sta vivendo un continuo processo di evoluzione dei consumi e dei bisogni dei consumatori e questo si traduce in nuove opportunità anche per lo sviluppo della private label, e in particolare per alcune sue categorie merceologiche. Mi riferisco, in buona sostanza, a trend quali il biologico, il cosiddetto mondo light e quello delle intolleranze, del senza glutine, del delattosato. Abbiamo infatti molto chiaro come tutto il comparto healthy living sia un’area da presidiare. Va detto però che anche il segmento premium manterrà interessanti livelli di crescita». E proprio sull’alto di gamma intende puntare VéGé. «Per la nostra linea Delizie VéGé – conferma Pozzali – il 2016 sarà l’anno del consolidamento su categorie importanti e di manutenzione degli assortimenti, ma rappresenterà anche il momento di esordire nel segmento premium, magari senza relegarlo ai confini nazionali».
Paolo Paronzini
Una linea sulla quale si pone peraltro anche Unes. «Già in questo 2015 – stima Paolo Paronzini, direttore marketing & comunicazione e responsabile sviluppo packaging marca privata di Unes – ci aspettiamo un ulteriore incremento della Pl, complici in particolare le brillanti performance registrate dalla nostra linea premium il Viaggiator Goloso. La Mdd è del resto un pilastro importante della nostra strategia: per U2 rappresenta infatti una quota di mercato superiore al 38%, ben più elevata, quindi, rispetto alla media del mercato italiano. E questo anche in virtù del fatto che la nostra insegna ha scelto di non utilizzare la leva promozionale rendendosi così più libera di muoversi – e agire – su altri fronti, come appunto quello della Pl».
La sfida di internet
In un quadro, quindi, sostanzialmente positivo, qualche preoccupazione per i retailer potrebbe tuttavia venire dal web. Già, perché secondo indiscrezioni piuttosto insistenti, confermate anche da fonti autorevoli della stampa americana, a breve potrebbero comparire sulla piattaforma online di Amazon prodotti per la casa, latte, caffè, cereali, pasta e altri alimenti per il target baby, tutti rigorosamente a marchio. L’obiettivo del colosso americano sembra chiaro: scuotere gli equilibri del mercato, proponendo prezzi inferiori rispetto ai competitor, pur mantenendo standard qualitativi elevati. Senza contare che il focus sul cibo di Amazon non si limita qui: Bezos ha infatti puntato anche sulla divisione Fresh, specializzata nelle consegne a domicilio di prodotti alimentari e pasti caldi. Le insegne non potranno quindi stare a guardare. «Stiamo analizzando la discesa in campo di Amazon, che lancia oggi la sua sfida al mondo distributivo facendo leva su dinamiche molto diverse da quelle che governano il commercio tradizionale – racconta Paronzini -. Un nuovo competitor, dunque, al quale intendiamo rispondere puntando proprio sulle nostre marche private e sulle loro capacità di fidelizzare il cliente, andando oltre l’affezione per i singoli brand. In questa prospettiva, sono dunque in fase di test alcuni prodotti che potrebbero presto entrare nelle fila delle nostre due gamme di Mdd, U! Confronta & Risparmia e la già citata il Viaggiator Goloso. Puntiamo inoltre su un canale di spesa online: stiamo infatti testando il servizio che dovrebbe diventare attivo tra febbraio e marzo 2016. E anche in questo ambito, concentreremo gli sforzi in modo particolare sulla marca privata». Per la Pl pare insomma prepararsi una stagione di crescita e rilancio.
Packaging di Tomorrow Machine realizzato con zucchero caramellato, si dissolve dopo l'apertura.
C’è, sempre, a volte passa inosservato, però influenza anche pesantemente gli acquisti. Perché dice molto della marca e del contenuto, più di quanto normalmente percepiamo. Al di là del suo aspetto pratico, il design delle confezioni è assai evoluto negli anni, e continua a farlo tra nuove tecnologie e nuovi stili di vita. Ecco otto tendenze che influenzeranno il packaging del settore alimentare nel 2016.
1- Green e sostenibile Realizzato con materiali naturali e biodegradabili (o addirittura essi stessi commestibili), rispettoso dell’ambiente, con contenuto limitato di carta o plastica: sempre più c’è consapevolezza nei clienti della “pesantezza” dell’imballaggio, per l’ambiente e a produzione di CO2. Dunque questo è il trend più importante e destinato a restare, anche perché piace ai Millennials. Il coté più innovativo invece è high tech e riguarda il packaging “a tempo”, cioè che si dissolve senza danni per l’ambiente nel momento in cui l’alimento (gelato, olio, succhi di frutta) viene aperto e utilizzato, come nei prototipi di Tomorrow Machine. Oppure come le perle di gelato di Quantum, con un rivestimento che protegge dalla contaminazione con l’esterno e non fa uscire il contenuto ideato come una buccia di vegetali o frutta (alla quale si ispira). I materiali, innovativi, sono gel elettrostatici che utilizzano però sostanze naturali come polisaccaridi, ma anche agar-agar, alghe, zucchero caramellato o cera.
2- Personalizzato
Foto: Ultimate Digital
L’abbiamo visto con Nutella e Coca Cola, che hanno messo i nomi propri sulle confezioni. Waitrose a Natale oltre al nome ha personalizzato le borse frigo anche con il cognome dei clienti. Ed in futuro sarà sempre più spinta la ricerca per rendere l’articolo in qualche modo unico. Lo consentono le nuove tecniche di stampa digitale. Non solo: dato che sarà sempre più diffusa la lavorazione a vista, sul posto e al momento (come nel nuovo Carrefour di Mons) dalla birra al pane alle spremute, le etichette con la data di scadenza potrebbero entrare a far parte di un packaging che parlino dell’insegna, del prodotto o addirittura di chi ha realizzato l’articolo (come fa Lush con i suoi prodotti). Ma, anche, lasciare spazio per un’etichetta scritta a mano “realizzato fresco per ….” crea quel senso di connessione umana e aumenta il coinvolgimento con la marca a un livello emozionale.
3- Riutilizzabile Economia circolare questo è il tuo tempo. Creare imballaggi riutilizzabili ha un triplo vantaggio: è sostenibile perché non si butta via nulla, attira l’occhio perché spesso i “contenitori” sono originali e puntano alla contaminazione dei generi (ad esempio le tutine da bimbo nei barattoli di vetro di Jammies) oppure sono “utili”, come il box dei vini che diventa rastrelliera per la cantina di Aquilegia. Infine, ciò che resta richiama e facilita una connessione con il brand.
4- Connesso Una connessione, quella tra marca e consumatore, che viene perseguita e oltremodo facilitata attraverso l’uso di tecnologie in grado di inviare messaggi e contenuti al consumatore, come i codici QR, NFC, RFID, i beacon. Svariati gli esempi tra i superalcolici come Remy Martin e Diageo. Tutti, tramite un’app, consentono al produttore di tracciare ogni singola bottiglia e al consumatore di verificarne l’autenticità e anche di assicurarsi che la bottiglia non sia già stata aperta. Per lo stesso mezzo vengono convogliate poi offerte speciali e contenuti.
5- Vintage Si vedono sempre più in giro – e il trend continuerà – confezioni che richiamano i tempi passati. Coloratissime come l’estetica anni ’50 e ’60 o dal look artigianale e “fatto in casa”, stimolano la voglia di bel tempo antico o il ricordo dell’infanzia del consumatore, ma anche danno un senso di unicità e originalità, un po’ da edizione limitata (anche quando non lo è).
6- Da asporto Cambiano gli stili di vita e le occasioni di consumo diventano sempre più fluide, si espandono lungo l’arco dell’intera giornata e in vari luoghi. Dunque il packaging deve essere in grado di seguire il consumatore, diventato un po’ nomade, nei suoi giri tra casa, ufficio, sport e divertimento. Esempio classico sono i box, le scatole da picnic del nuovo millennio: innovative, soprattutto pratiche e dunque facili da aprire e che siano in grado di resistere al trasporto e anche a qualche sballottamento in più senza che il contenuto subisca danni. McDonalds guarda avanti e in Danimarca, patria dei ciclisti, ha pensato a una confezione ideata per i loro spostamenti (disponibile a Copenaghen nel suo “drive-in” per ciclisti).
7- Trasparente “Toccare con mano”, vedere, sapere cosa si acquista e quali sono gli ingredienti: il packaging trasparente non solo deve consentire di vedere il prodotto ma dice al cliente che l’azienda è aperta e disponibile a condividere informazioni su origine e provenienza dei propri articoli.
Sono contenitori trasparenti, che lasciano respirare il prodotto, se necessario, dal disegno minimalista per lasciare spazio al vero protagonista, l’alimento. Che non deve danneggiarsi con la luce, naturalmente, Innumerevoli gli esempi ma tra i più originali ci sono i contenitori per zuppe di Okamoto Farm. Che oltre che trasparenti sono anche soft.
8- “Gentile e divertente” Una confezione può anche trasmettere serenità o allegria, mandando messaggi che il consumatore percepisce come positivi: un raggio di sole in una grigia giornata. Una tecnica che è diventata un po’ il “marchio di fabbrica” della ditta neozelandese specializzata in packaging Innocent, la quale propone tazze per caffè con scritto “sono bollente”.
Ma molt esperti ritengono che questo tipo di approccio si diffonderà, così come gli esempi del genere. Perché abbiamo tutti bisogno di sorridere, in ogni momento della giornata, e se la scelta è azzeccata il marchio ne guadagna sicuramente in immagine. E si fa ricordare.
Tetra Pak ne è convinta: la sostenibilità applicata al confezionamento degli alimenti è da considerare un fattore di competitività per il futuro. E lo dimostra bene il fatto che a livello globale l’impatto sull’ambiente influenza le scelte d’acquisto di 1 consumatore su 2. Non a caso infatti ( e lo conferma l’ultima indagine mondiale svolta dal Gruppo Tetra Pak su circa 6.000 consumatori) sono aumentate la consapevolezza dei concetti ambientali (37% rispetto al 29% del 2011) e l’attenzione per questi temi (+7%), ma soprattutto è cresciuta nelle scelte d’acquisto l’influenza dell’impatto sull’ambiente (50%, + 28% rispetto al 2011).
Protagonisti di questa evoluzione nei consumi sono i Millennials, caratterizzati da uno stile di vita green e attivi nella tutela dell’ambiente: il 53% vorrebbe fare di più per proteggerlo.
E la sostenibilità è per i giovani una delle 5 principali ragioni di scelta di un packaging. Le altre 4 sono: appeal estetico, managevolezza, facilità di bevuta, possibilità di richiudere il contenitore. “Nel campo del confezionamento alimentare la sostenibilità va dimostrata nei fatti per essere compresa dai consumatori – ha dichiarato Michele Mastrobuono, Direttore Ambiente e Relazioni Esterne di Tetra Pak Italia nel corso del workshop del Marca ‘Le 3 R degli imballaggi sostenibili’ – La strategia di Tetra Pak consiste nell’applicare questo criterio a tutto il ciclo di vita del cartone per alimenti”.
La strategia green In Italia Tetra Pak immette ogni anno sul mercato oltre 4,5 miliardi di confezioni per alimenti. Tutto il ciclo di vita di questi contenitori è gestito con un approccio attento all’impatto ambientale. Si parte dalle materie prime. Sul mercato italiano oltre 4 miliardi di confezioni, il 90% del totale, sono certificate FSC™ (“Forest Stewardship Council”), ovvero prodotte con cellulosa proveniente da foreste gestite in modo responsabile. L’obiettivo è di arrivare al 2020 con tutte le confezioni certificate. Inoltre, lo scorso anno Tetra Pak ha lanciato un cartone 100% rinnovabile, Tetra Rex® Bio-Based, composto interamente da materiali di origine vegetale, che ha vinto l’Oscar dell’Imballaggio 2015 per l’ambiente. Proseguendo nel ciclo di vita di queste confezioni, Tetra Pak si impegna ridurre i consumi in produzione: nel 2014 le emissioni di CO2 sono calate dell’8% rispetto all’anno precedente. Un dato rafforzato dalla firma dell’appello pubblico di intenti per un clima più stabile e sicuro lanciato alla Conferenza Onu di Parigi sul cambiamento climatico COP21. L’impegno di Tetra Pak per la tutela dell’ambiente prosegue con la diffusione della raccolta differenziata dei cartoni per alimenti. In poco più di 10 anni, grazie al Protocollo d’Intesa siglato con Comieco, il 67% della popolazione italiana è raggiunta oggi da questo servizio, attivo in quasi 5.000 comuni. Nel 2015 sono state riciclate 22.700 tonnellate di confezioni Tetra Pak per alimenti. “Un risultato di cui siamo orgogliosi – commenta Mastrobuono – anche perché lo abbiamo conquistato sul territorio, comune per comune, contribuendo a diffondere maggiore consapevolezza sull’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti per la tutela dell’ambiente. Con il recupero dei cartoni per alimenti post-consumo – conclude Mastrobuono – il ciclo di vita di questi imballaggi prosegue grazie al riciclo sotto altre forme, ad esempio shopper per la spesa o carta assorbente”.
Ormai tutte le ricerche concordano nell’indicare nel mobile il canale più dinamico e utilizzato: non a caso Kiwari BuonMercato, portale di eCoupon che festeggia i due anni di attività, lancia la nuova app “Sconty – Il Buono del Risparmio” con molte novità e potenzia il network di siti partner.
È infatti online la nuova versione mobile-friendly di Sconty.it, il sito proprietario di KiwariBuonMercato, e la nuova app “Sconty – il Buono del Risparmio” disponibile negli store di Apple e Google Play e presto anche su Windows store. L’app di Sconty oltre ad ottimizzare l’esperienza di ricerca di coupon digitali direttamente da dispositivi mobili, permetterà di stampare gli eCoupon direttamente da mobile.
Non solo: grande novità della versione 2.0 di Sconty sono gli instant coupon, buoni sconto digitali abilitati per la diretta presentazione in cassa dei coupon attraverso lo smartphone senza necessità di stampa fisica. Come richiesto da un consumatore sempre più digitale e favorevole ad esperienze di consumo orientate al mobile.
L’App di Sconty inoltre è integrata con i sistemi di iBeacon e di geo-localizzazione, così da comunicare in maniera mirata e targetizzata con gli utenti ingaggiati durante le campagne di eCouponing, guidandoli nella shopping experience all’interno del punto vendita.
Per venire incontro alle crescenti esigenze di sostenibilità ambientale poi, non solo i buoni elettronici saranno ora stampabili direttamente da smartphone, ma sarà ridotto del 30% il consumo di carta ed inchiostro, mantenendo inalterati gli standard di sicurezza e leggibilità. Sarà infatti possibile stampare fino a 4 buoni sconto per pagina, uno in più rispetto ai portali di riferimento.
Potenziati anche i canali di comunicazione delle campagne di eCoupon, con la possibilità per i brand di avere all’interno del marketplace di Sconty.it una landing page personalizzata, dedicata alla promozione del proprio buono sconto attraverso video, immagini o ricette di cucina. Le ricette ad esempio sono un modo per offrire spunti su come utilizzare i coupon presenti sul portale. L’introduzione di questi nuovi strumenti di comunicazione potenzia l’eco delle iniziative di eCouponing generando viralità e creando dei meccanismi di engagement dell’utente ancora più forti rispetto alla sola pubblicazione del buono sconto sul sito web. Inoltre, la landing page personalizzata, grazie all’ottimizzazione SEO, darà la possibilità di indicizzare il buono sconto che apparirà fra i primi risultati dei motori di ricerca, dando maggiore visibilità alle referenze in promozione.
«Abbiamo deciso di festeggiare il compleanno di Sconty regalando importanti novità ai nostri clienti e ai consumatori italiani– afferma Marco Rivosecchi, presidente di Kiwari – ampliando il nostro Coupon Nework con l’entrata di cinque nuovi player come il Gruppo Espresso, Edenred, Volantino Facile, BuoniSconto.it e My Volantino. Queste nuove alleanze renderanno la community del Coupon Network che fa capo a Sconty.it, in partnership con Scontomaggio.com, Dimmicosacerchi.it, MYvoucher.biz, la più numerosa in Italia per la ricerca di buoni sconto digitali. Da oggi il Coupon Network di Sconty offre all’industria e alla distribuzione un bacino di contatti efficace e un sistema di relazionamento digitale evoluto con la propria customer base per il successo delle proprie iniziative promozionali».
Copy of Federica Pivetti-Paola De Patre credits to Andrea Menin ChillaxingRoad
Aggiornati, creativi e mobili: sono i worksumer, i lavoratori 3.0 sempre più a loro agio nella società liquida.
E’ questa la definizione fornita dall’osservatorio di COPERNICO Where Things Happen, a proposito dei nuovi worker in cui le esigenze di consumo (come spazio, tempo, contenuti, training, tecnologia, strumenti, network, benessere e cibo) sono sempre più spiccate.
“La relazione tra tempo, spazio, contenuti e valori è centrale per capire il Worksumer- spiega infatti Pietro Martani, CEO di Windows on Europe e ideatore di COPERNICO-. “Si tratta di un lavoratore evoluto, allo stesso tempo protagonista e attore di una dimensione lavorativa dinamica e innovativa che va oltre il contesto tradizionale, creando un’esperienza diversa”
Come è cambiato il mondo del lavoro
Negli ultimi 50 anni il ciclo di vita delle imprese si è ridotto da 60 a circa 18 anni. La linea che separa la sfera privata da quella lavorativa è sempre più sfocata e la ricerca di un equilibrio tra le due dimensioni porta il lavoratore a prediligere spazi funzionali al lavoro con un’attenzione al benessere: ambienti activity-based e flessibili, corredati da servizi che gli permettano di prendersi cura di sé e divertirsi allo stesso tempo.
E c’è addirittura chi parla di “nuovo rinascimento del lavoro”: un mood in cui la soggettività, l’individualità e la flessibilità prendono il sopravvento sulla schematizzazione e uniformità dei comportamenti e degli ambienti.
Lavorare in nome della mobilità, dunque, tanto che secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano questa nuova “mobilità della postazione di lavoro” potrebbe valere 27 miliardi in più di produttività e 10 miliardi in meno di costi fissi.
E le aziende italiane stanno progressivamente cavalcando l’onda, come dimostra il fatto che il 30% di esse favorisce il lavoro da remoto (fonte: Rapporto dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano). E non basta: gli investimenti dei Venture Capitalist italiani in aziende di nuova generazione sono infatti cresciuti a ritmi intorno al 200% nell’ultimo anno (fonte: CBS Insight) e, nello stesso periodo, gli spazi dedicati allo smart working si sono sviluppati in tutto il mondo con percentuali di crescita intorno al 250% (fonte Harvard Business Review). Un fenomeno globale come dimostra il caso di WeWork – start-up newyorkese – che con le sue 30.000 membership è stata recentemente valutata 10 miliardi di dollari. O Regus che alla fine del 2014 contava su una rete di 2.200 locations, e 2 milioni di clienti in un centinaio di Paesi.
La nascita del worksumer
Il risultato? Un nuovo modello di fruizione degli spazi e del tempo del lavoro per un lavoro ormai sempre più “liquido” e flessibile in termini di spazio e tempo ed esigenze di consumo funzionali al lavoro. Ed è in questo “nuovo habitat” che nasce e cresce il Worksumer. Che non è solo il giovane startupper, o il creativo digitale, ma anche il professionista più maturo che trasferisce in questi nuovi spazi gruppi di lavoro o interi rami di azienda con l’obiettivo di avviare e stimolare scambio e innovazione.
Da qui allo smartworking il passo è breve: in questi spazi condivisi, infatti, si genera una spontanea fluidità e contaminazione che ogni giorno produce visibilità e occasioni di business matching oltre che a una generica prolificazione di creatività.
Prendiamo Google, per esempio. Sapevate che molti suoi servizi di maggior successo – come Gmail, AdSense, Transparency Report – sono stati ideati nel tempo lasciato in totale autonomia ai propri collaboratori?
Oppure che nella sede di Facebook (a Menlo Park) è stato predisposto un corridoio aperto, lungo un chilometro e mezzo in cui i dipendenti camminano, si incontrano e staccano il computer?
Un lungo percorso che incoraggia gli incontri, gli scambi e le passeggiate sociali. Una pratica moderna – certo – che ricorda, però, molto da vicino l’indimenticabile usanza dei peripatetici
Ha fatto bene il rientro in Italia ad Acqua S. Bernardo nel 2015, avvenuto lo scorso maggio con l’acquisizione da parte del Gruppo Montecristo: nell’anno appena trascorso ha venduto infatti 118 milioni di bottiglie, 15 milioni in più rispetto al 2014, con una crescita del 14,5%.
La nuova politica aziendale e commerciale ha portato a un piano di sviluppo industriale quinquennale volto all’ammodernamento tecnologico degli stabilimenti di Garessio e Ormea, che si accompagnerà al piano di sviluppo marketing del brand. «Il piano di investimenti – spiega il direttore generale di Acqua S.Bernardo, Antonio Biella – prevede una prima fase di sviluppo nello stabilimento di Ormea che si completerà entro il 2017 attraverso l’installazione di due nuove linee produttive e la predisposizione di una sala di preparazione degli sciroppi dedicata a bibite gasate e bevande piatte in asettico». Il sito di Ormea diventa il terzo stabilimento del Gruppo Montecristo in grado di produrre bevande in generale e il più completo in termini di ampiezza di prodotti nel suo carnet produttivo.
Sviluppo tra brand e private label
«Lo scopo di questa installazione è di avere nuove e moderne linee molto più efficienti in termini di competitività e in termini di qualità per cogliere le opportunità sia sul nostro brand sia sul mercato della private label dove il gruppo è già forte – prosegue Biella -. Il primo obiettivo è dotare l’azienda di una nuova gamma di bevande a marchio San Bernardo che possano permettere al Brand di entrare in mercati paralleli a quello dell’acqua minerale ma strettamente legati ad esso. Il secondo obiettivo è approcciare il mercato delle private label per sfruttare al meglio la disponibilità di acqua minerale delle altre due fonti Ormea e Ulmeta, rafforzare il nostro ruolo di produttore conto terzi entrando perciò in un mercato nuovo per l’azienda San Bernardo ma consolidato per il gruppo».
A conferma di ciò Acqua San Bernardo sarà a Marca dove presenterà il nuovo tè S. Bernardo, oltre a ulteriori spunti per il settore private label.
Non solo acqua con la sala sciroppi Ad Ormea verrà installata una linea di ultima generazione in grado di produrre in efficienza e utilizzando i moderni strumenti di packaging. Verrà prodotta acqua con pack premium e con pack competitivo adatto alle private label. La linea sarà inoltre in grado di imbottigliare le bibite gassate. La principale novità tecnologica sarà il funzionamento in blocco delle macchine che permette la gestione del processo abbinando insieme soffiatrice, riempitrice e etichettatrice nel blocco riempimento. Il tutto in uno spazio decisamente minore rispetto al passato. La seconda linea asettica verrà caratterizzata dall’imbottigliamento di bevande quali tè, integratori e bibite a base di frutta senza conservanti. Il lancio della nuova gamma di prodotti è previsto quest’anno. Mentre gli altri investimenti rappresentano evoluzioni nel settore dell’imbottigliamento e sono in linea con la tradizione produttiva di San Bernardo, l’installazione di una moderna sala sciroppi rappresenta una nuova frontiera per l’azienda che può così allargare il proprio orizzonte entrando nel mercato delle bevande. «Un lavoro diverso – commenta Biella – che richiede professionalità e competenze differenti, perché si disegna, si crea e si esegue la parte viva del prodotto. Differentemente dall’acqua che va preservata e protetta, ma che per legge si deve imbottigliare così come sgorga, la particolarità delle bevande è la necessità di gestire la ricetta». La seconda parte di investimenti riguarderà invece lo stabilimento di Garessio, che già nel 2015 era stato oggetto di diversi investimenti sulla linea vetro, con il nuovo formato litro tappo a vite, e prevede il progressivo ammodernamento tecnologico delle linee e dell’area logistica con un nuovo sistema di carico dei camion. Nel corso dell’anno, il 90° per S.Bernardo, fondata nel 1926, saranno installate le prime ribalte automatiche per facilitare il carico dei camion frigo e dei container. Negli anni successivi sono previsti investimenti mirati a sostituire le singole macchine con macchine nuove e più efficienti a livello di consumi energetici.
Shoprite sceglie la “spesa intelligente”. E coinvolge in questo progetto il frigo di famiglia.
Grazie a una recente partnership con MasterCard, l’insegna vuole infatti offrire ai clienti un altro strumento per fare la spesa facilmente e senza soluzione di continuità, integrando il suo popolare servizio di spesa on-line, ShopRite da casa, con Groceries by MasterCard, l’app pre-caricata nel nuovo frigorifero Samsung Family Hub. In questo modo i consumatori potranno effettuare l’ordine direttamente dal proprio frigo, scegliendo tra la consegna a domicilio e il click and collect.
Il nuovo elettrodomestico, che ha debuttato lo scorso 5 gennaio, sarà in vendita dal prossimo maggio.
“Grazie alla partnership con Groceries by MasterCard – ha commentato Joe Sheridan, presidente e chief operating officer di Wakefern Food Corp – siamo in grado di rendere la vita ancora più facile ai nostri clienti che potranno ricorrere in ogni momento al servizio di spesa on demand (sia per rimpinguare la dispensa, sia nel caso in cui vogliano sperimentare una nuova ricetta!). La nuova tecnologia incorporata nel frigorifero Samsung Family Hub è infatti una finestra “casalinga” sui nostri punti vendita.”
L’e-commerce evolve a conquista sempre nuovi clienti e Amazon guarda avanti e inventa nuove modalità, in linea con stili di vita moderni che diventano nuove abitudini. Così è stato per le consegne veloci, anche in due ore in certe aree urbane, per i clienti Prime. Il prossimo step, attualmente in fase di test nel Regno Unito, si chiama Amazon Pay Monthly è consente di rateizzare i pagamenti per articoli (facile pensare all’elettronica e all’informatica) che costano più di 400 sterline (550 euro). E, anche se è piuttosto alto il tasso di interesse (16,9%), grazie all’ampiezza dell’assortimento e alla comodità delle spedizioni il nuovo servizio potrebbe rivelarsi un successo, ponendo in difficoltà dopo i supermercati (Amazon Pantry, l’assortimento nel grocery è stato da poco lanciato in Gran Bretagna ed è giù attivo on Italia) anche i big dell’elettronica di consumo. Oggi nella terra d’Albione, domani anche da noi visto che il servizio, se il test risulterà positivo, potrebbe essere esteso ad altri Paesi.
Natale all’insegna della consegna veloce
Intanto il re delle dot.com fa il consuntivo natalizio, che vede globalmente oltre 200 milioni di prodotti spediti gratuitamente con l’abbonamento Prime e tre milioni di nuovi iscritti solo nella terza settimana di dicembre.
Tra i prodotti più venduti in Italia c’è un giusto mix di innovazione e tradizione. Se infatti nell’elettronica di consumo vince lo smartphone Motorola Moto G 3 e tra i Videogame sbanca Call Of Duty: Black Ops III per PlayStation 4, si avvantaggiano di un fascino vintage i Dr. Martens Original rigorosamente neri (best seller tra le scarpe) e il “vecchio” Casio A-158WA (il più venduto tra gli orologi). Altri “campioni di vendite” su Amazon questa stagione natalizia a Natale sono stati:
Alimentari: Oreo – Biscotti al Cacao Magro, Ripieni di Crema. Libri: La dieta del dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari Musica: “25” by Adele Film: Star Wars Original Trilogy – Episodi 4-5-6 (3 Dvd) Giochi: Crayola 74-7054 – Laboratorio dei Pennarelli Casa e Cucina: Nespresso Essenza EN97.W macchina per caffè espresso di De’Longhi, colore Bianco Sand Bellezza: Glow set professionale di 12 pennelli per il trucco Baby: Tommee Tippee 82038502 Sangenic Tec Ricarica, 9 Pezzi Abbigliamento: Ferrand Kigurumi Pigiama Unisex Adulto Animale Blu Stitch Sport & Outdoors: Xiaomi Braccialetto Ottimizzato Leggero IP67 Intelligente Senza Fili Bluetooth Fai da te: Aspiracenere elettrico Cenerill 800 W
We use cookies to ensure that we give you the best experience on our website. If you continue to use this site we will assume that you are happy with it.Ok